Questo report è stato prodotto da NUS Consulting Group e ha scopo solamente informativo. Le previsioni economiche e di mercato e dei prezzi contenute nel documento sono basate su nostre valutazioni alla data del presente documento e sono soggette a cambiamenti senza preavviso. Nessuna parte di questo documento può essere copiata, fotocopiata o duplicata in nessun modo e per nessuno scopo o distribuita senza un consenso scritto da parte di Nus Consulting Group.
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20150716 L'accordo con l'iran
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Questo report è stato prodotto da NUS Consulting Group e ha scopo solamente informativo. Le previsioni economiche e di mercato e dei prezzi
contenute nel documento sono basate su nostre valutazioni alla data del presente documento e sono soggette a cambiamenti senza preavviso.
Nessuna parte di questo documento può essere copiata, fotocopiata o duplicata in nessun modo e per nessuno scopo o distribuita a nessuna
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News Flash
L’accordo con l’Iran
16 luglio 2015
2. - 2 -
Dopo anni di difficili negoziazioni, i P5+1 (i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Cina + Germania) e l’Iran hanno annunciato di aver
raggiunto un accordo per quanto riguarda il programma nucleare dell’Iran. In generale, questo nuovo
accordo prevede la revoca delle sanzioni contro l’Iran in cambio del suo impegno a limitare il programma
nucleare a scopi civili/pacifici nel rispetto delle condizioni del trattato di non proliferazione nucleare (NPT)
unitamente ad altre promesse: la riduzione del numero di centrifughe operative e l’arricchimento
dell’uranio leggero, etc. In base all’accordo le Autorità/Agenzie importanti per il nucleare (es. l’Agenzia
Internazionale per l’Energia Atomica – IAEA) avranno accesso ai siti dell’Iran e verificheranno il rispetto dei
termini concordati. Le sanzioni internazionali saranno eliminate una volta completata la verifica iniziale e
dopo aver presentato un report alle organizzazioni internazionali preposte. Sia il Presidente Obama che
quello iraniano Rouhani si sono dichiarati vittoriosi accogliendo questo accordo come un nuovo inizio per
i rapporti dell’Iran con la comunità internazionale.
La domanda che ora assilla la maggior parte degli attori dei mercati energetici è: quale sarà l’impatto di
questo nuovo accordo sui mercati energetici internazionali? Prima dell’implementazione delle sanzioni,
l’Iran produceva circa 4.2 milioni di barili al giorno (mb/g) di greggio (inclusi i condensati e i liquidi del gas
naturale) ed esportava circa 2.5 mb/g. A seguito dell’applicazione delle sanzioni le esportazioni dell’Iran
sono crollare di oltre metà a 1.5 mb/g. Lungo la durata delle sanzioni (da gennaio 2012 ad oggi) la
produzione petrolifera dell’Iran è precipitata ma ha continuato ad eccedere sul consumo interno. Di
conseguenza l’Iran ha accumulato ingenti scorte petrolifere. Sebbene non si abbiano dei dati precisi, diversi
report indicano che oltre alle significative scorte vicino alle rive, l’Iran al momento ha immagazzinato
greggio in 12 delle 18 VLCC (cargo petroliferi molto grandi) che corrispondo a circa 20-30 milioni di barili.
Non ci sono dubbi che l’Iran desidererebbe molto rientrare nei mercati energetici internazionali e
riaffermarsi come uno dei principali fornitori nel mondo, anche perché ha bisogno di produrre profitti per
rimpinguare le casse governative. Di conseguenza si prevede che cercherà di spostare il più rapidamente
possibile sul mercato il greggio a sua disposizione.
Sembra che l’Arabia Saudita si fosse preparata al ritorno dell’Iran sui mercati. Negli ultimi mesi infatti ha
aumentato la sua produzione a livelli mai visti prima d’ora. Il mese scorso la produzione saudita ha toccato
i 10.56 mb/g. Come abbiamo discusso nelle nostre News Flash precedenti, le recenti politiche dell’OPEC
(guidate principalmente dell’Arabia Saudita) hanno richiesto di continuare a produrre ai livelli attuali
nonostante la domanda fosse stagnante e i prezzi in diminuzione. Il recente aumento della produzione
saudita è coerente con la nuova politica che mira al mantenimento della quota di mercato a prescindere
dall’impatto conseguente sui prezzi. Sembra che l’obiettivo di questa strategia sia quello di mantenere
sotto pressione l’espansione dell’industria shale statunitense limitando nel mentre anche le opportunità di
mercato dei rivali economici e politici (Iran). In breve sembra che l’Arabia Saudita sia pronta ad iniziare
una “guerra delle forniture” per mantenere la sua quota di mercato e danneggiare economicamente coloro
che cercano di minare la sua posizione storica sul mercato di leader mondiale nella
produzione/esportazione del petrolio.
A causa dell’eccesso di offerta che perdura sui mercati e della deludente crescita economica, crediamo
che i prezzi internazionali dell’energia rimarranno sotto pressione per il resto dell’anno. Dal lato della
domanda vediamo poco supporto all’orizzonte. La crescita economica greca continua ad essere positiva
ma stabile nel range percentuale di 2-2.5. L’Europa continua ad essere impantanata nella crisi finanziaria
ed il recente salvataggio della Grecia probabilmente avrà breve vita come in precedenza. Infine la crescita
economica della Cina continua a rallentare ed i recenti tumulti nei suoi mercati finanziari distrarranno il
Governo dall’affrontare ed implementare le riforme strutturali indispensabili. In breve, l’offerta petrolifera
globale, che sta già superando la domanda piatta, sembra continuare ad espandersi mentre la domanda
sembra (nella migliore delle ipotesi) stabile, esacerbando una situazione già difficoltosa.