Relazione di Stefano Piperno, Dirigente IRES Piemonte.
L'intervento è stato svolto in occasione del Convegno "Torino città metropolitana: Opportunità di sviluppo. Torino 8 novembre 2014
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Torino città metropolitana perchè
1. Torino città metropolitana:
opportunità di sviluppo
1. Perché le CM? Dopo i fallimenti del
passato siamo in una fase diversa?
2. Profili di analisi sul governo
metropolitano
3. Le prospettive: rischi e opportunità
2. Perché le Città metropolitane?
Non sono chiarissimi gli obiettivi da raggiungere con la
Città metropolitana
In generale gli obiettivi della riforma metropolitana
sono:
a. il miglioramento del processo di programmazione per
promuovere lo sviluppo (centralità rapporti con
imprese)
b. la riduzione dei costi e il miglioramento dei servizi
pubblici…
… ma la maggior parte del dibattito politico e sui mass
media si è focalizzato sulla riduzione del numero dei
politici e dei “costi dela politica”
Questo spiega una certa semplificazione del problema
4. Qualche dato di contorno…(2)
Dinamica PIL procapite 2007-2010
5. …che porta ad alcune valutazioni
Emerge una forte differenza tra aree
metropolitane grandi, intermedie e piccole
Probabilmente solo quattro aree
metropolitane sulla base delle definzioni della
letteratura (Milano, Roma, Napoli eTorino)
Ciò richiederà una forma di governance
differenziata tra aree
6. Alcuni elementi di cambiamento del contesto
rispetto alle passate (fallite) esperienze
• La crisi economico finanziaria e le politiche di consolidamento fiscale hanno reso
tutti consapevoli dell’esigenza di un profondo cambiamento istituzionale,
finanziario e organizzativo.
• Politiche urbane della UE con chiari orientamenti in favore di una politica per le
città.
• Sono stati introdotti nuovi strumenti di governo delle relazioni finanziarie a livello
regionale, anche se si nota un certo affaticamento dell’istituzione regionale.
• Maggiore accettazione del principio di differenziazione.
• Si percepisce una maggiore disponibilità dei Comuni alla cooperazione anche in
una logica di promozione dello sviluppo, oltre a una maggiore attenzione degli
attori (es. Confindustria).
• Nell’area metropolitana torinese si è assistito a un consolidamento delle politiche
dei servizi di area vasta (trasporti,ambiente, energia) con ulteriore possibilità di
sviluppo (rifiuti).
• Rispetto al post 142/90 oggi siamo al terzo piano strategico del Comune di Torino in
cui la dimensione metropolitana è posta in primo piano.
• Introduzione del principio dell’elezione indiretta previsto per le Province e le CM (e,
forse, per il Senato): torniamo alla logica dei comprensori (L. R. n. 41 1975)…?
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T
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7. Perché un nuovo livello di governo?
• Economie di scala e di scopo nella
gestione dei servizi a rete
• Economie di scala e di scopo nella
gestione delle funzioni
amministrative
• Le interdipendenze fiscali legate
alle interazioni tra comune
centrale e comuni di cintura:
governo dei flussi
• Sviluppo processi e servizi
innovativi (smart city, cultura, creatività,ecc.)
• Necessità di una “identità
metropolitana” legata al ruolo
delle città come motori dello
sviluppo
++ buona
-- scarsa
--- insufficiente
+ sufficiente (prevalentemente
a Torino + qualche comune
della conurbazione)
-- scarsa
Problemi
Soluzioni
attuali(+;-)
8. Le funzioni assenti
• La pianificazione
intercomunale e le
politiche di sviluppo
• La gestione comune di
funzioni regolatorie e
strumentali
• Il coordinamento fiscale,
soprattutto alla luce dello
sviluppo multipolare
dell’area
• Necessità di razionalità sovra-comunale
nelle politiche
urbanistiche e in genere in quelle
di sviluppo (PPP)
• Economie di scala e di scopo nello
svolgimento di funzioni pubbliche
e delle attività strumentali
(autorizzazioni, back office,
funzioni strumentali e uffici
tributari, ecc.)
• Regolazione spill - overs
(esternalità - interdipendenze
fiscali)
9. Le prospettive
• La frammentazione politica e funzionale è stata nel
tempo affrontata in maniera diversa
• Necessità di rete di fiducia basata su maggiore
informazione reciproca e superamento complesso del
“grande fratello” (occasione dello Statuto?)
• Oggi il rischio è quello di sottostimare i costi
sovrastimare i benefici della cooperazione tra comuni
• La peculiare configurazione spaziale dell’area torinese
richiede la definizione di sub-aree più omogenee da
definire nello statuto sia in termini spaziali sia,
soprattutto, di governance
10. Articolazioni spaziali della città
metropolitana di Torino
Functional urban area di Torino
secondo la definizione OECD
Possibili sub-aree della Città metropolitana di Torino
11. Le prospettive: quattro linee di azione
• Piano di unioni fusioni dei Comuni della Provincia: è
auspicabile, possibile, in quali tempi, con quali risorse e
incentivi?
• Programma di riorganizzazione dei servizi soprattutto
per il nucleo urbano, con un piano industriale: occorre
qualche numero sui risparmi/miglioramenti qualitativi
• Nodo del coordinamento finanziario e rapporti con la
Regione: modifiche PSI, rispetto del vincolo di bilancio
a livello regionale
• Il problema del personale: occorre una graduale
trasformazione delle burocrazie locali in termini di
competenze, ruoi, ecc.