Dimissioni precoci, telemedicina e dispositivi wearable in Chirurgia ASL TO3 ...martaunito
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Il progetto di dimissioni precoci, telemedicina e dispositivi wearable in Chirurgia è il risultato della sinergia tra impiego di tecnologie innovative in chirurgia, sviluppo di una terapia per il controllo del dolore post-operatorio al domicilio e collaborazione integrata tra gli infermieri dell'Ospedale e del Territorio. Si intende implementare il progetto nei casi di interventi per neoplasia della prostata trattata con prostatectomia radicale in Day Surgery con pernottamento di un solo giorno, del colon o delle cavità nasali.
È prevista la collaborazione con il Politecnico di Torino per adottare soluzioni tecnologiche che rispondano alle necessità clinico assistenziali e di sicurezza (device indossabili, sistemi e strumenti di monitoraggio in remoto del paziente...).
In definitiva il progetto apre la strada verso una Sanità moderna: miglior utilizzo e valorizzazione delle risorse umane, scambio di competenze, apertura a collaborazioni di eccellenza che consentano di adeguare alla modernità i percorsi di cura.
Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale di accompagnamento all’evento Nascita risponde all’esigenza di garantire alla donna e
alla coppia non solo l’assistenza sanitaria, ma anche il sostegno e l’ascolto di cui necessitano nelle diverse fasi della gravidanza, del parto e del puerperio.Il percorso viene garantito attraverso una cooperazione multi-disciplinare e degli strumenti informatizzati come: una cartella clinica
multi-professionale informatizzata e un app. «Mo’ Mamma».
Comunicazione con il bambino sottoposto a ventilazione assistita in Terapia Intensiva Pediatrica
Tesi di Laurea in Infermieristica
di Federica Caouduro - Padova A.A. 08/09
Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale di accompagnamento all’evento Nascita risponde all’esigenza di garantire alla donna e
alla coppia non solo l’assistenza sanitaria, ma anche il sostegno e l’ascolto di cui necessitano nelle diverse fasi della gravidanza, del parto e del puerperio.Il percorso viene garantito attraverso una cooperazione multi-disciplinare e degli strumenti informatizzati come: una cartella clinica
multi-professionale informatizzata e un app. «Mo’ Mamma».
Comunicazione con il bambino sottoposto a ventilazione assistita in Terapia Intensiva Pediatrica
Tesi di Laurea in Infermieristica
di Federica Caouduro - Padova A.A. 08/09
Tavolo 1 - Rischio clinico nel contesto europeorischioclinico
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Tavolo 11- Sicurezza nel percorso materno infantile e in pediatria
1. Sicurezza Materno Infantile e in
Pediatria
Convention Nazionale dei Clinical Risk
Manager
Bari, 2-3 luglio 2015
2. OBIETTIVI
1. Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna
al parto attraverso la definizione e la comunicazione
strutturata delle informazioni minime per costruire
un sensemaking del caso intra e inter team.
1. Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del
paziente pediatrico critico (non politrauma e non
neonatale) dall’ospedale di primo livello.
3. COMPONENTI DEL TAVOLO
Maria Carolina Romanelli, Policlinico di Bari, Puglia
Angelina Guerriero, Azienda Ospedaliera di
Gallarate, Lombardia
Maristella Moscheni, Istituti Clinici di perfezionamento
Milano, Lombardia
Diana Bonuccelli, USL di Lucca, Toscana
Anna Aprile, Università di Padova, Veneto
Luigi Viola, Medico Legale Libera Professione; Puglia
Nadia Storti, Ospedali Riuniti, Ancona, Marche
Sara Albolino, Centro Gestione Rischio Clinico e
Sicurezza del Paziente Regione Toscana
Giulia Dagliana, Centro Gestione Rischio Clinico e
Sicurezza del Paziente Regione Toscana
4. OBIETTIVO 1
1. Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna al parto
attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle
informazioni minime per costruire un sensemaking del caso
intra e inter team.
5. PUNTI DI FORZA OPPORTUNITA’
1. Procedure Percorso
nascita
2. Cartella Ostetrica
3. Multidisciplinarietà dei
team
4. Presenza del mediatore
culturale per madri
straniere
5. Competenza intrinseca
alla figura dell’ostetrica
sulla comunicazione
con le madri
(Certificazione ospedale
UNICEF amico del
bambino)
1. Raccomandazioni
ministeriali
2. Norme stato regioni
3. Pratiche per la
sicurezza evidence-
based (handover)
4. Percorso gravidanza
fisiologica come LEA
5. Disponibilità delle
donne a partecipare
attivamente alla
pianificazione del
proprio percorso di
parto
Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna al parto
attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle
informazioni minime per costruire un sensemaking del caso
intra e inter team.
6. Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna al parto
attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle
informazioni minime per costruire un sensemaking del caso
intra e inter team.
PUNTI DI DEBOLEZZA OSTACOLI
1. Limitazioni legate alle
norme contrattuali vigenti
(vincoli di orari contrattuali,
no intramenia, ricorso a
specializzandi)
2. Difficoltà di intercettare
donne straniere durante la
gravidanza per la
preparazione al parto
3. Scelta del setting del parto
da parte della donna
4. Sistemi di valutazione delle
performance che
costruiscono
un’organizzazione univoca
volta ad incentivare il parto
fisiologico
1. Mancanza di continuità assistenziale
per turnistica
2. Mancanza di una modalità strutturata di
consegna delle informazioni intra ed
extra ospedale
3. Integrazione digitale delle informazioni
a disposizione di tutti gli operatori
coinvolti (ospedale/ territorio)
4. Accesso da percorsi diversi delle donna
con disomogeneità nelle disponibilitÃ
delle informazioni
7. Obiettivo 1_Migliorare la presa in carico della donna al parto
attraverso la definizione e la comunicazione strutturata delle
informazioni minime per costruire un sensemaking del caso
intra e inter team.
PUNTI DI DEBOLEZZA OSTACOLI
1. Mancanza di una
formazione accademica con
approccio di integrazione
tra le professioni sanitarie
2. Insufficiente comunicazione
da parte della struttura
ospedaliera relativamente
alle informazioni nel pre-
parto e post parto da parte
dell’ospedale
1. Assenza di formazione di Equipe
2. Carenza degli strumenti a supporto
delle decisioni per prevenire il rischio
condivisi tra le varie professionalitÃ
8. Strategia obiettivo 1
1. Riorganizzazione aziendale per garantire maggiore continuitÃ
assistenziale attraverso l’attivazione della libera professione aziendale
2. Fascicolo elettronico sanitario con integrazione delle informazioni
relative a tutto il percorso nascita supportato da una procedura di
comunicazione diretta
3. Attivare strategie di coinvolgimento di rappresentanti delle comunitÃ
straniere nella pianificazione della formazione pre e post parto
(approccio triple aim)
4. Introdurre la simulazione in team nella formazione di base
5. Mettere a punto un progetto Handover per la definizione degli
strumenti di comunicazione (verbale e scritta) Intra e inter team
6. Sistema di monitoraggio e feedback sul contenzioso con focus su EA
legati a difetto di comunicazione
7. Introduzione della Checklist di sala parto
8. Introdurre nel sistema di valutazione del percorso materno infantile di
indicatori che monitorino i parti cesarei in emergenza
9. OBIETTIVO 2
Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del
paziente pediatrico critico (non politrauma e non
neanato a rischio) dall’ospedale di primo livello.
10. Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del
paziente pediatrico critico (non politrauma e non
neonato a rischio) dall’ospedale di primo livello.
PUNTI DI FORZA OPPURTUNITA
1. Sensibilità e attenzione alla
tipologia di paziente
2. Capacità di ascolta dell’equipe
rispetto alle informazioni fornite
dai genitori
1. Rete del 118
2. Disponibilità degli ospedali di
riferimento all’organizzazione
del tutoraggio a distanza
3. Formazione e attivazione del
pediatra di base
nell’identificazione del paziente
in deterioramento clinico
11. Obiettivo 2_Aumentare la sicurezza del trasporto del
paziente pediatrico critico (non politrauma e non
neonato a rischio) dall’ospedale di primo livello.
PUNTI DI DEBOLEZZA OSTACOLI
1. Limitata casistica
2. Limitata capacità di
riconoscimento precoce della
criticità che necessità del
trasferimento
3. Diffidenza degli operatori non
formati adeguatamente a
trattare il bambino
1. Mancanza di una strategia di
formazione comune per
garantire omogeneità di
comportamenti
2. Mancanza di chiarezza
rispetto a quale equipe debba
prendere in carico il paziente
durante il trasporto.
3. Dissimulazione delle lesioni
etero inferte
4. Mancanza di disponibilità del
centro di livello superiore ad
accogliere il bambino.
12. 1. Algoritmi condivisi tra pediatri di libera scelta e i famigliari per la
intercettazione di quadri di possibile deterioramento clinico del
bambino legato a patologie subdole
2. Algoritmo di valutazione per il triage e formazione relativamente alle
patologie subdole
3. Simulazione in situ degli scenari relativi alla gestione delle patologie
subdole
4. Raccomandazione del ministero e atti di recepimento delle regioni
rispetto alla gestione del trasporto pediatrico protetto (vedi STEN)
sulla base di un censimento delle procedure già in uso
5. Formazione e sensibilizzazione degli operatori per aumentarne
l’attenzione rispetto a cogliere fattori di rischio di tipo psicologico,
sociale, abuso, maltrattamento e messa a punto di una procedura di
presa in carico a livello di rete dei servizi
6. Sviluppare sistemi online per condividere la disponibilità dei posti letto
in pediatria a livello regionale
Strategia obiettivo 1I