Luciano De Carlis
40° Corso Nazionale TPM
Frascati, 24-27 ottobre 2016
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La mia esperienza innovativa: la perfusione degli organi
1. La mia esperienza innovativa: la
perfusione degli organi.
Prof. Luciano De Carlis
Chirurgia Generale e dei Trapianti – Ospedale Niguarda
Dipartimento Chirurgico Università di Milanoi-Bicocca
TPM CNT
(Frascati, 27 Ottobre 2016
3. The Brettschneider method
of liver preservation
It was primed with chilled blood that was pumped through two
plastic tubes, one to the liver artery and the other to the portal vein
[…]. After passing the through the liver, the blood drained passively
down a terraced cascade over which the liver was suspended and
then back to a reservoir and pump to start around the circuit again.
The special feature of the system was its oxygen delivery. The liver
as well as the blood draining from it were kept inside a high
pressure chamber similar to those used to prevent (or treat) the
bends in deep sea divers.
However, the hyperbaric chamber was cumbersome and extremely
heavy. […] Consequently, it was abandoned after brain death was
accepted in the late 1960s. Yet it played a role. This was the
technique that we used to preserve all of the first successfully
transplanted human livers.
Thomas E. Starzl, The Puzzle People
Chilled blood
Double supply
Hyperbaric
chamber: oxygen
delivery
Cumbersome
and heavy
5. 1) Optimal and prolonged
preservation
2) Recondition and optimize
the function of organs
3) Testing the function and
viability prior to transplant
6. La regola di van’t Hoff
RW Busuttil, Transplantation of the liver, 3°
ed.
8. Perfusione ipotermica ossigenata
La somministrazione di ossigeno in ipotermia ripristina la carica
energetica delle cellule (ATP) e riduce lo stress ossidativo alla
riperfusione
HOPE = Hypothermic Oxygenated PErfusion
9. Meccanismi della perfusione
ipotermica ossigenata
DA STRESS
METABOLICO
A RISPOSTA
IMMUNITARIA INNATA
DANNO DA ISCHEMIA-
RIPERFUSIONE
Fase 1:
electron leackage dalla
catena respiratoria
Fase 2:
produzione enzimatica
(NOX)
PRODUZIONE DI ROS
12. Giudizio di trapiantabilità ?
• Non produzione biliare in ipotermia
•Non dati concordi in letteratura
– Resistenze? (fegato ≠rene)
– Analiti nel perfusato? (transaminasi e LDH nel perfusato correlano con il
picco di transaminasi dopo il trapianto, ma non sono fissati chiari valori di
riferimento.
14. Perfusione doppia (arteriosa e portale) o
solamente portale?
• Normotermia: essenziale la doppia perfusione
arteriosa e portale
• Ipotermia: non c’è accordo
– La doppia perfusione espone a maggior trasmissione dello shear stress ïƒ
oltre le 18 ore (Dutkowski, J Hepatol 2013)
- La sola perfusione portale
garantisce la perfusione completa
del graft e della VB extraepatica
attraverso comunicazioni artero-
portali
15. DCD liver donors Rates of organs recovered for transplant
and not transplanted
Am J Transplant. 2015 Jan;15 Suppl 2:1-28
19. La macchina da perfusione nel
trapianto di fegato da DCD in Italia
20. Fegato da DCD: primi casi in Italia
NRP
(ECMO)
NRP + HMP
Settembre 2015
21. - ALT e lattati
- aspetto macroscopico
- biopsia
selezione
Proposta e
assegnazione
Selezione
ricevente
Trasporto
ricevente
Preparazione
riceventeSegnalazione
Trasmissione
dati ed esami
(De Carlis R, Liver Transplantation 2016, in press)
Selezione dell’organo
DONATORI NON CONTROLLATI (tipo 2 di Maastricht)
22. Risultati
Case Type
No-flow
WIT (min)
Low flow
WIT (min)
NRP
(h)
CIT
(h)
1 C 20 13 4.2 5.5
2 U* 44 84 6 5.8
3 U 38 107 5.8 9
4 U 34 96 5.2 9
5 U* 45 69 5.3 7.3
6 U 23 75 5.1 6.5
7 U 29 104 5.6 5.1
8 C 27 11 6.6 10.8
CS
(h)
HMP
(h)
6.2 2.8
6 3
3.5 3.8
4 2.5
7.1 3.7
Case Type
No-flow
WIT (min)
Low flow
WIT (min)
NRP
(h)
I C 33 117 6.5
II U* 42 75 5.3
III U 40 110 7
UTILIZZATI
SCARTATI
25. Il trapianto di fegato da DCD in Italia
RUOLO
DELLA MACCHINA DA PERFUSIONE IPOTERMICA:
Logistico
migliore qualità della conservazione
ricondizionamento ischemico
•Selezione dell’organo?
•Perfusione normotermica?
26. Il trapianto di fegato da DCD in Italia
0/5
0/5
0/5
0/5
1/5
0/5
2/5
1/5
0/5
0/5
0/4*
0/5
0/5
100% (5/5*)
HOPE Niguarda
n = 5
27. Prolungare il tempo di ischemia
fredda
CIT = 18:15 h
(CS 12:15 + MP 6:00)
CIT = 20:00 h
(CS 12:10 + MP 7:50)
28. HOPE oltre le 18 ore
L’incremento delle resistenze oltre le 18 h
provoca danno alle cellule endoteliali sinusoidali
– Maggior rischio di trasmissione shear stress se
doppia perfusione portale e arteriosa
– No shear stress per P(porta) < 3 mmHg
– Viscosità della soluzione di perfusione
Schlegel, J Hepatol 2013
29. Conclusioni
PERFUSIONE IPOTERMICA OSSIGENATA DEL FEGATO:
•Maggiore qualità della conservazione e possibilità di
ricondizionamento
•Non ruolo preciso nella selezione dell’organo
•Ruolo logistico
•Possibilità di prolungare il tempo di ischemia fredda
oltre i limiti usuali.
#2: Una rassegna esaustiva sarebbe difficile e lunga
Il carattere di generalità del titolo che mi è stato proposto, mi permette di muovermi con libertà dell’argomento e presentarvi gli aspetti generali necessari per discutere la nostra esperienza.
#3: Definizione
Storicamente prima la dinamica, poi quella statica (per ragioni logistiche &gt; trasportabilità , ed economiche)…oggi si chiude il cerchio (utilizzo degli extended criteria donors per ampliare il pool di donatori ïƒ impiego della MP per migliorare la vitalità del graft)
Alternative (la MP è stata inizialmente concepita come qpproccio dinamico immediatamente successivo al prelievo), ma anche sequenziali (si è iniziato a pensare all’utilizzo della MP dopo la conservazione statica, all’interno del tempo di ischemia fredda)
#7: Razionale: ridurre il metabolismo cellulare durante il periodo in cui l’organo non è perfuso dal sangue.
Regola di van’t Hoff: la velocità enzimatica si riduce del 50% per ogni 10°C di riduzione della temperatura ïƒ scendendo dalla temperatura fisiologica di 37°C a 4°C
il metabolismo è ridotto al 10% dei valori normali. Il metabolismo aerobio (ATP) si sopprime prima di quello anaerobio (LDH)
#10: Fase 1:
Produzione di ROS da leackage della catena respiratoria (complessi II e III), iperattivata in seguito alla riperfusione.
Rilascio cellulare di DAMPS (damage associated molecular pattern signaling), che attivano le cellule di Kupffer.
Fase 2:
Le cellule di Kupfer rilasciano ROS per via enzimatica (NOX), citochine e chemochine che stimolano l’adesione di piastrine e neutrofili ïƒ aggravamento del danno intravascolare/sinusoidale e ulteriore produzione di ROS.
#11: PIU’ EFFETTI INDIPENDENTI
Ricarica energetica
Diminuisce lo stato iper-ridotto della catena respiratoria ïƒ riduce la velocità della respirazione mitocondriale al monento della riperfusione
Pulizia/riparazione del glicolalice dei sinusoidi
Upregolazione di geni dello shear stress
#12: STUDIO PILOTA (FEASIBILITY AND SAFETY)
HMP (n=20), CS (n=20)
Non DCD, non ECD (esclusi macrosteatosi &gt;25%)
No PNF in entrambi i gruppi
2 complicanze biliari in HMP vs 4 in CS
ERA OSSIGENATA O NO IN QUESTO STUDIO?
#16: Il plateau è dovuto essenzialmente al tasso di non utilizzo
#21: Le due caratteristiche fondamentali della Nostra serie
#22: LOGISTICA: Esiste inoltre una catena parallela di eventi legati all’assegnazione dell’organo e alla gestione del ricevente che si sovrappone alla sequenza principale e ne condiziona necessariamente le tempistiche.
Si può guadagnare tempo in due modi: con la NRP e con la HMP (convertendo la conservazione statica in una sorta di ricondizionamento, o comunque migliorando la qualità di conservazione)
#23: In rosso CIT limite per fegati GIA’ al limite
#25: COMPLICANZE BILIARI:
Stenosi anastomotica trattata con ERCP + stent
Kinking VB trattata con ERCP, complicata da leak biliare e necessità di anastomosi biliodigestiva
#26: Ruolo principalmente LOGISTICO
La selezione dell’organo sarà forse possibile in futuro
Non abbiamo pensato alla normotermia per due ragioni: 1) la NRP è essa stessa una perfusione normotermica, per giunta in situ (unica mancanza: quantificazione della produzione biliare), 2) la HOPE riduce il danno da ischemia-riperfusione, cosa che la normotermia sembra non fare.
#27: RICONTROLLARE LA CASISTICA. CONFRONTARE SOLAMENTE HOPE CON HOPE, altrimenti non ha senso!