2. Le feste ebraiche si
svolgono al ritmo delle
stagioni, specialmente
in primavera e in
autunno. Hanno, infatti,
un valore storico,
agricolo e religioso.
Iniziano la sera, al
tramonto, perché nella
Genesi, alla fine di ogni
giorno della creazione,
si legge: «E fu sera e fu
mattina», e la sera
viene nominata prima
della mattina.
Le feste ebraiche
3. Si possono dividere in tre gruppi, i
primi due di origine biblica e il
terzo di origine rabbinica. Il primo è il gruppo delle tre feste
gioiose o di pellegrinaggio al
Tempio:
Pasqua,
Pentecoste e
la Festa delle Capanne.
Simboli della Pasqua
Simboli della Pentecoste
Simboli della Festa delle Capanne
4. Il secondo gruppo è quello delle feste austere
o solenni: Capodanno e il Giorno
dell'Espiazione. Queste feste, in antichità,
erano accompagnate da offerte al Tempio,
offerte sacrificali di animali e di prodotti della
terra.
5. Il terzo gruppo, di origine rabbinica,
comprende Purim e Chanukkab. Queste sono
feste stabilite dai maestri, particolarmente
gradite ai bambini e vissute allegramente dal
popolo.
Tutte ispirate ai grandi eventi dell’antico
testamento, scandiscono la santificazione del
tempo lungo l’intero corso dell’anno.
Il corno di montone (shofar) è usato per
annunciare le festività
6. LA PASQUA EBRAICA
La festa più grande degli ebrei è la Pasqua
(= Pesah) che viene celebrata quasi nello stesso periodo di quella cristiana.
La festa si celebra in aprile e dura sette giorni, il più importante dei quali è il primo dove si compie la cena
pasquale (Sèder). Prima della cena, il più giovane della famiglia chiede al più anziano che cosa si ricorda e questi
narra l’antico racconto della liberazione dall’Egitto compiuta da Mosè. Terminato il racconto, i commensali
mangiano: l’uovo sodo, simbolo della vita; l’agnello, in ricordo del sacrificio pasquale degli Israeliti che avevano
asperso con il sangue dell’agnello gli stipiti delle porte, per sfuggire all’ultima piaga: la morte dei primogeniti.
Durante la cena pasquale si mangiano anche la salsa rosa per ricordare il colore rossastro dei mattoni fabbricati
dagli ebrei durante la schiavitù; il pane azzimo per rammentare il pane non lievitato mangiato dai padri prima di
fuggire dall’Egitto; le erbe amare per ricordare l’amarezza della schiavitù. In fine i commensali bevono vino
dolce per rivivere la gioia della liberazione.
7. La festa dell’Espiazione (Kippur)
Viene celebrata il 10 di Tishri ed è un giorno di
pentimento e di espiazione per le impurità del
popolo, della nazione e dei singoli fedeli. Il
gran sacerdote, con un complesso rito
espiatorio, offre sacrifici per la purificazione
sua e del popolo dalle impurità e dai peccati,
pronuncia, l’unica volta nell’anno, il nome di
Dio (Jhwh), ed entra, l’unica volta nell’anno,
nel «Santo dei Santi» del tempio per offrire il
sangue e l’incenso. Si ritiene che a Kippur Dio
decida i destini degli uomini secondo il loro
pentimento
8. La festa della consacrazione (Hanukkah)
Di origine post-biblica, fu istituita per ricordare
la vittoria degli ebrei contro i dominatori della
Siria nel 165, quando Giuda Maccabeo liberò
Gerusalemme, ripulì il tempio da ogni
contaminazione, riaccese il sacro candelabro e
ristabilì il culto del vero Dio. Si celebra, con
l’accensione progressiva di otto luci, il 25 Kislev
(dicembre).
9. La festa delle settimane o
Pentecoste
Questa festa, che si celebra sette
settimane dopo la Pasqua, aveva un
carattere gioioso per la raccolta del
grano, per cui si esprimeva il profondo
ringraziamento a Dio. Si offrivano oltre
alle primizie del grano, olocausti e
sacrifici per i peccati. In seguito la festa
assunse anche il significato di
celebrazione del dono della Torah sul
Sinai. Nel giudaismo, dal sedicesimo
secolo in poi, è uso rimanere svegli e
trascorrere la notte nello studio della
Torah. Inoltre, nel moderno stato di
Israele si portano offerte di primizie a
beneficio del Fondo Nazionale Ebraico.
10. IL CAPODANNO EBRAICO Rosh haShana
Secondo il calendario ebraico esistono 3 occorrenze di Capodanno all'anno ognuna con un significato diverso. Il
Capodanno , così come lo si considera nella nostra cultura, si identifica con la festa di Rosh haShana .
È il giorno in cui il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle azioni buone o cattive che hanno compiuto nel
corso dell’anno precedente. Il suo giudizio può essere cambiato durante i 10 giorni che seguono Rosh haShana e diventa
definitivo durante la festa dello Yom Kippur. Per questo i 10 giorni che separano queste due festività sono chiamati i 10
giorni penitenziali. In questi 10 giorni è dovere di ogni ebreo compiere un'analisi del proprio anno ed individuare tutte le
trasgressioni compiute nei confronti dei precetti ebraici.
Un secondo capodanno cade il 15 di Shevat (il quinto mese del calendario ebraico), ed è la festa di Tu BiShvat , il
capodanno degli alberi ed è legato all'anno agricolo.
Il terzo capodanno , che cade il giorno 1 del mese di Nisan (l'ottavo mese del calendario ebraico), è la festa di Pesach ed
è considerato come il capodanno religioso.
Rosh haShana in ebraico significa letteralmente capo dell'anno. Nel Talmud è scritto che ‘A Rosh Ha-Shana’, tutte le
creature sono esaminate davanti al Signore.
11. Tradizioni
In questo giorno viene suonato da un rabbino lo Shofar , lo
strumento a fiato simbolo, nella cultura ebraica, del richiamo
all’uomo verso il Signore
Nel pomeriggio che precede l'inizio della festività si usa fare il
tashlich , un lancio di oggetti presso uno specchio d'acqua (anche
una fontana va bene) per liberarsi di ogni residuo di peccato.
La cena della prima sera di Rosh haShana è detta Seder di Rosh
haShanà; è uno dei momenti più allegri di quella che altrimenti è
una festa religiosa molto profonda e ben diversa dal nostro
concetto di capodanno, fatto di pazzi festeggiamenti. La tradizione
vuole che vi sia una grande cena in famiglia, con cibo ricco di
sapore ma anche di significato. Si mangiano parti di testa di
animali, per simboleggiare l’inizio dell’anno e soprattutto, alla fine,
durante questa cena, assieme alla recitazione di piccole formule di
preghiera, si usa consumare qualcosa di dolce (tipica la mela
intinta nel miele ), e cibi che diano l'idea di molteplicità, come il
melograno , per augurarsi un anno dolce e prospero. Solitamente
viene portata in tavola anche una forma di pane (challa) tonda, a
simboleggiare la circolarità dell'anno.
12. FESTA DELLE CAPANNE – SUKKOTH
Il termine Sukkot o Succot si riferisce ad una festa di
pellegrinaggio della durata di 8 giorni. È conosciuta anche con
i nomi di "Festa delle capanne", "Festa dei tabernacoli" e
"Tabernacoli« ed è una delle festività ebraiche più importanti
La festa di Sukkot ricorda la vita del popolo di Israele nel
deserto durante il loro viaggio verso la terra promessa, la terra
di Israele. Durante il loro pellegrinaggio nel deserto essi
vivevano in capanne ("sukkot"). La Torah ordina agli ebrei di
utilizzare, per la celebrazione della festa, quattro specie di
vegetali: il "lulav", (un ramo di palma), l'"etrog" (un cedro), un
ramo di mirto ed un ramo di salice. Il cedro viene impugnato
separatamente dai rami che invece sono legati assieme.
I primi due giorni di Sukkot vengono celebrati come giorni di
festa piena. I cinque giorni successivi, invece sono di mezza
festa (Hol Hamo'ed) durante i quali vengono comunque
osservati i precetti specifici della festa. Il settimo giorno
(l'ultimo dei giorni di mezza festa) è chiamato "Hoshanah
Rabbah" e deve essere osservato in maniera particolare.
L'ultimo giorno, l'ottavo, viene celebrato come fosse una festa
a sé e presenta delle preghiere e delle usanze particolari
13. Costruire una capanna può rappresentare una simpatica esperienza per le famiglie; i bambini si divertono
decorandola con immagini e frutti pendenti dal soffitto.
Anche Sukkot ha un significato legato al mondo della natura: è infatti la festività del raccolto. Come per
Pesach, solo nel primo e nell'ultimo giorno di Sukkot non può essere svolto nessun tipo di lavoro. L'ultimo
giorno è noto come Shmini Atseret e coincide con l'inizio della stagione piovosa in Israele; si celebra
infatti la speciale preghiera per la pioggia.
Subito dopo la festa ( o durante lo stesso giorno in Israele) viene celebrato uno dei giorni santi più
importanti del calendario ebraico: il giorno di Simchat torah
14. Si potrebbe aggiungere anche una festa
recente: il «giorno dell’indipendenza» (jom
hahatsmauth), che ricorda la nascita, nel
maggio 1948, dello stato d’Israele.