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Il vino a Roma
Gi seimila anni fa, i Sumeri simboleggiavano con una
foglia di vite lesistenza umana e, sui bassorilievi assiri
con scene di banchetto, sono rappresentati schiavi che
attingono il vino da grandi crateri e lo servono ai
commensali in coppe ricolme. A Roma si usava fare
brindisi bevendo alla salute, o di uno degli astanti, il
quale doveva vuotare la tazza esclamando: bene tibi,
vivas, oppure di persone assenti. Nel brindisi alla
donna amata era uso vuotare tanti kyathoi uno dietro
laltro quante erano le lettere che componevano il
nome di lei (nomen bibere). Cos狸 Marziale: Sette
calici a Giustina, a Levina sei ne bevi, quattro a Lida,
cinque a Licia, a Ida tre. Col Falerno che versai
numerai ogni amica, vien nessuna; dunque, o Sonno,
vieni a me..
Il vino a Roma
 Nel mondo romano esistevano anche le tabernae.
Si trattava di locali assimilabili alle nostre osterie,
vere e proprie mescite dove si vendeva vino al
dettaglio. Erano costituite da uno o pi湛 ambienti,
di cui quello allaperto sulla strada fornito di un
grande bancone in muratura, sul quale si trovava
quasi sempre un piccolo fornello per scaldare
lacqua dinverno ed erano poggiati contenitori e
vasi potori di vario tipo. Nel bancone erano
inoltre murati alcuni grandi orci per contenere il
vino da vendere.
 Agli schiavi, che come 竪 noto erano privi di
ogni diritto e considerati alla stregua di
oggetti della cui propriet si poteva disporre
a piacimento, veniva riservata una bevanda di
infimo sapore ricavata da mosto, aceto e
aggiunta di acqua dolce.
 Il loro numero indica quanti tipi di
vino si potessero trovare in quella
data taverna. Il cibo era a buon
mercato e il vino costava ancora
meno: quello servito normalmente
era mescolato con acqua calda o
fredda, a seconda delle stagioni, a
volte condito con miele e spezie.
Talvolta si servivano anche vini
pregiati, pi湛 cari, ma pi湛 buoni dei
vini della casa.
Limportanza del vino nellambito della gastronomia e della
convivialit dellAntica Roma 竪 nota, meno nota 竪 probabilmente la
modalit abituale con cui esso veniva consumato, ovvero diluito con
acqua.
I vitigni dellepoca producevano uve e quindi vini dal sapore molto
aspro, pertanto laggiunta di acqua si rendeva indispensabile per
addolcirli e stemperarne leccessiva ruvidezza.
Oltre al vino classico, molto apprezzati dai romani erano i
cosiddetti vini aromatici, in particolare il mulsum, che si
caratterizzava per laggiunta di un generosa quantit
di miele sapientemente dosato.

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Il vino a Roma

  • 1. Il vino a Roma Gi seimila anni fa, i Sumeri simboleggiavano con una foglia di vite lesistenza umana e, sui bassorilievi assiri con scene di banchetto, sono rappresentati schiavi che attingono il vino da grandi crateri e lo servono ai commensali in coppe ricolme. A Roma si usava fare brindisi bevendo alla salute, o di uno degli astanti, il quale doveva vuotare la tazza esclamando: bene tibi, vivas, oppure di persone assenti. Nel brindisi alla donna amata era uso vuotare tanti kyathoi uno dietro laltro quante erano le lettere che componevano il nome di lei (nomen bibere). Cos狸 Marziale: Sette calici a Giustina, a Levina sei ne bevi, quattro a Lida, cinque a Licia, a Ida tre. Col Falerno che versai numerai ogni amica, vien nessuna; dunque, o Sonno, vieni a me..
  • 2. Il vino a Roma Nel mondo romano esistevano anche le tabernae. Si trattava di locali assimilabili alle nostre osterie, vere e proprie mescite dove si vendeva vino al dettaglio. Erano costituite da uno o pi湛 ambienti, di cui quello allaperto sulla strada fornito di un grande bancone in muratura, sul quale si trovava quasi sempre un piccolo fornello per scaldare lacqua dinverno ed erano poggiati contenitori e vasi potori di vario tipo. Nel bancone erano inoltre murati alcuni grandi orci per contenere il vino da vendere. Agli schiavi, che come 竪 noto erano privi di ogni diritto e considerati alla stregua di oggetti della cui propriet si poteva disporre a piacimento, veniva riservata una bevanda di infimo sapore ricavata da mosto, aceto e aggiunta di acqua dolce.
  • 3. Il loro numero indica quanti tipi di vino si potessero trovare in quella data taverna. Il cibo era a buon mercato e il vino costava ancora meno: quello servito normalmente era mescolato con acqua calda o fredda, a seconda delle stagioni, a volte condito con miele e spezie. Talvolta si servivano anche vini pregiati, pi湛 cari, ma pi湛 buoni dei vini della casa.
  • 4. Limportanza del vino nellambito della gastronomia e della convivialit dellAntica Roma 竪 nota, meno nota 竪 probabilmente la modalit abituale con cui esso veniva consumato, ovvero diluito con acqua. I vitigni dellepoca producevano uve e quindi vini dal sapore molto aspro, pertanto laggiunta di acqua si rendeva indispensabile per addolcirli e stemperarne leccessiva ruvidezza. Oltre al vino classico, molto apprezzati dai romani erano i cosiddetti vini aromatici, in particolare il mulsum, che si caratterizzava per laggiunta di un generosa quantit di miele sapientemente dosato.