Lunedì 25 gennaio 2016 si è tenuto al Cinema Grotta di Sesto Fiorentino l'iniziativa pubblica organizzata dalle Mamme NO Inceneritore dal titolo "Inceneritore di Firenze: cosa possiamo ancora fare? Nessun rischio evitabile è accettabile".
All’incontro sono intervenuti diversi relatori che hanno illustrato i rischi sulla salute dei cittadini, le alternative possibili e di successo già in atto in diverse realtà italiane ed estere e il ricorso al Tar:
- ANNIBALE BIGGERI – Professore Ordinario di Statistica Medica, Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni “G. Parenti” Università di Firenze.
- CLAUDIO TAMBURINI – Avvocato, Coordinamento Comitati della Piana
- ROSSANO ERCOLINI – Presidente Zero Waste Italy
- DON DANIELE BANI – Parroco di San Martino (Sesto Fiorentino)
Di seguito le slide della presentazione di DON DANIELE BANI dal titolo: "La tutela dell’ambiente nell’enciclica Laudato Si”
Per l'occasione il Cinema Grotta era strapieno di persone dentro e fuori la sala. Oltre 800 persone erano presenti al Cinema, a cui si sono aggiunte circa 400 persone che hanno seguito l'evento in diretta streaming.
2. L’appello del Papa
Sviluppo sostenibile e
integrale
dialogo sul modo in cui
stiamo costruendo il futuro
del pianeta
atteggiamenti che
ostacolano vie di soluzione,
vanno dalla negazione del
problema, all’indifferenza,
alla rassegnazione comoda,
o alla fiducia cieca nelle
soluzioni tecniche. (14)
13. La sfida urgente di
proteggere la nostra casa
comune comprende la
preoccupazione di unire tutta
la famiglia umana nella
ricerca di uno sviluppo
sostenibile e integrale,
poiché sappiamo che le cose
possono cambiare. I giovani
esigono da noi un
cambiamento. Essi si
domandano com’è possibile
che si pretenda di costruire
un futuro migliore senza
pensare alla crisi ambientale
e alle sofferenze degli
esclusi.
3. breve percorso attraverso vari aspetti
dell’attuale crisi ecologica
Argomentazioni della tradizione giudeo-
cristiana
cogliere non solo i sintomi ma anche le cause
più profonde
proporre un’ecologia integrale
di dialogo e di azione che coinvolgano sia
ognuno di noi, sia la politica internazionale.
linee di maturazione umana ispirate al tesoro
dell’esperienza spirituale cristiana.
L’appello del Papa
4. “Assi portanti … ricorrenti”
l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del
pianeta;
la convinzione che tutto nel mondo è intimamente
connesso;
la critica al nuovo paradigma e alle forme di
potere che derivano dalla tecnologia;
l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia
e il progresso;
il valore proprio di ogni creatura;
la necessità di dibattiti sinceri e onesti;
la grave responsabilità della politica internazionale
e locale;
la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo
stile di vita.
5. Inquinamento, rifiuti e
cultura dello scarto
clima come bene comune
questione dell’acqua
perdita di biodiversità
deterioramento della
qualità della vita umana
e degradazione sociale
inequità planetaria
Debolezza delle reazioni
21. Si producono centinaia di
milioni di tonnellate di rifiuti
l’anno, molti dei quali non
biodegradabili: rifiuti
domestici e commerciali,
detriti di demolizioni, rifiuti
clinici, elettronici o
industriali, rifiuti altamente
tossici e radioattivi. La terra,
nostra casa, sembra
trasformarsi sempre più in
un immenso deposito di
immondizia. Molte volte si
prendono misure solo
quando si sono prodotti
effetti irreversibili per la
salute delle persone.
ASPETTI DELL’ATTUALE CRISI ECOLOGICA
6. debolezza delle reazioni
Nella consapevolezza delle profonde
divergenze rispetto a queste problematiche,
Papa Francesco si mostra profondamente
colpito dalla «debolezza delle reazioni»
di fronte ai drammi di tante persone e
popolazioni. Nonostante non manchino
esempi positivi (58), segnala «un certo
intorpidimento e una spensierata
irresponsabilità» (59). Mancano una cultura
adeguata (53) e la disponibilità a cambiare
stili di vita, produzione e consumo (59),
mentre urge «creare un sistema normativo
che [...] assicuri la protezione degli
ecosistemi» (53)
Degna di nota è la
debolezza della reazione
politica internazionale. La
sottomissione della
politica alla tecnologia e
alla finanza si dimostra
nel fallimento dei Vertici
mondiali sull’ambiente. Ci
sono troppi interessi
particolari e molto
facilmente l’interesse
economico arriva a
prevalere sul bene
comune e a manipolare
l’informazione per non
vedere colpiti i suoi
progetti.
ASPETTI DELL’ATTUALE CRISI ECOLOGICA
7. riflessioni sulla tecnologia
eccesso di
antropocentrismo (116)
valore del lavoro (124)
limiti del progresso
scientifico (132-136)
… tuttavia essa dà «a coloro
che detengono la
conoscenza e soprattutto il
potere economico per
sfruttarla un dominio
impressionante sull’insieme
del genere umano e del
mondo intero» (104). Sono
proprio le logiche di dominio
tecnocratico che portano a
distruggere la natura e a
sfruttare le persone e le
popolazioni più deboli. «Il
paradigma tecnocratico tende
ad esercitare il proprio dominio
anche sull’economia e sulla
politica» (109), impedendo di
riconoscere che «Il mercato
da solo [...] non garantisce
lo sviluppo umano integrale
e l’inclusione sociale» (109).
LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA
9. Etimologia della parola ecologia
Οικοσ +
λογοσ
ECOLOGIA
Discorso
sulla casa
Οικοσ +
νομοσ
ECONOMIA
Gestione
della casa
Il termine “Ecologia”
è la composizione di
due vocaboli
greci:
Letteralmente
significa discorso
sulla casa, o
studio sulla casa
Questa etimologia è
quasi del tutto
complementare ad
un altro termine
molto diffuso.
10. Con molti esempi concreti, Papa Francesco
non fa che ribadire il proprio pensiero:
c’è un legame tra questioni ambientali e
questioni sociali e umane che non può mai
essere spezzato.
Così «l’analisi dei problemi ambientali è
inseparabile dall’analisi dei contesti umani,
familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di
ciascuna persona con sé stessa» (141), in quanto
«Non ci sono due crisi separate, una
ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e
complessa crisi socio-ambientale» (139).
UN’ECOLOGIA INTEGRALE:
ECOLOGIA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE
11. UN’ECOLOGIA INTEGRALE:
ECOLOGIA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE
“ambiente”: relazione tra la
natura e la società che la abita
non considerare la natura
come qualcosa di separato da
noi o come mera cornice della
nostra vita (139)
Le ragioni per le quali un luogo
viene inquinato richiedono
un’analisi del funzionamento
della società, della sua
economia, del suo
comportamento, dei suoi modi
di comprendere la realtà
138.L’ecologia studia le
relazioni tra gli
organismi viventi e
l’ambiente in cui si
sviluppano. Essa esige
anche di fermarsi a
pensare e a discutere
sulle condizioni di vita
e di sopravvivenza di
una società, con
l’onestà di mettere in
dubbio modelli di
sviluppo, produzione e
consumo.
14. IL PRINCIPIO DEL BENE COMUNE
appello alla solidarietà e
opzione preferenziale per i più poveri (158)
LA GIUSTIZIA TRA LE GENERAZIONI
Non stiamo parlando di un atteggiamento
opzionale, bensì di una questione essenziale di
giustizia, dal momento che la terra che abbiamo
ricevuto appartiene anche a coloro che verranno.
(159) Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a
coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che
stanno crescendo? (160)
UN’ECOLOGIA INTEGRALE:
ECOLOGIA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE
15. UN’ECOLOGIA INTEGRALE:
ECOLOGIA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE
161. Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più
guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle
prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia.
Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione
dell’ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in
maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo
insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come
di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse
regioni.
L’attenuazione degli effetti dell’attuale squilibrio dipende
da ciò che facciamo ora, soprattutto se pensiamo alla
responsabilità che ci attribuiranno coloro che dovranno
sopportare le peggiori conseguenze.
17. Per Papa Francesco è imprescindibile che la
costruzione di cammini concreti non venga
affrontata in modo ideologico, superficiale o
riduzionista. Per questo è indispensabile il dialogo,
termine presente nel titolo di ogni sezione di
questo capitolo:
«Ci sono discussioni, su questioni relative
all’ambiente, nelle quali è difficile raggiungere un
consenso. […] la Chiesa non definisce le questioni
scientifiche, né si sostituisce alla politica,
[…] ma invito ad un dibattito onesto e trasparente,
perché le necessità particolari o le ideologie non
ledano il bene comune» (188).
ALCUNE LINEE
DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
18. DIALOGO SULL’AMBIENTE NELLA POLITICA
INTERNAZIONALE
IL DIALOGO VERSO NUOVE POLITICHE
NAZIONALI E LOCALI
DIALOGO E TRASPARENZA NEI PROCESSI
DECISIONALI
POLITICA ED ECONOMIA IN DIALOGO PER
LA PIENEZZA UMANA
ALCUNE LINEE
DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
19. Su questa base Papa Francesco non teme di
formulare un giudizio severo sulle dinamiche
internazionali recenti:
«i Vertici mondiali sull’ambiente degli ultimi anni
non hanno risposto alle aspettative perché, per
mancanza di decisione politica, non hanno
raggiunto accordi ambientali globali realmente
significativi ed efficaci» (166)
ALCUNE LINEE
DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
20. 177. Dinanzi alla possibilità di un utilizzo irresponsabile delle
capacità umane, sono funzioni improrogabili di ogni Stato
quelle di pianificare, coordinare, vigilare e sanzionare
all’interno del proprio territorio.
I limiti che deve imporre una società sana, matura e sovrana
sono attinenti a previsione e precauzione, regolamenti
adeguati, vigilanza sull’applicazione delle norme, contrasto
della corruzione, azioni di controllo operativo sull’emergere di
effetti non desiderati dei processi produttivi, e intervento
opportuno di fronte a rischi indeterminati o potenziali.
Inoltre la struttura politica e istituzionale non esiste solo per
evitare le cattive pratiche, bensì per incoraggiare le buone
pratiche, per stimolare la creatività che cerca nuove strade,
per facilitare iniziative personali e collettive.
ALCUNE LINEE
DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
21. 182. La previsione dell’impatto ambientale delle
iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede
processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo,
mentre la corruzione che nasconde il vero impatto
ambientale di un progetto in cambio di favori spesso
porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di
informare ed a un dibattito approfondito.
183. Uno studio di impatto ambientale non dovrebbe
essere successivo all’elaborazione di un progetto
produttivo o di qualsiasi politica, piano o programma.
Va inserito fin dall’inizio e dev’essere elaborato in
modo interdisciplinare, trasparente e indipendente da
ogni pressione economica o politica.
ALCUNE LINEE
DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
22. 182. Dar luogo a politiche pensate e dibattute da tutte
le parti interessate.
La partecipazione richiede che tutti siano
adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari
rischi e possibilità, e non si riduce alla decisione
iniziale su un progetto, ma implica anche azioni di
controllo o monitoraggio costante.
C’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni
scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare
che cosa sia permesso o meno dalla legislazione.
ALCUNE LINEE
DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
24. EDUCAZIONE E SPIRITUALITÀ ECOLOGICA
PUNTARE SU UN
ALTRO STILE DI VITA
(203-208) che apre anche la
possibilità di «esercitare una sana
pressione su coloro che
detengono il potere politico,
economico e sociale». È ciò che
accade quando le scelte dei
consumatori riescono a
«modificare il comportamento
delle imprese, forzandole a
considerare l’impatto ambientale
e i modelli di produzione»
203. Dal momento che il
mercato tende a creare
un meccanismo
consumistico
compulsivo
per piazzare i suoi
prodotti, le persone
finiscono con l’essere
travolte dal vortice degli
acquisti e delle spese
superflue.
Il consumismo ossessivo
è il riflesso soggettivo del
paradigma
tecno-economico.
«Acquistare è
sempre un atto
morale, oltre che
economico».
Per questo oggi
«il tema del
degrado ambientale
chiama in causa i
comportamenti di
ognuno di noi».
206
25. EDUCAZIONE E SPIRITUALITÀ ECOLOGICA
EDUCARE ALL’ALLEANZA
TRA L’UMANITÀ E
L’AMBIENTE
Non si può sottovalutare
l’importanza di percorsi di
educazione ambientale
capaci di incidere su gesti e
abitudini quotidiane, dalla
riduzione del consumo di
acqua, alla raccolta
differenziata dei rifiuti fino a
«spegnere le luci inutili» (211)
«Un’ecologia
integrale è fatta
anche di
semplici gesti
quotidiani
nei quali spezziamo
la logica della
violenza,
dello sfruttamento,
dell’egoismo»
230.
«Per il credente, il
mondo non si contempla
dal di fuori ma dal di
dentro, riconoscendo i
legami con i quali il
Padre ci ha unito a tutti
gli esseri. Inoltre,
facendo crescere le
capacità peculiari che
Dio ha dato a ciascun
credente, la
conversione ecologica
lo conduce a sviluppare
la sua creatività e il suo
entusiasmo» (220)