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DISLESSIA e
DISTURBI SPECIFICI
Dell APPRENDIMENTO
Quadro clinico del disturboQuadro clinico del disturbo
Il modello standard della lettura
Modelli teorici interpretativi
Definizione dei DSA
Quadri clinici principali A cura di :
Carlo MUZIOCarlo MUZIOCarlo MUZIOCarlo MUZIO
LaLa Dislessia EvolutivaDislessia Evolutiva
竪 un disturbo settoriale della lettura che si
manifesta in un bambino privo di deficit:
* neurologici- *sensoriali- *cognitivi- * relazionali
La Dislessia ev. si manifesta nonostante il bambinoLa Dislessia ev. si manifesta nonostante il bambino
abbia avuto normali e adeguate opportunit scolastiche.
La Dislessia, spesso, si accompagna a difficolt nella
scrittura, nei processi di letto-scrittura del numero e del
calcolo.
I bambini dislessici presentanoI bambini dislessici presentano
frequentemente:frequentemente:
Quoziente intellettivo normale e buone potenzialit
cognitive.
Lettura ad alta voce molto lenta e spesso scorretta.
Difficolt ortografiche nella scrittura.
Difficolt nella scrittura dei numeri.Difficolt nella scrittura dei numeri.
Difficolt nellapprendimento delle tabelline e del calcolo
mentale
Difficolt negli algoritmi del calcolo aritmetico.
Inoltre,Inoltre, pi湛 raramentepi湛 raramente, sono presenti:, sono presenti:
Difficolt di esposizione orale.
Instabilit motoria e disturbi di attenzione.
I dislessici comunemente non presentano:
Difficolt di ragionamento.
Difficolt di comprensione delle spiegazioni orali.
Difficolt di comprensione del testo.
Difficolt di comunicazione sociale.
I fattori necessari per un buon successoI fattori necessari per un buon successo
abilitativo (secondo il Pentagono prognostico di Critchley) :
 buona condizione cognitiva;
 identificazione ed intervento precoce;
 adeguato ambiente educativo e familiare;
 adeguata assistenza didattico - educativa;
 buon equilibrio psicologico del bambino.
Dopo decenni di ipotesi e teorie contrastanti,
esiste, oggi, uninterpretazione univoca della
dislessia ? No!
Mentre c竪 un accordo generale sulla definizione clinica del disturbo
(cfr. DSM IV - ICD 10): i ricercatori utilizzano tuttora diversi modelli
di riferimento che fanno capo alle rispettive discipline e metodologie
operanti nellambito delle neuroscienze e delle scienze cognitive.
I 3 principali modelli teorici, che rappresentano i diversi
approcci attuali nello studio e nella riabilitazione sono:
Lapproccio neuropsicologicoLapproccio neuropsicologico -- Modello di lettura a due vie.Modello di lettura a due vie.
L approccio clinicoL approccio clinico -- Modello di Boder.Modello di Boder.
L approccio neuropsicofisiologicoL approccio neuropsicofisiologico -- Balance model di Bakker.Balance model di Bakker.
(Morton(Morton  Patterson 1980; Sartori 1984; Stella 1995)Patterson 1980; Sartori 1984; Stella 1995)
Sistema di Analisi VISIVASistema di Analisi VISIVA
Riconoscimento delle LETTERERiconoscimento delle LETTERE
Riconoscimento visivo delle PAROLERiconoscimento visivo delle PAROLE
(Sistema logogen)(Sistema logogen)
Identificazione delleIdentificazione delle
LETTERELETTERE
Produzione di paroleProduzione di parole
Lessico di uscita fonologicoLessico di uscita fonologico
SistemaSistema
SEMANTICOSEMANTICO
ConversioneConversione
GRAFEMAGRAFEMA--FONEMAFONEMA
(scritto(scritto  suono)suono)
Buffer fonemicoBuffer fonemico  Sistema articolatorioSistema articolatorio
Elaborazione grafica
modello semplificato 
Carlo MUZIO 2000
= Via FONOLOGICAVia FONOLOGICA
= Via VISIVA non Semantica= Via VISIVA non Semantica
= Via VISIVA SEMANTICA= Via VISIVA SEMANTICA
Lapproccio neuropsicologicoLapproccio neuropsicologico -- Modello di lettura a due vieModello di lettura a due vie
di Sartoridi Sartori -- Job (1984) e di Coltheart (1978).Job (1984) e di Coltheart (1978).
Nellambito delle teorie modulari delle funzioni cognitive si sono sviluppati
modelli che scompongono il processo di lettura in una serie di operazioni
sequenziali, dallanalisi visiva delle lettere alla produzione della parola (cfr. il
modello di lettura standard). Il lettore adotta due strategie di lettura:
* La via lessicale (accesso diretto) - * La via fonologica o indiretta
Questi modelli sono stati usati per linterpretazione della dislessia acquisita
nelladulto, ma successivamente sono stati applicati anche nella D.E.
Sulla base di questo modello sono stati individuati tre sottotipi di dislessia :Sulla base di questo modello sono stati individuati tre sottotipi di dislessia :
La dislessia superficialeLa dislessia superficiale in cui 竪 deficitaria la via lessicale ed il lettore legge
nello stesso modo le parole e le non parole, senza alcun vantaggio per le parole
pi湛 frequenti, inoltre non 竪 in grado di leggere le parole irregolari.
La dislessia fonologicaLa dislessia fonologica in cui 竪 deficitaria la via fonologica lessicale ed il
lettore usa solo laccesso diretto per cui ha difficolt con le parole irregolari e
con le non parole.
La dislessia profondaLa dislessia profonda in cui sono deficitarie entrambe le vie ed il lettore
commette parafasie semantiche (sostituisce parole di significato affine) ed ha
maggiori difficolt con le non parole.
L approccio clinico: il modello di Boder (1973).L approccio clinico: il modello di Boder (1973).
Boder, effettuando unanalisi qualitativa delle prestazioni
deficitarie della lettura ha individuato due sottotipi di dislessia:
La dislessia diseideticaLa dislessia diseidetica in cui prevale un deficit di tipo
visuopercettivo; perci嘆 il bambino incontra maggiori difficolt nel
percepire e/o ricostruire la configurazione della parola scritta.
Tipica 竪 la difficolt significativamente maggiore nella lettura dei
caratteri in corsivo rispetto allo stampato maiuscolo.
La dislessia disfoneticaLa dislessia disfonetica o disfonologicadisfonologica in cui prevalgono
deficit linguistici e fonologici per cui il bambino ha difficolt
prevalenti nelle operazioni metafonologiche: analisi e sintesi delle
componenti sublessicali, non riesce cio竪 ad individuare
correttamente i singoli fonemi di una parola o, al contrario, a
ricomporre la parola intera partendo dai singoli fonemi.
La maggioranza dei bambini dislessici presentano questo secondo tipo.
L approccio neuropsicofisiologico: il modello dellequilibrioL approccio neuropsicofisiologico: il modello dellequilibrio
o Balance model di Bakker (1980).o Balance model di Bakker (1980).
Anche il modello di Bakker si basa sulla distinzione tra compiti e
strategie visuo-spaziali e linguistici.
Bakker ha identificato, nellapprendimento della lettura, una 1属 fase in cui
prevalgono le strategie visuopercettive, ed una 2属 fase in cui subentra una
predominanza delle strategie linguistiche. Nel passaggio da un processo
allaltro si modificherebbe la distribuzione dellattivit cerebrale
passando da una prevalenza dellemisfero destro a quello di sinistra.
Nei dislessici si verificherebbe una alterazione di questo equilibrio della
attivit interemisferica e sulla base di tale ipotesi ha individuato 2 tipi:attivit interemisferica e sulla base di tale ipotesi ha individuato 2 tipi:
Dislessici PDislessici P--typetype (guidati da strategie percettive)- caratterizzati da
lettura molto lenta (parola per parola o sillaba per sillaba) ma corretta e
che, ciononostante, non sviluppano i processi di lettura per deficit dei
processi linguistici.
Dislessici LDislessici L--typetype (guidati da strategie linguistiche)- caratterizzati da
deficit dei compiti visuopercettivi, per cui leggono pi湛 velocemente ma
commettono molti errori per uninsufficiente mediazione nel corso della
decodifica. Tipicamente effettuano anticipazioni scorrette perch辿 nella
lettura tirano ad indovinare.
DISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVA
La DE 竪 un disturbo di automatizzazione delle procedure di
transcodifica dei segni scritti in corrispondenti fonologici che emerge
allinizio della scolarizzazione in soggetti che non abbiano patologie o
traumi cui riferire il deficit (a differenza dei casi di DA).
I soggetti con DE incontrano difficolt:
in compiti di codifica fonologicain compiti di codifica fonologica
nel recupero di informazioni codificate in memoria
(recupero lessicale)
nellutilizzo dei codici fonologici per mantenere
linformazione verbale nella memoria di lavoro
Inoltre non raggiungono una sufficiente consapevolezza della
struttura fonologica del materiale utilizzato (deficit metafonologico).
Sottotipi della DESottotipi della DE
In riferimento al modello di lettura sono stati identificati due
tipi prevalenti: Dislessia fonologicaDislessia fonologica (deficit via fonologica) e
Dislessia superficialeDislessia superficiale (deficit via lessicale); ma diversi studi
hanno evidenziato difficolt nellindividuare profili riconducibili
ad un deficit selettivo di una delle due vie nella DE.
In particolare nei sistemi ortografici regolari autori tedeschi
(Wimmer 1993) hanno proposto di considerare in particolare(Wimmer 1993) hanno proposto di considerare in particolare
laspetto della velocit di decodifica.
Studi recenti condotti in Italia (G.Stella, E.C.Biondino 2001)
hanno confermato tale ipotesi e proposto di differenziare una
forma di D. severaD. severa (<3ds = <1 sill/sec) da una forma di D. medioD. medio--
lievelieve (<2-3ds = >1<1,6 sill/sec) chiaramente individuabile in 3属
elem.
Evoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempo
Le ricerche condotte sulla lingua tedesca (Klicpera e
Shabmann 1993) avevano evidenziato andamenti
molto diversi per la velocit e laccuratezza:
la velocit di lettura tende a crescere anche nei DE
ma la distanza dai buoni lettori resta invariata,ma la distanza dai buoni lettori resta invariata,
mentre laccuratezza migliora progressivamente e
tende a raggiungere prestazioni nella norma.
Anche in Italia un recente studio ha riscontrato su
di un campione significativo un andamento analogo
(G.Stella, E.C.Biondino 2001).
IL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTO
Questo disturbo 竪 tuttora controverso, infatti, sul piano diagnostico 竪
spesso ricondotto ad altre difficolt (dist. di linguaggio, di lettura,
deficit di memoria o di studio, r.m. lieve) ed anche nei sistemi
diagnostici ICD-10 e DSM IV 竪 assimilato al disturbo di lettura
Gli studi di psicolinguistica hanno permesso di differenziare nelle
componenti della lettura la decodificala decodifica (capacit di riconoscere e
nominare correttamente le parole del testo) dalla comprensionecomprensione
(capacit di cogliere il significato del testo) ed hanno dimostrato la(capacit di cogliere il significato del testo) ed hanno dimostrato la
sostanziale indipendenza fra queste due componenti che richiedono
differenti processi cognitivi sottostanti (Pazzaglia,Cornoldi e
Tressoldi, 1993).
Le abilit necessarie alla comprensione del testo sono di tipo complesso;
oltre alla decodifica si richiede:
- costruzione della rappresentazione mentale del testo  processi
percettivi  conoscenze pregresse  memoria di lavoro 
individuazione delle informazioni principali  capacit di trarre
inferenze lessicali e semantiche
La valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testo
Valutazione del profilo di comprensione
Prove oggettive di base: Prove MT di comprensione
Misure di controllo:
Livello intellettivo generale
Svantaggio linguistico
Aspetti emotivo  motivazionali
Analisi del rapporto con altri apprendimenti:
Decodifica in lettura: Prove MT di correttezza e rapiditDecodifica in lettura: Prove MT di correttezza e rapidit
Espressione scritta : Batteria per la competenza ortografica
Problem solving.
Valutazione aspetti sottostanti il processo di comprensione:
Comprensione da ascolto  Batteria di prove Q1 (De Beni  MT)
Memoria di lavoro: listening span test
Metacognizione: Prove di metacomprensione (Pazzaglia e a.94)
Vocabolario: Prove multidimensionali di vocabolario (Boschi 89)
Inferenza nel linguaggio orale: Prova di chiusura verbale
(Cornoldi, Soresi 1981)
I Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIA -------- DISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIA
Le macrocomponenti della comunicazione scritta (Flowers, Hayes 81)
Il contesto del compitocontesto del compito comprende: lintenzione comunicativa, attivata
dallo scopo (argomento e destinatario) ed il testo prodotto.
Il processo dello scrivereprocesso dello scrivere implica: - memoria di lavoro (recupero
informazioni da comunicare)  capacit di organizzazione e
pianificazione  la trascrizione (discriminazione e analisi fonemica +
componenti ortografica e calligrafica) e  la revisione (lettura,componenti ortografica e calligrafica) e  la revisione (lettura,
autovalutazione e correzione).
La trascrizionetrascrizione 竪 laspetto pi湛 indagato nellapproccio neuropsicologico
la discriminazione fonemica 竪 essenziale nei compiti di dettato (alcune
variazioni fonetiche richiedono <100msec) anche se potr essere poi
sostituito dallassociazione tra significato e forma ortografica della
parola) e le difficolt ortografiche sono da considerare il sintomo
elettivo del D.S. di Scrittura (DISORTOGRAFIADISORTOGRAFIA), mentre le
difficolt grafiche sono da ricondurre ai disturbi specifici delle
prassie della scittura (DISGRAFIADISGRAFIA) .
I DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLO -------- DISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIE
Larchitettura del sistema di elaborazione dei numeri e del calcolo
Gli studi pi湛 recenti, a partire dal modello neuropsicologico modulare di
McCloskey, Caramazza e Basili (1985-6) concordano nel sostenere, da un
punto di vista cognitivo, lindipendenza delle abilit di calcolo dal sistema di
elaborazione dei numeri .
Il modello ipotizza che la rappresentazione mentale della conoscenza
numerica sia strutturata in tre moduli:
-il sistema di comprensione, che trasforma la struttura superficiale dei-il sistema di comprensione, che trasforma la struttura superficiale dei
numeri (diversa a seconda del codice) in una rappresentazione astratta di
quantit;
-il sistema del calcolo usa tale rappresentazione come input per
manipolarla attraverso il funzionamento di tre componenti: i segni delle
operazioni; i fatti aritmetici (tabelline, calcoli semplici e risultati
memorizzati cui si accede senza esguire lalgoritmo di soluzione) e le
procedure di calcolo (regole per lesecuzione dellalgoritmo);
- i meccanismi di produzione che forniscono loutput del sistema di
calcolo, le risposte numeriche
I DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLO -------- DISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIE
Il modello di McClosKey e coll. 竪 stato costruito sulla
base delle prestazioni di adulti traumatizzati che
avevano perso selettivamente una o pi湛 di queste
componenti, ma si 竪 rivelato molto utile nello studio delle
abilit dei bambini, pur in considerazione del processo di
acquisizione delle abilit di base relative ai numeri e al
calcolo.calcolo.
Temple (1992) 竪 giunta a definire la DISCALCULIADISCALCULIA
EVOLUTIVAEVOLUTIVA come un disturbo delle abilit
numeriche ed aritmetiche che si manifesta in
bambini di intelligenza normale, che non hanno
subito danni neurologici e pu嘆 presentarsi
associato alla dislessia o in modo indipendente.
Le difficolt pratiche nella
diagnosi dei DSA
1  Distinguere i disturbi in questione dalle
normali variazioni nel rendimento scolastico.
  un momento transitorio di difficolt
nellapprendimento?
 Esprime un diverso disagio scolastico da definire? Esprime un diverso disagio scolastico da definire?
2  Occorre considerare let del soggetto e la
fase dello sviluppo.
  indispensabile definire la gravit (ritardo
prestazionale in relazione allet) ed il
cambiamento delle caratteristiche del disturbo,
perch辿 lo stesso deficit evolve e la sua espressione
cambia con il progredire dellet.
Le difficolt pratiche nella diagnosi dei DSA
3- Le abilit scolastiche non sono una semplice
funzione della maturazione neurobiologica: devono
essere imparate ed insegnate.
 Il livello di capacit dipende anche dalla situazione familiare
e scolastica: il bambino ha avuto tutte le oppurtunit die scolastica: il bambino ha avuto tutte le oppurtunit di
apprendimento?
4  I modelli teorici forniscono una traccia delle
possibili anomalie dello sviluppo, ma non 竪 semplice
differenziare nel singolo bambino le anomalie che
causano le difficolt prestazionali: il singolo disturbo
pu嘆 essere dovuto a pi湛 anomalie dei processi
neuropsicologici e cognitivi.
Le difficolt pratiche nella diagnosi dei DSA
5  Esistono tuttora diverse incertezze sul modo
di suddividere i disturbi specifici delle abilit
scolastiche e sui rapporti tra queste ed altre
difficolt dello sviluppo.
Spesso i DSA si presentano associati ad altreSpesso i DSA si presentano associati ad altre
sindromi cliniche evolutive:
 deficit attentivi e sindromi ipercinetiche,
 disturbi della condotta,
 disprassia (dist. evol. della funzione motoria),
 disturbi del linguaggio,
 difficolt relazionali e disarmoniedello sviluppo..

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  • 2. LaLa Dislessia EvolutivaDislessia Evolutiva 竪 un disturbo settoriale della lettura che si manifesta in un bambino privo di deficit: * neurologici- *sensoriali- *cognitivi- * relazionali La Dislessia ev. si manifesta nonostante il bambinoLa Dislessia ev. si manifesta nonostante il bambino abbia avuto normali e adeguate opportunit scolastiche. La Dislessia, spesso, si accompagna a difficolt nella scrittura, nei processi di letto-scrittura del numero e del calcolo.
  • 3. I bambini dislessici presentanoI bambini dislessici presentano frequentemente:frequentemente: Quoziente intellettivo normale e buone potenzialit cognitive. Lettura ad alta voce molto lenta e spesso scorretta. Difficolt ortografiche nella scrittura. Difficolt nella scrittura dei numeri.Difficolt nella scrittura dei numeri. Difficolt nellapprendimento delle tabelline e del calcolo mentale Difficolt negli algoritmi del calcolo aritmetico. Inoltre,Inoltre, pi湛 raramentepi湛 raramente, sono presenti:, sono presenti: Difficolt di esposizione orale. Instabilit motoria e disturbi di attenzione.
  • 4. I dislessici comunemente non presentano: Difficolt di ragionamento. Difficolt di comprensione delle spiegazioni orali. Difficolt di comprensione del testo. Difficolt di comunicazione sociale. I fattori necessari per un buon successoI fattori necessari per un buon successo abilitativo (secondo il Pentagono prognostico di Critchley) : buona condizione cognitiva; identificazione ed intervento precoce; adeguato ambiente educativo e familiare; adeguata assistenza didattico - educativa; buon equilibrio psicologico del bambino.
  • 5. Dopo decenni di ipotesi e teorie contrastanti, esiste, oggi, uninterpretazione univoca della dislessia ? No! Mentre c竪 un accordo generale sulla definizione clinica del disturbo (cfr. DSM IV - ICD 10): i ricercatori utilizzano tuttora diversi modelli di riferimento che fanno capo alle rispettive discipline e metodologie operanti nellambito delle neuroscienze e delle scienze cognitive. I 3 principali modelli teorici, che rappresentano i diversi approcci attuali nello studio e nella riabilitazione sono: Lapproccio neuropsicologicoLapproccio neuropsicologico -- Modello di lettura a due vie.Modello di lettura a due vie. L approccio clinicoL approccio clinico -- Modello di Boder.Modello di Boder. L approccio neuropsicofisiologicoL approccio neuropsicofisiologico -- Balance model di Bakker.Balance model di Bakker.
  • 6. (Morton(Morton Patterson 1980; Sartori 1984; Stella 1995)Patterson 1980; Sartori 1984; Stella 1995) Sistema di Analisi VISIVASistema di Analisi VISIVA Riconoscimento delle LETTERERiconoscimento delle LETTERE Riconoscimento visivo delle PAROLERiconoscimento visivo delle PAROLE (Sistema logogen)(Sistema logogen) Identificazione delleIdentificazione delle LETTERELETTERE Produzione di paroleProduzione di parole Lessico di uscita fonologicoLessico di uscita fonologico SistemaSistema SEMANTICOSEMANTICO ConversioneConversione GRAFEMAGRAFEMA--FONEMAFONEMA (scritto(scritto suono)suono) Buffer fonemicoBuffer fonemico Sistema articolatorioSistema articolatorio Elaborazione grafica modello semplificato Carlo MUZIO 2000 = Via FONOLOGICAVia FONOLOGICA = Via VISIVA non Semantica= Via VISIVA non Semantica = Via VISIVA SEMANTICA= Via VISIVA SEMANTICA
  • 7. Lapproccio neuropsicologicoLapproccio neuropsicologico -- Modello di lettura a due vieModello di lettura a due vie di Sartoridi Sartori -- Job (1984) e di Coltheart (1978).Job (1984) e di Coltheart (1978). Nellambito delle teorie modulari delle funzioni cognitive si sono sviluppati modelli che scompongono il processo di lettura in una serie di operazioni sequenziali, dallanalisi visiva delle lettere alla produzione della parola (cfr. il modello di lettura standard). Il lettore adotta due strategie di lettura: * La via lessicale (accesso diretto) - * La via fonologica o indiretta Questi modelli sono stati usati per linterpretazione della dislessia acquisita nelladulto, ma successivamente sono stati applicati anche nella D.E. Sulla base di questo modello sono stati individuati tre sottotipi di dislessia :Sulla base di questo modello sono stati individuati tre sottotipi di dislessia : La dislessia superficialeLa dislessia superficiale in cui 竪 deficitaria la via lessicale ed il lettore legge nello stesso modo le parole e le non parole, senza alcun vantaggio per le parole pi湛 frequenti, inoltre non 竪 in grado di leggere le parole irregolari. La dislessia fonologicaLa dislessia fonologica in cui 竪 deficitaria la via fonologica lessicale ed il lettore usa solo laccesso diretto per cui ha difficolt con le parole irregolari e con le non parole. La dislessia profondaLa dislessia profonda in cui sono deficitarie entrambe le vie ed il lettore commette parafasie semantiche (sostituisce parole di significato affine) ed ha maggiori difficolt con le non parole.
  • 8. L approccio clinico: il modello di Boder (1973).L approccio clinico: il modello di Boder (1973). Boder, effettuando unanalisi qualitativa delle prestazioni deficitarie della lettura ha individuato due sottotipi di dislessia: La dislessia diseideticaLa dislessia diseidetica in cui prevale un deficit di tipo visuopercettivo; perci嘆 il bambino incontra maggiori difficolt nel percepire e/o ricostruire la configurazione della parola scritta. Tipica 竪 la difficolt significativamente maggiore nella lettura dei caratteri in corsivo rispetto allo stampato maiuscolo. La dislessia disfoneticaLa dislessia disfonetica o disfonologicadisfonologica in cui prevalgono deficit linguistici e fonologici per cui il bambino ha difficolt prevalenti nelle operazioni metafonologiche: analisi e sintesi delle componenti sublessicali, non riesce cio竪 ad individuare correttamente i singoli fonemi di una parola o, al contrario, a ricomporre la parola intera partendo dai singoli fonemi. La maggioranza dei bambini dislessici presentano questo secondo tipo.
  • 9. L approccio neuropsicofisiologico: il modello dellequilibrioL approccio neuropsicofisiologico: il modello dellequilibrio o Balance model di Bakker (1980).o Balance model di Bakker (1980). Anche il modello di Bakker si basa sulla distinzione tra compiti e strategie visuo-spaziali e linguistici. Bakker ha identificato, nellapprendimento della lettura, una 1属 fase in cui prevalgono le strategie visuopercettive, ed una 2属 fase in cui subentra una predominanza delle strategie linguistiche. Nel passaggio da un processo allaltro si modificherebbe la distribuzione dellattivit cerebrale passando da una prevalenza dellemisfero destro a quello di sinistra. Nei dislessici si verificherebbe una alterazione di questo equilibrio della attivit interemisferica e sulla base di tale ipotesi ha individuato 2 tipi:attivit interemisferica e sulla base di tale ipotesi ha individuato 2 tipi: Dislessici PDislessici P--typetype (guidati da strategie percettive)- caratterizzati da lettura molto lenta (parola per parola o sillaba per sillaba) ma corretta e che, ciononostante, non sviluppano i processi di lettura per deficit dei processi linguistici. Dislessici LDislessici L--typetype (guidati da strategie linguistiche)- caratterizzati da deficit dei compiti visuopercettivi, per cui leggono pi湛 velocemente ma commettono molti errori per uninsufficiente mediazione nel corso della decodifica. Tipicamente effettuano anticipazioni scorrette perch辿 nella lettura tirano ad indovinare.
  • 10. DISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVADISLESSIA EVOLUTIVA La DE 竪 un disturbo di automatizzazione delle procedure di transcodifica dei segni scritti in corrispondenti fonologici che emerge allinizio della scolarizzazione in soggetti che non abbiano patologie o traumi cui riferire il deficit (a differenza dei casi di DA). I soggetti con DE incontrano difficolt: in compiti di codifica fonologicain compiti di codifica fonologica nel recupero di informazioni codificate in memoria (recupero lessicale) nellutilizzo dei codici fonologici per mantenere linformazione verbale nella memoria di lavoro Inoltre non raggiungono una sufficiente consapevolezza della struttura fonologica del materiale utilizzato (deficit metafonologico).
  • 11. Sottotipi della DESottotipi della DE In riferimento al modello di lettura sono stati identificati due tipi prevalenti: Dislessia fonologicaDislessia fonologica (deficit via fonologica) e Dislessia superficialeDislessia superficiale (deficit via lessicale); ma diversi studi hanno evidenziato difficolt nellindividuare profili riconducibili ad un deficit selettivo di una delle due vie nella DE. In particolare nei sistemi ortografici regolari autori tedeschi (Wimmer 1993) hanno proposto di considerare in particolare(Wimmer 1993) hanno proposto di considerare in particolare laspetto della velocit di decodifica. Studi recenti condotti in Italia (G.Stella, E.C.Biondino 2001) hanno confermato tale ipotesi e proposto di differenziare una forma di D. severaD. severa (<3ds = <1 sill/sec) da una forma di D. medioD. medio-- lievelieve (<2-3ds = >1<1,6 sill/sec) chiaramente individuabile in 3属 elem.
  • 12. Evoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempoEvoluzione del disturbo nel corso del tempo Le ricerche condotte sulla lingua tedesca (Klicpera e Shabmann 1993) avevano evidenziato andamenti molto diversi per la velocit e laccuratezza: la velocit di lettura tende a crescere anche nei DE ma la distanza dai buoni lettori resta invariata,ma la distanza dai buoni lettori resta invariata, mentre laccuratezza migliora progressivamente e tende a raggiungere prestazioni nella norma. Anche in Italia un recente studio ha riscontrato su di un campione significativo un andamento analogo (G.Stella, E.C.Biondino 2001).
  • 13. IL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTOIL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTO Questo disturbo 竪 tuttora controverso, infatti, sul piano diagnostico 竪 spesso ricondotto ad altre difficolt (dist. di linguaggio, di lettura, deficit di memoria o di studio, r.m. lieve) ed anche nei sistemi diagnostici ICD-10 e DSM IV 竪 assimilato al disturbo di lettura Gli studi di psicolinguistica hanno permesso di differenziare nelle componenti della lettura la decodificala decodifica (capacit di riconoscere e nominare correttamente le parole del testo) dalla comprensionecomprensione (capacit di cogliere il significato del testo) ed hanno dimostrato la(capacit di cogliere il significato del testo) ed hanno dimostrato la sostanziale indipendenza fra queste due componenti che richiedono differenti processi cognitivi sottostanti (Pazzaglia,Cornoldi e Tressoldi, 1993). Le abilit necessarie alla comprensione del testo sono di tipo complesso; oltre alla decodifica si richiede: - costruzione della rappresentazione mentale del testo processi percettivi conoscenze pregresse memoria di lavoro individuazione delle informazioni principali capacit di trarre inferenze lessicali e semantiche
  • 14. La valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testoLa valutazione del D. S. di Comprensione del testo Valutazione del profilo di comprensione Prove oggettive di base: Prove MT di comprensione Misure di controllo: Livello intellettivo generale Svantaggio linguistico Aspetti emotivo motivazionali Analisi del rapporto con altri apprendimenti: Decodifica in lettura: Prove MT di correttezza e rapiditDecodifica in lettura: Prove MT di correttezza e rapidit Espressione scritta : Batteria per la competenza ortografica Problem solving. Valutazione aspetti sottostanti il processo di comprensione: Comprensione da ascolto Batteria di prove Q1 (De Beni MT) Memoria di lavoro: listening span test Metacognizione: Prove di metacomprensione (Pazzaglia e a.94) Vocabolario: Prove multidimensionali di vocabolario (Boschi 89) Inferenza nel linguaggio orale: Prova di chiusura verbale (Cornoldi, Soresi 1981)
  • 15. I Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIAI Disturbi della scrittura: DISGRAFIA -------- DISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIADISORTOGRAFIA Le macrocomponenti della comunicazione scritta (Flowers, Hayes 81) Il contesto del compitocontesto del compito comprende: lintenzione comunicativa, attivata dallo scopo (argomento e destinatario) ed il testo prodotto. Il processo dello scrivereprocesso dello scrivere implica: - memoria di lavoro (recupero informazioni da comunicare) capacit di organizzazione e pianificazione la trascrizione (discriminazione e analisi fonemica + componenti ortografica e calligrafica) e la revisione (lettura,componenti ortografica e calligrafica) e la revisione (lettura, autovalutazione e correzione). La trascrizionetrascrizione 竪 laspetto pi湛 indagato nellapproccio neuropsicologico la discriminazione fonemica 竪 essenziale nei compiti di dettato (alcune variazioni fonetiche richiedono <100msec) anche se potr essere poi sostituito dallassociazione tra significato e forma ortografica della parola) e le difficolt ortografiche sono da considerare il sintomo elettivo del D.S. di Scrittura (DISORTOGRAFIADISORTOGRAFIA), mentre le difficolt grafiche sono da ricondurre ai disturbi specifici delle prassie della scittura (DISGRAFIADISGRAFIA) .
  • 16. I DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLO -------- DISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIE Larchitettura del sistema di elaborazione dei numeri e del calcolo Gli studi pi湛 recenti, a partire dal modello neuropsicologico modulare di McCloskey, Caramazza e Basili (1985-6) concordano nel sostenere, da un punto di vista cognitivo, lindipendenza delle abilit di calcolo dal sistema di elaborazione dei numeri . Il modello ipotizza che la rappresentazione mentale della conoscenza numerica sia strutturata in tre moduli: -il sistema di comprensione, che trasforma la struttura superficiale dei-il sistema di comprensione, che trasforma la struttura superficiale dei numeri (diversa a seconda del codice) in una rappresentazione astratta di quantit; -il sistema del calcolo usa tale rappresentazione come input per manipolarla attraverso il funzionamento di tre componenti: i segni delle operazioni; i fatti aritmetici (tabelline, calcoli semplici e risultati memorizzati cui si accede senza esguire lalgoritmo di soluzione) e le procedure di calcolo (regole per lesecuzione dellalgoritmo); - i meccanismi di produzione che forniscono loutput del sistema di calcolo, le risposte numeriche
  • 17. I DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLOI DISTURBI DEL CALCOLO -------- DISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIEDISCALCULIE Il modello di McClosKey e coll. 竪 stato costruito sulla base delle prestazioni di adulti traumatizzati che avevano perso selettivamente una o pi湛 di queste componenti, ma si 竪 rivelato molto utile nello studio delle abilit dei bambini, pur in considerazione del processo di acquisizione delle abilit di base relative ai numeri e al calcolo.calcolo. Temple (1992) 竪 giunta a definire la DISCALCULIADISCALCULIA EVOLUTIVAEVOLUTIVA come un disturbo delle abilit numeriche ed aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale, che non hanno subito danni neurologici e pu嘆 presentarsi associato alla dislessia o in modo indipendente.
  • 18. Le difficolt pratiche nella diagnosi dei DSA 1 Distinguere i disturbi in questione dalle normali variazioni nel rendimento scolastico. un momento transitorio di difficolt nellapprendimento? Esprime un diverso disagio scolastico da definire? Esprime un diverso disagio scolastico da definire? 2 Occorre considerare let del soggetto e la fase dello sviluppo. indispensabile definire la gravit (ritardo prestazionale in relazione allet) ed il cambiamento delle caratteristiche del disturbo, perch辿 lo stesso deficit evolve e la sua espressione cambia con il progredire dellet.
  • 19. Le difficolt pratiche nella diagnosi dei DSA 3- Le abilit scolastiche non sono una semplice funzione della maturazione neurobiologica: devono essere imparate ed insegnate. Il livello di capacit dipende anche dalla situazione familiare e scolastica: il bambino ha avuto tutte le oppurtunit die scolastica: il bambino ha avuto tutte le oppurtunit di apprendimento? 4 I modelli teorici forniscono una traccia delle possibili anomalie dello sviluppo, ma non 竪 semplice differenziare nel singolo bambino le anomalie che causano le difficolt prestazionali: il singolo disturbo pu嘆 essere dovuto a pi湛 anomalie dei processi neuropsicologici e cognitivi.
  • 20. Le difficolt pratiche nella diagnosi dei DSA 5 Esistono tuttora diverse incertezze sul modo di suddividere i disturbi specifici delle abilit scolastiche e sui rapporti tra queste ed altre difficolt dello sviluppo. Spesso i DSA si presentano associati ad altreSpesso i DSA si presentano associati ad altre sindromi cliniche evolutive: deficit attentivi e sindromi ipercinetiche, disturbi della condotta, disprassia (dist. evol. della funzione motoria), disturbi del linguaggio, difficolt relazionali e disarmoniedello sviluppo..