2. EPIDEMIOLOGIA
• Più di 500.000 morti/anni nel mondo (circa 1100 negli usa)
• I tassi di annegamento sono 5 volte più alti nei paesi a basso e medio reddito rispetto ai paesi ad alto reddito
• Dal 1969 al 2012 in italia risultano decedute per annegamento 29.871 persone, per l’82% maschi
• Agli inizi degli anni ’70 in italia1200 annegamenti/anno, scesi a circa 400 nel 1995
• Dal 1995 al 2012 il numero di circa 400 annegamenti per anno è rimasto costante
• Forte richiesta dall’organizzazione mondiale della sanità : ridurre l’entità di questi incidenti attraverso la definizione di
strategie nazionali (water safety plans)
3.  L’annegamento è la sommersione in un liquido che determina insufficienza respiratoria fino
all’arresto cardiaco
 Circa 80% annegamento «umido». Il 20% annegamento «secco» (laringospasmo, apnea)
ï‚´ Il Diving Reflex (Bradicardia, apnea, vasocostrizione periferica), considerato in passato protettivo, in
realtà è compensato da una attivazione simpatica che lo annulla
 L’unico effetto neuroprotettivo si ha nella sommersione in acqua fredda (ipotermia)
 Il danno principale è legato alla conseguente ipossia. Più raramente si possono avere
problematiche legate a inalazione di sostanze irritanti o disturbi elettrolitici.
Complicanze emodinamiche
Alterazione volume ematico, aritmia, low-
output syndrome,, incremento delle resistenze
vascolari polmonari e sistemiche
Complicanze metaboliche
emodiluizione, emolisi, DIC, alterazioni idro-
elettrolitiche
Complicanze respiratorie
laringospasmo (10-15%) con asfissia
ostruttiva, riduzione del surfactante polmonare,
ipossia, polmoniti, ARDS
Complicanze neurologiche
Trauma, coma post-anossico, edema
cerebrale
Annegamento
FISIOPATOLOGIA
5. TRATTAMENTO PRE-OSPEDALIERO
ï‚´ Nel paziente in ACR dovrebbero
immediatamente essere iniziate le
manovre rianimatorie da parte degli
astanti
ï‚´ La rianimazione nel paziente annegato dovrebbe essere iniziata con la ventilazione (A-B-C)
ï‚´ La stabilizzazione del rachide cervicale NON deve essere effettuata di routine (solo in caso di sospetta
lesione cervicale)
 Anche se la vittima ha aspirato acqua non è necessario bronco-aspirare il paziente ne eseguire manovre
di disostruzione. Può essere utile aspirare le alte vie aeree se ingombre
ï‚´ Considerare sempre gestione avanzata delle vie aeree precoce (frequente il vomito). I presidi sopraglottici
si sono dimostrati non efficaci nell’annegato (Failure to ventilate with supraglottic airways after
drowning.Baker PA, Webber JB, Anaesth Intensive Care. 2011 Jul)
ï‚´ Esistono documentati casi di sopravvivenza dopo ACR prolungati trattati con ECMO in caso di ipotermia
ï‚´ Ospedalizzare sempre il paziente che ha necessitato di manovre rianimatorie (anche solo ventilazione di
supporto) anche se completamente asintomatici (IC)
ï‚´ Trattare eventuale ipotermia (in caso di danno anossico considerare mantenimento di ipotermia
terapeutica 32-34 °C)
6. TRATTAMENTO IN DEA (VIE AEREE E VENTILAZIONE)
• Trattare eventuale ipossiemia con ossigeno ad alti flussi.
• Evitare iperossiemia (SpO2 94-98%)
• Trattare eventuale bronco/laringospasmo
• In caso di persistente ipossiemia considerare NIV con somministrazione di PEEP (aumenta il volume funzionale
residuo, recluta aree atelettasiche o alveoli collassati, diminuisce shunt intrapolmonare, aumenta pressione
transmurale capillare).
• Indicazioni a gestione avanzata delle vie aeree:
• Alterato livello di coscienza, vie aeree non protette
• Incapacità a mantenere pao2>60 mHg in o2 100%
• PaCO2>45 mmHg
• Limitare la PEEP al minimo efficace, limitare la pressione positiva e mantenere V Tidal < 6 ml/kg (aumento ICP)
• Indicazioni ad ECMO
• compromissione respiratoria con ventilazione invasiva
• buone possibilità di recupero neurologico
• ipotermia persistente in annegamento in acqua fredda
7. TRATTAMENTO IN DEA (EMODINAMICA)
• Può essere presente deplezione del volume intravascolare per edema polmonare e passaggio di liquidi
nell’interstizio in relazione al liquido aspirato. Può risultare utile espansione volemica con soluzione
fisiologica 20 ml/kg
• Trattare i rari i disturbi elettrolitici (prevalentemente ipo/ipernatriemia)
• Frequentemente presente acidosi metabolica, che regredisce solitamente con ossigenazione e
correzione del volume intravascolare
• Il supporto emodinamico con amine vasoattive, se necessario, risulta un aspetto fondamentale della
neuro-rianimazione
• Considera sempre ecocardiogramma per valutare la funzionalità miocardica. in caso di disfunzione
ventricolare considera inotropi
8. TRATTAMENTO IN DEA (NEURORIANIMAZIONE)
• Garantire ossigenazione e adeguato supporto emodinamico
• Controllo glicemia
• Considerare ipotermia controllata (32-34°c), sedazione, paralisi neuromuscolare ed
eventuale monitoraggio della ICP
• Il trattamento dell’eventuale edema cerebrale con diuretici osmotici, salina ipertonica ed
iperventilazione non ha mostrato significativo miglioramento della prognosi
• Trattare sempre eventuali convulsioni. considera EEG se sospetto stato epilettico non
convulsivo
• Considera sedazione (barbiturici) e paralisi
9. TRATTAMENTO IN DEA (ALTRO)
• Trattare ipotermia se presente
• Può essere utile posizionare SNG per rimuovere eventuale fluido ingerito
• Considerare esecuzione di broncoscopia per rimuovere corpi estranei o vomito
• Nel caso di insufficienza respiratoria refrattaria, nel paziente pediatrico, sono
documentati casi efficaci di somministrazione di surfactante
• La profilassi antibiotica non è generalmente indicata
• Ricerca e tratta eventuale rabdomiolisi
11. PROGNOSI
• Pazienti che giungono in PS asintomatici hanno una ottima
prognosi
• Nei pazienti pediatrici sottoposti a RCP circa il 20% è
deceduto in ospedale mentre il 5% ha presentato postumi
neurologici invalidanti
• La sopravvivenza nei pazienti giunti in PS con manovre
rianimatorie in corso è estremamente bassa. E’ auspicabile
solamente in caso di annegamento in acque fredde
• L’asistolia come primo ritmo di riscontro è sempre indice di
prognosi infausta