Rapporto Coesione è Coesione, di Symbola, Unioncamere e Aaster.
La coesione fa crescere le imprese. E il fatturato va su per il 39% delle imprese che hanno relazioni con comunità, territori, non profit, per le altre solo nel +31% dei casi.
L’occupazione cresce nel 22% delle imprese coesive, contro il 15% delle altre
1 of 21
Downloaded 17 times
More Related Content
Coesione è competizione - Presentazione di Claudio Gagliardi, Segretario generale UNioncamere
1. COESIONE È COMPETIZIONE
Nuove geografie
della produzione di valore
Claudio Gagliardi
Segretario Generale Unioncamere
Treia, 27 giugno 2014
3. EPPURE, C’E’ UN’ITALIA CHE FA L’ITALIA
CON QUALI LENTI OCCORRE LEGGERE L’ECONOMIA ITALIANA?
4. COME VALUTARE LA NOSTRA
ECONOMIA E LA CRESCITA?
Centralità della finanza
Giudizio agenzie di rating
Equilibri macroeconomici internazionali
Massimizzazione del profitto
Benessere individuale
Andamento borse
Produttività del lavoro
Responsabilità sociale d’impresa
Equità e mobilità sociale
Centralità dell’impresa e del lavoro
Qualità della vita nelle
comunità territoriali
Sostenibilità ambientale e sociale
Economia reale
Benessere delle famiglie
5. Centralità della finanza
Giudizio agenzie di rating
Equilibri macroeconomici
internazionali
Massimizzazione del profitto
Benessere individuale
Andamento borse
Produttività del lavoro
Responsabilità sociale
d’impresa
Equità e mobilità sociale
Centralità dell’impresa
e del lavoro
Qualità della vita nelle
comunità territoriali
Sostenibilità ambientale
e sociale
Economia reale
Benessere delle famiglie
COME VALUTARE LA NOSTRA
ECONOMIA E LA CRESCITA?
7. LA REALTÀ ITALIANA:
L’ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO
4,8 mln imprese
extra agricole
operative con addetti
0,6 mln
imprese
non familiari
4,2 mln
imprese
familiari (88%
del totale)
0,3 mln
imprese
non familiari
con
dipendenti
1,3 mln
imprese
familiari con
dipendenti
92mila
familiari
allargate
77mila
cooperative
attive
territorio comunità
(12% del totale)
8. LA FORZA DEI TERRITORI:
I DISTRETTI INDUSTRIALI
Fonte: Centro Studi Unioncamere
9. «Una via importante da seguire è quella di una
diversa lettura della storia del pensiero economico,
e in particolare della tradizione italiana.
Se noi riuscissimo a individuare una tradizione italiana,
diversa da quella che è diventata il mainstream,
che presenta tutta una sua genealogia,
questa sarebbe un’operazione di primaria importanza,
perché significherebbe mostrare che una scienza economica
che punta sulla fiducia, sui beni relazionali e sulla felicità
non è la trovata effimera di qualche economista scontento,
ma è piuttosto un ritorno a un modo italiano
– mediterraneo, diciamo – di concepire la scienza economica
come mezzo per l’incivilimento delle nazioni»
GIACOMO BECATTINI
10. La percezione degli imprenditori
COSA SIGNIFICA ESSERE PARTE
DEL MODELLO ITALIANO ?
Fonte: Centro Studi Unioncamere
«Chi è sradicato, sradica.
Chi è radicato, non sradica.
A ogni essere umano
occorrono radici multiple»
SIMONE WEIL
11. THE ITALIAN WAY OF DOING BUSINESS:
LA CREAZIONE DI VALORE NEL TEMPO
Fonte: Centro Studi Unioncamere
13. LE INIZIATIVE E LE IMPRESE CHE
DELINEANO UN NUOVO MODELLO
42,2%
Workers buyout
(Greslab, Ri-Maflow,
Fonderie Zen),
sharing economy
(Le Cicogne,
Openwear) e lavori
di utilità sociale
come alternativa
alla cassa
integrazione (Alessi)
Attenzione ai lavoratori svantaggiati
(Cereria Terenzi, BBHolding,
Marchesi de’ Frescobaldi, Ferrero)
e migliore conciliazione tra famiglia
e lavoro (San Pellegrino)
Start-up imprese sociali
(Unioncamere),
azionariato sociale
(discarica di Peccioli),
collaborazione pubblico-
privato per gestione beni
culturali (MKT121)
Accordi per garantire
alla filiera i tassi di
interesse dell’impresa
leader (Gucci, Diesel)
e marchio di qualità
per l’offerta del
territorio (Technogym)
Sostegno del non profit e di iniziative di
valore sociale (Banca Prossima, Oltre
Venture, Ubi Banca, Fondazione Cariplo)
Recupero tradizioni
produttive (Made in Goel),
turismo di comunità
(Briganti di Cerreto),
incubatori di innovazione
sociale (FAB)
Recupero di stabili
per nuove iniziative
(im-possible living, Ex-Fadda),
formazione green jobs
(A.FO.RI.S.)
14. LA COESIONE È COMPETIZIONE E
CREA OCCUPAZIONE E BENESSERE
15. Fonte: Centro Studi Unioncamere
QUANTO È IMPORTANTE IL NON PROFIT
PER LE IMPRESE COMPETITIVE?
I legami con le istituzioni non profit, per la realizzazione di iniziative di natura sociale e
solidaristica, non sono motivati solo dalla volontà di accrescere la reputazione aziendale.
Per le imprese esiste anche un vantaggio economico: perché il non profit è scoperta di
nuovi bisogni, è innovazione, è garanzia di integrazione con la comunità e con i territori.
INSIEME AL NON PROFIT, AUMENTA LA COMPETITIVITÀ
16. * Addetti, lavoratori esterni, lavoratori temporanei e volontari ricondotti a persone/anno.Fonte: elaborazioni su dati Istat
QUANTO È IMPORTANTE IL NON PROFIT
PER LO SVILUPPO DEI TERRITORI?
20. «Un tempo credevamo che ci fosse
un trade-off, che avremmo potuto
ridurre le disuguaglianze solo
rinunciando a efficienza e crescita.
Oggi sappiamo che c’è un doppio
dividendo: più uguaglianza significa
anche più crescita»
JOSEPH E. STIGLITZ (2013)
Premio Nobel per l’Economia