1. La Montaña, 03 giugno 2016.
“La Maestra”
Miei cari semi,
Un professore molto amato, ogni giorno teneva le sue lezioni
all’università internazionale, potremmo chiamarla Universale e preparò
molto bene i suoi alunni, la maggior parte dei suoi alunni divennero
professori, ragazzi e ragazze, erano così contenti di lui che diedero dei
giudizi molto positivi. Passarono 20 anni e uno dei suoi alunni, che oggi è
professore, tornò di nuovo in quella università ed ebbe la curiosità di
sapere cos’era successo a tutti quegli alunni, che vivevano in alcuni
quartieri molto violenti, erano alunni violenti come a Brooklyn, quei
quartieri come le favelas, in ogni città, in ogni paese ci sono dei quartieri
dove ci sono bambini emarginati che non hanno avuto la fortuna di avere
un’educazione nè dalla famiglia nè dalla società, e lì li aveva mandati il
primo professore, e questo alunno volle sapere cos’era successo con quei
bambini che erano stati formati ed indagò.
Per primo andò nel quartiere più violento e gli dissero: “Sì, sì, qui
c’era quel gruppo di venti bambini e si sono laureati tutti”.
Poi andò in altri quartieri,
in altri dove ci sono anche le
maras e, dei centottanta bambini a
cui avevano dato la possibilità di
studiare, centosettanta avevano un
titolo e una laurea, erano usciti i
migliori avvocati, i migliori dottori
e i migliori uomini d’affari, era
veramente incredibile, volle sapere
chi era stato, chi erano quei
professori che li avevano formati, dov’erano.
Continuò ad indagare e chiese, tutti gli risposero: “E’ la
professoressa” e disse: “Ma chi è la professoressa?”, e dissero: “Sì, la
professoressa che ha studiato insieme ai giovani studenti a cui il professore
anziano aveva insegnato, è andata in tutti i quartieri e lei da sola ha
portato avanti centosettanta alunni che oggigiorno sono i migliori”.
2. Era molto curioso, andò al municipio e chiese informazioni e
tirarono fuori tutti i nomi, in effetti era una professoressa sua amica e del
suo stesso corso di studi.
Andò a trovarla e le chiese: “Come va?”, “Molto bene!” “Quanto
tempo è trascorso!”, “Sì”, “E cosa fai?”, rispose: “Beh, continuo ad
insegnare ad altre generazioni” “Come sei riuscita? Mi incuriosisce
tantissimo. Sei sola o con altri colleghi?”. “No, gli altri colleghi hanno
tutti la loro vita, se ne sono andati in altre capitali, altri se ne sono andati
all’estero, io sono rimasta qui”. “E come hai fatto?”.
“E’ molto semplice, ho imparato ad amarli, ho imparato a voler
bene a quei bambini, ho imparato ad amarli come erano, ho imparato ad
amare i loro difetti, le loro qualità, all’epoca avevano molti difetti,
sbagliavano, li analizzai uno ad uno, spiegai loro il come e il perchè e
capirono che c’era una Causa e un Effetto, che se loro volevano
potevano dimenticare il passato e creare un futuro, questo sì con la mia
massima dolcezza, con il cuore e con moltissimo amore. Poco a poco mi
armai di coraggio e li ascoltavo e così iniziarono ad applicarsi, giorno
dopo giorno, mesi, anni e quando arrivò il momento li vidi che erano su un
podio con il cappello in testa, i fiocchi che pendevano, le mantelle addosso,
il loro diploma in mano e tutta la gente che applaudiva, mi misi a piangere,
erano i miei bambini, io non ero la loro madre però erano i miei bambini”.
Ricordate sempre che ciò che si fa con amore è che ti piace e se
hai soddisfazione a farlo e lo fai con piacere come un lavoro in casa,
come la pulizia di una cucina, come preparare un brodo, come presentare
delle buone fajitas, una paella eccellente,
mettere alcuni aghi, fare una bella
sofrologia, ma con il cuore e con piacere,
dare una mano perchè una persona non
cada quando sale o scende le scale, a
volte portare una borsa, una valigia, sono
così grandi quei gesti e tanto belli che in
ogni gesto Gesù è con voi, ogni gesto è
pieno d’amore, siete voi che lo fate, però è la professoressa che si riempie
di dolcezza e d’amore.
3. Ogni volta che accettate, ogni volta che riconoscete che avete fede
in ciò che fate è un passo verso la Luce, è un passo verso la Nuova Vita,
permettete che abbiano sempre delle attenzioni per voi, apprendete a
riceverle, perchè se in quel momento le ricevete è perchè le avete già date.
Che esempio ci ha dato? Semplicemente lo ha fatto con
soddisfazione, amandoli, se amate la cucina vi verranno dei piatti deliziosi,
se amate il giardinaggio i fiori saranno i più belli, i più profumati, se con
tutto il vostro cuore volete trovare una casa o un terreno, lo troverete, se
volete comprarvi un vestito, dei pantaloni o semplicemente fare una
sorpresa, lo farete.
Miei giovani, sono così orgogliosa di questo viaggio in Terra
Santa, sono così felice che vi amerò ogni giorno di più ed ogni giorno
chiederò a Dio che illumini il vostro cammino, perchè siete il futuro di
domani, l’avvenire e la speranza de La Jardinera. Non dimentico i primi
che hanno fatto questo cammino, loro sono sempre nella Luce e nel mio
cuore.
Mie stelle sforzatevi, ogni giorno ciò che dovete fare, il vostro
lavoro, gli impegni o le umiliazioni, offriteli a Dio, le vostre pene. Se è
arrivata l’ora che vostro figlio vada alla Luce, offritelo a Dio perchè è di
nuovo nella Luce e prendetela con allegria, non piangete non si può fare
nulla e se piangete lo trattenete, invece se sorridete quell’angelo vi
accarezzerà, sorriderà e tornerà di nuovo alla Luce.
Che bella lezione, amare senza aspettarsi niente in cambio, non
fatelo per il vostro interesse e soprattutto per essere migliori o far piacere
agli altri, o per sentirvi bene, dimenticatevi, sono solo insegnamenti della
società, la vera educazione è la vostra intuizione, è ciò che vi dice il
vostro cuore, pensate prima di tutto a voi per offrire agli altri, tutto ciò
che farete per aiutare l’Universo ve lo restituirà mille volte.
4. Ringrazio quella professoressa che ci ha dato quella lezione così
semplice, così grande e approfitto per dirvi che vi amo e che continuiate
sempre nel Mare di Galilea, ricordate i genitori con i propri figli, le coppie
i voti di Cana e tutti quelli che hanno toccato e ricevuto l’acqua del
Battesimo.
Vi voglio bene e vi amo miei semi, siete i migliori.
Con tutto il mio amore,
La Jardinera