Cercarmi un protettore, eleggermi un signore, e come l’edera che dell'olmo tutore accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza, arrampicarmi, invece di salire con forza?
No, grazie!.
Dedicare, com'usa tradizione, dei versi dei ricconi? Far l'arte del buffone pur di vedere alfine le labbra di un potente schiudersi a un sorriso benigno e promettente?
No, grazie.
Saziarsi di rospi? Digerire lo stomaco per forza dell'andare e venire? Consumar le ginocchia? Misurar le altrui scale? Far continui prodigi di agilità dorsale?
No, grazie!.
Accarezzare con mano abile e scaltra la capra e intanto il cavolo innaffiare con l'altra? E ad aver sempre il turibolo sotto de l'altrui mento per la divina g