1. Il ruolo della cultura Recenti studi hanno messo laccento sul ruolo della cultura nei processi attributivi. Un aspetto che viene sottolineato riguarda la tendenza della cultura occidentale a preferire le attribuzioni relative alla persona piuttosto che alla situazione a differenza delle culture di tipo collettivista, come sono spesso quelle orientali, che invece pongono in risalto lappartenenza di gruppo, linterdipendenza e la conformit alle norme del gruppo.
2. Gli stili attributivi Con il discorso degli stili attributivi si tiene conto delle differenze individuali nel processo attributivo . Gi Heider sottolineava lintervento di disposizioni stabili e abbastanza generalizzate, proprie degli osservatori come persone, atte ad orientare il processo attributivo verso un locus causale interno o esterno (schemi di riferimento personali, settoriali e non necessariamente collegati o relativamente generalizzati che operano preferibilmente in condizioni di informazione insufficiente o ambigua).
3. Gli stili attributivi Tali schemi di riferimento soggettivi risultano spesso ampiamente condivisi nellambito dei gruppi naturali come aspetti di specifici modelli culturali (es. gruppi giovanili).
4. Gli stili attributivi Tra gli stili attributivi si colloca la teoria del locus di controllo di Rotter. Lapproccio di Rotter 竪 centrato sulle differenze individuali stabili che influenzano il processo di attribuzione anzich辿 sulle condizioni di avvio e sulle modalit di svolgimento del processo stesso.
5. Gli stili attributivi Secondo Rotter le persone si differenziano nelle aspettative , relativamente stabili e generalizzate, concernenti lorigine dei rinforzi, positivi e negativi, del comportamento proprio e altrui , cio竪 il luogo in cui si colloca il controllo del comportamento.
6. Gli stili attributivi Le persone con locus di controllo prevalentemente interno ritengono che gli eventi con carattere di rinforzo siano interni allindividuo che pertanto ha la capacit di controllare il proprio comportamento. Le persone con locus di controllo prevalentemente esterno ritengono che gli eventi rinforzanti dipendano in prevalenza da fattori esterni allindividuo (caso, fortuna, fattori legati alla societ).
7. Gli stili attributivi La percezione del locus di controllo come prevalentemente interno o esterno sembra operare come uno schema di riferimento causale : esso rende un certo tipo di cause (interne o esterne) soggettivamente pi湛 probabili di quelle opposte, portando cos狸 losservatore a preferirle in quanto psicologicamente pi湛 accessibili. Ci嘆 non esclude che ci siano situazioni sociali che tendono a condizionare laspettativa di esternalit o internalit del locus di controllo .
8. Gli stili attributivi La stima di S辿 rappresenta unimportante fonte di differenze individuali atte ad influenzare il comportamento e il processo di attribuzione soprattutto sul versante dellautoattribuzione. In linea generale le persone con grado elevato di stima di S辿 tendono ad attribuire i propri successi a cause interne, i propri insuccessi a cause esterne manifestando una netta propensione autoindulgenza .
9. Gli stili attributivi Al contrario le persone con basso grado di stima di S辿 tendono a vedere i propri successi come causati da fattori esterni e ad accollarsi la responsabilit dei propri insuccessi , manifestando cio竪 una netta propensione alla autoseverit , fino alla autodenigrazione .
10. Gli stili attributivi Tale processo attributivo legato alla stima di s辿 ha senso per chi lo formula solo se, oltre a stabilire un nesso causa effetto atto a dare una spiegazione causale plausibile e accettabile dellevento osservato, risulta congruente con la concezione che la persona ha di S辿 (ruolo dei fattori motivazionali nel processo attributivo).
11. Gli stili attributivi Ci嘆 appare particolarmente evidente per i soggetti con autostima elevata , nei quali linternalizzazione del successo e lesternalizzazione dellinsuccesso , operano come protezione e base per lincremento dellautostima stessa . Anche se in modo meno evidente lo stesso vale per i soggetti con autostima bassa : in questi casi, tuttavia la internalizzazione dellinsuccesso e la esternalizzazione del successo pu嘆 essere vista come funzionale al mantenimento di una certa concezione di S辿 (impotente e inadeguato, incapace di agire attivamente sullambiente).
12. Gli stili attributivi Su questo concetto si basa la teoria dellimpotenza appresa che consiste in unaspettativa di incapacit di controllare personalmente gli eventi , appresa sulla base di precedenti esperienze di simile tipo: la persona 竪 convinta che non vi sia relazione tra quello che fa e quello che ottiene e che ci嘆 derivi da cause interne a s辿.
13. Gli stili attributivi Limpotenza appresa porterebbe tipicamente ad uno stile attributivo caratterizzato dalla tendenza a giungere ad attribuzioni interne-stabili e/o interne-globali dellinsuccesso , e, in misura meno netta, ad attribuzioni esterne-instabili e/o esterne -specifiche del successo .
14. Gli stili attributivi Tra gli effetti di questo processo attributivo vi possono essere: deficit motivazionali in quanto laspettativa di insuccesso pu嘆 ritardare liniziativa delle risposte volontarie adatte alla situazione ; deficit affettivi in quanto tale tipo di aspettativa pu嘆 abbassare il tono dellumore ; deficit cognitivi in quanto essa pu嘆 interferire sullapprendimento di risposte potenzialmente atte a procurare leffetto desiderato .
15. Critiche ai modelli classici 1. I modelli classici vengono proposti come modelli di processo ma si limitano a stabilire quale corrispondenza intercorra, sul piano logico induttivo , tra specifici input di informazione e specifici output di attribuzione , lasciando in ombra il processo cognitivo che connette entrata e uscita.
16. Critiche ai modelli classici 2. Le teorie classiche assegnano al processo attributivo una funzione primariamente conoscitiva finalizzata a consentire alla persona di spiegare in termini causali il comportamento, proprio o altrui, allo scopo di giungere ad una visione organizzata e significativa del mondo nel quale vive. Tra le funzioni oggi riconosciute vi sono: mantenimento, protezione e incremento del senso del valore personale ; apertura e consolidamento di relazioni soddisfacenti con gli altri ; ottenere lapprovazione altrui e presentarsi nella luce ritenuta pi湛 opportuna .
17. Critiche ai modelli classici 3. Le teorie classiche analizzano il processo in termini astratti e generali secondo una prospettiva prevalentemente cognitiva e centrata sullindividuo trascurando un livello di analisi interindividuale e intergruppo. ormai ampiamente accettato che il discorso sullattribuzione e pi湛 in generale sulla spiegazione del comportamento non pu嘆 non tener conto del contesto socio-normativo nellambito del quale essa 竪 data.
18. Critiche ai modelli classici 4. I modelli classici presentano un carattere prevalentemente induttivo adottando la dimensione causale come dimensione principale. Con i modelli pi湛 recenti c竪 stato uno spostamento del centro di interesse, dal tipo e dalle caratteristiche dellinformazione in ingresso alle ipotesi causali presenti in colui che formula lattribuzione e parallelamente dalla spiegazione in chiave di cause ad altri tipi possibili di spiegazione . Da una prospettiva induttivo-inferenziale si 竪 passati ad una prospettiva ipotetico-deduttiva.
19. I nuovi modelli Tra le concettualizzazioni che contestano la descrizione del processo attributivo in termini di locus di causazione vi sono il modello di Kruglanski e quello di Buss . Malgrado le posizioni dei due autori siano in contrasto su vari punti, le due proposte sono assimilabili per quanto riguarda il rifiuto di una prospettiva che si fondi su una ascrizione causale deterministicamente intesa . Entrambi gli autori considerano le spiegazioni in termini finalistici oltrech竪 in quelli deterministici.
20. I nuovi modelli Secondo Kruglanski nella spiegazione di un comportamento le persone distinguono tra: 1. Comportamenti intenzionali che trovano uno scopo in s辿 , sono cio竪 intrinsecamente motivati ( causazione endogena ); Es. corro perch辿 mi piace correre. 2. Comportamenti intrapresi allo scopo di raggiungere fini esterni ai comportamenti stessi ( causazione esogena ) Es. corro per prendere il treno.
21. I nuovi modelli Sempre secondo lautore 竪 necessario distinguere tra: 1. Azioni (espressione della volont dellattore - intenzionali) spiegabili sia in termini delle cause (sempre interne) che le hanno prodotte, sia in termini di fini verso i quali tendono e di motivi e ragioni per i quali sono stati intrapresi; 2. Accadimenti (non dipendenti dalla volont dellattore) spiegabili solo in termini di cause (sia interne che esterne).
22. I nuovi modelli Nel suo modello Buss distingue tra due tipi di spiegazioni relative ad eventi altrettanto diversi: le azioni e gli accadimenti nellaccezione di Kruglanski. Mentre gli accadimenti sono spiegabili solo in termini di cause , le azioni possono essere spiegate in termini di cause e ragioni . I due tipi di spiegazioni corrisponderebbero a due diversi punti di vista, a due ruoli nel contesto dellinterazione sociale: lattore fornirebbe spiegazioni in termini di ragioni,losservatore in termini di cause.
23. I nuovi modelli La distinzione tra cause e ragioni corrisponde alla distinzione tra due diverse prospettive nella spiegazione della condotta umana: la spiegazione in termini di cause , ha infatti caratterizzato le teorie classiche dellattribuzione , mentre la spiegazione in termini di ragioni 竪 tipica della tradizione di ricerca sui rendiconti della condotta di matrice interazionista simbolica .
24. I nuovi modelli Successivamente al modello ANOVA Kelly espone una serie di riflessioni e ipotesi relative ai meccanismi di attribuzione che intervengono nellinterazione sociale in cui frequentemente colui che formula lattribuzione non ha accesso a informazioni maggiori di quelle che pu嘆 raccogliere nella specifica e particolare occasione di osservazione . Lassunzione di questa ottica comporta anche il riconoscimento del ruolo svolto dallesperienza precedente del soggetto.
25. I nuovi modelli Per fornire una spiegazione in proposito, Kelly introduce il concetto di schema causale . Lo schema causale 竪 una concezione generale che la persona ha circa il modo in cui certi tipi di cause interagiscono per produrre uno specifico effetto. Gli schemi causali verrebbero utilizzati principalmente nei casi in cui linferenza si basa su uninformazione carente , sia perch辿 il problema non 竪 tanto importante da richiedere una ricerca di informazioni ulteriori, sia perch辿 il soggetto non ha il tempo di attuarla.
26. I nuovi modelli Tali concezioni fornirebbero al soggetto uno schema di riferimento in cui inserire gli elementi di informazione disponibili allo scopo di trarre inferenze causali. Uno schema causale deriva, secondo Kelly da esperienze precedenti di osservazione e di azione e da insegnamenti impliciti ed espliciti circa la struttura causale del mondo .
27. I fattori sociali alla base del processo attributivo In molti dei contributi pi湛 recenti il processo di attribuzione non 竪 pi湛 riferito ad operazioni prevalentemente induttive, innescate dagli elementi informativi disponibili, quanto allinfluenza esercitata da fattori preesistenti nel soggetto conoscente come aspettative, ipotesi, teorie intuitive, ecc . Tuttavia in tali modelli, come gi nei modelli classici lanalisi del processo di attribuzione viene affrontata ad un livello intra-individuale , senza tener conto del contesto sociale.
28. I fattori sociali alla base del processo attributivo A partire dagli anni ottanta sono state proposte diverse estensioni in senso sociale della teoria dellattribuzione. Il termine sociale da un lato viene inteso in termini prevalenti di relazioni intergruppi , dallaltro viene inteso in termini di schemi culturali di riferimento, norme, convenzioni storicamente determinate .
29. Stereotipi sociali e processo di attribuzione In che modo gli stereotipi dellosservatore influenzano i suoi giudizi attributivi? Partendo dal presupposto che lo stereotipo rappresenti un insieme di aspettative che il percepiente ha circa i membri di un gruppo sociale ne deriva la tendenza ad attribuire: 1. i comportamenti concordanti con lo stereotipo (prevedibili in base ad esso) a caratteristiche proprie del soggetto-bersaglio (caratteristiche interne); 2. i comportamenti che contraddicono lo stereotipo (non prevedibili in base ad esso) a fattori situazionali, esterni al soggetto-bersaglio.
30. Stereotipi sociali e processo di attribuzione I risultati delle varie ricerche compiute in questo ambito evidenziano chiaramente come le attribuzioni possano essere funzionali al mantenimento da parte dellosservatore di uno stereotipo negativo circa un gruppo esterno e dimostrano che lo stereotipo agisce come schema che organizza le cognizioni successive.
31. Categorizzazione sociale e processo di attribuzione Le ricerche effettuate in questo settore sono focalizzate sulle relazioni intergruppi e sulle attribuzioni reciproche formulate da soggetti appartenenti a gruppi diversi. Da tali ricerche emerge come la competenza attribuita ad un altro 竪 maggiore quando questa persona appartiene alle stesse categorie del soggetto .
32. Categorizzazione sociali e processo di attribuzione A livello di attribuzione emerge che, a parit di maggiore competenza attribuita ai membri del proprio gruppo : 1. nelle condizioni di successo viene espressa unattribuzione interna di esso per i membri del proprio gruppo ed una attribuzione esterna per i membri di altri gruppi ; 2. nelle condizioni di insuccesso viene espressa unattribuzione esterna per le persone appartenenti al proprio gruppo ed una interna per quelle appartenenti ad altri gruppi . Tali effetti di favoritismo appaiono particolarmente evidenti nel gruppo dominante.
33. Categorizzazione sociali e processo di attribuzione I risultati citati suggeriscono comunque uninterpretazione che va al di l della relazione intergruppo e dei processi di favoritismo del proprio gruppo. In altre parole appare difficile sostenere che il sociale influenza i giudizi espressi dagli individui prevalentemente attraverso le appartenenze categoriali degli stessi.
34. Categorizzazione sociali e processo di attribuzione Intesa in senso pi湛 ampio la stessa categorizzazione sociale non 竪 una semplice ripartizione classificatoria di persone, gruppi, situazioni ma rispecchia la concezione-rappresentazione della realt sociale propria della persona che la attua . Ne consegue che persone diverse, in quanto appartenenti a gruppi e/o ambiti culturali diversi possono dar luogo a categorizzazioni diverse , basate su salienze e significati categoriali diversi.
35. I fattori sociali alla base del processo attributivo Le rappresentazioni sociali possono essere importanti per lattribuzione sociale nella misura in cui il contenuto delle rappresentazioni serve come fonte di schemi causali socialmente determinati . Questo apre la strada ad una concreta considerazione delle determinanti storico-sociali dei giudizi di tipo attributivo in cui si tenga conto delle regole, delle norme e delle rappresentazioni condivise che determinano il corso e il significato della vita quotidiana e che variano da contesto a contesto e da situazione a situazione .