Fattore D è la ricerca sul ruolo delle imprese femminili e della donna nella crescita economica della provincia di Ravenna. in questo rapporto c'è la sintesi dell'analisi dei bilanci di 120 imprese per sei annualità .
Fattore D è la ricerca sul ruolo delle imprese femminili e della donna nella crescita economica della provincia di Ravenna. In questo rapporto c'è la sintesi delle interviste realizzate su un campione di 120 imprese
Ricerca sulla womenomics realizzata nella provincia di Ravenna: scenario internazioanle, statistiche, studi e pubblicazioni sulla womenomics nel mondo.
Contributo dei ponti termici nel calcolo della prestazione energetica di un e...Gruppo EDEN
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Novità introdotte dalla revisione del 2 ottobre 2014 delle norme UNI TS 11300 per quanto riguarda il calcolo dei Ponti Termici. Esempi di Abachi e Atlanti dei Ponti Termici utilizzabili da Norme UNI EN ISO 14683 e UNI EN ISO 10211. Esempi di calcolo della trasmittanza lineica con il Software Termo.
Con la revisione del 2014 della norma UNI TS 11300-1 è stata tolta la possibilità di calcolare i ponti termici in modo forfettario e da Appendice A della norma 14683. La presentazione illustra come calcolare la trasmittanza lineica dei ponti termici seguendo le indicazioni delle norme UNI TS 11300, UNI EN ISO 14683 e UNI EN ISO 10211.
Viene inoltre mostrato l'utilizzo dell'Atlante dei ponti termici elaborato dal CENED, gratuito, per il calcolo delle trasmittanze lineiche per i ponti termici più comuni in Italia.
Per scaricare gratuitamente gli Atlanti dei Ponti Termici, vedere esempi di calcolo della trasmittanza lineica: www.ediliziaenergetica.it/documentazione-tmp/approfondimenti
Smart Grid: lo scenario competitivo e di mercato - Bernardo MoronatoSardegna Ricerche
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La realizzazione di una smart grid, ed ancor di più di una micro grid, richiede l’analisi e l’interpretazione di variabili locali come, ad esempio, la disponibilità di fonti rinnovabili. Dal punto di vista della varietà climatica, geografica, paesaggistica ed urbanistica (con forte presenza di centri storici ed artistici), l’Italia presenta non poche criticità e per questo è un laboratorio perfetto, ove applicare la logica delle smart grid e testare nuove soluzioni ed esperienze potenzialmente replicabili anche all’estero. Partendo dal contesto tecnologico e brevettuale, la presentazione offre una panoramica dello scenario competitivo e di mercato riguardante le smart grid ed, in particolare, le micro grid, dando particolare rilevanza alla situazione italiana. Infine, si presentano alcuni prodotti e progetti significativi attualmente in fase di sviluppo in Italia.
Conferenza-evento presentazione di Roberto Monducci Rapporto sulla competitività dei settori produttivi. Quinta edizione
Aula Magna Istat, Roma 3 marzo 2017
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016, MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
La produttività aggregata è vista, da un lato, come risultato delle decisioni tecnologiche e manageriali, fatte dagli imprenditori; d'altro, come la capacità di un'economia di allocare le risorse verso le unità più produttive. Intuitivamente, la produttività aggregata aumenta ogni volta che vengono riallocati i fattori di produzione dall’impresa meno produttiva a quella più produttiva. In questo lavoro ci proponiamo di documentare il contributo dell’efficienza allocativa alla dinamica della produttività aggregata del lavoro in Italia e in Lombardia. La base dati utilizzata per la produzione di tali stime è costituita da un unico set di dati che copre l'universo delle imprese italiane, attive nel settore non-agricolo e non finanziario, per il periodo 2005-2013, costituiscono grazie ad una rinnovata collaborazione tra la Banca d'Italia e l'Istat. L’analisi è realizzata considerando tre tipologie di imprese: permanenti negli anni, entrate e uscite dal sistema produttivo: la componente di riallocazione delle risorse, tra gli operatori permanenti, offre un recupero al calo della produttività media; il contributo netto delle componenti demografiche risulta sempre positivo, in quanto l'uscita di imprese meno produttive compensa l’effetto negativo dell’ingresso di nuove imprese.
A sector analysis sample: Information and communications technology (ICT) and...modeFinance
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Recently modeFinance has conducted a sector analysis of the District of Digital Technologies,a company based in Udine province (Italy) gathering more than 800 companies involved in Information and communications technology (ICT) and NewTech sectors.
According to the studies, the following conclusions can be reached:
1.Sectors with high degree of technological innovation have been considerably less affected by the economic crisis.
2.Sectors with high degree of technological innovation lead to profitability levels which are generally higher than those of other sectors.
3.The profitability achieved has a strong correlation with the company size: larger companies tend to reach higher profitability.
4.If any, a positive outcome of the economic crisis has been the fact that the average indebtedness of the companies is reducing.
ºÝºÝߣ Cofiter : "Pronti per la tua Impresa"Cofiter S.c.
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Opportunità e servizi a supporto del business della PMI: consulenza, agevolazioni, internazionalizzazione, strumenti di credito (garanzia e credito diretto).
Evento di presentazione e-book Rapporto Istat-Euricse: Struttura, profili economici e prospettive delle cooperative in Italia
Istat Roma, Aula Magna, 25 gennaio 2019
Conferenza-evento presentazione di Roberto Monducci Rapporto sulla competitività dei settori produttivi. Quinta edizione
Aula Magna Istat, Roma 3 marzo 2017
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La produttività aggregata è vista, da un lato, come risultato delle decisioni tecnologiche e manageriali, fatte dagli imprenditori; d'altro, come la capacità di un'economia di allocare le risorse verso le unità più produttive. Intuitivamente, la produttività aggregata aumenta ogni volta che vengono riallocati i fattori di produzione dall’impresa meno produttiva a quella più produttiva. In questo lavoro ci proponiamo di documentare il contributo dell’efficienza allocativa alla dinamica della produttività aggregata del lavoro in Italia e in Lombardia. La base dati utilizzata per la produzione di tali stime è costituita da un unico set di dati che copre l'universo delle imprese italiane, attive nel settore non-agricolo e non finanziario, per il periodo 2005-2013, costituiscono grazie ad una rinnovata collaborazione tra la Banca d'Italia e l'Istat. L’analisi è realizzata considerando tre tipologie di imprese: permanenti negli anni, entrate e uscite dal sistema produttivo: la componente di riallocazione delle risorse, tra gli operatori permanenti, offre un recupero al calo della produttività media; il contributo netto delle componenti demografiche risulta sempre positivo, in quanto l'uscita di imprese meno produttive compensa l’effetto negativo dell’ingresso di nuove imprese.
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Recently modeFinance has conducted a sector analysis of the District of Digital Technologies,a company based in Udine province (Italy) gathering more than 800 companies involved in Information and communications technology (ICT) and NewTech sectors.
According to the studies, the following conclusions can be reached:
1.Sectors with high degree of technological innovation have been considerably less affected by the economic crisis.
2.Sectors with high degree of technological innovation lead to profitability levels which are generally higher than those of other sectors.
3.The profitability achieved has a strong correlation with the company size: larger companies tend to reach higher profitability.
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1. Il ruolo delle donne nella crescita economica del territorio Camera di Commercio di Ravenna Comitato di promozione dell’imprenditoria con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna RAPPORTO DELLA RICERCA Il Fattore D nelle imprese della Provincia di Ravenna Analisi dei bilanci 2004-2009 Ravenna, 17 maggio 2011
2. Fattore D > Idea progetto e obiettivi È un progetto di ricerca condotto sul sistema economico della provincia di Ravenna per misurare come e in che misura il Fattore D, cioè la presenza e le competenze delle donne, influisce sulle performance delle imprese e quindi contribuisce allo sviluppo e alla crescita del territorio Obiettivi Conoscere e misurare numeri, trend, performance e potenzialità dell’imprenditoria femminile della provincia di Ravenna Capire come e in che misura il Fattore D influisce nelle performance economiche delle imprese Far emergere proposte, idee, e progetti che possano essere applicate da imprese, istituzioni e associazioni per fare del Fattore D un asset strategico per la crescita del territorio
3. Fattore D > Piano delle azioni Analisi di scenario sul Fattore D (analisi statistica, benchmark, casi di successo internazionali) Indagine sull’influenza del Fattore D nelle performance di un campione qualitativo di imprese società di capitali della Provincia di Ravenna Analisi dei bilanci 2004-2009  siamo qui! Interviste di approfondimento Focus group di progetto e orientamento per nuove politiche istituzionali, economiche e sociali Apertura e gestione del Blog Fattore D a Ravenna
4. Fattore D > Metodologia della ricerca Piano della ricerca con definizione dei criteri di selezione del campione e delle voci di bilancio da analizzare Analisi e normalizzazione della banca dati fornita dalla Camera di Commercio di Ravenna con le 7.287 società di capitali registrate nella Provincia al IV trimestre 2010 Selezione di un campione qualitativo di 120 società di capitali della provincia di Ravenna, di cui 60 femminili Per ciascuna azienda estrazione dei bilanci civilistici (annualità 2004-2009) dal Registro delle Imprese della Camera di Commercio* Archiviazione dei bilanci Progetto e realizzazione banca-dati e inputazione delle voci di bilancio Normalizzazione dei dati, riclassificazioni ed elaborazioni Realizzazione tabelle, grafici e quadri di sintesi Redazione rapporto di ricerca * Si ringrazia la Camera di Commercio di Ravenna per il supporto e la collaborazione
5. 1. Il campione di indagine Criteri di definizione e selezione Analisi qualitativa delle 120 imprese
6. Criteri di definizione e selezione (a) Assunzioni generali e normalizzazione della banca dati Assunzioni generali Territorio di riferimento ïƒ Provincia di Ravenna Universo di indagine ïƒ 7.287 società di capitali registrate nella provincia di Ravenna al 4° trimestre 2010, di cui 1.010 femminili (14%)* 6.277 non femminili (87%) Fonte ufficiale ïƒ Registro delle Imprese iscritte presso la Camera di Commercio di Ravenna Normalizzazione della banca dati Estrazione delle sole imprese attive ïƒ 6.405 imprese , di cui 903 femminili (14%) 5.502 non femminili (86%) Ulteriore selezione delle imprese che hanno iniziato l'attività prima del 2004 , così da poter analizzare quelle di cui sono disponibili i bilanci per l’intero periodo in esame (2004-2009). ïƒ 4.227 imprese , di cui: 551 femminili (13%) 3.676 non femminili (87%) Esclusione delle imprese che indicavano un valore della produzione pari a zero o negativo, per un totale complessivo di: ïƒ 3.376 imprese , di cui 479 femminili (13%) 2.897 non femminili (87%) *Le imprese femminili sono state rilevate sulla base dei seguenti criteri: Maggioritaria ïƒ più del 50% del capitale sociale e degli Amministratori composto da donne Forte ïƒ almeno 2/3 del capitale sociale e degli Amministratori composto da donne Esclusiva ïƒ il 100% del capitale sociale e degli Amministratori è composto da donne NB. se l’elenco dei soci non è presente nel Registro delle imprese, conta solo il numero di Amministratori
7. Criteri di definizione e selezione (b) Riclassificazione delle imprese 4 classi di valore della produzione* Oltre 10 mln euro Da 2 a 10 mln euro Da 500 mila a 2 mln euro Meno di 500 mila euro 12 macro settori di attività , in base a classificazione ATECO 2007: Agricoltura e pesca Alloggio, ristorazione Attività artistiche, sportive, di intrattenimento Attività finanziarie, assicurative e immobiliari Attività manifatturiere Attività professionali scientifiche e tecniche Commercio Costruzioni Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese Sanità e assistenza sociale, servizi alla persona Servizi ICT Trasporto e magazzinaggio * Il VALORE DELLA PRODUZIONE è uguale al FATTURATO incrementato dal valore delle giacenze della produzione di esercizio e diminuito del valore delle giacenze delle produzioni passate. È un dato direttamente rilevabile attraverso tecniche automatiche di lavorazione ottica dei documenti di bilancio originali. Per questo motivo è stato utilizzato come proxi del fatturato
8. Criteri di definizione e selezione (c) Composizione del campione qualitativo Criteri di selezione ïƒ imprese femminili Scelta preferenziale per le imprese femminili “esclusiveâ€, in secondo ordine “fortiâ€, in terzo “maggioritarie†Scelta preferenziale per le imprese con capitale sociale e numero di addetti più elevati All’interno di ogni settore economico particolare attenzione rivolta a differenziare e rappresentare le singole tipologie di attività Aziende con completezza dei dati di bilancio per le 6 annualità in esame Criteri di selezione ïƒ imprese non femminili Selezione di realtà il più possibile simili e vicine a quelle femminili già selezionate, per quanto riguarda tipologia di attività economica, valore della produzione, capitale sociale, numero di addetti. 10 aziende (di cui 5 femminili) per ciascuno dei 12 settori di attivitÃ
9. Analisi qualitativa delle 120 imprese (a) 17 con presenza esclusiva 24 forte 19 maggioritaria 70% del campione è composto da micro imprese (meno di 2 mln di euro di valore della produzione)
11. Analisi qualitativa delle 120 imprese (c) Addetti (fonte: banca dati camerale) 1.796 in totale, 15 in media Anno di inizio attività 34% dopo il 2000 34% negli anni ’90 22% negli anni ‘80 8% negli anni ‘70 2% negli anni ’60 Forma giuridica 82,5% Srl 12,5% Srl con socio unico 5% SpA Capitale sociale 7% oltre 1 milione di euro 5% da 500 mila a 1 milione 13% da 100 mila a 500 mila 15% da 50 mila a 100 mila 17,5 % da 20 mila a 50 mila 42% meno di 20 mila
13. Premessa Che cosa abbiamo analizzato Fatturato Costi del personale Valore aggiunto Reddito operativo Risultato ante imposte Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali ROI (Return on Investment) ROE (Return on Equity) LEVERAGE (Rapporto di indebitamento) FinalitÃ ïƒ Scoprire se e in quale misura le imprese femminili sono più performanti, in quali settori di attività e per quali classi di valore della produzione = imprese femminili (IF) = imprese non femminili (NF) *Il valore medio è dato dalla sommatoria di tutti i valori registrati per una singola variabile (ad esempio, la somma di tutti i fatturati 2007 delle imprese femminili del manifatturiero) diviso il numero di valori osservati (in questo caso il numero di imprese femminili del manifatturiero per le quali è disponibile il fatturato 2007) 720 bilanci
14. Fatturato (a) Tassi medi di crescita per le IF 4 volte superiori rispetto alle NF , che mostrano addirittura un valore negativo. Variazione negativa consistente (ma leggermente inferiore per le IF ) nel 2009, in cui si dimezza il numero di imprese che ha chiuso in crescita rispetto all’anno precedente. IL FATTURATO E’: l’insieme dei ricavi determinati dalle vendita di beni e prestazioni di servizi caratteristici dell’attività ordinaria dell’impresa
15. Fatturato (b) Performance superiori delle IF in 3 classi su 4, con valori sensibilmente migliori rispetto alle NF nella categoria 500 mila – 2 mln euro. Solo nella classe 2-10 mln il tasso delle NF è superiore rispetto alle IF, che registrano comunque un valore positivo.
16. Fatturato (c) Bene le IF , con tassi di crescita elevati e superiori o in controtendenza rispetto a quelli delle NF , nei settori: Costruzioni Attività manifatturiere Attività professionali scientifiche e tecniche Trasporto e magazzinaggio. Solo per 3 categorie su 12 i valori medi delle IF sono negativi, contro i 7 delle NF.
17. Costi del personale (a) IF sempre in crescita, anche nel 2009, in controtendenza rispetto alle NF . Significa che anche nel periodo della crisi le IF hanno fatto ricorso in misura inferiore a tagli di personale per affrontare la congiuntura sfavorevole. I COSTI DEL PERSONALE SONO: L’insieme i costi sostenuti dall’azienda per remunerare il lavoro dei suoi collaboratori (salari e stipendi, oneri sociali, trattamento di fine rapporto, etc.)
18. Costi del personale (b) Valori medi positivi per le IF in tutte e quattro le classi di valore della produzione e in tre casi su quattro notevolmente superiori alle NF. Per le imprese più grandi il divario è minimo.
19. Costi del personale (c) Valori positivi e superiori per le IF rispetto alle NF nei settori: Attività artistiche, sportive e di intrattenimento Attività professionali scientifiche e tecniche Costruzioni Trasporto e magazzinaggio Attività finanziarie, assicurative e immobiliari. Solo in due settori valori negativi, sia per le IF che per le NF.
20. Valore aggiunto (a) Il valore aggiunto nelle IF cresce ad un tasso medio annuo doppio rispetto alle NF . Nel 2009 sono di meno, in termini percentuali, le IF che registrano una crescita del valore aggiunto, ma mantengono un tasso tre volte superiore alle NF . IL VALORE AGGIUNTO E’: la misura di quanta parte della produzione è imputabile all’attività svolta internamente. È determinato dalla differenza tra i ricavi caratteristici meno i costi per materie prime e i costi esterni. L’esame del valore aggiunto permette di rispondere alla domanda: “ data la materia prima e le altre condizioni produttive acquistate all’esterno, quanto valore l’impresa aggiunge ad esse tramite il suo operato?â€.
21. Valore aggiunto (b) Valori superiori per le IF in tre casi su quattro, e con tassi sempre positivi, a differenza delle NF , soprattutto quelle con più piccole, che fanno registrare tassi negativi.
22. Valore aggiunto (c) Per le IF valori elevati e superiori alle NF per : Attività professionali scientifiche e tecniche Costruzioni (sugli stessi livelli delle NF) Alloggio e ristorazione Attività manifatturiere Trasporto e magazzinaggio. Trend decrescenti per le IF in 4 settori (con livelli preoccupanti per l’agricoltura) e, in altri 4 settori, per le NF .
23. Reddito operativo (a) Nei grafici a sinistra analizziamo il rapporto percentuale tra reddito operativo e valore della produzione, ossia quanto rimane dei ricavi una volta sottratti i costi caratteristici. Nelle IF il valore medio % è sempre superiore a quello delle NF , anche nel 2009, anno in cui il calo generalizzato del fatturato ha avuto ripercussioni sull’andamento del reddito operativo, come evidenziato anche nel grafico in alto (calo delle imprese con reddito operativo positivo). NB. Il rapporto % tra reddito operativo e valore della produzione equivale anche all’indicatore denominato ROS (Return On Sales), che indica quanto un’impresa realizza nella gestione tipica attraverso le vendite o ricavi totali. IL REDDITO OPERATIVO E’: È la differenza tra ricavi e costi di produzione. Esprime il risultato economico della trasformazione attuata dall’impresa, cioè il risultato che l’azienda è in grado di generare con la sola gestione caratteristica, senza tenere in considerazione aspetti finanziari, straordinari e fiscali.
24. Reddito operativo (c) Per le IF valori elevati e superiori alle NF in alcuni settori del terziario: Attività finanziarie, assicurative e immobiliari (divario consistente rispetto alle NF ) Attività professionali scientifiche e tecniche Servizi ICT Alloggio e ristorazione Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese. Buon livello di crescita anche nelle costruzioni. Solo nell’agricoltura le IF fanno registrare un valore negativo (ossia costi mediamente superiori ai ricavi), ma ad un livello minore rispetto alle NF.
25. Risultato ante imposte (a) Quote % di utile lordo sui ricavi sempre superiori per le IF rispetto alle NF , ad eccezione del 2009, ma con valori molto vicini. Le quote di utile lordo delle IF ( 4% ) sono mediamente quasi tre volte superiori rispetto alle NF ( 1,5% ). Anche la percentuale IF che ha chiuso in utile (grafico in alto) è sempre superiore a quella delle NF . 3 imprese su 4 hanno ottenuto un risultato comunque positivo anche nell’anno della crisi. RISULTATO ANTE IMPOSTE E’: L’utile (o la perdita) registrato annualmente dall’azienda dopo aver detratto dai ricavi totali l’insieme dei costi (ordinari, finanziari e straordinari), ma al lordo delle imposte.
26. Risultato ante imposte (b) Valori medi più che doppi per le IF rispetto alle NF in tre casi su quattro. Solo tra le imprese più grandi la quota di utile sul valore della produzione è superiore per le NF , ma per le imprese più piccole la percentuale media è addirittura negativa
27. Risultato ante imposte (c) Per le IF valori medi elevati e superiori a quelli delle NF per: Attività finanziarie, assicurative e immobiliari (in netta controtendenza con le NF ) Attività professionali scientifiche e tecniche Costruzioni Servizi ICT. Risultato negativo nell’agricoltura per entrambe le tipologie d’impresa.
28. Immobilizzazioni materiali (a) Nel complesso la variazione media annua nelle IF è di poco inferiore rispetto alle NF . Nel 2009 gli investimenti materiali crescono tra le IF e calano tra le NF . Nello stesso anno solo un terzo delle imprese ha visto crescere i propri investimenti (grafico in alto): erano il doppio nell’anno precedente. LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI SONO: Gli investimenti pluriennali (che giocano il loro effetto oltre il termine di un anno) relativi a beni materiali strumentali per l’esercizio dell’attività caratteristica, ad esempio terreni, fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali.
29. Immobilizzazioni materiali (b) Tassi di crescita media annua degli investimenti materiali superiori per le NF in tre casi su quattro: Del doppio per le imprese più grandi Su livelli simili per le due classi intermedie. Per le imprese più piccole invece le IF registrano una crescita molto sostenuta a differenza delle corrispettive NF che fanno segnare un calo.
30. Immobilizzazioni materiali (c) Tassi molto elevati tra le IF per: Attività finanziarie, assicurative e immobiliari Costruzioni (settore in cui le NF fanno registrare un piccolo + 0,4%). Crescita comunque a due cifre anche per: Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese Sanità , assistenza sociale, servizi alla persona Attività manifatturiere Attività professionali scientifiche e tecniche In calo tra le IF gli investimenti materiali nei Servizi ICT e nel Trasporto-magazzinaggio
31. Immobilizzazioni immateriali (a) Trend di crescita sempre positivi per le IF ad eccezione del 2005. Nel complesso gli investimenti immateriali per le IF crescono del 24% mentre le per NF calano dell’1,2%. Il numero di IF che fa segnare investimenti in crescita (grafico in alto) è sempre superiore alle N F (escludendo il 2005). Inoltre le imprese non sembrano contrarre, nell’anno della crisi, questo tipo di investimenti. LE IMMOBILILZZAZIONI IMMATERIALI SONO: Gli investimenti di carattere pluriennale non riguardanti beni materiali. Sono compresi i costi di avviamento e ampliamento, ricerca & sviluppo, brevetto industriale, opere dell’ingegno, concessioni, licenze, marchi e diritti simili, software, marketing e comunicazione, formazione, etc.
32. Immobilizzazioni immateriali (b) Valori superiori per le IF in tre casi su quattro, con tasso molto elevato in particolare per le imprese più grandi. In calo invece gli investimenti immateriali tra le IF di minori dimensioni (-6%).
33. Immobilizzazioni immateriali (c) I maggiori tassi di crescita tra le IF si registrano per: Alloggio, ristorazione Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese Commercio Attività manifatturiere Trasporto e magazzinaggio Solo in due settori trend negativi per le IF , a differenza delle NF dove i valori negativi riguardano sei settori.
34. Rapporto % tra immobilizzazioni materiali e immateriali sul totale I due grafici mostrano i diversi comportamenti di investimento delle IF rispetto alle NF . Per entrambe le tipologie d’impresa le immobilizzazioni materiali sono nettamente superiori rispetto alle immateriali, di 8 volte per le NF , di 5 per le IF . Le IF riducono nel tempo il peso degli investimenti materiali e aumentano quello degli investimenti immateriali, mentre le NF si comportano nel modo opposto. Queste differenti scelte di investimento hanno avuto a nostro parere delle ripercussioni sulle performance delle imprese, con risultati migliori per le IF rispetto alle NF in termini di fatturato, valore aggiunto, utile lordo.
35. ROI (a) Indici in calo per entrambe le tipologie d’impresa a partire dal 2007. Valori nel complesso molto simili: 6% per le IF in media 6,4% per le N F I ROI medi del 2009 sono da due a tre volte inferiori rispetto al picco registrato nel 2007. La crisi manifesta i suoi effetti in modo evidente i suoi effetti. IL ROI (Return On Investiment) E’: il rapporto percentuale tra il Reddito Operativo (reddito al netto dei costi derivanti dalla gestione tipica dell’impresa) e il totale attivo (o capitale investito). Permette di capire se l’attività su cui si è investito - indipendentemente dal costo e dal tipo delle fonti di finanziamento - è stata redditizia o meno.
36. ROI (b) Valori più alti per le NF di maggiori dimensioni. Performance migliori invece per le « micro-IF ». ROI superiori per le IF rispetto alle NF in 5 settori: Attività professionali tecniche e scientifiche Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese Servizi ICT Attività finanziarie, assicurative e immobiliari Costruzioni
37. ROE (a) Nel complesso le IF fanno registrare un ROE medio lievemente superiore alle NF . Forte calo per le IF nel 2009 rispetto al valore 2008, mentre per le NF tale decremento si era registrato nell’anno precedente. IL ROE (Return On Equity) E’: il rapporto percentuale tra il risultato d’esercizio e il patrimonio netto. Misura il peso degli utili netti conseguiti in un esercizio in rapporto al capitale proprio investito (di tipo finanziario o da conferimento).
38. ROE (b) Così come per il ROI, anche il ROE vede valori più elevati per le NF di maggiori dimensioni e per le IF più piccole. ROE superiori per le IF di 5 settori: Costruzioni Attività finanziarie, assicurative e immobiliari Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese Commercio Sanità , assistenza sociale, servizi alla persona
39. Leverage (a) Rapporto di indebitamento Complessivamente il Levarage medio è molto simile tra le due tipologie d’impresa, lievemente inferiore per quelle femminili. Da registrare un incremento del rapporto di indebitamento nel 2009 sia per le IF che per le NF . NB. In questo caso un valore più basso è migliore rispetto al più alto IL LEVERAGE (o Rapporto di indebitamento): Rappresenta indirettamente la proporzione esistente tra risorse proprie e risorse di terzi utilizzate per finanziare l’attività d’impresa. È dato dal rapporto tra capitale investito (totale attivo) e capitale proprio (patrimonio netto). Il Leverage esprime la partecipazione del capitale proprio ai rischi d’impresa. Un rapporto pari a 4, per esempio, indica che per ogni euro di mezzi propri l’impresa ha effettuato 4 euro di investimenti, vale a dire che 3 euro sono stati finanziati da capitale di debito. Maggiore è il tasso, maggiore è il grado di dipendenza da terzi finanziatori e quindi la rischiosità potenziale dell’azienda.
40. Leverage (b) Rapporto di indebitamento Valori migliori per le IF di maggiori dimensioni (segno di investimenti più oculati, attenti e vicini alle reali possibilità delle aziende). Valori medi più bassi per le IF rispetto alle NF in 6 settori: Commercio Attività manifatturiere Attività finanziarie, assicurative e immobiliari Servizi ICT Costruzioni Trasporto e magazzinaggio
41. 3. Evidenze e considerazioni In definitiva, il Fattore D esiste anche in provincia di Ravenna? E’ dimostrato che la presenza delle donne a livello dirigenziale influisce sulle performance delle imprese del territorio? In quali settori il Fattore D è più evidente?
42. Quadro sinottico 1 Risultati per tipologia d’impresa Per le imprese femminili risultati e performance migliori rispetto a quelle maschili per 11 voci su 13 *** In 5 casi la differenza è più che doppia. = valori più elevati per le IF rispetto alle NF * In questo caso un valore più basso è migliore rispetto al più alto = valori più che doppi per le IF rispetto alle NF = valori più elevati per le NF rispetto alle IF = valori più che doppi per le NF rispetto alle IF LEGENDA: Fatturato Variazione media annua + 3,7% - 1,4% Costi del personale Variazione media annua + 9,1% + 4% Valore aggiunto Variazione media annua + 7,8% + 3,4% Reddito operativo Rapporto % rispetto al valore della produzione Imprese con valore positivo 5,8% 3,8% Risultato ante imposte Media annua su valore della produzione Imprese in utile 4% 1,5% 84,4% 80,7% 83,4% 77% Immobilizzazioni materiali Variazione media annua + 17% + 19% Immobilizzazioni immateriali Variazione media annua Rapporto % rispetto al totale delle immobilizzazioni + 24% - 1,2% 14,1% 13,2% ROI (Return On Investment) Valore medio annuo 6% 6,4% ROE (Return On Equity) Valore medio annuo 10,7% 10,4% 11,3 11,7
43. Quadro sinottico 2 Risultati per classe di valore della produzione Risultati molto positivi per le IF con valore della produzione < 2 mln di euro, con valori superiori in 11 casi su 13 sia nella fascia ‘0,5–2 mln’ che in quella ‘<0,5 mln’ Risultati significativi per le IF anche nelle altre due fasce, con valori più elevati: in 7 casi su 13 nella classe ‘2-10 mln’ in 4 casi nella classe ‘>10 mln’ > 10 mln € 2-10 mln € 0,5-2 mln € <0,5 mln € > 10 mln € 2-10 mln € 0,5-2 mln € <0,5 mln € = valori più elevati per le IF rispetto alle NF = valori più che doppi per le IF rispetto alle NF = valori più elevati per le NF rispetto alle IF = valori più che doppi per le NF rispetto alle IF LEGENDA: Immobilizzazioni immateriali Variazione media annua Rapporto % rispetto al totale delle immobilizzazioni Immobilizzazioni materiali Variazione media annua Risultato ante imposte Media annua su valore della produzione Imprese in utile Reddito operativo Rapporto % rispetto al valore della produzione Imprese con valore positivo Fatturato Variazione media annua Costi del personale Variazione media annua Valore aggiunto Variazione media annua ROI (Return On Investment) Valore medio annuo ROE (Return On Equity) Valore medio annuo
44. Quadro sinottico 3 Risultati per settore di attività Agricoltura Alloggio, ristorazione Attività artistiche e sportive Attività finanz., ass. e imm. Attività manifatturiere Attività prof., scient. e tecn. Commercio Costruzioni Noleggio, AdV, serv. a imprese Sanità , assistenza, serv. persona Servizi ICT Trasporto, magazzinaggio Imprese femminili al TOP in 7 settori su 12, in particolare in alcuni ritenuti «maschili» come: Costruzioni (valori superiori in 13 casi su 14); Attività finanziarie, assicurative e immobiliari (12 casi) Trasporti e magazzinaggio (11 casi). = valori più elevati per le IF rispetto alle NF = valori più che doppi per le IF rispetto alle NF = valori più elevati per le NF rispetto alle IF = valori più che doppi per le NF rispetto alle IF LEGENDA: Immobilizzazioni immateriali - Variazione media annua - Rapporto % rispetto a tot. Immob. Risultato ante imposte - Media annua su valore della produzione - Imprese in utile Reddito operativo - Rapporto % rispetto al valore della produzione - Imprese con valore positivo Fatturato - Variazione media annua Costi del personale - Variazione media annua Valore aggiunto - Variazione media annua Immobilizzazioni materiali - Variazione media annua ROI (Return On Investment) - valore medio annuo ROE (Return On Equity) - valore medio annuo Leverage (rapp. di indebitamento) - valore medio annuo
45. Team del progetto Fattore D Ravenna Iniziativa promossa e diretta da COMITATO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE della Camera di Commercio di Ravenna Coordinamento e supervisione Paola Morigi, Segretario Generale Camera di Commercio di Ravenna Fabiola Licastro, segreteria tecnica del COMITATO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE e Responsabile del Servizio Statistica, Prezzi, Protesti, Brevetti e Marchi della Camera di Commercio di Ravenna Ideazione, sviluppo e realizzazione del progetto a cura di G&M Network Srl in collaborazione con Studio Giaccardi & Associati capo progetto: Lidia Marongiu capo analista: Andrea Zironi ricercatori: Marco Gambi (analisi di desk, dei bilanci e interviste), Stefania Deiana (analisi di desk), Michela Parziale (progetto strumenti, interviste ed elaborazioni), Daniela Verlicchi (analisi di desk e dei bilanci), Andrea Zironi (progetto strumenti, elaborazioni e redazione rapporti) Gestione e redazione blog: Chiara Scattone Sviluppo web http://ravenna.fattoredonna.it/ : Vito Lioce Con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna