ݺߣ

ݺߣShare a Scribd company logo
19ECO DI BIELLA
SABATO 1 OTTOBRE 2016
Vita&Arti Sabato 8 ottobre, alle ore 21 si terrà
al Teatro Sociale Villani di Biella la ot-
tava edizione del concerto “Biella
chiAma Gospel”, un appuntamento
con la musica e la solidarietà tradizio-
nalmente molto sentito e partecipato.
L’evento - organizzato da Biella Go-
spel Choir in collaborazione con Co-
mune di Biella insieme al supporto di
altri generosi sponsor - vede quest’anno
la partecipazione del Coro Gospel
“Greensleeves” di Varese. Come sem-
pre l'evento è soprattutto una mano te-
sa a favore dei meno fortunati. Il rica-
vato verrà interamente devoluto al pro-
getto “Alma de Colores” volto all’inse-
rimento lavorativo per persone con di-
sabilità in Guatemala.
CULTURA & TRADIZIONE/
All’ecomuseo,l’identitàperdutadiVerrone
Nelleexstalledelcastello,completamenterestaurato,rivivelaquotidianitàcontadinacheèandatadisperdendosineisecoli
Un antico borgo, nato at-
torno a un castello e a una
chiesa, con tante cascine a
far da contorno, disseminate
tra i campi; e lo stesso ca-
stello utilizzato per secoli
come fattoria: Cascina Ca-
stello, per l’appunto, in atti-
vità fino agli anni ’60.
Oggi forse non si direbbe,
ma Verrone ha un passato
contadino: una storia mille-
naria che solo da pochi de-
cenni, con la realizzazione
della strada Trossi, ha lascia-
to il posto ad una vocazione
produttiva industriale e
commerciale e poi, recente-
mente, ad una prospettiva
residenziale.
E ora che il castello è re-
staurato, che molte di quelle
cascine non ci sono più, o
hanno cambiato aspetto e
funzione, a ricordare quell’a-
nima rurale ci pensa il pic-
colo Ecomuseo, ubicato pro-
prio a lato degli uffici comu-
nali: una ricca collezione di
oggetti, macchine, utensili,
memorie legate al mondo
agricolo, retaggi di una cul-
tura contadina che, fino a
mezzo secolo fa, hanno tro-
vato largo impiego nelle fa-
miglie e nelle case.
Nelle sale, ricavate in
quelle che erano le stalle del
maniero, rivive innanzitutto
il lavoro dei campi: aratri,
erpici, gioghi, falci e falcetti,
ranze, tridenti, forche, forco-
ni, attrezzi per legare le fa-
scine, per sgranare le pan-
nocchie, per inclinare le la-
me, per recuperare il secchio
caduto nel pozzo... E poi
una sala dedicata alla cuci-
na, con una raccolta di stru-
menti più o meno curiosi,
come l’attrezzo per tostare il
caffè (o i suoi surrogati),
quello per insaccare i salu-
mi, la zangola per fare il
burro, un frullino manuale,
vari scaldaletto di varia fog-
gia. E ancora, attrezzi da fa-
legname, da barbiere, per la-
vorare la lana, macchine da
cucire, per molare le lame,
per svitare le lampadine…
Una raccolta di oggetti, al-
cuni familiari, altri curiosi e
a volte misteriosi, donati
dalle famiglie del paese, so-
prattutto dagli ultimi abitan-
ti delle cascine del castello,
da collezionisti e appassio-
nati, raccolti nelle cantine e
nelle soffitte delle case.
E’ assai soddisfatto di
questa esperienza Gianmar-
co, giovane operatore dell’E-
comuseo: «Sono contento di
occuparmi di questa cellula
ecomuseale, perché il tipo di
oggetti esposti mi affascina.
Io ho avuto la fortuna (e an-
che un po’ la sfortuna) di
nascere in una famiglia con-
tadina, che mi ha insegnato
il lavoro dei campi, e molti
di questi oggetti li conosco,
ma in genere i giovani della
mia generazione non sanno
nulla di questa realtà: ai no-
stri occhi sembrano oggetti
medievali, invece i nostri ge-
nitori li usavano diffusamen-
te». Gianmarco è entusiasta
soprattutto del rapporto con
il pubblico: «Ogni visitatore
che passa mi racconta qual-
cosa, aggiunge qualche in-
formazione o aneddoto su
qualche attrezzo. La rete
museale biellese è interes-
sante e articolata, e ha un
target di estimatori: chi vie-
ne qui, in genere ha già visi-
tato altri ecomusei, li cono-
sce, un po’ per volta li gira
tutti. Ma purtroppo la mag-
gior parte dei biellesi, non ci
ha mai messo piede, forse
non sa neppure che esista-
no…».
Poi, c’è l’attrazione per il
castello, e non è casuale:
«Sto studiando Storia me-
dievale, sono al quarto an-
no… il Medioevo è un pe-
riodo interessante, una realtà
molto complessa e articola-
ta, ancora tutta da scoprire,
al di là degli stereotipi folclo-
ristici…». E sulla scelta di
dedicarsi allo studio del pas-
sato, Gianmarco è ottimisti-
camente realista: «Lo so che
è una scelta un po’ audace,
quella di studiare storia:
quando ho scelto gli studi
umanistici, sapevo che non
mi avrebbero dato grandi
prospettive di lavoro, però
almeno avrò studiato qual-
cosa che mi piace… un mo-
do per sopravvivere lo trove-
rò, e poi c’è sempre l’azien-
da agricola di famiglia… fa-
re il contadino, in fondo,
non mi dispiacerebbe, e si
può conciliare con gli studi
storici».
E tra le stanze del castel-
lo, nel salone sopra le stalle
dove forse, davanti al grande
camino, ha scritto la sua
monumentale opera, lo spi-
rito di Maurizio Zumaglini -
medico, botanico e appas-
sionato agricoltore – forse
sorride.
l Simona PeroloL’operatore ecomuseale Gianmarco mostra un manufatto esposto
LA CRONISTORIA DEL CASTELLO
1142
Per secoli è stata la dimora dei
Vialardi, famiglia ghibellina di origine
longobarda il cui capostipite,
Widalardo, risulta essere signore di
Verrone già nel 1142.
1373
I Vialardi di Verrone furono i primi
signori locali a sottomettersi
spontaneamente, nel 1373, ai Savoia,
dando il via al progressivo dominio
della famiglia francese sul Biellese.
1695
Nel 1695, estinta la famiglia Vialardi,
il feudo passò al conte Pietro
Francesco Frichignono, avvocato
generale del Ducato di Savoia.
1835
Nel 1835 il castello venne
acquistato dal medico e
scienziato Maurizio Antonio
Zumaglini o, più precisamente, da
sua moglie Olimpia Curbis di San
Michele, nobildonna torinese,
vedova con quattro figli, da lui
curata e guarita da grave
malattia.
1897
Uno dei figli di primo letto di Olimpia,
Luigi Marandono - per ben 45 anni
consigliere, assessore e sindaco
della città di Biella, direttore per 7
anni della Banca Biellese, consigliere
e poi presidente dell'Ospizio di Carità
in Biella – alla sua morte, nel 1897,
lasciò la sua parte del castello, con
terreni e cascine, alla Congregazione
di Carità di Verrone affinché vi
realizzasse un asilo infantile: peccato
che, per costruire l’edificio che
ancora oggi svolge questa funzione,
sia stata demolita parte del castello.
2016
Oggi l’edificio, completamente
restaurato, è in parte privato e per
oltre metà di proprietà del Comune,
che vi ospita la sede municipale e
l’Ecomuseo dedicato alla cultura
contadina. E poi nella Rocchetta,
dove un tempo erano gli
appartamenti nobiliari, c’è il Falseum.
APPUNTAMENTO/ DOMANI LABORATORIO GRATUITO
Falseumelafestadeinonni
“BiellachiAmaGospel”sabatoprossimoalSociale
Domani, il Comune di Verrone e
il Falseum celebrano la Festa dei
Nonni con l’evento-laboratorio
“Nonno, ho visto una balena che
vola”, rivolto ai bambini, ai nonni
e alle famiglie. Programma: ore
14.30, in piazza Alpini d'Italia a
Verrone, laboratorio di costruzione
di ‘balene gonfiabili’.
A seguire, tutti i partecipanti por-
teranno una balena di 30 metri, co-
struita per l'occasione, fino al Ca-
stello di Verrone, dove si alzerà in
volo lasciando la parola a Geppet-
to, che intratterà il pubblico rac-
contando i suoi trascorsi nell'inter-
no del famoso animale.
Dalle 17.00, la Pro Loco di Ver-
rone offrirà un the caldo.
Durante tutta la giornata sarà
inoltre possibile visitare il Fal-
seum, un museo interattivo ed
esperienziale dedicato ai temi del
falso che hanno modificato e fatto
la storia: da Pinocchio, a Galileo,
dall'editto di Costantino ai Tem-
plari, dagli Illuminati al mondo
dell'informazione e della fotogra-
fia.
L'evento è gratuito e si terrà solo
in assenza di pioggia.
Info e prenotazioni: info@fal-
seum.it, 338-8872852, www.fal-
seum.it.

More Related Content

All'Ecomuseo, l'identità perduta di Verrone di Simona Perolo

  • 1. 19ECO DI BIELLA SABATO 1 OTTOBRE 2016 Vita&Arti Sabato 8 ottobre, alle ore 21 si terrà al Teatro Sociale Villani di Biella la ot- tava edizione del concerto “Biella chiAma Gospel”, un appuntamento con la musica e la solidarietà tradizio- nalmente molto sentito e partecipato. L’evento - organizzato da Biella Go- spel Choir in collaborazione con Co- mune di Biella insieme al supporto di altri generosi sponsor - vede quest’anno la partecipazione del Coro Gospel “Greensleeves” di Varese. Come sem- pre l'evento è soprattutto una mano te- sa a favore dei meno fortunati. Il rica- vato verrà interamente devoluto al pro- getto “Alma de Colores” volto all’inse- rimento lavorativo per persone con di- sabilità in Guatemala. CULTURA & TRADIZIONE/ All’ecomuseo,l’identitàperdutadiVerrone Nelleexstalledelcastello,completamenterestaurato,rivivelaquotidianitàcontadinacheèandatadisperdendosineisecoli Un antico borgo, nato at- torno a un castello e a una chiesa, con tante cascine a far da contorno, disseminate tra i campi; e lo stesso ca- stello utilizzato per secoli come fattoria: Cascina Ca- stello, per l’appunto, in atti- vità fino agli anni ’60. Oggi forse non si direbbe, ma Verrone ha un passato contadino: una storia mille- naria che solo da pochi de- cenni, con la realizzazione della strada Trossi, ha lascia- to il posto ad una vocazione produttiva industriale e commerciale e poi, recente- mente, ad una prospettiva residenziale. E ora che il castello è re- staurato, che molte di quelle cascine non ci sono più, o hanno cambiato aspetto e funzione, a ricordare quell’a- nima rurale ci pensa il pic- colo Ecomuseo, ubicato pro- prio a lato degli uffici comu- nali: una ricca collezione di oggetti, macchine, utensili, memorie legate al mondo agricolo, retaggi di una cul- tura contadina che, fino a mezzo secolo fa, hanno tro- vato largo impiego nelle fa- miglie e nelle case. Nelle sale, ricavate in quelle che erano le stalle del maniero, rivive innanzitutto il lavoro dei campi: aratri, erpici, gioghi, falci e falcetti, ranze, tridenti, forche, forco- ni, attrezzi per legare le fa- scine, per sgranare le pan- nocchie, per inclinare le la- me, per recuperare il secchio caduto nel pozzo... E poi una sala dedicata alla cuci- na, con una raccolta di stru- menti più o meno curiosi, come l’attrezzo per tostare il caffè (o i suoi surrogati), quello per insaccare i salu- mi, la zangola per fare il burro, un frullino manuale, vari scaldaletto di varia fog- gia. E ancora, attrezzi da fa- legname, da barbiere, per la- vorare la lana, macchine da cucire, per molare le lame, per svitare le lampadine… Una raccolta di oggetti, al- cuni familiari, altri curiosi e a volte misteriosi, donati dalle famiglie del paese, so- prattutto dagli ultimi abitan- ti delle cascine del castello, da collezionisti e appassio- nati, raccolti nelle cantine e nelle soffitte delle case. E’ assai soddisfatto di questa esperienza Gianmar- co, giovane operatore dell’E- comuseo: «Sono contento di occuparmi di questa cellula ecomuseale, perché il tipo di oggetti esposti mi affascina. Io ho avuto la fortuna (e an- che un po’ la sfortuna) di nascere in una famiglia con- tadina, che mi ha insegnato il lavoro dei campi, e molti di questi oggetti li conosco, ma in genere i giovani della mia generazione non sanno nulla di questa realtà: ai no- stri occhi sembrano oggetti medievali, invece i nostri ge- nitori li usavano diffusamen- te». Gianmarco è entusiasta soprattutto del rapporto con il pubblico: «Ogni visitatore che passa mi racconta qual- cosa, aggiunge qualche in- formazione o aneddoto su qualche attrezzo. La rete museale biellese è interes- sante e articolata, e ha un target di estimatori: chi vie- ne qui, in genere ha già visi- tato altri ecomusei, li cono- sce, un po’ per volta li gira tutti. Ma purtroppo la mag- gior parte dei biellesi, non ci ha mai messo piede, forse non sa neppure che esista- no…». Poi, c’è l’attrazione per il castello, e non è casuale: «Sto studiando Storia me- dievale, sono al quarto an- no… il Medioevo è un pe- riodo interessante, una realtà molto complessa e articola- ta, ancora tutta da scoprire, al di là degli stereotipi folclo- ristici…». E sulla scelta di dedicarsi allo studio del pas- sato, Gianmarco è ottimisti- camente realista: «Lo so che è una scelta un po’ audace, quella di studiare storia: quando ho scelto gli studi umanistici, sapevo che non mi avrebbero dato grandi prospettive di lavoro, però almeno avrò studiato qual- cosa che mi piace… un mo- do per sopravvivere lo trove- rò, e poi c’è sempre l’azien- da agricola di famiglia… fa- re il contadino, in fondo, non mi dispiacerebbe, e si può conciliare con gli studi storici». E tra le stanze del castel- lo, nel salone sopra le stalle dove forse, davanti al grande camino, ha scritto la sua monumentale opera, lo spi- rito di Maurizio Zumaglini - medico, botanico e appas- sionato agricoltore – forse sorride. l Simona PeroloL’operatore ecomuseale Gianmarco mostra un manufatto esposto LA CRONISTORIA DEL CASTELLO 1142 Per secoli è stata la dimora dei Vialardi, famiglia ghibellina di origine longobarda il cui capostipite, Widalardo, risulta essere signore di Verrone già nel 1142. 1373 I Vialardi di Verrone furono i primi signori locali a sottomettersi spontaneamente, nel 1373, ai Savoia, dando il via al progressivo dominio della famiglia francese sul Biellese. 1695 Nel 1695, estinta la famiglia Vialardi, il feudo passò al conte Pietro Francesco Frichignono, avvocato generale del Ducato di Savoia. 1835 Nel 1835 il castello venne acquistato dal medico e scienziato Maurizio Antonio Zumaglini o, più precisamente, da sua moglie Olimpia Curbis di San Michele, nobildonna torinese, vedova con quattro figli, da lui curata e guarita da grave malattia. 1897 Uno dei figli di primo letto di Olimpia, Luigi Marandono - per ben 45 anni consigliere, assessore e sindaco della città di Biella, direttore per 7 anni della Banca Biellese, consigliere e poi presidente dell'Ospizio di Carità in Biella – alla sua morte, nel 1897, lasciò la sua parte del castello, con terreni e cascine, alla Congregazione di Carità di Verrone affinché vi realizzasse un asilo infantile: peccato che, per costruire l’edificio che ancora oggi svolge questa funzione, sia stata demolita parte del castello. 2016 Oggi l’edificio, completamente restaurato, è in parte privato e per oltre metà di proprietà del Comune, che vi ospita la sede municipale e l’Ecomuseo dedicato alla cultura contadina. E poi nella Rocchetta, dove un tempo erano gli appartamenti nobiliari, c’è il Falseum. APPUNTAMENTO/ DOMANI LABORATORIO GRATUITO Falseumelafestadeinonni “BiellachiAmaGospel”sabatoprossimoalSociale Domani, il Comune di Verrone e il Falseum celebrano la Festa dei Nonni con l’evento-laboratorio “Nonno, ho visto una balena che vola”, rivolto ai bambini, ai nonni e alle famiglie. Programma: ore 14.30, in piazza Alpini d'Italia a Verrone, laboratorio di costruzione di ‘balene gonfiabili’. A seguire, tutti i partecipanti por- teranno una balena di 30 metri, co- struita per l'occasione, fino al Ca- stello di Verrone, dove si alzerà in volo lasciando la parola a Geppet- to, che intratterà il pubblico rac- contando i suoi trascorsi nell'inter- no del famoso animale. Dalle 17.00, la Pro Loco di Ver- rone offrirà un the caldo. Durante tutta la giornata sarà inoltre possibile visitare il Fal- seum, un museo interattivo ed esperienziale dedicato ai temi del falso che hanno modificato e fatto la storia: da Pinocchio, a Galileo, dall'editto di Costantino ai Tem- plari, dagli Illuminati al mondo dell'informazione e della fotogra- fia. L'evento è gratuito e si terrà solo in assenza di pioggia. Info e prenotazioni: info@fal- seum.it, 338-8872852, www.fal- seum.it.