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IL MONOPOLIO Mankiw, cap. 15
Caratteristiche del monopolio Il monopolio è la forma di mercato agli antipodi della PC. Un’impresa è considerata monopolista se:  è l’unica che vende un certo prodotto  il prodotto non ha dei buoni sostituti  non esiste possibilità di entrata nel mercato per altre imprese. La conseguenza è che il monopolista ha potere di mercato sul prezzo del prodotto. Quindi non è  price-taker , ma  price-maker . Quanto sono diffusi i monopoli? E’ una questione di grado: spesso le imprese hanno un certo potere sul prezzo perché i prodotti sono  differenziati i veri monopoli sono rari perché è raro che vi siano prodotti davvero unici. Quindi anche il monopolio  puro  è in un certo senso un  caso ideale  come la concorrenza perfetta.
Perché esiste il monopolio? La causa fondamentale del monopolio è la presenza di  barriere all’entrata  di concorrenti sul mercato . Le barriere possono essere di tre tipi : barriere indotte dalla  proprietà esclusiva di fattori essenziali   che non possono essere riprodotti. barriere di tipo  legale : brevetti, copyright, diritti esclusivi di vendita  N.b.: tali barriere possono essere indispensabili per incentivare le imprese a fare R&S e innovare barriere di costo indotte dalla presenza di  forti economia di scala : è il caso del c.d. monopolio naturale.
Il monopolio naturale Un’ industria  è un monopolio naturale quando una singola  impresa  può fornire un certo bene o servizio all’intero mercato ad un costo inferiore di quanto potrebbero fare due o più imprese.  Questo fenomeno si verifica quando, a causa della presenza di forti economie di scala, la  dimensione efficiente  di un’impresa è così  grande  che in quel dato settore soltanto un’unica impresa può fornire il prodotto al mercato al minimo costo medio. In altre parole, in caso di monopolio naturale il CMeT minimo di un’impresa piccola è  maggiore  di quello di un’impresa grande, per cui “frazionare” la produzione totale tra più imprese è inefficiente. L’espansione del mercato (cioè l’aumento della domanda) può eliminare il monopolio naturale.
Q Costo medio CMeT Il CMeT è decrescente in maniera continua    un’unica impresa può produrre qualsiasi quantità al prezzo più basso  Monopolio naturale
Monopolio  versus  concorrenza perfetta (1) Monopolio : esiste un unico produttore...   … la cui domanda  coincide  con la domanda di mercato e quindi ha andamento  discendente ,   … che agisce da  price-maker  e ottiene  extra-    … il cui comportamento è  vincolato  soltanto dalla domanda (per cui o sceglie Q* o sceglie P*). Mercato PC : esistono molte imprese...   … ciascuna delle quali fronteggia una curva di domanda  orizzontale ,   … che agiscono da price-takers,  senza  ottenere extra-    … che al prezzo  dato  possono vendere qualsiasi quantità (per cui scelgono solo Q*).
I ricavi del monopolista
Il ricavo marginale del monopolista Il RM del monopolista è sempre  inferiore  al prezzo del bene:  RM < P (= RMe) ,  quindi la curva del RM è sempre  sotto  quella del RMe  (= curva di domanda). Perché? Dato che la curva di domanda è discendente, quando il monopolista vuole vendere  una unità in più  (unità marginale) deve ridurre il prezzo, ma il prezzo inferiore si applica anche a  tutte le unità precedentemente vendute .  Vi sono due effetti sul ricavo totale RT = P x Q: Effetto output : l’impresa vende di più, quindi RT cresce. Effetto prezzo : l’impresa vende tutto a prezzo inferiore, quindi RT diminuisce. L’ effetto totale , cioè l’incremento del RT (= il RM), può essere positivo o negativo, ma sicuramente è  inferiore  al prezzo a cui viene venduta l’unità addizionale di output.
La domanda ed il RM in caso di monopolio Quantità Prezzo € 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 -4 1 2 3 4 5 6 7 8 RM Domanda (= RMe )
La massimizzazione del profitto del monopolista Il monopolista massimizza il profitto seguendo la “solita” regola marginalista. Deve quindi produrre la quantità Q* tale che il RM sia pari al CM. Max    quando Q = Q* tale che RM = CM Attenzione: la regola serve a determinare la quantità ottimale,  ma il prezzo si deve leggere sulla curva di domanda .  Quindi il prezzo a cui il monopolista vende la quantità ottimale sarà sempre  maggiore  del CM. Questo fa sì che il monopolista ottenga  extra-  .
Q Q* 0 Domanda CMeT RM M E P M Costi e ricavi medi CM
Monopolio  versus  concorrenza perfetta (2)  Ottimo per l’impresa PC:  P = RM = CM Ottimo per il monopolista:  P > RM = CM L’extra-   del monopolista è pari a:     = (P - CMeT) Q * Due osservazioni: non esiste una curva di offerta del monopolista, ma solo un   punto di offerta ; questo perché la decisione del monopolista non può essere separata dalla curva di domanda la posizione di monopolio (e quindi anche l’extra-  ) può essere  temporanea ; p.e. un brevetto può avere durata limitata: alla scadenza il mercato diviene PC a causa dell’ingresso di imprese imitatrici.
Il profitto del monopolista Quantità Q* 0 Domanda CM RM M D A B CMeT Extra Profitto P M E CMeT (Q*) Costi e Ricavi
Un brevetto con durata limitata M C E Prezzo dopo la scadenza del brevetto Prezzo per la durata del brevetto Quantità Quantità  monopolio Quantità efficiente 0 Costi & ricavi medi Domanda CM RM
La perdita di benessere del monopolio Nel caso di monopolio, il mercato “fallisce” perché non riesce ad allocare efficientemente le risorse, e quindi a massimizzare il benessere sociale. L’effetto è analogo a quello indotto dalla presenza di una tassa: il monopolista produce  meno  della quantità socialmente efficiente. Dato che il prezzo è maggiore del costo marginale, vi saranno consumatori la cui disponibilità a pagare è  maggiore  del costo marginale, ma  inferiore  al prezzo, e che quindi  non  comprano il bene.  Pertanto il monopolio impedisce che si realizzino alcune opportunità di scambio  mutuamente vantaggiose .
La DWL del monopolio Nel caso di monopolio, come in quello della tassa, si crea un  cuneo  tra la disponibilità a pagare dei compratori ed il costo opportunità del produttore. La  perdita secca  ( deadweight loss,  DWL) misura la perdita di benessere totale indotta dal monopolista. Inoltre spesso esistono  costi addizionali  legati all’ottenimento e/o al mantenimento della posizione di monopolio (c.d.  rent-seeking costs ). Anche questi costi implicano una perdita di benessere. P.e. costi che il monopolista sostiene al solo fine di impedire l’ingresso di altre imprese sul mercato .
La DWL del monopolio Quantità 0 Quantità efficiente Quantità di monopolio Domanda CM Prezzo RM M E C P M DWL
Politiche pubbliche anti-monopolio Il policy-maker può affrontare il problema del monopolio in diversi modi:   Indurre condizioni di maggiore concorrenza mediante  leggi ed autorità antitrust  (p.e. ostacolando le fusioni) Imporre determinati comportamenti ai monopolisti p.e. riguardo al prezzo (c.d.  regulation ) Nazionalizzare  i monopoli privati (ma la perdita di efficienza nel caso di proprietà pubblica può essere persino maggiore). Non fare nulla     approccio della  scuola di Chicago : l’inefficienza indotta dall’intervento pubblico è comunque sempre maggiore di quella generata dal settore privato. il mercato elimina da solo le posizioni di monopolio: non esistono monopoli perpetui!
La regulation Il governo può  imporre un certo prezzo  al monopolista (p.e. nel caso delle ferrovie). Nel caso il prezzo imposto sia  pari al CM  l’allocazione delle risorse sarà quella efficiente. Tuttavia, sorge un problema:  Un P = CM toglie qualsiasi incentivo al monopolista ad essere più efficiente (riduzione dei costi) e/o a migliorare il proprio prodotto o servizio.
Quantità 0 Perdita Prezzo Domanda CM CMeT RM CMeT P imposto Quantità regolata
La discriminazione di prezzo Con il termine  discriminazione di prezzo  si intende la possibilità per il monopolista di violare la  legge del prezzo unico , cioè il fatto che tutte le unità debbano essere vendute allo stesso prezzo. Esistono vari  tipi di discriminazione : Vendere lo stesso bene  a prezzo diverso a clienti diversi .  Vendere lo stesso bene  allo stesso cliente a prezzi diversi  in funzione della quantità acquistata (p.e.  sconto sulla quantità ). Un mix tra le due : un prezzo diverso per ogni cliente e per ogni unità di bene acquistato. La discriminazione di prezzo è impossibile in un mercato PC: per poterla praticare è necessario avere potere di mercato. La discriminazione di prezzo ha  due effetti : Aumenta i profitti del monopolista , che si appropria di parte del surplus del consumatore.  Riduce la DWL del monopolio .
La discriminazione di prezzo Esempi del tipo “prezzo diverso a clienti diversi”: libri in edizione economica, biglietti aerei, sconti per età Per poter esercitare tale forma di discriminazione, devono valere due condizioni: il monopolista deve avere  informazioni  tali da poter suddividere i clienti in base alla loro disponibilità a pagare non devono esistere possibilità di  arbitraggio  (cioè la possibilità per chi acquista a prezzo basso di rivendere con profitto il bene a chi, comprando dal monopolista, dovrebbe pagare un prezzo alto) Discriminazione perfetta : in questo caso il monopolista si appropria dell’ intero surplus del consumatore  applicando ad ogni cliente un prezzo pari alla sua disponibilità a pagare.
Il riparto del benessere senza discriminazione Prezzo 0 Quantità Q M Profitto Domanda CM P M Perdita secca RM Rendita del consumatore
Il riparto del benessere  nel caso di discriminazione perfetta Prezzo 0 Quantità Q eff Domanda CM CS = 0 DWL = 0 RM Profitto
Domanda lezione 12 Definite il monopolio naturale in rapporto con le curve di costo e con la dimensione del mercato Tracciate il grafico dell’equilibrio di monopolio indicando l’area dei profitti del monopolista

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Lezione 12

  • 2. Caratteristiche del monopolio Il monopolio è la forma di mercato agli antipodi della PC. Un’impresa è considerata monopolista se: è l’unica che vende un certo prodotto il prodotto non ha dei buoni sostituti non esiste possibilità di entrata nel mercato per altre imprese. La conseguenza è che il monopolista ha potere di mercato sul prezzo del prodotto. Quindi non è price-taker , ma price-maker . Quanto sono diffusi i monopoli? E’ una questione di grado: spesso le imprese hanno un certo potere sul prezzo perché i prodotti sono differenziati i veri monopoli sono rari perché è raro che vi siano prodotti davvero unici. Quindi anche il monopolio puro è in un certo senso un caso ideale come la concorrenza perfetta.
  • 3. Perché esiste il monopolio? La causa fondamentale del monopolio è la presenza di barriere all’entrata di concorrenti sul mercato . Le barriere possono essere di tre tipi : barriere indotte dalla proprietà esclusiva di fattori essenziali che non possono essere riprodotti. barriere di tipo legale : brevetti, copyright, diritti esclusivi di vendita N.b.: tali barriere possono essere indispensabili per incentivare le imprese a fare R&S e innovare barriere di costo indotte dalla presenza di forti economia di scala : è il caso del c.d. monopolio naturale.
  • 4. Il monopolio naturale Un’ industria è un monopolio naturale quando una singola impresa può fornire un certo bene o servizio all’intero mercato ad un costo inferiore di quanto potrebbero fare due o più imprese. Questo fenomeno si verifica quando, a causa della presenza di forti economie di scala, la dimensione efficiente di un’impresa è così grande che in quel dato settore soltanto un’unica impresa può fornire il prodotto al mercato al minimo costo medio. In altre parole, in caso di monopolio naturale il CMeT minimo di un’impresa piccola è maggiore di quello di un’impresa grande, per cui “frazionare” la produzione totale tra più imprese è inefficiente. L’espansione del mercato (cioè l’aumento della domanda) può eliminare il monopolio naturale.
  • 5. Q Costo medio CMeT Il CMeT è decrescente in maniera continua  un’unica impresa può produrre qualsiasi quantità al prezzo più basso Monopolio naturale
  • 6. Monopolio versus concorrenza perfetta (1) Monopolio : esiste un unico produttore...  … la cui domanda coincide con la domanda di mercato e quindi ha andamento discendente ,  … che agisce da price-maker e ottiene extra-   … il cui comportamento è vincolato soltanto dalla domanda (per cui o sceglie Q* o sceglie P*). Mercato PC : esistono molte imprese...  … ciascuna delle quali fronteggia una curva di domanda orizzontale ,  … che agiscono da price-takers, senza ottenere extra-   … che al prezzo dato possono vendere qualsiasi quantità (per cui scelgono solo Q*).
  • 7. I ricavi del monopolista
  • 8. Il ricavo marginale del monopolista Il RM del monopolista è sempre inferiore al prezzo del bene: RM < P (= RMe) , quindi la curva del RM è sempre sotto quella del RMe (= curva di domanda). Perché? Dato che la curva di domanda è discendente, quando il monopolista vuole vendere una unità in più (unità marginale) deve ridurre il prezzo, ma il prezzo inferiore si applica anche a tutte le unità precedentemente vendute . Vi sono due effetti sul ricavo totale RT = P x Q: Effetto output : l’impresa vende di più, quindi RT cresce. Effetto prezzo : l’impresa vende tutto a prezzo inferiore, quindi RT diminuisce. L’ effetto totale , cioè l’incremento del RT (= il RM), può essere positivo o negativo, ma sicuramente è inferiore al prezzo a cui viene venduta l’unità addizionale di output.
  • 9. La domanda ed il RM in caso di monopolio Quantità Prezzo € 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 -4 1 2 3 4 5 6 7 8 RM Domanda (= RMe )
  • 10. La massimizzazione del profitto del monopolista Il monopolista massimizza il profitto seguendo la “solita” regola marginalista. Deve quindi produrre la quantità Q* tale che il RM sia pari al CM. Max  quando Q = Q* tale che RM = CM Attenzione: la regola serve a determinare la quantità ottimale, ma il prezzo si deve leggere sulla curva di domanda . Quindi il prezzo a cui il monopolista vende la quantità ottimale sarà sempre maggiore del CM. Questo fa sì che il monopolista ottenga extra-  .
  • 11. Q Q* 0 Domanda CMeT RM M E P M Costi e ricavi medi CM
  • 12. Monopolio versus concorrenza perfetta (2) Ottimo per l’impresa PC: P = RM = CM Ottimo per il monopolista: P > RM = CM L’extra-  del monopolista è pari a:  = (P - CMeT) Q * Due osservazioni: non esiste una curva di offerta del monopolista, ma solo un punto di offerta ; questo perché la decisione del monopolista non può essere separata dalla curva di domanda la posizione di monopolio (e quindi anche l’extra-  ) può essere temporanea ; p.e. un brevetto può avere durata limitata: alla scadenza il mercato diviene PC a causa dell’ingresso di imprese imitatrici.
  • 13. Il profitto del monopolista Quantità Q* 0 Domanda CM RM M D A B CMeT Extra Profitto P M E CMeT (Q*) Costi e Ricavi
  • 14. Un brevetto con durata limitata M C E Prezzo dopo la scadenza del brevetto Prezzo per la durata del brevetto Quantità Quantità monopolio Quantità efficiente 0 Costi & ricavi medi Domanda CM RM
  • 15. La perdita di benessere del monopolio Nel caso di monopolio, il mercato “fallisce” perché non riesce ad allocare efficientemente le risorse, e quindi a massimizzare il benessere sociale. L’effetto è analogo a quello indotto dalla presenza di una tassa: il monopolista produce meno della quantità socialmente efficiente. Dato che il prezzo è maggiore del costo marginale, vi saranno consumatori la cui disponibilità a pagare è maggiore del costo marginale, ma inferiore al prezzo, e che quindi non comprano il bene. Pertanto il monopolio impedisce che si realizzino alcune opportunità di scambio mutuamente vantaggiose .
  • 16. La DWL del monopolio Nel caso di monopolio, come in quello della tassa, si crea un cuneo tra la disponibilità a pagare dei compratori ed il costo opportunità del produttore. La perdita secca ( deadweight loss, DWL) misura la perdita di benessere totale indotta dal monopolista. Inoltre spesso esistono costi addizionali legati all’ottenimento e/o al mantenimento della posizione di monopolio (c.d. rent-seeking costs ). Anche questi costi implicano una perdita di benessere. P.e. costi che il monopolista sostiene al solo fine di impedire l’ingresso di altre imprese sul mercato .
  • 17. La DWL del monopolio Quantità 0 Quantità efficiente Quantità di monopolio Domanda CM Prezzo RM M E C P M DWL
  • 18. Politiche pubbliche anti-monopolio Il policy-maker può affrontare il problema del monopolio in diversi modi: Indurre condizioni di maggiore concorrenza mediante leggi ed autorità antitrust (p.e. ostacolando le fusioni) Imporre determinati comportamenti ai monopolisti p.e. riguardo al prezzo (c.d. regulation ) Nazionalizzare i monopoli privati (ma la perdita di efficienza nel caso di proprietà pubblica può essere persino maggiore). Non fare nulla  approccio della scuola di Chicago : l’inefficienza indotta dall’intervento pubblico è comunque sempre maggiore di quella generata dal settore privato. il mercato elimina da solo le posizioni di monopolio: non esistono monopoli perpetui!
  • 19. La regulation Il governo può imporre un certo prezzo al monopolista (p.e. nel caso delle ferrovie). Nel caso il prezzo imposto sia pari al CM l’allocazione delle risorse sarà quella efficiente. Tuttavia, sorge un problema: Un P = CM toglie qualsiasi incentivo al monopolista ad essere più efficiente (riduzione dei costi) e/o a migliorare il proprio prodotto o servizio.
  • 20. Quantità 0 Perdita Prezzo Domanda CM CMeT RM CMeT P imposto Quantità regolata
  • 21. La discriminazione di prezzo Con il termine discriminazione di prezzo si intende la possibilità per il monopolista di violare la legge del prezzo unico , cioè il fatto che tutte le unità debbano essere vendute allo stesso prezzo. Esistono vari tipi di discriminazione : Vendere lo stesso bene a prezzo diverso a clienti diversi . Vendere lo stesso bene allo stesso cliente a prezzi diversi in funzione della quantità acquistata (p.e. sconto sulla quantità ). Un mix tra le due : un prezzo diverso per ogni cliente e per ogni unità di bene acquistato. La discriminazione di prezzo è impossibile in un mercato PC: per poterla praticare è necessario avere potere di mercato. La discriminazione di prezzo ha due effetti : Aumenta i profitti del monopolista , che si appropria di parte del surplus del consumatore. Riduce la DWL del monopolio .
  • 22. La discriminazione di prezzo Esempi del tipo “prezzo diverso a clienti diversi”: libri in edizione economica, biglietti aerei, sconti per età Per poter esercitare tale forma di discriminazione, devono valere due condizioni: il monopolista deve avere informazioni tali da poter suddividere i clienti in base alla loro disponibilità a pagare non devono esistere possibilità di arbitraggio (cioè la possibilità per chi acquista a prezzo basso di rivendere con profitto il bene a chi, comprando dal monopolista, dovrebbe pagare un prezzo alto) Discriminazione perfetta : in questo caso il monopolista si appropria dell’ intero surplus del consumatore applicando ad ogni cliente un prezzo pari alla sua disponibilità a pagare.
  • 23. Il riparto del benessere senza discriminazione Prezzo 0 Quantità Q M Profitto Domanda CM P M Perdita secca RM Rendita del consumatore
  • 24. Il riparto del benessere nel caso di discriminazione perfetta Prezzo 0 Quantità Q eff Domanda CM CS = 0 DWL = 0 RM Profitto
  • 25. Domanda lezione 12 Definite il monopolio naturale in rapporto con le curve di costo e con la dimensione del mercato Tracciate il grafico dell’equilibrio di monopolio indicando l’area dei profitti del monopolista

Editor's Notes