2. Vivere insieme nel mondo significa essenzialmente che
esiste un mondo di cose tra coloro che lo hanno in
comune, come un tavolo 竪 posto tra quelli che vi siedono
intorno; il mondo, come ogni in-fra [in-between], mette in
relazione e separa gli uomini allo stesso tempo.
La sfera pubblica, in quanto mondo comune, ci riunisce
insieme e tuttavia ci impedisce, per cos狸 dire, di caderci
addosso a vicenda...
Hannah Arendt
4. Stalker Laboratorio d'arte urbana
E' un soggetto collettivo che compie ricerche e azioni sul
territorio, con particolare attenzione alle aree di margine e
ai vuoti urbani, spazi abbandonati o in via di
trasformazione. Tali indagini si sviluppano su diversi piani,
attorno alla praticabilit, alla rappresentazione e al
progetto di questi spazi da noi chiamati Territori Attuali.
STALKER 竪 assieme custode, guida e artista dei territori
attuali, in queste sue molteplici vesti si dispone ad
affrontare le apparenti insolubili contraddizioni attorno alla
possibilit di salvaguardia tramite l'abbandono, di
rappresentazione attraverso la percezione sensoriale, di
progetto dell'instabilit e della mutevolezza di quei luoghi.
Manifesto 1995
5. Ararat
E il centro socio-culturale curdo a Roma nato il 21 maggio
1999, da un laboratorio Stalker con alcuni studenti della
facolt di architettura di Reggio Calabria e realizzato
assieme alla comunit Curda di Roma, lAssociazione
Azad, lOsservatorio sui rifugiati e migranti e il Villaggio
Globale.
Oggi 竪 interamente gestito dalla comunit Curda e mentre
sopperisce alle carenze cittadine nellaccoglienza, da qui
sono passati centinaia di profughi, ha sviluppato un
progetto culturale teso alla conoscenza, alla divulgazione e
alla promozione della cultura curda in Italia, nonch辿
allinterscambio con la cultura italiana.
7. Ararat 竪 nato con l'idea di trasformare un confine in uno
spazio pubblico.
Per confine si intende quell'insieme di distanze e differenze
che ci dividono da chi arriva in citt dopo essere stato
costretto ad abbandonare il proprio Paese di provenienza.
Tali distanze e differenze non trovano ancora in questa citt
luoghi dove dispiegarsi, restando perlopi湛 impercorribili. Per
chi vive in citt e necessariamente si confronta con
l'evidenza dei fenomeni d'immigrazione, non esiste un
percorso di avvicinamento, ci si ritrova sotto gli occhi la
presenza dell'altro senza aver coperto alcuna distanza nel
tentativo di avvicinarsi e di comprendere.
L'Ararat 竪 stato il primo passo verso l'elaborazione al
Campo Boario di uno spazio pubblico, incerto e dinamico,
dove si possa, attraverso spazi e comportamenti conviviali,
d'ascolto e di espressione, frequentare e abitare quelle
distanze e quelle differenze.
24. Una impenetrabile spirale di filo di ferro rappresenta da sempre il
confine... E' nostra intenzione proporre oggi una nuova tipologia
di confine che conservi la forma sinuosa di una spirale, ma che
perdendo le "spine" e dilatandosi si trasformi in uno spazio
ludico, attraversabile e nel contempo abitabile...
Un'infrastruttura che funge da struttura portante e da condotta
per una libera urbanizzazione transitoria, lungo la quale possano
sedimentare le tracce dei passaggi, dove possa trovare prima
accoglienza lo straniero in transito, dove realizzare spazi per
l'incontro e il confronto pubblico e spazi ludici per tutte le et.
Uno spazio pubblico di relazione con la diversit, dove mettere in
gioco i confini, il loro valore simbolico e la realt della loro
impenetrabilit. Uno spazio che renda possibile
l'attraversamento e il superamento dei confini con "l'altro" senza
per questo rimuoverli. Il transborderline sar realizzato da
Stalker in diversi luoghi, in cui si sperimenteranno le potenzialit
della struttura quale spazio ludico di relazione, di aggregazione e
di confronto.
25. TRANSBORDERLINE Infrastruttura transfrontaliera abitabile di supporto alla libera circolazione
delle persone, Campo Boario (Roma), Villa Medici (Roma), Ljubljana, Venezia - giugno/ottobre 2000
51. Savorengo Ker non 竪 una casa per i Rom, ma 竪 una casa
per tutti. unidea abitativa che i Rom propongono per chi
oggi in Italia cerca casa, mettendo a disposizione le loro
strategie ecologiche ed economiche: i bassi livelli di
consumo, il recupero e riciclaggio dei materiali costruttivi,
lautocostruzione, la flessibilit e implementabilit della
casa, tutti elementi che insieme alla concezione solidale
della famiglia allargata, rappresentano una risorsa
importante da riconsiderare per rispondere alla crisi
abitativa italiana.
53. L'interesse di questa casa non 竪 tanto la casa in se',
quanto il modo in cui 竪 stata fatta. E' stata fatta con una
collaborazione tra attori diversi nella societ: ricercatori
universitari e Rom, e i Rom tra l'altro hanno dovuto
mettersi d'accordo fra le diverse etnie, fra i diversi gruppi,
cosa che non 竪 cos狸 banale ed automatica come pu嘆
sembrare. Questo processo di costruzione e di
riconoscimento reciproco delle capacit e dei ruoli 竪 una
lezione di costruzione della citt.
GIORGIO PICCINATO, professore di Urbanistica della Facolt di
Architettura dell'Universit Roma Tre nonch竪 uno dei coordinatori dell'attivit
di progettazione
105. 2TR con Gea Galluzzi, Orti di Fedro, Santa Fiora,
Grosseto 2008
113. romalab laboratorio di ricerca sulla citt curato da Marialuisa Palumbo e promosso da 2A+P, aQ, mattia dar嘆, doppiomisto, ellelab,
ma0, tspoon, UAP, unpacked, roma 2007
126. Il Metropoliz 竪 lex salumificio Fiorucci, in via Prenestina 913 a
Roma. Una fabbrica dismessa che si sviluppa su una vasta area
nel quartiere di Tor Sapienza in cui coabitano circa duecento
persone provenienti da diverse regioni del mondo: Per湛, Santo
Domingo, Marocco, Tunisia, Eritrea, Sudan, Ucraina, Polonia,
Romania e Italia.
Il luogo 竪 una grande architettura industriale che fino a pochi
anni fa ospitava il ciclo di produzione di affettati e insaccati, oggi
trasferitosi a Pomezia. La fabbrica 竪 stata occupata nel marzo
del 2009 dai Blocchi Precari Metropolitani, unorganizzazione che
a Roma opera attivamente per rispondere al problema
dellemergenza abitativa, in collaborazione con Popica Onlus che
si occupa della scolarizzazione dei bambini rom.
Il Metropoliz vuole essere un esempio di integrazione, recupero,
autogestione e sperimentazione di una nuova convivenza
urbana. La sua occupazione, infatti, ha rappresentato non
soltanto una soluzioni abitativa per le molte famiglie che ci
vivono, ma anche linizio di una esperienza multiculturale inedita,
che ha come ambizione quella di restituire alla citt uno spazio
pubblico.
129. Il progetto Space Metropoliz nasce con lintento di utilizzare il
cinema come strumento di aggregazione, di progettazione e di
trasformazione del territorio, e per contribuire alla rigenerazione
socio-ambientale del Metropoliz, unex fabbrica abbandonata e
oggi occupata da 200 persone senza casa.
Il cinema diventa dunque un dispositivo per entrare al Metropoliz
e raccontarne le storie, i sogni e le ambizioni, ma 竪 anche uno
strumento per progettare e realizzare insieme agli abitanti della
fabbrica e del quartiere un nuovo spazio di convivenza.
E quale migliore metafora, per realizzare questa utopia, se non
la Luna, che i trattati internazionali definiscono come patrimonio
comune dellumanit dove sono bandite, oltre alle armi,
qualunque forma di appropriazione nazionale o rivendicazione di
sovranit, nonch辿 lesercizio della propriet privata.
http://www.spacemetropoliz.com
131. Gli occupanti di una vecchia fabbrica dismessa decidono di
abbandonare le barricate e di sfuggire una volta per tutte alle spinte
centrifughe della citt che li pone ai margini della societ civile,
negandogli casa, lavoro, salute e legalit.
Il loro progetto 竪 semplice: costruire un razzo per andare a vivere sulla
Luna. E questa la trama di un cortometraggio (a cavallo tra Voyage
dans la Lune di M辿li竪s e Miracolo a Milano di De Sica) che una troupe
cinematografica decide di girare con laiuto degli occupanti del
Metropoliz, un ex salumificio della Fiorucci sito in Via Prenestina a
Roma.
La costruzione del grande razzoscenografia e il cortometraggio sono,
in realt, il cavallo di troia per entrare a conoscere a fondo le storie dei
migranti e dei precari che il 27 marzo 2009 hanno forzato i cancelli
della fabbrica dismessa e hanno deciso di lottare insieme per il diritto
allabitazione e per una citt diversa, solidale e multiculturale.
Attraverso un dispositivo creativo aperto, che coinvolge attivamente gli
abitanti del Metropoliz nelle fasi del progetto, si cerca di ridare voce al
sogno e allimmaginazione, troppo spesso soffocati dalle necessit del
vivere e dallurgenza del bisogno.
http://www.spacemetropoliz.com/progetto/film/
134. Superkilen 竪 un parco urbano nel centro di Copenhagen.
Nato in risposta a un bando indetto dal Comune e
dallassociazione Realdania per larea di N淡rrebro, il
progetto 竪 frutto della collaborazione tra gli architetti di BIG,
i paesaggisti di Topotek1 e gli artisti visivi di Superflex.
Alla richiesta di realizzare un parco cittadino che favorisse
lintegrazione nel quartiere pi湛 multi-culturale di tutta la
Danimarca e periodicamente teatro di episodi violenti i
tre progettisti hanno reagito con lidea di traslocare qui
storie e realt urbane provenienti da tutto il pianeta.
Attraverso i giornali, la radio, Internet, caselle postali
elettroniche o installate nel sito, hanno chiesto agli abitanti
di suggerire oggetti di arredo urbano per il futuro
Superkilen: ciascuna delle 57 comunit etniche di N淡rrebro
deve essere rappresentata nel parco almeno da un
oggetto...
144. Rather than a public outreach process towards the lowest
common denominator or a politically correct post
rationalization of preconceived ideas navigated around
any potential public resistance we proposed public
participation as the driving force of the design leading
towards the maximum freedom of expression. by
transforming public procedure into proactive proposition
we curated a park for the people by the people peer to
peer design literally implemented.
Bjarke Ingels
150. Nella sensibilit antica l'aspetto della deprivazione della
privacy, indicato nella parola stessa, era considerato
predominante; significava letteralmente uno stato di
privazione... Un uomo che vivesse solo una vita privata
e che, come lo schiavo, non potesse accedere alla sfera
pubblica, o che come il barbaro, avesse scelto di non
istituire tale dominio, non era pienamente umano.
Hannah Arendt