2. Tema dellincontro
Modalit di impiego del web nella didattica
Legami con la progettazione di prodotti multimediali per la
formazione on line e linstructional design
Rapporto con i contesti duso (scolastico)
Pagina 2
Teoria del carico cognitivo e
altre teorie dellapprendimento
束multimediale損
Le teorie
dellapprendimento
Modelli didattici
Web 2.0 e strumenti
per la didattica
3. Agenda dellincontro
Modalit di impiego del web nella didattica
Le teorie dellapprendimento: focus sulla Teoria del
carico cognitivo e altre teorie dell 束apprendimento
multimediale損
Didattica e web 2.0
Alcuni esempi e suggerimenti di uso del web nella
束didattica 2.0損
Pagina 3
4. Per iniziare
Quali obiettivi ci poniamo?
Processi di apprendimento alla pari (束cultura
partecipativa informale損, Jenkins H.2006) e ruolo
nellinformal learning
5. Pagina 5
I modelli didattici. Da erogative ad active
Erogative Active
Uso trasmissivo
della rete
Uso collaborativo
della rete
Fonte: Calvani, Ranieri, 2002
Quali teorie dellapprendimento?
Quali ruoli per il discente?
6. Pagina 6
I modelli didattici
Modello interattivit/collaborazione
Fonte: White Paper sul tema Distributed Learning:
Approaches, Technologies and Solutions
LIVELLO DELLA
COLLABORAZIONE
7. Pagina 7
LIVELLO DELLA
COLLABORAZIONE
I modelli didattici
Modello interattivit/collaborazione aggiornato
Apprendimento
organizzativo
Community Network Centered
Knowledge
management
8. Pagina 8
I modelli didattici
Usi della rete nella didattica
Fonte: Trentin G. 2003
10. Pagina 10
束insieme di assunzioni ipotetiche sulla struttura non
osservabile di un oggetto o di un sistema e stabilite
a partire dalle loro propriet empiriche損
Dizionario Treccani
processo di traduzione tra la teoria e la realt
spiegazione e analisi della teoria attraverso un
linguaggio appartenente alla logica, alla matematica
o alla statistica
Cos竪 un modello?
A cosa servono questi modelli?
11. Pagina 11
I modelli sono idealtipi
il modello 竪 per definizione quello in cui non c竪 niente da
cambiare, quello che funziona alla perfezione; mentre la realt
vediamo bene che non funziona e che si spappola da tutte le
parti; dunque non resta che costringerla a prendere la forma
del modello con le buone o con le cattive
Mario Rotta
I modelli possono essere utili
come riferimento per una consapevole progettazione
didattica a priori (rispetto a ruolo discenti, obiettivi e
modalit didattica)
come strumenti di interpretazione degli scenari a posteriori
A cosa servono questi modelli?
12. Grandi scuole della psicologia del Novecento
Comportamentismo
Cognitivismo
Costruttivismo
il Connettivismo (George Siemens) come quarto
paradigma?
Progettazione didattica e teorie dellapprendimento
13. Comportamentismo
Influenza sulla progettazione didattica
Definizione degli obiettivi di apprendimento in termini di performance
Progettazione didattica e teorie dellapprendimento
Concezione dellapprendimento
14. Cognitivismo
Influenza sulla progettazione didattica
Ipertesti
Utilizzo di metafore
Utilizzo del problem
solving e di simulazioni
Valutazione centrata non solo sui risultati anche sul processo di apprendimento
Concezione dellapprendimento
Progettazione didattica e teorie dellapprendimento
15. Costruttivismo
Influenza sulla progettazione didattica
modalit che propongano rappresentazioni differenziate della stessa realt
problematica della trasferibilit e della contestualizzazione dellapprendimento
束collaborative learning損
Fonte: Trentin, 2012
Concezione dellapprendimento
Progettazione didattica e teorie dellapprendimento
16. Comportamentismo
B. F. Skinner, I. Pavlov, J. B.Watson, C. Hull, E.Thorndike.
Cognitivismo
E. C. Tolman, C. Hull
J. Dewey
W. Kohler (Psicologia della gestalt), K.J.W. Craick, G.A. Miller,
E. Galanter, K. Pribram, U. Neisser
L. Vygotsky, J. Piaget, J. Bruner, S. Papert
Costruttivismo
D. H.Jonassen, D. Kolb, D. Merril, H. Gardner
Lettura storico-evolutiva ma non solo
Quali strategie privilegiare nel progettare un intervento formativo
basato su web e multimedia?
Pagina 16
Progettazione didattica e teorie dellapprendimento
17. Pagina 17
I modelli didattici
Modello interattivit/collaborazione
Fonte: White Paper sul tema Distributed Learning:
Approaches, Technologies and Solutions
LIVELLO DELLA
COLLABORAZIONE
18. Pagina 18
Variazione della presenza dei paradigmi di apprendimento nei vari gradi di istruzione
Fonte: Pozzi, 2011
Progettazione didattica e teorie dellapprendimento
Una riflessione critica su questo schema
19. Pagina 19
Modelli di apprendimento, evoluzione dei discenti
Fonte: Adattamento da Pozzi, 2011
Progettazione didattica e teorie dellapprendimento
20. Teorie dell 束apprendimento multimediale損
Cosa si intende per apprendimento multimediale?
束Lapprendimento tramite i multimedia ha luogo
quando le persone costruiscono rappresentazioni
mentali da parole (linguaggio parlato o testo
scritto) e immagini (illustrazioni, foto, animazioni o
video). Come si pu嘆 vedere in questa definizione,
multimedia si riferisce alla presentazione di parole
e immagini, mentre learning si riferisce alla
costruzione della conoscenza da parte dei
discenti損
Fonte: Mayer, 2005
21. Teorie dell 束apprendimento multimediale損
Cosa si intende per apprendimento multimediale?
Non solo apprendimento via pc e web
attivit di elaborazione attiva delle informazioni presentate
in diversi formati (immagine, testo, suono...)
Multimedialit
Formato di presentazione dei contenuti tramite diversi
canali sensoriali
Processo cognitivo attraverso il quale contenuti
provenienti da canali sensoriali diversi vengono elaborati
in ununica rappresentazione mentale
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
22. Teoria del carico cognitivo (John Sweller e Paul
Chandler)
Teoria cognitiva dellapprendimento multimediale
(Richard Mayer)
Teoria della doppia codifica (Allan Paivio)
Teoria delle rappresentazioni multimediali (Wolfgang
Schnotz)
Teorie dell 束apprendimento multimediale損
23. La teoria del carico cognitivo
Inizi anni 80
John Sweller e Paul Chandler
La teoria del carico cognitivo e gli schemi mentali
Legame con la teoria cognitiva dellapprendimento
multimediale
Pagina 23
24. La teoria del carico cognitivo
Gli assunti di base:
Considerazione dei limiti nella capacit di
elaborazione delle informazioni della memoria
di lavoro umana
Concezione dellapprendimento come
costruzione di schemi mentali
Cosa sono e quali caratteristiche hanno gli
schemi mentali?
Flessibilit
Differenza tra esperti e non esperti
Funzione degli schemi mentali
26. La teoria del carico cognitivo
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
27. Memoria come costruzione attiva di conoscenza
Collegamento tra passato, presente e futuro
La teoria del carico cognitivo
28. La teoria del carico cognitivo
Studi di Miller sulla quantit di informazione che la
memoria 竪 in grado di elaborare
Il supporto degli schemi
Il ruolo dello schema (rif. a 束esperto損)
Es. quale tra queste due affermazioni 竪 corretta?
1. Il nonno del fratello di mio padre 竪 il figlio del fratello
di mio nonno
2. Il nonno del fratello di mio padre 竪 il padre del
fratello di mio nonno
29. Pagina 29
Fonte: Bonaiuti, 2010
La teoria del carico cognitivo
Il nonno del fratello di mio padre 竪 il padre del fratello di mio
nonno
30. Come costruire schemi corretti?
Cos竪 il carico cognitivo?
Pagina 30
束quantit totale di attivit mentale imposta alla
memoria di lavoro in un dato compito di apprendimento損
Carico cognitivo troppo basso o alto
Fonte: Landriscina, 2009
La teoria del carico cognitivo
31. La teoria del carico cognitivo
Tre tipi di carico cognitivo
Intrinseco: dovuto allinterazione tra natura del
contenuto da apprendere e livello di expertise dello
studente
Estraneo: dovuto a caratteristiche del formato
didattico non direttamente collegate con la costruzione
o lautomazione di schemi mentali
Pertinente: dovuto allo sviluppo degli schemi cognitivi
richiesti per lapprendimento
Bisognerebbe progettare ambienti di apprendimento
tendendo ad aumentare il carico cognitivo pertinente e
diminuire quello estraneo.
Fonte: Landriscina, 2009
32. La teoria del carico cognitivo
Fattori che influenzano la configurazione del carico
cognitivo in un compito di apprendimento
Fonte: Landriscina, 2009
CONTENUTI STUDENTI
ISTRUZIONE
33. Carico cognitivo e multimedia
Questa teoria nasce occupandosi di problem solving
Influenza del formato di presentazione dei contenuti
Pagina 33
Relazioni tra gli elementi multimediali
Fonte: Landriscina, 2007
La teoria del carico cognitivo
34. Effetti individuati studiando il formato
Effetto dellattenzione divisa
Effetto delle modalit
Effetto della ridondanza
La teoria del carico cognitivo
35. Effetto dellattenzione divisa
La separazione di elementi che devono essere
elaborati insieme per la comprensione provoca un
carico cognitivo non necessario al processo di
apprendimento.
Causato da
- Separazione testo/immagine (diversi esempi)
- Uso di testi, immagini e suoni irrilevanti o gratuiti
Fonte: Landriscina, 2007
Pagina 35
La teoria del carico cognitivo
36. Pagina 36
La teoria del carico cognitivo. Strategie per
ridurre il carico cognitivo
Fare attenzione a non dividere lattenzione
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
37. Pagina 37
La teoria del carico cognitivo
Effetto delle modalit
Quando agli studenti sono presentate due fonti di
informazione, che si riferiscono luna allaltra e che
non sono comprensibili isolatamente,
lapprendimento migliora quando una fonte di
informazione 竪 presentata in modo visivo e laltra
in modo uditivo.
Quando si attiva leffetto modalit?
- Spiegazione uditiva indispensabile
- Immagine non troppo complessa
- Con immagine complessa audio e indicatori visivi
>>> valutazione dei costi di sviluppo per laudio
38. Effetto della ridondanza
Lapprendimento peggiora se lo studente deve
elaborare simultaneamente due fonti di
informazione che hanno lo stesso contenuto
Testo parlato che legge identico testo scritto
(vs credenza che ridondanza abbia effetto positivo)
Fonte: Landriscina, 2007
Pagina 38
La teoria del carico cognitivo
39. 22 giugno 2011Incontro Label Formazione Pagina 39
La teoria del carico cognitivo. Strategie per
ridurre il carico cognitivo
Evitare la ridondanza delle informazioni
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
40. Interazione tra gli effetti: rapporto tra testo scritto e parlato
Se testo scritto e parlato sono identici si ha una situazione
di ridondanza, da evitare perch辿 peggiorativa
dellapprendimento.
Invece, se il testo scritto 竪 in forma di parole chiave o
brevi segmenti di frase, il testo scritto pu嘆 aiutare la
comprensione e lorganizzazione del testo ascoltato in
audio. Le parole che compaiono a video devono per嘆
essere presenti anche in audio e gli elementi testuali
devono comparire in sincronia con i segmenti audio
corrispondenti
Fonte: Landriscina, 2007
Pagina 40
La teoria del carico cognitivo
41. Qual 竪 lobiettivo della progettazione didattica
rispetto alla gestione del carico cognitivo?
Adattare il carico cognitivo intrinseco al livello di expertise
dello studente
Ridurre il carico cognitivo estraneo
Creare le condizioni per un carico cognitivo pertinente
elevato
La teoria del carico cognitivo
42. Strategie per diminuire il carico cognitivo estraneo:
intervenire su
La teoria del carico cognitivo
Modalit di impiego degli elementi multimediali (presenza eccessiva)
Metodi didattici alla base di un ambiente di apprendimento
Backward fading (legame con teoria dellapprendistato cognitivo di Collins)
Critica di metodi di apprendimento 束autentico損
43. Pagina 43
La teoria del carico cognitivo
Fornire esercizi svolti a supporto del compito da svolgere
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
44. Quando la multimedialit 竪 fonte di carico cognitivo
estraneo?
Pagina 44
Testi, immagini o suoni non sono direttamente collegati ai contenuti da apprendere
Il testo scritto non 竪 spazialmente contiguo con le immagini
Il testo narrato in audio non 竪 temporalmente continuo con le animazioni
Lo studente deve ascoltare un testo narrato in audio e leggere lo stesso testo scritto
Le animazioni sono difficili da seguire e da comprendere
Lo studente non pu嘆 controllare il ritmo di presentazione delle informazioni
La teoria del carico cognitivo
Per riassumere
45. Motivi: lo studente deve
impiegare le sue capacit mentali per elaborare
informazioni irrilevanti
dividere la sua attenzione tra fonti di informazione
non integrate tra loro
elaborare simultaneamente due fonti di informazione
che hanno lo stesso contenuto.
Pagina 45
La teoria del carico cognitivo
46. Strategie per diminuire il carico cognitivo
intrinseco
Chunking (segmentare contenuti, soprattutto
quelli complessi)
Sequencing (attenzione allordine di
presentazione)
Pacing
livello di controllo dello studente sul ritmo di
presentazione delle info (animazioni e filmati)
Fonte: Landriscina, 2007
La teoria del carico cognitivo
47. Strategie per aumentare il carico cognitivo
pertinente
Incoraggiare costruzione di schemi
Aumentare variabilit dei problemi da risolvere
Offrire occasioni per rivedere concetti attraverso
lapplicazione
Fonte: Landriscina, 2007
La teoria del carico cognitivo
48. Effetto inverso dellexpertise
I metodi didattici che aiutano lapprendimento dei
novizi possono avere un effetto negativo
sullapprendimento degli esperti.
Per uno studente poco esperto, testo parlato migliore
del testo scritto.
Cautela nellimpiego di approcci basati sul problem
solving
Fonte: Landriscina, 2007
La teoria del carico cognitivo
51. Principi utili ai fini della progettazione multimediale (e
non solo)
Il ricordo 竪 migliore per le figure rispetto al testo,
perch辿 sono elaborate da entrambi i sistemi
Quando si presenta una lista di parole e immagini
ripetute, vengono ricordate meglio le figure.
La teoria della doppia codifica
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
53. 22 giugno 2011 Pagina 53
Fonte: tratto e riadattato da Mayer, 2005b in Coinu, 2008
La teoria cognitiva dell'apprendimento
multimediale
54. La teoria cognitiva dell'apprendimento multimediale
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
55. Principi utili ai fini della progettazione multimediale (e
non solo)
Multimediale: si apprende meglio da una
presentazione che associa testo ad immagini rispetto
ad una che utilizza solo testo o sole illustrazioni.
Vicinanza spaziale e temporale: si apprende meglio
se parole e immagini sono vicine sulla pagina o sullo
schermo
La teoria cognitiva dell'apprendimento multimediale
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
56. Principi utili ai fini della progettazione multimediale (e
non solo)
Rilevanza o coerenza del materiale: si apprende
meglio quando le informazioni da gestire nello stesso
momento non sono eccessive.
Modalit diversa: serve innanzitutto non
sovraccaricare un unico senso ma suddividere le
informazioni su entrambi i canali sensoriali.
La teoria cognitiva dell'apprendimento multimediale
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
57. Principi utili ai fini della progettazione multimediale (e
non solo)
Ridondanza: se linformazione 竪 presentata in troppi
formati non favorisce lapprendimento
Personalizzazione: si apprende meglio da una
spiegazione in stile non-formale rispetto ad uno stile
formale.
La teoria cognitiva dell'apprendimento multimediale
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
58. La teoria delle rappresentazioni multimediali
Wolfgang Schnotz
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
61. Teoria delle rappresentazioni multimediali
Il testo influenza la comprensione e quindi la costruzione del modello mentale
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
62. Le teorie dell apprendimenti multimediale
Limiti delle teorie presentate
束non forniscono una descrizione accurata di come le
informazioni contemporaneamente percepite da
diversi canali sensoriali vengano integrate,
permettendo quindi all'evento multimediale di essere
percepito come un insieme di oggetti.損
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
63. Le teorie dell apprendimenti multimediale
Limiti delle teorie presentate
束Hanno infatti cercato di spiegare l'apprendimento
multimediale descrivendo i processi cognitivi che
entrano "in azione" quando un'informazione
proveniente dall'esterno deve essere codificata.
L'attenzione per嘆 non deve essere posta unicamente
sul processo di codifica損
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
64. Le teorie dell apprendimenti multimediale
Limiti delle teorie presentate
束il momento fondamentale perch辿 ci sia un buon
apprendimento non 竪 l'attivazione di un canale
piuttosto che di un altro, ma l'attivazione di processi di
elaborazione dell'informazione, ovvero:
la comprensione del significato del messaggio;
la costruzione di un modello mentale integrato;
le strategie di memorizzazione;
le strategie di recupero e riutilizzo di quanto
appreso.損
Fonte: Garavaglia, Magni, 2012
66. Alcuni presupposti e principi
Condivisione, collaborazione (garantisce il controllo)
e partecipazione
Contenuti pi湛 importanti dei contenitori
Utente che genera contenuti e non (pi湛) semplice
fruitore
Il Web 2.0
67. Alcuni presupposti e principi
Si ridefiniscono le barriere e le distinzioni
produttori/editore/fruitori
Non solo i contenuti, ma anche la loro rilevanza si
basa sugli utenti
Applicazioni dal desktop al Web
Facilit di accesso e impiego degli strumenti di rete
Il Web 2.0
68. Gli strumenti del web 2.0 (e non solo) per la
didattica
Blogging
Wiki
Social newtorking
Podcasting
Collaborating
Multimedia sharing
Social gaming
Social tagging
Repetto, 2011
69. Blog
Del docente: aggiornamenti, materiali didattici, ecc.
Dello studente: diario, esercitazioni, confronto
Di classe: racconti, condivisione, partecipazione
Fonte: Policaro, 2012
70. Blog
Possibili finalit e attivit
Pubblicare lavori, ricerche, commenti,
approfondimenti
Vetrina per percorsi, progetti, corsi, ecc.
Prendere appunti collettivamente
Assegnare compiti e task
Fonte: Policaro, 2012
72. Wiki
Lavoro di gruppo e Scrittura collaborativa
Gli studenti collaborano per costruire nuovi saperi
Raccoglitore di conoscenze in continuo
aggiornamento
Attivit
Scrivere, modificare, aggiungere, aggiornare
contenuto
Fonte: Policaro, 2012
75. Social network
Possibili usi nella didattica
Condivisione presentazioni
Condivisione di materiali
Ricerca e approfondimento per tag
Archivio materiali didattici della classe
Assegnare compiti da svolgere elaborando
presentazioni
Fonte: Policaro, 2012
77. Social network
Possibili usi nella didattica
Condivisione di cosa si sta leggendo
Condivisione di cosa si 竪 gi letto
Ricerca di libri che si vorrebbe leggere
Esplorare librerie di altri lettori
Esprimere gradimento sui libri
Gruppi di lettura per categorie
Fonte: Policaro, 2012
78. Social network
Gruppi ad hoc per proseguire una discussione o
lapprofondimento degli argomenti affrontati in
classe
Vantaggi e svantaggi
Relazione alla pari
Valorizzazione della dimensione informale
Fonte: Policaro, 2012
79. Social web nella didattica
La cassetta degli attrezzi delle competenze
Partecipazione
Impegno
Motivazione
Continuit
Tempo
Produzione di contenuti
Scambio di informazioni
Monitoraggio
Gestione del pubblico e del privato
Fonte: Policaro, 2012
80. Limiti
Possibile invasione degli spazi di socializzazione dei
ragazzi
Overload informativo/comunicativo e eccesso di
multitasking
Lo scambio deve essere reciproco e non
monodirezionale
Social web nella didattica
Fonte: Policaro, 2012
81. Didattica 2.0. Organizzare lapprendimento
collaborativo in rete
Scelta della strategia collaborativa
Dimensionamento numerico dei gruppi
Assetto organizzativo dei gruppi
Definizione di regole, ruoli e funzioni
Tempistica delle attivit
Strutturazione logica della comunicazione
Scelta delle tecnologie di groupware
Definizione degli strumenti sw per la produzione
degli eventuali elaborati
Fonte: Trentin, 2011
82. Didattica 2.0. Organizzare lapprendimento
collaborativo in rete
Scelta della strategia collaborativa
Dimensionamento numerico dei gruppi
Assetto organizzativo dei gruppi
Definizione di regole, ruoli e funzioni
Tempistica delle attivit
Strutturazione logica della comunicazione
Scelta delle tecnologie di groupware
Definizione degli strumenti sw per la produzione
degli eventuali elaborati
Fonte: Trentin, 2011
84. Strategie collaborative
Sequenziale
Ogni componente del gruppo, a turno, agisce sul
semilavorato apportandovi il proprio contributo
Didattica 2.0. Organizzare lapprendimento
collaborativo in rete
Fonte: Trentin, 2011
85. Strategie collaborative
Parallela
Ogni componente del gruppo lavora in autonomia su
una parte specifica del prodotto complessivo
Didattica 2.0. Organizzare lapprendimento
collaborativo in rete
Fonte: Trentin, 2011
86. Strategie collaborative
Di Reciprocit
I componenti del gruppo lavorano in regime di forte
interdipendenza su ognuna delle parti del prodotto
complessivo
Didattica 2.0. Organizzare lapprendimento
collaborativo in rete
Fonte: Trentin, 2011
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