ݺߣ

ݺߣShare a Scribd company logo
Il Passaggio Generazionale RESTA una criticità, ma
ce ne sono ALTRE 4!
The CS Family 1000!
Il Crédit Suisse Research Institute in settembre ha pubblicato “The CS
Family 1000”.
Questo studio pubblico è stato oggetto di battage pubblicitario da più parti
evidenziando quanto i Family Business (Imprese di Famiglia) siano
maggiormente “redditizi” dei loro concorrenti non-familiari e quanto la
criticità del passaggio generazionale sarebbe (uso il condizionale e poi
spiego il perché) in realtà sopravvalutata.
non fraintendiamo!
Orbene, mi preme fare a questo proposito alcune considerazioni di merito
al fine di aumentare la #Consapevolezza del lettore evitandogli
pericolosi fraintendimenti.
dimensioni e tipologia!
Lo studio del 2017 è un aggiornamento “esteso” rispetto lo studio del 2015
ma ha in comune un dettaglio importante che è stato reso noto ma forse
andrebbe ricalcato maggiormente: le imprese familiari oggetto dell’analisi
sono SOCIETA’ QUOTATE IN BORSA nei vari mercati internazionali
di TUTTO IL MONDO.
Società come Facebook, Alibaba Group, Toyota motor, L’Oréal, Bmw,
Ford Motor, Heineken, Christian Dior, Bank Central Asia, Tesla, Baidu.
La più piccola delle Top50 è Natco Pharma con 2 uSd billion di
capitalizzazione.
Nello studio, sempre di settembre, dedicato al Family Business svizzero, le
società oggetto di analisi sono, fra le altre, Roche Holding, Richemont,
The Swatch Group, Sonova. Kudelski che opera nell’information
technology ha 1 uSd billion di capitalizzazione borsistica.
Nelle pubblicazioni non è presente l’elenco completo e, conseguentemente
non sappiamo nemmeno quali e quante Family Business italiani sono stati
presi in considerazione.
non è la maggiore criticità!
Tuttavia, queste evidenze sono comunque particolarmente importanti per
poi contestualizzare l’assunto di pagina 24 del “The CS Family 1000”: “4.
Succession does not appear to be the biggest concern”.
Il titolo, letto e pubblicizzato estrapolandolo dal contesto della ricerca può
essere frainteso!
ovviamente!
Innanzitutto, francamente mi sorprenderebbe leggere che società quotate di
questa entità abbiamo quale criticità più grande quella del passaggio
generazionale!
Appare infatti scontato, vista la dimensione e la tipologia delle società
considerate, che le stesse non siano ottimamente organizzate,
proceduralizzate, informatizzate, internazionalizzate, governate,
monitorate e pianificate.
le criticità percepite!
Analizzando poi il grafico di pagina 25 dello studio, figura 13, emerge poi
che, prendendo in considerazione il livello 5 e 4 di criticità, per le
imprese familiari di grandi dimensioni le priorità sarebbero:
1. Quasi a parimerito: industrial competition e retaining talent
(percepite sopra al 70%);
2. Need to innovate (poco sotto il 70%);
3. Macro-economic conditions e Technological disruption (attestate al
60%);
4. Geo-political uncertainty e succession planning (entrambe comunque
abbondantemente oltre il 50%);
5. Infine, the threat of greater regulation (anch’esso con un livello di
criticità percepita sopra al 50%).
Il dettaglio di questi dati dunque mi ha francamente rasserenato!
Non è che gli accademici od i professionisti sovrastimino la criticità del
passaggio generazionale in azienda, più semplicemente la percezione di
criticità di questo aspetto per i Family Business Quotati, pur continuando a
superare il 50% di livello di criticità, è stato superato dal livello di
aggressione competitiva e dalla problematica del mantenimento degli high
potential all’interno dell’azienda, dall’esigenza di innovazione, dalle
condizioni macro-economiche ed infine dal rischio della cosiddetta
“tecnologia distruttiva”.
rapporto italia 2010!
Inoltre, tali dati devono essere analizzati considerando il tessuto
imprenditoriale italiano dove, secondo la fotografia IRDCEC “Rapporto
Italia 2010” su dati ISTAT 2009 (pag. 38 di 91), l’Italia è fatta per il
94,8% di Micro Imprese che non superano i 2 milioni di euro di fattura e
di totale attivo ed hanno meno di 10 dipendenti.
gap dimensionale!
Tale dato evidenziava il conosciuto gap dimensionale del tessuto
imprenditoriale nei confronti dei concorrenti esteri e sottolineava che le
performance di redditività lorda sono al di sotto della media internazionale
di ben 24 punti percentuali.
E non è che salendo di livello cambi sostanzialmente la situazione, infatti
l’insieme della Micro Impresa e della Piccola Impresa, intesa come
quell’impresa che fattura od ha un attivo di bilancio inferiore ai 10 milioni
di euro e meno di 50 dipendenti, rappresentano il 99,4% delle partite iva
italiane.
contestualizzare!
Questa fotografia rende ben evidente che l’analisi del Crédit Suisse, pur
pregevolissima, deve poi essere contestualizzata nel tessuto
imprenditoriale del territorio.
Certamente anche i Family Business italiani che sono quotati in borsa
rientrano in questa ricerca: ma quanti sono all’interno di quel 0,1% di
Grande Impresa italiana?
Quindi, per sintetizzare, i Grandi Family Business Quotati hanno 8 grandi
criticità fra cui anche il passaggio generazionale.
5 grandi necessità!
Soffermandoci su quelle di diretto controllo da parte del management
dell’impresa emergono 5 grandi necessità: 1) di essere attori proattivi nei
confronti della sempre più marcata competizione internazionale, 2) di
trattenere i “cervelli” in impresa, 3) di innovare, 4) di monitorare
l’evoluzione tecnologica per coglierne le opportunità e non farsi travolgere
e 5) (ancora oggi!) di gestire al meglio il passaggio generazionale.
Un dato curioso è che a pari merito al primo posto troviamo la
problematica della “fidelizzazione” dei dipendenti cosiddetti high potential
all’interno dell’azienda. Ciò, ovviamente, in quanto la singola Persona fa
la differenza!
la Persona fa la differenza!
Forse quindi, anziché utilizzare questo studio per banalizzare il passaggio
generazionale, sarebbe opportuno diffonderlo per divulgare il messaggio,
sempre più sentito, della necessità di avere le “persone giuste ai posti
giusti”!
Persone fatte di competenze tecniche ma anche soft skills e Principi Guida
coincidenti con quelli della famiglia proprietaria!
#ConsapevolezzaImprenditoriale!
Su questo aspetto tornerò ulteriormente in seguito (gli ho dedicato un
capitoletto ad hoc nel mio libro #ConsapevolezzaImprenditoriale che è,
finalmente, in fase di trasposizione!).
Per chi volesse, Professional AdvisOr mi consente di mantenere on line un
blog dedicato alla #CPeF #Consapevolezza #Patrimonio e #Famiglia

More Related Content

Il passaggio generazionale resta una criticità!

  • 1. Il Passaggio Generazionale RESTA una criticità, ma ce ne sono ALTRE 4! The CS Family 1000! Il Crédit Suisse Research Institute in settembre ha pubblicato “The CS Family 1000”. Questo studio pubblico è stato oggetto di battage pubblicitario da più parti evidenziando quanto i Family Business (Imprese di Famiglia) siano maggiormente “redditizi” dei loro concorrenti non-familiari e quanto la criticità del passaggio generazionale sarebbe (uso il condizionale e poi spiego il perché) in realtà sopravvalutata. non fraintendiamo! Orbene, mi preme fare a questo proposito alcune considerazioni di merito al fine di aumentare la #Consapevolezza del lettore evitandogli pericolosi fraintendimenti. dimensioni e tipologia! Lo studio del 2017 è un aggiornamento “esteso” rispetto lo studio del 2015 ma ha in comune un dettaglio importante che è stato reso noto ma forse andrebbe ricalcato maggiormente: le imprese familiari oggetto dell’analisi sono SOCIETA’ QUOTATE IN BORSA nei vari mercati internazionali di TUTTO IL MONDO. Società come Facebook, Alibaba Group, Toyota motor, L’Oréal, Bmw, Ford Motor, Heineken, Christian Dior, Bank Central Asia, Tesla, Baidu. La più piccola delle Top50 è Natco Pharma con 2 uSd billion di capitalizzazione.
  • 2. Nello studio, sempre di settembre, dedicato al Family Business svizzero, le società oggetto di analisi sono, fra le altre, Roche Holding, Richemont, The Swatch Group, Sonova. Kudelski che opera nell’information technology ha 1 uSd billion di capitalizzazione borsistica. Nelle pubblicazioni non è presente l’elenco completo e, conseguentemente non sappiamo nemmeno quali e quante Family Business italiani sono stati presi in considerazione. non è la maggiore criticità! Tuttavia, queste evidenze sono comunque particolarmente importanti per poi contestualizzare l’assunto di pagina 24 del “The CS Family 1000”: “4. Succession does not appear to be the biggest concern”. Il titolo, letto e pubblicizzato estrapolandolo dal contesto della ricerca può essere frainteso! ovviamente! Innanzitutto, francamente mi sorprenderebbe leggere che società quotate di questa entità abbiamo quale criticità più grande quella del passaggio generazionale! Appare infatti scontato, vista la dimensione e la tipologia delle società considerate, che le stesse non siano ottimamente organizzate, proceduralizzate, informatizzate, internazionalizzate, governate, monitorate e pianificate. le criticità percepite!
  • 3. Analizzando poi il grafico di pagina 25 dello studio, figura 13, emerge poi che, prendendo in considerazione il livello 5 e 4 di criticità, per le imprese familiari di grandi dimensioni le priorità sarebbero: 1. Quasi a parimerito: industrial competition e retaining talent (percepite sopra al 70%); 2. Need to innovate (poco sotto il 70%); 3. Macro-economic conditions e Technological disruption (attestate al 60%); 4. Geo-political uncertainty e succession planning (entrambe comunque abbondantemente oltre il 50%); 5. Infine, the threat of greater regulation (anch’esso con un livello di criticità percepita sopra al 50%). Il dettaglio di questi dati dunque mi ha francamente rasserenato! Non è che gli accademici od i professionisti sovrastimino la criticità del passaggio generazionale in azienda, più semplicemente la percezione di criticità di questo aspetto per i Family Business Quotati, pur continuando a superare il 50% di livello di criticità, è stato superato dal livello di aggressione competitiva e dalla problematica del mantenimento degli high potential all’interno dell’azienda, dall’esigenza di innovazione, dalle condizioni macro-economiche ed infine dal rischio della cosiddetta “tecnologia distruttiva”. rapporto italia 2010! Inoltre, tali dati devono essere analizzati considerando il tessuto imprenditoriale italiano dove, secondo la fotografia IRDCEC “Rapporto
  • 4. Italia 2010” su dati ISTAT 2009 (pag. 38 di 91), l’Italia è fatta per il 94,8% di Micro Imprese che non superano i 2 milioni di euro di fattura e di totale attivo ed hanno meno di 10 dipendenti. gap dimensionale! Tale dato evidenziava il conosciuto gap dimensionale del tessuto imprenditoriale nei confronti dei concorrenti esteri e sottolineava che le performance di redditività lorda sono al di sotto della media internazionale di ben 24 punti percentuali. E non è che salendo di livello cambi sostanzialmente la situazione, infatti l’insieme della Micro Impresa e della Piccola Impresa, intesa come quell’impresa che fattura od ha un attivo di bilancio inferiore ai 10 milioni di euro e meno di 50 dipendenti, rappresentano il 99,4% delle partite iva italiane. contestualizzare! Questa fotografia rende ben evidente che l’analisi del Crédit Suisse, pur pregevolissima, deve poi essere contestualizzata nel tessuto imprenditoriale del territorio. Certamente anche i Family Business italiani che sono quotati in borsa rientrano in questa ricerca: ma quanti sono all’interno di quel 0,1% di Grande Impresa italiana? Quindi, per sintetizzare, i Grandi Family Business Quotati hanno 8 grandi criticità fra cui anche il passaggio generazionale. 5 grandi necessità!
  • 5. Soffermandoci su quelle di diretto controllo da parte del management dell’impresa emergono 5 grandi necessità: 1) di essere attori proattivi nei confronti della sempre più marcata competizione internazionale, 2) di trattenere i “cervelli” in impresa, 3) di innovare, 4) di monitorare l’evoluzione tecnologica per coglierne le opportunità e non farsi travolgere e 5) (ancora oggi!) di gestire al meglio il passaggio generazionale. Un dato curioso è che a pari merito al primo posto troviamo la problematica della “fidelizzazione” dei dipendenti cosiddetti high potential all’interno dell’azienda. Ciò, ovviamente, in quanto la singola Persona fa la differenza! la Persona fa la differenza! Forse quindi, anziché utilizzare questo studio per banalizzare il passaggio generazionale, sarebbe opportuno diffonderlo per divulgare il messaggio, sempre più sentito, della necessità di avere le “persone giuste ai posti giusti”! Persone fatte di competenze tecniche ma anche soft skills e Principi Guida coincidenti con quelli della famiglia proprietaria! #ConsapevolezzaImprenditoriale! Su questo aspetto tornerò ulteriormente in seguito (gli ho dedicato un capitoletto ad hoc nel mio libro #ConsapevolezzaImprenditoriale che è, finalmente, in fase di trasposizione!). Per chi volesse, Professional AdvisOr mi consente di mantenere on line un blog dedicato alla #CPeF #Consapevolezza #Patrimonio e #Famiglia