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Gabriele D'Annunzio - Cantico per l'Ottava della vittoria (1918)
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-
Gabriele D'Annunzio - Cantico per l'Ottava della vittoria (1918)
CANTICO
PER L'OTTAVA DELLA VITTORIA.
Ili

NOVEMBRE



XI

NOVEMBRE

MCMXVIII.
Gabriele D'Annunzio - Cantico per l'Ottava della vittoria (1918)
I5SJO

GABRIELE D'ANNUNZIO

CANTICO
PER L'OTTAVA DELLA VITTORIA

k5

m
'狸

MILANO
FRATELLI TREVES EDITORI
MCMXVni

ti

>
PROPRIET LETTERARIA  
RISERVATI TUTTI 1 DIRITTI.
Si riterr contraffatto qualunque esemplare di quest'opera
che non porti il timbro a secco dell'Autore.

Milano.

-

Tip. Treyes.
Balza su dal nero fango, lava A sangue e

E

il

sudore.

vendica la potenza del canto sul clamore,

o Verit cinta

Come

la

di quercia.

spada a due

tagli leva

il

tuo canto puro

che la nostra anima nuda fenda, mentre Bonturo

mal mondato

Verit cinta

di lauro,

come quando
rumavan
e tu
al

mi

Cielo

contro

il

la

nel trivio bercia.

su lo strame d'Italia

menzogna

cantavi
al

ben tu oggi mi

Mare

il

i

scegli
tristi

vegli

stracchi

canto solitario alla Terra

agli Eroi,

sogghigno dei

meco armata

vigliacchi.

-

5

"

alla guerra
O

domatrice

Roma;

e scagliala verso

mi trema

e condurla

che la mia

sola parola

rimbombare odo dentro

del tempio,

Patria!

Sono

Il

ebro.

mano

prode

non posso.

Questa

Patria! Patria!

E

foggiami tu quest'ode

di fuochi,

di

mi

trasporta.

me, come

porta

alla

uno scudo percosso.

nome chiamare

terribile e dolce

Odo

il

tuono e

il

rombo. Chi mai

voglio.

sul

Campidoglio

percote lo scudo raggiante?
giubilo 竪

E

il

una rapina

Il

cielo 竪

un

bella,

ratto felice.

tanto a noi chiaro, sol perch辿 Beatrice

rivede sorridere Dante.

Come
come

chi

chi

chiama

chiama

la luce pel

la luce pel

comanda che nasca
o Patria, cos狸
di

ti

suo

suo

nome

nome

divino,

e al

mattino

dal mare,

chiama

colui che trascolora

dolcezza e di spavento.

Non

che abbia volont di cantare?

tu sembri un'aurora
Palpiti

come un'aurora colma

come un'aurora chiomata
apparsa

una

nell'alto e nel

B

non

il

ti

quando

La

alle

rosee dita

preludio della novella vita,

profondo.

facemmo
la

sacra con l'aratro e la prora

notte era su noi.

notte pallida s'apre

come

si

squarcia

Sei tutta la luce; e nella luce cantano

mare

la

velo.

cielo

Muta

sembri rimasta

secoli per cantare quest'inno che sovrasta

speranza e supera

Sembri rimasta
ti

il

un

la terra e gli eroi.

Sei un infinito canto.

da

sia

nel profondo e nell'alto sei tu stessa l'aurora

a cui

il

che

d'astri ignoti,

Dalle calcagna possenti fino
sei se

melodia,

mondo.

alla soglia del

non

di

il

fato.

in silenzio

da che

rap狸 nel Paradiso dov'arde su la

dell'amore

il

verso stellato.

'

7

'

la terza

cima

rima
Tutto

竪

voce numerosa, tutto

Tevere e

il

il

Ecco che t'odo

T'odo

E

E
E

fra le

l'Istria 竪

il

e

modo

Capitolino.

fra

l'Alpe Giulia e l'Alpe Apuana.

Dolomiti rosse e

un

numero

Carmenta. Ecco che t'odo

in te nova. Sei la grande
fra

竪

la

Puglia piana.

sol coro latino.

leone di Parenzo rugge col miele in gola.
coloss竪o di Pola

la vittoria cilestra nel

si

prodiga all'arcato abbraccio.

E

le citt di

Dalmazia

si

scingono sul mare

cantando dai bei veroni veneti, bionde e chiare
nell'ambra

E

Zara

di

Vettor Carpaccio.

竪 la prima,

ch'竪 scolpita nel
di

Zara nostra, rocca

mio petto com'竪

di fede,

scolpita appiede

Santa Maria Zobenigo,

tutta bella al davanzale della sua
ridorata

come quando Venezia

nell'oro sciolta dal caligo.

-

8

si

Riva Vecchia,
rispecchia
E

la

seconda non fulge sopra

dalla gran

ma
ma

nave

il

riposto

mare

di sasso, tra battistero e altare,

per

gli

occhi del suo veggente,

per

gli

occhi del suo cieco, pei

fisi

occhi riarsi

dall'ardore del futuro ch'egli vede levarsi

oggi dal sangue immortalmente.

O

Sebenico beata, che hai

la cecit del

anch'egli

O

ma

gli

occhi pi湛 profondi,

profeta reduce dai tre

mondi

senza coronai

Spalato imperiale, Spalato piena d'arche

sante,

sopra

O

ove cantano alterne
le

tombe

di

le

Marie

e le

Parche

Salona!

Tra湛, mia dolce donna, tu che sei tra

dlmate

la

come

le

donne

fuoco nell'alabastro.

La

il

pi湛 dorata! Sei nelle tue colonne

tua gioia 竪

come

l'oro fulva.

il

tuo libro

il

tuo cipresso nell'incastro.

si

riapre.

Fiorisce

9

'

Sotto

come un

l'artiglio

giglio
La

s湛bita primavera

La

rondine d'oriente torna nella tua loggia

ad annunciar

la

si

crinisce di pioggia.

Santa Entrata.

Disseppellisci di sotto l'altare
e

li

spieghi.

o tu che

E

Ardono

la

tuoi stendardi

vento salso come tu

ardi,

pi湛 dorata.

sei la

danzano

al

i

tua gioia lungh'essa la tua costa

le isole nutrici di api,

da Zirona a Lagosta,

e coi cembali e col saltero.

O
O

Solta ricca di miele che sa di rosmarino!
sasso della Donzella dove l'amor latino

rinnovell嘆 la

morte d'Ero!

E

s'inghirlanda di mirto Lissa vittoriosa.

E

la vittoria

navale coglie

nell'oleandro di

E

la

il

lauro e la rosa

Lacroma.

Libert dal vasto petto, l'unica Musa,

canta con dodici bocche nel tuo fonte, o Ragusa;
e tu bevi

il

carme

di

Roma.

-

IO

-
Patria

!

Patria

!

Tutto 竪 canto, tutto 竪 canto

canto nato col mattino. Tocca

il

infinito,

cuore ferito

degli eroi nella terra nera.

Schiude

fin le tristi labbra dei giovinetti

nelle ripe nelle

quando

la

Si levano
al

sommo

malghe

nelle

grande alba non

gli insepolti,

del loro

si

muti

velme, caduti

era.

levano

i

sepolti:

ossame portano

loro volti

i

trasfigurati, l'ebre gole.

Son

tutti luce e canto,

come

se in tutti e in ciascuno

spirasse

Nei

gaudio e canto

il

gli uccisi

San Francesco

d'Assisi

cantico del sole.

valichi dello Stelvio, nei passi del Tonale,

nella roccia d' Ercavallo che l'ascia trionfale
tagli嘆

come ceppo

d'abeto,

nel lene argento del Garda, nel
nella Vallarsa ricinta d'arci che

per baciar laggi湛 Rovereto;

-

li

rame
il

sole

della

Zugna,

espugna
e tra l'Astico e

il

Rio Freddo,

Cengio e del Cimone,

negli inferni statuarii del

che sono
essi

i

fratelli del

di girone in girone,

Grappa,

cantano con calde bocche, riavvampati

da un sangue repente; e vanno, s'accrescono, soldati
della luce, di tappa in tappa.

Chi
di
**

竪

con loro? Chi viene, riavvampato anch'esso

giovent湛 sovrumana,

come aveva promesso?

Ch'io venga anche all'ultima guerra!

Legatemi

al

mio

cavallo.

d'Italia su la Verruca!

Ma

ch'io

Barra,

ch'io

Cinghiatemi

veda

la stella

alla sella.

venga all'ultima guerra! 

Giovine, giovine
alla

Ma

al

come

Cerro,

nell'estancia, a

al Salto,

Maromba,

come quando

la

tromba

dal Vascello e dalla Corsina

son嘆 su

Roma

serva slargando col selvaggio

squillo gli archi di trionfo troppo angusti al passaggio
della

nova

gloria latina,

12
come

giovine e con la criniera fulva
sul gran stallone di

che per ala ha

il

neve dalle froge rosate,

candido manto,

cavalca Egli nel delirio
fiso alla

l'estate,

come

morte; e l'amore

in

un nembo ardente,

della sua

morta gente

l'inalza alla vita del canto.

O vita! O
mio

dal

morte!

petto?

Il

Son

mio canto vien

di sotterra

senza

io servo dell'inno

o son

le

lira

io signore del fato?

Tutte

o spira

vie della notte furon da

amor

per

del tuo mattino, Patria.

come questo

Non

giorno

ho perduto

fine delle cose

Son
e

percorse

Ma

so io forse

m'竪 nato?

mio giorno? non ho perduto

il

della trasfiguratrice

O

me

?

Che

i

doni

vai se m'incoroni?

impure!

nel carcere dell'ossa, nei lacci delle vene,

non

diffuso nei v竪nti, nelle acque, nelle arene,

in tutte le tue creature.

13
Con una

meravigliosa gioia

E

a rapir la morte.

Sempre

La

Ed
il

**
:

diceva sempre

ella

la

schiuma

i

ella

"

:

Domani. 

!

:

m竪ta

mio

al

cor promessa.

" Pi湛 oltre  Era
!

ella stessa

l'assalto.

ingannata l'anima

te nell'arca e la

mani

Pi湛 alto 

mio compagno sublime, perch辿

e perch辿 fu

tra

sempre diceva

inseguii di l da ogni

volo

O

diceva ella

tesi le

?

t'ho io deluso

Avevo

chiuso

mia speranza,

cipressi di Aquileia.

Silenziosamente

avevo teco bevuto l'acqua senza sorgente
e celebrato l'alleanza.

Risorto

sei

tu dall'arca, fra

L'arcangelo del

mio nome,

ha scoperchiato

il

E

tu,

il

croscio dei cipressi.

nel d狸 del Resurressi,

sasso cavo.

Dioscuro, franco del cavallo e dell'asta,

sei ridisceso

a lavare dal lutto la tua casta

forza nel lustrale

Timavo.

14

?
Ma

dov'era

Non

tuo fratello

?

sua forza dov'era

la

l'avevano raccolto dentro

stessa

Non

il

compagni

i

il

dell'ala

coperto

la

?

tua bandiera

di ardore.

suo corpo abbronzato sul rottame fumante

avevan

disteso,

n辿 con

sante

le foglie

nudato suo cuore;

il

n辿 veduto

di tra le foglie dell'alloro

pugnace

ardere subitamente nel profondo torace

un

fiore perfetto di fuoco.

Eroe, tu m'attendi invano sul tuo fiume lustrale.

Ma,

se la vita 竪 mortale, se la

in te vita e

morte

竪

immortale,

morte oggi invoco.

Nella mia bocca ho

il

tuo soffio, tra i miei denti

il

tuo fiato.

Si fa mattutino canto lo spirito esalato.

L'agonia

si

fa

Patria! Patria!

La

melodia.

Questa

notte pallida s'apre

Regna "colui che

sola parola 竪 tutto

come

si

pi湛 s'india,,.

損5

squarcia

un

il

cielo.

velo.
Come
come

chiama

chi

chiama

chi

la

la luce pel

comanda che nasca
o Patria, cos狸
e sono

sa

Da

"

e al mattino

il

tuo gridatore
il

mio amore

giorno nacque.

la vita e la

morte, vate senza corona.

primo s'intona:

vita riculmina in gloria!,,

Sto tra

Da

divino,

dall'acque,

oriente a ponente l'inno

"La

nome

tuo testimonio. Se m'odi,

il

come questo

Sto tra

suo

chiamo. Sono

ti

nome

luce pel suo

la

morte

e la vita, sopra

il

crollo del

mondo.

ostro a settentrione scroscia l'inno secondo

La morte

s'abissa in vittoria

!



:
Gabriele D'Annunzio - Cantico per l'Ottava della vittoria (1918)
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  • 5. CANTICO PER L'OTTAVA DELLA VITTORIA. Ili NOVEMBRE XI NOVEMBRE MCMXVIII.
  • 7. I5SJO GABRIELE D'ANNUNZIO CANTICO PER L'OTTAVA DELLA VITTORIA k5 m '狸 MILANO FRATELLI TREVES EDITORI MCMXVni ti >
  • 8. PROPRIET LETTERARIA RISERVATI TUTTI 1 DIRITTI. Si riterr contraffatto qualunque esemplare di quest'opera che non porti il timbro a secco dell'Autore. Milano. - Tip. Treyes.
  • 9. Balza su dal nero fango, lava A sangue e E il sudore. vendica la potenza del canto sul clamore, o Verit cinta Come la di quercia. spada a due tagli leva il tuo canto puro che la nostra anima nuda fenda, mentre Bonturo mal mondato Verit cinta di lauro, come quando rumavan e tu al mi Cielo contro il la nel trivio bercia. su lo strame d'Italia menzogna cantavi al ben tu oggi mi Mare il i scegli tristi vegli stracchi canto solitario alla Terra agli Eroi, sogghigno dei meco armata vigliacchi. - 5 " alla guerra
  • 10. O domatrice Roma; e scagliala verso mi trema e condurla che la mia sola parola rimbombare odo dentro del tempio, Patria! Sono Il ebro. mano prode non posso. Questa Patria! Patria! E foggiami tu quest'ode di fuochi, di mi trasporta. me, come porta alla uno scudo percosso. nome chiamare terribile e dolce Odo il tuono e il rombo. Chi mai voglio. sul Campidoglio percote lo scudo raggiante? giubilo 竪 E il una rapina Il cielo 竪 un bella, ratto felice. tanto a noi chiaro, sol perch辿 Beatrice rivede sorridere Dante. Come come chi chi chiama chiama la luce pel la luce pel comanda che nasca o Patria, cos狸 di ti suo suo nome nome divino, e al mattino dal mare, chiama colui che trascolora dolcezza e di spavento. Non che abbia volont di cantare? tu sembri un'aurora
  • 11. Palpiti come un'aurora colma come un'aurora chiomata apparsa una nell'alto e nel B non il ti quando La alle rosee dita preludio della novella vita, profondo. facemmo la sacra con l'aratro e la prora notte era su noi. notte pallida s'apre come si squarcia Sei tutta la luce; e nella luce cantano mare la velo. cielo Muta sembri rimasta secoli per cantare quest'inno che sovrasta speranza e supera Sembri rimasta ti il un la terra e gli eroi. Sei un infinito canto. da sia nel profondo e nell'alto sei tu stessa l'aurora a cui il che d'astri ignoti, Dalle calcagna possenti fino sei se melodia, mondo. alla soglia del non di il fato. in silenzio da che rap狸 nel Paradiso dov'arde su la dell'amore il verso stellato. ' 7 ' la terza cima rima
  • 12. Tutto 竪 voce numerosa, tutto Tevere e il il Ecco che t'odo T'odo E E E fra le l'Istria 竪 il e modo Capitolino. fra l'Alpe Giulia e l'Alpe Apuana. Dolomiti rosse e un numero Carmenta. Ecco che t'odo in te nova. Sei la grande fra 竪 la Puglia piana. sol coro latino. leone di Parenzo rugge col miele in gola. coloss竪o di Pola la vittoria cilestra nel si prodiga all'arcato abbraccio. E le citt di Dalmazia si scingono sul mare cantando dai bei veroni veneti, bionde e chiare nell'ambra E Zara di Vettor Carpaccio. 竪 la prima, ch'竪 scolpita nel di Zara nostra, rocca mio petto com'竪 di fede, scolpita appiede Santa Maria Zobenigo, tutta bella al davanzale della sua ridorata come quando Venezia nell'oro sciolta dal caligo. - 8 si Riva Vecchia, rispecchia
  • 13. E la seconda non fulge sopra dalla gran ma ma nave il riposto mare di sasso, tra battistero e altare, per gli occhi del suo veggente, per gli occhi del suo cieco, pei fisi occhi riarsi dall'ardore del futuro ch'egli vede levarsi oggi dal sangue immortalmente. O Sebenico beata, che hai la cecit del anch'egli O ma gli occhi pi湛 profondi, profeta reduce dai tre mondi senza coronai Spalato imperiale, Spalato piena d'arche sante, sopra O ove cantano alterne le tombe di le Marie e le Parche Salona! Tra湛, mia dolce donna, tu che sei tra dlmate la come le donne fuoco nell'alabastro. La il pi湛 dorata! Sei nelle tue colonne tua gioia 竪 come l'oro fulva. il tuo libro il tuo cipresso nell'incastro. si riapre. Fiorisce 9 ' Sotto come un l'artiglio giglio
  • 14. La s湛bita primavera La rondine d'oriente torna nella tua loggia ad annunciar la si crinisce di pioggia. Santa Entrata. Disseppellisci di sotto l'altare e li spieghi. o tu che E Ardono la tuoi stendardi vento salso come tu ardi, pi湛 dorata. sei la danzano al i tua gioia lungh'essa la tua costa le isole nutrici di api, da Zirona a Lagosta, e coi cembali e col saltero. O O Solta ricca di miele che sa di rosmarino! sasso della Donzella dove l'amor latino rinnovell嘆 la morte d'Ero! E s'inghirlanda di mirto Lissa vittoriosa. E la vittoria navale coglie nell'oleandro di E la il lauro e la rosa Lacroma. Libert dal vasto petto, l'unica Musa, canta con dodici bocche nel tuo fonte, o Ragusa; e tu bevi il carme di Roma. - IO -
  • 15. Patria ! Patria ! Tutto 竪 canto, tutto 竪 canto canto nato col mattino. Tocca il infinito, cuore ferito degli eroi nella terra nera. Schiude fin le tristi labbra dei giovinetti nelle ripe nelle quando la Si levano al sommo malghe nelle grande alba non gli insepolti, del loro si muti velme, caduti era. levano i sepolti: ossame portano loro volti i trasfigurati, l'ebre gole. Son tutti luce e canto, come se in tutti e in ciascuno spirasse Nei gaudio e canto il gli uccisi San Francesco d'Assisi cantico del sole. valichi dello Stelvio, nei passi del Tonale, nella roccia d' Ercavallo che l'ascia trionfale tagli嘆 come ceppo d'abeto, nel lene argento del Garda, nel nella Vallarsa ricinta d'arci che per baciar laggi湛 Rovereto; - li rame il sole della Zugna, espugna
  • 16. e tra l'Astico e il Rio Freddo, Cengio e del Cimone, negli inferni statuarii del che sono essi i fratelli del di girone in girone, Grappa, cantano con calde bocche, riavvampati da un sangue repente; e vanno, s'accrescono, soldati della luce, di tappa in tappa. Chi di ** 竪 con loro? Chi viene, riavvampato anch'esso giovent湛 sovrumana, come aveva promesso? Ch'io venga anche all'ultima guerra! Legatemi al mio cavallo. d'Italia su la Verruca! Ma ch'io Barra, ch'io Cinghiatemi veda la stella alla sella. venga all'ultima guerra! Giovine, giovine alla Ma al come Cerro, nell'estancia, a al Salto, Maromba, come quando la tromba dal Vascello e dalla Corsina son嘆 su Roma serva slargando col selvaggio squillo gli archi di trionfo troppo angusti al passaggio della nova gloria latina, 12
  • 17. come giovine e con la criniera fulva sul gran stallone di che per ala ha il neve dalle froge rosate, candido manto, cavalca Egli nel delirio fiso alla l'estate, come morte; e l'amore in un nembo ardente, della sua morta gente l'inalza alla vita del canto. O vita! O mio dal morte! petto? Il Son mio canto vien di sotterra senza io servo dell'inno o son le lira io signore del fato? Tutte o spira vie della notte furon da amor per del tuo mattino, Patria. come questo Non giorno ho perduto fine delle cose Son e percorse Ma so io forse m'竪 nato? mio giorno? non ho perduto il della trasfiguratrice O me ? Che i doni vai se m'incoroni? impure! nel carcere dell'ossa, nei lacci delle vene, non diffuso nei v竪nti, nelle acque, nelle arene, in tutte le tue creature. 13
  • 18. Con una meravigliosa gioia E a rapir la morte. Sempre La Ed il ** : diceva sempre ella la schiuma i ella " : Domani. ! : m竪ta mio al cor promessa. " Pi湛 oltre Era ! ella stessa l'assalto. ingannata l'anima te nell'arca e la mani Pi湛 alto mio compagno sublime, perch辿 e perch辿 fu tra sempre diceva inseguii di l da ogni volo O diceva ella tesi le ? t'ho io deluso Avevo chiuso mia speranza, cipressi di Aquileia. Silenziosamente avevo teco bevuto l'acqua senza sorgente e celebrato l'alleanza. Risorto sei tu dall'arca, fra L'arcangelo del mio nome, ha scoperchiato il E tu, il croscio dei cipressi. nel d狸 del Resurressi, sasso cavo. Dioscuro, franco del cavallo e dell'asta, sei ridisceso a lavare dal lutto la tua casta forza nel lustrale Timavo. 14 ?
  • 19. Ma dov'era Non tuo fratello ? sua forza dov'era la l'avevano raccolto dentro stessa Non il compagni i il dell'ala coperto la ? tua bandiera di ardore. suo corpo abbronzato sul rottame fumante avevan disteso, n辿 con sante le foglie nudato suo cuore; il n辿 veduto di tra le foglie dell'alloro pugnace ardere subitamente nel profondo torace un fiore perfetto di fuoco. Eroe, tu m'attendi invano sul tuo fiume lustrale. Ma, se la vita 竪 mortale, se la in te vita e morte 竪 immortale, morte oggi invoco. Nella mia bocca ho il tuo soffio, tra i miei denti il tuo fiato. Si fa mattutino canto lo spirito esalato. L'agonia si fa Patria! Patria! La melodia. Questa notte pallida s'apre Regna "colui che sola parola 竪 tutto come si pi湛 s'india,,. 損5 squarcia un il cielo. velo.
  • 20. Come come chiama chi chiama chi la la luce pel comanda che nasca o Patria, cos狸 e sono sa Da " e al mattino il tuo gridatore il mio amore giorno nacque. la vita e la morte, vate senza corona. primo s'intona: vita riculmina in gloria!,, Sto tra Da divino, dall'acque, oriente a ponente l'inno "La nome tuo testimonio. Se m'odi, il come questo Sto tra suo chiamo. Sono ti nome luce pel suo la morte e la vita, sopra il crollo del mondo. ostro a settentrione scroscia l'inno secondo La morte s'abissa in vittoria ! :
  • 23. University of Toronto Library DO NOT REMOVE THE CARD FROM THIS POCKET Acme Library Card Pocket Under Pat. "Ref. Index File" Made by LIBRARY BUREAU