Guida alle nuvole di byte: il web 2.0 spiegato alle aziende repubblica
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IL LIBRO
Guida alle nuvole di byte
Web 2.0 spiegato alle aziende
L'ecosistema digitale basato sui social media richiede alle imprese l'adozione di nuovi strumenti informatici. La chiave di tutto è il cloud computing, vale a dire la
migrazione online di software e sistemi operativi
LE "nuvole di byte" sono una metafora, ma rendono bene l'idea dell'interconnessione e
della miriade di possibilità che il web 2.0 offre ai contesti aziendali. Una vera e propria
rivoluzione in fieri per consumatori, imprese e istituzioni, chiamati a interagire in uno
spazio digitale all'interno del quale chiunque, grazie all'uso dei social media, può creare
e condividere contenuti. E' così che Alessandro Prunesti, consulente di comunicazione
di marketing, descrive "l'ecosistema digitale del web 2.0". Con il suo libro "Nuvole di
byte. Il web 2.0 per la comunicazione nei contesti aziendali", Prunesti si propone di
accompagnare il lettore alla scoperta degli strumenti online che possono essere utilizzati
per condividere la conoscenza nell'era di internet: open source e social software, CMS
(sistemi di gestione dei contenuti) e comunità di pratica, office automation, gestione
documentale informatizzata e molto altro ancora.
Nel primo capitolo l'autore riassume l'evoluzione della comunicazione digitale alla luce
degli sviluppi generati dal web 2.0 e della penetrazione della banda larga nel nostro
Paese: un processo che, per quanto ben lontano dal potersi dire concluso, ha modificato
radicalmente la "dieta mediatica" degli italiani. Nel secondo capitolo viene descritto in
che modo le realtà organizzative possono accogliere le innovazioni dettate dalla cultura
della partecipazione e sviluppare ambienti online condivisi, mettendo in pratica il
cosiddetto cloud computing. Il terzo e il quarto capitolo, invece, sono dedicati alla
presentazione degli strumenti e dei media che possono essere usati per condividere la
conoscenza tra i gruppi di lavoro nei contesti professionali e per comunicare in maniera
innovativa all'interno e all'estero delle organizzazioni.
Con il termine cluod computing, dal quale deriva la metafora atmosferica, ci si riferisce - spiega l'autore - "alla possibilità di
trasformare internet in una piattaforma che consente di trasferire, condividere e immagazzinare dati come se fosse un immenso
hard disk a disposizione in outsourcing per aziende e soggetti privati". Si tratta di una filosofia che, secondo Prunesti, incontra
qualche resistenza nel contesto imprenditoriale italiano, "tradizionalmente poco incline all'innovazione e al cambiamento". Un
esempio è l'atteggiamento di tutte quelle aziende che impostano dei firewall per impedire ai propri dipendenti e collaboratori di
accedere ai social network: "se questo può essere comprensibile in termini di controllo della produttività, ancora pochi manager
comprendono che l'utilizzo di un social network interno all'azienda potrebbe paradossalmente favorire l'interazione e la
collaborazione reciproca tra i soggetti che sono relazionati all'attività dell'impresa".
L'invito alle aziende italiane è di fare un passo in avanti nella gestione degli spazi di lavoro condivisi in rete. Solo così sapranno
affrontare "la vicina tendenza del web verso il cloud computing, ossia la migrazione online non solo dei singoli file, ma anche dei
software e dei sistemi operativi". "In un futuro non molto lontano - scrive Prunesti - la convergenza dei device tecnologici sarà
completa e integrata: il personal computer così come noi oggi lo conosciamo sarà sempre più leggero ed integrato con altri
dispositivi mobili (telefoni cellulari) o domestici (televisione). Tutto sarà collegato - o collegabile - facilmente online; il personal
computer non avrà più bisogno di avere installato il sistema operativo o i software necessari per il suo funzionamento (o almeno,
non come li concepiamo oggi); il PC si trasformerà in un semplice dispositivo di accesso a sistemi operativi, software e
applicazioni presenti online e che saranno utilizzati - sempre online - in base alle esigenze personalizzate di ciascuno di noi".
(06 maggio 2010) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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