Nelle ex stalle del castello, centinaia di oggetti raccontano la quotidianità contadina. E il castello inizia una nuova vita: per secoli dimora della famiglia longobarda dei Vialardi (segnando il passaggio del Biellese alla dominazione dei Savoia), nell'800 è stato la casa del medico e botanico Maurizio Zumaglini, che vi ha scritto la sua monumentale opera 'Flora Pedemontana', per poi diventare cascina e asilo infantile. Oggi ospita il Municipio di Verrone, l'ecomuseo, e il Falseum, museo del falso e dell'inganno.
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All'Ecomuseo, l'identità perduta di Verrone di Simona Perolo
1. 19ECO DI BIELLA
SABATO 1 OTTOBRE 2016
Vita&Arti Sabato 8 ottobre, alle ore 21 si terrà
al Teatro Sociale Villani di Biella la ot-
tava edizione del concerto “Biella
chiAma Gospel”, un appuntamento
con la musica e la solidarietà tradizio-
nalmente molto sentito e partecipato.
L’evento - organizzato da Biella Go-
spel Choir in collaborazione con Co-
mune di Biella insieme al supporto di
altri generosi sponsor - vede quest’anno
la partecipazione del Coro Gospel
“Greensleeves” di Varese. Come sem-
pre l'evento è soprattutto una mano te-
sa a favore dei meno fortunati. Il rica-
vato verrà interamente devoluto al pro-
getto “Alma de Colores” volto all’inse-
rimento lavorativo per persone con di-
sabilità in Guatemala.
CULTURA & TRADIZIONE/
All’ecomuseo,l’identitàperdutadiVerrone
Nelleexstalledelcastello,completamenterestaurato,rivivelaquotidianitàcontadinacheèandatadisperdendosineisecoli
Un antico borgo, nato at-
torno a un castello e a una
chiesa, con tante cascine a
far da contorno, disseminate
tra i campi; e lo stesso ca-
stello utilizzato per secoli
come fattoria: Cascina Ca-
stello, per l’appunto, in atti-
vità fino agli anni ’60.
Oggi forse non si direbbe,
ma Verrone ha un passato
contadino: una storia mille-
naria che solo da pochi de-
cenni, con la realizzazione
della strada Trossi, ha lascia-
to il posto ad una vocazione
produttiva industriale e
commerciale e poi, recente-
mente, ad una prospettiva
residenziale.
E ora che il castello è re-
staurato, che molte di quelle
cascine non ci sono più, o
hanno cambiato aspetto e
funzione, a ricordare quell’a-
nima rurale ci pensa il pic-
colo Ecomuseo, ubicato pro-
prio a lato degli uffici comu-
nali: una ricca collezione di
oggetti, macchine, utensili,
memorie legate al mondo
agricolo, retaggi di una cul-
tura contadina che, fino a
mezzo secolo fa, hanno tro-
vato largo impiego nelle fa-
miglie e nelle case.
Nelle sale, ricavate in
quelle che erano le stalle del
maniero, rivive innanzitutto
il lavoro dei campi: aratri,
erpici, gioghi, falci e falcetti,
ranze, tridenti, forche, forco-
ni, attrezzi per legare le fa-
scine, per sgranare le pan-
nocchie, per inclinare le la-
me, per recuperare il secchio
caduto nel pozzo... E poi
una sala dedicata alla cuci-
na, con una raccolta di stru-
menti più o meno curiosi,
come l’attrezzo per tostare il
caffè (o i suoi surrogati),
quello per insaccare i salu-
mi, la zangola per fare il
burro, un frullino manuale,
vari scaldaletto di varia fog-
gia. E ancora, attrezzi da fa-
legname, da barbiere, per la-
vorare la lana, macchine da
cucire, per molare le lame,
per svitare le lampadine…
Una raccolta di oggetti, al-
cuni familiari, altri curiosi e
a volte misteriosi, donati
dalle famiglie del paese, so-
prattutto dagli ultimi abitan-
ti delle cascine del castello,
da collezionisti e appassio-
nati, raccolti nelle cantine e
nelle soffitte delle case.
E’ assai soddisfatto di
questa esperienza Gianmar-
co, giovane operatore dell’E-
comuseo: «Sono contento di
occuparmi di questa cellula
ecomuseale, perché il tipo di
oggetti esposti mi affascina.
Io ho avuto la fortuna (e an-
che un po’ la sfortuna) di
nascere in una famiglia con-
tadina, che mi ha insegnato
il lavoro dei campi, e molti
di questi oggetti li conosco,
ma in genere i giovani della
mia generazione non sanno
nulla di questa realtà: ai no-
stri occhi sembrano oggetti
medievali, invece i nostri ge-
nitori li usavano diffusamen-
te». Gianmarco è entusiasta
soprattutto del rapporto con
il pubblico: «Ogni visitatore
che passa mi racconta qual-
cosa, aggiunge qualche in-
formazione o aneddoto su
qualche attrezzo. La rete
museale biellese è interes-
sante e articolata, e ha un
target di estimatori: chi vie-
ne qui, in genere ha già visi-
tato altri ecomusei, li cono-
sce, un po’ per volta li gira
tutti. Ma purtroppo la mag-
gior parte dei biellesi, non ci
ha mai messo piede, forse
non sa neppure che esista-
no…».
Poi, c’è l’attrazione per il
castello, e non è casuale:
«Sto studiando Storia me-
dievale, sono al quarto an-
no… il Medioevo è un pe-
riodo interessante, una realtà
molto complessa e articola-
ta, ancora tutta da scoprire,
al di là degli stereotipi folclo-
ristici…». E sulla scelta di
dedicarsi allo studio del pas-
sato, Gianmarco è ottimisti-
camente realista: «Lo so che
è una scelta un po’ audace,
quella di studiare storia:
quando ho scelto gli studi
umanistici, sapevo che non
mi avrebbero dato grandi
prospettive di lavoro, però
almeno avrò studiato qual-
cosa che mi piace… un mo-
do per sopravvivere lo trove-
rò, e poi c’è sempre l’azien-
da agricola di famiglia… fa-
re il contadino, in fondo,
non mi dispiacerebbe, e si
può conciliare con gli studi
storici».
E tra le stanze del castel-
lo, nel salone sopra le stalle
dove forse, davanti al grande
camino, ha scritto la sua
monumentale opera, lo spi-
rito di Maurizio Zumaglini -
medico, botanico e appas-
sionato agricoltore – forse
sorride.
l Simona PeroloL’operatore ecomuseale Gianmarco mostra un manufatto esposto
LA CRONISTORIA DEL CASTELLO
1142
Per secoli è stata la dimora dei
Vialardi, famiglia ghibellina di origine
longobarda il cui capostipite,
Widalardo, risulta essere signore di
Verrone già nel 1142.
1373
I Vialardi di Verrone furono i primi
signori locali a sottomettersi
spontaneamente, nel 1373, ai Savoia,
dando il via al progressivo dominio
della famiglia francese sul Biellese.
1695
Nel 1695, estinta la famiglia Vialardi,
il feudo passò al conte Pietro
Francesco Frichignono, avvocato
generale del Ducato di Savoia.
1835
Nel 1835 il castello venne
acquistato dal medico e
scienziato Maurizio Antonio
Zumaglini o, più precisamente, da
sua moglie Olimpia Curbis di San
Michele, nobildonna torinese,
vedova con quattro figli, da lui
curata e guarita da grave
malattia.
1897
Uno dei figli di primo letto di Olimpia,
Luigi Marandono - per ben 45 anni
consigliere, assessore e sindaco
della città di Biella, direttore per 7
anni della Banca Biellese, consigliere
e poi presidente dell'Ospizio di Carità
in Biella – alla sua morte, nel 1897,
lasciò la sua parte del castello, con
terreni e cascine, alla Congregazione
di Carità di Verrone affinché vi
realizzasse un asilo infantile: peccato
che, per costruire l’edificio che
ancora oggi svolge questa funzione,
sia stata demolita parte del castello.
2016
Oggi l’edificio, completamente
restaurato, è in parte privato e per
oltre metà di proprietà del Comune,
che vi ospita la sede municipale e
l’Ecomuseo dedicato alla cultura
contadina. E poi nella Rocchetta,
dove un tempo erano gli
appartamenti nobiliari, c’è il Falseum.
APPUNTAMENTO/ DOMANI LABORATORIO GRATUITO
Falseumelafestadeinonni
“BiellachiAmaGospel”sabatoprossimoalSociale
Domani, il Comune di Verrone e
il Falseum celebrano la Festa dei
Nonni con l’evento-laboratorio
“Nonno, ho visto una balena che
vola”, rivolto ai bambini, ai nonni
e alle famiglie. Programma: ore
14.30, in piazza Alpini d'Italia a
Verrone, laboratorio di costruzione
di ‘balene gonfiabili’.
A seguire, tutti i partecipanti por-
teranno una balena di 30 metri, co-
struita per l'occasione, fino al Ca-
stello di Verrone, dove si alzerà in
volo lasciando la parola a Geppet-
to, che intratterà il pubblico rac-
contando i suoi trascorsi nell'inter-
no del famoso animale.
Dalle 17.00, la Pro Loco di Ver-
rone offrirà un the caldo.
Durante tutta la giornata sarà
inoltre possibile visitare il Fal-
seum, un museo interattivo ed
esperienziale dedicato ai temi del
falso che hanno modificato e fatto
la storia: da Pinocchio, a Galileo,
dall'editto di Costantino ai Tem-
plari, dagli Illuminati al mondo
dell'informazione e della fotogra-
fia.
L'evento è gratuito e si terrà solo
in assenza di pioggia.
Info e prenotazioni: info@fal-
seum.it, 338-8872852, www.fal-
seum.it.