3. L’iperparatiroidismo può essere primitivo, secondario e
terziario. In medicina si distinguono questi tre casi in base
all’origine e alla severità della disfunzione da iperproduzione da
PTH (paratormone).
L’iperparatiroidismo primitivo è solitamente dovuto ad un adenoma
(semplice o multiplo), che causa un aumento del numero delle cellule delle
paratiroidi (iperplasia), con scarsa possibilità di degenerare in carcinoma.
L’iperparatiroidismo primitivo solitmente si associa a sindromi
paraneoplastiche che coinvolgono il polmone, la mammella o il rene.
4. I sintomi che si possono collegare a questi disturbi sono
un’osteoporosi non collegata all’età , l’ulcera peptica, la
calcinosi del pancreas (da non confondere la calcolosi ma solo
deposito di calcio tra le cellule esocrine), una nefrocalcinosi
del parenchina, ansia e depressione.
All’esame clinico, si controlla il livello del PTH e si nota un
aumento della calcemia (ipercalcemia), una ipofosforemia,
solitamente vengono fatte scintigrafia e risonanza
magnetica funzionale come esami di screening.
5. L’iperparatiroidismo secondario si manifesta solitamente come
complicanza di un trattamento medico-farmacologico e non ha
origine congenita. Si parla di trattamenti che hanno influenza
negativa sulle paratiroidi quale trattamento per ipocalcemia: basta
pensare a chi fa dialisi da 5 o più anni, o a chi soffre di insufficienza
renale cronica, un deficit di vitamina D, problemi di
malassorbimento da bypass intestinale. All’esame clinico, si nota
un lieve aumento di PTH circolante, un abbassamento della
calcemia, un aumento della fosforemia, un’ipofostaturia.
6. L’iperparatiroidismo terziario si manifesta come una
iperplasia secondaria che va incontro ad adenoma tipico della
primaria, calcemia indipendente. All’esame clinico si presenta
con un abbassamento del PTH, uno stato di ipocalcemia e
iperfosforemia, ipocalciuria. La terapia si basa sulla
somministrazione di PTH. I sintomi sono parestesia,
laringospasmo, asfissia, una cataratta da deposizione degli
ioni calcio.