1. KOI, LEGGENDE E TRADIZIONI
dentro e fuori il laghetto
Prefettura di Niigata, distretto di Yamakoshi,
nella parte centrosettentrionale dell?isola di
Honshu... Pare che qui sia cominciata la
storia...
In questa terra lontana, circondata da rilievi
montuosi, con inverni gelidi e neve che
raggiunge i sei metri, intorno al 1600 d.C. si
cominciarono ad allevare le prime antenate
delle nostre koi.
L?inizio, come tutti gli inizi, ¨¨ molto incerto e
non proprio ¡°zen¡±: i feudatari della zona
cominciarono ad importare la Carpa
( Cyprinus Carpio) dalla Cina, dove questa
era conosciuta ed allevata a scopo
alimentare gi¨¤ dal 2100 a.C.
In Giappone le carpe venivano immesse nei
grandi bacini di irrigazione ed utilizzate al
posto del riso durante gli avari mesi invernali.
Per comodit¨¤, e per l?impossibilit¨¤ di pescarle
agevolmente nella stagione fredda, si
costruirono piccoli laghetti nei pressi delle abitazioni, in modo che fossero facilmente
accessibili.
La natura e l?evoluzione sono state generose con le carpe nere e, proprio grazie ai piccoli
laghetti, ¨¨ stato possibile osservarne le mutazioni spontanee che hanno portato nuovi
colori al mediocre mantello della carpa progenitrice, facendola passare da cibo ad
elemento decorativo.
Dai primi incroci casuali si ¨¨ passati ad una vera e propria ricerca e studio delle possibili
variet¨¤.
Pare che nel 1830, dall?accoppiamento tra una koi rossa e una bianca, sia nato un
esemplare bicolore, probabilmente il progenitore di tutte le attuali kohaku.
LA CARPA E IL DRAGO:
Le koi sono animali leggendari. Si narra di una carpa,
che,in un tempo lontano, mostr¨° enorme forza e
coraggio, risalendo il ?ume Giallo controcorrente. La
carpa super¨° la grande cascata per accedere alla
sorgente del ?ume ed attraversare cos¨¬ la Porta del
Drago, lasciando dietro di se mille ostacoli e spiriti
malvagi. Gli dei, impressionati da tanta tenacia e
perseveranza, trasformarono la carpa in drago,
donandole cos¨¬ il dono dell?immortalit¨¤ e della
perfezione.
La carpa diventa cos¨¬ il simbolo di chi aspira a
compiere grandi imprese e non teme di affrontare le
avversit¨¤ della vita. Questo percorso di iniziazione
simboleggia la vita stessa dell?essere umano, il quale
con costanza, onore e impegno pu¨° innalzarsi e
divenire un essere superiore. La carpa non trema
2. neanche di fronte alla morte, che affronta restando immobile ad occhi aperti, cos¨¬ come il
samurai.
KODOMO NO HI:
Il 5 Maggio in Giappone si festeggia il Kodomo no hi, che letteralmente signi?ca ¡°festa dei
bambini¡±. E? festa nazionale dal 1948 ed ¨¨ estesa sia ai maschi che alle femmine anche se
in origine era una festa prettamente maschile. Era chiamata Tango no sekku ed era
festeggiata il 5¡ã giorno della luna quinta del calendario lunare cinese.
Il giorno precedente la festa, le famiglie innalzavano bandiere a forma di koi su pertiche di
bamb¨´, una per ogni ?glio maschio, come simbolo di virilit¨¤, perseveranza e futura
rinascita. Tutte qualit¨¤ insite in ogni koi e per questo di buon auspicio. Il governo ha
decretato che la festa ¨¨ per la felicit¨¤ di tutti i bambini, e le famiglie continuano ad
innalzare al cielo i koinobori.
KOI E IREZUMI:
La carpa ¨¨ uno dei soggetti principi del tatuaggio
giapponese tradizionale (irezumi). per anni relegato alla
Yakuza e alla criminalit¨¤, l?irezumi ha origini ben pi¨´
antiche. Le ferree regole medievali vietavano ai ceti meno
abbienti di indossare abiti dai colori vivaci, riservati alla
nobilt¨¤. I contadini trovarono il modo di ¡°vestire¡± quei colori
tatuandosi coloratissimi soggetti, primi tra tutti le koi e i
draghi. Nel tatuaggio tradizionale la carpa indica che la
persona che lo porta ¨¨ meritevole di rispetto, coraggiosa e
leale. E? spesso rappresentata mentre nuota
controcorrente con grandi spruzzi d?acqua.
3. INTORNO AL LAGHETTO:
La magia non si ferma certo con le koi,
ma abbraccia tutto ci¨° che circonda il
laghetto e gli abitanti che lo popolano.
Il giardino giapponese, come lo
conosciamo oggi, nasce con i primi
santuari shintoisti, dallo stretto rapporto
tra ideologia, spiritualit¨¤, meditazione ed
amore per la natura. L?intento ¨¨ quello di
creare un microcosmo ideale fatto di
pietre, acqua, ponti e altri elementi
naturali che evocano la perfezione del
creato.
Shakkei, il paesaggio preso in prestito:
E? questo un modo di concepire il giardino che tende a rappresentare in uno spazio
ristretto quelli che sono i grandi temi della natura. Ecco allora che i movimenti del terreno
e le grandi rocce rappresentano le montagne, il laghetto rappresenta il mondo delle acque,
i sentieri per raggiungere questi elementi focali, costituiti da
tipiche pietre segna-passo, rappresentano l?alternanza tra
conoscenza ed esplorazione.
L?equilibrio ¨¨ il vero protagonista del giardino giapponese. Non
vi devono essere elementi troppo grandi, pesanti o scuri, o se ci
sono, devono essere bilanciati da altri pi¨´ piccoli, leggeri e
chiari. E? il principio dello Yin e dello Yang, femminile e
maschile, in cui ogni cosa ¨¨ bilanciata dal suo contrario e non
pu¨° esistere se non esiste il suo opposto.
Il suono dell?acqua che scorre, il vento tra le foglie... attimi unici
e irripetibili che fanno percepire all?uomo la transitoriet¨¤ della vita.
Simbolo nazionale del Giappone ¨¨ l?albero di ciliegio (sakura), simbolo della precariet¨¤ e
fragilit¨¤ della vita, che proprio per questo deve essere vissuta appieno, godendo delle
piccole e piccolissime cose che la natura ci dona, come possono essere appunto un ?ore,
il suono di un ruscello o un?allegra folata di vento.
Verso la casa del t¨¨:
Ogni giardino giapponese ¨¨ un
insieme di suoni e colori che si
abbracciano vicendevolmente:
l?acqua ha una posizione di rilievo
ma non ¨¨ mai ostentata, gli aceri
che ?ammeggiano in autunno
sottolineano le molteplici tonalit¨¤
di verde. Ed ecco che non sai
come e perch¨¨ ti trovi su un
sentiero che non avevi nemmeno immaginato, ma che la
magia del luogo ti ha fatto trovare. E? il sentiero di pietra che
porta alla casa del t¨¨.
4. Prima dell?arrivo dell?ospite il giardino viene cosparso di aghi di pino, foglie autunnali o
petali a seconda della stagione, per produrre una modesta rusticit¨¤ e imperfezione
arcaica. Prima di entrare l?ospite si puri?ca alla tsukubai lavando mani e bocca.
La rana, il ponte e la lanterna.
Le pietre del giardino che paiono li da secoli sono in realt¨¤ frutto di un attenta
osservazione. Ecco allora apparire una rana, simbolo di buon augurio e di ritorno a un
luogo lontano o alla salute perduta; una tartaruga, simbolo di longevit¨¤; ecco af?orare
dall?acqua appoggi sicuri per il visitatore o ancora ponti sui quali ascoltare la melodia
dell?acqua. E di pietra sono anche le lanterne, forse uno dei simboli pi¨´ conosciuti e
caratteristici del giardino giapponese, una volta esclusiva dei templi, oggi sono parte
integrante del giardino e con la loro ?amma viva completano la rappresentazione
domestica dell?intero cosmo.
Noi occidentali forse non coglieremo mai appieno la magia di questi luoghi e degli esseri
magni?ci che li popolano, ma basta inginocchiarsi sul bordo di un laghetto, tendere la
mano e farsi accarezzare da una koi per assaporare un momento magico che solo chi ha
vissuto pu¨° comprendere.
di Cristina Pini
!!!