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Comitato per la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone
www.ipratidelranee.wordpress.com
https://www.facebook.com/NoAllaCavaDelRanee
Presentazione assemblea pubblica del 24 marzo 2016
Con l’impegno da parte del presidente della Provincia di Sondrio a stralciare la cava del Ranèe dal
nuovo piano cave, a cinque anni dalla costituzione del Comitato per la tutela e valorizzazione del
territorio agricolo del piano di Bianzone, abbiamo raggiunto un importante obiettivo.
Niente più cave nel piano di Bianzone!!!!
Non è stata una passeggiata. Come sapete, il procedimento amministrativo era ad un passo dalla
concessione. Abbiamo incontrato due volte l’allora Presidente della Provincia, siamo stati due
volte in Regione in audizione alla Commissione Ambiente, ci siamo inventati la richiesta di cavare
in proprio da parte dei proprietari, abbiamo organizzato la Festa dei prati, la Giornata della
legalità, abbiamo raccolto 2.500 firme di cittadini e associazioni a favore della petizione “Salviamo
l’area agricola del ranèe – No alla cava” che abbiamo presentato in Regione e in Provincia.
Il 2013 è stato l’anno cruciale.
Ricordate l’11 marzo 2013, quando l’allora Presidente della Provincia respinse in toto la richiesta di
discutere della possibilità di stralciare dal piano cave l’Ambito Territoriale Estrattivo in località
Ranèe nel Comune di Bianzone attraverso la convocazione da parte dell’Amministrazione
Provinciale di un tavolo di confronto, sottoscritta da:
- Comitato per la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone
- A.P.A Sondrio - Associazione Provinciale Allevatori
- Apilombardia - Associazione Regionale Produttori Apistici
- Arci - Comitato Regionale Lombardia
- Coldiretti Sondrio
- Consorzio tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto
- Consorzio tutela mele di Valtellina
- Consorzio tutela vini di Valtellina
- Confagricoltura Sondrio
- Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina S.C.AR.L. - Valtellina Che Gusto!
- Lega Ambiente media Valtellina
- WWF Valtellina e Valchiavenna
Ricordate la Determina n. 496 del 02.05.2013 del Servizio Cave della Provincia di Sondrio che
approvava il progetto attuativo per l’attività estrattiva di sabbia e ghiaia presentato dalla ditta
Carnazzola Camillo s.p.a. su una porzione dell’ATEg71, dichiarandone la “pubblica utilità” e
delegando la ditta all’esercizio del potere di occupazione delle aree: i proprietari sarebbero stati
espropriati direttamente dal cavatore!
A questo punto ci siamo rivolti alle Istituzioni Comunitarie, prima con l’interrogazione al Parlamento
Europeo presentatadaAndrea Zanoni il 29 maggio 2013, poi con la DENUNCIA ALLA COMMISSIONE DELLE
COMUNITÀ EUROPEE PER INADEMPIENZA DEL DIRITTO COMUNITARIO datata 20 giugno 2013, infine con la
PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO datata 12 luglio 2013, entrambe presentate direttamente dal
Comitato.
La raccolta firme – un grande successo – ci ha impegnati in una bella serata con il Gruppo Corale d’Altro
Canto di Tiranoil 2 maggio2013 e poi nell’indimenticabile EVENTODILETTURA E RACCONTO conGiuseppe
Cederna e Gigliola Amonini del 3 giugno 2013 intitolato QUANDO QUALCOSA CI STA A CUORE.
La Commissione Europea,confermando che le norme europee sonostate violate peri piani cave di Varese
e Bergamo, ci ha informato già il 22 luglio 2013 di aver già chiesto informazioni sull’applicazione della
direttiva VAS anche per il Piano cave della Provincia di Sondrio.
La Regione Lombardia, con nota datata 31 luglio 2013 a firma del Dirigente della Direzione
Generale Ambiente dott. Angelo Elefanti, ha risposto confermando che il Piano cave di Sondrio è
stato approvato senza la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ossia senza la verifica della sua
sostenibilità ambientale, come prescritto dalle norme comunitarie, ed è pertanto illegittimo.
Ma se era nota la richiesta di informazioni da parte della Commissione Europea, nessuno sapeva
della risposta! Nell’audizione in Regione del 10 ottobre 2013 presso la VI Commissione Ambiente e
protezione civile il Comitato ha chiesto espressamente di acquisire agli atti l’eventuale risposta della
Regione stessa alla Commissione Europea. Il Presidente della Commissione, Luca Marsico, ha
immediatamenteaderito alla nostra richiesta e il 28 ottobre il Dirigente responsabile ha trasmesso copia
integrale delle informazioni fornite al suddetto Organo comunitario. Senza il nostro intervento chissà
quando si sarebbe saputo!
Naturalmente l’amministrazione provinciale di Sondrio ha continuato ad ignorarci, respingendo
brutalmente nellafamigerataCommissione Consigliere del17 settembre 2013 la nostrapetizione con 2.500
firme (intanto gli Uffici della regione avevano già condiviso il nostro punto di vista).
Intanto Legambiente Lombardia nel settembre 2013 assegnava al Comitato la Bandiera verde (unica in
Lombardia)Motivazioni: per la passione e l’impegno profuso nella difesa del territorio agricolo inteso come importante
elemento del paesaggio ed elemento di identità, ma anche per le importanti iniziative organizzate e le battaglie legali e di
rappresentanza messe in atto.
Finalmenteè arrivatalarispostadellaCommissioneEuropea,datata 15 maggio 2014: la denuncia del Piano
Cave dellaProvinciadi Sondrioè stataaccoltaintegralmente e l’apertura della procedura di infrazione ci è
stata comunicata direttamente dalla Commissione Europea.
E il primo giugno 2014 abbiamo festeggiato alla grande con la seconda FESTA DEI PRATI!
La Provinciaintanto,condeliberazione del 24giugno2014 del consiglioprovinciale adottatadal presidente
dellaprovinciaaventeaoggetto:“aggiornamentodel pianocave provinciale settoreinertie dellarelativa
valutazione ambientale strategica”ha dato avvioal procedimentoperassoggettare aVASil pianocave
vigente e sanarne quindi lamancanzadi VAS:lafamosaVASPOSTUMA!!!
La soluzionenongarantivanullarispettoal ranèe. Abbiamo incontrato due volte l’assessore all’ambiente
della Regione Anna Maria Terzi, la prima volta in un convegno a Sondrio e la seconda volta a Milano al
Pirellone, evidenziando le nostre perplessità e chiarendo che eravamo sempre pronti a ricorrere alle
Istituzioni Comunitarie! Abbiamo incontrato l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, che si è dichiarato
incompetente al riguardo. Abbiamo incontrato il Ministro Martina, che ci ha attentamente ascoltato e ha
incaricato il proprio staff di approfondire la questione.
Finalmente la G.R., su proposta dell’assessore, e poi definitivamente il Consiglio Regionale, con Legge
regionale 1ottobre 2014 - n.27, intitolataAdempimenti derivanti dagli obblighi nei confronti dell’Unione
Europea relativi alle attività estrattive di cava, pubblicata lo stesso giorno sul BURL, veniva SOSPESO, tra
l’altro,l’interopianocave dellaProvinciadi Sondrio;inbase all’art.3dellalegge, la sospensione entrava in
vigore il gg. successivo.
Il Comitato ha subito chiarito, nelle osservazioni integrative presentate il 17 novembre 2914, che La
procedura di VAS intrapresa dalla Provincia di Sondrio è riferita al procedimento di approvazione di un
nuovo Piano Cave. E’ stato un chiarimento fondamentale.
Intanto,con sospensione delpianocave,si è apertoundivertente sipariettoche vale la pena riferire. Forse
la Provinciadi Sondrioprende attodi avergestitoperanni le cave nel fondovalle della Valtellina sulla base
di un piano cave “non in grado di garantire una adeguata tutela ambientale” e magari ringrazia i cittadini
organizzati che hanno fermato lo scempio ambientale perpetrato da anni in dispregio delle norme
comunitarie che l’Italia è obbligata a rispettare? No, questa è una pia illusione! Controllando quasi
giornalmente l’Albo Petorio della Provincia, abbiamo trovato la determina dell’Ufficio Cave n. 989 del
02/10/2014 a firma del dirigente dott. Rizzi Italo che autorizza la cava di Calcarola in comune di Teglio,
proprio sulla sponda dell’Adda di fronte ai prati del Ranèe. A seguito del deciso intervento del
Comitato, con comunicato stampa del 21 ottobre “Colcarola, la Provincia prende atto della
sospensione decisa dalla Regione” la Provincia ha revocato l’autorizzazione alla coltivazione della
cava di Calcarola.
A quel punto la strada è stata in discesa.
Nel 2015, con deliberazione n. 17 del 13/03/2015 il (nuovo) Presidente della Provincia ha preso atto
della proposta di aggiornamento e revisione del Piano cave elaborata dagli uffici tecnici: vengono
accolte le osservazioni dei Comuni di i Colorina e Montagna, stralciando le cave previste, ma anche di
Teglio (arretramento della cava di Calcarola, più lontana dal fiume Adda), ma non quelle del Comune di
Bianzone e del Comitato,e nemmenovienedatauna risposta a quelle di Coldiretti, Ordine Ingegneri, CAI,
Legambiente, Ministero beni culturali, ecc.
Abbiamo festeggiato alla grande i 4 anni di attività del comitato, con il Convegno del 28 marzo
2015: UN FUTURO LIBERO DAL CONSUMO DI SUOLO – PARTIAMO DAL RANE’E e successivo
rinfresco, cena e concerto finale, approvando anche una mozione rivolta ai Consiglieri Provinciali
eletti dall’assemblea dei sindaci per chiedere uno strappo rispetto alla politica di consumo del
territorio che ha dominato da vent’anni a oggi, rimettendo al centro delle scelte politiche
l’ambiente e il territorio per le loro vere potenzialità e non solamente per la loro capacità di
produrre reddito quando vengono malamente sfruttati e consumati, auspicando che in questa
delicata fase procedurale prevalga la responsabilità e la concretezza di tutti gli attori del
procedimento, confluendo su scelte che diano un futuro condiviso di qualità, senza dover tornare a
richiedere l’intervento delle Istituzioni comunitarie.
Abbiamo presentato corpose osservazioni al piano cave in sede di conferenza iniziale, di
conferenza intermedia e di conferenza finale, in piena sintonia con il Comune di Bianzone, il quale
ha sempre presentato autonome osservazioni, sollecitando i nostri tanti sostenitori a fare
altrettanto (tanti incontri).
Intanto la Regione delegava alla Provincia i propri poteri in tema di cave: il comitato ha chiesto
subito- il 25 maggio 2015 - che il cambiamento delle regole nell’amministrazione della Provincia sia
l’occasione per una nuova politica, capace di tutelare e di promuovere le risorse storiche e non
delocalizzabili del territorio, a partire dall’ambiente naturale, dall’agricoltura, dalla cultura, dal
turismo, dall’agroalimentare.
La Consulta provinciale per le attività estrattive, nel parere obbligatorio del 9 luglio 2015, chiedeva
Con l’impegno da parte del Presidente della Provincia in sede di conferenza finale, il 10 marzo
2016, a stralciare la cava del Ranèe dal nuovo piano cave, possiamo (quasi) considerare chiusa la
questione.
E’ stato possibile grazie al pieno sostegno dei proprietari e dei coltivatori dei terreni, del Comune
di Bianzone, degli enti e imprese del mondo agricolo, di tanti cittadini, associazioni e Enti locali, di
tanti professionisti che si sono spesi gratuitamente a favore del comitato..
Li ringraziamo tutti! E’ stato possibile perché in tanti, e ora anche l’Amministrazione Provinciale
tramite il Presidente Luca Della Bitta, hanno condiviso l’importanza di preservare lo straordinario
valore agricolo, paesistico e ambientale del piano di Bianzone, che consideriamo un bene comune.
Non è stato un tweet o un post su facebook che ci ha dato questo risultato.
E’ stato possibile perché abbiamo condiviso caparbiamente un obiettivo e abbiamo lavorato tutti
insieme per raggiungerlo. Abbiamo registrato una unità di intenti straordinaria, che è andata ben
al di là dei soggetti direttamente interessati. Non dobbiamo dimenticarlo!
Senza il Comitato la cava sarebbe stata fatta e, a quel punto, sarebbe stato possibile ai cavatori
richiedere nuovi ampliamenti, come è stato fatto a Colorina, Montagna, Castello al piano, ecc.
Abbiamo davvero tutelato e valorizzato il piano di Bianzone, nell’interesse di tutti, a partire da
quello dei proprietari e dei coltivatori dei terreni.
Ma ora si tratta di decidere, di nuovo, il futuro del piano di Bianzone.
Già nel 2015 abbiamo coltivato insieme secondo i criteri dell’agricoltura biologica un campo di
mais di oltre 2000 metri, messo a disposizione dai nostri associati, con lo slogan : la terra deve
produrre cibo.
Intanto, come già annunciato sui giornali locali, il Comitato ha avviato un progetto di coltivazione
secondo gli standard dell’agricoltura biologica dell’intera piana di Bianzone, al momento attuale
già condiviso da tutte le aziende agricole che coltivano la zona. Il progetto può portare a un deciso
salto di qualità, oltre che per gli aspetti agronomici, anche per quanto riguarda gli aspetti
paesaggistici e ambientali, di biodiversità e salubrità, con ricadute anche sulla fruibilità turistica
della zona. Con un preciso obiettivo: collegare le realtà già affermate di coltivazione biologica
della Val Poschiavo e del Biodistretto della Val Camonica, unendo quindi tre Province e due Stati.
Un progetto nemmeno immaginabile pochi anni fa che può essere un fiore all’occhiello per il
Comune di Bianzone, con ricadute positive per l’intero territorio e che può portare a una maggiore
valorizzazione dei terreni, come già succede in val Poschiavo. Un progetto in linea con tutti gli
strumenti di pianificazione della Regione, della Provincia e del Comune (che nel recente PGT ha
classificato l’intero piano di Bianzone come area agricola di salvaguardia (E3), cioè come area ad
alta valenza paesistica e ambientale, per la tutela del suolo e gravata dal vincolo di inedificabilità,
con lo scopo di tutelarne la specificità.
Noi crediamo a questo progetto, già ampiamente condiviso!!!
Però, anche se non abbiamo avuto nessuna comunicazione ufficiale e nemmeno informale, ci
risulta ci sia un altro progetto di coltivazione già da questa annata agraria, a partire proprio dalla
zona dove era (è) prevista la cava del Ranèe. Alcune aziende agricole avrebbero già ricevuto la
disdetta del contratto di affitto, con effetto immediato. Tale progetto di coltivazione avrebbe
caratteristiche radicalmente differenti da quelle finora attuate nel piano di Bianzone, e
difficilmente sarebbe compatibile con il progetto di coltivazione che il Comitato intende proporre.
Abbiamo convocato questa assemblea anche per essere informati e informare i nostri associati
riguardo alle caratteristiche di questo progetto, se davvero esistente. Ne abbiamo il diritto!
Questa contesa tra diversi progetti di coltivazione conferma l’importanza della lotta del Comitato
per la difesa del suolo e dei terreni destinati all’agricoltura: il suolo agricolo è risorsa sempre più
scarsa e sempre più importante, che va difesa. Ma questa contesa richiede di decidere, di nuovo, il
futuro del piano di Bianzone.
Le ragioni dell’assembleapubblica
Tutti insieme, alle assemblee del 17 e del 28 marzo 2011, abbiamo deciso di impegnarci per la
tutela e valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone, conferendo mandato al
Consiglio Direttivo del Comitato per “ chiedere lo stralcio da parte dell’Amministrazione
Provinciale dell’area interessata dal piano cave”. A distanza di cinque anni, abbiamo raggiunto
l’obiettivo con un riconoscimento pieno e totale delle ragioni espresse in quelle lontane
assemblee.
Ora, tutti insieme, dobbiamo decidere se e come proseguire.
Lo statuto del Comitato, che insieme abbiamo approvato e sottoscritto nell’assemblea del 2011,
prevede i seguenti scopi e attività:
Il Comitato ha per scopo la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del piano di
Bianzone, con riferimento ai terreni compresi tra la ferrovia adiacente alla Statale 38 e il fiume
Adda, che costituiscono un territorio omogeneo per caratteristiche ambientali e per
problematiche di sviluppo rurale. Infatti il piano di Bianzone occupa un territorio di circa cento
ettari, del tutto integro dal punto vista ambientale, da secoli coltivato a prato e ora anche a
mais dalle aziende agricole per l’allevamento del bestiame, conferenti alle cooperative del
settore lattiero-caseario. Insieme ai frutteti sui conoidi delle valli di Bianzone e di Boalzo e ai
vigneti sul versante retico le coltivazioni del piano sono una componente fondamentale
dell’economia agricola del comune di Bianzone che nel suo complesso il Comitato intende
tutelare e valorizzare.
In particolare il Comitato curerà i seguenti scopi specifici.
 Tutela del territorio, costituito da coltivazioni prative e di mais inframmezzate a boschine,
percorso da est a ovest dalla Rugia del Ranèe che, attraverso il comune di Villa di Tirano,
deriva l’acqua dal Poschiavino per riportarla nell’Adda nella zona di Tresenda di Teglio,
con l’obiettivo di mantenere le possibilità di accesso continuativo alle risorse naturali senza
arrecare danni pregiudizievoli all’ecosistema.
 Valorizzazione ecologica del territorio, con interventi di ripristino e miglioramenti di
ecosisitemi naturali
 Rimessa in funzione e tutela del retico idrico, costituito dalla roggia e dalla rete dei rugiai.
 Valorizzazione del territorio agricolo, anche con la promozione di un progetto di irrigazione
adeguato alle necessità delle colture agricole e la manutenzione e il miglioramento della
viabilità ad uso agricolo.
 Rimessa in funzione dei consorzi ripariali (roggia e Adda) non più funzionanti, ma soggetti
di diritto a tutti gli effetti.
Chiediamo un mandato all’assemblea per proseguire e conseguire gli scopi del comitato.
Il Presidente
Edj Polinelli

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Assemblea Comitato Raneè 24 marzo 2016

  • 1. Comitato per la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone www.ipratidelranee.wordpress.com https://www.facebook.com/NoAllaCavaDelRanee Presentazione assemblea pubblica del 24 marzo 2016 Con l’impegno da parte del presidente della Provincia di Sondrio a stralciare la cava del Ranèe dal nuovo piano cave, a cinque anni dalla costituzione del Comitato per la tutela e valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone, abbiamo raggiunto un importante obiettivo. Niente più cave nel piano di Bianzone!!!! Non è stata una passeggiata. Come sapete, il procedimento amministrativo era ad un passo dalla concessione. Abbiamo incontrato due volte l’allora Presidente della Provincia, siamo stati due volte in Regione in audizione alla Commissione Ambiente, ci siamo inventati la richiesta di cavare in proprio da parte dei proprietari, abbiamo organizzato la Festa dei prati, la Giornata della legalità, abbiamo raccolto 2.500 firme di cittadini e associazioni a favore della petizione “Salviamo l’area agricola del ranèe – No alla cava” che abbiamo presentato in Regione e in Provincia. Il 2013 è stato l’anno cruciale. Ricordate l’11 marzo 2013, quando l’allora Presidente della Provincia respinse in toto la richiesta di discutere della possibilità di stralciare dal piano cave l’Ambito Territoriale Estrattivo in località Ranèe nel Comune di Bianzone attraverso la convocazione da parte dell’Amministrazione Provinciale di un tavolo di confronto, sottoscritta da: - Comitato per la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone - A.P.A Sondrio - Associazione Provinciale Allevatori - Apilombardia - Associazione Regionale Produttori Apistici - Arci - Comitato Regionale Lombardia - Coldiretti Sondrio - Consorzio tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto - Consorzio tutela mele di Valtellina - Consorzio tutela vini di Valtellina - Confagricoltura Sondrio - Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina S.C.AR.L. - Valtellina Che Gusto! - Lega Ambiente media Valtellina - WWF Valtellina e Valchiavenna Ricordate la Determina n. 496 del 02.05.2013 del Servizio Cave della Provincia di Sondrio che approvava il progetto attuativo per l’attività estrattiva di sabbia e ghiaia presentato dalla ditta Carnazzola Camillo s.p.a. su una porzione dell’ATEg71, dichiarandone la “pubblica utilità” e delegando la ditta all’esercizio del potere di occupazione delle aree: i proprietari sarebbero stati espropriati direttamente dal cavatore! A questo punto ci siamo rivolti alle Istituzioni Comunitarie, prima con l’interrogazione al Parlamento Europeo presentatadaAndrea Zanoni il 29 maggio 2013, poi con la DENUNCIA ALLA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE PER INADEMPIENZA DEL DIRITTO COMUNITARIO datata 20 giugno 2013, infine con la PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO datata 12 luglio 2013, entrambe presentate direttamente dal Comitato. La raccolta firme – un grande successo – ci ha impegnati in una bella serata con il Gruppo Corale d’Altro Canto di Tiranoil 2 maggio2013 e poi nell’indimenticabile EVENTODILETTURA E RACCONTO conGiuseppe Cederna e Gigliola Amonini del 3 giugno 2013 intitolato QUANDO QUALCOSA CI STA A CUORE. La Commissione Europea,confermando che le norme europee sonostate violate peri piani cave di Varese e Bergamo, ci ha informato già il 22 luglio 2013 di aver già chiesto informazioni sull’applicazione della direttiva VAS anche per il Piano cave della Provincia di Sondrio.
  • 2. La Regione Lombardia, con nota datata 31 luglio 2013 a firma del Dirigente della Direzione Generale Ambiente dott. Angelo Elefanti, ha risposto confermando che il Piano cave di Sondrio è stato approvato senza la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ossia senza la verifica della sua sostenibilità ambientale, come prescritto dalle norme comunitarie, ed è pertanto illegittimo. Ma se era nota la richiesta di informazioni da parte della Commissione Europea, nessuno sapeva della risposta! Nell’audizione in Regione del 10 ottobre 2013 presso la VI Commissione Ambiente e protezione civile il Comitato ha chiesto espressamente di acquisire agli atti l’eventuale risposta della Regione stessa alla Commissione Europea. Il Presidente della Commissione, Luca Marsico, ha immediatamenteaderito alla nostra richiesta e il 28 ottobre il Dirigente responsabile ha trasmesso copia integrale delle informazioni fornite al suddetto Organo comunitario. Senza il nostro intervento chissà quando si sarebbe saputo! Naturalmente l’amministrazione provinciale di Sondrio ha continuato ad ignorarci, respingendo brutalmente nellafamigerataCommissione Consigliere del17 settembre 2013 la nostrapetizione con 2.500 firme (intanto gli Uffici della regione avevano già condiviso il nostro punto di vista). Intanto Legambiente Lombardia nel settembre 2013 assegnava al Comitato la Bandiera verde (unica in Lombardia)Motivazioni: per la passione e l’impegno profuso nella difesa del territorio agricolo inteso come importante elemento del paesaggio ed elemento di identità, ma anche per le importanti iniziative organizzate e le battaglie legali e di rappresentanza messe in atto. Finalmenteè arrivatalarispostadellaCommissioneEuropea,datata 15 maggio 2014: la denuncia del Piano Cave dellaProvinciadi Sondrioè stataaccoltaintegralmente e l’apertura della procedura di infrazione ci è stata comunicata direttamente dalla Commissione Europea. E il primo giugno 2014 abbiamo festeggiato alla grande con la seconda FESTA DEI PRATI! La Provinciaintanto,condeliberazione del 24giugno2014 del consiglioprovinciale adottatadal presidente dellaprovinciaaventeaoggetto:“aggiornamentodel pianocave provinciale settoreinertie dellarelativa valutazione ambientale strategica”ha dato avvioal procedimentoperassoggettare aVASil pianocave vigente e sanarne quindi lamancanzadi VAS:lafamosaVASPOSTUMA!!! La soluzionenongarantivanullarispettoal ranèe. Abbiamo incontrato due volte l’assessore all’ambiente della Regione Anna Maria Terzi, la prima volta in un convegno a Sondrio e la seconda volta a Milano al Pirellone, evidenziando le nostre perplessità e chiarendo che eravamo sempre pronti a ricorrere alle Istituzioni Comunitarie! Abbiamo incontrato l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, che si è dichiarato incompetente al riguardo. Abbiamo incontrato il Ministro Martina, che ci ha attentamente ascoltato e ha incaricato il proprio staff di approfondire la questione. Finalmente la G.R., su proposta dell’assessore, e poi definitivamente il Consiglio Regionale, con Legge regionale 1ottobre 2014 - n.27, intitolataAdempimenti derivanti dagli obblighi nei confronti dell’Unione Europea relativi alle attività estrattive di cava, pubblicata lo stesso giorno sul BURL, veniva SOSPESO, tra l’altro,l’interopianocave dellaProvinciadi Sondrio;inbase all’art.3dellalegge, la sospensione entrava in vigore il gg. successivo. Il Comitato ha subito chiarito, nelle osservazioni integrative presentate il 17 novembre 2914, che La procedura di VAS intrapresa dalla Provincia di Sondrio è riferita al procedimento di approvazione di un nuovo Piano Cave. E’ stato un chiarimento fondamentale. Intanto,con sospensione delpianocave,si è apertoundivertente sipariettoche vale la pena riferire. Forse la Provinciadi Sondrioprende attodi avergestitoperanni le cave nel fondovalle della Valtellina sulla base di un piano cave “non in grado di garantire una adeguata tutela ambientale” e magari ringrazia i cittadini organizzati che hanno fermato lo scempio ambientale perpetrato da anni in dispregio delle norme comunitarie che l’Italia è obbligata a rispettare? No, questa è una pia illusione! Controllando quasi giornalmente l’Albo Petorio della Provincia, abbiamo trovato la determina dell’Ufficio Cave n. 989 del 02/10/2014 a firma del dirigente dott. Rizzi Italo che autorizza la cava di Calcarola in comune di Teglio, proprio sulla sponda dell’Adda di fronte ai prati del Ranèe. A seguito del deciso intervento del Comitato, con comunicato stampa del 21 ottobre “Colcarola, la Provincia prende atto della sospensione decisa dalla Regione” la Provincia ha revocato l’autorizzazione alla coltivazione della cava di Calcarola.
  • 3. A quel punto la strada è stata in discesa. Nel 2015, con deliberazione n. 17 del 13/03/2015 il (nuovo) Presidente della Provincia ha preso atto della proposta di aggiornamento e revisione del Piano cave elaborata dagli uffici tecnici: vengono accolte le osservazioni dei Comuni di i Colorina e Montagna, stralciando le cave previste, ma anche di Teglio (arretramento della cava di Calcarola, più lontana dal fiume Adda), ma non quelle del Comune di Bianzone e del Comitato,e nemmenovienedatauna risposta a quelle di Coldiretti, Ordine Ingegneri, CAI, Legambiente, Ministero beni culturali, ecc. Abbiamo festeggiato alla grande i 4 anni di attività del comitato, con il Convegno del 28 marzo 2015: UN FUTURO LIBERO DAL CONSUMO DI SUOLO – PARTIAMO DAL RANE’E e successivo rinfresco, cena e concerto finale, approvando anche una mozione rivolta ai Consiglieri Provinciali eletti dall’assemblea dei sindaci per chiedere uno strappo rispetto alla politica di consumo del territorio che ha dominato da vent’anni a oggi, rimettendo al centro delle scelte politiche l’ambiente e il territorio per le loro vere potenzialità e non solamente per la loro capacità di produrre reddito quando vengono malamente sfruttati e consumati, auspicando che in questa delicata fase procedurale prevalga la responsabilità e la concretezza di tutti gli attori del procedimento, confluendo su scelte che diano un futuro condiviso di qualità, senza dover tornare a richiedere l’intervento delle Istituzioni comunitarie. Abbiamo presentato corpose osservazioni al piano cave in sede di conferenza iniziale, di conferenza intermedia e di conferenza finale, in piena sintonia con il Comune di Bianzone, il quale ha sempre presentato autonome osservazioni, sollecitando i nostri tanti sostenitori a fare altrettanto (tanti incontri). Intanto la Regione delegava alla Provincia i propri poteri in tema di cave: il comitato ha chiesto subito- il 25 maggio 2015 - che il cambiamento delle regole nell’amministrazione della Provincia sia l’occasione per una nuova politica, capace di tutelare e di promuovere le risorse storiche e non delocalizzabili del territorio, a partire dall’ambiente naturale, dall’agricoltura, dalla cultura, dal turismo, dall’agroalimentare. La Consulta provinciale per le attività estrattive, nel parere obbligatorio del 9 luglio 2015, chiedeva Con l’impegno da parte del Presidente della Provincia in sede di conferenza finale, il 10 marzo 2016, a stralciare la cava del Ranèe dal nuovo piano cave, possiamo (quasi) considerare chiusa la questione. E’ stato possibile grazie al pieno sostegno dei proprietari e dei coltivatori dei terreni, del Comune di Bianzone, degli enti e imprese del mondo agricolo, di tanti cittadini, associazioni e Enti locali, di tanti professionisti che si sono spesi gratuitamente a favore del comitato.. Li ringraziamo tutti! E’ stato possibile perché in tanti, e ora anche l’Amministrazione Provinciale tramite il Presidente Luca Della Bitta, hanno condiviso l’importanza di preservare lo straordinario valore agricolo, paesistico e ambientale del piano di Bianzone, che consideriamo un bene comune. Non è stato un tweet o un post su facebook che ci ha dato questo risultato. E’ stato possibile perché abbiamo condiviso caparbiamente un obiettivo e abbiamo lavorato tutti insieme per raggiungerlo. Abbiamo registrato una unità di intenti straordinaria, che è andata ben al di là dei soggetti direttamente interessati. Non dobbiamo dimenticarlo! Senza il Comitato la cava sarebbe stata fatta e, a quel punto, sarebbe stato possibile ai cavatori richiedere nuovi ampliamenti, come è stato fatto a Colorina, Montagna, Castello al piano, ecc.
  • 4. Abbiamo davvero tutelato e valorizzato il piano di Bianzone, nell’interesse di tutti, a partire da quello dei proprietari e dei coltivatori dei terreni. Ma ora si tratta di decidere, di nuovo, il futuro del piano di Bianzone. Già nel 2015 abbiamo coltivato insieme secondo i criteri dell’agricoltura biologica un campo di mais di oltre 2000 metri, messo a disposizione dai nostri associati, con lo slogan : la terra deve produrre cibo. Intanto, come già annunciato sui giornali locali, il Comitato ha avviato un progetto di coltivazione secondo gli standard dell’agricoltura biologica dell’intera piana di Bianzone, al momento attuale già condiviso da tutte le aziende agricole che coltivano la zona. Il progetto può portare a un deciso salto di qualità, oltre che per gli aspetti agronomici, anche per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici e ambientali, di biodiversità e salubrità, con ricadute anche sulla fruibilità turistica della zona. Con un preciso obiettivo: collegare le realtà già affermate di coltivazione biologica della Val Poschiavo e del Biodistretto della Val Camonica, unendo quindi tre Province e due Stati. Un progetto nemmeno immaginabile pochi anni fa che può essere un fiore all’occhiello per il Comune di Bianzone, con ricadute positive per l’intero territorio e che può portare a una maggiore valorizzazione dei terreni, come già succede in val Poschiavo. Un progetto in linea con tutti gli strumenti di pianificazione della Regione, della Provincia e del Comune (che nel recente PGT ha classificato l’intero piano di Bianzone come area agricola di salvaguardia (E3), cioè come area ad alta valenza paesistica e ambientale, per la tutela del suolo e gravata dal vincolo di inedificabilità, con lo scopo di tutelarne la specificità. Noi crediamo a questo progetto, già ampiamente condiviso!!! Però, anche se non abbiamo avuto nessuna comunicazione ufficiale e nemmeno informale, ci risulta ci sia un altro progetto di coltivazione già da questa annata agraria, a partire proprio dalla zona dove era (è) prevista la cava del Ranèe. Alcune aziende agricole avrebbero già ricevuto la disdetta del contratto di affitto, con effetto immediato. Tale progetto di coltivazione avrebbe caratteristiche radicalmente differenti da quelle finora attuate nel piano di Bianzone, e difficilmente sarebbe compatibile con il progetto di coltivazione che il Comitato intende proporre. Abbiamo convocato questa assemblea anche per essere informati e informare i nostri associati riguardo alle caratteristiche di questo progetto, se davvero esistente. Ne abbiamo il diritto! Questa contesa tra diversi progetti di coltivazione conferma l’importanza della lotta del Comitato per la difesa del suolo e dei terreni destinati all’agricoltura: il suolo agricolo è risorsa sempre più scarsa e sempre più importante, che va difesa. Ma questa contesa richiede di decidere, di nuovo, il futuro del piano di Bianzone. Le ragioni dell’assembleapubblica Tutti insieme, alle assemblee del 17 e del 28 marzo 2011, abbiamo deciso di impegnarci per la tutela e valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone, conferendo mandato al Consiglio Direttivo del Comitato per “ chiedere lo stralcio da parte dell’Amministrazione Provinciale dell’area interessata dal piano cave”. A distanza di cinque anni, abbiamo raggiunto l’obiettivo con un riconoscimento pieno e totale delle ragioni espresse in quelle lontane assemblee.
  • 5. Ora, tutti insieme, dobbiamo decidere se e come proseguire. Lo statuto del Comitato, che insieme abbiamo approvato e sottoscritto nell’assemblea del 2011, prevede i seguenti scopi e attività: Il Comitato ha per scopo la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone, con riferimento ai terreni compresi tra la ferrovia adiacente alla Statale 38 e il fiume Adda, che costituiscono un territorio omogeneo per caratteristiche ambientali e per problematiche di sviluppo rurale. Infatti il piano di Bianzone occupa un territorio di circa cento ettari, del tutto integro dal punto vista ambientale, da secoli coltivato a prato e ora anche a mais dalle aziende agricole per l’allevamento del bestiame, conferenti alle cooperative del settore lattiero-caseario. Insieme ai frutteti sui conoidi delle valli di Bianzone e di Boalzo e ai vigneti sul versante retico le coltivazioni del piano sono una componente fondamentale dell’economia agricola del comune di Bianzone che nel suo complesso il Comitato intende tutelare e valorizzare. In particolare il Comitato curerà i seguenti scopi specifici.  Tutela del territorio, costituito da coltivazioni prative e di mais inframmezzate a boschine, percorso da est a ovest dalla Rugia del Ranèe che, attraverso il comune di Villa di Tirano, deriva l’acqua dal Poschiavino per riportarla nell’Adda nella zona di Tresenda di Teglio, con l’obiettivo di mantenere le possibilità di accesso continuativo alle risorse naturali senza arrecare danni pregiudizievoli all’ecosistema.  Valorizzazione ecologica del territorio, con interventi di ripristino e miglioramenti di ecosisitemi naturali  Rimessa in funzione e tutela del retico idrico, costituito dalla roggia e dalla rete dei rugiai.  Valorizzazione del territorio agricolo, anche con la promozione di un progetto di irrigazione adeguato alle necessità delle colture agricole e la manutenzione e il miglioramento della viabilità ad uso agricolo.  Rimessa in funzione dei consorzi ripariali (roggia e Adda) non più funzionanti, ma soggetti di diritto a tutti gli effetti. Chiediamo un mandato all’assemblea per proseguire e conseguire gli scopi del comitato. Il Presidente Edj Polinelli