2. Premessa Ontologica:
la Cura come
struttura dellesistenza
Per Martin Heidegger, la Cura 竪 ci嘆 che regge la
nostra esistenza, ne 竪 la struttura
Cominciamo a raccontarlo attraverso la favola di
Caio Giulio Igino
3. LA FAVOLA DI IGINO
La Cura, mentre stava attraversando un fiume, scorse del fango cretoso;
pensierosa ne raccolse un po e cominci嘆 a dargli forma. Mentre 竪
intenta a stabilire che cosa abbia fatto, interviene Giove. La Cura lo
prega di infondere spirito a ci嘆 che essa aveva fatto. Giove acconsente
volentieri. Ma quando la cura pretese di imporre il suo nome a ci嘆
che aveva fatto, Giove glielo imped狸 e volle che fosse imposto il
proprio. Mentre Giove e la Cura disputavano sul nome, intervenne
anche la Terra, reclamando che a ci嘆 che era stato fatto fosse imposto
il proprio nome, perch辿 aveva dato ad esso una parte del proprio
corpo
(M. Heidegger, 1976, Essere e Tempo, trad. it. Longanesi, Torino, p. 247)
4. LA FAVOLA DI IGINO
I disputanti elessero Saturno a giudice. Il quale comunic嘆 ai
contendenti la seguente giusta decisione: Tu, Giove, che hai dato lo
spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai
dato il corpo, al momento della morte riceverai il corpo. Ma poich辿 fu
la Cura che per prima diede forma a questo essere, fin che esso viva lo
possieda la Cura. Per quanto concerne la controversia sul nome, si
chiami homo poich辿 竪 fatto di humus (Terra).
(M. Heidegger, 1976, Essere e Tempo, trad. it. Longanesi, Torino,
p. 247)
5. Cura come struttura dellesistenza
束La cura sembra essere il rapporto tra effettivit e
possibilit: dove il fatto di essere mondo, di essere
quelluomo l狸 e non altro, rappresenta per luomo la
condizione della sua stessa progettualit esistenziale:
della stessa possibilit di formarsi, di divenire ci嘆 che
pu嘆, (.) solo ci嘆 che lui pu嘆損
(Palmieri C., 2000, La cura educativa, Franco Angeli, Milano, p. 23)
6. Cura come struttura dellesistenza
Secondo Heidegger, l'uomo comprende se stesso in base alle
proprie possibilit: ciascuno pu嘆 divenire ci嘆 che 竪
(autoprogettarsi). Questo diventare o non diventare se stessi
(autenticit o inautenticit) ci si manifesta compiutamente
nell'angoscia. Ma questo capire chi potremmo essere che
costituisce il nostro modo di essere [ essere uomo vuol dire
conoscersi] ci proietta costantemente davanti a noi.
L'uomo 竪, nella sua essenza, un esistente proiettato in avanti, mai
fermo all'Hic et nunc. Questo, tra l'altro, non avviene in astratto, ma
nella costante relazione con il mondo di cui siamo parte. E tutto
questo in vista di un perch辿, in ragione di quell'esser presso le cose
(gli utilizzabili) di cui ci si prende cura. In altri termini: l'esistenza 竪
un lasciar essere le nostre possibilit verso ci嘆 che ci occupa.
7. Nella situazione di disabilit
Appartenere al genere umano significa costitutivamente avere
delle potenzialit, poter essere se stessi, a partire da s辿
Questo, nellambito delleducazione , 竪 fondamentale: ci ricorda
che sempre e comunque, qualunque sia il possibile livello di
compromissione della persona certificato da una diagnosi
quella persona ha delle potenzialit, soprattutto la possibilit
di essere ci嘆 che lei pu嘆 essere, nella sua unicit, a partire
anche dalla presenza del suo deficit.
8. Nella situazione di disabilit
Ma quali potenzialit?
Le potenzialit (possibili) non sono sempre
generiche, ma sono quelle specifiche possibilit
che appartengono al soggetto a partire dalla sua
attuale condizione fisica, psicologica, familiare,
sociale
9. Nella situazione di disabilit
Potenzialit, relazione ed esperienza
La manifestazione delle caratteristiche e proprie
possibilit di una persona disabile, come tutti del
resto, avviene allinterno dei processi di relazione e
dei contesti esperienziali:
le potenzialit non si possono determinare in astratto,
ma sperimentare e comprendere di volta in volta
10. Contesti e Esperienze
proposte e realizzate dal servizio A.E.C. negli ultimi anni
Anno scolastico Innovazioni apportate dalla Cooperativa
CASSIAVASS
Altro
2009-10 Inserimento Registro AEC 1属 Corso AEC
2010-11 Attivit Laboratoriali: Sperimentazione e applicazione
metodo Feurestein ; giocalciando US Ladispoli;
Formazione operatori a cura dei terapisti dellASL
RMF2
2011-12 Attivit Laboratoriali : Giocalciando , mediamente,
gruppi interculturali di ballo e cucina tradizionale
Coinvolgimento dei tecnici e operatori alla
sperimentazione ICF adulti
2012-13 Attivit Laboratoriali : Bottega darte, Geologia
applicata a contesti urbani, Psicopedagogia clinica al
servizio della scuola, Espressioni emotive nel teatro a
scuola, musicoterapia , pasticceria e cucina creativa.,
Laboratorio Feurestein,; Cambiamenti spaziali nelle
classi con alunni d.g.s.
Corso di perfezionamento sui tecniche cognitivo
comportamentali nei disturbi del comportamento
dello spettro autistico
2013-14 Attivit extra Laboratoriali : Logopedia propedeutica
per il passaggio alla scuola primaria, Bottega darte,
Geologia applicata a contesti urbani, Espressione
Musicale,ecc.
spazio di consulenza psicologica nella scuola per
genitori e insegnati
2014-15 Sperimentazione Nuovo Registro AEC con ICF CH;
inclusione AEC incontri di programmazione; geologia
applicata ai contesti urbani; servizio navetta presso i
centri riabilitativi; Gioco e Movimento;
Progetto S.T.O.P.
11. Nella situazione di disabilit
La rappresentazione e lesperienza
Perch辿 le potenzialit di un soggetto disabile si esprimano e si
riconoscano occorre:
1. Lavorare sulleffetto che fa limmaginario filmico e sulle
rappresentazioni delle persone che lo circondano (familiari,
educatori, professionisti, amici, ecc..): le percezioni e le
aspettative degli altri condizionano le possibilit di
espressione della persona disabile, nonch辿 il riconoscimento
della loro presenza
2. 2. Creare occasioni di esperienza, di sperimentazione di s辿:
una persona disabile, come chiunque altro, pu嘆 conoscere se
stessa, apprendere quali siano e di che tipo siano i propri
limiti ma anche quali siano le proprie capacit e risorse, solo
allinterno di contesti in cui possa realmente e
adeguatamente fare esperienza di s辿, degli altri e del mondo.
12. Come si esprime la Cura?
In atteggiamenti (modo dessere) e azioni in cui
si concretizza
Il prendersi cura
delle cose del mondo
Laver cura degli altri
Utilizzazione
Come oggetti
Come
soggetti
13. Aver cura degli altri
Come oggetti Come soggetti
Relazione funzionale
Cura inautentica Cura autentica
14. Palmieri C. propone questa visione
Laver cura autentico:
anticipare liberando
束La cura autentica aiuta gli altri a divenire
consapevoli e liberi per la propria cura損
(Heidegger M., 1976, Essere e Tempo, trad. it. Longanesi, Milano, p. 157)
15. Nella situazione di disabilit
La cura autentica implica la possibilit di trattare e quindi
pensare la persona disabile come un soggetto che,
comunque, pu嘆 essere ci嘆 che pu嘆: un soggetto che, a
partire dalla propria condizione, pu嘆, a modo suo, pensare
a s辿, sentire e comunicare i propri bisogni, desiderare,
scegliere, anche se solo nelle piccole cose di ogni giorno.
Implica riconoscerlo come interlocutore attivo nella
relazione e nellesperienza quotidiana.
16. Laver cura inautentico:
sostituire dominando
束Laver cura pu嘆 in un certo modo sollevare gli altri dalla cura,
sostituendosi loro nel prendersi cura, intromettendosi al loro
posto
Gli altri risultano allora espulsi dal loro posto, retrocessi, per
ricevere, a cose fatte e da altri, gi pronto e disponibile, ci嘆 di
cui essi si prendevano cura, risultandone del tutto sgravati
Gli altri possono essere trasformati in dipendenti e in
dominati, anche se il predominio 竪 tacito e dissimulato損
(Heidegger M., 1976, Essere e Tempo, trad. it. Longanesi, Milano, p. 157)
17. Nella situazione di disabilit
La cura inautentica 竪 un rischio sempre presente: 竪 facile
sostituirsi ad una persona se la percezione che si ha di
essa 竪 deficitaria
Quando succede, ci si sostituisce in quello che qualifica i
soggetti come tali: la facolt di sentire e comunicare
bisogni, di esprimere desideri, di fare delle scelte
Cos狸 facendo, si restringe la possibilit che la persona ha di
fare esperienza, di s辿 e del mondo.
18. Sempre Palmieri: lambiguit della Cura
Le nostre azioni, i nostri modi di essere nel mondo e con gli
altri sono sempre potenzialmente ambivalenti:
Proteggere 竪 necessario ma se le azioni di protezione sono
giocate inadeguatamente non favoriscono lautonomia
personale
Aiutare 竪 indispensabile, cos狸 come essere aiutati, ma si corre
sempre il rischio di essere invasivi, o di sostituirsi allaltro
nellassunzione delle proprie responsabilit, inibendone la
capacit di scelta
19. la cura sociale: Attenti: vi curo!
Per Palmieri a livello culturale e sociale, in
Europa, la Cura nasce come
preoccupazione sociale e istanza morale,
stagliandosi nellambito della cura
inautentica
20. La Cura come Normalizzazione?
Pare che la cura nasca sulla scorta di una preoccupazione
sociale inerente il mantenimento dellordine pubblico, la
garanzia di funzionamento di un certo sistema economico,
il sostentamento e la regolamentazione della popolazione,
la possibilit di conoscenza, di distribuzione e di
produzione di individui utili, di corpi docili, di soggetti
funzionali
(Palmieri C., 2000, La cura educativa, Franco Angeli, Milano, p. 61)