2.  Afrodite era la dea della bellezza e dell’amore, che i
Romani identificarono con Venere. Secondo Omero
era figlia di Zeus e della ninfa Dione, mentre secondo
Esiodo era nata in primavera dalla spuma del mare (dal
greco aphrós, schiuma), fecondata dai genitali di
Urano, scagliati in mare da Crono, che si era ribellato
al padre e lo aveva evirato.
3. ï‚— Appena la dea emerse nuda dalle onde, sopra una
conchiglia di madreperla, Zefiro la spinse sulla riva
dell’isola di Cipro (onde l’appellativo di Ciprigna, oltre
a quello di Anadiomene, l’emersa). Era adorata come
Afrodite Urania, simbolo dell’amore puro e celestiale, o
come Afrodite Pandemia, la dea dell’amore sensuale.
4. ï‚— Il suo culto fu molto diffuso e dai luoghi dove veniva
adorata le derivarono altri soprannomi. Fu chiamata
Citerea, da Citera, ma il suo culto fiorì anche a Corinto,
ad Argo, sul monte Erice.
5.  Quando mosse i suoi primi passi sull’isola, le andarono
incontro le Ore, le Cariti o Grazie e altre divinità , che si
misero al suo servizio come ancelle e l’agghindarono
con vesti e gemme preziose. Quindi la dea fu portata
sull’Olimpo, dove fu accolta con ammirazione e giubilo
da tutti gli dei, a eccezione delle invidiose Era e Atena.