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Input e output
Cosa sono gli Input
Cosa sono gli Output
Esempi di Input
Esempi di Output
Un componente hardware è definito
anche device (periferica), in relazione alla dipendenza
da un'unità centrale del componente stesso: solo
apparentemente il computer è un pezzo unico. Il device
tratta le informazioni di input(ingresso) oppure
di output (uscita); alcuni device possono trattare
entrambe le informazioni (input-output o i/o).
Input
Periferiche di input
la tastiera
Il dispositivo di input più vicino
all'operatore-utente di un computer, la
tastiera, è formato da un gruppo di tasti.
Ogni tasto è associato ad una lettera, ad un
numero, ad un segno grafico oppure ad una
funzione; questi sono soltanto dei codici
standard che il computer riconosce, anche
se l'utente li riconosce solo come
caratteri.
La codifica ASCII (American Standard
Code for Information Interchange)
definisce 128 caratteri, mentre la
codificaExtended riconosce 255 caratteri,
la codifica Unicode definisce 65536
caratteri. La tastiera non riproduce tutti i
codici, ma solo una parte: ci sono solo 103
tasti nel formato QWERTY (dalle lettere
della prima riga alfabetica), alcuni con
funzioni particolari e non codificati per la
visualizzazione. Si notano quattro zone di
lavoro: alfanumerica, simile ad una
macchina da scrivere (in colore giallo); la
zona di controllo del cursore, per lo
spostamento del cursore e dei caratteri
sullo schermo (in colore arancione); la zona
numerica (o tastierino numerico) per
inserire i numeri e i simboli matematici (in
colore celeste); la zona dei tasti-funzione,
per usi speciali (zona verde, blu, viola).
Alcuni led luminosi indicano l'attività del
tastierino numerico, del maiuscolo o
l'inserimento del blocco schermo.
È possibile utilizzare i tasti
in modo normale (il tasto viene premuto e
rilasciato, mentre il carattere viene
accettato dal computer);
in modo ripetuto (il tasto viene premuto
continuamente e viene inviata una serie di
caratteri uguali);
in modo combinato (un tasto è premuto
continuamente, e contemporanemente
oppure immediatamente dopo, basta che il
primo tasto sia ancora premuto, viene
premuto un secondo tasto, per la
generazione di un codice diverso da quello
che si ottiene senza la pressione del primo
tasto).
il mouse
In un ambiente di lavoro graficamente
avanzato, il muose, dispositivo di input,
fornisce un accesso alle zone di
manipolazione dati, attraverso un cursore
movibile che riproduce il movimento del
mouse grazie ad una pallina ruotante ed a
tre sensori di movimento. Spesso è una
freccia, ma può assumere diverse forme,
secondo le funzioni del programma che lo
sta impiegando. Il mouse possiede almeno
due tasti (tasto destro e sinistro),
configurabili a specchio per l'utente
mancino, che aumentano l'interazione con i
programmi. Viene detto click la pressione
del tasto sinistro del mouse, click destro la
pressione del tasto destro, click e tieni la
pressione continua, doppio click una doppia
pressione veloce del tasto. Nei modelli più
recenti è presente anche una rotellina che
aiuta l'utente nella visualizzazione delle
informazioni.
input è un termine inglese con significato di "immettere"
che in campo informatico definisce una sequenza di dati
o informazioni, immessi per mezzo di una
"periferica di input" e successivamente elaborati. Il
termine, approdato in Italia con la
prima informatica deglianni sessanta indicava al contempo
i dati di entrata e i supporti che li contenevano.
Successivamente, in particolare con l'avvento delle
metodologie di gestione per processo, si è diffuso in
quasi tutti le discipline, anche non tecniche, nel senso più
generale di insieme di elementi in entrata, per realizzare
o produrre qualcosa.
Output
Periferiche di output
il monitor
Lo schermo è una parte essenziale in un
computer. Simile ad un televisore, adotta
una tecnologia diversa: è meno potente
nelle emissioni elettromagnetiche,
fornisce un'immagine digitale e lo sguardo
dell'utente non è mai distratto, ma
concentrato, mentre gli occhi lo
percorrono in tutta la sua superficie. Al
pari di un televisore, è possibile regolare
il contrasto e la luminosità, oppure
impostare altri parametri, secondo il
modello.
Visualizza le informazioni di output
all'utente, quindi è un dispositivo di uscita
dati. Secondo l'impiego, esistono diversi
tipi di monitor: monocromatici (a due
colori, verde/nero oppure bianco/nero), a
colori (16, 256, migliaia o milioni di colori).
Presenta i dati in forma temporanea, non
essendo in grado di registrarli nel tempo,
ma soltanto fino ad una nuova
visualizzazione; quando viene spento
oppure viene "pulito" da un programma non
esiste modo di recuperare le informazioni
(a meno che il programma non provveda a
farlo).
Il monitor non registra le informazioni,
ma le visualizza soltanto: la sua
importanza viene meno se è spento oppure
se un programma non impiega delle
tecniche di buffer (tampone) che
recuperano l'output.
Il cursore, lampeggiante oppure fisso, è
l'elemento di visualizzazione più
importante; una piccola linea orizzontale o
verticale che indica all'utente in quale
punto dello schermo appare l'input.
Generalmente i caratteri provenienti dalla
tastiera vengono inseriti alla sinistra del
cursore.
Un monitor può essere di
tipo interlacciato o di tipo non
interlacciato. Nel primo caso l'immagine
viene generata con un doppio fascio di
elettroni, nel sencondo da un solo fascio,
creando fenomeni di sfarfallio o di
distorsioni della qualità dell'immagine.
L'effetto descritto può avvenire anche
con frequenze di refresh (aggiornamento)
grafico povere: il tipo interlacciato parte
da frequenze di 30 Hz (cicli al secondo), il
tipo non interlacciato varia da 70 a 90 Hz
(e superiori). Come esempio, una luce al
neon emette una frequenza visiva tra i 60
e i 65 Hz. Altro fattore da considerare in
un monitor è il dot pich (distanza dei
punti, o focale), che garantisce nitidezza
e qualità dell'immagine generata (una
valore pari o inferiore a 0,25 mm è
ottimo). Anche il numero dei colori e la
grandezza totale incidono sulla qualità del
monitor: la risoluzionepari o superiore a
1027 per 867 punti è ottima per uno
schermo di 17' (pollici), mentre i colori
possono variare dai 16 ai 16 milioni.
la scheda grafica
Un componente principale è la scheda
grafica (graphic device), che riceve le
informazioni dal sistema centrale e le
elabora per essere visualizzate sullo
schermo. Si tratta di una parte delicata,
poiché converte le informazioni digitali in
analogiche. Esistono schede di
tipo VGA (Video Graphic Adapter)
o SuperVGA, secondo la qualità e il
numero di colori generati.
Scheda grafica e monitor diventano
un'unica periferica: ogni pixel (picture
element, elemento di immagine) dello
schermo è in realtà generato e gestito
dalla scheda video, secondo la risoluzione
adottata, e secondo le specifiche del
monitor. Su uno schermo da 17 pollici una
risoluzione di 800 per 600 pixel risulta in
un ingrandimento di una risoluzione uguale
su uno schermo da 15 pollici; è opportuno
migliorare e sfruttare il monitor con una
risoluzione almeno pari a 1027 per 768
punti.
Unità centrale
Un involucro metallico (alluminio oppure
acciaio) chiamato case (contenitore)
ospita un numero variabile di periferiche,
dette interne, alcune con spinotti e prese
che guardano verso l'esterno. Un
alimentatore-trasformatore converte la
corrente alternata a 220 Volt in corrente
continua variabile da 12 a 5 Volt,
necessaria per il funzionamento dei soli
componenti interni (diversi alimentatori o
sistemi elettrici servono alle altre
periferiche).
motherboard (scheda madre)
La scheda madre ospita tutti i componenti
interni di tipo integrato, occupandosi del
dialogo tra questi. In pratica è il
componente principale da cui dipendono
molte funzioni. In essa risiede
il BIOS (basic input output
sistem, sistema base di entrata-uscita)
che si occupa del coordinamento tra devic.
Il termine output, dall'inglese messo fuori, indica in
senso stretto il risultato di una elaborazione ed in senso
più ampio il risultato o l'insieme dei risultati prodotti.
In Italia il termine cominciò ad essere utilizzato con la
prima informatica degli anni 60 indicava al contempo
i dati in uscita e i supportiche li contenevano.

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Input e output

  • 1. Input e output Cosa sono gli Input Cosa sono gli Output Esempi di Input Esempi di Output Un componente hardware è definito anche device (periferica), in relazione alla dipendenza da un'unità centrale del componente stesso: solo apparentemente il computer è un pezzo unico. Il device tratta le informazioni di input(ingresso) oppure di output (uscita); alcuni device possono trattare entrambe le informazioni (input-output o i/o).
  • 2. Input Periferiche di input la tastiera Il dispositivo di input più vicino all'operatore-utente di un computer, la tastiera, è formato da un gruppo di tasti. Ogni tasto è associato ad una lettera, ad un numero, ad un segno grafico oppure ad una funzione; questi sono soltanto dei codici standard che il computer riconosce, anche se l'utente li riconosce solo come caratteri. La codifica ASCII (American Standard Code for Information Interchange) definisce 128 caratteri, mentre la codificaExtended riconosce 255 caratteri, la codifica Unicode definisce 65536 caratteri. La tastiera non riproduce tutti i codici, ma solo una parte: ci sono solo 103 tasti nel formato QWERTY (dalle lettere della prima riga alfabetica), alcuni con
  • 3. funzioni particolari e non codificati per la visualizzazione. Si notano quattro zone di lavoro: alfanumerica, simile ad una macchina da scrivere (in colore giallo); la zona di controllo del cursore, per lo spostamento del cursore e dei caratteri sullo schermo (in colore arancione); la zona numerica (o tastierino numerico) per inserire i numeri e i simboli matematici (in colore celeste); la zona dei tasti-funzione, per usi speciali (zona verde, blu, viola). Alcuni led luminosi indicano l'attività del tastierino numerico, del maiuscolo o l'inserimento del blocco schermo.
  • 4. È possibile utilizzare i tasti in modo normale (il tasto viene premuto e rilasciato, mentre il carattere viene accettato dal computer); in modo ripetuto (il tasto viene premuto continuamente e viene inviata una serie di caratteri uguali); in modo combinato (un tasto è premuto continuamente, e contemporanemente oppure immediatamente dopo, basta che il primo tasto sia ancora premuto, viene premuto un secondo tasto, per la generazione di un codice diverso da quello che si ottiene senza la pressione del primo tasto). il mouse
  • 5. In un ambiente di lavoro graficamente avanzato, il muose, dispositivo di input, fornisce un accesso alle zone di manipolazione dati, attraverso un cursore movibile che riproduce il movimento del mouse grazie ad una pallina ruotante ed a tre sensori di movimento. Spesso è una freccia, ma può assumere diverse forme, secondo le funzioni del programma che lo sta impiegando. Il mouse possiede almeno due tasti (tasto destro e sinistro), configurabili a specchio per l'utente mancino, che aumentano l'interazione con i programmi. Viene detto click la pressione del tasto sinistro del mouse, click destro la pressione del tasto destro, click e tieni la pressione continua, doppio click una doppia pressione veloce del tasto. Nei modelli più recenti è presente anche una rotellina che aiuta l'utente nella visualizzazione delle informazioni.
  • 6. input è un termine inglese con significato di "immettere" che in campo informatico definisce una sequenza di dati o informazioni, immessi per mezzo di una "periferica di input" e successivamente elaborati. Il termine, approdato in Italia con la prima informatica deglianni sessanta indicava al contempo i dati di entrata e i supporti che li contenevano. Successivamente, in particolare con l'avvento delle metodologie di gestione per processo, si è diffuso in quasi tutti le discipline, anche non tecniche, nel senso più generale di insieme di elementi in entrata, per realizzare o produrre qualcosa.
  • 8. Periferiche di output il monitor Lo schermo è una parte essenziale in un computer. Simile ad un televisore, adotta una tecnologia diversa: è meno potente nelle emissioni elettromagnetiche, fornisce un'immagine digitale e lo sguardo dell'utente non è mai distratto, ma concentrato, mentre gli occhi lo percorrono in tutta la sua superficie. Al pari di un televisore, è possibile regolare il contrasto e la luminosità, oppure impostare altri parametri, secondo il modello. Visualizza le informazioni di output all'utente, quindi è un dispositivo di uscita dati. Secondo l'impiego, esistono diversi tipi di monitor: monocromatici (a due colori, verde/nero oppure bianco/nero), a colori (16, 256, migliaia o milioni di colori). Presenta i dati in forma temporanea, non essendo in grado di registrarli nel tempo, ma soltanto fino ad una nuova visualizzazione; quando viene spento
  • 9. oppure viene "pulito" da un programma non esiste modo di recuperare le informazioni (a meno che il programma non provveda a farlo). Il monitor non registra le informazioni, ma le visualizza soltanto: la sua importanza viene meno se è spento oppure se un programma non impiega delle tecniche di buffer (tampone) che recuperano l'output. Il cursore, lampeggiante oppure fisso, è l'elemento di visualizzazione più importante; una piccola linea orizzontale o verticale che indica all'utente in quale punto dello schermo appare l'input. Generalmente i caratteri provenienti dalla tastiera vengono inseriti alla sinistra del cursore. Un monitor può essere di tipo interlacciato o di tipo non
  • 10. interlacciato. Nel primo caso l'immagine viene generata con un doppio fascio di elettroni, nel sencondo da un solo fascio, creando fenomeni di sfarfallio o di distorsioni della qualità dell'immagine. L'effetto descritto può avvenire anche con frequenze di refresh (aggiornamento) grafico povere: il tipo interlacciato parte da frequenze di 30 Hz (cicli al secondo), il tipo non interlacciato varia da 70 a 90 Hz (e superiori). Come esempio, una luce al neon emette una frequenza visiva tra i 60 e i 65 Hz. Altro fattore da considerare in un monitor è il dot pich (distanza dei punti, o focale), che garantisce nitidezza e qualità dell'immagine generata (una valore pari o inferiore a 0,25 mm è ottimo). Anche il numero dei colori e la grandezza totale incidono sulla qualità del monitor: la risoluzionepari o superiore a 1027 per 867 punti è ottima per uno schermo di 17' (pollici), mentre i colori possono variare dai 16 ai 16 milioni. la scheda grafica Un componente principale è la scheda
  • 11. grafica (graphic device), che riceve le informazioni dal sistema centrale e le elabora per essere visualizzate sullo schermo. Si tratta di una parte delicata, poiché converte le informazioni digitali in analogiche. Esistono schede di tipo VGA (Video Graphic Adapter) o SuperVGA, secondo la qualità e il numero di colori generati. Scheda grafica e monitor diventano un'unica periferica: ogni pixel (picture element, elemento di immagine) dello schermo è in realtà generato e gestito dalla scheda video, secondo la risoluzione adottata, e secondo le specifiche del monitor. Su uno schermo da 17 pollici una
  • 12. risoluzione di 800 per 600 pixel risulta in un ingrandimento di una risoluzione uguale su uno schermo da 15 pollici; è opportuno migliorare e sfruttare il monitor con una risoluzione almeno pari a 1027 per 768 punti. Unità centrale Un involucro metallico (alluminio oppure acciaio) chiamato case (contenitore) ospita un numero variabile di periferiche, dette interne, alcune con spinotti e prese che guardano verso l'esterno. Un alimentatore-trasformatore converte la corrente alternata a 220 Volt in corrente continua variabile da 12 a 5 Volt, necessaria per il funzionamento dei soli componenti interni (diversi alimentatori o sistemi elettrici servono alle altre periferiche).
  • 13. motherboard (scheda madre) La scheda madre ospita tutti i componenti interni di tipo integrato, occupandosi del dialogo tra questi. In pratica è il componente principale da cui dipendono molte funzioni. In essa risiede il BIOS (basic input output sistem, sistema base di entrata-uscita) che si occupa del coordinamento tra devic. Il termine output, dall'inglese messo fuori, indica in senso stretto il risultato di una elaborazione ed in senso più ampio il risultato o l'insieme dei risultati prodotti. In Italia il termine cominciò ad essere utilizzato con la prima informatica degli anni 60 indicava al contempo i dati in uscita e i supportiche li contenevano.