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TESTIMONIANZA DI AGIDE MELLONI, AUTISTA DEL 37 (Da il racconto della strage, A
cura di Massimiliano Boschi e Cinzia Venturoli, Yema, 2005.))

Stavo incamminandomi con un collega verso la stazione, perch辿 l狸 avrei iniziato il mio turno,
quando sentimmo un botto violentissimo. Pochi minuti dopo fermammo un autobus per chiedere
cosa era successo e ci venne detto che era saltata per aria la stazione. Accelerammo il passo e, una
volta giunti in Piazza medaglie doro, ci si par嘆 davanti il terribile scenario che potete immaginare.
Come tutti quelli che si trovavano nel piazzale cercammo di aiutare i feriti e di prestare i primi
soccorsi. Un collega, Guglielmo Bonfiglioli, decise di fare un primo viaggio con un autobus, per
lappunto il 37, caricando alcuni feriti per portarli allOspedale Maggiore. Una volta tornato
Bonfiglioli, decidemmo di utilizzare lautobus per trasportare unicamente i cadaveri, cos狸 da
lasciare tutte le ambulanze disponibili per i feriti. Togliemmo dalle porte i mancorrenti (le sbarre a
cui ci si aggrappa per salire) per permettere ai corpi di passare ed io mi misi alla guida. Erano circa
le undici di mattina: fino al pomeriggio trasportai le salme alla camera mortuaria di via Irnerio poi,
quando non ci fu pi湛 posto, ci dirigemmo verso gli obitori degli ospedali. Dopo pochi viaggi
decidemmo di applicare le lenzuola ai finestrini dellautobus per evitare lesposizione pubblica dei
corpi senza vita che trasportavamo. Restai alla guida fino alle tre di notte. Con me salirono a
bordo, a turno, vigili o poliziotti, mentre lautobus viaggiava scortato davanti e dietro da polizia e
carabinieri.   Durante quelle ore osservai la straordinaria partecipazione         dei bolognesi. Si
innescarono meccanismi di solidariet impensabili e tutti sembravano sapere come comportarsi.
Non sentii la stanchezza e riuscii a lavorare fino a notte inoltrate nonostante avessi saputo che
nella strage era morto Mario Sica, il responsabile del servizio personale dellAtc, un avversario,
per me che ero un sindacalista. Una persona con cui avevo costruito un ottimo rapporto nonostante
la divergenza di opinioni e che fui onorato di guidare in quel suo ultimo viaggio sul 37.

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Testimonianza di Agide Melloni, autista del 37

  • 1. TESTIMONIANZA DI AGIDE MELLONI, AUTISTA DEL 37 (Da il racconto della strage, A cura di Massimiliano Boschi e Cinzia Venturoli, Yema, 2005.)) Stavo incamminandomi con un collega verso la stazione, perch辿 l狸 avrei iniziato il mio turno, quando sentimmo un botto violentissimo. Pochi minuti dopo fermammo un autobus per chiedere cosa era successo e ci venne detto che era saltata per aria la stazione. Accelerammo il passo e, una volta giunti in Piazza medaglie doro, ci si par嘆 davanti il terribile scenario che potete immaginare. Come tutti quelli che si trovavano nel piazzale cercammo di aiutare i feriti e di prestare i primi soccorsi. Un collega, Guglielmo Bonfiglioli, decise di fare un primo viaggio con un autobus, per lappunto il 37, caricando alcuni feriti per portarli allOspedale Maggiore. Una volta tornato Bonfiglioli, decidemmo di utilizzare lautobus per trasportare unicamente i cadaveri, cos狸 da lasciare tutte le ambulanze disponibili per i feriti. Togliemmo dalle porte i mancorrenti (le sbarre a cui ci si aggrappa per salire) per permettere ai corpi di passare ed io mi misi alla guida. Erano circa le undici di mattina: fino al pomeriggio trasportai le salme alla camera mortuaria di via Irnerio poi, quando non ci fu pi湛 posto, ci dirigemmo verso gli obitori degli ospedali. Dopo pochi viaggi decidemmo di applicare le lenzuola ai finestrini dellautobus per evitare lesposizione pubblica dei corpi senza vita che trasportavamo. Restai alla guida fino alle tre di notte. Con me salirono a bordo, a turno, vigili o poliziotti, mentre lautobus viaggiava scortato davanti e dietro da polizia e carabinieri. Durante quelle ore osservai la straordinaria partecipazione dei bolognesi. Si
  • 2. innescarono meccanismi di solidariet impensabili e tutti sembravano sapere come comportarsi. Non sentii la stanchezza e riuscii a lavorare fino a notte inoltrate nonostante avessi saputo che nella strage era morto Mario Sica, il responsabile del servizio personale dellAtc, un avversario, per me che ero un sindacalista. Una persona con cui avevo costruito un ottimo rapporto nonostante la divergenza di opinioni e che fui onorato di guidare in quel suo ultimo viaggio sul 37.