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Odorno ci invita a considerare che dopo 
Auschwitz nulla potr pi湛 essere come 
prima, nessuna categoria, nessuna parola, 
nemmeno quelle teologiche. La Shoah ci si 
presenta, nella sua tragica insensatezza, 
come una realt con la quale dobbiamo 
necessariamente fare i conti. Ma 
confrontarsi con essa, cercare di 
interpretarla, non pu嘆 non portarci a 
rimettere in discussione ci嘆 che prima 
avevamo creduto e pensato.  possibile 
comprendere la Shoah?  ancora possibile 
pensare e credere dopo Auschwitz? 
PENSARE E 
CREDERE 
DOPO 
AUSCHWITZ 
Dalla Shoah come fenomeno da 
interpretare al concetto di Dio 
dopo Auschwitz 
Luca Bezzini
Pensare e credere dopo Auschwitz 
Luca Bezzini 
1. La Shoah: fenomeno incomprensibile o fenomeno da interpretare? 
Il genocidio degli ebrei avvenuto in Germania 竪 levento storico che pi湛 di ogni 
altro 竪 rimasto impresso nella memoria collettiva. Anche al giorno doggi alcuni 
storici negazionisti cercano di minimizzare, se non addirittura negare lesistenza dei 
campi di sterminio e della Shoah. Tuttavia la loro posizione, come pure quella dei 
sempre pi湛 numerosi gruppi politici neonazisti, non 竪 da ascrivere allignoranza dei 
fatti storici, ma piuttosto alla ideologia nostalgica cui appartengono. Infatti lo 
sterminio degli ebrei 竪 un fatto conosciuto da, quasi, tutti; in tutte le scuole, a 
qualsiasi livello, lo si insegna. Gli spazi che la scuola ed i giornali dedicano al 
genocidio degli ebrei sono molto superiori a quelli dedicati a tutti gli altri genocidi 
che hanno costellato la storia dellumanit, ma questa attenzione, che gli stessi 
negazionisti ed anche parte del movimento revisionista giudicano eccessiva o 
addirittura infondata, ha una profonda ragione dessere. La Shoah ha sconvolto tutta 
la cultura europea ed occidentale; il fatto che si sia verificata in Germania, la culla 
per certi versi della civilt europea, e con lappoggio di gran parte della popolazione, 
non fu quindi il frutto della mente malata di un dittatore folle, costringe tutti gli 
occidentali ad un serio esame di coscienza. 
Emmanuel L辿vinas, noto pensatore lituano naturalizzato francese, nonch辿 
allievo di Martin Heidegger (filosofo che in un determinato periodo della sua vita 
ader狸 al Nazionalsocialismo tedesco, pur non risultando mai organico ad esso), ha 
cercato di analizzare, in un saggio breve del 1934 apparso nella rivista 束Esprit損, il 
significato e la vera natura dellideologia nazionalsocialista e dellabisso che la 
separa dalla tradizione filosofica europea. Questa tradizione 竪 permeata dai concetti 
umanistici di libert (collegata in un certo modo allidea religiosa di anima) e di 
universalit. Lhitlerismo invece, si rif ai valori del sangue, della razza e del suolo. 
Sparisce dunque la componente umanistica della civilt europea, e con essa il 
concetto di autonomia spirituale. La concezione dualistica delluomo come anima 
(essenza) e corpo viene distrutta dal nazionalsocialismo, che impedisce cos狸 allessere 
umano di superare con la propria libert e ragione la situazione in cui si trova. 
Secondo L辿vinas gi il marxismo aveva in parte colpito il concetto che la 
cultura europea aveva di libert. Tuttavia, pur avendo modificato questo principio 
definendolo come derivato dalla condizione esistenziale, il marxismo non aveva 
escluso completamente la libert. Lhitlerismo al contrario, elimina qualsiasi valore 
2
immateriale sostenendo la necessit di identificare il proprio Io con lesistenza 
biologica, rappresenta dunque lesatto opposto della cultura europea. 
Anche Romano Guardini (in una conferenza tenuta a Tubinga nel 1952, dal 
titolo Verantwortung. Gedanken zur judischen Frage) reput嘆 che limpatto distruttivo 
del nazismo sulla civilt occidentale fosse da ricercarsi nel suo completo 
capovolgimento del principio base delluomo come persona. Guardini, per嘆, si 
concentr嘆 molto sul ruolo giocato dalla componente statalista dellideologia 
nazionalsocialista: luomo viene privato dei suoi valori extracorporei perch辿 deve 
essere come un automa, permettendo cos狸 allo Stato di usufruire di s辿 totalmente e di 
giudicarlo utile o dannoso. Lo sterminio degli ebrei deve quindi essere visto prima di 
tutto come il prodotto dellimpostazione totalitaristica dello Stato, che tende sempre 
alla spersonalizzazione degli uomini; la riprova di ci嘆 竪 evidente se pensiamo 
allorganizzazione con cui venivano gestiti i lager con la creazione di figure come 
quella del kap嘆. Solo cos狸 si pu嘆 spiegare il connubio tra crudelt, tecnica ed 
efficienza realizzato dal nazismo, qualcosa di ben diverso rispetto ad un temporaneo 
risveglio di primitiva ferocia. 
Il filosofo tedesco Karl Jaspers ha analizzato, in una serie di lezioni tenute 
alluniversit di Heidelberg nel 1946, un altro aspetto del nazismo: la questione della 
colpa. Egli si rese conto fin da subito che sui tedeschi pesava una responsabilit per 
quel che era successo alle vittime dei campi di sterminio, restava da stabilire quanta 
di questa responsabilit andasse attribuita ad ogni singolo abitante della Germania. 
Jaspers ritiene necessario innanzitutto classificare i vari tipi di colpa che esistono. 
Infatti esiste la colpa criminale, ovvero i misfatti penalmente perseguibili compiuti 
individualmente. C竪 poi la colpa politica, cio竪 le responsabilit dei politici e di tutti i 
cittadini quando compiono unazione politica (votando ad esempio). Importante 竪 
anche la colpa morale, il peso che ciascuno si porta sulla coscienza, le azioni che 
vanno comunque sempre sottoposte al giudizio morale, come obbedire ad un ordine. 
A queste tre colpe va aggiunta anche la colpa metafisica, un concetto introdotto da 
Jaspers che pu嘆 essere definito come la violazione di quel sentimento che ci unisce a 
tutti i nostri simili. Ci嘆 fa s狸 che 束ciascuno sia in un certo senso corresponsabile per 
tutte le ingiustizie e i torti che si verificano nel mondo損, dunque ognuno di noi 
quando non fa tutto il possibile per impedire queste malvagit deve sentirsi colpevole. 
Un altro noto filosofo che si 竪 dedicato allo studio della Shoah, e soprattutto 
delle sue ripercussioni sul pensiero filosofico, 竪 stato Theodor W. Adorno. Egli 
ritiene che il genocidio degli ebrei (ben esprimibile col nome di un luogo: Auschwitz) 
sia una specie di confine da cui non si pu嘆 pi湛 tornare indietro perch辿 rappresenta il 
fallimento della civilt occidentale. Adorno esamina questa questione in Dialettica 
negativa: un libro scritto tra il 1959 ed il 1966 con testi ed interventi fatti dallautore 
in quegli anni e negli anni Trenta. Nella parte conclusiva del libro il filosofo ci spiega 
come secondo lui lolocausto abbia reso la morte il significato principale 
dellesistenza. 束Poich辿 nei campi di concentramento non moriva pi湛 lindividuo, ma 
lesemplare, il morire deve attaccarsi anche a quelli sfuggiti a tale misura損 ovvero ai 
superstiti. Si esiste perch辿 si deve morire: 束Auschwitz conferma la norma filosofica 
della pura identit come morte損. 
3
Per Adorno 束Il dolore incessante ha tanto diritto ad esprimersi quanto il 
martirizzato di urlare; perci嘆 forse 竪 falso aver detto che dopo Auschwitz non si pu嘆 
pi湛 scrivere una poesia. Invece non 竪 falsa la questione meno culturale, se dopo 
Auschwitz si possa ancora vivere, se specialmente lo possa chi vi 竪 sfuggito per caso 
e di norma avrebbe dovuto essere liquidato損. Proprio in questa seconda affermazione 
si pu嘆 ritrovare la tesi dellautore. Secondo il filosofo la perdita nel campo di 
concentramento di significato, importanza e soprattutto unicit dellindividualit, 
della persona, (perdita dovuta al fatto che il s辿 del liquidatore 竪 indifferente al s辿 
della vittima) impedisce la ricostruzione di una vita nella societ borghese, la quale 竪 
basata sulla centralit di quel s辿 che 竪 la causa della tragedia di Auschwitz. 
2. La banalit del male 
Emmanuel L辿vinas ha fatto uso del concetto di Male elementare, per 
"spiegare" il nazionalsocialismo. Lautore afferma che 束lorigine delle sanguinose 
barbarie del nazionalsocialismo non siano in una qualche contingente anomalia della 
ragione umana, n辿 in un qualche malinteso ideologico accidentale, ma che tale 
origine attenga ad una possibilit essenziale del Male elementare cui ogni buona 
logica pu嘆 condurre e nei cui confronti la filosofia occidentale non si era abbastanza 
assicurata損 1. 
Nellinterpretazione della Shoah, Hannah Arendt ha introdotto, com'竪 noto, un 
elemento di suggestiva originalit: il tema della banalit del male 2. Nel 1961 
Hannah Arendt segu狸 le 120 sedute del processo Eichmann, il famigerato criminale 
nazista, come inviata del settimanale 束New Yorker損 a Gerusalemme. Otto Adolf 
Eichmann, era stato responsabile della sezione IV-B-4, competente sugli affari 
concernenti gli ebrei, dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich. Eichmann non 
era mai andato oltre il grado di tenente-colonnello, ma, per l'ufficio ricoperto, aveva 
svolto una funzione importante, su scala europea nella politica del regime nazista, 
infatti aveva coordinato l'organizzazione dei trasferimenti degli ebrei verso i vari 
campi di concentramento e di sterminio. Nel maggio 1960 agenti israeliani lo 
catturarono in Argentina, dove si era rifugiato, e lo portarono a Gerusalemme. 
Processato da un tribunale israeliano, nella sua difesa tenne a precisare che, in fondo, 
si era occupato "soltanto di trasporti". Fu condannato a morte mediante impiccagione 
e la sentenza fu eseguita il 31 maggio del 1962. 
Questo processo diede occasione a molti di riflettere sulla natura umana e sui 
movimenti del presente. Hannah Arendt concluse che Eichmann, come detto, tutto 
era fuorch辿 anormale, questa era la sua dote pi湛 spaventosa. Sarebbe stato meno 
temibile un mostro inumano, perch辿 proprio in quanto tale rendeva difficile 
identificarvisi. Ma quel che diceva Eichmann e il modo in cui lo diceva, non faceva 
altro che tracciare il quadro di una persona che sarebbe potuta essere chiunque, 
1 E. LVINAS, Alcune riflessioni sulla filosofia dell hitlerismo, (Introduzione di G. Agamben) Quodlibet, 
Macerata 1997. 
2 H. ARENDT, La banalit del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, 2001 [ed. orig. 1963]. 
4
chiunque poteva essere Eichmann, sarebbe bastato essere senza idee come lui. 
Durante una delle sedute, Eichmann afferm嘆 con gran foga di aver sempre vissuto 
secondo i principi delletica kantiana e in particolare conformemente alla definizione 
kantiana del dovere che lui interpretava ad uso privato della povera gente. In questa 
versione tutto ci嘆 che restava dello spirito kantiano, era che luomo deve fare 
qualcosa di pi湛 che obbedire alla legge, deve andare al di l della semplice 
obbedienza e identificare la propria volont col principio che sta dietro la legge cio竪, 
la fonte da cui la legge 竪 scaturita. 
Questa lontananza dalla vera realt e la mancanza di idee sono il presupposto 
fondamentale del regime totalitario, il quale tende ad allontanare luomo dalla vera 
realt sostituendone una sua, rendendolo meno di un ingranaggio in una macchina. 
Normalmente le violazioni della legge sotto la difesa della ragion di stato sono 
giustificabili perch辿 proprio in quanto azioni di stato sono misure eccezionali, 
violazioni commesse per salvaguardare lesistenza dello stesso quando viene 
minacciato. Ma in un sistema come quello nazista le cose sono esattamente al 
contrario, il crimine 竪 labitudine. Ma come si pu嘆 distinguere il crimine quando si 
vive nel crimine? Quando ci si trovi di fronte a un massacro organizzato da uno stato? 
Era questo che il processo ad Adolf Eichmann avrebbe dovuto spiegare secondo la 
Arendt.L 
a scrittrice afferma inoltre che il male non 竪 mai radicale, ma soltanto 
estremo, e che non possiede n辿 la profondit n辿 una dimensione demoniaca. Esso pu嘆 
invadere e devastare tutto il mondo perch辿 cresce in superficie come un fungo. Esso 
sfida il pensiero, perch辿 il pensiero cerca di raggiungere la profondit, e di arrivare in 
basso sino alle radici, ma nel momento in cui cerca il male, 竪 frustrato perch辿 non 
trova nulla. Questa 竪 la sua "banalit"... solo il bene ha profondit e pu嘆 essere 
integrale. 
Il male non pu嘆 mai essere riconosciuto a priori, ci嘆 che per noi 竪 male 竪 quello 
che non accade mai o accade rare volte, ma quello vero, quello banale, 竪 quello che, 
scambiandolo per il bene, compiamo quotidianamente. La moralit, purtroppo, non 竪 
soggettiva, ma dipende dal periodo storico dalla religione dal luogo in cui ci troviamo 
e quindi il male viene riconosciuto a posteriori e viene determinato dalla nuova 
moralit che si 竪 instaurata. 
3.  ancora possibile credere dopo Auschwitz? 
Come giustificare Dio di fronte al problema del male? Gi gli Epicurei, in 
polemica con gli Stoici, ponendosi il problema dellorigine del male e dellesistenza di 
Dio, erano propensi a negare questultimo, in quanto responsabile della presenza del 
male nel mondo. Il male che si 竪 consumato ad Auschwitz riapre con terribile attualit 
il problema classico della teodicea: Auschwitz configura un male radicale, un odio 
profondo della libert contro se stessa. Auschwitz costituisce lirrapresentabile 
incarnazione del male radicale nella storia. Con ci嘆 tornano  paradossalmente  a 
rincontrarsi quei termini che costituiscono il nocciolo della teodicea: il male nel 
5
mondo, la cui problematica Auschwitz ripropone con nuova forza e la presenza di 
Dio al mondo, una presenza questa segnata da un profondo silenzio. Auschwitz 
costituisce cos狸 una provocazione ineludibile a parlare di Dio. 
Nel testo La notte, Elie Wiesel narra che una sera, tornando dal lavoro, i 
prigionieri del campo di concentramento furono portati davanti a tre forche per 
assistere allimpiccagione di tre condannati; si trattava di due adulti  presso i quali 
erano state scoperte delle armi  e di un bambino che, pur sapendolo, non aveva 
tradito nonostante le torture. Mentre i primi morirono subito, il bambino  il pipel, 
come erano chiamati i ragazzini  agonizz嘆 per pi湛 di mezzora. Wiesel scrive che in 
quel momento era l e sent狸 dietro di s辿 束il solito uomo domandare: Dov竪 dunque 
Dio? E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: dov竪? Eccolo: 竪 appeso l狸, a 
quella forca損 3. 
Nello stesso testo, Wiesel scrive: 束Mai dimenticher嘆 quelle fiamme che 
consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticher嘆 quegli istanti che 
assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volo del 
deserto損. Sono parole che evidenziano il senso di distruzione che Auschwitz ha 
determinato nelle coscienze di coloro che lhanno vissuto: si insinua il dubbio circa la 
possibilit di credere ancora in Dio, poich辿, se Dio esiste davvero ed 竪, come tutte le 
religioni predicano, "immensamente buono", non avrebbe potuto permettere 
Auschwitz, il pi湛 atroce tra tutti gli stermini che la storia abbia conosciuto. Il silenzio 
di Dio permette la tragedia degli uomini e offusca la fede. Dio 竪 morto ad Auschwitz, 
perch辿 se Dio si mantiene Egli  Signore della storia  resta direttamente o 
indirettamente legato ad Auschwitz. Cos狸 la Shoah costituisce lirrappresentabile 
incarnazione del male nella storia ed 竪 come se Dio fosse stato ucciso dalla grandezza 
di questo male. 
Richard Rubenstein nel suo testo After Auschwitz (Indianapolis, 1966), 
configura quindi il tempo dopo Auschwotz come il tempo in cui dobbiamo vivere 
senza Dio, perch辿 solo cos狸 竪 possibile conservare la non-necessit e linsensatezza dei 
campi di sterminio. Una delle conclusioni a cui Rubenstein giunge 竪 che 
束lescatologia 竪 una malattia con la quale luomo dissimula a se stesso il volto tragico 
e in definitiva disperato del suo fato. C竪 solo un messia che ci redime dallironia, dal 
lavoro e dalle angustie dellesistenza umana. Egli verr sicuramente. Ma egli 竪 
lAngelo della Morte. La morte 竪 il solo vero messia e la terra dei morti 竪 il luogo del 
vero regno di Dio. Solo nella morte noi siamo redenti dalle vicissitudini dellesistenza 
umana損. 
Non tutti, in realt, sono per嘆 disposti a rimettere in discussione Dio a causa di 
Auschwitz. La fede nel Dio di Israele deve sorreggere il credente nella gioia come 
nel pianto. Nulla pu嘆 attentare a tale fede. Dio non 竪 toccato dagli eventi storici. Come 
dice Kierkegaard, e cos狸 vive il fedele ebreo, avere fede significa credere malgrado 
ogni evento esterno. Nellalternativa tra Dio e la realt 竪 Dio ad avere la meglio. 
Luomo non pu嘆 e non ha la capacit di comprendere le vie misteriose del Signore: a 
Dio compete lambito della fede, alluomo quelle della storia. Tra Dio e luomo c竪 un 
mistero incolmabile: il Dio trascendente rimane sempre nella trascendenza. 
3 E. WIESEL, La notte, Parigi 1958. 
6
Eppure Auschwitz giunge ad intaccare questa dimensione di assoluta 
trascendenza. Ad Auschwitz 竪 la realt  la realt di morte e di distruzione  che 
costringe Dio a lasciare lisolamento ed ogni possibile arroccamento nel mistero. Del 
resto, gi in passato Dio non ha disdegnato di rivolgersi al suo popolo (ad esempio 
con i profeti), Dio non si 竪 chiuso nel mistero. Ma se Dio e fede restano immutati 
dopo Auschwitz, allora le vittime della Shoah non vengono prese seriamente. Ecco 
perch辿 sfida e protesta nei confronti di Dio possono farsi radicali e giungere persino al 
suo rifiuto: di fronte ad Auschwitz non esiste alcun Dio che veglia sugli uomini, siano 
essi criminali o santi. E se anche un tale Dio esistesse, egli andrebbe rigettato, dato 
che, per raggiungere i suoi scopi  la suprema armonia, il bene della creazione o 
qualunque altro telos  ha permesso che la distruzione avesse luogo. Lunico vero 
credente 竪 colui che rinnega Dio: lateo. 
Un precedente letterario per tale risposta si ha con Dostoevskij, ne I fratelli 
Karamazov.  la rappresentazione dellateismo di ribellione, che si manifesta quando 
Ivan Karamazov, parlando della sofferenza dei bambini con il fratello Alj嘆sa, 
esclama: 束Rifiuto assolutamente la suprema armonia. Essa non vale una lacrima anche 
sola di quella bambina martoriata che si batteva il petto col suo piccolo pugno, e 
pregava il buon Dio nel suo fetido stambugio versando le sue lacrime invendicate損 4. 
 stato notato, tuttavia, come per嘆 la risposta di Ivan Karamazov affronti il 
problema del confronto con Dio solo a livello emotivo, senza tenere conto della 
complessit della realt e delle situazioni intermedie che essa presenta. La realt di 
dolore e sofferenza che il mondo manifesta, agisce contro Dio e conduce Ivan alla 
rivolta. Perci嘆, malgrado le apparenze, la proposta rimane religiosa, in quanto Dio 
non viene scalzato dal suo trono: si tratta di un ateismo di ribellione, che si colloca 
ancora allinterno dellorizzonte di fede. La tragedia di Ivan consiste nel fatto che Dio 
e male non sono in alternativa; vanno affrontati insieme, fatti giocare uno contro 
laltro, in modo che non uno dei due principi venga escluso, ma che entrambi 
acquistino maggior valenza ontologica. La rivolta assoluta, dopo Auschwitz, 竪 
affascinante, tentante, cos狸 come sembra esserlo la posizione di Ivan, ma non 竪 
efficace. 
In un discorso tenuto nel 1970 (Talking and Writing and Keeping Silence), Elie 
Wiesel esprime forti critiche ad ogni tentativo di risolvere il problema del rapporto tra 
Dio e Auschwitz attraverso la mera negazione di uno dei due termini della relazione, 
nello specifico Dio. Per Wiesel si tratta di tenere assieme la 束necessit di credere損 e 
l束impossibilit a credere損; queste le indicazioni contraddittorie che Wiesel d. Autori 
come Rubenstein, invece, abbiamo visto, compiono precisamente la mossa che Wiesel 
vieta di compiere: si nega che Dio sia presente alla storia, il che equivale a negare il 
Dio dellebraismo tout court. Rubenstein, inoltre, negando Dio come portatore di 
senso al mondo, attenua la scandalosit del male di Auschwitz. S狸, perch辿 in un 
universo ontologicamente privo di senso, il non-senso di Auschwitz 竪 normale, rientra 
nella situazione delluniverso. Se lo stato ontologico del reale 竪 quello del non-senso, 
il dolore, la sofferenza, Auschwitz diventano norma, non leccezione e lo scandalo. Il 
4 F. DOSTOEVSKIJ, I fratelli Karamazov, tr.it. da. Polledro, Milano, Garzanti, 1974, pp 261. 
7
male viene cos狸 ad essere attenuato e minimizzato. Affermare il male come non-senso 
竪 possibile solo se si afferma contemporaneamente il bene (Dio) come senso, pena lo 
scadere del non-senso a banalit. Senso e non-senso, bene e male possono essere 
affermati soltanto insieme, come due termini inseparabili di un dilemma insolvibile. 
Il filosofo Luigi Pareyson scrive che 束non c竪 indizio pi湛 sicuro della divinit 
che la realt stessa del male []. Il male 竪 impensabile senza Dio []. Non 竪 difficile 
riconoscere che se non ci fosse Dio il male non sarebbe, e che la stessa esistenza del 
male attesta la presenza di Dio, di un Dio offeso e irato e di un Dio sofferente e 
redentore損 (L. PAREYSON, La filosofia di fronte al male, 1988). La scelta che si 
impone 竪 dunque quella tra affermazione del male e Dio, o cancellazione tanto del 
male quanto di Dio. Rubenstein si illude di poter affermare il male negando la 
positivit di Dio; non si accorge che cos狸 facendo finisce invece facile preda di un 
nichilismo ateo, consolatorio e confortevole, che nega sia il male che Dio. Cos狸 anche 
Auschwitz viene spazzato via, ma questo non 竪 certo quello che Rubenstein desidera. 
Se Dio non 竪 il criterio di giustizia assoluto, Auschwitz non ne 竪 la 
violazione; esso 竪 solo uno tra i tanti casi di dolore che hanno luogo nella realt. La 
condanna etica al male di Auschwitz perde cos狸 molto del suo spessore ontologico. Se 
di fronte allo scandalo del male affrontiamo il problema della teodicea propendendo 
per la soluzione della morte di Dio, noi, cos狸 facendo, riduciamo e annulliamo la 
potenza ontologica del male; questa, infatti, dimostra la sua grandiosit solo sullo 
sfondo del bene. La stessa condanna etica del male diviene insostenibile, in quanto 
non esiste pi湛 una realt assoluta (prima costituita da Dio) di cui il male risulti essere 
la violazione. Cos狸, il male perde definitivamente ogni carattere di scandalo. 
Ecco perch辿 negare Dio a motivo di Auschwitz significa tradire Auschwitz; cos狸 
come del resto 竪 un tradimento di Auschwitz anche il continuare a credere in maniera 
immutata nella stessa immagine di Dio. Si tratter, allora, di mantenere la fede in Dio, 
ma in una maniera nuova: questa diviene lunica fedelt possibile, a Dio e alle vittime. 
Secondo Paolo De Benedetti, siamo di fronte allineffabilit di Dio di cui dopo 
Auschwitz siamo costretti a occuparci credendo o tentando di credere o litigando con 
lui o compatendolo. Non possiamo dire cose certe di lui, infatti, se parlassimo con 
troppa sicurezza di Dio rischieremmo di essere presi per mentitori. Davanti al suo 
silenzio ci rimane il forse, che non vuol dire: forse Dio non c竪, forse Dio c竪. Vuol 
dire invece: forse ho capito perch辿 tace, forse non lho capito, forse fa bene a tacere, 
forse fa male. Questo forse ci viene anche dallimpossibilit di capire pienamente 
quello che vogliono dire a noi le vittime; probabilmente vogliono soltanto essere vive 
nella nostra memoria, dal momento che non sono state vive nella vita 5. 
4. Il concetto di Dio dopo Auschwitz 
Sulla base del percorso realizzato, abbiamo visto come la soluzione della morte 
di Dio, o della sua sostituzione con un Santo Nulla, minimizza il male, lo attenua 
5 Cfr. P. DE BENEDETTI, Quale Dio? Una domanda dalla storia, Morcelliana, Brescia 1997 pp. 61-62. 
8
ignorandone gli aspetti fondamentali di rottura e interruzione, scandalo e ribellione.  
necessario pensare ad un Dio vivo, agente nella storia, perch辿 il male mantenga tutto 
il suo senso morale e metafisico. Daltra parte per嘆 il male di Auschwitz mette in 
crisi ogni tradizionale spiegazione del rapporto Dio-male. Non sembra cos狸 possibile 
uscire dal circolo, per cui 竪 necessaria la presenza di Dio perch辿 il male abbia senso, 
ma lesistenza del male, considerata nella sua gravit, pone in crisi ogni tentativo di 
spiegazione del rapporto tra Dio e il male. Ecco perch辿 alcuni autori hanno tentato di 
orientarsi verso una nuova idea di Dio: unidea che muovendo dalla crisi 
dellonnipotenza divina faccia leva sulla sua debolezza, permettendo cos狸 dalla 
debolezza di Dio di conquistare la responsabilit delluomo. Tra questi autori 竪 Hans 
Jonas. 
Lopera di Hans Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz, analizza la 
problematica secondo una prospettiva religiosa, pi湛 particolarmente secondo quella 
ebraica. Il filosofo si concentra soprattutto sul dolore delle vittime e sullassurdit 
delle loro morti, prima di parlare di razionalit e giustificazioni storiche o filosofiche; 
scrive infatti che 束Coloro che vi morirono, furono innanzitutto privati della loro 
umanit in uno stato di estrema umiliazione e indigenza; nessun barlume di dignit 
umana fu lasciato a chi era destinato alla soluzione finale損 6. LAutore intende 
sottolineare cos狸 limpossibilit di considerare Auschwitz come una persecuzione 
religiosa, ma linevitabilit di concepirlo come pura e semplice fabbrica di morte. 
Per lEbreo, che vede nel mondo, a differenza del Cristiano, il luogo della 
creazione e vede Dio come il signore della storia, 竪 inevitabile quindi una rimessa 
in discussione del concetto di Dio dopo Auschwitz. 
Jonas avvia il suo vero e proprio saggio di teodicea criticando la teologia 
tradizionale ebraica e non, e discutendo quindi degli attributi di Dio. Bont assoluta, 
onnipotenza e comprensibilit secondo lui non possono coesistere, in quanto 
laffermazione di due di questi esclude categoricamente la terza. Parte cos狸 dal 
presupposto che lonnipotenza sia assurda in se stessa dicendo che 束la potenza 
assoluta non ha , nella sua solitudine, nessun oggetto su cui poter agire. Ma come 
potenza priva di oggetto, 竪 potenza priva di potenza, potenza che nega se stessa損. 
Quindi Jonas, rifiutando la possibilit di motivare la disumanit di Auschwitz con 
laffermazione del principio manicheo della coesistenza di due principi (bene e male) 
che escluderebbero il monoteismo, afferma limpotenza di Dio. Secondo Jonas questa 
pu嘆 essere considerata quasi come unimpotenza dovuta ad una scelta consapevole, in 
quanto Dio 束dopo aver rinunciato con la creazione ad essere tutto in tutti損, ha limitato 
volontariamente la propria onnipotenza cos狸 che si pu嘆 considerare la creazione come 
束atto di assoluta sovranit, con cui la divinit ha consentito a non esser pi湛, per lungo 
tempo assoluta損. Jonas riprende questa visione dalla teoria di Luria dello Tzimtzum, 
non limitandosi per嘆 ad un imitazione passiva, ma volendola superare affermando 
qualcosa in pi湛 rispetto alla concezione di Dio che al momento della creazione si 
ritira in se stesso e si autolimita. 
6 H. JONAS, Il concetto di Dio dopo Auschwitz. Una voce ebraica, Edizione originale 1987, Traduzione di 
Carlo Angelino, Edizione Il Melangolo 1993. 
9
Jonas dopo tali ragionamenti si pone anche di fronte al problema della 
giustificabilit di Dio di fronte al male di Auschwitz; egli ci dice che Dio nel 
momento in cui si scaten嘆 la furia di Auschwitz rest嘆 muto. Ma il filosofo aggiunge 
che 束non intervenne, non perch辿 non volle, ma perch辿 non fu in condizioni di farlo損, 
rinunciando cos狸 allidea di un Dio che reagisce con la mano forte e con il braccio 
teso allontanandosi dalle pi湛 antiche dottrine dellebraismo. Dio, secondo Jonas, non 
竪 in grado di reagire, ma questo non significa che Egli si limiti a guardare, in 
quanto Auschwitz costituisce uninguaribile ferita in Dio,uninsanabile lacerazione e 
che Egli 竪 solidale e compassionevole nei confronti delluomo dimostrando cos狸 la 
simpatia con questo. Ci嘆 significa anche spostare lattenzione dalla teodicea 
allantropodicea, come ci mostra Jonas affermando che 束dopo essersi affidato 
totalmente al divenire del mondo, Dio non ha pi湛 nulla da dare: ora tocca alluomo 
dare損. Luomo ha quindi la responsabilit di fare in modo che Dio non si penta di 
束aver concesso il divenire al mondo損 e che eviti cos狸 eventi simili a quelli di 
Auschwitz. Infine, Jonas non rinuncia a darci un barlume di speranza nella tragicit e 
inesorabilit del male di Auschwitz citando coloro che rischiando le proprie vite, 
cercarono di proteggere i possibili deportati per farli sfuggire alla cosiddetta 
soluzione finale, dimostrando cos狸 la non-onnipotenza del male. 
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Pensare e credere dopo Auschwitz

  • 1. Odorno ci invita a considerare che dopo Auschwitz nulla potr pi湛 essere come prima, nessuna categoria, nessuna parola, nemmeno quelle teologiche. La Shoah ci si presenta, nella sua tragica insensatezza, come una realt con la quale dobbiamo necessariamente fare i conti. Ma confrontarsi con essa, cercare di interpretarla, non pu嘆 non portarci a rimettere in discussione ci嘆 che prima avevamo creduto e pensato. possibile comprendere la Shoah? ancora possibile pensare e credere dopo Auschwitz? PENSARE E CREDERE DOPO AUSCHWITZ Dalla Shoah come fenomeno da interpretare al concetto di Dio dopo Auschwitz Luca Bezzini
  • 2. Pensare e credere dopo Auschwitz Luca Bezzini 1. La Shoah: fenomeno incomprensibile o fenomeno da interpretare? Il genocidio degli ebrei avvenuto in Germania 竪 levento storico che pi湛 di ogni altro 竪 rimasto impresso nella memoria collettiva. Anche al giorno doggi alcuni storici negazionisti cercano di minimizzare, se non addirittura negare lesistenza dei campi di sterminio e della Shoah. Tuttavia la loro posizione, come pure quella dei sempre pi湛 numerosi gruppi politici neonazisti, non 竪 da ascrivere allignoranza dei fatti storici, ma piuttosto alla ideologia nostalgica cui appartengono. Infatti lo sterminio degli ebrei 竪 un fatto conosciuto da, quasi, tutti; in tutte le scuole, a qualsiasi livello, lo si insegna. Gli spazi che la scuola ed i giornali dedicano al genocidio degli ebrei sono molto superiori a quelli dedicati a tutti gli altri genocidi che hanno costellato la storia dellumanit, ma questa attenzione, che gli stessi negazionisti ed anche parte del movimento revisionista giudicano eccessiva o addirittura infondata, ha una profonda ragione dessere. La Shoah ha sconvolto tutta la cultura europea ed occidentale; il fatto che si sia verificata in Germania, la culla per certi versi della civilt europea, e con lappoggio di gran parte della popolazione, non fu quindi il frutto della mente malata di un dittatore folle, costringe tutti gli occidentali ad un serio esame di coscienza. Emmanuel L辿vinas, noto pensatore lituano naturalizzato francese, nonch辿 allievo di Martin Heidegger (filosofo che in un determinato periodo della sua vita ader狸 al Nazionalsocialismo tedesco, pur non risultando mai organico ad esso), ha cercato di analizzare, in un saggio breve del 1934 apparso nella rivista 束Esprit損, il significato e la vera natura dellideologia nazionalsocialista e dellabisso che la separa dalla tradizione filosofica europea. Questa tradizione 竪 permeata dai concetti umanistici di libert (collegata in un certo modo allidea religiosa di anima) e di universalit. Lhitlerismo invece, si rif ai valori del sangue, della razza e del suolo. Sparisce dunque la componente umanistica della civilt europea, e con essa il concetto di autonomia spirituale. La concezione dualistica delluomo come anima (essenza) e corpo viene distrutta dal nazionalsocialismo, che impedisce cos狸 allessere umano di superare con la propria libert e ragione la situazione in cui si trova. Secondo L辿vinas gi il marxismo aveva in parte colpito il concetto che la cultura europea aveva di libert. Tuttavia, pur avendo modificato questo principio definendolo come derivato dalla condizione esistenziale, il marxismo non aveva escluso completamente la libert. Lhitlerismo al contrario, elimina qualsiasi valore 2
  • 3. immateriale sostenendo la necessit di identificare il proprio Io con lesistenza biologica, rappresenta dunque lesatto opposto della cultura europea. Anche Romano Guardini (in una conferenza tenuta a Tubinga nel 1952, dal titolo Verantwortung. Gedanken zur judischen Frage) reput嘆 che limpatto distruttivo del nazismo sulla civilt occidentale fosse da ricercarsi nel suo completo capovolgimento del principio base delluomo come persona. Guardini, per嘆, si concentr嘆 molto sul ruolo giocato dalla componente statalista dellideologia nazionalsocialista: luomo viene privato dei suoi valori extracorporei perch辿 deve essere come un automa, permettendo cos狸 allo Stato di usufruire di s辿 totalmente e di giudicarlo utile o dannoso. Lo sterminio degli ebrei deve quindi essere visto prima di tutto come il prodotto dellimpostazione totalitaristica dello Stato, che tende sempre alla spersonalizzazione degli uomini; la riprova di ci嘆 竪 evidente se pensiamo allorganizzazione con cui venivano gestiti i lager con la creazione di figure come quella del kap嘆. Solo cos狸 si pu嘆 spiegare il connubio tra crudelt, tecnica ed efficienza realizzato dal nazismo, qualcosa di ben diverso rispetto ad un temporaneo risveglio di primitiva ferocia. Il filosofo tedesco Karl Jaspers ha analizzato, in una serie di lezioni tenute alluniversit di Heidelberg nel 1946, un altro aspetto del nazismo: la questione della colpa. Egli si rese conto fin da subito che sui tedeschi pesava una responsabilit per quel che era successo alle vittime dei campi di sterminio, restava da stabilire quanta di questa responsabilit andasse attribuita ad ogni singolo abitante della Germania. Jaspers ritiene necessario innanzitutto classificare i vari tipi di colpa che esistono. Infatti esiste la colpa criminale, ovvero i misfatti penalmente perseguibili compiuti individualmente. C竪 poi la colpa politica, cio竪 le responsabilit dei politici e di tutti i cittadini quando compiono unazione politica (votando ad esempio). Importante 竪 anche la colpa morale, il peso che ciascuno si porta sulla coscienza, le azioni che vanno comunque sempre sottoposte al giudizio morale, come obbedire ad un ordine. A queste tre colpe va aggiunta anche la colpa metafisica, un concetto introdotto da Jaspers che pu嘆 essere definito come la violazione di quel sentimento che ci unisce a tutti i nostri simili. Ci嘆 fa s狸 che 束ciascuno sia in un certo senso corresponsabile per tutte le ingiustizie e i torti che si verificano nel mondo損, dunque ognuno di noi quando non fa tutto il possibile per impedire queste malvagit deve sentirsi colpevole. Un altro noto filosofo che si 竪 dedicato allo studio della Shoah, e soprattutto delle sue ripercussioni sul pensiero filosofico, 竪 stato Theodor W. Adorno. Egli ritiene che il genocidio degli ebrei (ben esprimibile col nome di un luogo: Auschwitz) sia una specie di confine da cui non si pu嘆 pi湛 tornare indietro perch辿 rappresenta il fallimento della civilt occidentale. Adorno esamina questa questione in Dialettica negativa: un libro scritto tra il 1959 ed il 1966 con testi ed interventi fatti dallautore in quegli anni e negli anni Trenta. Nella parte conclusiva del libro il filosofo ci spiega come secondo lui lolocausto abbia reso la morte il significato principale dellesistenza. 束Poich辿 nei campi di concentramento non moriva pi湛 lindividuo, ma lesemplare, il morire deve attaccarsi anche a quelli sfuggiti a tale misura損 ovvero ai superstiti. Si esiste perch辿 si deve morire: 束Auschwitz conferma la norma filosofica della pura identit come morte損. 3
  • 4. Per Adorno 束Il dolore incessante ha tanto diritto ad esprimersi quanto il martirizzato di urlare; perci嘆 forse 竪 falso aver detto che dopo Auschwitz non si pu嘆 pi湛 scrivere una poesia. Invece non 竪 falsa la questione meno culturale, se dopo Auschwitz si possa ancora vivere, se specialmente lo possa chi vi 竪 sfuggito per caso e di norma avrebbe dovuto essere liquidato損. Proprio in questa seconda affermazione si pu嘆 ritrovare la tesi dellautore. Secondo il filosofo la perdita nel campo di concentramento di significato, importanza e soprattutto unicit dellindividualit, della persona, (perdita dovuta al fatto che il s辿 del liquidatore 竪 indifferente al s辿 della vittima) impedisce la ricostruzione di una vita nella societ borghese, la quale 竪 basata sulla centralit di quel s辿 che 竪 la causa della tragedia di Auschwitz. 2. La banalit del male Emmanuel L辿vinas ha fatto uso del concetto di Male elementare, per "spiegare" il nazionalsocialismo. Lautore afferma che 束lorigine delle sanguinose barbarie del nazionalsocialismo non siano in una qualche contingente anomalia della ragione umana, n辿 in un qualche malinteso ideologico accidentale, ma che tale origine attenga ad una possibilit essenziale del Male elementare cui ogni buona logica pu嘆 condurre e nei cui confronti la filosofia occidentale non si era abbastanza assicurata損 1. Nellinterpretazione della Shoah, Hannah Arendt ha introdotto, com'竪 noto, un elemento di suggestiva originalit: il tema della banalit del male 2. Nel 1961 Hannah Arendt segu狸 le 120 sedute del processo Eichmann, il famigerato criminale nazista, come inviata del settimanale 束New Yorker損 a Gerusalemme. Otto Adolf Eichmann, era stato responsabile della sezione IV-B-4, competente sugli affari concernenti gli ebrei, dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich. Eichmann non era mai andato oltre il grado di tenente-colonnello, ma, per l'ufficio ricoperto, aveva svolto una funzione importante, su scala europea nella politica del regime nazista, infatti aveva coordinato l'organizzazione dei trasferimenti degli ebrei verso i vari campi di concentramento e di sterminio. Nel maggio 1960 agenti israeliani lo catturarono in Argentina, dove si era rifugiato, e lo portarono a Gerusalemme. Processato da un tribunale israeliano, nella sua difesa tenne a precisare che, in fondo, si era occupato "soltanto di trasporti". Fu condannato a morte mediante impiccagione e la sentenza fu eseguita il 31 maggio del 1962. Questo processo diede occasione a molti di riflettere sulla natura umana e sui movimenti del presente. Hannah Arendt concluse che Eichmann, come detto, tutto era fuorch辿 anormale, questa era la sua dote pi湛 spaventosa. Sarebbe stato meno temibile un mostro inumano, perch辿 proprio in quanto tale rendeva difficile identificarvisi. Ma quel che diceva Eichmann e il modo in cui lo diceva, non faceva altro che tracciare il quadro di una persona che sarebbe potuta essere chiunque, 1 E. LVINAS, Alcune riflessioni sulla filosofia dell hitlerismo, (Introduzione di G. Agamben) Quodlibet, Macerata 1997. 2 H. ARENDT, La banalit del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, 2001 [ed. orig. 1963]. 4
  • 5. chiunque poteva essere Eichmann, sarebbe bastato essere senza idee come lui. Durante una delle sedute, Eichmann afferm嘆 con gran foga di aver sempre vissuto secondo i principi delletica kantiana e in particolare conformemente alla definizione kantiana del dovere che lui interpretava ad uso privato della povera gente. In questa versione tutto ci嘆 che restava dello spirito kantiano, era che luomo deve fare qualcosa di pi湛 che obbedire alla legge, deve andare al di l della semplice obbedienza e identificare la propria volont col principio che sta dietro la legge cio竪, la fonte da cui la legge 竪 scaturita. Questa lontananza dalla vera realt e la mancanza di idee sono il presupposto fondamentale del regime totalitario, il quale tende ad allontanare luomo dalla vera realt sostituendone una sua, rendendolo meno di un ingranaggio in una macchina. Normalmente le violazioni della legge sotto la difesa della ragion di stato sono giustificabili perch辿 proprio in quanto azioni di stato sono misure eccezionali, violazioni commesse per salvaguardare lesistenza dello stesso quando viene minacciato. Ma in un sistema come quello nazista le cose sono esattamente al contrario, il crimine 竪 labitudine. Ma come si pu嘆 distinguere il crimine quando si vive nel crimine? Quando ci si trovi di fronte a un massacro organizzato da uno stato? Era questo che il processo ad Adolf Eichmann avrebbe dovuto spiegare secondo la Arendt.L a scrittrice afferma inoltre che il male non 竪 mai radicale, ma soltanto estremo, e che non possiede n辿 la profondit n辿 una dimensione demoniaca. Esso pu嘆 invadere e devastare tutto il mondo perch辿 cresce in superficie come un fungo. Esso sfida il pensiero, perch辿 il pensiero cerca di raggiungere la profondit, e di arrivare in basso sino alle radici, ma nel momento in cui cerca il male, 竪 frustrato perch辿 non trova nulla. Questa 竪 la sua "banalit"... solo il bene ha profondit e pu嘆 essere integrale. Il male non pu嘆 mai essere riconosciuto a priori, ci嘆 che per noi 竪 male 竪 quello che non accade mai o accade rare volte, ma quello vero, quello banale, 竪 quello che, scambiandolo per il bene, compiamo quotidianamente. La moralit, purtroppo, non 竪 soggettiva, ma dipende dal periodo storico dalla religione dal luogo in cui ci troviamo e quindi il male viene riconosciuto a posteriori e viene determinato dalla nuova moralit che si 竪 instaurata. 3. ancora possibile credere dopo Auschwitz? Come giustificare Dio di fronte al problema del male? Gi gli Epicurei, in polemica con gli Stoici, ponendosi il problema dellorigine del male e dellesistenza di Dio, erano propensi a negare questultimo, in quanto responsabile della presenza del male nel mondo. Il male che si 竪 consumato ad Auschwitz riapre con terribile attualit il problema classico della teodicea: Auschwitz configura un male radicale, un odio profondo della libert contro se stessa. Auschwitz costituisce lirrapresentabile incarnazione del male radicale nella storia. Con ci嘆 tornano paradossalmente a rincontrarsi quei termini che costituiscono il nocciolo della teodicea: il male nel 5
  • 6. mondo, la cui problematica Auschwitz ripropone con nuova forza e la presenza di Dio al mondo, una presenza questa segnata da un profondo silenzio. Auschwitz costituisce cos狸 una provocazione ineludibile a parlare di Dio. Nel testo La notte, Elie Wiesel narra che una sera, tornando dal lavoro, i prigionieri del campo di concentramento furono portati davanti a tre forche per assistere allimpiccagione di tre condannati; si trattava di due adulti presso i quali erano state scoperte delle armi e di un bambino che, pur sapendolo, non aveva tradito nonostante le torture. Mentre i primi morirono subito, il bambino il pipel, come erano chiamati i ragazzini agonizz嘆 per pi湛 di mezzora. Wiesel scrive che in quel momento era l e sent狸 dietro di s辿 束il solito uomo domandare: Dov竪 dunque Dio? E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: dov竪? Eccolo: 竪 appeso l狸, a quella forca損 3. Nello stesso testo, Wiesel scrive: 束Mai dimenticher嘆 quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticher嘆 quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volo del deserto損. Sono parole che evidenziano il senso di distruzione che Auschwitz ha determinato nelle coscienze di coloro che lhanno vissuto: si insinua il dubbio circa la possibilit di credere ancora in Dio, poich辿, se Dio esiste davvero ed 竪, come tutte le religioni predicano, "immensamente buono", non avrebbe potuto permettere Auschwitz, il pi湛 atroce tra tutti gli stermini che la storia abbia conosciuto. Il silenzio di Dio permette la tragedia degli uomini e offusca la fede. Dio 竪 morto ad Auschwitz, perch辿 se Dio si mantiene Egli Signore della storia resta direttamente o indirettamente legato ad Auschwitz. Cos狸 la Shoah costituisce lirrappresentabile incarnazione del male nella storia ed 竪 come se Dio fosse stato ucciso dalla grandezza di questo male. Richard Rubenstein nel suo testo After Auschwitz (Indianapolis, 1966), configura quindi il tempo dopo Auschwotz come il tempo in cui dobbiamo vivere senza Dio, perch辿 solo cos狸 竪 possibile conservare la non-necessit e linsensatezza dei campi di sterminio. Una delle conclusioni a cui Rubenstein giunge 竪 che 束lescatologia 竪 una malattia con la quale luomo dissimula a se stesso il volto tragico e in definitiva disperato del suo fato. C竪 solo un messia che ci redime dallironia, dal lavoro e dalle angustie dellesistenza umana. Egli verr sicuramente. Ma egli 竪 lAngelo della Morte. La morte 竪 il solo vero messia e la terra dei morti 竪 il luogo del vero regno di Dio. Solo nella morte noi siamo redenti dalle vicissitudini dellesistenza umana損. Non tutti, in realt, sono per嘆 disposti a rimettere in discussione Dio a causa di Auschwitz. La fede nel Dio di Israele deve sorreggere il credente nella gioia come nel pianto. Nulla pu嘆 attentare a tale fede. Dio non 竪 toccato dagli eventi storici. Come dice Kierkegaard, e cos狸 vive il fedele ebreo, avere fede significa credere malgrado ogni evento esterno. Nellalternativa tra Dio e la realt 竪 Dio ad avere la meglio. Luomo non pu嘆 e non ha la capacit di comprendere le vie misteriose del Signore: a Dio compete lambito della fede, alluomo quelle della storia. Tra Dio e luomo c竪 un mistero incolmabile: il Dio trascendente rimane sempre nella trascendenza. 3 E. WIESEL, La notte, Parigi 1958. 6
  • 7. Eppure Auschwitz giunge ad intaccare questa dimensione di assoluta trascendenza. Ad Auschwitz 竪 la realt la realt di morte e di distruzione che costringe Dio a lasciare lisolamento ed ogni possibile arroccamento nel mistero. Del resto, gi in passato Dio non ha disdegnato di rivolgersi al suo popolo (ad esempio con i profeti), Dio non si 竪 chiuso nel mistero. Ma se Dio e fede restano immutati dopo Auschwitz, allora le vittime della Shoah non vengono prese seriamente. Ecco perch辿 sfida e protesta nei confronti di Dio possono farsi radicali e giungere persino al suo rifiuto: di fronte ad Auschwitz non esiste alcun Dio che veglia sugli uomini, siano essi criminali o santi. E se anche un tale Dio esistesse, egli andrebbe rigettato, dato che, per raggiungere i suoi scopi la suprema armonia, il bene della creazione o qualunque altro telos ha permesso che la distruzione avesse luogo. Lunico vero credente 竪 colui che rinnega Dio: lateo. Un precedente letterario per tale risposta si ha con Dostoevskij, ne I fratelli Karamazov. la rappresentazione dellateismo di ribellione, che si manifesta quando Ivan Karamazov, parlando della sofferenza dei bambini con il fratello Alj嘆sa, esclama: 束Rifiuto assolutamente la suprema armonia. Essa non vale una lacrima anche sola di quella bambina martoriata che si batteva il petto col suo piccolo pugno, e pregava il buon Dio nel suo fetido stambugio versando le sue lacrime invendicate損 4. stato notato, tuttavia, come per嘆 la risposta di Ivan Karamazov affronti il problema del confronto con Dio solo a livello emotivo, senza tenere conto della complessit della realt e delle situazioni intermedie che essa presenta. La realt di dolore e sofferenza che il mondo manifesta, agisce contro Dio e conduce Ivan alla rivolta. Perci嘆, malgrado le apparenze, la proposta rimane religiosa, in quanto Dio non viene scalzato dal suo trono: si tratta di un ateismo di ribellione, che si colloca ancora allinterno dellorizzonte di fede. La tragedia di Ivan consiste nel fatto che Dio e male non sono in alternativa; vanno affrontati insieme, fatti giocare uno contro laltro, in modo che non uno dei due principi venga escluso, ma che entrambi acquistino maggior valenza ontologica. La rivolta assoluta, dopo Auschwitz, 竪 affascinante, tentante, cos狸 come sembra esserlo la posizione di Ivan, ma non 竪 efficace. In un discorso tenuto nel 1970 (Talking and Writing and Keeping Silence), Elie Wiesel esprime forti critiche ad ogni tentativo di risolvere il problema del rapporto tra Dio e Auschwitz attraverso la mera negazione di uno dei due termini della relazione, nello specifico Dio. Per Wiesel si tratta di tenere assieme la 束necessit di credere損 e l束impossibilit a credere損; queste le indicazioni contraddittorie che Wiesel d. Autori come Rubenstein, invece, abbiamo visto, compiono precisamente la mossa che Wiesel vieta di compiere: si nega che Dio sia presente alla storia, il che equivale a negare il Dio dellebraismo tout court. Rubenstein, inoltre, negando Dio come portatore di senso al mondo, attenua la scandalosit del male di Auschwitz. S狸, perch辿 in un universo ontologicamente privo di senso, il non-senso di Auschwitz 竪 normale, rientra nella situazione delluniverso. Se lo stato ontologico del reale 竪 quello del non-senso, il dolore, la sofferenza, Auschwitz diventano norma, non leccezione e lo scandalo. Il 4 F. DOSTOEVSKIJ, I fratelli Karamazov, tr.it. da. Polledro, Milano, Garzanti, 1974, pp 261. 7
  • 8. male viene cos狸 ad essere attenuato e minimizzato. Affermare il male come non-senso 竪 possibile solo se si afferma contemporaneamente il bene (Dio) come senso, pena lo scadere del non-senso a banalit. Senso e non-senso, bene e male possono essere affermati soltanto insieme, come due termini inseparabili di un dilemma insolvibile. Il filosofo Luigi Pareyson scrive che 束non c竪 indizio pi湛 sicuro della divinit che la realt stessa del male []. Il male 竪 impensabile senza Dio []. Non 竪 difficile riconoscere che se non ci fosse Dio il male non sarebbe, e che la stessa esistenza del male attesta la presenza di Dio, di un Dio offeso e irato e di un Dio sofferente e redentore損 (L. PAREYSON, La filosofia di fronte al male, 1988). La scelta che si impone 竪 dunque quella tra affermazione del male e Dio, o cancellazione tanto del male quanto di Dio. Rubenstein si illude di poter affermare il male negando la positivit di Dio; non si accorge che cos狸 facendo finisce invece facile preda di un nichilismo ateo, consolatorio e confortevole, che nega sia il male che Dio. Cos狸 anche Auschwitz viene spazzato via, ma questo non 竪 certo quello che Rubenstein desidera. Se Dio non 竪 il criterio di giustizia assoluto, Auschwitz non ne 竪 la violazione; esso 竪 solo uno tra i tanti casi di dolore che hanno luogo nella realt. La condanna etica al male di Auschwitz perde cos狸 molto del suo spessore ontologico. Se di fronte allo scandalo del male affrontiamo il problema della teodicea propendendo per la soluzione della morte di Dio, noi, cos狸 facendo, riduciamo e annulliamo la potenza ontologica del male; questa, infatti, dimostra la sua grandiosit solo sullo sfondo del bene. La stessa condanna etica del male diviene insostenibile, in quanto non esiste pi湛 una realt assoluta (prima costituita da Dio) di cui il male risulti essere la violazione. Cos狸, il male perde definitivamente ogni carattere di scandalo. Ecco perch辿 negare Dio a motivo di Auschwitz significa tradire Auschwitz; cos狸 come del resto 竪 un tradimento di Auschwitz anche il continuare a credere in maniera immutata nella stessa immagine di Dio. Si tratter, allora, di mantenere la fede in Dio, ma in una maniera nuova: questa diviene lunica fedelt possibile, a Dio e alle vittime. Secondo Paolo De Benedetti, siamo di fronte allineffabilit di Dio di cui dopo Auschwitz siamo costretti a occuparci credendo o tentando di credere o litigando con lui o compatendolo. Non possiamo dire cose certe di lui, infatti, se parlassimo con troppa sicurezza di Dio rischieremmo di essere presi per mentitori. Davanti al suo silenzio ci rimane il forse, che non vuol dire: forse Dio non c竪, forse Dio c竪. Vuol dire invece: forse ho capito perch辿 tace, forse non lho capito, forse fa bene a tacere, forse fa male. Questo forse ci viene anche dallimpossibilit di capire pienamente quello che vogliono dire a noi le vittime; probabilmente vogliono soltanto essere vive nella nostra memoria, dal momento che non sono state vive nella vita 5. 4. Il concetto di Dio dopo Auschwitz Sulla base del percorso realizzato, abbiamo visto come la soluzione della morte di Dio, o della sua sostituzione con un Santo Nulla, minimizza il male, lo attenua 5 Cfr. P. DE BENEDETTI, Quale Dio? Una domanda dalla storia, Morcelliana, Brescia 1997 pp. 61-62. 8
  • 9. ignorandone gli aspetti fondamentali di rottura e interruzione, scandalo e ribellione. necessario pensare ad un Dio vivo, agente nella storia, perch辿 il male mantenga tutto il suo senso morale e metafisico. Daltra parte per嘆 il male di Auschwitz mette in crisi ogni tradizionale spiegazione del rapporto Dio-male. Non sembra cos狸 possibile uscire dal circolo, per cui 竪 necessaria la presenza di Dio perch辿 il male abbia senso, ma lesistenza del male, considerata nella sua gravit, pone in crisi ogni tentativo di spiegazione del rapporto tra Dio e il male. Ecco perch辿 alcuni autori hanno tentato di orientarsi verso una nuova idea di Dio: unidea che muovendo dalla crisi dellonnipotenza divina faccia leva sulla sua debolezza, permettendo cos狸 dalla debolezza di Dio di conquistare la responsabilit delluomo. Tra questi autori 竪 Hans Jonas. Lopera di Hans Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz, analizza la problematica secondo una prospettiva religiosa, pi湛 particolarmente secondo quella ebraica. Il filosofo si concentra soprattutto sul dolore delle vittime e sullassurdit delle loro morti, prima di parlare di razionalit e giustificazioni storiche o filosofiche; scrive infatti che 束Coloro che vi morirono, furono innanzitutto privati della loro umanit in uno stato di estrema umiliazione e indigenza; nessun barlume di dignit umana fu lasciato a chi era destinato alla soluzione finale損 6. LAutore intende sottolineare cos狸 limpossibilit di considerare Auschwitz come una persecuzione religiosa, ma linevitabilit di concepirlo come pura e semplice fabbrica di morte. Per lEbreo, che vede nel mondo, a differenza del Cristiano, il luogo della creazione e vede Dio come il signore della storia, 竪 inevitabile quindi una rimessa in discussione del concetto di Dio dopo Auschwitz. Jonas avvia il suo vero e proprio saggio di teodicea criticando la teologia tradizionale ebraica e non, e discutendo quindi degli attributi di Dio. Bont assoluta, onnipotenza e comprensibilit secondo lui non possono coesistere, in quanto laffermazione di due di questi esclude categoricamente la terza. Parte cos狸 dal presupposto che lonnipotenza sia assurda in se stessa dicendo che 束la potenza assoluta non ha , nella sua solitudine, nessun oggetto su cui poter agire. Ma come potenza priva di oggetto, 竪 potenza priva di potenza, potenza che nega se stessa損. Quindi Jonas, rifiutando la possibilit di motivare la disumanit di Auschwitz con laffermazione del principio manicheo della coesistenza di due principi (bene e male) che escluderebbero il monoteismo, afferma limpotenza di Dio. Secondo Jonas questa pu嘆 essere considerata quasi come unimpotenza dovuta ad una scelta consapevole, in quanto Dio 束dopo aver rinunciato con la creazione ad essere tutto in tutti損, ha limitato volontariamente la propria onnipotenza cos狸 che si pu嘆 considerare la creazione come 束atto di assoluta sovranit, con cui la divinit ha consentito a non esser pi湛, per lungo tempo assoluta損. Jonas riprende questa visione dalla teoria di Luria dello Tzimtzum, non limitandosi per嘆 ad un imitazione passiva, ma volendola superare affermando qualcosa in pi湛 rispetto alla concezione di Dio che al momento della creazione si ritira in se stesso e si autolimita. 6 H. JONAS, Il concetto di Dio dopo Auschwitz. Una voce ebraica, Edizione originale 1987, Traduzione di Carlo Angelino, Edizione Il Melangolo 1993. 9
  • 10. Jonas dopo tali ragionamenti si pone anche di fronte al problema della giustificabilit di Dio di fronte al male di Auschwitz; egli ci dice che Dio nel momento in cui si scaten嘆 la furia di Auschwitz rest嘆 muto. Ma il filosofo aggiunge che 束non intervenne, non perch辿 non volle, ma perch辿 non fu in condizioni di farlo損, rinunciando cos狸 allidea di un Dio che reagisce con la mano forte e con il braccio teso allontanandosi dalle pi湛 antiche dottrine dellebraismo. Dio, secondo Jonas, non 竪 in grado di reagire, ma questo non significa che Egli si limiti a guardare, in quanto Auschwitz costituisce uninguaribile ferita in Dio,uninsanabile lacerazione e che Egli 竪 solidale e compassionevole nei confronti delluomo dimostrando cos狸 la simpatia con questo. Ci嘆 significa anche spostare lattenzione dalla teodicea allantropodicea, come ci mostra Jonas affermando che 束dopo essersi affidato totalmente al divenire del mondo, Dio non ha pi湛 nulla da dare: ora tocca alluomo dare損. Luomo ha quindi la responsabilit di fare in modo che Dio non si penta di 束aver concesso il divenire al mondo損 e che eviti cos狸 eventi simili a quelli di Auschwitz. Infine, Jonas non rinuncia a darci un barlume di speranza nella tragicit e inesorabilit del male di Auschwitz citando coloro che rischiando le proprie vite, cercarono di proteggere i possibili deportati per farli sfuggire alla cosiddetta soluzione finale, dimostrando cos狸 la non-onnipotenza del male. 10