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Roncole Verdi, 5 ottobre 1996
                     Sala civica "Giuseppina Strepponi"

                        Il Club dei Ventitré
              dà il benvenuto a tutti gli amici presenti alla
                       Cerimonia di consegna del
        Premio Giovannino Guareschi - Edizione 1996
             Vincitore Carlo Nava di Ravenna con il racconto
                            "Osso di seppia".
                  Lettrice d'eccezione: Lydia Alfonsi
Alla premiazione fa seguito - con la collaborazione della Pro Loco di
Busseto e con il patrocinio del Comune - la proiezione di spezzoni di
pellicola tratti dai primi due film della serie "Mondo piccolo" - nelle
versioni comparate italiana e francese. Modifiche e tagli preventivi
evidenziati dal socio Egidio Bandini.

Il Club dei Ventitré, nell'intento di rendere più comprensibili i
dialoghi di don Camillo-Fernandel nella versione francese (« Fernandel»
scrisse GG nel '51 (<arriva facilmente a pronunciare trentacinque parole
nel tempo necessario al più veloce parlatore italiano per dirne
diciotto.»), ha pensato di proporre la traduzione italiana di Giovanna
Guareschi (la "Fenomena" di "Vita con Gio'") di ogni spezzone
proiettato corredandola delle note tecniche di Egidio Bandini, autore
della scelta e del montaggio degli spezzoni.
DISCORSO DI PEPPONE ( da "Don Camillo")
      Pomeriggio: esterno. Peppone, sul palco assieme al suo stato maggiore e
                    al "Federale" tiene un comizio in piazza.

Commento di Egidio Bandini:

Innanzitutto è da rimarcare che il "monologo" di Peppone, nella versione
italiana, è decisamente più guareschiano: « palestra per la ginnastica
fisica... biblioteca con dei bei libri e altre manifestazioni culturali...» .
Quindi la gestualità di Peppone: nella versione italiana l'enfasi maggio-
re è dedicata all'annuncio della costruzione della Casa del Popolo; in
quella francese l'enfasi è riservata al «trionfo della democrazia» .


         TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

     PEPPONE: Prima di cedere la parola al compagno venuto dalla
                  città per celebrare con noi il trionfo del popolo e
                  della democrazia, desidero annunciarvi una buona
                  notizia. Tra qualche giorno cominceremo a costruire la
                  Casa del Popolo. Conterrà una biblioteca con bei libri,
                  una sala per le feste, un cinema, una sala per il riposo
                  e ancora tante altre cose.... Sarà la vostra casa!
J2
                      CASA CHE BRUCIA ("Don Camino")
   Notte: esterno. Peppone, don Camillo e gente di fronte alla cascina che brucia.

 Commento di Egidio Bandini:

        Sono diverse le inquadrature iniziali della "bicocca" che brucia:
 nella versione francese, ad un certo punto, si intravede il getto
 dell'idrante che controllava le fiamme. In questa versione manca
 l'intervento del Cristo.

           TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

     SPEAKER: Una notte una vecchia bicocca disabitata chiamata la
               "Casa Vecchia" cominciò a bruciare improvvisamente
               e tutto il paese venne per vedere bruciare questo
               ammasso di sassi dove non c'era proprio niente da
               bruciare!
DON CAMILLO: Io sono curioso, voglio sapere perché quei sassi
               bruciano!
               (don Camillo fa cenno di avviarsi verso l'incendio)
     PEPPONE: Indietro, don Camillo! Non andate oltre...
DON CAMILLO: (lo scosta stupito) Di cosa t'impicci?
     PEPPONE: Non m'impiccio per niente ma devo dirvi che è
              stupido da parte vostra esporsi per niente al pericolo!
DON CAMILLO: Pericolo?... Ma sono solo sassi che bruciano...
    PEPPONE: Se c'è della benzina.., può esserci dell'altro!
DON CAMILLO: Qualcosa d'altro... e cosa, per esempio?
    PEPPONE: Non so niente.
DON CAMILLO: Credi che ci sia qualcos'altro?
    PEPPONE: Non credo niente!
DON CAMILLO: Certo... ti secca che la tua banda di rivoluzionari veda
              il suo capo prendere lezione di coraggio da un prete
              reazionario 	

   (Peppone si avvia deciso verso l'incendio, don Camillo lo insegue e, a un certo
                          punto, lo prende per un braccio)
D ON CAMILLO: Fermo, Peppone!
      PEPPONE: Un corno! Andate ad annaffiare i vostri gerani.., si
                   vedrà chi ha paura!

             (la casa salta in aria e Peppone e don Camillo fuggono)
PEPPONE E DON CAMILLO SI SCAZZOTTANO ("Don Camillo")
  Giorno: interno chiesa. Peppone e don Camillo entrano nella stanza sotto il cam-
                                      panile.
 Commento di Egidio Bandini:

       Il dialogo è identico, fatto salvo che Peppone dice, nella versione
italiana, d'essersi preso una pallottola «in guerra» e, in quella francese,
«quando eravamo nella Resistenza».
       Diversissime le inquadrature: nella versione francese don Camillo,
ricevuto il pugno da Peppone, si massaggia il volto con sguardo truce e,
alla fine del "match", Peppone è ripreso a terra, tramortito, con la corda
di una campana legata a un piede... Fatica ad alzarsi e don Camillo gli
chiede: «Come ti senti?». Quanto pi2 Guareschi c'è, in queste parole!
           TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

                         (Peppone si rimbocca le maniche)
      PEPPONE: Ricordatevi che ho la pancia delicata da quando ho
             ricevuto quella pallottola quando eravamo nella
             Resistenza. Allora, attenzione, niente colpi bassi!
DON CAMILLO: Non preoccuparti: li sistemerò tutti al piano superiore.
    PEPPONE: Bene.
 (si colpiscono e vanno contro le corde delle campane che suonano. All'esterno, nei
            campi, due contadini ascoltano il suono delle campane stupiti)
l'CONTADINO: Toh! Che ore sono?
2°CONTADINO: Non so niente...

     (Peppone è a terra, don Camillo in piedi: hanno finito di picchiarsi)
DON CAMILLO: Come ti senti?
    PEPPONE: Sto bene... Avete vinto. (si alza)
DON CAMILLO: (mostrando i pugni) Questo è per il battesimo e questo
             per i petardi.
    PEPPONE: Quali petardi?
DON CAMILLO: Fa l'innocente, ti sta bene distruggere e incendiare. E
             parlano di costruire la casa del Popolo!
             (il bambino di Peppone, in chiesa, piange. Vanno da lui)
DON CAMILLO: Taci, piccolo bolscevico...
             (il bambino smette di piangere)
                   Toh! E più intelligente di suo padre...
PEPPONE È UN ASINO ("Don Camillo")
 Giorno: interno chiesa. Don Camillo pulisce la corona della statua della Madonna
    e parla col Cristo dell'altar maggiore che gli chiede chi possa aver scritto,
              sul giornale murale di Peppone: "Peppone è un asino".

 Commento di Egidio Bandini:

       La versione francese è aderente al racconto di GG: infatti don
 Camillo si rivolge alla Vergine e ne ottiene risposta. Nella versione ita-
 liana l'inquadratura è la stessa: Don Camino è rivolto verso la statua
 della Vergine ma gli risponde la Voce del Cristo dicendogli di «non
 mettere in mezzo chi non c'entra»...

          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

 VOCE CRISTO: E tu, don Camillo, cosa sei?
DON CAMILLO: Cosa sono? Cosa volete dire, Signore?
 VOCE CRISTO: Suvvia, ieri sera, quando sei andato in tabaccheria a
               comprare quel sigaro di cui hai ancora una metà in
               tasca, non ti sei fermato un momentino per leggere il
               giornale murale?
DON CAMILLO: Per leggere... non precisamente: solo per dare
               un'occhiata.
VOCE CRISTO: E non hai visto niente di strano sul manifesto quando
              ti sei fermato?
DON CAMILLO: Questo no, ve lo posso assicurare Quando mi sono
              fermato non c'era niente. Scusatemi Gesù, credo che
              mi chiamino in canonica.
VOCE CRISTO: (imperiosa) Don Camillo, resta qui! Quando ti sei
              fermato non c'era niente, ma quando sei partito...
DON CAMILLO: A ben riflettere mi sembra che quando sono partito
              c'era qualcosa scarabocchiato a matita rossa in basso,
              a destra... Vi assicuro che mi aspettano...
VOCE CRISTO: Non ti vergogni? Prendere in giro un uomo che ha
              solamente la licenza elementare perché sai quattro
              parole di latino!... Tutto il paese lo prenderà in giro
              adesso... Ascoltali! Ecco, senti cos'hai fatto.

          (voci sfumate di gente che dice "Peppone è un asino! e ride)

DON CAMILLO: Gesù, non volevo questo... cosa devo fare?
VOCE CRISTO: Chi ha fatto il peccato faccia penitenza!
DON CAMILLO: (rivolto verso la statua della Madonna) Santa Vergine,
              venitemi in aiuto!
VOCE VERGINE: Quest'affare è di stretta competenza di mio figlio, non
               posso immischiarmi!
DON CAMILLO: Ma voi siete Sua Madre...
VOCE VERGINE: Bene. Allora cercherò...
DON CAMILLO: (rivolto verso il crocifisso) Mi giudicate male, Gesù.
              Ebbene, (toglie un sigaro di tasca e lo mostra al Cristo)
              questo mezzo sigaro: voi sapete che non ho di che
              comprarne un altro in settimana. Ebbene, guardate
              cosa ne faccio. (lo sbriciola tra le dita)
VOCE CRISTO: Molto bene, don Camillo. Accetto la tua penitenza. Ma
              fai sparire anche le briciole: saresti capacissimo di
              fumartele nella pipa.
j45
                   SCIOPERO GENERALE ("Don Camillo")
      Notte: esterno. Don Camillo e Peppone, davanti alla stalla del Filotti.
           Peppone non vuole boicottare lo sciopero. Don Camillo entra.

Commento di Egidio Bandini:

      I dialoghi sono identici, salvo nella partita a carte .dove Peppone
chiude la "mano" ponendo sul tavolo l'ultima "ronfa" del mazzo. Nella
versione francese si vede chiaramente la nascita del vitellino della Rossa
con don Camillo veterinario improvvisato. Alla Censura Cattolica, forse,
non piaceva questa scena: e sì che è l'inizio di una nuova vita!
          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

    PEPPONE: No! No! No!
DON CAMILLO: La più bella stalla della regione... e tu volevi farne un
             cimitero! (rivolto a Peppone) Su, entra senza farti vedere.
                   Su, su! dai, vieni! Io comincio ad occuparmi della
                   Rossa, è affar mio, tu comincerai a tirar giù il fieno.
                   Poi dovremo dare loro da bere.

                           (Peppone entra nella stalla)

     PEPPONE: No! No!
DON CAMILLO: Taci!
    PEPPONE: No, no!

     (iniziano a lavorare: si vede nascere il vitellino della Rossa: poi tutt'e
                      due mungono e governano le vacche)

     SPEAKER: Lavorarono come buoi. Quando ebbero finito 	
     (don Camillo spia dalla finestra il picchetto degli scioperanti al di fuori)
                 	 fu necessario attendere la notte.

                    (Peppone e don Camillo giocano a carte)

    PEPPONE: Ho una fame! Mangerei un vescovo...
DON CAMILLO: E duro da digerire... Alla tua!
               (brinda, battendo il secchio del latte, contro quello di Peppone)
ef, 6
              DON CAMILLO IN BICICLETTA ("Don Camillo")
   Giorno: esterno. Arrivano dalla città i rinforzi ma sono: lo sciopero è finito...

Commento di Egidio Bandini:

        Nella versione italiana i "compagni di città" cantano "Bandiera
rossa", nella francese "L'Internazionale". Nella versione italiana lo
speaker dice che ai compagni di città non rimaneva che una cosa da fa-
re.., una bella bevuta, in quella francese lo speaker termina la frase con
i puntini di sospensione che fanno capire che ai compagni di città non ri-
maneva altro da fare che cercare di attaccar briga.
       Diverso l'atteggiamento di don Camillo in bicicletta: nella versione
francese- dopo la provocazione - don Camillo ragiona fra sé e sé chieden-
dosi se ce l'hanno proprio con lui, prima di accettare la provocazione. In
quella italiana non fa alcuna riflessione, anzi si trasforma in provocato-
re dei "compagni di città" che stanno bevendo pacificamente. Diversa,
poi, l'inquadratura della scazzottata, molto più lunga e particolareggiata
in quella francese con un don Camillo scatenato!
          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

      SPEAKER: Siccome faceva caldo rimaneva loro solo una cosa da
                    fare.
     (i "rinforzi" vanno a bere all'osteria in piazza. In quel momento passa
                        don Camino in bicicletta da corsa)
      1° UOMO: Toh! Un prete da corsa!
      3° UOMO: Hai visto Bartali!
      2° UOMO: Biancaneve!
 ALTRE VOCI: 	
DON CAMILLO: (tra sé e sé) Non mi lascerò provocare. (si ferma, mette i
             piedi a terra e lascia la bicicletta sdraiata sulla strada) Del
             resto forse non si rivolgevano a me! Bisogna vedere.
                    (solleva la bici, la gira e risale)
      4° UOMO: Ti impiglierai coi piedi nella sottana!
 (altre battute, poi don Camillo si avvicina, alza il tavolo e lo getta sulla gente)

                                       ***
     Giorno: interno. Peppone e compagni, nella stanza del Vescovo in città.

     PEPPONE: Riconosco che questi ragazzi della città non si sono
              comportati bene. Ma lui ne ha pestati quindici...
              Quindici! Ammetterete, Monsignore, che il paese non
              può sopportare questo fatto. Un prete che si mette a
              fare il rullo compressore...
L'ARBITRO "VENDUTO" ("Don Camillo")
          Giorno: interno della chiesa. Don Camillo ha buttato fuori l'arbitro Binella
          che si era rifugiato lì, dopo che la folla inferocita si è allontanata.

    Commento di Egidio Bandini:

           Piccola differenza nel dialogo, forse dovuta ad assonanze: in ita-
    liano don Camillo dice: «Cinque a zero!». Piccola ma sostanziale diffe-
    renza nell'inquadratura: nella versione francese si vede chiaramente il
    volto del Cristo che sorride mentre dice «Goal! ». Cosa sconveniente per
    la Censura cattolica italiana. Ma quante volte nei racconti di GG si leg-
    ge: «il Cristo sorrise»...

             TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

-   DON CAMILLO:        11 n traditore! (si volge verso il crocifisso) Gesù, ho
                      ragione a essere arrabbiato. Si vede bene che è un
                      venduto!
    VOCE CRISTO:      Chi ha offerto a Binella duemila lire per lo stesso
                      servizio?
DON CAMILLO:            imbarazzante, non Vi si può nascondere niente.
VOCE CRISTO:          Sei stato tu a corromperlo, dunque hai meritato questa
                      sconfitta.
DON CAMILLO:          Signore, l'accetto come una punizione però, insomma,
                      una squadra simile, perdere! Una squadra che avrebbe
                     potuto giocare negli incontri internazionali, credetemi,
                     è una cosa che fa piangere il cuore, che grida vendetta!
VOCE CRISTO:         (severa) Camino!
DON CAMILLO:         Cosa volete, Voi non potete capire lo sport: è speciale,
                     o si è dentro o non si è dentro, non so, Gesù, se sono
                     ben chiaro...
VOCE CRISTO:         Chiarissimo, mio povero don Camillo. Ti capisco, don
                     Camillo, ti capisco così bene che... a quando la
                     rivincita?
DON CAMILLO:         (felice) Rivincita? Sei a zero! Sei a zero! Non vedranno
                     nemmeno passare il pallone... Così! (infila, con una
                     pedata, il suo cappello nel confessionale)
VOCE CRISTO:         Goal!
FUNERALE VECCHIA MAESTRA ("Don Camillo")
 Giorno: esterno. Il corteo procede verso la chiesa. Peppone e il suo stato maggiore
      portano a spalla la cassa della maestra con sopra la "sua" bandiera.

Commento di Egidio Bandini:
      Diversissime le inquadrature: la scena della versione francese è
molto più lunga e si sentono la commozione e lo struggente dolore di GG
che nel funerale della vecchia maestra rivive quello della madre morta
pochi mesi prima.
          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

SPEAKER: (conclusivo) Sono cose che succedono in questo paese dove il
                sole picchia come un martello sulla testa della gente.
                Dove si ragiona a pedate ma dove, almeno, si
                rispettano i morti.
FUGA GINA E MARIOLINO SUL FIUME ("Don Camillo")
       Notte: esterno in riva al fiume. Gina e Mariolino vanno verso il fiume.

 Commento di Egidio Bandini:

       Questo episodio, nella versione italiana, a causa della Censura
Cattolica che sconsigliava la messa in scena di un tentato suicidio, si tra-
sforma in una farsa. La versione francese, invece, è molto più lunga e
fedele al racconto di CC: vi si avverte una forte tensione drammatica che
sfocia, come nel racconto, nel lieto fine dopo aver fatto presagire il peg-
gio.
      Ovviamente più ricco il dialogo e diverse le inquadrature: Gina e
Mariolino si immergono nel fiume sino al collo e• solo il vociare delle
squadre che li stanno cercando li richiama alla realtà e alla vita.
      Più completa la scena finale doz5e si vedono - in primo piano - il
vecchio Filotti e il vecchio della Bruciata che si pestano.

          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

        GINA: Sentiranno suonare la campana!
   MARIOLINO: Che siano tutti maledetti!
        GINA: Taci! Quando si sta per morire non si maledice
              nessuno.

  (notte: esterno della canonica. La mamma di Gina legge a don Camillo la sua
                                      lettera)
 MADRE GINA: Va ad uccidersi! Va ad uccidersi! Ne sono sicura.
                   Leggendo la sua lettera ne sono certa. Lei dice "Se non
                   possiamo sposarci..., se non possiamo sposarci..." mia
                   povera Gina, bisogna trovarli, bisogna trovarli. Vi
                   supplico, fate qualcosa.
                                   (arriva correndo Peppone)
      PEPPONE: Gina e Mariolino sono allo stagno.., sì, fate suonare le
                   campane. Occorre della gente con delle lanterne. Io
                   prendo dalla parte del bosco e voi dalla parte del
                   fiume. Presto!
 MADRE GINA: Gesù, Maria, proteggeteli!
DON CAMILLO: Se capita una disgrazia a quei ragazzi Dio non ve lo
                   perdonerà mai: né a voi né a quelli della Bruciata!
                    (don Camillo e Peppone partono correndo)
     PEPPONE: Come se voi non aveste potuto sposarli!
DON CAMILLO: E tu?
     PEPPONE: Bastava un "Oremus".
***

 Notte: esterno sul fiume: Mariolino e Gina nel fiume camminano verso il fondone.
   MARIOLINO: Senti: avanzeremo fino all'inizio del gran fondone. Ci
                     abbracceremo e ci lasceremo andare a fondo.
            GINA: Sì... Ho paura... Mariolino... ho paura! L'acqua è
                     fredda. (si sentono voci che si avvicinano) Senti! Cosa c'è?
                     Io non voglio morire, Mariolino! Non voglio morire.
    MARIOLINO: Ci cercano. Vieni, vieni, non devono trovarci.
      (escono correndo dall'acqua e fuggono ma vengono raggiunti da Don Camillo
e Peppone alla guida dei due gruppi di famiglia. Mentre Peppone tiene separati i
gruppi, don Camillo parla alla gente)
 DON CAMILLO: Silenzio, ascoltatemi! Il tempo di fare le pubblicazioni
                     e questi ragazzi si sposeranno. Se c'è uno di voi che ri-
                    fiuta l'autorizzazione, gli rompo la testa.
CIRO BRUCIATA: Non siete in chiesa, non comandate!
 DON CAMILLO: (rivolto al lui e al vecchio Filotti) Ascoltate: il vostro liti-
                    gio lo regolerete, qui, una volta per tutte. Volete
                    picchiarvi? Allora forza e che sia l'ultima volta. (rivolto
                    verso Gina e Mariolino) Andate a preparare la veste di
                    nozze di questi ragazzi e sarà il Vescovo a sposarli!
   MARIOLINO: Il Vescovo?
DON CAMILLO: Sì! Ti secca, eh, bolscevico! Su, in marcia, è ora di an-
                    dare a dormire!
04 10
                                   )
                    LITE AL LUNA PARK ("Don Camino")
  Sera: esterno. Dopo le nozze di Gina e Mariolino, festa in paese, al Luna Park.

Commento di Egidio Bandini:

       Diverse, innanzitutto, le inquadrature iniziali: nella versione ita-
 liana Peppone tira la palla al pupazzo di don Camillo che non cade;
quindi, quasi fosse un momento del tutto slegato dal precedente, lo spea-
ker dice che «gli animi tornano a scaldarsi, e alla discussione partecipò
anche don Camillo». Nella versione francese si vede Peppone che tira la
palla al pupazzo ma l'esito del tiro non si vede, mentre la moglie di Pep-
pone, subito dopo, corre ai tavoli del bar e avverte la gente che è scoppia-
ta una rissa che ha come protagonista don Camino. Diversa la scena con
don Camillo che mena botte a destra e a manca, distruggendo buona parte
dei "baracconi". Diverso anche il commento conclusivo: nella versione
italiana non compare la frasetta a sfondo morale dello speaker e il Ve-
scovo dice che a don Camillo farebbe bene l'aria di « campagna»...


          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

        (Dopo un movimentato tiro ai pupazzi. Gente seduta all'esterno di
           un'osteria. Arriva Maria, la moglie di Peppone, trafelata.)

        MARIA: Guardate un po' là!
      l° UOMO: Cosa?
        MARIA: Guardate!
         UOMO: Cos'è...? ma cosa c'è?
     2° UOMO: E don Camillo che ricomincia...!
     l° UOMO: Don Camillo?
         (grande rissa con don Camino come fulcro. Finito tutto, don Camillo,
           scarmigliato e cogli abiti in disordine, si dirige lentamente
                  verso il Vescovo che lo sta osservando severo) i
     SPEAKER: Ahimé, Monsignore non aveva detto che a chi ti colpi-
                  sce la guancia sinistra, porgi la guancia destra?
    VESCOVO: Decisamente, mio povero don Camillo, penso che sia
                  indispensabile che tu vada a riposarti in una canonica
                  di montagna lontano da qui. L'aria di lassù ti farà
                  bene.
,
                                     et 11
              VIA CRUCIS DI DON CAMILLO ("Il ritorno di don Camillo")
      Notte: esterno. Don Camillo è nella cabina del camion assieme a Peppone
          che lo sta riportando in "esilio". Piove e si sente un forte tuono.

 Commento di Egidio Bandini
       A una delle scene più marcatamente diverse nelle due versioni.. In
quella italiana don Camillo si lamenta solo del peso della croce ed il
Cristo lo rincuora dicendo che Lui la croce l'aveva portata per un cam-
mino più arduo, dopodiché don Camillo, confortato, riparte alla volta del
villaggio.
       Nella versione francese il tragitto di don Camillo con la croce ap-
pare una vera "via crucis", con tanto di caduta ed intervento della voce
del Cristo che salva don Camillo, svenuto per il freddo e per lo sforzo.
Un lungo dialogo del Cristo che rimprovera don Camino per avere perso
il senso della misura e gli fa capire che quella "via crucis" è ciò che si è
meritato per il suo orgoglio...

           TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

DON CAMILLO: È il tuono.
    PEPPONE: Sì, fa Così bello lassù (....) montagne.
DON CAMILLO: Grazie lo stesso. Mi manderai la tua fattura?
    PEPPONE: Avete bisogno di me?
DON CAMILLO: No, grazie. Va bene, puoi andare. Parti pure: buon
             viaggio.
(scende dal camion. Peppone gira il camion per il ritorno e, con i fanali, illumina
 don Camillo che ha tra le braccia il crocifisso scaricato dal cassone del camion.)
      PEPPONE: (sbalordito) Volete portarlo lassù? Ma siete matto!
DON CAMILLO: Si. Fila. E tieni a freno la lingua, assassino!

(Sulla salita per il paese don Camillo procede faticosamente sotto il peso del cro-
cifisso. La pioggia si trasforma in neve. Cade e perde i sensi. La voce del Cristo lo
rianima)

 VOCE CRISTO: Alzati, don Camillo o prenderai freddo...
DON CAMILLO: Signore, siete Voi, è la Vostra voce? Siete Voi a par-
              larmi?
VOCE CRISTO: Non ho mai smesso di parlarti, ma non mi sentivi per
              ché avevi le orecchie tappate dall'orgoglio e dalla vio-
              lenza. Ma credo che si siano appena ripulite...
DON CAMILLO: Signore, non Vi avevo mai sentito così pesante.
VOCE CRISTO: Non avevi mai meritato di sudare tanto, don Camillo!
DON CAMILLO: Oh, sapete... non è poi un paese così sinistro, e gli abi-
              tanti non sono cosi selvaggi come sembra...
 VOCE CRISTO: Credi? Mi sembra che fosse una riunione di vecchie
              rane.
DON CAMILLO: È la Vostra impressione, Signore. Sono migliori. Sono
              piccoli, fragili e io mi scaglio come un asino infuriato.
              Proprio come con la poltrona di don Luciano che ho
              polverizzato. In altre parole, sono il più grande imbe-
              cille della terra.
VOCE CRISTO: Don Camillo, manchi sempre di modestia...
DON CAMILLO: Sembra di sì... Signore: sarò meraviglioso.
VOCE CRISTO: Sarai meraviglioso, don Camillo, ma ricordati della
              poltrona: trattieni il respiro.
DON CAMILLO: Chiudo il rubinetto, Signore.
Ce 12
      DON CAMILLO E IL FIGLIO DI PEPPONE, COLLEGIALE
                             ("Il ritorno di don Camillo")
     Giorno: esterno. Don Camillo e il collegiale, seduti a un tavolo, parlano.

Commento di Egidio Bandini:
       Ancora una volta la versione francese è più ricca: don Camillo e il
collegiale si vedono chiaramente seduti al tavolo di un'osteria e, tenera-
mente, il ragazzo parla del suo futuro in campagna, fra gli animali, in-
quadrando perfettamente il conflitto interiore che spingerà poi don Ca-
millo a farlo "evadere" dal collegio. Tenerezza, poi, nell'intervento com-
plice del venditore di castagne: il bambino, felice, scopre che «sono ca-
stagne delle nostre parti» . Quanto GG in questa scena francese e quanto
poco ne hanno lasciato in quella corrispondente italiana.
          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

DON CAMILLO:      Bravo (....?) Non hai sete?
 COLLEGIALE:      Certo! Ho anche fame!
DON CAMILLO:      Fame? Vieni.
 COLLEGIALE:      Avrò delle pecore, dei maiali, dei piccioni, molti pic-
                  cioni: amo gli uccelli.
                  (si sente la voce di un venditore ambulante)
DON CAMILLO: Ascolta...
                  (il venditore ambulante si avvicina)
  VENDITORE:      Castagne!
 COLLEGIALE:      Ah...
  VENDITORE:      Castagne!
DON CAMILLO:      Vuoi delle castagne?
 COLLEGIALE:      Oh, si!
  VENDITORE:      Castagne belle calde per il piccolo?
 COLLEGIALE:      Sì!
  VENDITORE:      Cinquanta lire (consegna le castagne al collegiale) grazie!
 COLLEGIALE:      Sono castagne delle nostre parti: riconosco il gusto!
                  (suonano le ore)
DON CAMILLO: Sono già le cinque! Bisogna partire.
                  (si incamminano)
                                       * * *


      Notte: esterno. Ingresso del Collegio: don Camillo saluta il ragazzo)
DON CAMILLO:      Tieni: le tue castagne.
 COLLEGIALE:      No.
DON CAMILLO:      Perché?
 COLLEGIALE:      Perché me le prenderanno. All'arrivo ci frugano.
DON CAMILLO: Buonasera...
 COLLEGIALE: (tende la manina a don Camillo) Buonasera...
DON CAMILLO: E cerca di... insomma, voglio dire, cerca di lavorare un
             po'...
 COLLEGIALE: Promesso (poi gli indica da una parte) Là in fondo c'è la
             finestra del corridoio: passando vi dirò arrivederci...

     (il ragazzo entra. Don Camillo si avvicina alla finestra del corridoio
                      alla quale si affaccia il collegiale)
DON CAMILLO: Eh, tieni! (gli allunga il pacchetto di castagne)
 COLLEGIALE: Grazie. (allunga ancora la manina a don Camillo)
DON CAMILLO: Be'... arrivederci...
PEPPONE IN CLASSE: LOTTA FRA RAGAZZINI
                             ("Il ritorno di don Camillo")
      Giorno: interno. Peppone, in classe, interroga uno scolaro: il figlio del
               Cagnola, avversario politico che lui aveva picchiato.

Commento di Egidio Bandini:
       Inizialmente le scene sono uguali, diverso il dialogo, anche se in
 misura minima: nella versione italiana Peppone apostrofa Cagnola dan-
dogli del «disgraziato», in quella francese del «mascalzone» . La frase
conclusiva della ve:rsione italiana è più guareschiana: «A lui non serve
picchiarsi» dice Peppone alla moglie parlando del figlio: «non è mica
iscritto al Partito».
       Assai diverso il finale della scena: l'inquadratura - nella versione
francese - è più lunga e più cruda, nella rissa finale tra gli scolari in-
terviene - come paciere - anche don Camillo che, lo si nota dal cerotto che
ha in fronte nell'ultimo quadro seduto accanto al camino, ha avuto uno
scontro con Peppone. Il cerotto lo si vede anche nella versione italiana
benché manchi nella scena della rissa il suo intervento che glielo ha pro-
curato...

         TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

     PEPPONE:     Quanto fa nove per nove?
     FIGLIO C:    (non risponde)
     PEPPONE:    Non lo sai?
    MAESTRA:     Certo che lo sai: allora dillo al signor sindaco!
                  (il bambino fa un cenno di diniego con la testa)
                  Non vuoi dirlo? E perché?
     FIGLIO C:    Perché ha picchiato mio padre!
     PEPPONE:     Cosa?
     FIGLIO C:    L'avete picchiato con una chiave inglese. Vi ho visto,
                  ero nella macchina di mio padre!
     PEPPONE:     (rivolto alla maestra) Chi è?
    MAESTRA:      Mario Cagnola.
     PEPPONE:     Il figlio di quel mascalzone?
     FIGLIO C:    Quando sarò grande vi accopperò!
     FIGLIO P:    (scagliandosi contro il figlio del Cagnola) Io ti accopperò
                  prima!
     (i ragazzi si picchiano e vengono separati da don Camillo e Peppone)
    MAESTRA: State tranquilli... State al vostro posto!

                                      ***
Sera: interno. In cucina Peppone parla con la moglie che sta
              preparando il figlio per mandarlo a tetto.
 PEPPONE: Una bancia di teppisti, ecco cosa siete. Se ti ripesco a
            picchiarti con Cagnola ti rispedisco dritto in collegio!
 FIGLIO P: Tu ti sei ben picchiato con suo padre!
      (Peppone dà una sberla al figlio e interviene la moglie)
MOGLIE P: Lascialo stare o prendo la scopa!
PEPPONE: Lo correggerò fino a quando lo merita. E anche tu, se
            ti immischi!
MOGLIE P: Sempre i pugni in aria: credi che sia un buon esempio?
            Se si picchia, di chi è la colpa?
PEPPONE: Se io mi batto è proprio perché lui non abbia bisogno
            di picchiarsi. Se lo ripesco ancora, lo accoppo!
14
     ALLUVIONE: IL VECCHIO SPILETTI NON VUOL PARTIRE
                               ("Il ritorno di don Camillo")
 Giorno: interno casa del Popolo. Peppone smobilita. Fuori la gente sfolla in barca.
 Lo Smilzo, dall'esterno su una barca, si affaccia all'interno e chiama Peppone.

 Commento di Egidio Bandini:
      Questa scena manca completamente nella versione italiana e, since-
ramente, non si capisce perché sia stata eliminata. Infatti è aderentissi-
ma ad un racconto di GG e serve a costruire l'antefatto per la permanen-
za del vecchio Spiletti sul campanile con don Camillo.

           TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

        SMILZO: Capo: il vecchio Spiletti non vuole lasciare la sua casa.
       PEPPONE: Cosa? Ancora un colpo di questo dannato prete. Vieni,
                andiamo a regolare la faccenda. Sì.
                            (Peppone sale in barca)

                                          ***

      Interno stanza Spiletti. Assieme al vecchio i suoi familiari e Peppone.
       SPILETTI: Lasciatemi in pace, andatevene!
      PEPPONE: Non resterete qui a dare il cattivo esempio.
      SPILETTI: Non m'importa del cattivo esempio. Non voglio morire
                  sulla strada come un vagabondo.
   FIGLIO .SPIL.: Lasciatemi fare, signor sindaco: lo farò ragionare...
      PEPPONE: Non si fa ragionare un mulo! Partirà volente o nolente,
                  di sua volontà o per forza.
   FIGLIO SPIL: Su, dài, papà...
       SPILETTI: (imbraccia e carica la doppietta) Se ti avvicini, sparo!

         (c'è colluttazione con lo Spiletti e parte un colpo che distrugge il
                  lampadario. Entra in quel momento don Camillo)

DON CAMILLO: Allora, si sta facendo un ouverture? Come, (rivolto allo
               Spiletti) vi ho dato ieri l'Estrema Unzione e ricomincia-
               te a coprirvi di orrore?
    PEPPONE: Non recitiamo la commedia: è d'accordo con voi per
               non partire...
     SPILETTI: Restate, reverendo?
DON CAMILLO: Certamente. Voi, solamente, mi farete il piacere di far
               vi portar via.
     SPILETTI: Mai! Resterò con voi.
FIGLIO SPIL: Insomma, papà, è una follia.
DON CAMILLO: Ascoltate: lasciatelo. Lo sistemerò con me nel campa-
               nile.
    PEPPONE: Sì, ecco, e tutte e due là in alto farete i vostri miracoli
               e preparerete le elezioni.
               (rivolto a Spiletti) Se volete restare, resterete con me.
     SPILETTI: No!
     PEPPONE: Vi porto io. (si butta sul letto per prenderlo senza riuscirvi)
     SPILETTI: No. Datemi quello (prende ancora la doppietta). Se ti avvi-
               cini, ti buco.
    PEPPONE: Signor Spiletti: su ... bene, d'accordo. Ma domani,
               quando saremo tutti e due soli in paese, regoleremo
               questo e tutto il resto!
ALLUVIONE: LA GENTE SFOLLA IL PAESE
                             ("Il ritorno di don Camillo")
Giorno: esterno. La gente sugli argini sfolla. Peppone sale col piccolino in braccio.

Commento di Egidio Bandini:
      Il dialogo è leggermente differente: la versione francese è più fred-
da, asettica. In quella italiana Peppone ringrazia Gagnola e ne saluta la
moglie che è sull'automobile.
          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

        VOCE: Addio, Peppone!
      PEPPONE: Salute...

       (compare sull'argine la macchina del Cagnola che vede Peppone
             assieme alla famiglia che sta sfollando, e scende)
    CAGNOLA: Ho ancora del posto, se volete...
     PEPPONE: Sì.
    CAGNOLA: Permettete signora?... (fa salire la moglie di Peppone col
                   piccolino in braccio) Mario (rivolgendosi al figlio e indican-
                   dogli il figlio di Peppone - suo rivale di botte) aiuta il tuo
                   compagno...
     PEPPONE: Su, forza, andate. (rivolto alla moglie) Stai bene attenta
                  al piccolo, che non prenda freddo. Verrò appena po-
                  trò: non preoccuparti.
C J16
    ALLUVIONE: SPILETTI "RESTITUISCE" L'ANIMA AL NERO
                            ("Il ritorno di don Camillo")
       Giorno: esterno. Don Camino in barca con vecchi, bambini e il Nero.

 Commento di Egidio Bandini:
      La scena è identica nelle due versioni; una lieve differenza nel
dialogo: don Camino nell'italiana dice che i soldi dello Spiletti sono
« sacrileghi» mentre nella francese sono «maledetti». Nella versione
francese la scena funziona meglio che nell'italiana perché preceduta an-
che da quella della lotta nella stanza dello Spiletti.
         TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE

        NERO:       vero che il vecchio Spiletti sta morendo?
 DON CAMILLO:     Non è grave, è già capitato diverse volte.
       NERO:      Non vi ha parlato di me? Un contratto tra me e lui?
 DON CAMILLO:    Io non sono un notaio: mi occupo delle anime.
       NERO:     E be', è proprio là mia anima che gli ho venduto per
                 mille lire, e abbiamo firmato un contratto.
DON CAMILLO:     Ma tu sai bene che l'anima è un invenzione dei preti.
                 Sei tu che hai imbrogliato il vecchio, e ti dispiace?
         NERO:   Questo sporco reazionario andrà in inferno, e allora
                 cosa farà del mio foglio... lo porta con lui o è suo
                 figlio che l'eredita? No, no... voglio che mi restituisca
                 il mio pezzo di carta e io gli réstituisco le mille lire.
DON CAMILLO:     Bene. Aspettami in chiesa: andrò a vedere il tuo pro-
                 prietario.
       NERO:     Il mio proprietario?
DON CAMILLO:     Eh, sì, Spiletti. Purché gli resti ancora un soffio di vita!

                                      ***


    Giorno: interno. Don Camillo nel campanile parla col vecchio Spiletti.

DON CAMILLO: Su, ridategli quel contratto. Vedete bene che questa
               storia lo fa star male.
     SPILETTI: Ha forse male nei visceri? Non può essere che là: non
               ha niente all'interno...
        NERO: Quello che succede all'interno non vi riguarda. Ci so-
               no delle cose... insomma, delle cose... voi non
               c'entrate affatto.
SPILETTI: Allora tieni (gli restituisce il "contratto") Non ne ho biso-
                gno: il mio affare è fatto. (il Nero gli porge il biglietto da
                mille) Tieni le tue mille lire. Sono ben spese...
         NERO: No, no. L'affare è annullato e a ciascuno il suo. Tene-
                te: sì, sì, prendetelo. (porge il biglietto da mille allo Spiletti
                  che lo rifiuta. Allora lo dà a don Camillo)
DON CAMILLO: Scusa: questi soldi maledetti non sono buoni neanche
             per i poveri...
       NERO: Sì.
DON CAMILLO: (brucia il biglietto alla fiamma di un cero) Ecco!
       NERO: Allora, siete sicuro che adesso sono in regola?
DON CAMILLO: Sicuro come che Dio esiste...
       NERO: Bene.
DON CAMILLO: E adesso che hai ritrovato la tua anima pensa un po' a
             pulirla.
      NERO: Non ho bisogno del vostro sapone!
                 (scende la scala del campanile e si segna...)
L4 17
            ALLUVIONE: DON CAMILLO RESTA IN PAESE
                            ("Il ritorno di don Camillo")
 Giorno: esterno. Don Camillo, vicino alla sua barca, parla con Peppone.
Commento di Egidio Ban.dini:
       Diverso il finale nelle due versioni: Peppone, nella versione france-
se, guarda don Camillo che se ne va in barca, visibilmente commosso.
Nel dialogo don Camillo gli dice - tra l'altro - che si stabilirà in muni-
cipio... Frase inesistente nella versione italiana.
       Diverse le inquadrature di don Camillo che si allontana con la
barca: nella versione francese l'inquadratura è "costruita" con uno sfon-
do in proiezione.
          TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
         UOMO: Toh! Il sole è tornato.
 DON CAMILLO: Appuntamento a tutti, Domenica, in chiesa, eh!
      PEPPONE: Mi spiace lasciarvi tutto solo. Se cadete ancora in ac-
                   qua, avrei voluto esserci per aiutarvi... (come successo in
                   precedenza, N.d.R)
DON CAMILLO: ...Ad affogare...
      PEPPONE: Bene. Tenete (gli porge un sigaro) Vi annoierete tutto so-
                   lo: avrete modo di fumare un buon sigaro.
DON CAMILLO: Grazie.
      PEPPONE: E il solo che mi resti. Ve ne farò portare altri con delle
                   provviste.
(don Camillo sale in barca e Peppone la spinge. Don Camillo comincia a remare)
      PEPPONE: State molto attento.... State bene.
DON CAMILLO: Grazie, signor sindaco. State bene. Un bacio al piccolo
                  Lenin, eh!
      PEPPONE: D'accordo. E adesso che non avete più la chiesa, dove
                  vi sistemerete?
DON CAMILLO: In municipio!
      PEPPONE: (contrariato) Eh?
DON CAMILLO: In municipio! (rivolto alla gente che lo saluta dall'argine)
                  Arrivederci, figlioli, a presto.
         VOCE: Signor sindaco, signor sindaco! E allora?Vi aspettiamo.
                    (Peppone corre verso il camion per salire)
DON CAMILLO: (rivolge gli occhi verso l'alto ispirato) Signore, proteggete
                  tutta questa brava gente. Spero che mi perdonerete
                  per aver creduto, per un istante, di essere nel Vostro
                  Paradiso. Era mal frequentato, ma ci stavo bene lo
                  stesso...
VOCE CRISTO: Non è il momento di riposare, avrai molto da fare...
DON CAMILLO: Ai Vostri ordini, Signore!

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More from Fabio Giuffrida (8)

Club dei 23 dialoghi

  • 1. Roncole Verdi, 5 ottobre 1996 Sala civica "Giuseppina Strepponi" Il Club dei Ventitré dà il benvenuto a tutti gli amici presenti alla Cerimonia di consegna del Premio Giovannino Guareschi - Edizione 1996 Vincitore Carlo Nava di Ravenna con il racconto "Osso di seppia". Lettrice d'eccezione: Lydia Alfonsi Alla premiazione fa seguito - con la collaborazione della Pro Loco di Busseto e con il patrocinio del Comune - la proiezione di spezzoni di pellicola tratti dai primi due film della serie "Mondo piccolo" - nelle versioni comparate italiana e francese. Modifiche e tagli preventivi evidenziati dal socio Egidio Bandini. Il Club dei Ventitré, nell'intento di rendere più comprensibili i dialoghi di don Camillo-Fernandel nella versione francese (« Fernandel» scrisse GG nel '51 (<arriva facilmente a pronunciare trentacinque parole nel tempo necessario al più veloce parlatore italiano per dirne diciotto.»), ha pensato di proporre la traduzione italiana di Giovanna Guareschi (la "Fenomena" di "Vita con Gio'") di ogni spezzone proiettato corredandola delle note tecniche di Egidio Bandini, autore della scelta e del montaggio degli spezzoni.
  • 2. DISCORSO DI PEPPONE ( da "Don Camillo") Pomeriggio: esterno. Peppone, sul palco assieme al suo stato maggiore e al "Federale" tiene un comizio in piazza. Commento di Egidio Bandini: Innanzitutto è da rimarcare che il "monologo" di Peppone, nella versione italiana, è decisamente più guareschiano: « palestra per la ginnastica fisica... biblioteca con dei bei libri e altre manifestazioni culturali...» . Quindi la gestualità di Peppone: nella versione italiana l'enfasi maggio- re è dedicata all'annuncio della costruzione della Casa del Popolo; in quella francese l'enfasi è riservata al «trionfo della democrazia» . TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE PEPPONE: Prima di cedere la parola al compagno venuto dalla città per celebrare con noi il trionfo del popolo e della democrazia, desidero annunciarvi una buona notizia. Tra qualche giorno cominceremo a costruire la Casa del Popolo. Conterrà una biblioteca con bei libri, una sala per le feste, un cinema, una sala per il riposo e ancora tante altre cose.... Sarà la vostra casa!
  • 3. J2 CASA CHE BRUCIA ("Don Camino") Notte: esterno. Peppone, don Camillo e gente di fronte alla cascina che brucia. Commento di Egidio Bandini: Sono diverse le inquadrature iniziali della "bicocca" che brucia: nella versione francese, ad un certo punto, si intravede il getto dell'idrante che controllava le fiamme. In questa versione manca l'intervento del Cristo. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE SPEAKER: Una notte una vecchia bicocca disabitata chiamata la "Casa Vecchia" cominciò a bruciare improvvisamente e tutto il paese venne per vedere bruciare questo ammasso di sassi dove non c'era proprio niente da bruciare! DON CAMILLO: Io sono curioso, voglio sapere perché quei sassi bruciano! (don Camillo fa cenno di avviarsi verso l'incendio) PEPPONE: Indietro, don Camillo! Non andate oltre... DON CAMILLO: (lo scosta stupito) Di cosa t'impicci? PEPPONE: Non m'impiccio per niente ma devo dirvi che è stupido da parte vostra esporsi per niente al pericolo! DON CAMILLO: Pericolo?... Ma sono solo sassi che bruciano... PEPPONE: Se c'è della benzina.., può esserci dell'altro! DON CAMILLO: Qualcosa d'altro... e cosa, per esempio? PEPPONE: Non so niente. DON CAMILLO: Credi che ci sia qualcos'altro? PEPPONE: Non credo niente! DON CAMILLO: Certo... ti secca che la tua banda di rivoluzionari veda il suo capo prendere lezione di coraggio da un prete reazionario (Peppone si avvia deciso verso l'incendio, don Camillo lo insegue e, a un certo punto, lo prende per un braccio) D ON CAMILLO: Fermo, Peppone! PEPPONE: Un corno! Andate ad annaffiare i vostri gerani.., si vedrà chi ha paura! (la casa salta in aria e Peppone e don Camillo fuggono)
  • 4. PEPPONE E DON CAMILLO SI SCAZZOTTANO ("Don Camillo") Giorno: interno chiesa. Peppone e don Camillo entrano nella stanza sotto il cam- panile. Commento di Egidio Bandini: Il dialogo è identico, fatto salvo che Peppone dice, nella versione italiana, d'essersi preso una pallottola «in guerra» e, in quella francese, «quando eravamo nella Resistenza». Diversissime le inquadrature: nella versione francese don Camillo, ricevuto il pugno da Peppone, si massaggia il volto con sguardo truce e, alla fine del "match", Peppone è ripreso a terra, tramortito, con la corda di una campana legata a un piede... Fatica ad alzarsi e don Camillo gli chiede: «Come ti senti?». Quanto pi2 Guareschi c'è, in queste parole! TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE (Peppone si rimbocca le maniche) PEPPONE: Ricordatevi che ho la pancia delicata da quando ho ricevuto quella pallottola quando eravamo nella Resistenza. Allora, attenzione, niente colpi bassi! DON CAMILLO: Non preoccuparti: li sistemerò tutti al piano superiore. PEPPONE: Bene. (si colpiscono e vanno contro le corde delle campane che suonano. All'esterno, nei campi, due contadini ascoltano il suono delle campane stupiti) l'CONTADINO: Toh! Che ore sono? 2°CONTADINO: Non so niente... (Peppone è a terra, don Camillo in piedi: hanno finito di picchiarsi) DON CAMILLO: Come ti senti? PEPPONE: Sto bene... Avete vinto. (si alza) DON CAMILLO: (mostrando i pugni) Questo è per il battesimo e questo per i petardi. PEPPONE: Quali petardi? DON CAMILLO: Fa l'innocente, ti sta bene distruggere e incendiare. E parlano di costruire la casa del Popolo! (il bambino di Peppone, in chiesa, piange. Vanno da lui) DON CAMILLO: Taci, piccolo bolscevico... (il bambino smette di piangere) Toh! E più intelligente di suo padre...
  • 5. PEPPONE È UN ASINO ("Don Camillo") Giorno: interno chiesa. Don Camillo pulisce la corona della statua della Madonna e parla col Cristo dell'altar maggiore che gli chiede chi possa aver scritto, sul giornale murale di Peppone: "Peppone è un asino". Commento di Egidio Bandini: La versione francese è aderente al racconto di GG: infatti don Camillo si rivolge alla Vergine e ne ottiene risposta. Nella versione ita- liana l'inquadratura è la stessa: Don Camino è rivolto verso la statua della Vergine ma gli risponde la Voce del Cristo dicendogli di «non mettere in mezzo chi non c'entra»... TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE VOCE CRISTO: E tu, don Camillo, cosa sei? DON CAMILLO: Cosa sono? Cosa volete dire, Signore? VOCE CRISTO: Suvvia, ieri sera, quando sei andato in tabaccheria a comprare quel sigaro di cui hai ancora una metà in tasca, non ti sei fermato un momentino per leggere il giornale murale? DON CAMILLO: Per leggere... non precisamente: solo per dare un'occhiata. VOCE CRISTO: E non hai visto niente di strano sul manifesto quando ti sei fermato? DON CAMILLO: Questo no, ve lo posso assicurare Quando mi sono fermato non c'era niente. Scusatemi Gesù, credo che mi chiamino in canonica. VOCE CRISTO: (imperiosa) Don Camillo, resta qui! Quando ti sei fermato non c'era niente, ma quando sei partito... DON CAMILLO: A ben riflettere mi sembra che quando sono partito c'era qualcosa scarabocchiato a matita rossa in basso, a destra... Vi assicuro che mi aspettano... VOCE CRISTO: Non ti vergogni? Prendere in giro un uomo che ha solamente la licenza elementare perché sai quattro parole di latino!... Tutto il paese lo prenderà in giro adesso... Ascoltali! Ecco, senti cos'hai fatto. (voci sfumate di gente che dice "Peppone è un asino! e ride) DON CAMILLO: Gesù, non volevo questo... cosa devo fare? VOCE CRISTO: Chi ha fatto il peccato faccia penitenza! DON CAMILLO: (rivolto verso la statua della Madonna) Santa Vergine, venitemi in aiuto!
  • 6. VOCE VERGINE: Quest'affare è di stretta competenza di mio figlio, non posso immischiarmi! DON CAMILLO: Ma voi siete Sua Madre... VOCE VERGINE: Bene. Allora cercherò... DON CAMILLO: (rivolto verso il crocifisso) Mi giudicate male, Gesù. Ebbene, (toglie un sigaro di tasca e lo mostra al Cristo) questo mezzo sigaro: voi sapete che non ho di che comprarne un altro in settimana. Ebbene, guardate cosa ne faccio. (lo sbriciola tra le dita) VOCE CRISTO: Molto bene, don Camillo. Accetto la tua penitenza. Ma fai sparire anche le briciole: saresti capacissimo di fumartele nella pipa.
  • 7. j45 SCIOPERO GENERALE ("Don Camillo") Notte: esterno. Don Camillo e Peppone, davanti alla stalla del Filotti. Peppone non vuole boicottare lo sciopero. Don Camillo entra. Commento di Egidio Bandini: I dialoghi sono identici, salvo nella partita a carte .dove Peppone chiude la "mano" ponendo sul tavolo l'ultima "ronfa" del mazzo. Nella versione francese si vede chiaramente la nascita del vitellino della Rossa con don Camillo veterinario improvvisato. Alla Censura Cattolica, forse, non piaceva questa scena: e sì che è l'inizio di una nuova vita! TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE PEPPONE: No! No! No! DON CAMILLO: La più bella stalla della regione... e tu volevi farne un cimitero! (rivolto a Peppone) Su, entra senza farti vedere. Su, su! dai, vieni! Io comincio ad occuparmi della Rossa, è affar mio, tu comincerai a tirar giù il fieno. Poi dovremo dare loro da bere. (Peppone entra nella stalla) PEPPONE: No! No! DON CAMILLO: Taci! PEPPONE: No, no! (iniziano a lavorare: si vede nascere il vitellino della Rossa: poi tutt'e due mungono e governano le vacche) SPEAKER: Lavorarono come buoi. Quando ebbero finito (don Camillo spia dalla finestra il picchetto degli scioperanti al di fuori) fu necessario attendere la notte. (Peppone e don Camillo giocano a carte) PEPPONE: Ho una fame! Mangerei un vescovo... DON CAMILLO: E duro da digerire... Alla tua! (brinda, battendo il secchio del latte, contro quello di Peppone)
  • 8. ef, 6 DON CAMILLO IN BICICLETTA ("Don Camillo") Giorno: esterno. Arrivano dalla città i rinforzi ma sono: lo sciopero è finito... Commento di Egidio Bandini: Nella versione italiana i "compagni di città" cantano "Bandiera rossa", nella francese "L'Internazionale". Nella versione italiana lo speaker dice che ai compagni di città non rimaneva che una cosa da fa- re.., una bella bevuta, in quella francese lo speaker termina la frase con i puntini di sospensione che fanno capire che ai compagni di città non ri- maneva altro da fare che cercare di attaccar briga. Diverso l'atteggiamento di don Camillo in bicicletta: nella versione francese- dopo la provocazione - don Camillo ragiona fra sé e sé chieden- dosi se ce l'hanno proprio con lui, prima di accettare la provocazione. In quella italiana non fa alcuna riflessione, anzi si trasforma in provocato- re dei "compagni di città" che stanno bevendo pacificamente. Diversa, poi, l'inquadratura della scazzottata, molto più lunga e particolareggiata in quella francese con un don Camillo scatenato! TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE SPEAKER: Siccome faceva caldo rimaneva loro solo una cosa da fare. (i "rinforzi" vanno a bere all'osteria in piazza. In quel momento passa don Camino in bicicletta da corsa) 1° UOMO: Toh! Un prete da corsa! 3° UOMO: Hai visto Bartali! 2° UOMO: Biancaneve! ALTRE VOCI: DON CAMILLO: (tra sé e sé) Non mi lascerò provocare. (si ferma, mette i piedi a terra e lascia la bicicletta sdraiata sulla strada) Del resto forse non si rivolgevano a me! Bisogna vedere. (solleva la bici, la gira e risale) 4° UOMO: Ti impiglierai coi piedi nella sottana! (altre battute, poi don Camillo si avvicina, alza il tavolo e lo getta sulla gente) *** Giorno: interno. Peppone e compagni, nella stanza del Vescovo in città. PEPPONE: Riconosco che questi ragazzi della città non si sono comportati bene. Ma lui ne ha pestati quindici... Quindici! Ammetterete, Monsignore, che il paese non può sopportare questo fatto. Un prete che si mette a fare il rullo compressore...
  • 9. L'ARBITRO "VENDUTO" ("Don Camillo") Giorno: interno della chiesa. Don Camillo ha buttato fuori l'arbitro Binella che si era rifugiato lì, dopo che la folla inferocita si è allontanata. Commento di Egidio Bandini: Piccola differenza nel dialogo, forse dovuta ad assonanze: in ita- liano don Camillo dice: «Cinque a zero!». Piccola ma sostanziale diffe- renza nell'inquadratura: nella versione francese si vede chiaramente il volto del Cristo che sorride mentre dice «Goal! ». Cosa sconveniente per la Censura cattolica italiana. Ma quante volte nei racconti di GG si leg- ge: «il Cristo sorrise»... TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE - DON CAMILLO: 11 n traditore! (si volge verso il crocifisso) Gesù, ho ragione a essere arrabbiato. Si vede bene che è un venduto! VOCE CRISTO: Chi ha offerto a Binella duemila lire per lo stesso servizio? DON CAMILLO: imbarazzante, non Vi si può nascondere niente. VOCE CRISTO: Sei stato tu a corromperlo, dunque hai meritato questa sconfitta. DON CAMILLO: Signore, l'accetto come una punizione però, insomma, una squadra simile, perdere! Una squadra che avrebbe potuto giocare negli incontri internazionali, credetemi, è una cosa che fa piangere il cuore, che grida vendetta! VOCE CRISTO: (severa) Camino! DON CAMILLO: Cosa volete, Voi non potete capire lo sport: è speciale, o si è dentro o non si è dentro, non so, Gesù, se sono ben chiaro... VOCE CRISTO: Chiarissimo, mio povero don Camillo. Ti capisco, don Camillo, ti capisco così bene che... a quando la rivincita? DON CAMILLO: (felice) Rivincita? Sei a zero! Sei a zero! Non vedranno nemmeno passare il pallone... Così! (infila, con una pedata, il suo cappello nel confessionale) VOCE CRISTO: Goal!
  • 10. FUNERALE VECCHIA MAESTRA ("Don Camillo") Giorno: esterno. Il corteo procede verso la chiesa. Peppone e il suo stato maggiore portano a spalla la cassa della maestra con sopra la "sua" bandiera. Commento di Egidio Bandini: Diversissime le inquadrature: la scena della versione francese è molto più lunga e si sentono la commozione e lo struggente dolore di GG che nel funerale della vecchia maestra rivive quello della madre morta pochi mesi prima. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE SPEAKER: (conclusivo) Sono cose che succedono in questo paese dove il sole picchia come un martello sulla testa della gente. Dove si ragiona a pedate ma dove, almeno, si rispettano i morti.
  • 11. FUGA GINA E MARIOLINO SUL FIUME ("Don Camillo") Notte: esterno in riva al fiume. Gina e Mariolino vanno verso il fiume. Commento di Egidio Bandini: Questo episodio, nella versione italiana, a causa della Censura Cattolica che sconsigliava la messa in scena di un tentato suicidio, si tra- sforma in una farsa. La versione francese, invece, è molto più lunga e fedele al racconto di CC: vi si avverte una forte tensione drammatica che sfocia, come nel racconto, nel lieto fine dopo aver fatto presagire il peg- gio. Ovviamente più ricco il dialogo e diverse le inquadrature: Gina e Mariolino si immergono nel fiume sino al collo e• solo il vociare delle squadre che li stanno cercando li richiama alla realtà e alla vita. Più completa la scena finale doz5e si vedono - in primo piano - il vecchio Filotti e il vecchio della Bruciata che si pestano. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE GINA: Sentiranno suonare la campana! MARIOLINO: Che siano tutti maledetti! GINA: Taci! Quando si sta per morire non si maledice nessuno. (notte: esterno della canonica. La mamma di Gina legge a don Camillo la sua lettera) MADRE GINA: Va ad uccidersi! Va ad uccidersi! Ne sono sicura. Leggendo la sua lettera ne sono certa. Lei dice "Se non possiamo sposarci..., se non possiamo sposarci..." mia povera Gina, bisogna trovarli, bisogna trovarli. Vi supplico, fate qualcosa. (arriva correndo Peppone) PEPPONE: Gina e Mariolino sono allo stagno.., sì, fate suonare le campane. Occorre della gente con delle lanterne. Io prendo dalla parte del bosco e voi dalla parte del fiume. Presto! MADRE GINA: Gesù, Maria, proteggeteli! DON CAMILLO: Se capita una disgrazia a quei ragazzi Dio non ve lo perdonerà mai: né a voi né a quelli della Bruciata! (don Camillo e Peppone partono correndo) PEPPONE: Come se voi non aveste potuto sposarli! DON CAMILLO: E tu? PEPPONE: Bastava un "Oremus".
  • 12. *** Notte: esterno sul fiume: Mariolino e Gina nel fiume camminano verso il fondone. MARIOLINO: Senti: avanzeremo fino all'inizio del gran fondone. Ci abbracceremo e ci lasceremo andare a fondo. GINA: Sì... Ho paura... Mariolino... ho paura! L'acqua è fredda. (si sentono voci che si avvicinano) Senti! Cosa c'è? Io non voglio morire, Mariolino! Non voglio morire. MARIOLINO: Ci cercano. Vieni, vieni, non devono trovarci. (escono correndo dall'acqua e fuggono ma vengono raggiunti da Don Camillo e Peppone alla guida dei due gruppi di famiglia. Mentre Peppone tiene separati i gruppi, don Camillo parla alla gente) DON CAMILLO: Silenzio, ascoltatemi! Il tempo di fare le pubblicazioni e questi ragazzi si sposeranno. Se c'è uno di voi che ri- fiuta l'autorizzazione, gli rompo la testa. CIRO BRUCIATA: Non siete in chiesa, non comandate! DON CAMILLO: (rivolto al lui e al vecchio Filotti) Ascoltate: il vostro liti- gio lo regolerete, qui, una volta per tutte. Volete picchiarvi? Allora forza e che sia l'ultima volta. (rivolto verso Gina e Mariolino) Andate a preparare la veste di nozze di questi ragazzi e sarà il Vescovo a sposarli! MARIOLINO: Il Vescovo? DON CAMILLO: Sì! Ti secca, eh, bolscevico! Su, in marcia, è ora di an- dare a dormire!
  • 13. 04 10 ) LITE AL LUNA PARK ("Don Camino") Sera: esterno. Dopo le nozze di Gina e Mariolino, festa in paese, al Luna Park. Commento di Egidio Bandini: Diverse, innanzitutto, le inquadrature iniziali: nella versione ita- liana Peppone tira la palla al pupazzo di don Camillo che non cade; quindi, quasi fosse un momento del tutto slegato dal precedente, lo spea- ker dice che «gli animi tornano a scaldarsi, e alla discussione partecipò anche don Camillo». Nella versione francese si vede Peppone che tira la palla al pupazzo ma l'esito del tiro non si vede, mentre la moglie di Pep- pone, subito dopo, corre ai tavoli del bar e avverte la gente che è scoppia- ta una rissa che ha come protagonista don Camino. Diversa la scena con don Camillo che mena botte a destra e a manca, distruggendo buona parte dei "baracconi". Diverso anche il commento conclusivo: nella versione italiana non compare la frasetta a sfondo morale dello speaker e il Ve- scovo dice che a don Camillo farebbe bene l'aria di « campagna»... TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE (Dopo un movimentato tiro ai pupazzi. Gente seduta all'esterno di un'osteria. Arriva Maria, la moglie di Peppone, trafelata.) MARIA: Guardate un po' là! l° UOMO: Cosa? MARIA: Guardate! UOMO: Cos'è...? ma cosa c'è? 2° UOMO: E don Camillo che ricomincia...! l° UOMO: Don Camillo? (grande rissa con don Camino come fulcro. Finito tutto, don Camillo, scarmigliato e cogli abiti in disordine, si dirige lentamente verso il Vescovo che lo sta osservando severo) i SPEAKER: Ahimé, Monsignore non aveva detto che a chi ti colpi- sce la guancia sinistra, porgi la guancia destra? VESCOVO: Decisamente, mio povero don Camillo, penso che sia indispensabile che tu vada a riposarti in una canonica di montagna lontano da qui. L'aria di lassù ti farà bene.
  • 14. , et 11 VIA CRUCIS DI DON CAMILLO ("Il ritorno di don Camillo") Notte: esterno. Don Camillo è nella cabina del camion assieme a Peppone che lo sta riportando in "esilio". Piove e si sente un forte tuono. Commento di Egidio Bandini A una delle scene più marcatamente diverse nelle due versioni.. In quella italiana don Camillo si lamenta solo del peso della croce ed il Cristo lo rincuora dicendo che Lui la croce l'aveva portata per un cam- mino più arduo, dopodiché don Camillo, confortato, riparte alla volta del villaggio. Nella versione francese il tragitto di don Camillo con la croce ap- pare una vera "via crucis", con tanto di caduta ed intervento della voce del Cristo che salva don Camillo, svenuto per il freddo e per lo sforzo. Un lungo dialogo del Cristo che rimprovera don Camino per avere perso il senso della misura e gli fa capire che quella "via crucis" è ciò che si è meritato per il suo orgoglio... TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE DON CAMILLO: È il tuono. PEPPONE: Sì, fa Così bello lassù (....) montagne. DON CAMILLO: Grazie lo stesso. Mi manderai la tua fattura? PEPPONE: Avete bisogno di me? DON CAMILLO: No, grazie. Va bene, puoi andare. Parti pure: buon viaggio. (scende dal camion. Peppone gira il camion per il ritorno e, con i fanali, illumina don Camillo che ha tra le braccia il crocifisso scaricato dal cassone del camion.) PEPPONE: (sbalordito) Volete portarlo lassù? Ma siete matto! DON CAMILLO: Si. Fila. E tieni a freno la lingua, assassino! (Sulla salita per il paese don Camillo procede faticosamente sotto il peso del cro- cifisso. La pioggia si trasforma in neve. Cade e perde i sensi. La voce del Cristo lo rianima) VOCE CRISTO: Alzati, don Camillo o prenderai freddo... DON CAMILLO: Signore, siete Voi, è la Vostra voce? Siete Voi a par- larmi? VOCE CRISTO: Non ho mai smesso di parlarti, ma non mi sentivi per ché avevi le orecchie tappate dall'orgoglio e dalla vio- lenza. Ma credo che si siano appena ripulite... DON CAMILLO: Signore, non Vi avevo mai sentito così pesante. VOCE CRISTO: Non avevi mai meritato di sudare tanto, don Camillo!
  • 15. DON CAMILLO: Oh, sapete... non è poi un paese così sinistro, e gli abi- tanti non sono cosi selvaggi come sembra... VOCE CRISTO: Credi? Mi sembra che fosse una riunione di vecchie rane. DON CAMILLO: È la Vostra impressione, Signore. Sono migliori. Sono piccoli, fragili e io mi scaglio come un asino infuriato. Proprio come con la poltrona di don Luciano che ho polverizzato. In altre parole, sono il più grande imbe- cille della terra. VOCE CRISTO: Don Camillo, manchi sempre di modestia... DON CAMILLO: Sembra di sì... Signore: sarò meraviglioso. VOCE CRISTO: Sarai meraviglioso, don Camillo, ma ricordati della poltrona: trattieni il respiro. DON CAMILLO: Chiudo il rubinetto, Signore.
  • 16. Ce 12 DON CAMILLO E IL FIGLIO DI PEPPONE, COLLEGIALE ("Il ritorno di don Camillo") Giorno: esterno. Don Camillo e il collegiale, seduti a un tavolo, parlano. Commento di Egidio Bandini: Ancora una volta la versione francese è più ricca: don Camillo e il collegiale si vedono chiaramente seduti al tavolo di un'osteria e, tenera- mente, il ragazzo parla del suo futuro in campagna, fra gli animali, in- quadrando perfettamente il conflitto interiore che spingerà poi don Ca- millo a farlo "evadere" dal collegio. Tenerezza, poi, nell'intervento com- plice del venditore di castagne: il bambino, felice, scopre che «sono ca- stagne delle nostre parti» . Quanto GG in questa scena francese e quanto poco ne hanno lasciato in quella corrispondente italiana. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE DON CAMILLO: Bravo (....?) Non hai sete? COLLEGIALE: Certo! Ho anche fame! DON CAMILLO: Fame? Vieni. COLLEGIALE: Avrò delle pecore, dei maiali, dei piccioni, molti pic- cioni: amo gli uccelli. (si sente la voce di un venditore ambulante) DON CAMILLO: Ascolta... (il venditore ambulante si avvicina) VENDITORE: Castagne! COLLEGIALE: Ah... VENDITORE: Castagne! DON CAMILLO: Vuoi delle castagne? COLLEGIALE: Oh, si! VENDITORE: Castagne belle calde per il piccolo? COLLEGIALE: Sì! VENDITORE: Cinquanta lire (consegna le castagne al collegiale) grazie! COLLEGIALE: Sono castagne delle nostre parti: riconosco il gusto! (suonano le ore) DON CAMILLO: Sono già le cinque! Bisogna partire. (si incamminano) * * * Notte: esterno. Ingresso del Collegio: don Camillo saluta il ragazzo) DON CAMILLO: Tieni: le tue castagne. COLLEGIALE: No. DON CAMILLO: Perché? COLLEGIALE: Perché me le prenderanno. All'arrivo ci frugano.
  • 17. DON CAMILLO: Buonasera... COLLEGIALE: (tende la manina a don Camillo) Buonasera... DON CAMILLO: E cerca di... insomma, voglio dire, cerca di lavorare un po'... COLLEGIALE: Promesso (poi gli indica da una parte) Là in fondo c'è la finestra del corridoio: passando vi dirò arrivederci... (il ragazzo entra. Don Camillo si avvicina alla finestra del corridoio alla quale si affaccia il collegiale) DON CAMILLO: Eh, tieni! (gli allunga il pacchetto di castagne) COLLEGIALE: Grazie. (allunga ancora la manina a don Camillo) DON CAMILLO: Be'... arrivederci...
  • 18. PEPPONE IN CLASSE: LOTTA FRA RAGAZZINI ("Il ritorno di don Camillo") Giorno: interno. Peppone, in classe, interroga uno scolaro: il figlio del Cagnola, avversario politico che lui aveva picchiato. Commento di Egidio Bandini: Inizialmente le scene sono uguali, diverso il dialogo, anche se in misura minima: nella versione italiana Peppone apostrofa Cagnola dan- dogli del «disgraziato», in quella francese del «mascalzone» . La frase conclusiva della ve:rsione italiana è più guareschiana: «A lui non serve picchiarsi» dice Peppone alla moglie parlando del figlio: «non è mica iscritto al Partito». Assai diverso il finale della scena: l'inquadratura - nella versione francese - è più lunga e più cruda, nella rissa finale tra gli scolari in- terviene - come paciere - anche don Camillo che, lo si nota dal cerotto che ha in fronte nell'ultimo quadro seduto accanto al camino, ha avuto uno scontro con Peppone. Il cerotto lo si vede anche nella versione italiana benché manchi nella scena della rissa il suo intervento che glielo ha pro- curato... TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE PEPPONE: Quanto fa nove per nove? FIGLIO C: (non risponde) PEPPONE: Non lo sai? MAESTRA: Certo che lo sai: allora dillo al signor sindaco! (il bambino fa un cenno di diniego con la testa) Non vuoi dirlo? E perché? FIGLIO C: Perché ha picchiato mio padre! PEPPONE: Cosa? FIGLIO C: L'avete picchiato con una chiave inglese. Vi ho visto, ero nella macchina di mio padre! PEPPONE: (rivolto alla maestra) Chi è? MAESTRA: Mario Cagnola. PEPPONE: Il figlio di quel mascalzone? FIGLIO C: Quando sarò grande vi accopperò! FIGLIO P: (scagliandosi contro il figlio del Cagnola) Io ti accopperò prima! (i ragazzi si picchiano e vengono separati da don Camillo e Peppone) MAESTRA: State tranquilli... State al vostro posto! ***
  • 19. Sera: interno. In cucina Peppone parla con la moglie che sta preparando il figlio per mandarlo a tetto. PEPPONE: Una bancia di teppisti, ecco cosa siete. Se ti ripesco a picchiarti con Cagnola ti rispedisco dritto in collegio! FIGLIO P: Tu ti sei ben picchiato con suo padre! (Peppone dà una sberla al figlio e interviene la moglie) MOGLIE P: Lascialo stare o prendo la scopa! PEPPONE: Lo correggerò fino a quando lo merita. E anche tu, se ti immischi! MOGLIE P: Sempre i pugni in aria: credi che sia un buon esempio? Se si picchia, di chi è la colpa? PEPPONE: Se io mi batto è proprio perché lui non abbia bisogno di picchiarsi. Se lo ripesco ancora, lo accoppo!
  • 20. 14 ALLUVIONE: IL VECCHIO SPILETTI NON VUOL PARTIRE ("Il ritorno di don Camillo") Giorno: interno casa del Popolo. Peppone smobilita. Fuori la gente sfolla in barca. Lo Smilzo, dall'esterno su una barca, si affaccia all'interno e chiama Peppone. Commento di Egidio Bandini: Questa scena manca completamente nella versione italiana e, since- ramente, non si capisce perché sia stata eliminata. Infatti è aderentissi- ma ad un racconto di GG e serve a costruire l'antefatto per la permanen- za del vecchio Spiletti sul campanile con don Camillo. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE SMILZO: Capo: il vecchio Spiletti non vuole lasciare la sua casa. PEPPONE: Cosa? Ancora un colpo di questo dannato prete. Vieni, andiamo a regolare la faccenda. Sì. (Peppone sale in barca) *** Interno stanza Spiletti. Assieme al vecchio i suoi familiari e Peppone. SPILETTI: Lasciatemi in pace, andatevene! PEPPONE: Non resterete qui a dare il cattivo esempio. SPILETTI: Non m'importa del cattivo esempio. Non voglio morire sulla strada come un vagabondo. FIGLIO .SPIL.: Lasciatemi fare, signor sindaco: lo farò ragionare... PEPPONE: Non si fa ragionare un mulo! Partirà volente o nolente, di sua volontà o per forza. FIGLIO SPIL: Su, dài, papà... SPILETTI: (imbraccia e carica la doppietta) Se ti avvicini, sparo! (c'è colluttazione con lo Spiletti e parte un colpo che distrugge il lampadario. Entra in quel momento don Camillo) DON CAMILLO: Allora, si sta facendo un ouverture? Come, (rivolto allo Spiletti) vi ho dato ieri l'Estrema Unzione e ricomincia- te a coprirvi di orrore? PEPPONE: Non recitiamo la commedia: è d'accordo con voi per non partire... SPILETTI: Restate, reverendo? DON CAMILLO: Certamente. Voi, solamente, mi farete il piacere di far vi portar via. SPILETTI: Mai! Resterò con voi.
  • 21. FIGLIO SPIL: Insomma, papà, è una follia. DON CAMILLO: Ascoltate: lasciatelo. Lo sistemerò con me nel campa- nile. PEPPONE: Sì, ecco, e tutte e due là in alto farete i vostri miracoli e preparerete le elezioni. (rivolto a Spiletti) Se volete restare, resterete con me. SPILETTI: No! PEPPONE: Vi porto io. (si butta sul letto per prenderlo senza riuscirvi) SPILETTI: No. Datemi quello (prende ancora la doppietta). Se ti avvi- cini, ti buco. PEPPONE: Signor Spiletti: su ... bene, d'accordo. Ma domani, quando saremo tutti e due soli in paese, regoleremo questo e tutto il resto!
  • 22. ALLUVIONE: LA GENTE SFOLLA IL PAESE ("Il ritorno di don Camillo") Giorno: esterno. La gente sugli argini sfolla. Peppone sale col piccolino in braccio. Commento di Egidio Bandini: Il dialogo è leggermente differente: la versione francese è più fred- da, asettica. In quella italiana Peppone ringrazia Gagnola e ne saluta la moglie che è sull'automobile. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE VOCE: Addio, Peppone! PEPPONE: Salute... (compare sull'argine la macchina del Cagnola che vede Peppone assieme alla famiglia che sta sfollando, e scende) CAGNOLA: Ho ancora del posto, se volete... PEPPONE: Sì. CAGNOLA: Permettete signora?... (fa salire la moglie di Peppone col piccolino in braccio) Mario (rivolgendosi al figlio e indican- dogli il figlio di Peppone - suo rivale di botte) aiuta il tuo compagno... PEPPONE: Su, forza, andate. (rivolto alla moglie) Stai bene attenta al piccolo, che non prenda freddo. Verrò appena po- trò: non preoccuparti.
  • 23. C J16 ALLUVIONE: SPILETTI "RESTITUISCE" L'ANIMA AL NERO ("Il ritorno di don Camillo") Giorno: esterno. Don Camino in barca con vecchi, bambini e il Nero. Commento di Egidio Bandini: La scena è identica nelle due versioni; una lieve differenza nel dialogo: don Camino nell'italiana dice che i soldi dello Spiletti sono « sacrileghi» mentre nella francese sono «maledetti». Nella versione francese la scena funziona meglio che nell'italiana perché preceduta an- che da quella della lotta nella stanza dello Spiletti. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE NERO: vero che il vecchio Spiletti sta morendo? DON CAMILLO: Non è grave, è già capitato diverse volte. NERO: Non vi ha parlato di me? Un contratto tra me e lui? DON CAMILLO: Io non sono un notaio: mi occupo delle anime. NERO: E be', è proprio là mia anima che gli ho venduto per mille lire, e abbiamo firmato un contratto. DON CAMILLO: Ma tu sai bene che l'anima è un invenzione dei preti. Sei tu che hai imbrogliato il vecchio, e ti dispiace? NERO: Questo sporco reazionario andrà in inferno, e allora cosa farà del mio foglio... lo porta con lui o è suo figlio che l'eredita? No, no... voglio che mi restituisca il mio pezzo di carta e io gli réstituisco le mille lire. DON CAMILLO: Bene. Aspettami in chiesa: andrò a vedere il tuo pro- prietario. NERO: Il mio proprietario? DON CAMILLO: Eh, sì, Spiletti. Purché gli resti ancora un soffio di vita! *** Giorno: interno. Don Camillo nel campanile parla col vecchio Spiletti. DON CAMILLO: Su, ridategli quel contratto. Vedete bene che questa storia lo fa star male. SPILETTI: Ha forse male nei visceri? Non può essere che là: non ha niente all'interno... NERO: Quello che succede all'interno non vi riguarda. Ci so- no delle cose... insomma, delle cose... voi non c'entrate affatto.
  • 24. SPILETTI: Allora tieni (gli restituisce il "contratto") Non ne ho biso- gno: il mio affare è fatto. (il Nero gli porge il biglietto da mille) Tieni le tue mille lire. Sono ben spese... NERO: No, no. L'affare è annullato e a ciascuno il suo. Tene- te: sì, sì, prendetelo. (porge il biglietto da mille allo Spiletti che lo rifiuta. Allora lo dà a don Camillo) DON CAMILLO: Scusa: questi soldi maledetti non sono buoni neanche per i poveri... NERO: Sì. DON CAMILLO: (brucia il biglietto alla fiamma di un cero) Ecco! NERO: Allora, siete sicuro che adesso sono in regola? DON CAMILLO: Sicuro come che Dio esiste... NERO: Bene. DON CAMILLO: E adesso che hai ritrovato la tua anima pensa un po' a pulirla. NERO: Non ho bisogno del vostro sapone! (scende la scala del campanile e si segna...)
  • 25. L4 17 ALLUVIONE: DON CAMILLO RESTA IN PAESE ("Il ritorno di don Camillo") Giorno: esterno. Don Camillo, vicino alla sua barca, parla con Peppone. Commento di Egidio Ban.dini: Diverso il finale nelle due versioni: Peppone, nella versione france- se, guarda don Camillo che se ne va in barca, visibilmente commosso. Nel dialogo don Camillo gli dice - tra l'altro - che si stabilirà in muni- cipio... Frase inesistente nella versione italiana. Diverse le inquadrature di don Camillo che si allontana con la barca: nella versione francese l'inquadratura è "costruita" con uno sfon- do in proiezione. TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE UOMO: Toh! Il sole è tornato. DON CAMILLO: Appuntamento a tutti, Domenica, in chiesa, eh! PEPPONE: Mi spiace lasciarvi tutto solo. Se cadete ancora in ac- qua, avrei voluto esserci per aiutarvi... (come successo in precedenza, N.d.R) DON CAMILLO: ...Ad affogare... PEPPONE: Bene. Tenete (gli porge un sigaro) Vi annoierete tutto so- lo: avrete modo di fumare un buon sigaro. DON CAMILLO: Grazie. PEPPONE: E il solo che mi resti. Ve ne farò portare altri con delle provviste. (don Camillo sale in barca e Peppone la spinge. Don Camillo comincia a remare) PEPPONE: State molto attento.... State bene. DON CAMILLO: Grazie, signor sindaco. State bene. Un bacio al piccolo Lenin, eh! PEPPONE: D'accordo. E adesso che non avete più la chiesa, dove vi sistemerete? DON CAMILLO: In municipio! PEPPONE: (contrariato) Eh? DON CAMILLO: In municipio! (rivolto alla gente che lo saluta dall'argine) Arrivederci, figlioli, a presto. VOCE: Signor sindaco, signor sindaco! E allora?Vi aspettiamo. (Peppone corre verso il camion per salire) DON CAMILLO: (rivolge gli occhi verso l'alto ispirato) Signore, proteggete tutta questa brava gente. Spero che mi perdonerete per aver creduto, per un istante, di essere nel Vostro Paradiso. Era mal frequentato, ma ci stavo bene lo stesso... VOCE CRISTO: Non è il momento di riposare, avrai molto da fare... DON CAMILLO: Ai Vostri ordini, Signore!