3. Una delle sole quattro esemplificazioni (copie conformi) sopravvissute del
testo del 1215. Cotton MS. Augustus II. 106, conservato alla British Library.
4. La Carta del 1215
Gli "articoli dei Baroni" del 1215,
conservati presso la British Library
La Carta "non ha perso nel tempo la teoria politica", andò
infatti oltre all'affrontare le semplici richieste baronali, ma
costituì una proposta più ampia di riforma politica. Essa
prometteva la tutela dei diritti della chiesa, la protezione
dalla detenzione illegale, la disponibilità di una rapida
giustizia, e soprattutto, introduceva delle limitazioni in
materia di tassazione e altri pagamenti feudali alla corona,
con alcune forme di tassazione feudale che richiedettero il
consenso baronale. La Carta vantava la promozione di diritti
libertari per gli uomini, in particolare per i baroni. Tuttavia,
anche i diritti dei servi vennero presi in considerazione.
5. La Carta del 1217
La Carta della Foresta, 1217,
conservata persso la British
Library
Il Magnum Concilium risolse le restanti divergenze
intorno alla gestione delle foreste reali, che
coinvolgevano un sistema giuridico speciale che
portava a una fonte di notevole reddito reale. Una carta
complementare, la Carta della Foresta, venne emanate
al fine di perdonare i reati forestali esistenti, imponendo
nuovi controlli nel corso dei tribunali della foresta e
stabilire una revisione dei confini delle foreste. Per
distinguere le due carte, il nome magna carta
libertatum venne utilizzata per fare riferimento al
documento più grande, che nel tempo divenne noto
semplicemente come Magna Carta.
6. La Carta del 1225
Quando il re venne dichiarato maggiorenne e in grado di
governare in modo indipendente, Enrico annunciò che le future
carte avrebbero dovuto essere rilasciate sotto il propria
sigillo. Questo portò a mettere in discussione la validità delle carte
precedenti emesse durante la sua minore età. Nel 1253, Enrico
confermò ancora una volta le carte in cambio di ulteriori
tassazioni.
Durante il suo regno, Enrico pose particolare attenzione sulla
ricostruzione simbolica dell'autorità reale, ma il suo tentativo
venne relativamente circoscritta dalla Magna Carta. Egli
generalmente agì nei termini delle carte che impedivano alla
Corona di agire stragiudiziale contro i baroni, comprese le multe e
le espropriazioni che furono comuni sotto suo padre Giovanni. Le
carte non affrontarono i temi sensibili della nomina di consulenti
reali e della distribuzione del patronato; inoltre non avevano alcun
mezzo di applicazione se il re avesse scelto di ignorarle.
La versione del 1225 della 'Magna
Carta, emessa da Enrico III,
conservata negli Archivi Nazionali.
7. La Grande Carta del 1297: statuto
La versione del 1297
della Magna Carta, esposta
presso il National Archives
Building a Washington, D.C.
Nel 1297, vennero ristampate le Carte del 1225 in
cambio di una nuova tassa. Aggiungendo l'Articuli
super Cartas come tentativo di risolvere il problema
riguardo al far rispettare le Carte. Con questo
documento si stabilì che la Magna Carta e la Carta
forestale dovevano essere consegnate allo sceriffo di
ogni contea e dovevano essere lette quattro volte l'anno,
in occasione delle riunioni dei tribunali di contea. Ogni
regione avrebbe dovuto istituire un comitato di tre
uomini con il compito di raccogliere le lamentele circa le
violazioni delle Carte.
8. Gli articoli più importanti
•Il divieto per il sovrano di imporre nuove tasse ai suoi vassalli diretti senza il previo consenso del commune consilium
regni, il consiglio comune del regno, formato da arcivescovi, abati, conti e i maggiori tra i baroni, da convocarsi con un
preavviso di almeno quaranta giorni e deliberante a maggioranza dei presenti (articoli 12 e 14);
•la garanzia, valida per tutti gli uomini di condizione libera, di non poter essere imprigionati senza prima aver sostenuto un
regolare processo, da parte di una corte di pari, se la norma era incerta o il tribunale non competente, o secondo la "legge
del regno" (articolo 39, in cui si ribadisce il principio dell'habeas corpus integrum);
•la proporzionalità della pena rispetto al reato (articolo 20);
•l'istituzione di una commissione di venticinque baroni, che, nel caso in cui il re avesse infranto i suoi solenni impegni,
doveva fargli guerra, chiedendo la partecipazione di tutti i sudditi (articolo 61, in cui si manifesta il futuro principio della
legittima resistenza all'oppressione di un governo ingiusto);
•l'integrità e libertà della Chiesa inglese (articolo 1), precedentemente messa in discussione sia dalla disputa tra Enrico II,
padre di Giovanni, e l'arcivescovo di Canterbury.