2. Introduzione
La tipometria è la disciplina che regola le dimensioni
di grandezza e proporzione, la forma, le varianti,
l’interlineatura, la spaziatura e la crenatura del
carattere tipografico e della sua composizione. La
tipometria è basata sul sistema duodecimale, ed ha
come unità di misura il punto tipografico (didot che
equivale a 0,376mm). Il didot ha come suo multiplo
la riga (12 pt), internazionalmente definita CICERO.
Curiosità:Nei paesi anglossassoni un punto tipografico
PICA corrisponde a 0,351 mm
DAVIDE TERRENI 2
3. La struttura
Lo strumento di misura secondo le scale precedentemente descritte si
chiama TIPOMETRO ed ha la funzione di strumento per la progettazione
e il disegno della gabbia.
Di norma esso reca su di un lato la scala in millimetri utili per la misurazione
del formato e per quotare le immagini, sull’altro la scala in righe e punti
didot.
Per meglio utilizzare il tipometro è bene ricordare che:
I punti sono in dodicesimi, ogni linea piccola equivale a 2 punti
Ogni numero segnato 1,2,3,4… indica una riga tipografica (cicero) che è di
12 punti ed equivale a 4,5 mm circa.
Generalmente invece di 4,8,12 troviamo nuovamente 1,2,3…,e questi
numeri equivalgono a 4 righe.
Sui tipometri più completi troviamo il comparatore dei corpi e la dimensione,
sempre espressa in punti dei filetti.
DAVIDE TERRENI 3
4. Utilizzo
Il tipometro serve per:
Misurare il corpo di una carattere stampato.
Si misura l’altezza di un maiuscolo o di una lettera
con asta ascendente (ad esclusione della lettera t),
in punti tipografici, applicando la formula “:2x3” e,
ricordando tuttavia che è approssimativa.
Esempio: altezza della lettera D punti 8
8:2=4…. 4x3=12 punti
DAVIDE TERRENI 4
5. SCELTA DELLA DIMENSIONE DEL
CORPO
Scelta della dimensione
Nella composizione tipografica esistono i corpi che si utilizzano più
spesso di altri, e sono i seguenti: 6, 8, 9, 10, 12, 14, 18, 24, 30, 42, 48,
54, 60 e 72. I corpi superiori ai 72 punti vengono usati per titoli speciali
o per diciture a tutta pagina di grande dimensione.
Fra i corpi più grandi, quelli più utilizzati sono: 98, 120, 128 e 144.
Come regola generale bisogna scegliere il corpo in base al tipo di lavoro
nel modo seguente:
note a piè pagina = da 6 a 8 punti;
didascalie = da 8 a 9 punti;
testi = da 10 a 14 punti a seconda del tipo di stampato;
titolini = da 14 e oltre in rapporto con il corpo del testo;
titoli = da 24 e oltre;
occhielli = da 10 a 14 punti, in rapporto con il corpo dei titoli
DAVIDE TERRENI 5
6. Utilizzo
Conoscere la giustezza.
La giustezza stabilisce la lunghezza massima delle righe tipografiche. Ciò
non vuol dire che la riga di testo debba essere lunga come la giustezza,
cosa che si verifica solo nella composizione a blocchetto; la riga può
essere di differente lunghezza, stabilendo appunto, per la giustezza il
massimo della lunghezza delle righe sulla quale è centrato o allineato, a
sinistra o a destra, il testo.
La sproporzione fra un corpo del carattere e la lunghezza delle linee può
nuocere alla leggibilità, nel senso che, se il corpo è troppo grande l’effetto
risulterà sgradevole, mentre se è troppo piccolo renderà faticosa la
lettura. Poiché l’occhio legge per gruppi di parole anziché per parole
singole, il loro numero sulla riga è molto importante.
DAVIDE TERRENI 6
7. Utilizzo
Per una corretta giustezza, bisogna ricordare che:
I caratteri con grazie danno i migliori risultati con 9-12 parole per riga.
I caratteri senza grazie hanno bisogno di righe da 7 a 10 parole.
I caratteri con occhio grande accettano righe più lunghe, mentre quelli con
l’occhio piccolo impongono meno parole per riga.
Il numero di parole contenute in una riga può essere modificato aumentando o
diminuendo il corpo, cambiando carattere o modificando la giustezza.
La lunghezza di una linea di testo dovrebbe contenere circa da 1 a 2 volte le
lettere dell’alfabeto minuscolo di un carattere tondo, neretto, normale.
Quando si fosse costretti a lavorare su giustezze più lunghe bisognerà aumentare
lo spazio interlineare (vedi interlinea) ed evitare confusione ed inciampi nel
passaggio della lettura da una linea a quella sottostante
Questo sistema non è sempre utilizzato in quanto i moderni software lavorano con il
sistema metrico decimale
DAVIDE TERRENI 7
8. Utilizzo
Interlinea
Conoscere l’interlinea di uno stampato.
Stabilito il corpo, come precedentemente
descritto, si passa alla misurazione
dell’interlinea:
L’interlinea si misura dal piede della prima
riga al piede della successiva
DAVIDE TERRENI 8
9. Regole dell’Interlinea
In tipometria l’interlinea si identifica con il secondo valore numerico dopo l’indicazione
del corpo «C. n°/n°» (esempio: C. 9/9 indica che il testo è in corpo 9 e le righe hanno
la stessa interlinea del corpo; C. 9/10 indica invece che il testo è sempre in corpo 9
ma le righe sono interlineate di un punto, cioè utilizzano l’interlinea del corpo 10).
Anteponendo la leggibilità si noterà come un testo composto con un certo carattere in
corpo 8 con 2 punti di interlineatura non solo sia più leggibile ma renda più piacevole
l’insieme della pagina se messo a confronto con una pagina senza interlineatura.
Questo non costituisce una regola fissa, poiché è in relazione al carattere e al formato
della pagina.
Aumentando l’interlineatura in modo eccessivo (3 punti) si crea una forte
orizzontabilità nella pagina, che, solo in casi particolari, può costituire un fatto positivo.
Una maggiore interlineatura è consentita alla grande giustezza, mentre la giustezza
inferiore non sopporta spazi eccessivi fra le righe.
L’inverso dell’interlineatura è la sterlineatura (spazio in meno fra le righe di testo) e
deve essere usata con le righe corte (5-6 parole), nei testi e titoli in maiuscolo, con i
caratteri con occhio piccolo e con quelli chiari e dalle aste sottili; negli elenchi e negli
indici.
Quando un testo sterlineato risulta ben leggibile, non stanca la vista e il quadro della
pagina è ben compatto, ci si trova di fronte ad un carattere davvero ben disegnato.
DAVIDE TERRENI 9
10. Regole dell’Interlinea
Nel fissare l’interlinea durante la composizione tipografica, bisogna
ricordare che:
Come regola generale, lo spazio fra due righe deve essere il 120% del corpo
utilizzato. Se, ad esempio, si usa il corpo 10, si sceglierà un’interlinea 12.
L’interlineatura va aumentata con le righe lunghe (12-15 o più parole), con i
caratteri con occhio grande, con grossezze elevate (caratteri neri e nerissimi) e
quando i caratteri si toccano con gli ascendenti, i discendenti o gli accenti.
Nel paragrafo precedente, è stato detto che lo spazio ottimale fra due righe è
quello corrispondente al 120% del corpo utilizzato (C. 9/10.8, C. 10/12, C.
11/13.2, ecc.). Questo vale per blocchi di carattere con lo stesso corpo. Se non
si modifica l’interlineatura quando si usano corpi diversi, i caratteri possono
sovrapporsi parzialmente. Ecco una regola generale da seguire nella
composizione per evitare antiestetiche sovrapposizioni e per ottenere un buon
equilibrio fra righe di caratteri e righe bianche. Prendere 1/3 del corpo della
prima riga e aggiungere i 2/3 del corpo della seconda. Passando, ad esempio, da
una riga in corpo 18 a una in corpo 36, l’interlineatura sarà di 30 punti.
DAVIDE TERRENI 10