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Clima e comunità umane: i profughi ambientali Maurizio Gubbiotti Responsabile Dipartimento Internazionale Legambiente Genova – 16 Settembre 2010
Quando a pagare per gli effetti del cambiamento climatico sono i gruppi e le comunità più deboli:  i profughi ambientali   Circa  6 milioni  di persone  ogni anno  sono costrette a lasciare le proprie case e il proprio territorio a causa dei cambiamenti climatici. Secondo le stime dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ( UNHCR ) e dell’International Organization for Migration ( IOM ), entro il  2050  tra i  200 e i 250 milioni  di persone saranno coinvolti in migrazioni dovute ad eventi meteorologici estremi, ossia 1 persona ogni 45. Attualmente circa il  3% della popolazione mondiale  (192 milioni di persone) non vive nella sua terra di nascita. La causa più importante delle migrazioni sono proprio gli eventi meteorologici estremi: le stime per il  2010  prevedono  50 milioni di profughi ambientali . Si stima che nel  2010  il numero di profughi ambientali nel mondo, sarà pari all’intera popolazione italiana attuale. Clima e comunità umane: i profughi ambientali 1/13
Uno scenario in evoluzione.  Verso quale futuro? “ La migrazione umana è tra gli effetti principali dell’impatto dei cambiamenti climatici, ritenuti uno dei fattori più importanti del processo migratorio.” IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change 2/13 Eventi sismici e profughi ambientali: Tra le cause principali di un aumento esponenziale del numero dei profughi ambientali nei prossimi anni ci sono: Innalzamento del livello del mare e inondazioni  costiere Intensificarsi di eventi meteorologici estremi  come alluvioni, inondazioni e uragani - Terremoti - Siccità e desertificazione  - Guerre per il controllo delle materie prime Clima e comunità umane: i profughi ambientali Abruzzo – aprile 2009 68.000 di sfollati Cina – aprile 2010 15 milioni di sfollati
Un disastro in attesa  (1/2) Secondo le stime dell’ International Organization for Migration , i paesi più esposti sono: Le zone costiere abitate del  Bangladesh , dove il mare sta invadendo il Gange (previste 15 milioni di persone da evacuare) Paesi Bassi  (il governo, per far fronte all’emergenza, ha programmato investimenti per un importo superiore ai 100 dollari pro-capite fino al prossimo secolo, e un esteso programma di delocalizzazione selettiva delle aree più basse sul suo territorio) Piccole isole  dell’Oceano Pacifico  (2.000 abitanti delle Isole Carteret dell’arcipelago della Papua Nuova Guinea; 100.000 abitanti della Repubblica di Kiribati) Maldive continua .. 3/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali
Un disastro in attesa  (2/2) …  continua Marocco ,  Tunisia ,  Libia  perdono ogni anno 1.000 chilometri quadrati di terre produttive a causa della desertificazione Egitto , dove metà delle terre arabili irrigate soffre la salinizzazione Turchia , a causa della perdita di circa 160 mila chilometri quadrati di terre coltivabili 4/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali
Secondo l’ Organizzazione Internazionale per le Migrazioni , i quattro punti di azione fondamentali sono: Riconoscimento del problema da parte della comunità internazionale e conseguente riconoscimento dello status giuridico di profugo ambientale Politiche contro la vulnerabilità Mantenimento alto del livello della ricerca Aiuto ai paesi in via di sviluppo 5/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali
Profughi ambientali: vittime “invisibili” del cambiamento climatico  (1/2) 6/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali Convenzione di Ginevra  del 1951 –  ART 1 : ha diritto allo status di  rifugiato  “qualsiasi persona che, a motivo di un ben fondato timore di essere perseguitata per ragioni di razza, religione, o opinione politiche, si trova all’esterno del paese di cui possiede la nazionalità, e non può o, a motivo di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di quel paese” Nonostante ad oggi il fenomeno dei migranti e dei rifugiati per cause ambientali sia di notevole entità, giuridicamente i rifugiati ambientali non esistono: né la Convenzione di Ginevra, né il suo Protocollo supplementare del 1967, ne riconoscono lo status giuridico.
Profughi ambientali: vittime “invisibili” del cambiamento climatico  (2/2) Nonostante le stime prevedano un flusso migratorio prevalentemente da sud a sud, anche l’Europa pensa a delle leggi riguardo i profughi ambientali 7/13 “ A causa dei cambiamenti climatici, Europa e Stati Uniti subiranno nuove ondate di immigrazione nei prossimi anni, di  rifugiati del clima , provenienti soprattutto dagli strati più fragili della società” The German Marshall Fund Clima e comunità umane: i profughi ambientali
A Cochabamba si rilancia la  giustizia climatica Dalla dichiarazione finale della Conferenza dei Popoli sul Cambiamento Climatico e i Diritti della Madre Terra 22 aprile 2010 – Cochabamba, Bolivia 8/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali A fronte della mancanza di un riconoscimento giuridico e di un organo internazionale che prevenga e sanzioni i delitti e i crimini climatici e ambientali che attentano ai diritti della Madre Terra, a Cochabamba si è ribadita la necessità della creazione di un  Tribunale Internazionale di Giustizia Climatica e Ambientale , con una capacità giuridica vincolante COP 16   Dicembre 2010  –  Cancun, Messico
Se la Puglia diventa un grande deserto.. Zone a rischio desertificazione  (% della superficie a rischio): Puglia  60%   Basilicata  54% Sardegna  52% Sicilia  47% Sardegna  31% 9/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali Anche l’ Italia  ha già iniziato a scontare gli effetti del riscaldamento globale in quanto area mondiale “ a alta vulnerabilità in termini di perdita di zone umide e in particolare degli ecosistemi e della biodiversità marino-costiera ”.  Si stima che saranno sommersi circa  4.500 chilometri quadrati  del territorio nazionale, distribuiti in prevalenza al Sud, dove si concentreranno la maggior parte delle aree che andranno incontro a una progressiva desertificazione.  Per le Agenzie umanitarie si prospetta l’adozione di provvedimenti senza precedenti, dovendo moltiplicare per 10 o 20 le loro riserve di emergenza.
Profughi ambientali: casi di cronaca recente 10/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali Gennaio 2010 –  Haiti terremoto di magnitudo 7.0 mw 3 milioni  di persone colpite Febbraio 2010 –  Cile terremoto di magnitudo 8.8 mw 2 milioni  di sfollati Luglio 2010 –  Pakistan , regione di Peshawar (nord-ovest) inondazioni e alluvioni 14 milioni  di persone colpite (compresa la popolazione di India e Cina) – oltre  400.000  evacuati
In Pakistan una delle peggiori inondazioni degli ultimi secoli  (1/2) 11/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali All’inizio del mese di agosto, una serie di piogge monsoniche si è abbattuto sul Pakistan. Un quinto del paese è stato sommerso dall’acqua.   Charsadda, Nowshwera, Swat e le regioni di  Shangala a Khyber Pakhtunkhwa sono le  zone più colpite. Le persone colpite direttamente dalle inondazioni sono circa  750.000 . Secondo le stime ONU, più vittime dello tsunami asiatico del 2004 e dei terremoto in Kashmir del 2005 e ad Haiti nel 2010.
In Pakistan una delle peggiori inondazioni degli ultimi secoli  (2/2) 12/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali Le alluvioni monsoniche hanno distrutto case, fattorie e i mezzi di sostentamento di milioni di famiglie Circa  20 milioni  di persone hanno perso tutto; sono sfollati e rischiano di trasformarsi in profughi ambientali. La maggior parte degli sfollati colpiti dalle alluvioni vivono ammassati in edifici pubblici, come scuole e università. Tra loro vi sono migliaia di rifugiati afghani e sfollati pakistani che per la seconda volta hanno improvvisamente perso le loro case.
Grazie per l’attenzione Maurizio Gubbiotti Responsabile Dipartimento Internazionale Legambiente 13/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali

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  • 12. In Pakistan una delle peggiori inondazioni degli ultimi secoli (1/2) 11/13 Clima e comunità umane: i profughi ambientali All’inizio del mese di agosto, una serie di piogge monsoniche si è abbattuto sul Pakistan. Un quinto del paese è stato sommerso dall’acqua. Charsadda, Nowshwera, Swat e le regioni di Shangala a Khyber Pakhtunkhwa sono le zone più colpite. Le persone colpite direttamente dalle inondazioni sono circa 750.000 . Secondo le stime ONU, più vittime dello tsunami asiatico del 2004 e dei terremoto in Kashmir del 2005 e ad Haiti nel 2010.
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