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Dalla Riforma all'attuazione.
Quale ruolo per gli atenei e i docenti




                      Mario Morcellini
               Portavoce dell’Interconferenza


                  Urbino, 2 febbraio 2011
Le tappe della riforma

6 novembre 2008: Linee guida sull’università del
  Governo
24 marzo 2009, Documento su “Autonomia e
  responsabilità degli atenei: governance,
  valutazione, reclutamento” in occasione del
  seminario “Un patto virtuoso tra Università e
  Istituzioni” e successivi testi in bozza
21 maggio 2009: disegno di legge del PD
  sull’Università (“Interventi per il rilancio e la
  riorganizzazione delle università”)

                                          23/01/2009

                                                       Pagina 2
Le tappe della riforma

25 novembre: presentazione al Senato del Ministro Gelmini del
   “Disegno di legge in materia di organizzazione e qualità del
   sistema universitario, di personale accademico e di diritto
   allo studio”
29 luglio 2010: approvazione del Ddl al Senato
3 agosto-19 novembre: discussione del Ddl alla Camera
23 dicembre 2010: definitiva approvazione al Senato Camera
30 dicembre 2010: firma del Presidente della Repubblica
14 gennaio 2011: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della
   Legge 30 dicembre 2010, n. 240, Norme in materia di
   organizzazione delle università, di personale accademico e
   reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la
   qualità e l’efficienza del sistema universitario.
                                               23/01/2009

                                                            Pagina 3
Principali aspetti positivi



1.  prima proposta unitaria di governance da parte
    della politica
2.  razionalizzazione degli organismi accademici
3.  definizione più chiara della durata degli
    incarichi
4.  recensione delle conseguenze negative degli
    eccessi e dei misunderstading dell’autonomia
5.  proposta di federazioni tra atenei



                                              Pagina 4
Principali criticità
1.  Rischio di limitazione per l’autonomia universitaria

2.  Diminuisce la logica pubblica e si ampliano i margini di intervento
    dei privati:
    –  il risultato finale può essere la compressione del ruolo di servizio
       pubblico dell’università
    –  l’intervento dei privati rischia di essere unilaterale e di immagine
    –  i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario e il ritardo (già verificatosi
       nell’erogazione del 2010) possono indurre gli atenei ad aprire in modo
       poco selettivo a finanziatori esterni

3.  I provvedimenti e le azioni sono adottati “senza oneri aggiuntivi a
    carico della finanza pubblica”

4.  E’ stato assente un reale confronto con il mondo universitario e
    con alcune delle rappresentanze

5.  Enfasi sugli elementi da riformare da parte della politica (eccessiva
    pressione delle campagne stampa sulla politica)

                                                                           Pagina 5
L’impatto della Riforma



1.  Governance di primo e secondo livello
2.  Studenti e borse di studio
3.  Ricercatori, reclutamento e progressioni di carriera




                                                  Pagina 6
L’impatto della Riforma sulla governance di primo livello

   Struttura e a competenze degli organi di ateneo:
   •  Senato Accademico (organo elettivo e rappresentativo)
      –  limitazione dei poteri
          •  avanza proposte e pareri obbligatori in materia di didattica,
             ricerca e servizi agli studenti, approva regolamento di ateneo,
             esprime parere sul bilancio di previsione
   •  Cda (organo di nomine)
      –  Aumento di poteri e funzioni
          •  Indirizzo strategico, approva la programmazione finanziaria
             e del personale, delibera attivazione e soppressione di corsi
             e sedi, approva il bilancio di previsione annuale e triennale e
             il documento di programmazione triennale, approva la
             proposta di chiamata dei docenti da parte del Dipartimento
      –  Almeno 3 membri esterni all’ateneo
      –  Possibilità che il Presidente sia esterno
                                                                    Pagina 7
L’impatto della Riforma sulla governance di primo livello




            Pro                         Contro
      (possibili effetti            (possibili effetti
          positivi)                     negativi)

    reinvestimento delle
         imprese e del         compressione del ruolo di
       tessuto produttivo          servizio pubblico
         nell’università             dell’università



                                                  Pagina 8
L’impatto della Riforma sulla governance di secondo livello

     Rapporti tra Dipartimenti e Facoltà
     •  Competenze e funzioni del Dipartimento
        –  “finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle
           attività didattiche e formative, nonché delle attività rivolte
           all'esterno ad esse correlate o accessorie” (art. 2, c. 2,
           lettera a)
     •  Competenze della Facoltà (raggruppamenti di
        dipartimenti in relazione a criteri di affinità
        disciplinare)
        –  coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche
        –  proposta di attivazione o soppressione di corsi di studio
        –  gestione dei servizi comuni



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L’impatto della Riforma sulla governance di secondo livello
                                                  Contro
                                       Duplicazioni, sovrapposizioni,
               Pro                               confusione
     Integrazione didattica e
               ricerca                  Disorientamento per gli studenti
                                    (i Dipartimenti sono ben più numerosi
      Semplificazione degli            delle vecchie Facoltà e, già a partire
       organi e riduzione di            dalle denominazioni, interferiscono
       sprechi assembleari                 con l’identità che gli studenti
                                        riconoscono nell’offerta formativa)

                                     Impoverimento della dimensione di
                                      confronto critico e culturale svolta in
                                       passato nell’ambito delle Facoltà


Quali punti di incontro e di coordinamento tra i due livelli di governance?
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L’impatto della Riforma sugli studenti e sulle borse di studio

Otre alle borse di studio è previsto il Fondo per il merito gestito
   direttamente dal Ministero dell’Economia e Finanze (art. 4)
•  Delega al Ministro, di concerto con Ministro Economia e
   Finanze, di adottare decreti per disciplinare i criteri relativi al
   fondo
Obiettivi del fondo:
•  erogare premi di studio
•  fornire buoni studio, che prevedano una quota da restituire
   al termine degli studi, determinata in relazione ai risultati
   accademici conseguiti e rimborsata secondo tempi
   parametrati al reddito percepito
                                                      Contro
                Pro                             Assenza di fondi
Ulteriore strumento di supporto          Indipendenti dal reddito (fondi
      finanziario agli studenti               tagliati a chi ha un buon
                                             rendimento scolastico ma
                                                    reddito basso)
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L’impatto della Riforma
     Ricercatori, reclutamento e progressione di carriera
•     istituzione dell’abilitazione scientifica nazionale (art. 16, c.1)
       –  requisito necessario per l’accesso alla prima e seconda fascia dei
          professori
       –  basata sulla valutazione di titoli e pubblicazioni scientifiche
       –  cadenza annuale delle procedure (da concludersi entro 5 mesi
          dall’indizione)
       –  attribuita da una commissione nazionale di durata biennale formata da 4
          professori ordinari e uno studioso/esperto di pari livello in servizio presso
          università dei paesi OCSE (individuati per sorteggio)
       –  l’abilitazione ha durata quadriennale
•     Il reclutamento vero e proprio e la progressione di carriera sono
      basati su chiamata diretta da parte dei singoli Atenei.
•     Confermata la messa a esaurimento della figura del ricercatore a
      tempo indeterminato
•     La figura dei ricercatori è esclusivamente a tempo determinato
       –  quanto tempo e quanti soldi, oggi difficilmente prospettabili, ci vorranno per
          realizzare quella che è stata presentata come “tenure track”?
       –  Quanto tempo sarà necessario per rimettere in moto i concorsi?

                                                                                      Pagina 12
L’impatto della Riforma sui ricercatori


Ricercatori a tempo determinato
•  Contratti triennali, rinnovabili una sola volta
•  Selezionati mediante procedura pubblica di candidati in
   possesso del titolo di dottore di ricerca o titolo equivalente, del
   diploma di specializzazione medica, o della laurea magistrale
   o equivalente, insieme a un curriculum scientifico
   professionale adatto allo svolgimento di attività di ricerca
•  Trattamento economico superiore a quello iniziale ai
   ricercatori confermati
•  Al termine del secondo contratto triennale, se è stata
   conseguita l’abilitazione scientifica nazionale, possono essere
   inquadrati nel ruolo di professori associati a seguito di
   chiamata diretta dell’Università




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Gli adempimenti immediati e prescrittivi
Revisione degli Statuti (entro sei mesi)
•  Definizione di ruoli e competenze degli organi interni,
   individuati in modo puntale dalle Legge (Rettore,
   Senato accademico, Cda, Collegio dei revisori dei
   conti, Nucleo di valutazione, Direttore generale)

Limiti all’autonomia e alla diversificazione/flessibilità.
Due esempi
•  Legame con la disciplina dei requisiti (DM 17/2010)
•  Tetto massimo alle docenze esterne (tipicamente
   professionisti): max 5% a titolo gratuito


                                                    Pagina 14
Gli spazi dell’autonomia



Disciplina dei rapporti comunque complessi
•  Dipartimenti/Facoltà
•  Dipartimenti/Strutture di raccordo
•  Dipartimenti/Corsi di studio
Un caso particolare è la statuizione della competenza
   per Dipartimenti o facoltà interateneo
Quali modelli di governance?

Federazioni e fusioni di atenei

                                               Pagina 15
Quale ruolo per Università e docenti



•     Manutenzione delle Riforme
•     Analisi dei processi e del loro impatto
•     Università a rete:
      •  riduce il lobbysmo
      •  come interfaccia della politica
      •  cogliere opportunità delle federazioni




                                                  Pagina 16
Quale ruolo per Università e docenti

Promuovere il dibattito culturale sull’Università e
  sull’idea di Università come luogo di
•  pluralismo culturale
    –  rischio di crisi nel tempo del relativismo e dell’individualismo
    –  cultura dell’utilitarismo e retorica della subordinazione al mercato

•  mediazione tra etica personale ed etica pubblica

•  innovazione dei saperi
    –  senza però rinunciare all’esigenza dell’unità del sapere (richiamata con
       forza nella stessa radice etimologica di Universitas)
    –  l’idea di università da un lato è stressata, dall’altro è forse più decisiva per
       il presente/futuro

•  mobilità sociale, anche se non sempre è riuscita a dispiegare questa
   potenzialità
                      >>> cfr. Renato Stella in Lettera a una studentessa,
                                                     e studi di Piero Giarda
                                                                            Pagina 17

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  • 2. Le tappe della riforma 6 novembre 2008: Linee guida sull’università del Governo 24 marzo 2009, Documento su “Autonomia e responsabilità degli atenei: governance, valutazione, reclutamento” in occasione del seminario “Un patto virtuoso tra Università e Istituzioni” e successivi testi in bozza 21 maggio 2009: disegno di legge del PD sull’Università (“Interventi per il rilancio e la riorganizzazione delle università”) 23/01/2009 Pagina 2
  • 3. Le tappe della riforma 25 novembre: presentazione al Senato del Ministro Gelmini del “Disegno di legge in materia di organizzazione e qualità del sistema universitario, di personale accademico e di diritto allo studio” 29 luglio 2010: approvazione del Ddl al Senato 3 agosto-19 novembre: discussione del Ddl alla Camera 23 dicembre 2010: definitiva approvazione al Senato Camera 30 dicembre 2010: firma del Presidente della Repubblica 14 gennaio 2011: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge 30 dicembre 2010, n. 240, Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario. 23/01/2009 Pagina 3
  • 4. Principali aspetti positivi 1.  prima proposta unitaria di governance da parte della politica 2.  razionalizzazione degli organismi accademici 3.  definizione più chiara della durata degli incarichi 4.  recensione delle conseguenze negative degli eccessi e dei misunderstading dell’autonomia 5.  proposta di federazioni tra atenei Pagina 4
  • 5. Principali criticità 1.  Rischio di limitazione per l’autonomia universitaria 2.  Diminuisce la logica pubblica e si ampliano i margini di intervento dei privati: –  il risultato finale può essere la compressione del ruolo di servizio pubblico dell’università –  l’intervento dei privati rischia di essere unilaterale e di immagine –  i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario e il ritardo (già verificatosi nell’erogazione del 2010) possono indurre gli atenei ad aprire in modo poco selettivo a finanziatori esterni 3.  I provvedimenti e le azioni sono adottati “senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica” 4.  E’ stato assente un reale confronto con il mondo universitario e con alcune delle rappresentanze 5.  Enfasi sugli elementi da riformare da parte della politica (eccessiva pressione delle campagne stampa sulla politica) Pagina 5
  • 6. L’impatto della Riforma 1.  Governance di primo e secondo livello 2.  Studenti e borse di studio 3.  Ricercatori, reclutamento e progressioni di carriera Pagina 6
  • 7. L’impatto della Riforma sulla governance di primo livello Struttura e a competenze degli organi di ateneo: •  Senato Accademico (organo elettivo e rappresentativo) –  limitazione dei poteri •  avanza proposte e pareri obbligatori in materia di didattica, ricerca e servizi agli studenti, approva regolamento di ateneo, esprime parere sul bilancio di previsione •  Cda (organo di nomine) –  Aumento di poteri e funzioni •  Indirizzo strategico, approva la programmazione finanziaria e del personale, delibera attivazione e soppressione di corsi e sedi, approva il bilancio di previsione annuale e triennale e il documento di programmazione triennale, approva la proposta di chiamata dei docenti da parte del Dipartimento –  Almeno 3 membri esterni all’ateneo –  Possibilità che il Presidente sia esterno Pagina 7
  • 8. L’impatto della Riforma sulla governance di primo livello Pro Contro (possibili effetti (possibili effetti positivi) negativi) reinvestimento delle imprese e del compressione del ruolo di tessuto produttivo servizio pubblico nell’università dell’università Pagina 8
  • 9. L’impatto della Riforma sulla governance di secondo livello Rapporti tra Dipartimenti e Facoltà •  Competenze e funzioni del Dipartimento –  “finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative, nonché delle attività rivolte all'esterno ad esse correlate o accessorie” (art. 2, c. 2, lettera a) •  Competenze della Facoltà (raggruppamenti di dipartimenti in relazione a criteri di affinità disciplinare) –  coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche –  proposta di attivazione o soppressione di corsi di studio –  gestione dei servizi comuni Pagina 9
  • 10. L’impatto della Riforma sulla governance di secondo livello Contro Duplicazioni, sovrapposizioni, Pro confusione Integrazione didattica e ricerca Disorientamento per gli studenti (i Dipartimenti sono ben più numerosi Semplificazione degli delle vecchie Facoltà e, già a partire organi e riduzione di dalle denominazioni, interferiscono sprechi assembleari con l’identità che gli studenti riconoscono nell’offerta formativa) Impoverimento della dimensione di confronto critico e culturale svolta in passato nell’ambito delle Facoltà Quali punti di incontro e di coordinamento tra i due livelli di governance? Pagina 10
  • 11. L’impatto della Riforma sugli studenti e sulle borse di studio Otre alle borse di studio è previsto il Fondo per il merito gestito direttamente dal Ministero dell’Economia e Finanze (art. 4) •  Delega al Ministro, di concerto con Ministro Economia e Finanze, di adottare decreti per disciplinare i criteri relativi al fondo Obiettivi del fondo: •  erogare premi di studio •  fornire buoni studio, che prevedano una quota da restituire al termine degli studi, determinata in relazione ai risultati accademici conseguiti e rimborsata secondo tempi parametrati al reddito percepito Contro Pro Assenza di fondi Ulteriore strumento di supporto Indipendenti dal reddito (fondi finanziario agli studenti tagliati a chi ha un buon rendimento scolastico ma reddito basso) Pagina 11
  • 12. L’impatto della Riforma Ricercatori, reclutamento e progressione di carriera •  istituzione dell’abilitazione scientifica nazionale (art. 16, c.1) –  requisito necessario per l’accesso alla prima e seconda fascia dei professori –  basata sulla valutazione di titoli e pubblicazioni scientifiche –  cadenza annuale delle procedure (da concludersi entro 5 mesi dall’indizione) –  attribuita da una commissione nazionale di durata biennale formata da 4 professori ordinari e uno studioso/esperto di pari livello in servizio presso università dei paesi OCSE (individuati per sorteggio) –  l’abilitazione ha durata quadriennale •  Il reclutamento vero e proprio e la progressione di carriera sono basati su chiamata diretta da parte dei singoli Atenei. •  Confermata la messa a esaurimento della figura del ricercatore a tempo indeterminato •  La figura dei ricercatori è esclusivamente a tempo determinato –  quanto tempo e quanti soldi, oggi difficilmente prospettabili, ci vorranno per realizzare quella che è stata presentata come “tenure track”? –  Quanto tempo sarà necessario per rimettere in moto i concorsi? Pagina 12
  • 13. L’impatto della Riforma sui ricercatori Ricercatori a tempo determinato •  Contratti triennali, rinnovabili una sola volta •  Selezionati mediante procedura pubblica di candidati in possesso del titolo di dottore di ricerca o titolo equivalente, del diploma di specializzazione medica, o della laurea magistrale o equivalente, insieme a un curriculum scientifico professionale adatto allo svolgimento di attività di ricerca •  Trattamento economico superiore a quello iniziale ai ricercatori confermati •  Al termine del secondo contratto triennale, se è stata conseguita l’abilitazione scientifica nazionale, possono essere inquadrati nel ruolo di professori associati a seguito di chiamata diretta dell’Università Pagina 13
  • 14. Gli adempimenti immediati e prescrittivi Revisione degli Statuti (entro sei mesi) •  Definizione di ruoli e competenze degli organi interni, individuati in modo puntale dalle Legge (Rettore, Senato accademico, Cda, Collegio dei revisori dei conti, Nucleo di valutazione, Direttore generale) Limiti all’autonomia e alla diversificazione/flessibilità. Due esempi •  Legame con la disciplina dei requisiti (DM 17/2010) •  Tetto massimo alle docenze esterne (tipicamente professionisti): max 5% a titolo gratuito Pagina 14
  • 15. Gli spazi dell’autonomia Disciplina dei rapporti comunque complessi •  Dipartimenti/Facoltà •  Dipartimenti/Strutture di raccordo •  Dipartimenti/Corsi di studio Un caso particolare è la statuizione della competenza per Dipartimenti o facoltà interateneo Quali modelli di governance? Federazioni e fusioni di atenei Pagina 15
  • 16. Quale ruolo per Università e docenti •  Manutenzione delle Riforme •  Analisi dei processi e del loro impatto •  Università a rete: •  riduce il lobbysmo •  come interfaccia della politica •  cogliere opportunità delle federazioni Pagina 16
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