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Meeting UniFERPI Catania, 17 aprile 2008. Autore slides: Paolo Antonio Pappalardo Fonte: “35 Anni di Pubblicità Progresso. Per Sempre Presente”, Ed. Moruzzi’s Group, Bologna. http://uniferpi.wordpress.com http://paolopappalardo.wordpress.com
Storia 1971. Dilagava la piaga del mercato nero del sangue. Alcuni lungimiranti comunicatori provarono a realizzare una campagna di comunicazione per invitare i cittadini alla donazione. 1972. Il mercato del sangue si estinse. L’iniziativa aveva funzionato. I suoi ideatori decisero di associarsi per realizzare una campagna sociale ogni anno. Nacque Pubblicità Progresso.
Principio di sussidiarietà. Grandi professionisti della comunicazione a disposizione della collettività, per realizzare ciò che la mano pubblica non sa o non è in grado di fare altrettanto bene.
Finalità. Informare Prevenire Promuovere   comportamenti virtuosi da parte dei cittadini su tematiche di grande importanza per la convivenza sociale. Rendere  professionale  un’attività che non può rasentare il dilettantismo perchè spesso è svolta a titolo gratuito.
Altri possibili scopi. FUND RAISING.  Raccolta Fondi. PEOPLE RAISING.  Ricerca di nuovi volontari
Traguardi raggiunti. Negli anni 70 ha dato vita alla comunicazione sociale, un ambito della comunicazione fino ad allora sconosciuto. Nel 2005 diventa una  Fondazione . Oggi è nel vocabolario quotidiano degli italiani come sinonimo di pubblicità sociale.
L’effetto. Presa di coscienza sul valore della comunicazione da parte di enti e istituzioni, che ne hanno fatto un loro strumento operativo. Dimostrazione dell’efficacia di un’azione pubblicitaria per temi sociali. Valorizzazione della pubblicità italiana e dei suoi operatori. Aumento delle azioni di CRM (Cause Related Marketing) promosse dalle aziende.
Cause Related Marketing Nel 1987 Dash fu il primo marchio commerciale a proporre agli italiani un progetto di Cause Related Marketing, riscuotendo un successo superiore alle attese: i mattoncini della solidarietà per la realizzazione di un villaggio per ragazzi in Kenia colpirono al cuore gli italiani, che appoggiarono in pieno l’iniziativa.   Fonte: mymarketing.net Approfondimenti Vedi anche CSR o RSI
Scelta del tema. Vasto richiamo (scala nazionale). Non commerciale né a vantaggio di interessi di specifici soggetti (partiti, confessioni religiose, ecc). Approvato dal CDA della Fondazione. Proposto anche da altre entità (cittadini compresi). Ripreso in maniera più incisiva se necessario.
Progettazione e realizzazione. FASE 1.  Le associazioni professionali scelgono un’agenzia pubblicitaria, un’agenzia di RP, una casa di produzione audiovisiva, un istituto di ricerche e un centro media tra quelli che si sono segnalati volontariamente. Questi lavorano in team al fine di realizzare una vera e propria  comunicazione integrata .
Progettazione e realizzazione. FASE 2.  L’associazione degli utenti* provvede al reperimento dei contributi per la copertura delle spese minime necessarie. * UPA (Utenti Pubblicità Associati) organismo che rappresenta e tutela gli interessi delle aziende che investono in pubblicità. Insieme ad organizzazioni professionali, imprese e altre associazioni, fa parte dei soci promotori di Pubblicità Progresso.
Progettazione e realizzazione. FASE 3.  Vengono svolti dei pre-test di verifica sulla proposta creativa realizzata dall’agenzia Pubblicitaria. FASE 4.  La campagna viene diffusa tramite il coordinamento del centro media ed appare sui diversi canali del tutto gratuitamente. All’inizio della campagna l’agenzia di Relazioni Pubbliche convoca una conferenza stampa per darle maggiore risonanza e sollecita le redazioni a trattare il tema sociale affrontato.
Call on action. La “chiamata all’azione” è un elemento fondamentale di ogni campagna di comunicazione sociale. Il target può essere stimolato dalla presentazione di una Situazione negativa.  Ad esempio quando avvisiamo sui rischi di malattie infettive se si lasciano in giro i rifiuti. Situazione positiva.  Ad esempio quando mostriamo un bambino felice di aver “adottato un nonno”.
Progettazione e realizzazione. FASE 5.  Alla fine della campagna viene realizzato un annuncio sulla stampa per ringraziare coloro che, disinteressatamente, hanno collaborato: professionisti, organizzazioni, imprese. FASE 6.  Vengono fatte delle ricerche di mercato per misurare la comprensione, il ricordo e il gradimento del messaggio.
<<Una iniziativa unica al mondo>>. (Philip Kotler)

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Pubblicità Progresso e Comunicazione Sociale

  • 1. Meeting UniFERPI Catania, 17 aprile 2008. Autore slides: Paolo Antonio Pappalardo Fonte: “35 Anni di Pubblicità Progresso. Per Sempre Presente”, Ed. Moruzzi’s Group, Bologna. http://uniferpi.wordpress.com http://paolopappalardo.wordpress.com
  • 2. Storia 1971. Dilagava la piaga del mercato nero del sangue. Alcuni lungimiranti comunicatori provarono a realizzare una campagna di comunicazione per invitare i cittadini alla donazione. 1972. Il mercato del sangue si estinse. L’iniziativa aveva funzionato. I suoi ideatori decisero di associarsi per realizzare una campagna sociale ogni anno. Nacque Pubblicità Progresso.
  • 3. Principio di sussidiarietà. Grandi professionisti della comunicazione a disposizione della collettività, per realizzare ciò che la mano pubblica non sa o non è in grado di fare altrettanto bene.
  • 4. Finalità. Informare Prevenire Promuovere comportamenti virtuosi da parte dei cittadini su tematiche di grande importanza per la convivenza sociale. Rendere professionale un’attività che non può rasentare il dilettantismo perchè spesso è svolta a titolo gratuito.
  • 5. Altri possibili scopi. FUND RAISING. Raccolta Fondi. PEOPLE RAISING. Ricerca di nuovi volontari
  • 6. Traguardi raggiunti. Negli anni 70 ha dato vita alla comunicazione sociale, un ambito della comunicazione fino ad allora sconosciuto. Nel 2005 diventa una Fondazione . Oggi è nel vocabolario quotidiano degli italiani come sinonimo di pubblicità sociale.
  • 7. L’effetto. Presa di coscienza sul valore della comunicazione da parte di enti e istituzioni, che ne hanno fatto un loro strumento operativo. Dimostrazione dell’efficacia di un’azione pubblicitaria per temi sociali. Valorizzazione della pubblicità italiana e dei suoi operatori. Aumento delle azioni di CRM (Cause Related Marketing) promosse dalle aziende.
  • 8. Cause Related Marketing Nel 1987 Dash fu il primo marchio commerciale a proporre agli italiani un progetto di Cause Related Marketing, riscuotendo un successo superiore alle attese: i mattoncini della solidarietà per la realizzazione di un villaggio per ragazzi in Kenia colpirono al cuore gli italiani, che appoggiarono in pieno l’iniziativa. Fonte: mymarketing.net Approfondimenti Vedi anche CSR o RSI
  • 9. Scelta del tema. Vasto richiamo (scala nazionale). Non commerciale né a vantaggio di interessi di specifici soggetti (partiti, confessioni religiose, ecc). Approvato dal CDA della Fondazione. Proposto anche da altre entità (cittadini compresi). Ripreso in maniera più incisiva se necessario.
  • 10. Progettazione e realizzazione. FASE 1. Le associazioni professionali scelgono un’agenzia pubblicitaria, un’agenzia di RP, una casa di produzione audiovisiva, un istituto di ricerche e un centro media tra quelli che si sono segnalati volontariamente. Questi lavorano in team al fine di realizzare una vera e propria comunicazione integrata .
  • 11. Progettazione e realizzazione. FASE 2. L’associazione degli utenti* provvede al reperimento dei contributi per la copertura delle spese minime necessarie. * UPA (Utenti Pubblicità Associati) organismo che rappresenta e tutela gli interessi delle aziende che investono in pubblicità. Insieme ad organizzazioni professionali, imprese e altre associazioni, fa parte dei soci promotori di Pubblicità Progresso.
  • 12. Progettazione e realizzazione. FASE 3. Vengono svolti dei pre-test di verifica sulla proposta creativa realizzata dall’agenzia Pubblicitaria. FASE 4. La campagna viene diffusa tramite il coordinamento del centro media ed appare sui diversi canali del tutto gratuitamente. All’inizio della campagna l’agenzia di Relazioni Pubbliche convoca una conferenza stampa per darle maggiore risonanza e sollecita le redazioni a trattare il tema sociale affrontato.
  • 13. Call on action. La “chiamata all’azione” è un elemento fondamentale di ogni campagna di comunicazione sociale. Il target può essere stimolato dalla presentazione di una Situazione negativa. Ad esempio quando avvisiamo sui rischi di malattie infettive se si lasciano in giro i rifiuti. Situazione positiva. Ad esempio quando mostriamo un bambino felice di aver “adottato un nonno”.
  • 14. Progettazione e realizzazione. FASE 5. Alla fine della campagna viene realizzato un annuncio sulla stampa per ringraziare coloro che, disinteressatamente, hanno collaborato: professionisti, organizzazioni, imprese. FASE 6. Vengono fatte delle ricerche di mercato per misurare la comprensione, il ricordo e il gradimento del messaggio.
  • 15. <<Una iniziativa unica al mondo>>. (Philip Kotler)