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I MERCATI A ROMAI MERCATI A ROMAI MERCATI A ROMAI MERCATI A ROMA
La letteratura antica 竪 piena di riferimenti alla
figura del mercante. Mancava la fatica fisica

che si esprimeva nella
trasformazione della
materia. Nell'epos
omerico i fenici, "famosi
navigatori", appaiono
avidi. In Omero il fenicio
竪 mercante ma anche
rapitore; questa pessima
reputazione appare
anche nella cultura
romana in riferimento ai
Cartaginesi: furono essi i
primi, dice Cicerone, a
esportare in Grecia,
insieme con le loro
merci, "l'avidit di tutte le
cose".
Quello del mercante era un
mestiere competitivo: le
occasioni da cogliere al volo,
l'abilit nel fare della
debolezza altrui la propria
forza. C'era nell'attivit del
mercante una tendenza alla
menzogna, quasi un vincolo
ferreo che legava il lucrum (il
guadagno) e il fraus
(l'inganno).
L'astuzia era nel caso del
grande commercio,
stemperata e quasi bilanciata
da altri elementi, quali il
coraggio di chi affronta il mare
e la funzione civica di chi
rifornisce le citt. Nel caso
della piccolo commercio essa
tendeva invece a manifestarsi
allo stato puro.
I MERCATI A CATANIAI MERCATI A CATANIAI MERCATI A CATANIA
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  • 3. Quello del mercante era un mestiere competitivo: le occasioni da cogliere al volo, l'abilit nel fare della debolezza altrui la propria forza. C'era nell'attivit del mercante una tendenza alla menzogna, quasi un vincolo ferreo che legava il lucrum (il guadagno) e il fraus (l'inganno). L'astuzia era nel caso del grande commercio, stemperata e quasi bilanciata da altri elementi, quali il coraggio di chi affronta il mare e la funzione civica di chi rifornisce le citt. Nel caso della piccolo commercio essa tendeva invece a manifestarsi allo stato puro.
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