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14

arte

Pavia
Ruggeri & Gabriel,
tra bianco e nero
c竪 il colore del sacro
ALESSANDRO BELTRAMI
PAVIA
osa significa la frase per cui tutta
larte 竪 sacra? Si tratta di
unaffermazione frequente, ma
che rischia di restare uno slogan.
Una risposta 竪 nella mostra One to One.
Linfinito nel finito, in corso allo Spazio
per le Arti Contemporanee del Broletto
di Pavia.  la prima di una serie di
esposizioni in cui la Fondazione Frate
Sole mette il lavoro di padre Costantino
Ruggeri a colloquio con artisti
contemporanei. A inaugurare il dialogo 竪
Raul Gabriel, artista argentino che da
tempo riflette sui temi del sacro nella
contemporaneit, anche a livello teorico.
Quattro bianchi Spazi mistici del
francescano risalenti agli anni 60 e 70,
tra cui due belle e poco note ceramiche
in cui la materia che si fa gesto rivelano
la meditazione su Fontana, sono messi a
confronto dai curatori Marilisa di
Giovanni e Andrea Vaccari con le opere
di Gabriel, alla cui base c竪 invece una
riflessione tra parola e corpo. Si tratta di
lavori solo remotamente figurativi in cui
la superficie bianca o nera della tela 竪
coperta da segni e colate di materiale,
prevalentemente industriale, dello stesso
colore. In lavori come Big White o Big
Black a distinguere limmagine dal fondo
竪 soprattutto la luce che, a seconda
dellincidenza, rivela e modifica la forma.
Writing X 竪 invece la "trascrizione" di un
corpo prima che la sua
descrizione/rappresentazione. Laspetto
espositivo 竪 centrale. Larchitetto Vaccari
ha ricavato allinterno dellambiente
medievale una sorta di labirinto di
cappelle laiche, o meglio ancora di
celle, ognuna delle quali ospita un solo
lavoro. La visione diventa quindi labitare
uno spazio in cui si crea una relazione tra
due unicit: lopera e losservatore. One
to one, appunto. Il quadro diventa un
dispositivo per meditare non sul
soggetto sacro ma sulla sacralit dellatto
creativo in s辿. Lopera di Gabriel ricentra
il problema dellarte sacra. Non 竪
lelemento iconografico il problema, n辿
quello dellintelligibilit. Semmai la vera
distinzione tra arte sacra e non sta nella
genuinit, che non 竪 na誰vet辿,
delladesione alla verit che solo un arte
non decorativa pu嘆 raggiungere.
Giustamente Gabriel chiosa che larte 束竪
sempre sacra se arte autentica損. Il
fallimento di gran parte dellarte sacra
dellultimo mezzo secolo sta da una
parte nel pensare di recuperare una
purezza originaria riattualizzando licona
bizantina, dallaltra nellancoraggio al
mito della Biblia pauperum, aggiornata
in superficie con i linguaggi della
contemporaneit, senza per嘆 fare
proprie le problematiche del tempo di
cui sono espressione. Dimenticando che
la formazione delle assemblee ecclesiali
negli ultimi 50 anni 竪 molto migliorata,
ma anche non accorgendosi che il
compito di raccontare  di nuovo: in
superficie  le storie dei Vangeli e dei
santi se lo 竪 assunto la fiction televisiva. A
larte si deve e si pu嘆 chiedere di pi湛.
Solo cos狸 pu嘆 diventare davvero quel
束ponte損 (quindi struttura di relazione)
束gettato verso lesperienza religiosa損,
come la definiva Giovanni Paolo II.

C

Parigi

DANIELE ZAPPAL
PARIGI
osteneva che 束larchitettura 竪 larte di far cantare il punto dappoggio損. E in effetti, pochi altri architetti novecenteschi hanno tanto
insistito come il francese Auguste
Perret (1874-1954) sulla piena visibilit delle strutture portanti e
sulleconomia di rivestimenti.
Da questa concezione talora contestata, sono
nate alcune opere emblematiche del modernismo, anche nel campo dellarte sacra. Per
rendersene conto, 竪 possibile visitare a Parigi
la mostra Auguste Perret, otto capolavori. Architetture del cemento armato (gratuita, aperta tutti i giorni, ore 11-18), ospitata proprio in
uno degli edifici pi湛 celebri disegnati e costruiti
da Perret, il Palazzo di Iena, oggi sede del Consiglio economico, sociale e ambientale.
Ma fino a che punto 竪 lecito parlare di modernit per un architetto che mai nascose dinseguire lideale estetico della Grecia classica, definendo sempre il Partenone come ledificio
pi湛 vicino alla perfezione? La mostra evidenzia bene quanto questo paradosso sia solo
apparente, attraverso plastici, foto, disegni progettuali e filmati che ruotano attorno a otto opere emblematiche di Perret. Per larchitetto,
che diresse pure una florida societ familiare
di costruzione, modernit rima innanzitutto
con funzionalit e padronanza tecnica. Fu un
innovatore, per esempio, nellimpiego del cemento armato al servizio di unarchitettura di
qualit e non per scopi brutalmente economici. Anche se non ha mai suscitato il clamore e
il fascino di Le Corbusier, che si form嘆 proprio
nel suo studio darchitettura rimanendovi un
anno tra il 1908 e il 1909, Perret ha inciso il suo
nome nella storia dellarchitettura moderna
proprio per la bravura con cui seppe unire innovazione tecnica e classicit architettonica.
In un documentario inconsueto presentato
nella mostra, lattestano pure gli inquilini di un
importante edificio residenziale di Perret, quello parigino della rue Franklin (1903), scelto dai
curatori della mostra per aprire la serie delle otto opere rappresentative. Le altre sono, nellordine espositivo che 竪 anche cronologico, il
Teatro degli Champs-Elys辿es (Parigi, 1913), la
Chiesa Notre-Dame a Raincy (1923), laudito-

S

Pavia, Broletto

ONE TO ONE
Raul Gabriel. Costantino Ruggeri

Roma.

Interno chiesa Saint-Joseph a Le Havre

束PRESTO LA GRANDE POMPEI損
Il ministro dei Beni artistici e culturali, Massimo Bray, ha reso
noto ieri alla Camera dei Deputati, a proposito dellattuazione del
Progetto 束Grande Pompei損, che 束verranno bandite a breve le
procedure di gara per lassegnazione dei lavori di restauro dellarea
archelogica di Pompei損. Bray ha anche assicurato 束attenzione sempre
piena e vigile損 dal parte del ministero sulla situazione di Pompei e ha ribadito
che lattuazione del piano entrer nel vivo 束gi dalla prossima settimana損. Il
ministro ha anche giudicato 束meritevole損 la proposta di candidare la Cappella
degli Scrovegni di Padova e il circuito dei siti trecenteschi per linserimento nella
lista Unesco del Patrimonio dellUmanit: 束Come ministero  ha detto  ci
adopereremo per fare s狸 che la proposta venga considerata損 e ha ricordato
che il ministero ha contributi con 33,5 miliardi di lire al restauro degli
affreschi. Il Mibac, ricorda per嘆 il ministro, 束non sostiene economicamente
le candidature ma fornisce un apporto tecnico scientifico損. Bray ha
ricordato anche che la proposta di inserire il complesso di Giotto
nella lista dellUnesco 竪 depositata fin dal 1996. I promotori, ha
ribadito infine il ministro, devono farsi carico della proposta
di candidatura con il relativo piano di gestione.
La scala interna del Palazzo di Iena

Auguste Perret, interno del Teatro degli Champs-Elys辿es

PERRET
La poesia
del cemento
armato
rium Cortot (Parigi, 1928), ledificio del Mobilio nazionale (Parigi, 1934), lo stesso Palazzo di
Iena (1937), il Municipio e la Chiesa Saint-Joseph a Le Havre (1950 e 1951).
Proprio nella citt portuale sulla Manica, larchitetto ricostru狸 il tessuto urbano dopo i bombardamenti bellici, a unepoca in cui Perret aveva gi ottenuto importanti riconoscimenti
internazionali. Per il suo rigore funzionale e la
sua cifra estetica, il centro storico 竪 entrato nel
2005 nella lista del Patrimonio mondiale dellumanit stilata dallUnesco, aggiungendosi a
poche altre creazioni architettoniche novecentesche.
Lungo il percorso espositivo lineare, lo spettatore pu嘆 confrontarsi con unarchitettura asciutta che ricorda a tratti le strutture scheletriche del mondo animale. Dominano larte
della simmetria, la coerenza e lequilibrio. E
non a caso, in un gioco di analogie storiche a
cura della Scuola normale superiore darchi-

tettura di Versailles, le citazioni includono il
Pantheon di Roma, la Casa del Mantegna (Mantova, 1476), il Pozzo di San Patrizio di Antonio
da Sangallo il Giovane (Orvieto, 1537), la Villa
Rotonda di Palladio (Vicenza, 1571), oltre al
progetto per la Biblioteca Reale di Etienne Louis
Boull辿e (Parigi, 1786). Ma di questultimo e del
versante pi湛 estremo del neoclassicismo francese, Perret rinneg嘆 sempre la smoderatezza
utopistica, accostandosi pi湛 allequilibrio fra
armonia formale e padronanza costruttiva dei
maestri storici di quellItalia che larchitetto parigino visit嘆 nel 1922 assieme allamico scultore
Antoine Bourdelle, chiudendo simbolicamente il tour a Pompei e Paestum.
Concepiti per durare, nella scia ideale dei templi greci, gli edifici di Perret sono al contempo
molto spesso abitabili, armoniosi e luminosi.
La libert della luce e i riflessi sono garantiti
pure da certi materiali associati al cemento armato, come il gres, con i suoi effetti sottilmente policromi.
Lausterit, lorganicit costruttiva e la libert
funzionale di questo stile si sono rivelati congeniali pure per ledilizia sacra. La mostra presenta in particolare il caso della Chiesa NotreDame di Raincy (banlieue parigina), spesso soprannominata la "Sainte Chapelle in cemento
armato", per le sorprendenti analogie sensoriali
rispetto alla visita del capolavoro gotico duecentesco voluto da Luigi IX nel cuore di Parigi.
A Raincy, la facciata grigia e slanciata della chiesa suscita ancor oggi giudizi contrastanti. Ma
una volta varcata la soglia, i fedeli si ritrovano
al centro di uno spazio architettonico unico,
pervaso soprattutto al mattino da estesi e
profondi fraseggi di luce policroma garantiti
dalle grandi vetrate. Lesperienza sovrasta di
colpo la forma, dando vita sorprendentemente al "canto" ricercato fino allultimo dietro al
cemento dal visionario e talora sottovalutato
Perret.
息 RIPRODUZIONE RISERVATA

Parigi, Palazzo di Iena

AUGUSTE PERRET,
OTTO CAPOLAVORI
Fino al 19 febbraio

Lesterno del Palazzo di Iena realizzato da Perret

Il 束divus損 Adriano, storia e apoteosi di un imperatore

MARCO BUSSAGLI
ROMA
nimula vagula blandula, / Hospes comesque corporis / Quae
nunc abibis in loca / Pallidula,
rigida, nudula, / Nec, ut soles,
dabis iocos...損. Sono questi i celebri versi che
la critica riferisce al momento del trapasso dellimperatore Adriano che li avrebbe pronunciati in punto di morte. Il suo significato 竪 universale e pu嘆 essere considerato un atto damore nei confronti della sua (ma pure nostra)
束Animuccia smarrita e soave / ospite e compagna del corpo損 che ora, liberata dalla carne,
si avviava verso i luoghi pallidi, freddi, nudi dellaldil, dove non avrebbe potuto pi湛 divertirsi con i suoi 束giuochi consueti損. Contro questo
scenario deludente e triste, la ritualistica della
Roma antica, aveva immaginato, per tutti gli
imperatori e per loro soltanto, un percorso di
apoteosi, ossia di trasformazione in divinit

束A

BRAY

Una retrospettiva sullarchitetto
francese che insegn嘆
a Le Corbusier luso del nuovo
materiale nella costruzione. Una
singolare ricerca tra innovazione
e classicit riletta attraverso
otto suoi capolavori

息 RIPRODUZIONE RISERVATA

Fino al 20 gennaio

Venerd狸
10 Gennaio 2014

che avrebbe concesso al sovrano
scomparso lappellativo di divus e
gli avrebbe riservato memoria imperitura e gli onori delle are sacrificali.
A questo particolare aspetto della
religiosit romana 竪 ora dedicata una splendida mostra, Apoteosi. Da
uomini a dei(lultima fra quelle rea- Rilievo di Amiternum con scena di trasporto funebre
lizzate grazie alla direzione di Maria Grazia Bernardini), giustamente ospitata
ginale forma architettonica del mausoleo, con
nella sede del Museo di Castel SantAngelo a
disegni e plastici appositamente realizzati.
Roma che  com竪 noto  prima di essere rocLa successione dei tre corpi di fabbrica del
caforte papale, era il mausoleo dellimperatomausoleo, allora, potrebbe alludere a quella
re Adriano e, poi, di tutti i successori della sua
della pira sulla quale veniva adagiato il corpo
schiatta. Ideata e diretta da due maestri della
esanime degli imperatori per essere cremato.
cultura e dellarcheologia non solo italiane, co possibile vederne un esempio nello straorme Filippo Coarelli e Piero Lo Sardo, la mostra
dinario rilievo in avorio del IV secolo, prestato
竪 stata curata da studiosi e ricercatori di fama
dal British Museum (che di per s辿 vale una vicome Letizia Abbondanza, Aldo Mastroianni e
sita) che raffigura, appunto, lapoteosi di un
Paolo Vitti. In particolare, questultimo, ha proimperatore non ancora identificato, ma sul
posto una nuova ipotesi ricostruttiva delloriquale gli studiosi hanno fatto diverse ipotesi,

Una grande rassegna allestita
a Castel SantAngelo, antico
mausoleo degli imperatori
romani, documenta il confine
dove avviene la trafigurazione
da uomini a d竪i dei cesari
come Antonino Pio (supponendo la presenza
della consorte Faustina sullaltra valva), oppure Giuliano lApostata o, come pi湛 probabile,
sulla base del monogramma riconosciuto da
Alf旦ldi quale quello dei Simmachi, limperatore Valente.
Non 竪, per嘆, questo il solo pezzo importante
che si pu嘆 ammirare in mostra. Di grande fascino, 竪 il letto funebre in osso proveniente
dalla tomba 6, dallantica Aquinum, lattuale
Aquino nel basso Lazio. A questo si devono aggiungere la testa di Augusto proveniente da Pa-

lestrina, leros alato in bronzo del Museo Nazionale Romano e il prezioso vaso a figure nere del 510 a.C. con lApoteosi di Ercole. Si trova proprio in questo episodio, infatti, la radice culturale del processo di divinizzazione che
da Romolo, in poi (divus per eccellenza), sia
pure in modo intermittente, interesser la cultura religiosa romana, anche se, com竪 noto,
gi i faraoni egiziani venivano considerati di
natura divina. La contaminazione, con la Grecia e i suoi eroi, divenuti semi-dei, si estese agli imperatori, ad iniziare dal Divo Augusto
del quale, come si sa, ricorre il bimillenario
della sua apoteosi. Unico neo della mostra, il
catalogo che 竪 ancora in stampa per i tipi della Palombi.
息 RIPRODUZIONE RISERVATA

Roma, Museo di Castel SantAngelo

APOTEOSI. DA UOMINI A DI
Fino al 27 aprile

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Articolo sulla mostra One to One di Alessandro Beltrami Avvenire nazionale 10:01:2014

  • 1. 14 arte Pavia Ruggeri & Gabriel, tra bianco e nero c竪 il colore del sacro ALESSANDRO BELTRAMI PAVIA osa significa la frase per cui tutta larte 竪 sacra? Si tratta di unaffermazione frequente, ma che rischia di restare uno slogan. Una risposta 竪 nella mostra One to One. Linfinito nel finito, in corso allo Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto di Pavia. la prima di una serie di esposizioni in cui la Fondazione Frate Sole mette il lavoro di padre Costantino Ruggeri a colloquio con artisti contemporanei. A inaugurare il dialogo 竪 Raul Gabriel, artista argentino che da tempo riflette sui temi del sacro nella contemporaneit, anche a livello teorico. Quattro bianchi Spazi mistici del francescano risalenti agli anni 60 e 70, tra cui due belle e poco note ceramiche in cui la materia che si fa gesto rivelano la meditazione su Fontana, sono messi a confronto dai curatori Marilisa di Giovanni e Andrea Vaccari con le opere di Gabriel, alla cui base c竪 invece una riflessione tra parola e corpo. Si tratta di lavori solo remotamente figurativi in cui la superficie bianca o nera della tela 竪 coperta da segni e colate di materiale, prevalentemente industriale, dello stesso colore. In lavori come Big White o Big Black a distinguere limmagine dal fondo 竪 soprattutto la luce che, a seconda dellincidenza, rivela e modifica la forma. Writing X 竪 invece la "trascrizione" di un corpo prima che la sua descrizione/rappresentazione. Laspetto espositivo 竪 centrale. Larchitetto Vaccari ha ricavato allinterno dellambiente medievale una sorta di labirinto di cappelle laiche, o meglio ancora di celle, ognuna delle quali ospita un solo lavoro. La visione diventa quindi labitare uno spazio in cui si crea una relazione tra due unicit: lopera e losservatore. One to one, appunto. Il quadro diventa un dispositivo per meditare non sul soggetto sacro ma sulla sacralit dellatto creativo in s辿. Lopera di Gabriel ricentra il problema dellarte sacra. Non 竪 lelemento iconografico il problema, n辿 quello dellintelligibilit. Semmai la vera distinzione tra arte sacra e non sta nella genuinit, che non 竪 na誰vet辿, delladesione alla verit che solo un arte non decorativa pu嘆 raggiungere. Giustamente Gabriel chiosa che larte 束竪 sempre sacra se arte autentica損. Il fallimento di gran parte dellarte sacra dellultimo mezzo secolo sta da una parte nel pensare di recuperare una purezza originaria riattualizzando licona bizantina, dallaltra nellancoraggio al mito della Biblia pauperum, aggiornata in superficie con i linguaggi della contemporaneit, senza per嘆 fare proprie le problematiche del tempo di cui sono espressione. Dimenticando che la formazione delle assemblee ecclesiali negli ultimi 50 anni 竪 molto migliorata, ma anche non accorgendosi che il compito di raccontare di nuovo: in superficie le storie dei Vangeli e dei santi se lo 竪 assunto la fiction televisiva. A larte si deve e si pu嘆 chiedere di pi湛. Solo cos狸 pu嘆 diventare davvero quel 束ponte損 (quindi struttura di relazione) 束gettato verso lesperienza religiosa損, come la definiva Giovanni Paolo II. C Parigi DANIELE ZAPPAL PARIGI osteneva che 束larchitettura 竪 larte di far cantare il punto dappoggio損. E in effetti, pochi altri architetti novecenteschi hanno tanto insistito come il francese Auguste Perret (1874-1954) sulla piena visibilit delle strutture portanti e sulleconomia di rivestimenti. Da questa concezione talora contestata, sono nate alcune opere emblematiche del modernismo, anche nel campo dellarte sacra. Per rendersene conto, 竪 possibile visitare a Parigi la mostra Auguste Perret, otto capolavori. Architetture del cemento armato (gratuita, aperta tutti i giorni, ore 11-18), ospitata proprio in uno degli edifici pi湛 celebri disegnati e costruiti da Perret, il Palazzo di Iena, oggi sede del Consiglio economico, sociale e ambientale. Ma fino a che punto 竪 lecito parlare di modernit per un architetto che mai nascose dinseguire lideale estetico della Grecia classica, definendo sempre il Partenone come ledificio pi湛 vicino alla perfezione? La mostra evidenzia bene quanto questo paradosso sia solo apparente, attraverso plastici, foto, disegni progettuali e filmati che ruotano attorno a otto opere emblematiche di Perret. Per larchitetto, che diresse pure una florida societ familiare di costruzione, modernit rima innanzitutto con funzionalit e padronanza tecnica. Fu un innovatore, per esempio, nellimpiego del cemento armato al servizio di unarchitettura di qualit e non per scopi brutalmente economici. Anche se non ha mai suscitato il clamore e il fascino di Le Corbusier, che si form嘆 proprio nel suo studio darchitettura rimanendovi un anno tra il 1908 e il 1909, Perret ha inciso il suo nome nella storia dellarchitettura moderna proprio per la bravura con cui seppe unire innovazione tecnica e classicit architettonica. In un documentario inconsueto presentato nella mostra, lattestano pure gli inquilini di un importante edificio residenziale di Perret, quello parigino della rue Franklin (1903), scelto dai curatori della mostra per aprire la serie delle otto opere rappresentative. Le altre sono, nellordine espositivo che 竪 anche cronologico, il Teatro degli Champs-Elys辿es (Parigi, 1913), la Chiesa Notre-Dame a Raincy (1923), laudito- S Pavia, Broletto ONE TO ONE Raul Gabriel. Costantino Ruggeri Roma. Interno chiesa Saint-Joseph a Le Havre 束PRESTO LA GRANDE POMPEI損 Il ministro dei Beni artistici e culturali, Massimo Bray, ha reso noto ieri alla Camera dei Deputati, a proposito dellattuazione del Progetto 束Grande Pompei損, che 束verranno bandite a breve le procedure di gara per lassegnazione dei lavori di restauro dellarea archelogica di Pompei損. Bray ha anche assicurato 束attenzione sempre piena e vigile損 dal parte del ministero sulla situazione di Pompei e ha ribadito che lattuazione del piano entrer nel vivo 束gi dalla prossima settimana損. Il ministro ha anche giudicato 束meritevole損 la proposta di candidare la Cappella degli Scrovegni di Padova e il circuito dei siti trecenteschi per linserimento nella lista Unesco del Patrimonio dellUmanit: 束Come ministero ha detto ci adopereremo per fare s狸 che la proposta venga considerata損 e ha ricordato che il ministero ha contributi con 33,5 miliardi di lire al restauro degli affreschi. Il Mibac, ricorda per嘆 il ministro, 束non sostiene economicamente le candidature ma fornisce un apporto tecnico scientifico損. Bray ha ricordato anche che la proposta di inserire il complesso di Giotto nella lista dellUnesco 竪 depositata fin dal 1996. I promotori, ha ribadito infine il ministro, devono farsi carico della proposta di candidatura con il relativo piano di gestione. La scala interna del Palazzo di Iena Auguste Perret, interno del Teatro degli Champs-Elys辿es PERRET La poesia del cemento armato rium Cortot (Parigi, 1928), ledificio del Mobilio nazionale (Parigi, 1934), lo stesso Palazzo di Iena (1937), il Municipio e la Chiesa Saint-Joseph a Le Havre (1950 e 1951). Proprio nella citt portuale sulla Manica, larchitetto ricostru狸 il tessuto urbano dopo i bombardamenti bellici, a unepoca in cui Perret aveva gi ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. Per il suo rigore funzionale e la sua cifra estetica, il centro storico 竪 entrato nel 2005 nella lista del Patrimonio mondiale dellumanit stilata dallUnesco, aggiungendosi a poche altre creazioni architettoniche novecentesche. Lungo il percorso espositivo lineare, lo spettatore pu嘆 confrontarsi con unarchitettura asciutta che ricorda a tratti le strutture scheletriche del mondo animale. Dominano larte della simmetria, la coerenza e lequilibrio. E non a caso, in un gioco di analogie storiche a cura della Scuola normale superiore darchi- tettura di Versailles, le citazioni includono il Pantheon di Roma, la Casa del Mantegna (Mantova, 1476), il Pozzo di San Patrizio di Antonio da Sangallo il Giovane (Orvieto, 1537), la Villa Rotonda di Palladio (Vicenza, 1571), oltre al progetto per la Biblioteca Reale di Etienne Louis Boull辿e (Parigi, 1786). Ma di questultimo e del versante pi湛 estremo del neoclassicismo francese, Perret rinneg嘆 sempre la smoderatezza utopistica, accostandosi pi湛 allequilibrio fra armonia formale e padronanza costruttiva dei maestri storici di quellItalia che larchitetto parigino visit嘆 nel 1922 assieme allamico scultore Antoine Bourdelle, chiudendo simbolicamente il tour a Pompei e Paestum. Concepiti per durare, nella scia ideale dei templi greci, gli edifici di Perret sono al contempo molto spesso abitabili, armoniosi e luminosi. La libert della luce e i riflessi sono garantiti pure da certi materiali associati al cemento armato, come il gres, con i suoi effetti sottilmente policromi. Lausterit, lorganicit costruttiva e la libert funzionale di questo stile si sono rivelati congeniali pure per ledilizia sacra. La mostra presenta in particolare il caso della Chiesa NotreDame di Raincy (banlieue parigina), spesso soprannominata la "Sainte Chapelle in cemento armato", per le sorprendenti analogie sensoriali rispetto alla visita del capolavoro gotico duecentesco voluto da Luigi IX nel cuore di Parigi. A Raincy, la facciata grigia e slanciata della chiesa suscita ancor oggi giudizi contrastanti. Ma una volta varcata la soglia, i fedeli si ritrovano al centro di uno spazio architettonico unico, pervaso soprattutto al mattino da estesi e profondi fraseggi di luce policroma garantiti dalle grandi vetrate. Lesperienza sovrasta di colpo la forma, dando vita sorprendentemente al "canto" ricercato fino allultimo dietro al cemento dal visionario e talora sottovalutato Perret. 息 RIPRODUZIONE RISERVATA Parigi, Palazzo di Iena AUGUSTE PERRET, OTTO CAPOLAVORI Fino al 19 febbraio Lesterno del Palazzo di Iena realizzato da Perret Il 束divus損 Adriano, storia e apoteosi di un imperatore MARCO BUSSAGLI ROMA nimula vagula blandula, / Hospes comesque corporis / Quae nunc abibis in loca / Pallidula, rigida, nudula, / Nec, ut soles, dabis iocos...損. Sono questi i celebri versi che la critica riferisce al momento del trapasso dellimperatore Adriano che li avrebbe pronunciati in punto di morte. Il suo significato 竪 universale e pu嘆 essere considerato un atto damore nei confronti della sua (ma pure nostra) 束Animuccia smarrita e soave / ospite e compagna del corpo損 che ora, liberata dalla carne, si avviava verso i luoghi pallidi, freddi, nudi dellaldil, dove non avrebbe potuto pi湛 divertirsi con i suoi 束giuochi consueti損. Contro questo scenario deludente e triste, la ritualistica della Roma antica, aveva immaginato, per tutti gli imperatori e per loro soltanto, un percorso di apoteosi, ossia di trasformazione in divinit 束A BRAY Una retrospettiva sullarchitetto francese che insegn嘆 a Le Corbusier luso del nuovo materiale nella costruzione. Una singolare ricerca tra innovazione e classicit riletta attraverso otto suoi capolavori 息 RIPRODUZIONE RISERVATA Fino al 20 gennaio Venerd狸 10 Gennaio 2014 che avrebbe concesso al sovrano scomparso lappellativo di divus e gli avrebbe riservato memoria imperitura e gli onori delle are sacrificali. A questo particolare aspetto della religiosit romana 竪 ora dedicata una splendida mostra, Apoteosi. Da uomini a dei(lultima fra quelle rea- Rilievo di Amiternum con scena di trasporto funebre lizzate grazie alla direzione di Maria Grazia Bernardini), giustamente ospitata ginale forma architettonica del mausoleo, con nella sede del Museo di Castel SantAngelo a disegni e plastici appositamente realizzati. Roma che com竪 noto prima di essere rocLa successione dei tre corpi di fabbrica del caforte papale, era il mausoleo dellimperatomausoleo, allora, potrebbe alludere a quella re Adriano e, poi, di tutti i successori della sua della pira sulla quale veniva adagiato il corpo schiatta. Ideata e diretta da due maestri della esanime degli imperatori per essere cremato. cultura e dellarcheologia non solo italiane, co possibile vederne un esempio nello straorme Filippo Coarelli e Piero Lo Sardo, la mostra dinario rilievo in avorio del IV secolo, prestato 竪 stata curata da studiosi e ricercatori di fama dal British Museum (che di per s辿 vale una vicome Letizia Abbondanza, Aldo Mastroianni e sita) che raffigura, appunto, lapoteosi di un Paolo Vitti. In particolare, questultimo, ha proimperatore non ancora identificato, ma sul posto una nuova ipotesi ricostruttiva delloriquale gli studiosi hanno fatto diverse ipotesi, Una grande rassegna allestita a Castel SantAngelo, antico mausoleo degli imperatori romani, documenta il confine dove avviene la trafigurazione da uomini a d竪i dei cesari come Antonino Pio (supponendo la presenza della consorte Faustina sullaltra valva), oppure Giuliano lApostata o, come pi湛 probabile, sulla base del monogramma riconosciuto da Alf旦ldi quale quello dei Simmachi, limperatore Valente. Non 竪, per嘆, questo il solo pezzo importante che si pu嘆 ammirare in mostra. Di grande fascino, 竪 il letto funebre in osso proveniente dalla tomba 6, dallantica Aquinum, lattuale Aquino nel basso Lazio. A questo si devono aggiungere la testa di Augusto proveniente da Pa- lestrina, leros alato in bronzo del Museo Nazionale Romano e il prezioso vaso a figure nere del 510 a.C. con lApoteosi di Ercole. Si trova proprio in questo episodio, infatti, la radice culturale del processo di divinizzazione che da Romolo, in poi (divus per eccellenza), sia pure in modo intermittente, interesser la cultura religiosa romana, anche se, com竪 noto, gi i faraoni egiziani venivano considerati di natura divina. La contaminazione, con la Grecia e i suoi eroi, divenuti semi-dei, si estese agli imperatori, ad iniziare dal Divo Augusto del quale, come si sa, ricorre il bimillenario della sua apoteosi. Unico neo della mostra, il catalogo che 竪 ancora in stampa per i tipi della Palombi. 息 RIPRODUZIONE RISERVATA Roma, Museo di Castel SantAngelo APOTEOSI. DA UOMINI A DI Fino al 27 aprile