3. Cinquanta anni fa, gli allevatori
di polli americani scoprirono che
tenendo i
all’interno
volatili chiusi
di capannoni
potevano produrre polli a costi
più bassi e con una manodopera
inferiore rispetto ai metodi
d’allevamento tradizionali.
4. Erano nati gli allevamenti di
tipo industriale.
Non si parla di “allevamenti
industriali” solo perché questi
capannoni assomigliano a
fabbriche.
Il metodo di produzione mira a
trasformare animali vivi in
macchine per convertire le
granaglie in carne e uova, al
minor costo possibile.
5. Il nuovo sistema si diffuse
rapidamente: i polli scomparvero
dai campi per finire in lunghi
capannoni privi di finestre.
7. Il problema più grande
era che gli animali si
ammalavano molto per
via del contagio.A
questo problema si pose
rimedio negli anni 40
con l'invenzione degli
antibiotici
Gli allevatori videro così
che potevano aumentare
la produttività e ridurre i
costi usando la
meccanizzazione e le
tecniche di lavorazione a
catena
8. La nostra società è inondata da immagini che
mostrano animali felici che vivono in fattorie dove
le mucche pascolano su lussureggianti prati....
10. L'evoluzione dell'allevamento industriale
Esso iniziò dopo la scoperta delle vitamine A e D,
negli anni Venti.
Aggiungendo queste vitamine al cibo, si scoprì che
per crescere gli animali non avevano più bisogno di
muoversi e della luce del sole.
Questo permetteva di crescere un gran numero di
animali al chiuso.
11. PERCHÈ GLI ALLEVAMENTI
INDUSTRIALI?
Per soddisfare la crescente
richiesta di prodotti di origine
animale (in particolare carne,
uova e latticini, ilconsumo è
aumentato enormemente)
abbattendone al contempo i
costi, in modo da rendere
questa categoria di prodotti
adatta al consumo di massa.
12. Alcuni elementi comuni alla maggior parte degli
allevamenti intensivi sono i seguenti:
# Gli animali sono trattenuti in spazi più o meno
ristretti, allo scopo di massimizzare l'uso dello spazio
disponibile e semplificare le operazioni di nutrimento
e cura.
# Gli animali sono in gran numero.
# Le condizioni fisiche degli animali, incluso il loro
stato di salute, vengono tenute sotto controllo sia
attraverso misure igieniche che eventualmente per
mezzo di farmaci.
# L'alimentazione degli animali viene ugualmente
controllata in funzione delle caratteristiche (costo,
qualità) del prodotto finale da ricavare.
13. IL PROBLEMA
GLI ALLEVAMENTI INDUSTRIALI SONO OGGETTO DI CRITICHE
SOPRATTUTTO DA PARTE DEGLI AMBIENTALISTI
IN ORDINE A:
A
Benessere degli animali
Igiene e salute
Impatto ambientale
Impatto economico
15. Il 90% dei maiali allevati per
vive confinato.
Molti di noi ignorano che
maiali sono animali socievoli,
affettuosi e intelligenti.
Quando vivono confinati in
piccoli spazi in cui non si
possono muovere, molti di
essi diventano pazzi e
sviluppano comportamenti
aggressivi.
16. SFRUTTAMENTO DI RISORSE
Più della metà dell'acqua usata in Europa è
destinata all'allevamento di animali.
Il settimanale Newsweek ha calcolato che per
produrre soli cinque chili di carne bovina serve
tanta acqua quanta ne consuma una famiglia
media americana in un anno (5 kg di carne non
bastano a coprire il consumo di una settimana,
per la stessa famiglia!).
17. Il 77% dei cereali in Europa è destinato non
al consumo umano, ma ai mangimi per animali.
Su scala mondiale, il 90% della soia e la metà
dei cereali prodotti globalmente sono
destinati a nutrire gli animali anziché gli
esseri umani.
E' stato calcolato che con il solo spreco
degli USA nella trasformazione vegetaleanimale si potrebbe assicurare un pasto
completo al giorno a tutti gli abitanti della
Terra.
18. impatto ambientale:
enormi quantitativi d'acqua consumati per coltivare piante da mangime
eccezionale quantità di gas prodotto dal letame degli animali incide sull'effetto serra
enorme consumo di enegie fossili per produrre mangime
quantità di residui altamente inquinanti sia delle acque che dell'aria
impatto economico
nei paesi poveri vaste aree agricole sono tolte ai contadini dalle multinaizonali
per coltivare piante da mangime
19. RIFLETTIAMO
L'italiano carnivoro medio consuma 105 kg di carne all'anno, questo equivale a
1575 kg di CO2 emessi in un anno, pari al 18% delle emissioni pro capite.
21. Che cosa si può fare? Risposte facili non ce ne sono.
Oltre agli ambientalisti, anche gli
studiosi ci dicono che dobbiamo e
possiamo ridurre la quantità di
carne consumata.
Mangiarne meno.
Scegliere carni, uova e latticini
prodotti con metodi sostenibili.
Da parte dei produttori ricerca
metodi di allevamento meno
dispendiosi di energie e più
rispettosi dell'ambiente.