Mariella Calcagno, PauragraphePrime pagine del romanzo Paura di Mariella Calcagno con il quale si inaugura la collana Afrodite della Graphe.it Edizioni
Un limoncello all'inferno (quinta stazione)elnovovassorQuel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
Un limoncello all'inferno (terza stazione)elnovovassorQuel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
L'origine della Vodka alla mentaFrancescoVicoE' una sera come tante in un bar come tanti della Valle Bormida, ma Luchi e Striche stanno per scoprire il segreto che sta all'origine della vodka alla menta e perché questa sia chiamata "collutorio"...
Il ring è onestoGiveMeAChance srl''(...) Finalmente di fronte, io e Hasan ci fissiamo. Ha la faccia distesa e l'ormai solito ghigno di sufficienza con il quale mi misura dall'alto dei suoi dieci centimetri e passa di vantaggio. Le solite storie sui colpi bassi, sullo stop quando l'arbitro fischia, ecc, fluttuano dalle parti delle mie orecchie in uno spagnolo abbastanza comprensibile, ma non riesco a farci caso perch´ sono già in pieno trip agonistico, con le gocce di sudore che prendono a scendermi dal viso e al centro della schiena. Alla fine arriva il momento di battersi i guantoni e di tornare un'ultima volta all'angolo.
«Tranquillo, Re', non farti mettere soggezione», mi sussurra Fernando massaggiandomi piano le spalle. «Pronto e reattivo, pronto e reattivo. E' la tua occasione, vai!».
Gong!
«Seconds out. It's the first round». (...)''
http://www.givemeachance.it/autori/domenico-paris/GMC-Domenico-Paris-il-ring-e-onesto.php
Sorrisi In punta di coltelloGiveMeAChance srl“(...) Una frase ha spezzato l’anima di Giulio Mazzarino, arrogante controller di una multinazionale americana.
Non sono mai riuscito a ricostruire la sequenza degli eventi che mi hanno spinto in questa storia dall’inizio poco edificante. I miei ricordi si fermano al momento in cui siamo stati presentati (da quali amici, non saprei dire) davanti a un cocktail Negroni, in un locale di Brera. Mi sono ritrovato, ubriaco fradicio, nel suo letto.”
Dodici racconti ironici, divertenti, scritti con garbo. Protagoniste quasi assolute le donne, con il loro lavoro e i loro amori, sullo sfondo di una Milano che non si arrende. Imperdibile la prefazione della giornalista e scrittrice Laura de Laurentiis.
JunitVivek KulkarniThe document provides an introduction and tutorial on using JUnit for unit testing Java code. It discusses problems that arise when developers do not properly test their code. It then demonstrates how to write and structure JUnit tests using examples of testing a Money class that represents currency values and a MoneyBag class that handles arithmetic across multiple currencies. Key aspects covered include writing test methods, using assertions to validate results, setting up test fixtures, defining test suites, and implementing a test-driven approach of writing small amounts of code and tests iteratively.
Un limoncello all'inferno (terza stazione)elnovovassorQuel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
L'origine della Vodka alla mentaFrancescoVicoE' una sera come tante in un bar come tanti della Valle Bormida, ma Luchi e Striche stanno per scoprire il segreto che sta all'origine della vodka alla menta e perché questa sia chiamata "collutorio"...
Il ring è onestoGiveMeAChance srl''(...) Finalmente di fronte, io e Hasan ci fissiamo. Ha la faccia distesa e l'ormai solito ghigno di sufficienza con il quale mi misura dall'alto dei suoi dieci centimetri e passa di vantaggio. Le solite storie sui colpi bassi, sullo stop quando l'arbitro fischia, ecc, fluttuano dalle parti delle mie orecchie in uno spagnolo abbastanza comprensibile, ma non riesco a farci caso perch´ sono già in pieno trip agonistico, con le gocce di sudore che prendono a scendermi dal viso e al centro della schiena. Alla fine arriva il momento di battersi i guantoni e di tornare un'ultima volta all'angolo.
«Tranquillo, Re', non farti mettere soggezione», mi sussurra Fernando massaggiandomi piano le spalle. «Pronto e reattivo, pronto e reattivo. E' la tua occasione, vai!».
Gong!
«Seconds out. It's the first round». (...)''
http://www.givemeachance.it/autori/domenico-paris/GMC-Domenico-Paris-il-ring-e-onesto.php
Sorrisi In punta di coltelloGiveMeAChance srl“(...) Una frase ha spezzato l’anima di Giulio Mazzarino, arrogante controller di una multinazionale americana.
Non sono mai riuscito a ricostruire la sequenza degli eventi che mi hanno spinto in questa storia dall’inizio poco edificante. I miei ricordi si fermano al momento in cui siamo stati presentati (da quali amici, non saprei dire) davanti a un cocktail Negroni, in un locale di Brera. Mi sono ritrovato, ubriaco fradicio, nel suo letto.”
Dodici racconti ironici, divertenti, scritti con garbo. Protagoniste quasi assolute le donne, con il loro lavoro e i loro amori, sullo sfondo di una Milano che non si arrende. Imperdibile la prefazione della giornalista e scrittrice Laura de Laurentiis.
JunitVivek KulkarniThe document provides an introduction and tutorial on using JUnit for unit testing Java code. It discusses problems that arise when developers do not properly test their code. It then demonstrates how to write and structure JUnit tests using examples of testing a Money class that represents currency values and a MoneyBag class that handles arithmetic across multiple currencies. Key aspects covered include writing test methods, using assertions to validate results, setting up test fixtures, defining test suites, and implementing a test-driven approach of writing small amounts of code and tests iteratively.
Monitoring of delivery123abel0725The document outlines a course on monitoring deliveries using GPS. It discusses the benefits of GPS like increased productivity and safety. It also describes the GPS device, tracking system, and quality management procedures for viewing delivery calendars and tracking trucks. Specific procedures are listed for monitoring deliveries with GPS and an example delivery analysis is provided.
La rivolta dei sogniNeaCoNeapolitanContaLa storia che sto per raccontarvi è una storia vera. Si è svolta, nel giro di pochi mesi tra il 1954 e il 1955, in un paesino nel sud dell'Italia.
Il paesino è reale ma, per motivi che non ho la libertà di spiegarvi, non posso rivelarne il vero nome. Ho dovuto inventare un nome fittizio per questo paese e, tra i tanti nomi che la fantasia m'ha suggerito, la scelta è caduta su “Policarno”
Un limoncello all'inferno (quarta stazione)elnovovassorQuel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
Un limoncello all'inferno (prima stazione)elnovovassorQuel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
Un limoncello all'infernoelnovovassorQuel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
Ghita Maria e regina insegneranno matematicaFlaminiaMalvezziCampGhita potrebbe essere il diminutivo per Margherita, ma il nome deriva da Guitar, una piccola chitarra, il mio primo strumento musicale, fortemente voluto.
Questo testo si intitola "Ghita Maria e Regina insegneranno matematica", è un piece teatrale leggero e possibilmente educativo.
1. STORIA DI UN CAFFÈ……EDI QUELLI CHE CI HANNO CREDUTO!p.s. il parquet ce l’ho messo, almeno nel powerpoint!!!
2. C’erano una volta tre loschi personaggi, ognuno preso dalle sue cose, costantemente impegnati a non fare niente. Il caso volle che si incontrassero in quella splendida località chiamata Torre Annunziata che tante opportunità offre ai giovani…Da quell’incontro venne fuori una idea!Mi piacerebbe aprire un Caffè LetterarioIo voglio fare la radio…E ja, facciamole!(il terzo non parlava tantissimo ma era quello che dava coraggio agli altri…)
3. Erano tre personaggi non esattamente “normali”. Già dalle idee che avevano si vedeva che erano un po’ megalomani… del tipo: non potevano fare una cosa che subito pensavano più in grande…Ma in tutto, dalle cose più futili a quello che era il loro lavoro…Cioè, per farvi capire: uno non poteva fare una partita di pallone……che subito gli veniva in mente una cosa esagerata…
4. O, che ne so, un altro si faceva una cantatella tra amici……ed ecco che la sua mente volava alta, forse un po’ troppo…
5. Un altro, ancora, per il solo fatto di lavorare in banca aveva anche lui le sue piccole manie di grandezza…
6. E insomma, questi tre parla oggi, parla domani, parla dopodomani, cominciano a crederci davvero in quello che pensavano. Solo, avevano bisogno di un posto, per cominciare…Presero in considerazione tante possibilità…
7. Ma nessuna era di loro gradimento. Finché, un giorno, venne data loro l’opportunità di trasformare due stanze di un Circolo nella loro città! Grande fu la loro gioia e immediatamente, circondatisi di altri sognatori come loro, cominciarono i lavori!
9. La cosa permise loro di conoscere incredibili personaggi come Papietro!Al quale venne immediatamente fatta la tessera ad honorem del Caffè Letterario!
10. Insomma: dopo qualche giorno di duro lavoro la sede del Caffè poteva essere inaugurata!
11. Ma per una incredibile e ancora non spiegata coincidenza astrale, la sede venne immediatamente presa d’assalto da personaggi strani che facevano impallidire il socio Papietro che per questo motivo restituiva la tessera……ma veramente strani……strani……di più!!!…ma ti dico strani……propriostrani…
12. Qualcuno, dalle idee politiche rivoluzionarie, e ad un livello di esaltazione quasi pari di quello dei tre folli…
13. Qualche altro diviso a metà tra Napoli e Glasgow…Stat’ arruvinanno ‘nu Caffè Letterario!!!E su tutto e tutti, imperioso, si sentiva un solo grido, che divenne il vero motto dell’Associazione:
14. Insomma, nonostante tutti questi personaggi incredibili, il Caffè Letterario cominciava a funzionare davvero! Adesso ai tre si poneva un nuovo interrogativo: trovare una persona che potesse rappresentare l’Associazione, una persona di bella presenza, giovane, che sapesse parlare…Appurato che tra i tre non c’era nessuno che rispondesse all’identikit, si pensò di scegliere il meno peggio…Uno venne immediatamente scartato, essendo dotato di un gran fascino, per paura che potesse oscurare le manifestazioni del Caffè con la sua persona…
15. Un altro, invece, aveva dato segnali “strani” che lo rendevano pressoché impresentabile…
16. E insomma: i tre furono costretti ad affidare a malincuore l’incarico ad Antonio il quale, però, ben presto, vinci un premio domani…vinci un premio oggi,Cominciò a montarsi la testa, ancor di più…
19. Insomma, sembrava davvero andare tutto per il verso giusto: il Caffè Letterario e la Web Radio stavano iniziando a farsi conoscere un po’ in tutto il mondo…
22. …i progetti erano davvero tantissimi…Ah, mi dispiace… e questo Shakespeare?Potremmo invitare Dante Alighieri…Ma scrive in inglese, chi vuoi che lo capisca… e poi chi glielo paga il viaggio dall’Inghilterra?Mi pare di aver letto che sia morto…
23. Ad un certo punto, però, fu necessario cambiare la sede del Caffè. I motivi erano tanti (circa quattrocentocinquanta) e allora i nostri si misero di nuovo alla ricerca affannosa di un posto che potesse degnamente accogliere le loro idee…Tanti fallimenti si susseguirono e Antonio cadde in una profondissima crisi di pessimismo nella quale immaginava già di dover trasmettere il suo “Pensavo fosse radio” dalla stanza da letto di casa sua con la figlioletta che lo guardava pietosa; ogni tanto rimirava la foto che si era fatto scattare a Radio Deejay…Ma ad un certo punto…
24. …ecco farsi avanti dalle nebbie la figura di un uomo con i baffi, piccolino, che vide i tre aggirarsi senza una meta e li chiamò a sé:(Uhm… forse riesco e farmi mettere a posto l’aula magna)Ho un’idea che potrebbe risolvere i vostri problemi Che cosa vi impensierisce, cari ragazzi?Non abbiamo più una sede per il nostro Caffè LetterarioE per la radio…e i tre, che non erano fessi, accettarono immediatamente!
25. Ma il posto era davvero mal ridotto e aveva bisogno di una ristrutturazione completa. Da soli non ce l’avrebbero mai fatta e nemmeno con forze umane. Decisero, così, di chiamare in aiuto delle loro amiche!Aurora Prosperi, per gli amici, la Bella Addormentata nel Bosco(trecase), e Cenerentola Scassilo, una che aveva avuto un passato da colf ma che ora si era messa in proprio e gestiva un giro di polacche col Principe GermanoAlle due Principesse i tre fessi chiesero di intervenire chiamando le fate delle loro storie perché li aiutassero in questa che era davvero un’impresa
26. Ma non ci fu nulla da fare. La Fata Smemorina era andata in pensione da tempo mentre Flora, Fauna e Serenella adesso gestivano casa di appuntamenti in Germania. Ma alle due venne un’idea: provarono a chiamare una loro amica: TrillyLanzieri, una che avrebbe potuto portare con sé, a fare quei lavori anche dei bambini, così, per fare prima, alla faccia del Telefono Azzurro…Ma nemmeno lei era disponibile: aveva aperto la discoteca “Peter Pan” sull’isola che non c’è.Era rimasta l’ultima possibilità!
27. Ad Antonio venne in mente una ragazza che tutti chiamavano “’a fata” ma non aveva mai capito il perché. L’aveva conosciuta in vacanza in Calabria, MA PRIMA DI CONOSCERE MARIAESTER, ci tenne a specificare, per evitare il paliatone. E così (stranamente aveva ancora il numero sulla rubrica del cellulare) la chiamò:La Winx Bisogno corse effettivamente subito a vedere di che si trattava. E un po’ ci rimase male quando capì che si trattava solo di mettere a posto un locale “Sei il solito fesso, non sei affatto cambiato. Ma secondo te io vado vestita così perché faccio il muratore?” sussurrò ad Antonio, e, poi, gentilmente declinò l’invito, anche a nome delle sue 4 amiche. D’altra parte: 5 ragazze carine, tutte insieme, nel Caffè Letterario non c’erano mai entrate… perché mai cominciare proprio adesso?
28. Insomma: la situazione era davvero disperata! Da soli non ce l’avrebbero mai fatta e c’era già gente alla porta che voleva presentare dei libri. Altri erano alla porta perché volevano dei soldi, ma questa è un’altra storia. Ad un certo punto, come nelle favole più belle, ecco materializzarsi la loro soluzione!!! IL FAMIGERATO CICCO CINGHE MINUT!Famoso per aver ristrutturato un appartamento di due stanze in 5 minuti (più sei ore e dodici anni, ma questo era un dettaglio) si offrì di mettere a posto il locale in soli 5 minuti (i tre non vollero sapere il resto). Ripresosi da un piccolo mancamento successivo alla presa di coscienza che i tre volevano un lavandino, i colori forti, il grigio scuro, no, forse quello chiaro, un muro qui, no forse più là, il blu va meglio del rosso, ma anche no… si mise immediatamente al lavoro e…Dal “Vizio Latino”, al grido di “mo’ veco io!”…
49. Insomma: una vera magia! Ma non grande quanto quella che ogni giorno, ognuno di voi esprime nel tenere vivo questo sogno:Grazie ad ognuno di voi, questo Caffè Letterario è diventato momento dopo momento sempre più bello, coinvolgente ed interessante. È andato al di là di quelle che erano le nostre aspettative iniziali. Lo vediamo crescere ogni istante, con la sua sorella maggiore, la web radio, con il nostro e vostro impegno e la cosa ci riempie di gioia.Il Caffè non è “nostro” ma di ognuno che ci mette piede e decide di rimanerci, anche se solo per poco tempo. Il Caffè è di Antonio, Chiara, Lorenzo e Maria Rosaria e di tutti coloro che tra qualche anno abiteranno la nostra città che noi, oggi, vogliamo lasciare migliore di come l’abbiamo trovata.E allora, BUON ANNO, Caffè Letterario! E BUON 2010 a tutti noi. Che possa essere un anno affascinante come “Il piccolo Principe”, coinvolgente come i libri di Pennac, intrigante come “Oceano mare”, pieno di ironia come i libri di Benni, ricco di sorprese positive e di opportunità per ognuno di noi, come il libro più bello di tutti, quello che ognuno di noi sta scrivendo con la sua vita!!Antonio, Andrea e Francesco