1. 12MESI
LUGLIO-AGOSTO 2012
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OPINIONI
di ANTONIO PANIGALLI
IL TERREMOTO
F
osse successo in qualsiasi al-
tro paese civile, non sarebbe
stato cos狸. Invece, ancora una
volta, e ancora di pi湛, dal mo-
mento che di vittime e di devastazione
umana e civile si tratta, un terremoto ha
prodotto dei danni irreversibili alla Bella
Italia, e proprio nel cuore della pianura
Padana (la culla del lavoro, della tecno-
logia, della economia) e nel bel mezzo
della pi湛 epocale crisi economico-politi-
ca europea in atto.
Risulta veramente difficile comprendere
perch辿,perfavorireunacorrentedipen-
siero, diciamo tecnologico (per non
pensare a miopi interessi economico/
finanziari), la costruzione delle strut-
ture industriali e dei capannoni venga
fatta con elefantiache strutture prefab-
bricate in cemento armato, quando, se
esistesse unadeguata e
chiara normativa, soprat-
tutto antincendio (che pi湛
di altre condiziona queste
scelte), anche in Italia,
come daltronde in quasi
tutto il resto del mondo,
si sarebbero privilegiate
costruzioni e strutture in
acciaio e legno (forse in
Francia, in Inghilterra, in
Germania o in Svezia gli
incendi funzionano diver-
samente che in Italia?!).
Innanzitutto, probabil-
mente, si sarebbero ri-
sparmiate delle perdite
umane, poi si sarebbero
ottenuti indubbi vantag-
gi relativamente a: peso, modularit,
flessibilit, riciclabilit (i metalli si ri-
fondono ed il legno si ricicla al 100 per
cento), impatto ambientale (il cemento
armato una volta demolito finisce nelle
discariche per inerti), estetica (ma quel-
la 竪 una questione personale) resistenza
sismica
Anche lEuropa 竪 nella morsa sismica, il
terremoto del sistema. Doveva essere
lacasacontenitoredellepi湛varieiden-
tit culturali, doveva svolgere una funzio-
ne di integrazione, facilitare lemersione
delle diverse eccellenze ed essere stru-
mentoperproteggerelesingoledebolez-
ze e le eterogenee criticit, invece fino ad
oggisi竪dimostrataungiganteconipiedi
di argilla, per quello che era un illumina-
to progetto politico e sociale, che aveva
e meritava, e forse ancora merita, ben
altri destini e ambizioni.
A partire dalle immagini della caduta del
muro di Berlino fino ad arrivare, dodici
anni dopo, alla moneta unica, abbiamo
fatto storica memoria di eventi, simboli e
dichiarazionicheognivoltaavrebberoin-
corporato la svolta epocale tutti nel se-
gnodellEuropaedelnostrodoverdiven-
tare e poi essere intimamente europei.
Per ora e purtroppo lEuropa si 竪 rivelata
solo una formidabile produttrice di buro-
crazie,diburocratieditecnocrati,mentre,
allepoca della costruzione e del nostro
ingresso nelleuro giusto nella forma e
decisamente sbagliato nella sostanza del
concambio 1.927,36; un errore costato,
aldildellacrisi,moltocaro(sivedailgra-
fico) gli europeisti promisero che con
tedeschi (efficienza) e francesi (ordine)
alla co-guida sarebbe stato
tuttodiverso.
Ci si augura di poter stare
in Europa e assistere agli
sviluppi, ma, forse il vero
tarlo 竪 insito nelle risorse
umane non sufficien-
temente intrise di valori
europeisti le quali innan-
zitutto dovrebbero privile-
giare linteresse comune
(in senso lato) e poi vedere
se dentro linteresse co-
mune esista la possibilit
di ricavare anche il pro-
prio interesse personale/
nazionale (come costruire
una moneta comune senza
una politica comune).Fonte: GaveKal Data