Principi e tecniche di base per selezionare i contenuti e strutturarli in modo da coinvolgere chi hai di fronte e mantenere viva l'attenzione.
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Public Speaking - I° Parte: come selezione e strutturare uno speech
1. Dott.ssa Giorgia Pizzuti
“Non importa quanto grande sia
l’idea che proponi se alla fine della
presentazione nessuno ricorda ciò
che hai detto” (G.Berns)
2. Qual è l’ultima cosa che hai comprato?
In una scala da 0 a 10 su due dimensioni di “emozione” e
“ragione”, dove disporresti il tuo acquisto?
3. Secondo le neuroscienze il
comportamento di acquisto, come
qualsiasi processo decisionale,
non è mai puramente logico-razionale
bensì cognitivo-emotivo.
95%
INC
12. EMOZIONA
“Le persone dimenticheranno ciò che gli hai detto
ma non come li hai fatti sentire” (M. Angelou)
Quando il cervello rileva uno
stimolo emotivo l’amigdala
si attiva. Dialogando con
l’ippocampo ne facilita la
memorizzazione.
E’ come se mettesse un
post-it che dice al cervello:
ricordatelo!
13. «Il cervello è neurologicamente strutturato
per individuare stimoli nuovi».
INNOVA
Le“novità” attivano
automaticamente il sistema
limbico ed una sorta
di “save button”.
Qualsiasi elemento insolito,
idea, prospettiva, modo di
presentare nuovo, stimola
l’apprendimento.
14. “Non importa quanto grande sia l’idea che proponi se alla fine della
presentazione nessuno ricorda ciò che hai detto” (G.Berns)
SINTETIZZA
La memoria di lavoro può
gestire
contemporaneamente solo
7 (+/-2) bit di informazioni
Sovraccaricare il cervello
con tante informazioni
significa annoiare chi ci
ascolta. Less is more…
15. MADE TO STICK (C. & D. Heath)
Come far presa con un’idea?
SEMPLICE INASPETTATA CONCRETA
EMOZIONANTE CREDIBILE «RACCONTATA»
17. Ma se non scegli come
emozionare, l’altro si
concentra su ciò che vuole
o peggio si annoia
…Quante volte ci capita
da uditori?!
“Sono pagato per
fare presentazioni
professionali, non
per emozionare!”
18. Parlare al cervello emotivo significa
facilitare il coinvolgimento
dell’audience
TECNICHE PER PARLARE AL
CERVELLO EMOTIVO
19. Nelle presentazioni, come nella vendita, non iniziare
mai con il “cosa”: cosa vi presento, chi sono, quali sono
le caratteristiche del prodotto.
RULE # 1 START WITH THE WHY (S.Sinek)
20. WHY
HOW
WHAT
Nelle presentazioni – «vendita» di sé - non iniziare mai
con il “cosa”: cosa vi presento, chi sono, quali sono le
mie esperienze professionali, formative.
• BISOGNI
• VALORI
21. Come nel migliore Storytelling, è
parlando di bisogni, valori, emozioni che
tutti condividiamo come esseri umani
che facilitiamo il coinvolgimento,
l’immedesimazione di chi ci ascolta…
23. o «Perché» sto facendo questa presentazione? Perché è
importante per me? Quale è il «mio motivo»?
o Quali emozioni voglio evocare in chi mi ascolta?
o Quali bisogni soddisfare?
o A quali valori faccio riferimento implicitamente?
24. LA TECNICA DEI
CINQUE PERCHE’
Dopo esservi chiesti
cinque volte «perché»,
la ragione vera
emerge sempre.
«Chi ha un perché
abbastanza forte può
superare qualsiasi come»
(F. Nietzsche)
25. 1. MIGLIORARE UNA SITUAZIONE
2. REALIZZARE QUALCOSA DI NUOVO/UTILE
3. SODDISFARE UN DESIDERIO/MOTIVAZIONE
Perché questa
presentazione: quali
emozioni voglio evocare in
chi mi ascolta?
Quali bisogni soddisfare?
26. Quali dubbi, perplessità sull’efficacia
e praticabilità di questa strategia?
Sul fatto che sia applicabile anche
alle vostre presentazioni
professionali?
27. “Ma quanto tempo ci vuole per fare tutto questo?
Io non ce l’ho! Devo lavorare…”
28. RULE # 2 – THREE IS THE PERFECT NUMBER
Individua tre messaggi chiave a sostegno e coerenti con il tuo why
attorno ai quali sviluppare il tuo discorso.
32. Ti è chiara la
differenza
tra «messaggio» e
«contenuto» ossia
informazione”?
33. Il messaggio parla al cervello emotivo.
Il contenuto alla neocorteccia.
Chi riceve un messaggio spesso non ne è consapevole.
Chi riceve un contenuto (una frase) lo è sempre.
Contenuti diversi possono ripetere uno stesso messaggio.
Stessi contenuti possono veicolare messaggi diversi.
DISTINZIONE «MESSAGGIO» E
«CONTENUTO»
34. Sforzati di utilizzare 3,4 parole per
definire il tuo: pensa in termini di bisogni
ed emozioni universali
Distinguere un messaggio da un
contenuto non è sempre
facile…eppure è possibile J
39. Non dobbiamo
dire tutto quello
che pensiamo di
“dover” dire
(essenza della
“vendita”)
La struttura del
discorso influenza
fortemente il
“come” arrivano i
messaggi.
ORGANIZZARE
CONTENUTI
SELEZIONARE
CONTENUTI
INDIVIDUARE I
MESSAGGI
Troppa informazione
sovraccarica il cervello
e la nostra memoria di
lavoro
40. «Si raggiunge la perfezione non quando non c’è più niente da aggiungere ma
quando non c’è più niente da togliere» (A. de Saint Exupery)
41. Quanto tempo sei solito dedicare
alla selezione dei contenuti?
“I migliori oratori danno
l’impressione di improvvisare,
in realtà si preparano tutto”.
(J.F. K.)
42. 1/3 PER PREPARARE LA STRUTTURA
1/3 PER PREPARARE IL MATERIALE
1/3 DEL TEMPO PER ESERCITARSI
“Ogni minuto di presentazione richiede
un’ora di preparazione” (W.Burgraff)
TEMPO NECESSARIO PER
PREPARARE UNO SPEECH
44. Se e come hai selezionato ogni volta «contenuti/informazioni» per le tue
presentazioni? Quali criteri di selezione segui?
45. - CAPIRE CHI HO DI FRONTE -
Raccogli il maggior numero di informazioni possibili sul tuo pubblico, prima e
durante lo speech, sia a livello personale che professionale.
STILE DI VITA
- MOMENTO
DI VITA -
KNOW HOW
VALORI
INFLUENZE
MOTIVAZIONI SFIDE
RISPETTO BISOGNI
46. DISAGIO GUADAGNO
COSA SENTE ?
COSA
DICE & FA ?
COSA PENSA & SENTE REALMENTE ?
COSA VEDE?
Cosa dicono gli amici? I colleghi? I familiari?
Chi lo influenza realmente?
Quali canali di comunicazione lo influenzano?
Preoccupazioni e aspirazioni principali?
Quale conflitto potrebbe sperimentare tra ciò che dice
e ciò che pensa/sente realmente?
Quali sentimenti prova di solito?
Cosa vede nell’ambiente che lo circonda?
Chi sono i suoi amici? Cosa vede gli altri fare?
Quali problemi vede?
Quale mercato vede?
Quale è il suo atteggiamento in pubblico?
Come si comporta? Cosa lo abbiamo sentito dire?
Cosa immaginiamo dica?
Quali rischi teme di affrontare?
Quale ostacoli?
Quali sono le sue più grandi frustrazioni?
Cosa desidera?
Cosa vuole? Cosa sogna?
Di cosa ha bigogno?
Come misura il suo successo?
Riadattamento da XPLANE
47. Beneficio relazionali, personali, di
ruolo: essere considerati capaci di
lavorare in team, essere un buon
leader centrato sulle sue risorse…
Cosa “guadagno” nel seguire il
tuo discorso? Nell’accogliere
ciò che dici?
OFFRI UN BENEFIT AL PUBBLICO
W.I.I.F.M
53. Qual è la “prima
impressione” che voglio
lasciare?
In quale stato d’animo
voglio far entrare chi mi
ascolta? Come ti vesti, come allestisci la sala,
la luce, la temperatura etc.
Come è stato presentato il tuo
discorso, chi ti ha preceduto, quale
email hai spedito ai partecipanti?
54. Pensa a ciò che accade ad
una festa o ad una cena: di
chi ti ricordi Il giorno dopo?
55. EVIDENZIA ELEMENTI “IN COMUNE”
Il nostro cervello tende ad ascoltare e prestare più attenzione a chi
percepiamo come più simile a noi - interessi, caratteristiche, dubbi...
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56. Per questo il momento
migliore in cui sfruttare il
Principio di Persuasione
della Somiglianza - come
anche quello di reciprocità
- è la fase iniziale.
57. PONI DELLE DOMANDE
Di qualsiasi tipo: retoriche, stimolanti, dirette a qualcuno in
particolare o alla platea in generale.
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58. «Non so quanti di voi pensano
che…ma io mi sono sempre
chiesta…»
«Quanti di voi come me…»
«Chi di noi non vorrebbe…»
DOMANDE SU
ELEMENTI IN COMUNE
59. UTILIZZA LO HUMOR
L’umorismo abbassa le difese e rende il “pubblico” più
ricettivo nei confronti dei tuoi messaggi.
Ci rende più simpatici e le persone sono più inclini ad ascoltare,
accettare proposte o fare business con chi gli è simpatico!
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60. CITAZIONE AD EFFETTO
Cita qualcuno di noto ed apprezzato dal tuo pubblico.
“Fare o non fare…
Non c'è provare” (Yoda)
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61. DISATTENDI LE ASPETTATIVE
Ogni elemento di novità attiva il SRA innalzando
automaticamente il nostro livello di attenzione.
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62. Chi ti ascolta si “aspetta” che tu presenti dei dati, il tuo lavoro, i nuovi obiettivi.
Incuriosisci introducendo un argomento diverso che poi collegherai a quello topic
PENSA FUORI DAL CONTESTO
PARLA DI ALTRO
63. Prova a scrivere un paragrafo così come ti viene. Quindi gioca con l’ordine dei
contenuti e scopri qual è quello che risulta meno scontato e più coinvolgente.
“INVERTI L’ORDINE
DEGLI ADDENDI”
64. Quando ascoltiamo una storia si attivano le stesse aree cerebrali sia in chi la
racconta che in chi la ascolta stabilendo così “un legame”.
RACCONTA UN EPISODIO TUO O DI ALTRI
Il nostro cervello è costruito per creare connessioni/significati.
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66. Un eccesso di informazione sovraccarica la
capacità di processamento e memorizzazione
delle informazioni.
“18 min è una durata giusta per dire
qualcosa di importante e catturare
l’attenzione dle pubblico” (TED
curator C. Anderson)
SEGUI LA REGOLA DEI 18’
67. Osserva il linguaggio del
corpo dell’audience per
capire quando farla.
FAI UNA PAUSA
68. Presenta una sessione di 30’ in 25’. E’
una piccola cosa da pianificare ma
molto potente
CHIUDI «PRIMA»
70. TECNICHE PER MANTENERE
VIVA L’ATTENZIONE
“Puoi avere le cose più
interessanti da dire al mondo,
ma se nessuno le ricorda non
servirà a nulla parlarne”.
71. “VESTI” I TUOI
NUMERI
Ancora oggi quando
compro un cellulare mi
chiedono se lo preferisco
a 24 o 32 GB di memoria,
con 4G o 10G di traffico
dati... …ma se non mi
“vesti” quei numeri, per
me sono tutti uguali!
73. Chiediti: “Qual è quel/quei due o
tre dati che voglio colpiscano e
che sono in linea con il mio “why”?
I numeri non “coinvolgono” le
persone. L’unico modo per riuscirci
è collegarli a qualcosa che sia per
loro rilevante o familiare.
74. Nel 2001 l’ iPod - 5GB di memoria – fu presentato così:
“Puoi portare con te 1000 canzoni in tasca”
75. Il 9 Giugno del 2008 IBM presentò il supercomputer “Roadrunner” in grado
di elaborare ”1 petaflop per sec” - mille trilioni di calcoli al secondo.
IBM sapeva che quel numero
non avrebbe avuto un grande
impatto sul pubblico…
77. Si stima che in Italia la popolazione
ad alto rischio cardiovascolare sia
superiore ai 3 milioni di individui,
alcuni dati rilevano 6 milioni.
In Italia 1 persona su 6 rischia un
problema cardiovaloscare.
79. SFRUTTA GLI «ALTI» E «BASSI»
Utilizza la piramide di Freytag o la sparkline di Duarte
80. Per navigare non si può andare dritti
verso la destinazione finale. Lo stesso
vale per una presentazione efficace.
Oscilla “avanti ed indietro”, tra
passato, presente e futuro, tra ciò
che era
(es prodotto, procedura, dati
precedenti) e ciò che è, dubbi e
certezze, successi ed errori, problemi
e soluzioni, domande e risposte.
87. Spesso di un discorso, come
di un libro o di un film,
ricordiamo soltanto l’inizio, la
fine…e qualche cosa in mezzo.
88. …ricordati di chiudere sempre con
una Call to Action!
Anche se scegli di chiudere sintetizzando i
contenuti principali della tua presentazione,
i messaggi chiave…
89. Se non chiudi con una call to action, la tua
audience «chiuderà» comunque con una
«azione» fosse anche solo quella di pensare che
il tuo discorso era scontato, uguale agli altri etc.
90. Nancy Duarte distingue
quattro modi per chiudere in funzione del tipo di audience
DOERS SUPPLIERS INFLUENCERS INNOVATORS
Chiedi loro di
“provare, di
decidere, di
fare”
Invitali a
“offrire
sostegno”,
risorse
Invitali a
“promuovere”
, adottare
Invitali a
creare,
“scoprire”
91. "I migliori oratori danno l'impressione
di improvvisare, ma in realtà si
preparano tutto».
J.F. Kennedy