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Profiling: una breve descrizione
Il profling è uno strumento comportamentale e investigativo che aiuta gli inquirenti a reperire
informazioni su soggetti sconosciuti o parzialmente conosciuti.
Prima di procedere alla descrizione di come si pratica (è molto difficile, non credete che dopo aver
letto quanto segue diventerete dei profiler perché ci vogliono anni di studio e preparazione tecnica)
vorrei accennare ad una tipologia di crimini nei quali il profiling viene praticato ovvero i crimini
sessuali violenti.
Essi hanno origine nella fantasia criminale ovvero nella mente del reo:
1. La mente concepisce un’azione;
2. Quest’azione viene riferita ai sensi;
3. L’individuo considera le possibili conseguenze;
4. L’individuo decide di commettere il crimine;
5. Razionalizza quello che ha fatto.
La fantasia del criminale funge al soggetto sconosciuto da test nel quale egli non corre rischi
personali e da guida in un percorso da seguire durante la commissione di un reato.
Personalmente credo che qualunque tipo di crimine abbia origine come fantasia anche di breve
durata e riguarda tutti. Non per questo siamo tutti criminali per fortuna, ma il processo che porta
alcuni soggetti a commettere crimini della peggiore specie è opportuno che si conosca, non esclude
nessuno; in altre parole nessuno è escluso da questa possibilità.
Come già ricordato all’inizio il profiling è uno strumento investigativo, ma non per questo è
consuetudine; il profiling per poter essere praticato richiede delle caratteristiche che ne giustifichino
il ricorso.
Il profilo è un elenco di tratti caratteristici di un individuo non identificato. Identifica il tipo di
personalità del criminale circoscrivendo le indagini. Un crimine per poter essere sottoposto ad
analisi comportamentale deve rientrare secondo quanto affermato dall’agente dell’FBI Roy
Hazelwood in quanto segue:
1. Essere un crimine violento o potenzialmente tale;
2. Essere un crimine irrisolto;
3. Tutte le piste investigative seguite non hanno prodotto risultati;
ma ci sono anche altre caratteristiche necessarie per poter ricorrere al profiling:
1. Serialità di atti criminali;
2. Atti criminali con o senza identificazione del colpevole o in caso di dubbio sulla reale
colpevolezza dell’arrestato (quest’ultimo caso sarebbe quasi impossibile applicarlo per il
sistema giudiziario italiano);
3. Possibilità di recidivismo.
Ovviamente il profilo non rappresenta l’asso nella manica che conduce alla risoluzione di casi
irrisolti, è necessario ottenere informazioni prima di procedere alla sua elaborazione.

Esercizio dell’attività di profiling
il profiler deve essere in grado di separare i sentimenti personali riguardanti il crimine, il criminale
e la vittima; per questo la professione di profiler non è adatta a chiunque. Il lavoro si basa oltre che
sullo studio e l’acquisizione delle informazioni sul materiale raccolto su un caso specifico, anche su
logica analitica e pazienza. Si deve studiare il caso in dettaglio e disporre sistematicamente gli
elementi comportamentali man mano che si individuano per poter giungere alla costruzione del
profilo. Infine il profiler deve osservare il crimine dalla prospettiva del reo, dato che ciò che ha
compiuto ha senso soltanto per lui.

Come funziona
L’attività di profiling inizia con l’analisi della scena del crimine dalla quale si possono individuare
elementi e caratteristiche sul criminale che verranno forniti nel profilo. Già questo è sufficiente per
comprendere come il profiling non è solo un esame sulla persona ma coinvolge un’attività
investigativa più ampia.
Sono tre gli elementi sui quali i profiler nel corso delle loro indagini concentrano la loro attenzione:
1. Vittimologia;
2. Modus operandi;
3. Firma;
su come si crea un profilo non ci sono delle fasi numericamente e ordinatamente prestabilite,
l’esperienza pratica di Hazelwood ci porta ad individuarne quattro:
1. Individuazione dei comportamenti significativi che sono stati posti in essere;
2. Formarsi un’opinione su ciò che li causati;
3. Ricostruire la sequenza degli eventi;
4. Stabilire quale tipo di individuo può aver commesso quel crimine, in quale modo e
soprattutto il perché.

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  • 1. Profiling: una breve descrizione Il profling è uno strumento comportamentale e investigativo che aiuta gli inquirenti a reperire informazioni su soggetti sconosciuti o parzialmente conosciuti. Prima di procedere alla descrizione di come si pratica (è molto difficile, non credete che dopo aver letto quanto segue diventerete dei profiler perché ci vogliono anni di studio e preparazione tecnica) vorrei accennare ad una tipologia di crimini nei quali il profiling viene praticato ovvero i crimini sessuali violenti. Essi hanno origine nella fantasia criminale ovvero nella mente del reo: 1. La mente concepisce un’azione; 2. Quest’azione viene riferita ai sensi; 3. L’individuo considera le possibili conseguenze; 4. L’individuo decide di commettere il crimine; 5. Razionalizza quello che ha fatto. La fantasia del criminale funge al soggetto sconosciuto da test nel quale egli non corre rischi personali e da guida in un percorso da seguire durante la commissione di un reato. Personalmente credo che qualunque tipo di crimine abbia origine come fantasia anche di breve durata e riguarda tutti. Non per questo siamo tutti criminali per fortuna, ma il processo che porta alcuni soggetti a commettere crimini della peggiore specie è opportuno che si conosca, non esclude nessuno; in altre parole nessuno è escluso da questa possibilità. Come già ricordato all’inizio il profiling è uno strumento investigativo, ma non per questo è consuetudine; il profiling per poter essere praticato richiede delle caratteristiche che ne giustifichino il ricorso. Il profilo è un elenco di tratti caratteristici di un individuo non identificato. Identifica il tipo di personalità del criminale circoscrivendo le indagini. Un crimine per poter essere sottoposto ad analisi comportamentale deve rientrare secondo quanto affermato dall’agente dell’FBI Roy Hazelwood in quanto segue: 1. Essere un crimine violento o potenzialmente tale; 2. Essere un crimine irrisolto; 3. Tutte le piste investigative seguite non hanno prodotto risultati; ma ci sono anche altre caratteristiche necessarie per poter ricorrere al profiling: 1. Serialità di atti criminali;
  • 2. 2. Atti criminali con o senza identificazione del colpevole o in caso di dubbio sulla reale colpevolezza dell’arrestato (quest’ultimo caso sarebbe quasi impossibile applicarlo per il sistema giudiziario italiano); 3. Possibilità di recidivismo. Ovviamente il profilo non rappresenta l’asso nella manica che conduce alla risoluzione di casi irrisolti, è necessario ottenere informazioni prima di procedere alla sua elaborazione. Esercizio dell’attività di profiling il profiler deve essere in grado di separare i sentimenti personali riguardanti il crimine, il criminale e la vittima; per questo la professione di profiler non è adatta a chiunque. Il lavoro si basa oltre che sullo studio e l’acquisizione delle informazioni sul materiale raccolto su un caso specifico, anche su logica analitica e pazienza. Si deve studiare il caso in dettaglio e disporre sistematicamente gli elementi comportamentali man mano che si individuano per poter giungere alla costruzione del profilo. Infine il profiler deve osservare il crimine dalla prospettiva del reo, dato che ciò che ha compiuto ha senso soltanto per lui. Come funziona L’attività di profiling inizia con l’analisi della scena del crimine dalla quale si possono individuare elementi e caratteristiche sul criminale che verranno forniti nel profilo. Già questo è sufficiente per comprendere come il profiling non è solo un esame sulla persona ma coinvolge un’attività investigativa più ampia. Sono tre gli elementi sui quali i profiler nel corso delle loro indagini concentrano la loro attenzione: 1. Vittimologia; 2. Modus operandi; 3. Firma; su come si crea un profilo non ci sono delle fasi numericamente e ordinatamente prestabilite, l’esperienza pratica di Hazelwood ci porta ad individuarne quattro: 1. Individuazione dei comportamenti significativi che sono stati posti in essere; 2. Formarsi un’opinione su ciò che li causati; 3. Ricostruire la sequenza degli eventi; 4. Stabilire quale tipo di individuo può aver commesso quel crimine, in quale modo e soprattutto il perché.