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Loretta Napoleoni




                          Il contagio
                           continua




                                Rizzoli




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Dopo gli eventi eccezionali dellautunno 2011, aggiornare
                questo libro 竪 un utile esercizio di analisi. Rincorrere la sto-
                ria 竪 unimpresa impossibile, specialmente in un anno che
                riserva cos狸 tanti colpi di scena e sembra non voler finire
                mai. Da mesi ho il fiato corto, impegnata a non perdere di
                vista la fenomenale maratona di eventi che la crisi econo-
                mica ha scatenato sul pianeta. Basta una distrazione e i fatti
                che si susseguono con rapidit sconvolgente in questo infi-
                nito presente appaiono ancora pi湛 assurdi, incomprensibili
                e sinistri. Mentre lo sforzo di trovare una coerenza nel caos
                del quotidiano 竪 la terapia giusta per non cadere vittima del
                panico.
                   Dalla fine di agosto, quando siamo andati in stampa
                con la prima edizione di questo libro, alla fine di novem-
                bre quando esce la quarta edizione sono successe molte
                cose. Tra le altre, il 20 ottobre Gheddafi 竪 finito come
                Mussolini, trucidato dalla sua stessa gente, e il 16 novem-
                bre Silvio Berlusconi si 竪 dimesso da presidente del Con-
                siglio in una storica notte di festeggiamenti e concerti per
                le strade delle citt italiane. Il contagio rivoluzionario ha
                infettato lEuropa, attraversato lAtlantico e appestato il
                mondo intero. Ce ne siamo accorti il 15 ottobre, in occa-
                sione della prima giornata globale di protesta, quando cit-

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Loretta Napoleoni


                tadini di Paesi diversi e lontani sono scesi in piazza al gri-
                do: 束Conquistiamo o riprendiamoci la democrazia!損.
                    Chi poteva immaginare allinizio dellestate che il cen-
                tro nevralgico della finanza mondiale sarebbe stato stret-
                to dassedio dal movimento Occupy Wall Street? Eppure
                poche cifre bastano a spiegarne le motivazioni: nei primi
                tre trimestri del 2010, un anno difficile per tutti, le otto
                pi湛 grandi banche americane hanno messo da parte 130
                miliardi di dollari per i bonus, equivalenti a 121.000 dol-
                lari per impiegato. Quattro anni prima, in pieno boom
                economico, questa cifra ammontava a 113 miliardi di dol-
                lari, pi湛 bassa dunque, equivalente a 114.000 dollari a te-
                sta. La recessione si abbatte solo su quella fetta della po-
                polazione che non appartiene alle 辿lite del denaro, e cio竪
                il 99 per cento dellelettorato.
                    I manifestanti che si sono accampati in Zuccotti Park,
                una piazza giardino tra Ground Zero e il New York Stock
                Exchange, non sono molto diversi dai loro colleghi arabi,
                europei e israeliani: sono disoccupati o sotto-occupati e si
                sentono esclusi dalla politica. In pochi giorni identiche
                tendopoli sbocciano in tutti gli Stati Uniti, in Australia, in
                Asia e nel resto del mondo. Il contagio vola sulle ali di un
                malessere generale che nasce dalle grandi diseguaglianze
                createsi nellera della globalizzazione negli Stati Uniti ed
                esportate poi in tutto il pianeta. Da unindagine di Bloom-
                berg emerge che negli Usa un trader petrolifero con espe-
                rienza decennale guadagna un milione di dollari lanno
                mentre un neurochirurgo con la stessa esperienza lavorati-
                va porta a casa 600.000 dollari. Sempre negli Stati Uniti, i
                banchieri che gestiscono i settori M&A, fusioni e acquisi-
                zioni, delle loro imprese guadagnano circa due milioni
                lanno, dieci volte lo stipendio di chi fa ricerca medica per
                combattere il cancro. Non 竪 questa la societ che vogliamo.
                    Il cuore dellepidemia rimane per嘆 il Mediterraneo
                che negli ultimi tre mesi ha cambiato faccia. In Europa

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Il contagio continua

                due governi sono caduti: quello greco e quello italiano,
                entrambi a causa delle pressioni congiunte delle piazze
                affari e di quelle tradizionali. Il 21 novembre la Spagna 竪
                andata alle urne e ha portato nuovamente al potere i con-
                servatori del Partido Popular. Anche in Tunisia si 竪 vota-
                to mentre in Egitto il movimento di protesta 竪 sceso nuo-
                vamente per le strade, in manifestazioni che hanno pro-
                vocato morti e feriti, per impedire allesercito e ai poteri
                legati al vecchio regime di manipolare le libere elezioni
                per il nuovo Parlamento e la costituente. Questa volta la
                non violenza degli egiziani 竪 stata messa a dura prova dal-
                la repressione della polizia e dellesercito. Infine, dopo
                mesi e mesi di manifestazioni contro il regime e scontri
                mortali con le forze dellordine, Siria e Yemen sono or-
                mai simili a bombe a orologeria pronte a esplodere.
                   In questo scenario di rivolta, i mercati non appaiono
                affatto pi湛 stabili. Il contagio si diffonde nelle piazze tra-
                dizionali e in quelle finanziarie con quasi identica irruen-
                za, segno che la crisi non 竪 economica o politica ma siste-
                mica. Per questo a nulla valgono i tentativi disperati dei
                governi di contenerlo. A novembre, a Wall Street, la poli-
                zia sgombera la tendopoli di Zuccotti Park. Il presidente
                Obama loda la decisione dellItalia di sbarazzarsi del go-
                verno Berlusconi e di optare per una compagine di tec-
                nocrati cattolici e di centro. Gli fanno eco i leader euro-
                pei che hanno gi approvato il cambio della guardia in
                Grecia, dove Lucas Papademos, un tempo funzionario
                della Banca centrale europea, ha rimpiazzato George Pa-
                pandreou. La speranza 竪 quella di far rientrare lemer-
                genza. Che basti evacuare a forza i manifestanti per an-
                nientare il virus della protesta. Che un cambio di regime
                basti a ridare credibilit a un Paese. Che Mario Monti, ex
                euroburocrate ed ex consulente della Goldman Sachs,
                curi i mercati dalla febbre di sfiducia nei confronti del
                debito sovrano dei Paesi Piigs. Ma non bastano due man-

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Loretta Napoleoni


                ganellate e una manciata di tecnici doc a far tornare lor-
                dine nelle piazze del mondo e a far abbassare gli spread
                sui titoli di Stato.
                   Loperazione di contenimento non riesce perch辿, al di
                l degli uomini, sono le politiche anti-crisi perseguite sul-
                le due sponde dellAtlantico a essere scellerate. Gli ameri-
                cani combattono la recessione con il quantitative easing, e
                cio竪 stampano carta moneta. Una politica sperimentata
                negli anni Trenta dai tedeschi per pagare le riparazioni di
                guerra astronomiche imposte loro dopo il primo conflitto
                mondiale. Tutti sanno come and嘆 a finire quella storia:
                iperinflazione, ascesa del nazismo e scoppio della Secon-
                da guerra mondiale
                   LUe, invece, difende a spada tratta leuro, senza cu-
                rarsi del fatto che questa politica impoverisce i Paesi me-
                diterranei dellUnione, portandoli verso il default incon-
                trollato. Meno di un secolo fa gli americani hanno dimo-
                strato la stessa cocciutaggine quando allindomani del
                1929 si sono ostinati a difendere la parit aurea del dolla-
                ro, politica che gettava nella miseria milioni di cittadini.
                Anche il finale di questa storia 竪 noto: crollo delle ban-
                che, disoccupazione dilagante e avvento della Grande
                Depressione.
                   Osservando sulle due sponde dellAtlantico i leader
                mondiali recitare un copione ben noto, viene spontaneo
                chiedersi se tutto 竪 perduto perch辿 abbiamo dimenticato
                una lezione importante della storia o non, piuttosto, per la
                sindrome contraria. La genesi di quelle tragedie 竪 cos狸 ce-
                mentata nel nostro subconscio da impedirci di formulare
                decisioni razionali. Per evitare gli errori del passato gli ame-
                ricani commettono quelli dei tedeschi e viceversa.
                   La Germania ancora combatte contro i fantasmi della
                Repubblica di Weimar ed 竪 per questo che non ha dato al-
                la Banca centrale europea il potere di stampare carta mo-
                neta a suo piacimento e le ha vietato di agire quale credi-

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Il contagio continua

                tore di ultima istanza.  come costringere un atleta a cor-
                rere i 100 metri ma sparandogli prima a un piede. Aver
                pensato che allEuropa bastasse una moneta comune per
                superare un passato plurisecolare di guerre e sangue 竪
                unillusione che ancora oggi milioni di europei condivi-
                dono. Non per niente al centro della crisi delleuro tro-
                viamo nazioni dove lo spettro delle dittature 竪 ancora vi-
                vo: Spagna, Italia, Grecia, Portogallo e anche la Germa-
                nia. La difesa irrazionale di questa moneta nasce dallidea
                che possa, da sola, proteggere la democrazia contro i pe-
                ricoli dei nazionalismi e dei fascismi. Pi湛 del mercato co-
                mune, del Parlamento europeo, dei trattati, lunione mo-
                netaria rappresenta per gli europei la garanzia di pace.
                   Peccato che dietro questa moneta non ci sia uninte-
                grazione vera, che in dieci anni Bruxelles non sia stata in
                grado di creare larmonizzazione fiscale, un tesoro euro-
                peo e i famosi eurobond. Il motivo? I tedeschi non vo-
                gliono pagare i debiti dei greci e i greci non vogliono de-
                volvere le proprie tasse a Bruxelles.
                   Intanto lillusione che leuro sia lo scudo dellEuropa
                unita senza il quale siamo tutti perduti rischia di disinte-
                grare leconomia del continente e di far scivolare il mon-
                do in una moderna grande depressione. La vera lezione
                della storia 竪 che il presente non 竪 mai identico al passato
                e la sua unicit va rispettata. N辿 stampare carta moneta
                n辿 difendere leuro ci aiuteranno a risolvere la crisi, serve
                una politica ad hoc che includa la lotta contro la spere-
                quazione dei redditi, il default pilotato per Paesi come la
                Grecia e lItalia, e se necessario luscita dalleuro da parte
                di alcune nazioni, prima che i mercati ci costringano a
                farlo, prima che sia troppo tardi per salvare il salvabile.
                   Da mesi ci ripetono che alla radice della crisi attuale ci
                sono gli speculatori. A loro si attribuisce tutta la respon-
                sabilit del cataclisma finanziario ed economico che in-
                combe sul capitalismo occidentale. Ma gli Indignati eu-

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Loretta Napoleoni


                ropei, americani, africani, mediorientali e tutti coloro
                che hanno abbracciato il movimento di protesta punta-
                no invece il dito contro la classe politica e le 辿lite al pote-
                re: 竪 il loro modello economico squilibrato che non fun-
                ziona pi湛.
                   Paradossalmente le piazze affari  il prodotto della
                deregulation degli anni Novanta  fanno da controcanto
                a quelle del villaggio globale quando reagiscono negati-
                vamente alle dichiarazioni e alle misure in extremis dei
                governi. Durante lestate del 2011, che passer alla storia
                come la prima in cui i nostri rappresentanti politici non
                sono andati in vacanza o quasi, i mercati e gli Indignati
                hanno detto no a tutti i tentativi di salvataggio delleuro 
                inclusi quelli della Banca centrale europea, le manovre fi-
                scali italiane, quelle spagnole, lausterit in Grecia, la To-
                bin Tax sulle transazioni finanziarie e cos狸 via.
                   Il G20 tenutosi a Cannes allinizio di novembre del
                2011 竪 stato un fiasco clamoroso. In un post illuminante
                su Twitter Nouriel Roubini lo ha descritto come un non-
                evento, dove tutti erano intenti a giocare a scaricabarile.
                Colpisce poi la flemma con la quale i cinesi hanno respin-
                to le disperate richieste di aiuto dei Paesi membri dellUe
                e lindifferenza delle nazioni emergenti di fronte alla
                questua del Fondo monetario. Neppure le incessanti riu-
                nioni demergenza dei capi di governo e dei ministri delle
                Finanze, tenutesi in autunno a Bruxelles, hanno calmato
                le piazze affari e quelle tradizionali. Ce ne meravigliamo?
                No. Dal doppio voto della Slovacchia che prima dice no
                allultima tranche degli aiuti alla Grecia e poi ci ripensa,
                al referendum sullausterit suggerito da Papandreou e
                poi cancellato con un colpo di spugna di fronte alloppo-
                sizione di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, fino al cam-
                bio della guardia italiano, che sostituisce un governo da
                discoteca con uno da biblioteca, i difensori delleuro
                danno segni di scarsissima professionalit.

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Il contagio continua

                    Non 竪 vero che a far crollare gli indici 竪 la speculazione
                al ribasso; fin dallestate 竪 stato vietato lo short selling, la
                pratica di prendere i titoli in prestito per venderli e ri-
                comprarli a prezzi pi湛 bassi intascando la differenza. Ac-
                cusare la speculazione 竪 lennesima manovra dei politici
                per nascondere le proprie incompetenze. Chi vende sul
                mercato secondario i titoli di Stato dei Paesi Piigs sono le
                banche, i fondi dinvestimento e i fondi pensione, dove
                sono confluiti i nostri risparmi. Chi lo fa vuole protegger-
                li. La paura 竪 infatti che lItalia, la Spagna, il Portogallo e
                forse anche lIrlanda finiscano come la Grecia e che ci si
                debba accontentare del 50 o 60 per cento del valore tota-
                le dei titoli acquistati. Meglio venderli alla Banca centra-
                le europea, o meglio ancora scambiarli con linee di credi-
                to, questo il ragionamento.
                    Lautunno ha infatti prodotto nel sistema bancario
                una preoccupante crisi di liquidit. Per le banche euro-
                pee 竪 sempre pi湛 difficile ricorrere a investitori istituzio-
                nali, quali fondi pensioni, assicurazioni e istituti di credi-
                to. Lunica fonte di liquidit 竪 ormai la Banca centrale eu-
                ropea, che per嘆 accetta come collaterale per i prestiti sol-
                tanto alcuni tipi di obbligazioni, tra cui i titoli del debito
                sovrano.  grazie a questa regola se ancora i Piigs riesco-
                no a piazzare i propri titoli su mercato.
                    Alle aste gli acquirenti sono sempre banche europee
                che subito dopo li rivendono alla Bce. Questultima cos狸
                aggira il divieto di finanziare direttamente il debito dei
                Paesi membri imposto dalla Germania. Nel mese di set-
                tembre le banche dellarea euro hanno scambiato in que-
                sto modo complessivamente 590 miliardi di euro. Tra i
                maggiori debitori della Bce il settore bancario francese e
                quello italiano, che hanno ottenuto linee di credito per
                100 miliardi ciascuno.  chiaro che questo escamotage
                demergenza pu嘆 funzionare solo nel brevissimo perio-
                do, la Bce non ha i muscoli per acquistare il debito pub-

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Loretta Napoleoni


                blico di tutta leurozona deficitaria. LItalia nel 2012 do-
                vr piazzare oltre 375 miliardi di euro in titoli del Tesoro.
                Neppure il Fondo di stabilit, il Fondo monetario euro-
                peo ribattezzato Fondo salva-stati, ha denaro sufficiente
                per ulteriori 束missioni impossibili損.
                   Il miglior indicatore della sfiducia dei mercati 竪, comun-
                que, il tasso dinteresse al quale si 竪 disposti a prestare dena-
                ro. Nelle aste autunnali dei titoli di Stato gli spread, i diffe-
                renziali con i tassi tedeschi, sono cresciuti. Quelli dellItalia
                e della Spagna sono tornati ai livelli della fine degli anni
                Novanta quando i mercati chiedevano una garanzia ag-
                giuntiva per prestare i soldi a nazioni che avevano la brutta
                abitudine di svalutare la propria moneta. Leffetto benefico
                delleuro 竪 dunque svanito mentre rimane quello negativo:
                le banche centrali dei singoli Paesi non possono n辿 stampa-
                re n辿 svalutare leuro.
                   La perdita della sovranit monetaria contribuisce ad
                alimentare la sfiducia nei confronti di nazioni come lIta-
                lia, con un debito superiore al 100 per cento del Pil. Per
                fare un esempio il Giappone, dove il debito si attesta ol-
                tre il 200 per cento del Pil, non si trova nella stessa situa-
                zione perch辿 pu嘆 stampare carta moneta e ha una banca
                centrale che fa da creditore dellultima spiaggia.
                   I mercati e le piazze ci stanno dicendo proprio quello
                che nessuno di noi vuole sentire: se le cose non cambiano
                questi Paesi non ce la faranno a sostenere un debito tanto
                elevato. Limmobilismo economico e sociale, come ac-
                qua stagnante, permette ai germi del contagio di ripro-
                dursi e diffondersi. E il cambiamento di cui abbiamo bi-
                sogno non 竪 la promessa di far quadrare il bilancio, n辿 la
                riorganizzazione dei conti dello Stato attraverso lo spo-
                stamento di qualche voce da un titolo di spesa a un altro,
                e neppure la riduzione di alcune di queste ultime. Non
                basta nemmeno il cambio della guardia di politici e coali-
                zioni. Leffetto Mario Monti 竪 durato meno di una gior-

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Il contagio continua

                nata. Lelezione di Mariano Rajoy ha raddoppiato il costo
                del debito per la Spagna e quella di Lucas Papademos
                non ha placato lopposizione del popolo greco alla politi-
                ca di austerit. I mercati chiedono la ripresa della crescita
                economica. E, guarda caso, anche la popolazione euro-
                pea chiede la stessa cosa.
                   Purtroppo leuro impedisce politiche alternative a
                quelle neo-liberiste sulle quali questa moneta 竪 nata. Al-
                lora, perch辿 lo difendiamo anche a costo di precipitare
                nella povert? Perch辿 siamo convinti che ci abbia fatto
                prosperare. Poco meno di ventanni fa, nel 1994, quando
                Berlusconi entr嘆 in politica, lo scenario economico veni-
                va definito devastante: il debito pubblico era il 121 per
                cento del Pil, il tasso sulle obbligazioni decennali era al 9
                per cento (linflazione, va detto, ai tempi era al 4,2 per
                cento mentre oggi 竪 al 2,6). Lo spread con i titoli tedeschi
                oscillava tra i 300 e i 450 punti. Molte quindi le similitudi-
                ni con la situazione economica attuale. Ma nel 1994
                leconomia italiana cresceva al ritmo del 2,2 per cento
                contro lo 0,5 previsto per il 2011. Il Paese godeva di un
                avanzo delle partite correnti pari all1,2 per cento del Pil
                mentre nel 2011 ci si aspetta un deficit del 3,5 per cento.
                   Sebbene il debito italiano abbia una maturit relativa-
                mente lunga, circa sette anni, il costo 竪 al 6 per cento. Se
                crescessimo come la Cina non ci sarebbe alcun problema
                ma lItalia non cresce, le proiezioni per il 2011 sono per
                un tasso al di sotto dello 0,5 per cento e molti sostengono
                che la crescita sar negativa. E come se ci嘆 non bastasse,
                si prospetta una stagnazione dei prezzi nei prossimi tre
                anni, e questo significa che il Paese potrebbe ritrovarsi in
                deflazione.
                   Come estrarre allora da un bilancio immobile quel 6
                per cento del Pil necessario per pagare linteresse sul de-
                bito? Tagliando drasticamente la spesa, che 竪 quello che
                ha fatto la Grecia con i disastrosi risultati a tutti noti. Pur-

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Loretta Napoleoni


                troppo lItalia e la Grecia non possono optare per laltra
                alternativa: svalutare per ridurre il valore del debito e
                stampare carta moneta per combattere la deflazione.
                Perch辿? Perch辿 hanno perso la sovranit monetaria.
                   Mario Monti non 竪 un prestigiatore n辿 uno stregone, e
                le misure poste allItalia sono contrarre la spesa pubblica
                e aumentare la pressione fiscale. Ma questa politica di au-
                sterit porter alla contrazione delle entrate pubbliche e
                quindi allaumento in valori percentuali del debito ri-
                spetto al Pil, anche perch辿 gli interessi sul debito rimar-
                ranno elevati.
                   Chi poi spera che la soluzione di tutti i problemi si chia-
                mi eurobond si sbaglia di grosso. I tedeschi continuano a
                ripetercelo: leurobond non fa altro che passare il debito
                dello Stato sovrano allUe, unorganizzazione federale,
                esattamente come nel 2008, allindomani del crollo della
                Lehman Brothers, i salvataggi dello Stato hanno traslato
                nei conti di questultimo il debito delle banche e delle isti-
                tuzioni finanziarie. In assenza di una politica fiscale co-
                munitaria, che faccia confluire il gettito fiscale dei vari
                Paesi membri nella classe dellUe, chi garantirebbe per gli
                eurobond? Tutti conoscono la risposta: la Germania. Ec-
                co perch辿 i tedeschi insistono sullimpossibilit di creare
                questo strumento nel breve periodo.
                   Per crescere bisogna essere competitivi e questo signi-
                fica avere un costo del capitale e del lavoro pi湛 basso dei
                concorrenti, possedere una tecnologia pi湛 avanzata che
                permetta di produrre a costi inferiori, oppure con quali-
                t superiore a parit di costi. Dato che i tassi dinteresse
                sono praticamente a zero 竪 difficile intervenire sul costo
                del capitale, rimane dunque laltro elemento chiave
                dellequazione capitalista: il costo del lavoro. Ecco spie-
                gato perch辿 da almeno due anni in Italia e negli altri Paesi
                Piigs si cerca di abbatterlo in tutti i modi possibili. Ma ta-
                gliare i salari o abolire lo statuto dei lavoratori, secondo il

                                              12




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Il contagio continua

                metodo Marchionne, 竪 un boomerang che strangola il
                consumo e riduce il gettito fiscale e quindi peggiora la si-
                tuazione perch辿 contrae la crescita.
                   Se tagliare la spesa pubblica non 竪 la soluzione e ridur-
                re il debito 竪 imperativo non resta che una strada: la sva-
                lutazione. Ed ecco che torna ad aleggiare sul Mediterra-
                neo lo spauracchio delle politiche scellerate degli anni
                Settanta e Ottanta, quando i Paesi del Sud Europa svalu-
                tavano regolarmente per far quadrare i conti. Solo che
                non 竪 pi湛 cos狸 semplice, oggi che svalutare per i Piigs si-
                gnifica uscire dalleuro e andare in default, unalternati-
                va che ci viene prospettata come apocalittica.
                   Ma 竪 proprio cos狸?
                   Le esperienze dellArgentina e dellIslanda ci insegna-
                no che un default pilotato attutisce limpatto negativo
                sulleconomia nazionale. Se si riesce a garantire il debito
                interno leconomia non precipita nellabisso. Per farlo,
                un Paese come lItalia deve trovare circa 800 miliardi, un
                po meno della met del debito pubblico, quella fetta in-
                somma che hanno sottoscritto banche e cittadini. Luni-
                co modo 竪 una tassa secca, una tantum sul patrimonio. E
                dato che lun per cento della popolazione detiene il 45
                per cento della ricchezza, 竪 gi chiaro chi dovr pagare.
                   Diverso 竪 il discorso per il debito pubblico nelle mani
                degli operatori esteri, con i quali occorre negoziare una
                ristrutturazione. E qui entra in gioco leffetto domino.
                Dato che una grossa fetta 竪 stata acquistata dalle banche
                francesi e tedesche, saranno queste a incassare il colpo.
                Se anche il resto dei Paesi Piigs scegliesse la strada del de-
                fault pilotato, allora sicuramente una buona parte di
                queste banche rischierebbe il fallimento.  dunque pos-
                sibile che il default pilotato dei Paesi deficitari trascini
                nella stessa melma anche quelli ricchi.  ci嘆 che Germa-
                nia e Francia vogliono evitare a tutti i costi.
                   La situazione 竪 dunque molto complessa e si rischia di

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Loretta Napoleoni


                scivolare lungo una china dove la svalutazione diventa
                larma di tutti contro tutti. Ecco perch辿 una decisione di
                questo tipo non pu嘆 essere presa da un Paese indipen-
                dentemente da tutti gli altri. Dovrebbe essere lUe ad ap-
                provare e guidare luscita temporanea dei Piigs dalleuro
                e la svalutazione delle monete nazionali per riequilibrare
                le economie, ancor meglio sarebbe creare un euro a due
                velocit. E stabilire parametri pi湛 realistici (e controlli
                pi湛 efficienti) per il reingresso nel futuro.
                   Spiegato in poche parole sembra un programma sem-
                plice, ma non lo 竪 per una serie di motivi. Primo e pi湛 im-
                portante, limpatto che queste decisioni eccezionali
                avrebbero sui governi e sui politici. Molto banalmente,
                per quanto riguarda le classi dirigenti nazionali e interna-
                zionali lunica soluzione plausibile e seria sarebbe il ri-
                cambio completo. Che porterebbe ai G8 e ai G20 dei
                prossimi anni volti oggi sconosciuti a tutti noi.
                   La salvezza dellEuropa, e forse anche del capitalismo
                come lo abbiamo conosciuto, per non parlare poi della
                pericolante supremazia economica e finanziaria dellOc-
                cidente, richiede il sacrificio in massa di chi ci ha gover-
                nato con estrema scelleratezza fino a oggi.
                    proprio questo che chiedono gli Indignati nelle
                piazze e in fondo anche i mercati.
                   Succeder? La risposta la sta gi portando il vento.




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Loretta Napoleoni - Il contagio continua

  • 1. Loretta Napoleoni Il contagio continua Rizzoli Napoleoni e-book.indd 1 28/11/11 16:22
  • 2. Napoleoni e-book.indd 2 28/11/11 16:22
  • 3. Dopo gli eventi eccezionali dellautunno 2011, aggiornare questo libro 竪 un utile esercizio di analisi. Rincorrere la sto- ria 竪 unimpresa impossibile, specialmente in un anno che riserva cos狸 tanti colpi di scena e sembra non voler finire mai. Da mesi ho il fiato corto, impegnata a non perdere di vista la fenomenale maratona di eventi che la crisi econo- mica ha scatenato sul pianeta. Basta una distrazione e i fatti che si susseguono con rapidit sconvolgente in questo infi- nito presente appaiono ancora pi湛 assurdi, incomprensibili e sinistri. Mentre lo sforzo di trovare una coerenza nel caos del quotidiano 竪 la terapia giusta per non cadere vittima del panico. Dalla fine di agosto, quando siamo andati in stampa con la prima edizione di questo libro, alla fine di novem- bre quando esce la quarta edizione sono successe molte cose. Tra le altre, il 20 ottobre Gheddafi 竪 finito come Mussolini, trucidato dalla sua stessa gente, e il 16 novem- bre Silvio Berlusconi si 竪 dimesso da presidente del Con- siglio in una storica notte di festeggiamenti e concerti per le strade delle citt italiane. Il contagio rivoluzionario ha infettato lEuropa, attraversato lAtlantico e appestato il mondo intero. Ce ne siamo accorti il 15 ottobre, in occa- sione della prima giornata globale di protesta, quando cit- 3 Napoleoni e-book.indd 3 28/11/11 16:22
  • 4. Loretta Napoleoni tadini di Paesi diversi e lontani sono scesi in piazza al gri- do: 束Conquistiamo o riprendiamoci la democrazia!損. Chi poteva immaginare allinizio dellestate che il cen- tro nevralgico della finanza mondiale sarebbe stato stret- to dassedio dal movimento Occupy Wall Street? Eppure poche cifre bastano a spiegarne le motivazioni: nei primi tre trimestri del 2010, un anno difficile per tutti, le otto pi湛 grandi banche americane hanno messo da parte 130 miliardi di dollari per i bonus, equivalenti a 121.000 dol- lari per impiegato. Quattro anni prima, in pieno boom economico, questa cifra ammontava a 113 miliardi di dol- lari, pi湛 bassa dunque, equivalente a 114.000 dollari a te- sta. La recessione si abbatte solo su quella fetta della po- polazione che non appartiene alle 辿lite del denaro, e cio竪 il 99 per cento dellelettorato. I manifestanti che si sono accampati in Zuccotti Park, una piazza giardino tra Ground Zero e il New York Stock Exchange, non sono molto diversi dai loro colleghi arabi, europei e israeliani: sono disoccupati o sotto-occupati e si sentono esclusi dalla politica. In pochi giorni identiche tendopoli sbocciano in tutti gli Stati Uniti, in Australia, in Asia e nel resto del mondo. Il contagio vola sulle ali di un malessere generale che nasce dalle grandi diseguaglianze createsi nellera della globalizzazione negli Stati Uniti ed esportate poi in tutto il pianeta. Da unindagine di Bloom- berg emerge che negli Usa un trader petrolifero con espe- rienza decennale guadagna un milione di dollari lanno mentre un neurochirurgo con la stessa esperienza lavorati- va porta a casa 600.000 dollari. Sempre negli Stati Uniti, i banchieri che gestiscono i settori M&A, fusioni e acquisi- zioni, delle loro imprese guadagnano circa due milioni lanno, dieci volte lo stipendio di chi fa ricerca medica per combattere il cancro. Non 竪 questa la societ che vogliamo. Il cuore dellepidemia rimane per嘆 il Mediterraneo che negli ultimi tre mesi ha cambiato faccia. In Europa 4 Napoleoni e-book.indd 4 28/11/11 16:22
  • 5. Il contagio continua due governi sono caduti: quello greco e quello italiano, entrambi a causa delle pressioni congiunte delle piazze affari e di quelle tradizionali. Il 21 novembre la Spagna 竪 andata alle urne e ha portato nuovamente al potere i con- servatori del Partido Popular. Anche in Tunisia si 竪 vota- to mentre in Egitto il movimento di protesta 竪 sceso nuo- vamente per le strade, in manifestazioni che hanno pro- vocato morti e feriti, per impedire allesercito e ai poteri legati al vecchio regime di manipolare le libere elezioni per il nuovo Parlamento e la costituente. Questa volta la non violenza degli egiziani 竪 stata messa a dura prova dal- la repressione della polizia e dellesercito. Infine, dopo mesi e mesi di manifestazioni contro il regime e scontri mortali con le forze dellordine, Siria e Yemen sono or- mai simili a bombe a orologeria pronte a esplodere. In questo scenario di rivolta, i mercati non appaiono affatto pi湛 stabili. Il contagio si diffonde nelle piazze tra- dizionali e in quelle finanziarie con quasi identica irruen- za, segno che la crisi non 竪 economica o politica ma siste- mica. Per questo a nulla valgono i tentativi disperati dei governi di contenerlo. A novembre, a Wall Street, la poli- zia sgombera la tendopoli di Zuccotti Park. Il presidente Obama loda la decisione dellItalia di sbarazzarsi del go- verno Berlusconi e di optare per una compagine di tec- nocrati cattolici e di centro. Gli fanno eco i leader euro- pei che hanno gi approvato il cambio della guardia in Grecia, dove Lucas Papademos, un tempo funzionario della Banca centrale europea, ha rimpiazzato George Pa- pandreou. La speranza 竪 quella di far rientrare lemer- genza. Che basti evacuare a forza i manifestanti per an- nientare il virus della protesta. Che un cambio di regime basti a ridare credibilit a un Paese. Che Mario Monti, ex euroburocrate ed ex consulente della Goldman Sachs, curi i mercati dalla febbre di sfiducia nei confronti del debito sovrano dei Paesi Piigs. Ma non bastano due man- 5 Napoleoni e-book.indd 5 28/11/11 16:22
  • 6. Loretta Napoleoni ganellate e una manciata di tecnici doc a far tornare lor- dine nelle piazze del mondo e a far abbassare gli spread sui titoli di Stato. Loperazione di contenimento non riesce perch辿, al di l degli uomini, sono le politiche anti-crisi perseguite sul- le due sponde dellAtlantico a essere scellerate. Gli ameri- cani combattono la recessione con il quantitative easing, e cio竪 stampano carta moneta. Una politica sperimentata negli anni Trenta dai tedeschi per pagare le riparazioni di guerra astronomiche imposte loro dopo il primo conflitto mondiale. Tutti sanno come and嘆 a finire quella storia: iperinflazione, ascesa del nazismo e scoppio della Secon- da guerra mondiale LUe, invece, difende a spada tratta leuro, senza cu- rarsi del fatto che questa politica impoverisce i Paesi me- diterranei dellUnione, portandoli verso il default incon- trollato. Meno di un secolo fa gli americani hanno dimo- strato la stessa cocciutaggine quando allindomani del 1929 si sono ostinati a difendere la parit aurea del dolla- ro, politica che gettava nella miseria milioni di cittadini. Anche il finale di questa storia 竪 noto: crollo delle ban- che, disoccupazione dilagante e avvento della Grande Depressione. Osservando sulle due sponde dellAtlantico i leader mondiali recitare un copione ben noto, viene spontaneo chiedersi se tutto 竪 perduto perch辿 abbiamo dimenticato una lezione importante della storia o non, piuttosto, per la sindrome contraria. La genesi di quelle tragedie 竪 cos狸 ce- mentata nel nostro subconscio da impedirci di formulare decisioni razionali. Per evitare gli errori del passato gli ame- ricani commettono quelli dei tedeschi e viceversa. La Germania ancora combatte contro i fantasmi della Repubblica di Weimar ed 竪 per questo che non ha dato al- la Banca centrale europea il potere di stampare carta mo- neta a suo piacimento e le ha vietato di agire quale credi- 6 Napoleoni e-book.indd 6 28/11/11 16:22
  • 7. Il contagio continua tore di ultima istanza. come costringere un atleta a cor- rere i 100 metri ma sparandogli prima a un piede. Aver pensato che allEuropa bastasse una moneta comune per superare un passato plurisecolare di guerre e sangue 竪 unillusione che ancora oggi milioni di europei condivi- dono. Non per niente al centro della crisi delleuro tro- viamo nazioni dove lo spettro delle dittature 竪 ancora vi- vo: Spagna, Italia, Grecia, Portogallo e anche la Germa- nia. La difesa irrazionale di questa moneta nasce dallidea che possa, da sola, proteggere la democrazia contro i pe- ricoli dei nazionalismi e dei fascismi. Pi湛 del mercato co- mune, del Parlamento europeo, dei trattati, lunione mo- netaria rappresenta per gli europei la garanzia di pace. Peccato che dietro questa moneta non ci sia uninte- grazione vera, che in dieci anni Bruxelles non sia stata in grado di creare larmonizzazione fiscale, un tesoro euro- peo e i famosi eurobond. Il motivo? I tedeschi non vo- gliono pagare i debiti dei greci e i greci non vogliono de- volvere le proprie tasse a Bruxelles. Intanto lillusione che leuro sia lo scudo dellEuropa unita senza il quale siamo tutti perduti rischia di disinte- grare leconomia del continente e di far scivolare il mon- do in una moderna grande depressione. La vera lezione della storia 竪 che il presente non 竪 mai identico al passato e la sua unicit va rispettata. N辿 stampare carta moneta n辿 difendere leuro ci aiuteranno a risolvere la crisi, serve una politica ad hoc che includa la lotta contro la spere- quazione dei redditi, il default pilotato per Paesi come la Grecia e lItalia, e se necessario luscita dalleuro da parte di alcune nazioni, prima che i mercati ci costringano a farlo, prima che sia troppo tardi per salvare il salvabile. Da mesi ci ripetono che alla radice della crisi attuale ci sono gli speculatori. A loro si attribuisce tutta la respon- sabilit del cataclisma finanziario ed economico che in- combe sul capitalismo occidentale. Ma gli Indignati eu- 7 Napoleoni e-book.indd 7 28/11/11 16:22
  • 8. Loretta Napoleoni ropei, americani, africani, mediorientali e tutti coloro che hanno abbracciato il movimento di protesta punta- no invece il dito contro la classe politica e le 辿lite al pote- re: 竪 il loro modello economico squilibrato che non fun- ziona pi湛. Paradossalmente le piazze affari il prodotto della deregulation degli anni Novanta fanno da controcanto a quelle del villaggio globale quando reagiscono negati- vamente alle dichiarazioni e alle misure in extremis dei governi. Durante lestate del 2011, che passer alla storia come la prima in cui i nostri rappresentanti politici non sono andati in vacanza o quasi, i mercati e gli Indignati hanno detto no a tutti i tentativi di salvataggio delleuro inclusi quelli della Banca centrale europea, le manovre fi- scali italiane, quelle spagnole, lausterit in Grecia, la To- bin Tax sulle transazioni finanziarie e cos狸 via. Il G20 tenutosi a Cannes allinizio di novembre del 2011 竪 stato un fiasco clamoroso. In un post illuminante su Twitter Nouriel Roubini lo ha descritto come un non- evento, dove tutti erano intenti a giocare a scaricabarile. Colpisce poi la flemma con la quale i cinesi hanno respin- to le disperate richieste di aiuto dei Paesi membri dellUe e lindifferenza delle nazioni emergenti di fronte alla questua del Fondo monetario. Neppure le incessanti riu- nioni demergenza dei capi di governo e dei ministri delle Finanze, tenutesi in autunno a Bruxelles, hanno calmato le piazze affari e quelle tradizionali. Ce ne meravigliamo? No. Dal doppio voto della Slovacchia che prima dice no allultima tranche degli aiuti alla Grecia e poi ci ripensa, al referendum sullausterit suggerito da Papandreou e poi cancellato con un colpo di spugna di fronte alloppo- sizione di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, fino al cam- bio della guardia italiano, che sostituisce un governo da discoteca con uno da biblioteca, i difensori delleuro danno segni di scarsissima professionalit. 8 Napoleoni e-book.indd 8 28/11/11 16:22
  • 9. Il contagio continua Non 竪 vero che a far crollare gli indici 竪 la speculazione al ribasso; fin dallestate 竪 stato vietato lo short selling, la pratica di prendere i titoli in prestito per venderli e ri- comprarli a prezzi pi湛 bassi intascando la differenza. Ac- cusare la speculazione 竪 lennesima manovra dei politici per nascondere le proprie incompetenze. Chi vende sul mercato secondario i titoli di Stato dei Paesi Piigs sono le banche, i fondi dinvestimento e i fondi pensione, dove sono confluiti i nostri risparmi. Chi lo fa vuole protegger- li. La paura 竪 infatti che lItalia, la Spagna, il Portogallo e forse anche lIrlanda finiscano come la Grecia e che ci si debba accontentare del 50 o 60 per cento del valore tota- le dei titoli acquistati. Meglio venderli alla Banca centra- le europea, o meglio ancora scambiarli con linee di credi- to, questo il ragionamento. Lautunno ha infatti prodotto nel sistema bancario una preoccupante crisi di liquidit. Per le banche euro- pee 竪 sempre pi湛 difficile ricorrere a investitori istituzio- nali, quali fondi pensioni, assicurazioni e istituti di credi- to. Lunica fonte di liquidit 竪 ormai la Banca centrale eu- ropea, che per嘆 accetta come collaterale per i prestiti sol- tanto alcuni tipi di obbligazioni, tra cui i titoli del debito sovrano. grazie a questa regola se ancora i Piigs riesco- no a piazzare i propri titoli su mercato. Alle aste gli acquirenti sono sempre banche europee che subito dopo li rivendono alla Bce. Questultima cos狸 aggira il divieto di finanziare direttamente il debito dei Paesi membri imposto dalla Germania. Nel mese di set- tembre le banche dellarea euro hanno scambiato in que- sto modo complessivamente 590 miliardi di euro. Tra i maggiori debitori della Bce il settore bancario francese e quello italiano, che hanno ottenuto linee di credito per 100 miliardi ciascuno. chiaro che questo escamotage demergenza pu嘆 funzionare solo nel brevissimo perio- do, la Bce non ha i muscoli per acquistare il debito pub- 9 Napoleoni e-book.indd 9 28/11/11 16:22
  • 10. Loretta Napoleoni blico di tutta leurozona deficitaria. LItalia nel 2012 do- vr piazzare oltre 375 miliardi di euro in titoli del Tesoro. Neppure il Fondo di stabilit, il Fondo monetario euro- peo ribattezzato Fondo salva-stati, ha denaro sufficiente per ulteriori 束missioni impossibili損. Il miglior indicatore della sfiducia dei mercati 竪, comun- que, il tasso dinteresse al quale si 竪 disposti a prestare dena- ro. Nelle aste autunnali dei titoli di Stato gli spread, i diffe- renziali con i tassi tedeschi, sono cresciuti. Quelli dellItalia e della Spagna sono tornati ai livelli della fine degli anni Novanta quando i mercati chiedevano una garanzia ag- giuntiva per prestare i soldi a nazioni che avevano la brutta abitudine di svalutare la propria moneta. Leffetto benefico delleuro 竪 dunque svanito mentre rimane quello negativo: le banche centrali dei singoli Paesi non possono n辿 stampa- re n辿 svalutare leuro. La perdita della sovranit monetaria contribuisce ad alimentare la sfiducia nei confronti di nazioni come lIta- lia, con un debito superiore al 100 per cento del Pil. Per fare un esempio il Giappone, dove il debito si attesta ol- tre il 200 per cento del Pil, non si trova nella stessa situa- zione perch辿 pu嘆 stampare carta moneta e ha una banca centrale che fa da creditore dellultima spiaggia. I mercati e le piazze ci stanno dicendo proprio quello che nessuno di noi vuole sentire: se le cose non cambiano questi Paesi non ce la faranno a sostenere un debito tanto elevato. Limmobilismo economico e sociale, come ac- qua stagnante, permette ai germi del contagio di ripro- dursi e diffondersi. E il cambiamento di cui abbiamo bi- sogno non 竪 la promessa di far quadrare il bilancio, n辿 la riorganizzazione dei conti dello Stato attraverso lo spo- stamento di qualche voce da un titolo di spesa a un altro, e neppure la riduzione di alcune di queste ultime. Non basta nemmeno il cambio della guardia di politici e coali- zioni. Leffetto Mario Monti 竪 durato meno di una gior- 10 Napoleoni e-book.indd 10 28/11/11 16:22
  • 11. Il contagio continua nata. Lelezione di Mariano Rajoy ha raddoppiato il costo del debito per la Spagna e quella di Lucas Papademos non ha placato lopposizione del popolo greco alla politi- ca di austerit. I mercati chiedono la ripresa della crescita economica. E, guarda caso, anche la popolazione euro- pea chiede la stessa cosa. Purtroppo leuro impedisce politiche alternative a quelle neo-liberiste sulle quali questa moneta 竪 nata. Al- lora, perch辿 lo difendiamo anche a costo di precipitare nella povert? Perch辿 siamo convinti che ci abbia fatto prosperare. Poco meno di ventanni fa, nel 1994, quando Berlusconi entr嘆 in politica, lo scenario economico veni- va definito devastante: il debito pubblico era il 121 per cento del Pil, il tasso sulle obbligazioni decennali era al 9 per cento (linflazione, va detto, ai tempi era al 4,2 per cento mentre oggi 竪 al 2,6). Lo spread con i titoli tedeschi oscillava tra i 300 e i 450 punti. Molte quindi le similitudi- ni con la situazione economica attuale. Ma nel 1994 leconomia italiana cresceva al ritmo del 2,2 per cento contro lo 0,5 previsto per il 2011. Il Paese godeva di un avanzo delle partite correnti pari all1,2 per cento del Pil mentre nel 2011 ci si aspetta un deficit del 3,5 per cento. Sebbene il debito italiano abbia una maturit relativa- mente lunga, circa sette anni, il costo 竪 al 6 per cento. Se crescessimo come la Cina non ci sarebbe alcun problema ma lItalia non cresce, le proiezioni per il 2011 sono per un tasso al di sotto dello 0,5 per cento e molti sostengono che la crescita sar negativa. E come se ci嘆 non bastasse, si prospetta una stagnazione dei prezzi nei prossimi tre anni, e questo significa che il Paese potrebbe ritrovarsi in deflazione. Come estrarre allora da un bilancio immobile quel 6 per cento del Pil necessario per pagare linteresse sul de- bito? Tagliando drasticamente la spesa, che 竪 quello che ha fatto la Grecia con i disastrosi risultati a tutti noti. Pur- 11 Napoleoni e-book.indd 11 28/11/11 16:22
  • 12. Loretta Napoleoni troppo lItalia e la Grecia non possono optare per laltra alternativa: svalutare per ridurre il valore del debito e stampare carta moneta per combattere la deflazione. Perch辿? Perch辿 hanno perso la sovranit monetaria. Mario Monti non 竪 un prestigiatore n辿 uno stregone, e le misure poste allItalia sono contrarre la spesa pubblica e aumentare la pressione fiscale. Ma questa politica di au- sterit porter alla contrazione delle entrate pubbliche e quindi allaumento in valori percentuali del debito ri- spetto al Pil, anche perch辿 gli interessi sul debito rimar- ranno elevati. Chi poi spera che la soluzione di tutti i problemi si chia- mi eurobond si sbaglia di grosso. I tedeschi continuano a ripetercelo: leurobond non fa altro che passare il debito dello Stato sovrano allUe, unorganizzazione federale, esattamente come nel 2008, allindomani del crollo della Lehman Brothers, i salvataggi dello Stato hanno traslato nei conti di questultimo il debito delle banche e delle isti- tuzioni finanziarie. In assenza di una politica fiscale co- munitaria, che faccia confluire il gettito fiscale dei vari Paesi membri nella classe dellUe, chi garantirebbe per gli eurobond? Tutti conoscono la risposta: la Germania. Ec- co perch辿 i tedeschi insistono sullimpossibilit di creare questo strumento nel breve periodo. Per crescere bisogna essere competitivi e questo signi- fica avere un costo del capitale e del lavoro pi湛 basso dei concorrenti, possedere una tecnologia pi湛 avanzata che permetta di produrre a costi inferiori, oppure con quali- t superiore a parit di costi. Dato che i tassi dinteresse sono praticamente a zero 竪 difficile intervenire sul costo del capitale, rimane dunque laltro elemento chiave dellequazione capitalista: il costo del lavoro. Ecco spie- gato perch辿 da almeno due anni in Italia e negli altri Paesi Piigs si cerca di abbatterlo in tutti i modi possibili. Ma ta- gliare i salari o abolire lo statuto dei lavoratori, secondo il 12 Napoleoni e-book.indd 12 28/11/11 16:22
  • 13. Il contagio continua metodo Marchionne, 竪 un boomerang che strangola il consumo e riduce il gettito fiscale e quindi peggiora la si- tuazione perch辿 contrae la crescita. Se tagliare la spesa pubblica non 竪 la soluzione e ridur- re il debito 竪 imperativo non resta che una strada: la sva- lutazione. Ed ecco che torna ad aleggiare sul Mediterra- neo lo spauracchio delle politiche scellerate degli anni Settanta e Ottanta, quando i Paesi del Sud Europa svalu- tavano regolarmente per far quadrare i conti. Solo che non 竪 pi湛 cos狸 semplice, oggi che svalutare per i Piigs si- gnifica uscire dalleuro e andare in default, unalternati- va che ci viene prospettata come apocalittica. Ma 竪 proprio cos狸? Le esperienze dellArgentina e dellIslanda ci insegna- no che un default pilotato attutisce limpatto negativo sulleconomia nazionale. Se si riesce a garantire il debito interno leconomia non precipita nellabisso. Per farlo, un Paese come lItalia deve trovare circa 800 miliardi, un po meno della met del debito pubblico, quella fetta in- somma che hanno sottoscritto banche e cittadini. Luni- co modo 竪 una tassa secca, una tantum sul patrimonio. E dato che lun per cento della popolazione detiene il 45 per cento della ricchezza, 竪 gi chiaro chi dovr pagare. Diverso 竪 il discorso per il debito pubblico nelle mani degli operatori esteri, con i quali occorre negoziare una ristrutturazione. E qui entra in gioco leffetto domino. Dato che una grossa fetta 竪 stata acquistata dalle banche francesi e tedesche, saranno queste a incassare il colpo. Se anche il resto dei Paesi Piigs scegliesse la strada del de- fault pilotato, allora sicuramente una buona parte di queste banche rischierebbe il fallimento. dunque pos- sibile che il default pilotato dei Paesi deficitari trascini nella stessa melma anche quelli ricchi. ci嘆 che Germa- nia e Francia vogliono evitare a tutti i costi. La situazione 竪 dunque molto complessa e si rischia di 13 Napoleoni e-book.indd 13 28/11/11 16:22
  • 14. Loretta Napoleoni scivolare lungo una china dove la svalutazione diventa larma di tutti contro tutti. Ecco perch辿 una decisione di questo tipo non pu嘆 essere presa da un Paese indipen- dentemente da tutti gli altri. Dovrebbe essere lUe ad ap- provare e guidare luscita temporanea dei Piigs dalleuro e la svalutazione delle monete nazionali per riequilibrare le economie, ancor meglio sarebbe creare un euro a due velocit. E stabilire parametri pi湛 realistici (e controlli pi湛 efficienti) per il reingresso nel futuro. Spiegato in poche parole sembra un programma sem- plice, ma non lo 竪 per una serie di motivi. Primo e pi湛 im- portante, limpatto che queste decisioni eccezionali avrebbero sui governi e sui politici. Molto banalmente, per quanto riguarda le classi dirigenti nazionali e interna- zionali lunica soluzione plausibile e seria sarebbe il ri- cambio completo. Che porterebbe ai G8 e ai G20 dei prossimi anni volti oggi sconosciuti a tutti noi. La salvezza dellEuropa, e forse anche del capitalismo come lo abbiamo conosciuto, per non parlare poi della pericolante supremazia economica e finanziaria dellOc- cidente, richiede il sacrificio in massa di chi ci ha gover- nato con estrema scelleratezza fino a oggi. proprio questo che chiedono gli Indignati nelle piazze e in fondo anche i mercati. Succeder? La risposta la sta gi portando il vento. Napoleoni e-book.indd 14 28/11/11 16:22
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