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La strada per auschwitz
«Non portate i
bambini in gita
ad Auschwitz»
Liliana Segre
La strada per auschwitz
«Anna Frank e Primo Levi erano buoni, Nerone e Hitler erano cattivi, anzi pazzi. Questo
luogo comune è facile, comodo, rassicurante: il passato viene stereotipizzato e allontanato
da noi..»
Invece la shoah è una storia attuale e che ci riguarda molto da vicino.
La strada per auschwitz
La strada per auschwitz
La seconda metà dell’Ottocento –
in coincidenza con l’affermarsi
della società di massa – vede un
ricorso sempre più esteso al
sistema di reclusione, di violenza
istituzionale contro le devianze.
Una tipologia di reclusione
definita «istituzione totale»:
carceri, manicomi e campi di
prigionia; dove la vita delle
persone è totalmente in mano
all’autorità dello stato.
Sarà l’imperialismo ad offrire il
grande palcoscenico per le prove
tecniche di genocidio.
1904 in Namibia la Germania del Kaiser
Guglielmo II mette in pratica un sistema di
decimazione della popolazione degli Herero,
attraverso veri e propri campi di
concentramento. È il primo vero caso
(dimenticato) di genocidio.
http://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017
/05/30/news/namibia_genocidio_tedeschi_her
ero-166817547/
Tra il 1930 e il 1933 il regime fascista
adottò una strategia di «pacificazione»
della Cirenaica (Libia) basata sulla
deportazione della popolazione
seminomade dei Senussi in campi di
concentramento nel deserto. Si parla di
cifre intorno alle centomila persone con
perdite dell’ordine di decine di migliaia
di persone.
http://www.cddelbocafekini.org/wp-
content/uploads/2013/12/00-ISDR13-
Completo.pdf
NOTA BENE: L’idea di rinchiudere «legalmente»
persone senza correlazione con il reato è moderna.
Prima del Settecento (illuminismo, liberalismo
ecc.) era potere arbitrario, adesso può essere
legge. Questo cambia tutto!
- Coinvolge numeri enormi.
- Si muove sul piano dell’impersonalità.
Hitler fece costruire immediatamente i campi di
concentramento per rinchiuderci gli oppositori
politici. Inizialmente socialdemocratici e
comunisti, poi liberali, poi cattolici, poi chiunque
rappresentasse un ostacolo.
Non c’era – all’inizio – l’idea dell’eliminazione
sistematica.
Il campo di Dahcau è stato il
primo campo di concentramento
e di lavoro aperto dai nazisti,
nel marzo 1933.
La strada per auschwitz
1. L’antigiudaesimo medievale
2. L’antisemitesimo ottocentesco
3. L’antisemitismo nazista: l’ebreo come male assoluto
La strada per auschwitz
La politica coloniale del
regime fascista fece ampio
ricorso ad una propaganda
intrisa di razzismo.
L’antisemitismo in Italia
prese campo nel corso degli
anni ‘30, giungendo a
maturare nel 1938 – non per
imposizione della
Germania! – una
legislazione di
discriminazione razziale.
La grande macchina della morte costruita da Hitler e dai gerarchi
nazisti non fu realizzata in una notte, né – come potremmo invece
pensare – ideata subito nella formula della «soluzione finale». Tutte
le ricerche ci dicono che non esisteva un piano preciso; gli ebrei
erano certamente odiati e a loro andava attribuita la colpa di tutti i
mali della Germania, ma non c’era un’idea chiara su cosa si doveva
fare con loro: rinchiuderli nei ghetti? cacciarli tutti dalla
Germania? deportarli in qualche isola africana?
È nel corso degli eventi che prende corpo l’idea della soluzione
finale.
"Soltanto un compatriota (volksgenosse) può
essere cittadino. Soltanto chi è di sangue
tedesco, indipendentemente dalla sua religione,
può essere compatriota. Un ebreo non può essere
compatriota.»
(programma del partito)
«L’esclusione degli ebrei e di tutti i non
tedeschi da tutti i posti di responsabilità
nella vita pubblica.»
«La cessazione dell’immigrazione da est e di
tutti gli stranieri parassiti; l’espulsione
degli ebrei e di tutti gli stranieri
indesiderabili.»
È lo Stato, attraverso disposizioni istituzionalizzate – quindi impersonali – ad
organizzare un sistema che coinvolge milioni di persone, deresponsabilizzando sul
piano etico. È solo grazie alla straordinaria forza della burocrazia delle società
moderne che fu possibile un’escalation così terribile, nel cuore della civiltà,
praticamente senza alcun ostacolo.
ASSUEFAZIONE
ELIMINATI TUTTI GLI
OPPOSITORI
Realizzazione
politiche
naziste
«Il preludio fu una gigantesca azionedi boicottaggio del
commercio ebraico, organizzatail1° aprile1933. Il 7 aprile
venivano promulgate le due primeleggi, che escludevano gli
Ebrei dai pubblici uffici e dall’avvocatura. Il12 aprile, comparve
una legge che escludeva i medici ebrei dalle mutue; una serie di
altre disposizioni legislative oamministrative eliminò, con
rapidoritmo,gli Ebrei da tutti i settori della vita del paese. Il15
settembre 1935 le leggi razzialidi Norimberga intervenivano a
conferire all’antisemitismo tedesco un aspetto caratteristico e
nuovo.»
Poliakov, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei.
«La nostra vita rifugge gli estremi. Eppure uno degli insegnamenti del
nostro recentepassato è chenon esiste rottura tra estremi e centro,
bensì una serie di impercettibili transizioni. Se nel 1933 Hitler avesse
proclamato ai tedeschi chedieci anni dopoavrebbesterminato tutti gli
ebrei d’Europa, non avrebbemai vinto le elezioni, comeinvece
accadde.
Ogni concessione accettata da una popolazione assolutamente non
estremista è di persé insignificante; preseinsieme, portano all’orrore».
E LA POPOLAZIONE?
Perché nessuno disse nulla? E poi, è proprio vero che nessuno disse nulla?
C’è uno schema riguardante l’adesione della popolazione della Germania
alla politica di Hitler nella seconda metà degli anni ’30:
Entusiasti 5%
Indifferenti 69%
Dubbio e smarrimento 21%
Decisa opposizione 5%
«L’atteggiamento più diffuso non era quello
dell’adesione attiva, bensì di una rimozione
consapevole delle conoscenze in difesa del quieto
vivere: una colpa di omissione che nasceva da una
sospensione del senso morale (…)
Tra il regime nazista e il popolo tedesco
funzionava un patto non scritto. Il primo avrebbe
fatto quanto era in suo potere per risparmiare ai
cittadini la conoscenza diretta delle atrocità: il
secondo doveva evitare di vedere e di capire»
Il 27 giugno 1945 la chimica ebrea e austriaca di
fama mondiale Lise Meitner, emigrata nel 1939
dalla Germania alla Svezia, scrisse all’ex collega
e amico Otto Hahn, che aveva continuato a
lavorare nel Reich.
«Tutti voi avete lavorato per la Germania nazista e
nazista e non avete mai tentato nemmeno una
resistenza passiva. Certo, per lenire la vostra
coscienza avete aiutato qua e là qualche persona
persona bisognosa, ma avete permesso l’uccisione di
l’uccisione di milioni di persone innocenti, senza che
senza che si udisse mai alcuna protesta»
 Propaganda di regime tramite radio, scuola, sport, cinema,
associazionismo ecc.
 (solo per la Germania) efficace politica economica-sociale
 Risponde al «bisogno» di identità e di appartenenza
 tendenza alla chiusura nell’ambito individuale-familiare tipica dei
periodi di crisi. Faceva comodo non interessarsi e non
preoccuparsi troppo di quello che succedeva agli ebrei.
 Alcuni traevano vantaggi dalla discriminazione ebraica
 Divieto della libertà di opinione; paura di spie, delazioni ecc.
Gli studi più aggiornati ci dicono di una
conoscenza ampiamente diffusa della
cittadinanza tedesca di quanto stava
accadendo agli ebrei.
- «Giornate della partenza» degli ebrei dai
villaggi della campagna tedesca.
- In Italia il 50% degli ebrei sono stati
catturati dai fascisti italiani.
- Delazioni e collaborazionismo (in un
primo momento molti studi sui casi
«positivi»)
(il caso Danimarca e il caso Bulgaria).
La narrazione della shoah, dopo i primi decenni di (quasi) silenzio, ha assunto una specie di
sacralizzazione, che per paradosso ha reso poco comprensibile il fenomeno.
Troppo orrore, troppa disumanità, troppa barbarie per essere vero!
Purtroppo non è così. C’è un collegamento tra il genocidio e la quotidianità.
È questa la «scomoda verità» che di solito viene esorcizzata: catalogare come «pazzia» o
«mostruosità» il nazismo, mentre era in realtà un progetto lucido e razionale, realizzato grazie alla
complicità di milioni di persone.
Non c’è un vero colpevole, perché è l’intera catena di funzionamento a realizzare la soluzione finale;
la divisione burocratica dei compiti permetteva a ciascuno di non sentirsi veramente responsabile.
Qualche criminale ha svolto il compito più «duro» è vero; ma milioni di persone in maniera anonima e
impersonale hanno eseguito delle direttive, compilando schede, aggiornando elenchi, guidando bus e
treni, rifornendo di merci e alimenti i campi di concentramento…
L'attualità di questa brutta storia si può individuare lungo due binari, che accompagnano spesso le società
contemporanee: il razzismo e l'indifferenza.
1) Il razzismo.
Dal diario di Anna Frank ‘Se un cristiano compie una cattiva azione la responsabilità é soltanto sua, se un
ebreo compie una cattiva azione, la responsabilità ricade su tutti gli ebrei". La shoah è stata la combinazione
della NORMALITA' indotta dall'organizzazione burocratica e dall'obbedienza e indifferenza alle direttive
superiori e dall'ORRORE di una concezione dello straniero/diverso come non-umano. Questo porre l'ebreo al
di là dell'umano ha funzionato come anestetico per la coscienza.
2) Indifferenza.
La chiusura nella vita privata e il disinteresse per la vita sociale e politica è uno dei fattori causali della
tragedia. Per questo c'è la giornata della memoria. Non basta “non dimenticare” bisogna prendere coscienza
che l'abbandono dei valori portanti della nostra civiltà (libertà individuale, uguaglianza, solidarietà) unita alla
diffusione di idee razziste e violente può - in certi momenti storici - portare a forme simili di sterminio di
massa. Non è un meccanismo irripetibile. I momenti storici a rischio si verificano quando le istituzioni perdono
di stabilità e di legittimità. Se non è lo Stato a codificare i principi entro un quadro coerente di leggi e relazioni
tra le parti il rischio di scivolare in fenomeni simili al nazifascismo c'è, proprio alla luce della “non
mostruosità” del “non anacronismo”. In altre parole la nostra civiltà – mentalità comune, cultura di massa,
capacità tecnologica, scientifica, di organizzazione – produce la democrazia, i diritti dell'uomo e tutto il resto,
ma può produrre anche ideologie di superiorità della razza e pianificazione di una qualche “soluzione finale”.
È accaduto,quindipuòaccadere di nuovo: questo è il nocciolodi
quantoabbiamoda dire.
Primo Levi

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La strada per auschwitz

  • 2. «Non portate i bambini in gita ad Auschwitz» Liliana Segre
  • 4. «Anna Frank e Primo Levi erano buoni, Nerone e Hitler erano cattivi, anzi pazzi. Questo luogo comune è facile, comodo, rassicurante: il passato viene stereotipizzato e allontanato da noi..» Invece la shoah è una storia attuale e che ci riguarda molto da vicino.
  • 7. La seconda metà dell’Ottocento – in coincidenza con l’affermarsi della società di massa – vede un ricorso sempre più esteso al sistema di reclusione, di violenza istituzionale contro le devianze. Una tipologia di reclusione definita «istituzione totale»: carceri, manicomi e campi di prigionia; dove la vita delle persone è totalmente in mano all’autorità dello stato. Sarà l’imperialismo ad offrire il grande palcoscenico per le prove tecniche di genocidio.
  • 8. 1904 in Namibia la Germania del Kaiser Guglielmo II mette in pratica un sistema di decimazione della popolazione degli Herero, attraverso veri e propri campi di concentramento. È il primo vero caso (dimenticato) di genocidio. http://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017 /05/30/news/namibia_genocidio_tedeschi_her ero-166817547/
  • 9. Tra il 1930 e il 1933 il regime fascista adottò una strategia di «pacificazione» della Cirenaica (Libia) basata sulla deportazione della popolazione seminomade dei Senussi in campi di concentramento nel deserto. Si parla di cifre intorno alle centomila persone con perdite dell’ordine di decine di migliaia di persone. http://www.cddelbocafekini.org/wp- content/uploads/2013/12/00-ISDR13- Completo.pdf
  • 10. NOTA BENE: L’idea di rinchiudere «legalmente» persone senza correlazione con il reato è moderna. Prima del Settecento (illuminismo, liberalismo ecc.) era potere arbitrario, adesso può essere legge. Questo cambia tutto! - Coinvolge numeri enormi. - Si muove sul piano dell’impersonalità. Hitler fece costruire immediatamente i campi di concentramento per rinchiuderci gli oppositori politici. Inizialmente socialdemocratici e comunisti, poi liberali, poi cattolici, poi chiunque rappresentasse un ostacolo. Non c’era – all’inizio – l’idea dell’eliminazione sistematica. Il campo di Dahcau è stato il primo campo di concentramento e di lavoro aperto dai nazisti, nel marzo 1933.
  • 12. 1. L’antigiudaesimo medievale 2. L’antisemitesimo ottocentesco 3. L’antisemitismo nazista: l’ebreo come male assoluto
  • 14. La politica coloniale del regime fascista fece ampio ricorso ad una propaganda intrisa di razzismo. L’antisemitismo in Italia prese campo nel corso degli anni ‘30, giungendo a maturare nel 1938 – non per imposizione della Germania! – una legislazione di discriminazione razziale.
  • 15. La grande macchina della morte costruita da Hitler e dai gerarchi nazisti non fu realizzata in una notte, né – come potremmo invece pensare – ideata subito nella formula della «soluzione finale». Tutte le ricerche ci dicono che non esisteva un piano preciso; gli ebrei erano certamente odiati e a loro andava attribuita la colpa di tutti i mali della Germania, ma non c’era un’idea chiara su cosa si doveva fare con loro: rinchiuderli nei ghetti? cacciarli tutti dalla Germania? deportarli in qualche isola africana? È nel corso degli eventi che prende corpo l’idea della soluzione finale.
  • 16. "Soltanto un compatriota (volksgenosse) può essere cittadino. Soltanto chi è di sangue tedesco, indipendentemente dalla sua religione, può essere compatriota. Un ebreo non può essere compatriota.» (programma del partito) «L’esclusione degli ebrei e di tutti i non tedeschi da tutti i posti di responsabilità nella vita pubblica.» «La cessazione dell’immigrazione da est e di tutti gli stranieri parassiti; l’espulsione degli ebrei e di tutti gli stranieri indesiderabili.»
  • 17. È lo Stato, attraverso disposizioni istituzionalizzate – quindi impersonali – ad organizzare un sistema che coinvolge milioni di persone, deresponsabilizzando sul piano etico. È solo grazie alla straordinaria forza della burocrazia delle società moderne che fu possibile un’escalation così terribile, nel cuore della civiltà, praticamente senza alcun ostacolo. ASSUEFAZIONE ELIMINATI TUTTI GLI OPPOSITORI Realizzazione politiche naziste
  • 18. «Il preludio fu una gigantesca azionedi boicottaggio del commercio ebraico, organizzatail1° aprile1933. Il 7 aprile venivano promulgate le due primeleggi, che escludevano gli Ebrei dai pubblici uffici e dall’avvocatura. Il12 aprile, comparve una legge che escludeva i medici ebrei dalle mutue; una serie di altre disposizioni legislative oamministrative eliminò, con rapidoritmo,gli Ebrei da tutti i settori della vita del paese. Il15 settembre 1935 le leggi razzialidi Norimberga intervenivano a conferire all’antisemitismo tedesco un aspetto caratteristico e nuovo.» Poliakov, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei.
  • 19. «La nostra vita rifugge gli estremi. Eppure uno degli insegnamenti del nostro recentepassato è chenon esiste rottura tra estremi e centro, bensì una serie di impercettibili transizioni. Se nel 1933 Hitler avesse proclamato ai tedeschi chedieci anni dopoavrebbesterminato tutti gli ebrei d’Europa, non avrebbemai vinto le elezioni, comeinvece accadde. Ogni concessione accettata da una popolazione assolutamente non estremista è di persé insignificante; preseinsieme, portano all’orrore».
  • 20. E LA POPOLAZIONE? Perché nessuno disse nulla? E poi, è proprio vero che nessuno disse nulla? C’è uno schema riguardante l’adesione della popolazione della Germania alla politica di Hitler nella seconda metà degli anni ’30: Entusiasti 5% Indifferenti 69% Dubbio e smarrimento 21% Decisa opposizione 5%
  • 21. «L’atteggiamento più diffuso non era quello dell’adesione attiva, bensì di una rimozione consapevole delle conoscenze in difesa del quieto vivere: una colpa di omissione che nasceva da una sospensione del senso morale (…) Tra il regime nazista e il popolo tedesco funzionava un patto non scritto. Il primo avrebbe fatto quanto era in suo potere per risparmiare ai cittadini la conoscenza diretta delle atrocità: il secondo doveva evitare di vedere e di capire»
  • 22. Il 27 giugno 1945 la chimica ebrea e austriaca di fama mondiale Lise Meitner, emigrata nel 1939 dalla Germania alla Svezia, scrisse all’ex collega e amico Otto Hahn, che aveva continuato a lavorare nel Reich. «Tutti voi avete lavorato per la Germania nazista e nazista e non avete mai tentato nemmeno una resistenza passiva. Certo, per lenire la vostra coscienza avete aiutato qua e là qualche persona persona bisognosa, ma avete permesso l’uccisione di l’uccisione di milioni di persone innocenti, senza che senza che si udisse mai alcuna protesta»
  • 23.  Propaganda di regime tramite radio, scuola, sport, cinema, associazionismo ecc.  (solo per la Germania) efficace politica economica-sociale  Risponde al «bisogno» di identità e di appartenenza  tendenza alla chiusura nell’ambito individuale-familiare tipica dei periodi di crisi. Faceva comodo non interessarsi e non preoccuparsi troppo di quello che succedeva agli ebrei.  Alcuni traevano vantaggi dalla discriminazione ebraica  Divieto della libertà di opinione; paura di spie, delazioni ecc.
  • 24. Gli studi più aggiornati ci dicono di una conoscenza ampiamente diffusa della cittadinanza tedesca di quanto stava accadendo agli ebrei. - «Giornate della partenza» degli ebrei dai villaggi della campagna tedesca. - In Italia il 50% degli ebrei sono stati catturati dai fascisti italiani. - Delazioni e collaborazionismo (in un primo momento molti studi sui casi «positivi») (il caso Danimarca e il caso Bulgaria).
  • 25. La narrazione della shoah, dopo i primi decenni di (quasi) silenzio, ha assunto una specie di sacralizzazione, che per paradosso ha reso poco comprensibile il fenomeno. Troppo orrore, troppa disumanità, troppa barbarie per essere vero! Purtroppo non è così. C’è un collegamento tra il genocidio e la quotidianità. È questa la «scomoda verità» che di solito viene esorcizzata: catalogare come «pazzia» o «mostruosità» il nazismo, mentre era in realtà un progetto lucido e razionale, realizzato grazie alla complicità di milioni di persone. Non c’è un vero colpevole, perché è l’intera catena di funzionamento a realizzare la soluzione finale; la divisione burocratica dei compiti permetteva a ciascuno di non sentirsi veramente responsabile. Qualche criminale ha svolto il compito più «duro» è vero; ma milioni di persone in maniera anonima e impersonale hanno eseguito delle direttive, compilando schede, aggiornando elenchi, guidando bus e treni, rifornendo di merci e alimenti i campi di concentramento…
  • 26. L'attualità di questa brutta storia si può individuare lungo due binari, che accompagnano spesso le società contemporanee: il razzismo e l'indifferenza. 1) Il razzismo. Dal diario di Anna Frank ‘Se un cristiano compie una cattiva azione la responsabilità é soltanto sua, se un ebreo compie una cattiva azione, la responsabilità ricade su tutti gli ebrei". La shoah è stata la combinazione della NORMALITA' indotta dall'organizzazione burocratica e dall'obbedienza e indifferenza alle direttive superiori e dall'ORRORE di una concezione dello straniero/diverso come non-umano. Questo porre l'ebreo al di là dell'umano ha funzionato come anestetico per la coscienza. 2) Indifferenza. La chiusura nella vita privata e il disinteresse per la vita sociale e politica è uno dei fattori causali della tragedia. Per questo c'è la giornata della memoria. Non basta “non dimenticare” bisogna prendere coscienza che l'abbandono dei valori portanti della nostra civiltà (libertà individuale, uguaglianza, solidarietà) unita alla diffusione di idee razziste e violente può - in certi momenti storici - portare a forme simili di sterminio di massa. Non è un meccanismo irripetibile. I momenti storici a rischio si verificano quando le istituzioni perdono di stabilità e di legittimità. Se non è lo Stato a codificare i principi entro un quadro coerente di leggi e relazioni tra le parti il rischio di scivolare in fenomeni simili al nazifascismo c'è, proprio alla luce della “non mostruosità” del “non anacronismo”. In altre parole la nostra civiltà – mentalità comune, cultura di massa, capacità tecnologica, scientifica, di organizzazione – produce la democrazia, i diritti dell'uomo e tutto il resto, ma può produrre anche ideologie di superiorità della razza e pianificazione di una qualche “soluzione finale”.
  • 27. È accaduto,quindipuòaccadere di nuovo: questo è il nocciolodi quantoabbiamoda dire. Primo Levi