2. Una lettura del contesto di “area interna
montana”: criticità e punti di forza
3. 02h28 min -
152 km
01h53 min-
111 km 01h02 min- 51
km
Le distanze
6. Censimenti popolazione Sagron Mis 1921-2011
Al 31 dic. 2019, 180 abitanti e 85 famiglie (2,12 componenti per famiglia)
8. Re moto parte dalla prospettiva di
riempire di vita gli spazi vuoti…
Si concentra sull’ex asilo, luogo di
memoria, educazione, apprendimento e
di aggregazione.
Propone una co-prgettazione con due
workshop ed interviste, semistrutturate e
con questionari.
La fase di innesco è una campo di
co-realizzazione dell’outdoor degli spazi
dell’ex asilo.
Di seguito vengono riportati:
- le immagini delle fasi del progetto;
- i risultati delle ricerche, utili
all’individuazione del “concept” e delle
principali ipotesi rispetto al riuso /
rigenerazione dell’ex asilo.
10. Progetto “reMoto” è uno dei 16 progetti selezionati
al bando “generazioni”, sui 77 presentati
nell’Edizione 2020.
Il Progetto “reMoto” è stato elaborato da un gruppo
di giovani di Sagron Mis (gli ultimi ad aver
frequentato l’asilo) presentato dalla Pro Loco di
Sagron Mis, con l’associazione culturale CampoSaz
di Trento, la Fondazione Riusiamo l’Italia e
l’associazione Laboratorio di Sagron Mis.
27. Visioni e prospettive: i
risultati della ricerca.
Le linee guida per uno studio di fattibilità e master plan sulla
rigenerazione / riuso dello spazio,
34. QUESTIONARIO: DOMANDA 13:
Idee / suggerimenti per una nuova vocazione / funzione d'uso dello spazio
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4
7
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Giardino come punto di ritrovo e servizi estivo anche per turisti
L'attivazione, anche non continuativa (o comunque non durante tutto l'anno) dello spazio potrà essere da traino per la riqualificazione
dell'intero centro funzionale di Mis, che lo renda più vivo, bello e accogliente.
Piccola fabbrica di oggetti tradizionali
Punto informativo estivo, giornali, bar (no alcolici...) e mostre temporanee
Laboratori, punto d'incontro e luogo per eventi sia nel giardino che nei locali interni
Dalle prime indiscrezioni si rileva importante avere un riferimento soprattutto per il periodo estivo di un edicola
punto info-turistico
Valorizzazione anche della parte sportiva limitrofa grazie all'attivazione del "bar giardino", che sia un punto informativo e ricreativo in
senso ampio (anche con libri)
'spazio giovani' come punto di aggregazione (un mix tra: sala giochi, sala studio, sala cinema...)
spazio dedicato anche alle piccole ricerche/studi sul paese svolte silenziosamente da alcuni paesani e che però rimangono nascoste
perchè svolte per interesse personali e magari anche per "passare le lunghe giornate" in modo diverso, ma che sono sicuramente
interessanti per molti a titolo informativo e di curiosità… piccola biblioteca dedicata interamente al paese e aperta a turisti più curiosi
Spazio di ritrovo per età diverse
ritrovo giovani
36. Rilevazione estate 2020:
Idee / suggerimenti per servizi mancanti in paese, non per forza legati allo spazio
ALTRE IPOTESI
Welfare: ambulatorio per bambini,
Area shop: Mercatini tematici 3/4 volte l’anno, Corner per vendita prodotti aziende locali,
Expo: esposizioni temporanee, museo dedicato ai due paesi (mestieri attività), Museo scuola,
Food: collegamento con caseificio Palaz,
Lab.: laboratorio creativo artigianale,
Outdoor: Esterno: alcuni giochi in giardino (ping pong, freccette, cose che intrattengano ), giardino
aperto con piccolo scaffale libri a disposizione anche quando non è aperto o presente qualcuno.
strutturare maggiormente l’esterno (ombrelloni, acqua, elettricità, possibilità di utilizzo bagni,...)
piscina esterna, creare piccoli momenti animativi (es. con tornei non troppo strutturati) per
coinvolgere i bimbi residenti in paese durante l'estate.
Animazione: Tornei con bar aperto, corsi vari (lingue, sport), sistemare la zona giochi calcetto ping
pong;
Paese: percorso vita con attrezzature ginniche, più panchine per sedersi (da Sagron ai matiuz),
valorizzazione Torre Sagron, ripristino immobili,
46. Verso le considerazioni conclusive...
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Da luogo a comunità di luogo (età diverse -
bambini, giovani, genitori, anziani - tra
memoria e innovazione)
Dal bene al bene comune
Dalla rigenerazione allo sviluppo locale
(ecosistema di comunità)
Concept di Scuola aperta (digital lab, circuito
cinema digitale)
Luogo per stare (aggregazione, eventi, outdoot,
bar) e fare (lab., fabbrica, mostre, edicola,
biblioteca)
Temporaneità, stagionalità e volontariato
Infopoint per turisti e dell’ecosistema
Connessioni locali e connettività
52. Nel 2016, a Esino Lario (Co), paese di 780 anime a 900 metri di altezza, è accaduto un fatto emblematico: si è svolto qui il
raduno mondiale di Wikipedia, con un migliaio di partecipanti da tutto il mondo. L’anno prima il raduno si era svolto a Città del
Messico e nel 2016 vi erano anche le candidature di Atlantic City, Chennai, Dar es Salaam, Saint Louis e Manila…
58. PROGETTO “re MOTO”
Come si continua?
- rinsaldare il team di
progetto (community).
- promozione del concept /
genius loci spazio
- Naming spazio
- Linee guida del percorso
- Nuove progettazioni (es.
Mibact, Borghi in Festival)
61. Peculiarità del vuoto nelle aree
interne.
Risorse ed attrattori
Benchmark di progetti di riuso
“comunitari”
67. ln 20 anni i laureati sono cresciuti il doppio della media nazionale: un ottimo segnale per recuperare
il deficit storico, che pesa ancora con il - 26% rispetto alla media italiana!
80. Nel 1919 veniva pubblicato il volume di Bruno Taut Die alpine
Architektur. Il testo era stato composto durante la Prima
guerra mondiale, avendo sullo sfondo gli eccidi di massa e le
distruzioni determinate dal conflitto.
Ponendosi “al di sopra della mischia”, Taut volgeva il suo
sguardo alle montagne e alle loro vette come un campo libero
nel quale esprimere le potenzialità costruttive ed edificatorie
dell’essere umano all’interno del quale la comunità umana
avrebbe potuto riconciliarsi con se stessa.
Da luogo estremo e ostile alla presenza umana le Alpi si
sarebbero trasformate nel terreno di gioco architettonico e
decorativo di un’umanità finalmente libera di fare di esse
una casa del futuro.
Ma le montagne rappresentavano al tempo stesso una sorta di
“trampolino verso le stelle” e verso infinite potenzialità di
trasformazione e di edificazione.
Die alpine Architektur, nelle intenzioni del suo autore, era teso
verso una meta di progresso spirituale prima ancora che
architettonico, volto a cancellare l’opposizione archetipica
tra basso e alto caratteristica della simbologia alpina,
lasciando intatto solo l’alto
81. La ricerca architettonica nei contesti alpini contribuisce al
rinnovamento dei linguaggi del moderno
Slittovia al Lago Nero
Sauze d’Oulx (TO), località
Lago Nero
Carlo Mollino; Giovanni
Brino, Giorgio Ranieri
(restauro)
1946 | 1947 (progetto
originario); 1999 | 2005
(restauro)
82. La ricerca architettonica nei contesti alpini contribuisce al
rinnovamento dei linguaggi del moderno
Albergo – Rifugio
Pirovano
Valtournenche (AO),
Breuil, Cervinia
Franco Albini, Luigi
Colombini
1948 | 1952
83. La ricerca architettonica nei contesti alpini contribuisce al
rinnovamento dei linguaggi del moderno
Villaggio Eni
Borca di Cadore (BL), via Enrico
Mattei
Edoardo Gellner; Carlo Scarpa
(collaborazione progetto chiesa
Nostra Signora del Cadore);
Silvano Zorzi, Carlo Cestelli
Guidi (strutture chiesa Nostra
Signora del Cadore)
1954 | 1962
89. South o north working, qual è la normalità?
Ma cosa vuol dire normalità? Fare due ore di viaggio al giorno per andare in
ufficio? Spendere 1.000 euro al mese per un mini-appartamento da condividere
con un coinquilino che neppure conosci? Pagare dieci euro alla tavola calda per
un pasto che non ne costa neppure due? Oppure è normale lavorare nella casa
ereditata dai nonni, in un borgo silenzioso e senza traffico? Potrebbe essere
normale smettere di lavorare alle 13.00 per cucinarsi uno spaghetto che, gas
compreso, potrebbe costare meno di un euro, invece dei dieci che spendevamo
prima? La sfida più grande ora è immaginare il futuro per poterlo ricostruire.
Ripensare le città, l’utilizzo degli immobili, degli uffici e dei loro spazi. Consentire
il silenzio ma anche la socialità, il traffico ma anche le passeggiate. Permettere ai
giovani di poter avere un lavoro, pagare un mutuo e, al tempo stesso, avere una
famiglia e vivere. Forse la normalità in Italia deve ancora arrivare.
http://www.osservatorioculturalavoro.com/2020/09/04/south-o-north-working/
90. Negli ultimi quattro anni questi piccoli Comuni hanno attratto in media 1,7 persone per ogni mille residenti,
quando la media italiana era di 1,2. L’Italia dei piccoli Comuni può mostrare, dunque, anche condizioni di
reale attrattività, rivolgendosi con successo alle scelte insediative della popolazione italiana come delle
correnti migratorie della popolazione straniera, a patto che siano presenti condizioni di tenuta identitaria
forte e che i fattori di sviluppo socio economico tengano.
Un’attrattività confermata anche dai dati sulla densità imprenditoriale, che nei piccoli Comuni è di 10,4
imprese per 100 residenti contro una media del Paese di 8,5. E un interessante segnale di vitalità
proveniente dal segmento delle piccole città storiche è anche la concentrazione dei giovani in ingresso nel
mercato del lavoro: 17,3% rispetto a una media nazionale di 16,9.
Sul fronte delle politiche di sistema, invece, si registrano ancora notevoli ritardi. Nel 70% della superficie
nazionale, i redditi della popolazione sono più bassi del 13,1% rispetto ai centri più grandi; e in 2.600 piccoli
Comuni, il gap del reddito medio pro capite è circa del 35%. Evidenti, inoltre, alcune carenze strutturali dei
servizi. In particolare, la penalizzazione dei piccoli Comuni nella diffusione della Banda ultralarga si presenta
in proporzioni davvero gravi al 2018: con il 17,4% delle utenze servite contro una media nazionale del 66,9.
Sul fronte dei livelli di istruzione, nei piccoli Comuni si contano appena 7,1 laureati per 100 abitanti contro
una media nazionale del 10,8 peraltro assolutamente insoddisfacente rispetto ai livelli dei paesi Ocse.
91. L’Italia dei borghi – che rappresenta il 69,7% delle municipalità italiane (5552 Comuni al 2018) e
governa oltre il 50% dell’intero territorio nazionale – offre, insomma, numerose esperienze di
innovazione che disegnano i contorni di un possibile cambio di passo verso un futuro di
benessere e sostenibilità, capace di disegnare un argine allo storico abbandono,
invecchiamento e spopolamento dei piccoli centri. Considerando che in questi luoghi si conta
al 2030 un anziano ogni tre persone e tre anziani per ogni bambino ma anche una casa vuota
ogni due occupate: solo il 15% di quelle disponibili ospiterebbero 300mila abitanti, e le opere di
adeguamento edilizie potrebbero valere 2 miliardi di euro nella rigenerazione e decine di
migliaia di nuovi addetti. Inoltre, utilizzando un quarto delle superfici coltivate abbandonate
negli ultimi 20 anni, avremmo 125 mila nuove aziende agricole di 12 ha ciascuna, assecondando
un già marcato ritorno all’agricoltura di eccellenza italiana.
Fonte: Legambiente e Uncem, “Da piccoli Comuni a smart land”