1. Energetica
G
244 Termotecnica
CARATTERISTICHE DEI COMBUSTIBILI
Combustibili solidi. Le caratteristiche dei combustibili solidi si ottengo-
no sottoponendo all’analisi un campione rappresentativo della composizione media
effettiva del combustibile. Quattro caratteristiche (umidità, sostanze volatili, car-
bonio fisso, ceneri) costituiscono i dati dell’analisi immediata. Un dato importante
derivante dall’analisi è l’umidità. Il legno e la torba presentano valori molto elevati
del contenuto di acqua: dal 50% del legno appena tagliato al 90% della torba umi-
da. Mediante stagionatura all’aria si riesce comunque a essiccare il combustibile.
Le ligniti si distinguono in torbose (con struttura simile alla torba, xiloidi (con
struttura molto simile a quella del legno) e picee (le più prossime al carbon fossile).
I carboni fossili si distinguono in carboni secchi (o carboni subbituminosi) mol-
to ricchi di sostanze volatili, carboni grassi (o carboni bituminosi) con un inferiore
contenuto di sostanze volatili, carboni magri antracitosi e antraciti (semiantra-
cite, antracite e metaantracite) che contengono pochissime sostanze volatili. La
tabella A riporta i valori medi della composizione di alcuni combustibili solidi. Il
contenuto di zolfo di un carbone, per esempio, può anche arrivare al 4%, mentre
nella tabella figurano valori medi attorno all’1%.
Combustibili liquidi. Le principali caratteristiche compaiono nella tabella
B. Gli oli combustibili si possono distinguere in funzione della viscosità cinematica
ν, misurata alla temperatura di 50 ◦
C, in: fluidissimi (ν = < 21,2 mm2
/s), fluidi
(ν = 21,2−37,4 mm2
/s), semifluidi (ν = 37,4−53 mm2
/s), densi (ν > 53 mm2
/s).
La viscosità dei combustibili liquidi è espressa molto spesso in gradi Engler che
rappresentano il rapporto tra il tempo di efflusso di 200 cm3
di olio combustibile
alla temperatura di 50 â—¦
C e il tempo di efflusso della stessa quantità di acqua
distillata alla temperatura di 20 â—¦
C. Si ottiene la velocità cinematica dai gradi
Engler secondo la formula seguente: ν = 10−6
[7,32 ε−(6,31/ε)] dove ν è espressa
in m2
/s e ε è espressa in gradi Engler.
Gli oli combustibili hanno comunemente un contenuto di zolfo piuttosto ele-
vato (fino al 2,5–4% in massa); fa eccezione un particolare tipo indicato come BTZ
(a Basso Tenore di Zolfo), con contenuto di zolfo inferiore all’1% e anche sensi-
bilmente inferiore a 0,1% in massa. Il punto di accensione indicato nella tabella
non deve essere confuso con il punto d’infiammabilità. Quest’ultimo (flash point)
è la minima temperatura in corrispondenza della quale, in determinate condizioni
(vaso chiuso), la quantità di vapori prodotta è sufficiente a formare con l’aria una
miscela inflammabile, in presenza di fiamma, senza che necessariamente la combu-
stione continui. Il punto di accensione, è la temperatura alla quale il vapore viene
prodotto in vaso aperto in quantità tale da instaurare una combustione continua
anche dopo l’allontanamento della fiamma che ne ha provocato l’accensione. La
conoscenza del punto di inflammabilità è importante per la predisposizione di mi-
sure di sicurezza contro il pericolo di incendio durante le operazioni di stoccaggio
e trasporto. Il valore attualmente ammesso non deve essere inferiore a 65 â—¦
C.
Combustibili gassosi. La tabella C riporta le caratteristiche dei principali
combustibili gassosi. Di notevole interesse per le applicazioni è il Gas di Petrolio
Liquefatto (GPL), miscela in proporzioni variabili di propano e butano: sono idro-
carburi gassosi, nelle ordinarie condizioni di pressioni e temperatura, che passano
facilmente allo stato liquido per compressione a temperatura ambiente. Vengono
poi ricondotti facilmente allo stato gassoso per essere utilizzati come combustibili
domestici e industriali.
Luca Galbiati