ݺߣs di Maurizio Maleci per il corso "La notizia vale l'incolumità dei media?" organizzato l'11 gennaio 2019 a Grosseto, per Ordine dei Giornalisti della Toscana
36. Mentre le immagini fotografiche
furono da subito utilizzate per la
comunicazione, quelle in movimento
hanno impiegato più tempo
37. Nel primo periodo le immagini in
movimento sono state utilizzate
per una comunicazione “artistica”
39. Con il passare degli anni e l’affinarsi
della tecnologia anche le immagini in
movimento sono state utilizzate per la
comunicazione della vita quotidiana
56. Durante l’era fascista viene posta
molta attenzione nella
comunicazione propagandistica e i
pompieri ne fanno parte
58. Nel neonato Corpo Nazionale
viene creato uno specifico reparto
per le riprese cinematografiche
60. I vigili del fuoco, sono protagonisti negli eventi
bellici e costituiscono spesso l’unica
speranza di salvezza e la loro
documentazione comunicazione non è da
meno
62. Dal periodo fascista, proseguendo
nel periodo bellico, i vigili del fuoco
iniziano ad essere fornitori di
immagini per la comunicazione
63. Si inizia a capire l’importanza della
comunicazione e al tempo stesso
un’attenzione al lavoro dei “media”
64. Nel pieno della ricostruzione i vigili
del fuoco sono soggetto ed attore
della comunicazione per le calamità
naturali che affliggono il paese
65. Oltre alle attività di soccorso, contribuiscono
loro stessi alla comunicazione con immagini
fotografiche e filmate direttamente dagli
scenari degli eventi
66. Continua questa azione, per adesso
fatta in modo inconscio, di indiretta
attenzione all’incolumità dei “media”
71. In questi periodi la velocità di
comunicazione dei vigili del fuoco è
ancora paragonabile a quella del
mondo esterno
72. E rimane al passo fino al boom
della televisione
73. La comunicazione a questo punto
accelera, crescono i canali televisivi,
si fa molto più uso delle immagini
video
74. I vigili del fuoco non possono, non
riescono, forse non vogliono o non
ritengono utile seguire questa
velocizzazione
75. Dopo una importante presenza in televisione,
con la diretta delle operazioni di soccorso a
Vermicino, forse anche a causa dell’esito che
ben conosciamo, il Corpo si chiude a riccio
76. Una circolare del Direttore Generale
della Protezione Civile e dei Servizi
Antincendio proibisce qualsiasi
contatto con l’esterno
77. Di conseguenza la comunicazione verso
l’esterno è rara, scarna, ma principalmente
solo a richiesta e talvolta tardiva anche
perché necessita di una serie di autorizzazioni
dal ministero
78. In realtà i vigili del fuoco, quasi in
maniera carbonara, continuano a
dare mano ai “media”
79. La protezione verso il lavoro dei
media viene fatta scortandoli,
facendogli da angeli custodi, ma non
possono impedirgli di esporsi ai rischi
80. I vigili del fuoco rimangono in
stallo, praticamente, fino al
terremoto dell’Abruzzo
81. Qui avviene un grosso cambiamento
di passo, il Corpo comincia a essere
pronto a rispondere alle richieste dei
media
86. La strada è in salita, ma la
macchina è partita
87. Questa rinascita ha preso talmente il
via che a un certo punto si è costretti
a fermarsi, guardarsi attorno
88. Con l’evento del naufragio della Costa
Concordia viene toccato un punto
talmente avanzato che è necessario
fermarsi e fare un passo indietro
89. I vigili del fuoco devono contribuire
alla comunicazione, ma non
sostituirsi a chi fa comunicazione
90. Con l’esperienza acquisita, e con
l’analisi degli errori fatti, viene iniziato
un nuovo percorso, un consolidamento
del sistema, una professionalizzazione
91. Il personale che cura la
comunicazione all’interno del
Corpo viene sempre più preparato
96. Un punto di riferimento serio,
credibile ed affidabile per i media
100. Un dato:
la diretta dei funerali del collega deceduto a
Rieti ha ottenuto 4450 visualizzazioni e molte
tv hanno utilizzato le immagini VF per la loro
comunicazione
101. In questi ultimi anni i vigili del
fuoco si sono molto impegnati
nella sicurezza
102. Tra i tanti aspetti è stato curato
anche quello della sicurezza dei
media
106. Per motivi pratici e per carenza di
organici è stato prescelto di creare un
gruppo che si occupasse di realizzare
immagini, verificarle e diffonderle
107. In alcune situazioni era addirittura
impossibile, accompagnando i
media, garantire la loro sicurezza
108. In altri casi era addirittura
impossibile farli accedere
109. Sfruttando la tecnologia i vigili del
fuoco sono arrivati a centrare
l’obiettivo di poter rendere disponibili
le immagini per tutti allo stesso tempo
110. A questo punto è però necessario
porsi la domanda che è il tema di
oggi
121. E quando i vigili del fuoco non sono in grado
di mandare le immagini oppure informano che
non è possibile realizzarle al momento, è
giustificato far intervenire un operatore?
122. Spesso, queste persone, pur di
portare a casa il lavoro, si espongono
a grossi rischi per la propria incolumità
123. Cercano di aggirare i blocchi,
messi non con spirito censorio,
ma con finalità di sicurezza
124. E per cosa? Per alcuni scatti
fotografici o per pochi minuti di
immagini video
125. Credo che dovremmo essere noi a
gestire la comunicazione e non
esserne vittime