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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
* Il Libro
“Un mare di abusi” di Giuseppe Paccione, presentato oggi in questa
prestigiosa Università, segna una svolta nella vasta letteratura
giuridica, nella pubblicistica , e in quella che si può definire “la
narrativa del caso Marò ”.
Questa svolta viene resa possibile da novità sia di metodo che di
sostanza. Esse danno un valore speciale all’esauriente, puntuale
ricostruzione dei fatti, alla quale contribuisce l’introduzione del
Generale Fernando Termentini.
Le novità di metodo riguardano l’inquadramento legale della
controversia instauratasi tra Italia e India sin dal momento della
cattura in acque internazionali dei Fucilieri del San Marco; la
descrizione di un contesto politico e elettorale nel quale l’India ha
perseguito il proprio interesse nazionale, diversamente dall’Italia; il
solido fondamento della posizione italiana sulla giurisdizione; la
coerenza dei nostri argomenti circa l’ Arbitrato internazionale e la
Convenzione sul Diritto del Mare.
3. 3
SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Sono proprio le strategie delineate dal Dott. Paccione, e da altri
autorevoli internazionalisti italiani e stranieri, ad aver costretto New
Delhi ad accettare “obtorto collo” , dopo tre anni di incredibili ritardi di
tre nostri diversi Governi, l’Arbitrato e l’internazionalizzazione. Un
Arbitrato che avevamo già avviato a metà marzo 2013 con la decisione
del Governo Monti di trattenere Latorre e Girone in Italia. Decisione
ribaltata vergognosamente dieci giorni dopo su insistenza di alcuni
membri di quel Governo per fallaci illusioni affaristiche: provocando il
mio netto rifiuto e le mie dimissioni in Parlamento.
Le novità di sostanza riguardano le conseguenze negative che l’India sta
subendo dall’Arbitrato che abbiamo in molti invocato per ben tre anni.
Le falsificazioni indiane che hanno messo sotto accusa Latorre e Girone
e posto perfino a rischio la vita dei nostri uomini sono crollate come un
castello di carte. Per quali motivi il Governo italiano esita ancora a fare
passi veramente risolutivi? Si tratta di avvalersi pubblicamente delle
prove documentali e di tutti gli elementi che New Delhi è stata obbligata
a produrre al Tribunale del Diritto del Mare di Amburgo lo scorso
Agosto, all’atto dell’avvio della procedura Arbitrale.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Le prove dell’innocenza
Documenti e testimonianze prodotte dagli stessi indiani al Tribunale del
Diritti del Mare , luogo ,orario, proiettili, armi, “fabbricazione”
comprovata delle prime versioni degli inquirenti dello Stato del Kerala,
rivelati lo scorso Agosto, dimostrano la totale estraneità dei nostri
Fucilieri di Marina all’incidente che è costato la vita dei due poveri
pescatori indiani. Sono documenti pubblici; reperibili alla Cancelleria del
Tribunale di Amburgo; pubblicati da molti organi della nostra stampa
indipendente; documenti e prove sulle quali Governo e informazione
filogovernativa hanno perì mantenuto in questo sei ultimi mesi il più
assoluto silenzio.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Latorre e Girone sono innocenti. Le massime Autorità istituzionali civili e
militari del nostro Paese devono affermarlo con incondizionato vigore:
in tutte le sedi europee, atlantiche, multilaterali. E ’improrogabile, sulla
questione Marò e sul pregiudizio che l’India ha arrecato arrestando
illegalmente i nostri uomini alla lotta contro la pirateria, la convocazione
del Consiglio di Sicurezza e del Consiglio Atlantico. Dobbiamo stroncare
con la forza del diritto questa inaccettabile violazione della Sovranità
italiana.
Narendra Modi, il Primo Ministro impegnato sul piano della legalità e
della lotta alla corruzione a sostenere la reputazione dell’India,
dovrebbe poter essere facilmente convinto dal Presidente Renzi di
quanto sia aberrante strumentalizzare ancora dopo quattro anni una
torbida vicenda mossa da interessi affaristici ed elettorali. Ancor più
questa esigenza vale per l’Italia. La nomina di una Commissione
Parlamentare d’Inchiesta - che molti chiedono da anni - per definire le
responsabilità dimostrerebbe la serietà della maggioranza di Governo.
Si tratta di una svolta fondamentale per riaffermare la sicurezza del
nostro Paese nel rispetto della sua identità nazionale.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
È necessaria una “riconversione”
ai valori della nostra identità nazionale
Le sfide che dobbiamo affrontare attorno a noi, soprattutto per la
nostra sicurezza, sono superabili. Ma richiedono una decisa volontà
politica e un forte impegno culturale per rafforzare il senso identitario
che ha formato il nostro Paese. Un senso per molti versi divenuto
incerto, relativizzato e persino negato nel mondo dell’informazione,
dell’insegnamento e della cultura nazionale. Si lascia troppo in ombra
quanto la nostra “identità” rappresenti un “unicum” nella storia
dell’Occidente, quanto profonde siano le sue radici.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Nessuno può dubitare che tale identità si sia realizzata a partire da un
umanesimo rinascimentale ricco di bellezza, di ricerca e di scienza; da
un illuminismo ispirato alla libertà e al valore dell’uomo; da un ideale
positivo e solidaristico di nazione e di Europa affermato dagli
intellettuali e dagli uomini di azione del Risorgimento; dai principi di
libertà individuale, di legalità e di Stato di diritto sanciti dai Costituenti
repubblicani. La base del successo italiano anche nei tempi più difficili
attraversati dal nostro Paese, dalla ricostruzione del secondo
dopoguerra alle vicende attuali, poggia proprio sul “valore globale”
dell’identità italiana. È profondamente vero che, esclusivamente per la
sua riconosciuta identità, l’Italia è una “superpotenza culturale”: grazie
al suo immenso patrimonio giuridico, umanistico e etico. Proprio questa
responsabilità il nostro Paese deve avvertire anche nei confronti
dell’Europa.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Come ricorda Roger Vernon Scruton, non ha senso descrivere il nostro
mondo senza identificare, a livello più profondo, le cose che
apprezziamo in esso e quelle che minacciano ciò che stimiamo. In
questo senso, il compito che la cultura oggi ci pone , proprio per
risolvere quel dilemma , è di definire “chi” noi siamo. Occorre di nuovo
riflettere sui fondamenti culturali dell’Europa. Come dice Scruton: “Una
civiltà che deve la sua grandezza alle forme di ordine che hanno avuto
origine nel continente europeo, come risultato di una sintesi che non ha
nessun parallelo nella storia umana. L’ordine dell’Europa deriva dal
cristianesimo e dal suo antenato, l’ebraismo, dalla città-Stato greca con
la sua concezione di comunità autogovernante, e dalla legge romana
con il suo ideale di giurisdizione universale e laica, nella quale le leggi
fatte dagli uomini avrebbero avuto la precedenza sui presunti
comandamenti di divinità settarie. Queste tre influenze hanno portato,
nel tempo, alla concezione dello Stato-nazione come comunità
autogovernante che avrebbe integrato la legge laica con gli usi religiosi,
senza permettere che l’una annientasse gli altri (La tradizione e il
sacro)”.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
L’identità è materia viva. Appassisce se avulsa dalla coscienza del
popolo. Per questo è necessario cogliere tutti i motivi che oggi, in
questa situazione internazionale e interna, devono ancor più militare
per una “riconversione” ai valori identitari che hanno guidato la
democrazia liberale in Italia. La sovranità del popolo italiano, sancita
dalla Costituzione, non consente rinunce estemporanee o di comodo a
principi identitari che determinano il territorio dello Stato, la sua
giurisdizione, le responsabilità e i diritti dei suoi cittadini. Rinunce
imposte da centri di potere economico o da gretti interessi di fazioni
politiche sono disastrose per l’interesse nazionale e per il Paese nel suo
insieme.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Un’insufficiente attenzione all’identità e all’interesse nazionale ha
generato negli anni ’70 il Trattato di Osimo: all’ombra di trattative
condotte dai Governi dell’epoca nella voluta ignoranza dell’opinione
pubblica, si è prodotta una gravissima rinuncia di sovranità. Episodi
analoghi si sono ripetuti con l’abbandono in questi ultimi anni della
richiesta di estradizione del terrorista Cesari Battisti al Brasile di Lula; e
soprattutto con la cessione all’India della “potestas judicandi” su due
nostri valorosi soldati . Membri di Governo hanno ammesso come
fossero allo studio intese per un inqualificabile compromesso:
riconoscimento da parte italiana della colpevolezza dei nostri soldati
affinché fossero giudicati e condannati in India, per poi tornare in Italia
a scontare la pena.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Appare chiaro che , purtroppo, un legame sempre più tenue collega la
politica estera, di sicurezza e di Difesa ai nostri valori identitari, alla
tutela delle nostre Forze Armate , alla protezione dei connazionali
all’estero, al rispetto della Sovranità e della Patria. Dobbiamo perciò
agire per riportare identità e interesse nazionale al centro del dibattito
politico. Solo così possiamo sperare di sgomberare il campo dalle
penose incertezze che registriamo ancora in questi giorni nell’azione di
contrasto allo Stato Islamico in Libia, nella gestione dei flussi migratori,
nel rapporto con le comunità islamiche, nella prevenzione del
terrorismo dentro e fuori i confini nazionali.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
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Identità nazionale, legalità e Stato di diritto
Affermare identità e interesse nazionale significa lottare contro la
corruzione, adottando una strategia simile a quella che aveva
consentito al Sindaco italoamericano Rudolf Giuliani a New York di
ridurre drasticamente la criminalità anche tra i “colletti bianchi”: con
”tolleranza zero” e niente sconti di pena. Nel nostro Paese sono poche
decine i detenuti per reati di natura economico finanziaria e per
corruzione, una frazione marginale rispetto a quelli in Germania. Fra il
2001 e il 2015 la Germania guadagnava dieci posti , insieme a quasi
tutti gli altri Paesi europei, nella classifica di Transparency International
sulla corruzione; l’Italia precipitava di 32 posizioni, al 61° posto, ultima
tra le principali democrazie dell’Occidente. Anas, Expo, Sanità lombarda,
Mose, Mafia Capitale, indicano quanto lo sforzo di questo Governo
nell’azione di contrasto sia insufficiente.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Se la “corruzione è diventata molecolare, penetrando così in profondità
da impregnare interi pezzi della società italiana” e se essa “colpisce alle
fondamenta la competitività del sistema Paese in rapporto simbiotico
con la burocrazia”, come ha recentemente scritto Sergio Rizzo, è
realistico che essa non influisca sulla nostra politica estera, di sicurezza
e di difesa? Certo che influisce.
Corruzione e illegalità danneggiano gravemente la credibilità
internazionale del Paese. Quando affermiamo che l’Italia rispetta
scrupolosamente gli impegni sottoscritti in Europa, i nostri interlocutori
a Bruxelles pensano immediatamente alle regole che non siamo capaci
di far rispettare al nostro interno.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Affari illeciti e decisioni politiche
La commistione tra accoglienza dei migranti e Mafia Capitale può
convincere i nostri partners europei della “assoluta purezza” delle
decisioni governative su Mare Nostrum, su centri gestiti da cooperative
indagate, su mancata identificazione di oltre centomila clandestini , nel
solo 2015 ? Nel caso Marò, le esitazioni che molti hanno addebitato
all’Ue e all’Onu nel sostenere l’Italia nei confronti dell’India sono
ricollegabili alla sensazione che sui rapporti economici con l’India
avessimo qualcosa da nascondere.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Il vergognoso modo in cui è stato deciso il ritorno in India dei nostri Marò quel
22 marzo 2013, e la successiva gestione dell’intera controversia non sono certo
stati limpidi . E ciò in un quadro complessivo che non trova la politica estera, di
sicurezza e di difesa tra le massime priorità del Governo. Ma la politica estera
di un grande Paese come il nostro può affermare l’interesse nazionale solo se
esprime con determinazione orientamenti e valori precisi, a partire dalla
Sovranità. Possiamo guadagnare credibilità all’estero solo se dimostriamo di
voler realmente applicare all’interno del nostro Paese i principi che invochiamo
nei rapporti internazionali: un compiuto Stato di diritto, una società libera dalla
gravissima piaga della corruzione, una giustizia efficiente, un rispetto puntuale
dei diritti e delle libertà individuali e collettive. In questo senso l’opera del
diplomatico e di chi si occupa di politica estera deve essere coinvolta e
partecipe nel processo, ineludibile, di una profonda trasformazione del nostro
Paese.
La sfida dello Stato di diritto e della legalità condensa tutte le altre. Riassume
l’interesse nazionale di un Paese con orizzonti globali. Deve caratterizzare
obiettivi, strumenti, risorse, formazione, mentalità stessa della diplomazia
italiana. Quando si accondiscende a violazioni della legalità per fuorvianti
“ragioni di stato”, come casi recenti hanno dimostrato, la nostra credibilità
internazionale va in frantumi.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La sfida del terrorismo, delle migrazioni e dei rapporti con l’Islam
Oltre alla sfida della legalità e dello Stato di diritto, la “riconversione” ai
nostri valori identitari è indispensabile nel contrasto al terrorismo,
dentro e fuori i confini nazionali, nella politica delle migrazioni, e nei
rapporti con il mondo musulmano. Sei principali scenari influiscono
sulla nostra sicurezza:
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
1) L’esponenziale crescita demografica che si concentra su regioni
critiche come quella Subsahariana e Mediorientale, con tutte le
tensioni migratorie, sociali e politiche che ciò comporta nei Paesi
interessati.
2) I cambiamenti climatici, con opinioni pubbliche sempre più
allarmate da catastrofi naturali e da studi che dimostrano l'estrema
brevità del tempo disponibile per salvare l’ecosistema.
3) Il terrorismo jihadista, di matrice sunnita o sciita; imprevista è stata
la rapidissima propagazione dello Stato Islamico. Su venticinque
Paesi dell’Africa settentrionale, quattordici sono stati nell’ultimo
anno colpiti da attentati jihadisti mirati quasi esclusivamente a
“simboli” e interessi occidentali. All’arretramento attuale dell’Isis in
Iraq e in Siria corrisponde una sua accresciuta capacità di colpire
l’Europa e l’Occidente; e il suo ulteriore diffondersi dall’Afghanistan,
al Medio Oriente, al Nord Africa, specialmente in Libia. Dopo
l’accordo nucleare con l’Iran e il consolidamento del regime siriano
grazie al massiccio intervento militare di Putin, Russia e Iran sono
diventati i due nuovi, indiscussi protagonisti in Medio Oriente;
mentre il ripiegamento occidentale caratterizza gli ultimi mesi della
Presidenza Obama.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
4) Cyberweapons e cybersecurity hanno assunto pericolosità
inaspettate e destabilizzante ; la provenienza coincide con alcune
“new entries” sulla scena mediorientale.
5) L’ondata di migranti soprattutto siriani, stigmatizzata dal Segretario
Generale della Nato quale strategia russa per destabilizzare
l’Europa, ha implicazioni politiche, economiche e sociali. Essa
impressiona per i crescenti attacchi terroristici, la scoperta di
cellule jihadiste e i fenomeni di radicalizzazione in molti Paesi
europei ;
6) "Proliferano" gli Stati falliti. La lista si è allungata in soli tre anni;
dopo le Primavere Arabe, con Libia, Siria, Iraq, Yemen, senza
dimenticare le incognite di Somalia e Afghanistan.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La minaccia dello Stato Islamico
Dall’11/9/2001 la minaccia terroristica si intreccia con conflitti tra gli
Stati e interni agli Stati; con guerre etniche e confessionali; con
fondamentalismi e volontà di dominio regionale. Con l’eliminazione del
Regime Baathista in Iraq è divampato il conflitto tra Sunniti e Sciiti. In
seno all’Islam globale la minoranza sciita è mossa da una visione
messianica e rivoluzionaria. Essa mira a esercitare un’influenza
dominante sull’intero mondo musulmano, anche se rappresenta una
quota di popolazioni nettamente minoritaria. Ma questa prospettiva è
come un incubo per gli Stati arabi sunniti.
Il successo dello Stato islamico in Siria in Iraq, è maturato in parallelo
alla rilegittimazione della teocrazia iraniana attraverso l’accordo
nucleare. Mentre è ancora attiva l’onda d’urto delle Primavere Arabe,
l’ondata terroristica dell’Isis e la rilegittimazione post-nucleare dell’Iran
richiedono una strategia occidentale di stabilizzazione politica, di
deterrenza militare, e un’architettura di sicurezza affidabile nel
Mediterraneo Orientale.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Per numero di vittime, distruzione di risorse e di ordine sociale l’impatto
più drammatico del terrorismo e dei “failed states” è subito dal mondo
musulmano. Sono milioni le vittime della violenza dall’Afghanistan
all’Asia Minore, dall’Africa mediterranea e sub Sahariana, sino alle porte
dell’Europa. Decine di milioni di migranti provengono da Paesi collassati
da guerre civili. La chiusura della rotta balcanica e l’accordo Ue-Turchia,
mette l’Italia in prima linea di un esodo che ha proporzioni bibliche.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
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Negli ultimi quindici mesi l’Isis e le numerose organizzazioni Jihadiste
aderenti al “Califfato” hanno intensificato gli attacchi in Europa, in
Africa, in Asia, attentati rivendicati direttamente dall’Isis sono avvenuti
negli Stati Uniti. Nel continente europeo Francia, Belgio, Turchia sono i
Paesi più sotto pressione. Il Presidente Hollande ha dichiarato in
Parlamento: “la Francia è in guerra; la Siria è la più grande industria di
terroristi che il mondo abbia mai conosciuto”. La reazione dell’opinione
pubblica francese è mutata rispetto alle reazioni ispirate a convivenza
multiculturale e a un’immutata volontà di tolleranza e di dialogo che
avevano prevalso subito dopo gli attentati a Charlie Hebdo e
Hyperkasher. Il Primo Ministro Valls ha annunciato: “la Francia espellerà
tutti gli Imam radicalizzati”. Lo stato di emergenza, sostanzialmente
concordato tra Hollande e Marine Le Pen, è stato reso più incisivo dalla
revisione della Costituzione francese. Circa diecimila nomi sono stati
aggiunti alle persone già sorvegliate.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Questi sviluppi coinvolgono l’intero mondo occidentale, e in particolare
la campagna presidenziale americana. Tom Ridge, ex “homeland
security secretary”, ha detto: “i barbari non sono più alle porte. Sono
dentro”. Praticamente tutti i candidati alla Presidenza, sia democratici
che repubblicani, hanno indurito i toni sulle questioni della sicurezza
internazionale, interna, e dell’immigrazione.
Per il nostro Paese la minaccia dello Stato Islamico e del
fondamentalismo jihadista è estremamente concreta. La sintetizzano,
da ultimo, le parole pronunciate la scorsa settimana da Abed El-Khadar
A-Najdi, il leader dello Stato Islamico in Libia: "Noi ci rafforziamo ogni
giorno in Nord Africa ed il nostro prossimo obiettivo è la battaglia
contro l'Italia. I volontari mussulmani devono andare in Libia per
prepararsi alla guerra contro l'Italia”. Purtroppo non possono essere
considerate solo delle boutades.
La natura dell’Isis merita un’approfondita riflessione; così come quella
delle organizzazioni jihadiste e dei sostenitori dello Stato Islamico in
Europa. Si tratta di prevenire la radicalizzazione e di seguirne le
dinamiche.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Nel giugno 2014 lo Stato islamico, dopo aver dichiarato il “Califfato”, è
riuscito ad impadronirsi di Mosul. Un colpo di importanza strategica tale
da creare subito grandissime preoccupazioni per la sopravvivenza dello
Stato iracheno. Le capacità di reazione di Baghdad si erano rivelate del
tutto inadeguate, nettamente al di sotto delle pur scettiche valutazioni
che ne davano i Paesi Occidentali coinvolti nella ricostruzione
istituzionale e di sicurezza del Paese.
Abu Bakr al-Baghdadi si era proclamato leader nel maggio 2010. Ma
solo nel luglio 2014 aveva acquisito un’ampia visibilità parlando per
Ramadan alla Grande Moschea al-Nuri a Mosul.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La scarsa conoscenza e sottovalutazione dello Stato Islamico era, fino a
quel momento, forse comprensibile: si trattava, ai nostri occhi, di una
realtà di eremiti fanatici, in regioni nelle quali pochi erano andati e dalle
quali pochissimi erano tornati; isolata dai media. Tutto è rapidamente
cambiato. I crimini orrendamente spettacolari, lo sfruttamento del web,
l’addestramento militare, la creatività nel generare sempre nuove
risorse finanziarie si sono combinati con l’estremismo religioso e
messianico, l’assoluto rifiuto del negoziato e del dialogo; la volontà di
genocidio. Un fondamentalismo che rende l’Isis “costituzionalmente”
incapace di evolvere anche se minacciato di estinzione perché il
Califfato è l’unico rifugio dei veri musulmani.
25. 25
SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
L’Isis rappresenta così una variante ideologicamente distinta nell’Islam.
Su tutto prevale il cammino individuale verso il Giorno del Giudizio.
L’Occidente è il principale nemico. Conoscitori del mondo musulmano
ritengono che l’ascesa dello Stato islamico non somigli tanto
all’affermazione di movimenti islamisti pur non alieni dal terrorismo,
come la fratellanza musulmana nell’Egitto di Morsi; quanto piuttosto a
fenomeni di sottomissione collettiva verificatisi in Occidente ad opera di
psicopatici, come David Koresh e Jim Jones, leaders dei “Davidians” e
del “Peoplès Temple”, istigatori di crimini rituali e suicidi collettivi.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Il Qaedismo ha ispirato lo Stato Islamico. Ma ne viene sorpassato. Bin
Laden vedeva la sua azione come prologo ad un Califfato che egli non si
aspettava di realizzare. La sua organizzazione era flessibile; operava in
cellule autonome, geograficamente disperse. Lo Stato islamico dispone
invece di un territorio, di una sua struttura di “Governo”, una burocrazia
civile, un apparato militare, un’articolazione territoriale suddivisa in
Province organizzate. Quindi il Califfato prende forma.
A livello dottrinale, gli aderenti allo Stato islamico non sono certo
impressionati dal poter apparire epigoni di un pensiero medioevale ,
palesemente contraddittorio con una loro partecipazione attiva,
intellettualmente evoluta ed economicamente affermata, alla società
contemporanea. I seguaci dell’Isis vivono nella modernità e ugualmente
la disprezzano e la deridono; insistono che non si allontaneranno mai
dei precetti radicati nell’Islam dal profeta e dai suoi primi seguaci.
Parlano spesso con simboli e allusioni, strane e antiquate per i non
credenti, ma aderenti alle tradizioni e ai testi dell’Islam delle origini.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
È vero che lo Stato islamico attrae anche Foreign Fighters fragili
psicologicamente, con conoscenze religiose superficiali, emarginati e
inclini alla violenza. C’è tuttavia chi osserva che l’essenza dell’Isis è
“profondamente islamica”. La religione che afferma deriva da una
coerente e approfondita lettura dell’Islam. Ogni decisione, legge,
annuncio segue puntigliosamente, nei dettagli, una precisa linea
teologica, quella del “al-salaf al-salih” del Profeta e dei suoi primi
seguaci.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La caratterizzazione dello Stato islamico non può non rilevare per le
iniziative politiche e il quadro giuridico della collaborazione
internazionale contro l’Isis. Lo Stato islamico può coincidere con il
Califfato proclamato da al Baghdadi, e far leva su tale richiamo
ideologico, solo a condizione di avere una base territoriale. I Califfati
non esistono in clandestinità. Le alleanze dichiarate con lo Stato
islamico da numerose altre organizzazioni jihadiste sparse per il mondo,
sono strettamente legate alla credibilità del “Califfato” a base
territoriale. Per questo motivo da un anno a questa parte la leadership
dell’Isis ha investito tanto sulla Libia, vista come alternativa e
ripiegamento dalla Siria e dall’Iraq. La Risoluzione 2249 del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite –che chiede agli Stati di adottare tutte le
misure possibili per combattere lo Stato Islamico - non riguarda la Libia.
In questa situazione, si dovrebbe riconoscere che interventi militari
contro l’Isis sono in ogni caso consentiti per legittima difesa, secondo
l’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La questione musulmana nel nostro Paese e in Europa
L’Italia ha sottovalutato lo tsunami migratorio del 2014 e 2015. Sta
accadendo lo stesso per la minaccia Jihadista e i fenomeni di
radicalizzazione sul nostro territorio? Sono ancora pochi gli studi
autorevoli sulla questione musulmana in Italia; pochi gli analisti che
abbiano affrontato con rigore scientifico la realtà delle comunità
musulmane residenti nel nostro paese, immigrate di recente o residenti
da tempo. Un tema trattato con ricorrente frequenza nell'ultimo anno e
mezzo è quello della radicalizzazione. Nonostante sia stata oggetto di un
certo numero di lavori e convegni di considerevole interesse, la
questione non si è ancora trasferita con la necessaria urgenza e priorità
nelle sedi parlamentari, né ha prodotto misure organiche di tipo
legislativo o amministrativo.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Ne deriva una carenza allarmante di conoscenze che confonde persino
gli addetti ai lavori del nostro sistema scolastico. Decisioni e
atteggiamenti rivelano pregiudizi, dogmatismi, ignoranze della realtà
quotidiana che assai poco hanno a vedere il valore della tolleranza,
dello Stato di Diritto, delle libertà sancite dalla nostra Costituzione.
Mentre sono questi i valori che la scuola italiana deve istituzionalmente
affermare, nei curricula, nel rapporto tra docenti e famiglie, e nelle
relazioni tra gli studenti.
31. 31
SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La latitanza di una narrazione equilibrata pregiudica gravemente il
rapporto tra i cittadini che riconoscono nella tradizione giudaico
cristiana la propria identità e coloro che appartengono a Comunità
musulmane di diverse provenienze e culture. I ricercatori e gli operatori
sociali che più sono in contatto con tali Comunità e con i loro leaders
constatano quanto sia diffusa un’informazione distorta e una visione
radicalizzata delle vicende che hanno contraddistinto il terrorismo
Jihadista negli ultimi quindici anni. Rilevazioni empiriche delle ultime
settimane mostrano che una percentuale molto alta, superiore a un
terzo di quanti frequentano centri di aggregazione culturale e religiosa
in Italia settentrionale , si dichiarano ad esempio convinti che: 1) le Torri
Gemelle sono state distrutte da un complotto sionista e americano; 2)
l’attentato al Bataclan è stato perpetrato da agenti Occidentali; 3) o
non è avvenuto ;4) o è stata tutta una messa in scena “islamofobica”.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Molto diffusi, anche se non maggioritari, i giudizi “ di comprensione”
verso le organizzazioni Jihadiste, incluso lo Stato islamico, quando
colpiscono simboli occidentali, uccidono “gli infedeli”, o puniscono chi
offende il Profeta. Risultati simili si desumono anche tra le Comunità
musulmane in Francia, in ricerche importanti effettuate da tempo e
confermate di recente.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Bernard Lewis, uno dei maggiori storici e conoscitori del Medio Oriente,
ha scritto un libro come sempre di grande interesse che ha lo scorso
anno suscitato un intenso dibattito: “The Muslim Discovery of Europe”.
Un’attrazione verso l’Europa che nel corso di quattordici secoli si è
manifestata in tre fasi storiche nelle quali il confronto è sempre stato tra
Islam e Cristianità. Nel settimo secolo si è trattato di un’espansione
militare con occupazione del Nord Africa, del Portogallo della Francia e
dell’Italia meridionale. Il secondo tentativo di conquistare l’Europa è
avvenuto con l’espansione Ottomana nell’Anatolia cristiana, a
Costantinopoli e nell’Europa sud Orientale sino all’assedio, per due
volte, di Vienna. Il terzo tentativo, afferma Bernard Lewis, si sta
producendo pacificamente, con l’immigrazione; senza alcun bisogno di
operazioni militari, anche se vediamo le minacce dello Stato Islamico.
Un filosofo siriano vede solo due alternative: “l’islamizzazione
dell’Europa, o l’europeizzazione dell’Islam”.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La “Muslim Discovery of Europe “ progredisce rapidamente, su due
binari. Il primo è quello demografico. Nonostante difficoltà legali in
molti Stati europei a individuare l’appartenenza religiosa, le nascite
confermano una natalità in forte aumento nelle Comunita musulmane,
a fronte di tassi assai più modesti per gli altri gruppi. Il secondo binario
è politico e sociale. Riguarda la grande capacita dei musulmani in
Europa a organizzarsi, e ad agire efficacemente per ampliare l’ambito di
applicazione della Sharia; per modificare norme; per derogare a leggi e
consuetudini ritenute non confacenti all’Islam, soprattutto quello
Wahabita o Salafita. Lewis fa l’esempio della poligamia, vietata nelle
legislazioni occidentali, ma di fatto tollerata se “importata” e ricondotta
alla Sharia quale diritto di famiglia applicato all’interno di una comunità
islamica.
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SFIDE PER L'ITALIA
Queste preoccupazioni si sono inevitabilmente dilatate con gli attentati
recenti e l’ondata migratoria. Un importante esponente della Acadèmie
Francaise, autore di diversi best-sellers tra cui “L’identità infelice”, Alain
Finkielkraut, sottolinea la problematica coesistenza dell’Islam con la
cultura e la società francese, i rischi di natura sociale posti
dall’immigrazione massiccia, gli equivoci di un malinteso
multiculturalismo per il sistema scolastico, l’oppressione e
discriminazione della donna, le fragilità che ne derivano al Paese, e le
preoccupazioni per la ventata di antisemitismo. L’allarme lanciato da
Finkielkraut trova crescenti riscontri: “I francesi sentono di essere
diventati stranieri sul loro stesso territorio. Ancora di recente – osserva
il filosofo - la Francia aveva successo nell’integrare i suoi immigrati. Oggi
questo processo si sta disintegrando dinanzi ai nostri occhi. Oggi non
funziona più. Dove poteva esserci speranza di una certa armonia, e
l’odio a prevalere. Oggi quando qualcuno come me parla del problema
dell’Islam viene denunciato come successore di Maurras o Barrès. Ci si
rifiuta di pensare a questa epoca nei sui termini attuali”.
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
La questione musulmana ha assunto nella storia recente della Francia
evidenza maggiore rispetto all’Italia, nelle distinte fasi migratorie degli
anni Sessanta dal Nord Africa, e quindi ancora negli anni Ottanta con il
riorganizzarsi di tali comunità grazie anche al sostegno dei Paesi di
provenienza, e quindi al mutare di molti loro caratteri all’inizio degli
anni Duemila. Se quasi un decimo della popolazione francese professa
l’Islam, in Italia la consistenza numerica è notevolmente inferiore.
Eppure sono molto simili le traiettorie che ci accomunano alla Francia, e
più in generale a quanto sta avvenendo nel resto d’Europa.
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SFIDE PER L'ITALIA
Sono comuni l’evaporazione dell’identità giudaico cristiana per
disinteresse, timore, rinuncia a volerla riaffermare. Comune è la
sostanziale disintegrazione di un modello multiculturale completamente
escluso ormai dalle banlieus parigine a Tor della Monaca a Roma, o
all’hinterland milanese, a Viale Jenner e altrove. Comune è il relativismo
che allontana dalla consapevolezza dell’identità, e l’acquiescenza a un
pensiero politico e culturale dominante alla fine del secolo scorso e oggi
ampiamente superato dai fatti. Tutto questo ha un sapore particolare e
perfino più accentuato in Italia. La “riconversione” al discorso
identitario è da noi particolarmente complessa. Per dirlo con Galli della
Loggia “È il brodo di cultura costituito dal conformismo fortissimo che
caratterizza tutto il nostro discorso pubblico, politico e non, che permea
tutta la nostra atmosfera culturale e le idee che vi hanno corso”. Si fa
sentire solo il punto di vista buonista democratico. Un punto di vista
diverso, diciamo conservatore, è regolarmente assente. È normale un
Paese che pensa e parla in una sola direzione?
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SICUREZZA E IDENTITA' NAZIONALE, LE
SFIDE PER L'ITALIA
Anche perché di solito il punto di vista che da noi passa per
«democratico» è un punto di vista povero di profondità storica e quindi
di ogni drammatica complessità: proprio per questo sempre incline ad
un irenismo di maniera, alla più disarmata benevolenza verso l’«altro».
Tentato di continuo dall’indulgenza verso il male esso predica sempre
un vibrante rifiuto morale per tutto quanto sappia di disciplina e di
autorità, mentre è pronto all’approvazione incondizionata per ciò che
appare «autentico» e soprattutto «libero»: meglio se all’insegna
dell’«amore»”.
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SFIDE PER L'ITALIA
Conclusione
Le sfide che il nostro Paese sta affrontando richiedono un grande sforzo
culturale ancor prima che politico. L’identità nazionale poggia sulla
legalità e sullo Stato di diritto, elementi centrali nelle politiche di
sicurezza, di immigrazione, nei rapporti con l’Islam, nel contrasto alla
radicalizzazione e al terrorismo
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SFIDE PER L'ITALIA
Il comune denominatore di queste politiche deve essere - sul piano
interno - la cultura della tolleranza, del rispetto dell’altro, mentre
devono essere contrastate attivamente la propaganda all’odio, la
predicazione e l’educazione settaria. Gran parte dei musulmani
residenti in Italia e dei cittadini italiani di fede islamica sono elemento
vitale del Paese e costituiscono una risorsa preziosa per la società,
l’economia e la cultura italiana. Il loro contributo al mondo del lavoro e
dell’impresa è cresciuto a dismisura nel corso degli anni. Dobbiamo
perciò incoraggiare ogni forma di dialogo e di interazione intensa e
onesta, basata sulla reciproca consapevolezza e sul riconoscimento
dell’identità, per trovare punti di incontro nella tolleranza verso le
rispettive tradizioni e nel pieno rispetto delle nostre leggi.
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SFIDE PER L'ITALIA
Nella guerra al terrorismo deve maturare una più precisa volontà
politica sostenuta dalla completa informazione dei cittadini.
Morfinizzare il pubblico è controproducente.
Devono essere destinate risorse straordinarie alle strutture di
intelligence e di sicurezza, con rafforzamento, e non riduzione degli
organici delle nostre Forze Armate. Il Governo francese ha spiegato sul
territorio ulteriori diecimila uomini delle forze dell’ordine.
In politica estera dobbiamo collaborare con tutti i Paesi che condividono
i nostri stessi obiettivi e interessi. Ha particolare valore, in questo
ambito, un sostegno concreto alla transizione verso lo Stato di Diritto in
tutti i Paesi colpiti dal fondamentalismo jihadista, perché la situazione di
oggi è figlia proprio del disinteresse e dalle divisioni dell’Occidente
soprattutto negli ultimi cinque anni.