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Ecologie dell'informazione: dalla codificazione alla condivisione  di Nicola Benvenuti Biblioteche come conversazioni: 2.0 intorno e oltre l¡¯architettura Giornata di studio del CNBA 2007 Roma, 18 maggio 2007
Panorama dell¡¯informazione Col web si pubblica con grande facilit¨¤ ¡° di pi¨´ con meno¡± (esperienze conoscitive pi¨´ ricche, grazie alla multimedialit¨¤, con meno sforzo) I testi, sia libri che riviste, sono sempre pi¨´ disponibili in formato elettronico, spesso gratuito e sempre pi¨´ si profila per il settore scientifico la prospettiva dell¡¯Open Access Si ha una produzione di informazione rilevante e affidabile che non segue i canali istituzionali n¨¦ la tradizionale ¡°catena del valore¡± che fa riferimento all¡¯editore tradizionale Al tradizionale meccanismo del peer review si aggiunge quello pi¨´ sfilacciato, ma in molti contesti efficace, del ¡°controllo¡± della comunit¨¤ di interessi Moltiplicarsi delle tipologie e dei formati delle risorse informative.
Web 2.0 Partecipazione: l¡¯utente della rete non ¨¨ passivo bens¨¬ crea e condivide i propri contenuti sulla rete Personalizzazione: organizzando le proprie risorse sulla rete l¡¯utente crea valore aggiunto ai servizi che utilizza Mashup: nuovi servizi si creano dalla aggregazione e ricombinazione di servizi preesistenti grazie ai web services
Ecologia dell¡¯informazione Concetto che nasce nella seconda met¨¤ degli anni 90  ( Information Ecology Mastering the Information and Knowledge Environment  /TH Davenport, L Prusak,  ¨C 1997;  Information Ecologies: Using Technology with Heart  / BA Nardi, VL O'Day ¨C 2000)   Si riferisce sia all¡¯ambiente informativo in generale (insieme di tecnologie) che all¡¯attivit¨¤ umana in contesti informativi locali (quindi come alternativa a comunit¨¤) Le sue caratteristiche principali sono: Presenza di una pluralit¨¤ di tipologie di servizi di informazione (non necessariamente integrati) Consapevolezza del mutamento evolutivo Enfasi sulla osservazione e descrizione Focus sul comportamento dell¡¯utente
Dall¡¯information overload al metadata overload  (Mario Rotta,  Content is dead, long live the content)
Metadata overload  crescente ricorso a metadati automatici; crescente protagonismo degli utenti anche nell¡¯organizzazione della conoscenza (¡°Al dilettantismo della pubblicazione non pu¨° non corrispondere un dilettantismo della catalogazione¡±, Clay Shirky); ma il problema ¨¨ solo una questione di precisione e coerenza nella assegnazione di metadati ?
La disintermediazione: il social tagging. Informazione ¨¨ conoscenza prima della assegnazione di significati Il tagging, cio¨¨ url+etichetta, rinvia ai significati. emergono ¡°motivazioni individuali, ma valori di gruppo¡±. Importante non ¨¨ ¡°chi categorizza meglio di me¡±, bens¨¬ ¡°chi categorizza come me¡±. ¨¨ importante sapere chi ha fatto un certo tag ad una risorsa (cio¨¨ quale profilo di interessi ha) e quando (quanto ¨¨ aggiornato il tag) Il filtro di qualit¨¤ viene dopo la pubblicazione ed ¨¨ costituito dai link che riceve Il collegamento tra schemi individuali non avviene solo a livello di tag uguali, bens¨¬ anche tramite i documenti conosciuti e identificati tramite URL: il passaggio ¨¨ dal contenuto verso i punti di vista (tag) La corrispondenza tra tag (es. sinonimia) non ¨¨ binaria (si/no) ma analogica, cio¨¨ prefigura sovrapposizione parziale di domini e quindi implica diversit¨¤ di contenuto
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Dalla ricerca gerarchica al filtering
Dalla precisione della ricerca alla serendipity La produzione di conoscenza ¨¨ sempre pi¨´ interdisciplinare. Ci¨° significa che esistono sempre maggiori discontinuit¨¤ nella organizzazione disciplinare del sapere che determinano una riconsiderazione delle modalit¨¤ stesse della ricerca dell¡¯informazione Alla precisione della ricerca si aggiunge il  meccanismo della  serendipity , ad esempio nel social tagging, tramite la navigazione tra i tag assegnati ad una stessa risorsa da utenti posti in punti di osservazione diversi
La regola del web. Non ¡°in¡± o ¡°out¡± bens¨¬ pi¨´ o meno ¡°popolarit¨¤¡±
Come orientarsi ? Abbandonare ogni appoccio ¡°impressionistico¡± all¡¯informazione di rete Ricondurre le diverse tipologie di informazione ai rispettivi fondamenti epistemologici Il quadro delineato ¨¨ riconducibile a due metodologie dell¡¯informazione
La codificazione La  codificazione  mira a definire ex ante e dall'alto gli standard a cui contesti ed esperienze devono uniformarsi.  L'allineamento delle diverse visioni ¨¨ delegato a specialisti che definiscono le condizioni necessarie per raggiungere l'effetto voluto.  Dopo di che gli attori devono adottare, anche separatamente, il punto di vista standard.  La codificazione ¨¨ dunque adatta a processi di propagazione che puntano ai grandi numeri e all'uso di conoscenza standardizzata
La condivisione La  condivisione  ¨¨ un sistema molto efficiente di organizzazione delle conoscenze, che nasce dalla partecipazione e progettazione di una medesima esperienza  Le sue radici sono nelle comunit¨¤ di rete  fondate sull¡¯interazione, l¡¯esistenza di uno scopo comune, la disponibilit¨¤ di politiche condivise (presupposti taciti, rituali, protocolli, regole e leggi che guidano l'interazione tra gli individui), e per usare sistemi informatici al fine di supportare le interazioni sociali e trasmettere senso di appartenenza  Esso genera per¨° un ridotto bacino d'uso (condivisione familiare, locale, professionale ...). Ampliare il bacino pu¨° avere costi eccessivi (E. Rullani) Ognuna di queste metodologie implica un differente approccio epistemologico alla conoscenza.
L¡¯approccio razionalistico 1 Processo lineare in cui i dati sono convertiti in informazione e l¡¯informazione in conoscenza dati informazione conoscenza saggezza Conoscenza come accumulo di informazioni che alimentano la complessit¨¤ combinatoria del deposito di conoscenze. La conoscenza costituisce la giustificazione di valori e credenze dell¡¯individuo (saggezza)
L¡¯approccio razionalistico 2 La conoscenza risulta pertanto dal flusso di codificazione e classificazione delle informazioni  e  l¡¯accento ¨¨ posto sulla efficienza del sistema di manipolazione dell¡¯informazione (es. UBC) la distinzione tra informazione e conoscenza ¨¨ limitata alla quantit¨¤ o intensit¨¤ del flusso di accumulo  questa visione presuppone l¡¯esistenza di un oggetto esterno al soggetto pensante (cognitivismo) ¨¨ processo sostanzialmente individuale
L¡¯approccio costruttivista 1 L¡¯alternativa a questo modello di conoscenza ¨¨ rappresentata dall¡¯introduzione esplicita di meccanismi cognitivi dell¡¯individuo (memoria, modelli mentali, capacit¨¤ di percezione, capacit¨¤ comunicative ¡­) che mediano tra pratica ed esperienza da un lato e credenze e valori dall¡¯altro Il processo di assimilazione di nuove informazioni non ¨¨ puramente sommativo e passivo ma implica un processo di reingegnerizzazione continuo da parte dell¡¯individuo in un contesto sociale
L¡¯approccio costruttivista 2 Accanto alla conoscenza codificata viene in primo piano la conoscenza tacita, soprattutto saper gestire l¡¯informazione e saper trasmettere la conoscenza, etc. La conoscenza ¨¨ risultato di processi sociali, deve cio¨¨ essere scambiata e confrontata. Conoscenza individuale e conoscenza collettiva non sono indipendenti bens¨¬ interagiscono costantemente In questo modello l¡¯accento ¨¨ posto sul soggetto che crea una propria realt¨¤ virtuale e la modifica in un processo di apprendimento (learning) continuo
E¡¯ possibile un dialogo tra i due linguaggi ? Utilizzando gli strumenti di organizzazione dell¡¯informazione creati dal basso in ambienti collaborativi, potrebbe essere possibile:  categorizzare rapidamente grandi quantit¨¤ di informazione a rischio di scomparire o di  cambiare contenuto. E¡¯ il caso delle risorse di rete i cui progetti di catalogazione da parte di bibliotecari si  sono scontrati con rapidi ritmi di crescita ed estrema instabilit¨¤, ma anche con l¡¯incapacit¨¤ degli strumenti bibliotecari tradizionali, classificazioni e vocabolari controllati, di fornire accessi efficaci. Le biblioteche potrebbero invece mettere a disposizione dei propri utenti strumenti di  social bookmarking  per condividere risorse di interesse in ambito locale e tramite i tag interfacciarle con quelle del catalogo.   categorizzare l¡¯informazione non testuale. In particolare si ricorre al  social tagging  per annotare le immagini in rete attraverso meccanismi collaborativi che utilizzano la metafora del gioco: ¨¨ il caso di  Google image labeler , che riprende la metodologia dello  ESP game  della Carnegie Mellon University  che consiste nel far s¨¬ che due utenti online concordino sui tag da assegnare ad una serie di immagini.  ??
Prove di dialogo 2 scoprire  significati  del contenuto di libri in catalogo, non registrati dalla classificazione bibliotecaria, necessariamente univoca. Un settore dove il  social bookmarking  sta suscitando particolare interesse ¨¨ non a caso quello museale. I tradizionali thesauri e vocabolari controllati infatti si preoccupano soprattutto di descrivere cos¡¯¨¨ un quadro ma non c¡¯¨¨ alcun accesso al ¡°soggetto¡± dell¡¯immagine, che ¨¨ invece il modo principale tramite cui le persone cercano i quadri. Da qui il ricorso al  social bookmarking  per avvicinare gli utenti, creare conoscenza distribuita e costruire comunit¨¤ virtuali. trovare  risorse   in diversi formati  ad esempio collegando i tag attribuiti in Connotea, in flickr o in youtube, con quelli assegnati ai libri del catalogo (p. e. come conseguenza di un lavoro seminariale). Questa tendenza si sta manifestando soprattutto nella costruzione di ¡° personal tagging desktop ¡± da parte di google, per organizzare sulla piattaforma in rete non solo le proprie mail, ma anche i propri documenti (word ed excell), le fotografie, gli RSS, etc. attribuendo le etichette preferite. Un altro esempio ¨¨ technorati che offre un motore di ricerca tra i tag differenziando i risultati per blog post, fotografie, video, podcast, musica e persone.
Prove di dialogo 3 offrire un  accesso flessibile  alle classificazioni gerarchiche, diminuendo fortemente la curva dell'apprendimento delle regole di codificazione. Oltre a quanto detto sopra, p. e., l¡¯IBM ha aperto la via al social bookmarking nelle imprese per gestire le proprie risorse di conoscenza. Nel  Dogear project  i tag inseriti dal personale sono utilizzati per facilitare l¡¯accesso al sistema di  knowledge management  e assicurare un adeguato ritmo di aggiornamento del modo in cui l¡¯informazione ¨¨ organizzata. L¡¯ambiente controllato permette anche di tracciare l¡¯identit¨¤ di chi assegna i tag  identificando gli esperti nei vari settori.   infine, ma non ultimo, il social tagging pu¨° servire per indicare a chi si occupa dell¡¯aggiornamento di classificazioni e vocabolari controllati, i termini preferiti ( desired path  secondo la terminologia di Merholz) dagli utenti per esprimere nuovi e vecchi concetti.
R. David Lankes,   Participatory Networks :  The Library as Conversation
Conclusioni  Il campo ¨¨ quindi aperto per adottare nuovi strumenti per servire gli utenti delle biblioteche Fornire informazioni significa infatti anche e sempre pi¨´ agevolare il processo di apprendimento degli utenti su come reperire, organizzare, condividere le proprie conoscenze  Il ruolo del bibliotecario che emerge ¨¨, accanto a quello tradizionale del catalogatore, quello poco esplorato ma promettente dell¡¯ ¡°infomediario¡±

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  • 2. Panorama dell¡¯informazione Col web si pubblica con grande facilit¨¤ ¡° di pi¨´ con meno¡± (esperienze conoscitive pi¨´ ricche, grazie alla multimedialit¨¤, con meno sforzo) I testi, sia libri che riviste, sono sempre pi¨´ disponibili in formato elettronico, spesso gratuito e sempre pi¨´ si profila per il settore scientifico la prospettiva dell¡¯Open Access Si ha una produzione di informazione rilevante e affidabile che non segue i canali istituzionali n¨¦ la tradizionale ¡°catena del valore¡± che fa riferimento all¡¯editore tradizionale Al tradizionale meccanismo del peer review si aggiunge quello pi¨´ sfilacciato, ma in molti contesti efficace, del ¡°controllo¡± della comunit¨¤ di interessi Moltiplicarsi delle tipologie e dei formati delle risorse informative.
  • 3. Web 2.0 Partecipazione: l¡¯utente della rete non ¨¨ passivo bens¨¬ crea e condivide i propri contenuti sulla rete Personalizzazione: organizzando le proprie risorse sulla rete l¡¯utente crea valore aggiunto ai servizi che utilizza Mashup: nuovi servizi si creano dalla aggregazione e ricombinazione di servizi preesistenti grazie ai web services
  • 4. Ecologia dell¡¯informazione Concetto che nasce nella seconda met¨¤ degli anni 90 ( Information Ecology Mastering the Information and Knowledge Environment /TH Davenport, L Prusak, ¨C 1997; Information Ecologies: Using Technology with Heart / BA Nardi, VL O'Day ¨C 2000) Si riferisce sia all¡¯ambiente informativo in generale (insieme di tecnologie) che all¡¯attivit¨¤ umana in contesti informativi locali (quindi come alternativa a comunit¨¤) Le sue caratteristiche principali sono: Presenza di una pluralit¨¤ di tipologie di servizi di informazione (non necessariamente integrati) Consapevolezza del mutamento evolutivo Enfasi sulla osservazione e descrizione Focus sul comportamento dell¡¯utente
  • 5. Dall¡¯information overload al metadata overload (Mario Rotta, Content is dead, long live the content)
  • 6. Metadata overload crescente ricorso a metadati automatici; crescente protagonismo degli utenti anche nell¡¯organizzazione della conoscenza (¡°Al dilettantismo della pubblicazione non pu¨° non corrispondere un dilettantismo della catalogazione¡±, Clay Shirky); ma il problema ¨¨ solo una questione di precisione e coerenza nella assegnazione di metadati ?
  • 7. La disintermediazione: il social tagging. Informazione ¨¨ conoscenza prima della assegnazione di significati Il tagging, cio¨¨ url+etichetta, rinvia ai significati. emergono ¡°motivazioni individuali, ma valori di gruppo¡±. Importante non ¨¨ ¡°chi categorizza meglio di me¡±, bens¨¬ ¡°chi categorizza come me¡±. ¨¨ importante sapere chi ha fatto un certo tag ad una risorsa (cio¨¨ quale profilo di interessi ha) e quando (quanto ¨¨ aggiornato il tag) Il filtro di qualit¨¤ viene dopo la pubblicazione ed ¨¨ costituito dai link che riceve Il collegamento tra schemi individuali non avviene solo a livello di tag uguali, bens¨¬ anche tramite i documenti conosciuti e identificati tramite URL: il passaggio ¨¨ dal contenuto verso i punti di vista (tag) La corrispondenza tra tag (es. sinonimia) non ¨¨ binaria (si/no) ma analogica, cio¨¨ prefigura sovrapposizione parziale di domini e quindi implica diversit¨¤ di contenuto
  • 8. ?
  • 10. Dalla precisione della ricerca alla serendipity La produzione di conoscenza ¨¨ sempre pi¨´ interdisciplinare. Ci¨° significa che esistono sempre maggiori discontinuit¨¤ nella organizzazione disciplinare del sapere che determinano una riconsiderazione delle modalit¨¤ stesse della ricerca dell¡¯informazione Alla precisione della ricerca si aggiunge il meccanismo della serendipity , ad esempio nel social tagging, tramite la navigazione tra i tag assegnati ad una stessa risorsa da utenti posti in punti di osservazione diversi
  • 11. La regola del web. Non ¡°in¡± o ¡°out¡± bens¨¬ pi¨´ o meno ¡°popolarit¨¤¡±
  • 12. Come orientarsi ? Abbandonare ogni appoccio ¡°impressionistico¡± all¡¯informazione di rete Ricondurre le diverse tipologie di informazione ai rispettivi fondamenti epistemologici Il quadro delineato ¨¨ riconducibile a due metodologie dell¡¯informazione
  • 13. La codificazione La codificazione mira a definire ex ante e dall'alto gli standard a cui contesti ed esperienze devono uniformarsi. L'allineamento delle diverse visioni ¨¨ delegato a specialisti che definiscono le condizioni necessarie per raggiungere l'effetto voluto. Dopo di che gli attori devono adottare, anche separatamente, il punto di vista standard. La codificazione ¨¨ dunque adatta a processi di propagazione che puntano ai grandi numeri e all'uso di conoscenza standardizzata
  • 14. La condivisione La condivisione ¨¨ un sistema molto efficiente di organizzazione delle conoscenze, che nasce dalla partecipazione e progettazione di una medesima esperienza Le sue radici sono nelle comunit¨¤ di rete fondate sull¡¯interazione, l¡¯esistenza di uno scopo comune, la disponibilit¨¤ di politiche condivise (presupposti taciti, rituali, protocolli, regole e leggi che guidano l'interazione tra gli individui), e per usare sistemi informatici al fine di supportare le interazioni sociali e trasmettere senso di appartenenza Esso genera per¨° un ridotto bacino d'uso (condivisione familiare, locale, professionale ...). Ampliare il bacino pu¨° avere costi eccessivi (E. Rullani) Ognuna di queste metodologie implica un differente approccio epistemologico alla conoscenza.
  • 15. L¡¯approccio razionalistico 1 Processo lineare in cui i dati sono convertiti in informazione e l¡¯informazione in conoscenza dati informazione conoscenza saggezza Conoscenza come accumulo di informazioni che alimentano la complessit¨¤ combinatoria del deposito di conoscenze. La conoscenza costituisce la giustificazione di valori e credenze dell¡¯individuo (saggezza)
  • 16. L¡¯approccio razionalistico 2 La conoscenza risulta pertanto dal flusso di codificazione e classificazione delle informazioni e l¡¯accento ¨¨ posto sulla efficienza del sistema di manipolazione dell¡¯informazione (es. UBC) la distinzione tra informazione e conoscenza ¨¨ limitata alla quantit¨¤ o intensit¨¤ del flusso di accumulo questa visione presuppone l¡¯esistenza di un oggetto esterno al soggetto pensante (cognitivismo) ¨¨ processo sostanzialmente individuale
  • 17. L¡¯approccio costruttivista 1 L¡¯alternativa a questo modello di conoscenza ¨¨ rappresentata dall¡¯introduzione esplicita di meccanismi cognitivi dell¡¯individuo (memoria, modelli mentali, capacit¨¤ di percezione, capacit¨¤ comunicative ¡­) che mediano tra pratica ed esperienza da un lato e credenze e valori dall¡¯altro Il processo di assimilazione di nuove informazioni non ¨¨ puramente sommativo e passivo ma implica un processo di reingegnerizzazione continuo da parte dell¡¯individuo in un contesto sociale
  • 18. L¡¯approccio costruttivista 2 Accanto alla conoscenza codificata viene in primo piano la conoscenza tacita, soprattutto saper gestire l¡¯informazione e saper trasmettere la conoscenza, etc. La conoscenza ¨¨ risultato di processi sociali, deve cio¨¨ essere scambiata e confrontata. Conoscenza individuale e conoscenza collettiva non sono indipendenti bens¨¬ interagiscono costantemente In questo modello l¡¯accento ¨¨ posto sul soggetto che crea una propria realt¨¤ virtuale e la modifica in un processo di apprendimento (learning) continuo
  • 19. E¡¯ possibile un dialogo tra i due linguaggi ? Utilizzando gli strumenti di organizzazione dell¡¯informazione creati dal basso in ambienti collaborativi, potrebbe essere possibile: categorizzare rapidamente grandi quantit¨¤ di informazione a rischio di scomparire o di cambiare contenuto. E¡¯ il caso delle risorse di rete i cui progetti di catalogazione da parte di bibliotecari si sono scontrati con rapidi ritmi di crescita ed estrema instabilit¨¤, ma anche con l¡¯incapacit¨¤ degli strumenti bibliotecari tradizionali, classificazioni e vocabolari controllati, di fornire accessi efficaci. Le biblioteche potrebbero invece mettere a disposizione dei propri utenti strumenti di social bookmarking per condividere risorse di interesse in ambito locale e tramite i tag interfacciarle con quelle del catalogo. categorizzare l¡¯informazione non testuale. In particolare si ricorre al social tagging per annotare le immagini in rete attraverso meccanismi collaborativi che utilizzano la metafora del gioco: ¨¨ il caso di Google image labeler , che riprende la metodologia dello ESP game della Carnegie Mellon University che consiste nel far s¨¬ che due utenti online concordino sui tag da assegnare ad una serie di immagini. ??
  • 20. Prove di dialogo 2 scoprire significati del contenuto di libri in catalogo, non registrati dalla classificazione bibliotecaria, necessariamente univoca. Un settore dove il social bookmarking sta suscitando particolare interesse ¨¨ non a caso quello museale. I tradizionali thesauri e vocabolari controllati infatti si preoccupano soprattutto di descrivere cos¡¯¨¨ un quadro ma non c¡¯¨¨ alcun accesso al ¡°soggetto¡± dell¡¯immagine, che ¨¨ invece il modo principale tramite cui le persone cercano i quadri. Da qui il ricorso al social bookmarking per avvicinare gli utenti, creare conoscenza distribuita e costruire comunit¨¤ virtuali. trovare risorse in diversi formati ad esempio collegando i tag attribuiti in Connotea, in flickr o in youtube, con quelli assegnati ai libri del catalogo (p. e. come conseguenza di un lavoro seminariale). Questa tendenza si sta manifestando soprattutto nella costruzione di ¡° personal tagging desktop ¡± da parte di google, per organizzare sulla piattaforma in rete non solo le proprie mail, ma anche i propri documenti (word ed excell), le fotografie, gli RSS, etc. attribuendo le etichette preferite. Un altro esempio ¨¨ technorati che offre un motore di ricerca tra i tag differenziando i risultati per blog post, fotografie, video, podcast, musica e persone.
  • 21. Prove di dialogo 3 offrire un accesso flessibile alle classificazioni gerarchiche, diminuendo fortemente la curva dell'apprendimento delle regole di codificazione. Oltre a quanto detto sopra, p. e., l¡¯IBM ha aperto la via al social bookmarking nelle imprese per gestire le proprie risorse di conoscenza. Nel Dogear project i tag inseriti dal personale sono utilizzati per facilitare l¡¯accesso al sistema di knowledge management e assicurare un adeguato ritmo di aggiornamento del modo in cui l¡¯informazione ¨¨ organizzata. L¡¯ambiente controllato permette anche di tracciare l¡¯identit¨¤ di chi assegna i tag identificando gli esperti nei vari settori. infine, ma non ultimo, il social tagging pu¨° servire per indicare a chi si occupa dell¡¯aggiornamento di classificazioni e vocabolari controllati, i termini preferiti ( desired path secondo la terminologia di Merholz) dagli utenti per esprimere nuovi e vecchi concetti.
  • 22. R. David Lankes, Participatory Networks : The Library as Conversation
  • 23. Conclusioni Il campo ¨¨ quindi aperto per adottare nuovi strumenti per servire gli utenti delle biblioteche Fornire informazioni significa infatti anche e sempre pi¨´ agevolare il processo di apprendimento degli utenti su come reperire, organizzare, condividere le proprie conoscenze Il ruolo del bibliotecario che emerge ¨¨, accanto a quello tradizionale del catalogatore, quello poco esplorato ma promettente dell¡¯ ¡°infomediario¡±