2. DISCORSO DI PEPPONE ( da "Don Camillo")
Pomeriggio: esterno. Peppone, sul palco assieme al suo stato maggiore e
al "Federale" tiene un comizio in piazza.
Commento di Egidio Bandini:
Innanzitutto è da rimarcare che il "monologo" di Peppone, nella versione
italiana, è decisamente più guareschiano: « palestra per la ginnastica
fisica... biblioteca con dei bei libri e altre manifestazioni culturali...» .
Quindi la gestualità di Peppone: nella versione italiana l'enfasi maggio-
re è dedicata all'annuncio della costruzione della Casa del Popolo; in
quella francese l'enfasi è riservata al «trionfo della democrazia» .
TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
PEPPONE: Prima di cedere la parola al compagno venuto dalla
città per celebrare con noi il trionfo del popolo e
della democrazia, desidero annunciarvi una buona
notizia. Tra qualche giorno cominceremo a costruire la
Casa del Popolo. Conterrà una biblioteca con bei libri,
una sala per le feste, un cinema, una sala per il riposo
e ancora tante altre cose.... Sarà la vostra casa!
4. PEPPONE E DON CAMILLO SI SCAZZOTTANO ("Don Camillo")
Giorno: interno chiesa. Peppone e don Camillo entrano nella stanza sotto il cam-
panile.
Commento di Egidio Bandini:
Il dialogo è identico, fatto salvo che Peppone dice, nella versione
italiana, d'essersi preso una pallottola «in guerra» e, in quella francese,
«quando eravamo nella Resistenza».
Diversissime le inquadrature: nella versione francese don Camillo,
ricevuto il pugno da Peppone, si massaggia il volto con sguardo truce e,
alla fine del "match", Peppone è ripreso a terra, tramortito, con la corda
di una campana legata a un piede... Fatica ad alzarsi e don Camillo gli
chiede: «Come ti senti?». Quanto pi2 Guareschi c'è, in queste parole!
TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
(Peppone si rimbocca le maniche)
PEPPONE: Ricordatevi che ho la pancia delicata da quando ho
ricevuto quella pallottola quando eravamo nella
Resistenza. Allora, attenzione, niente colpi bassi!
DON CAMILLO: Non preoccuparti: li sistemerò tutti al piano superiore.
PEPPONE: Bene.
(si colpiscono e vanno contro le corde delle campane che suonano. All'esterno, nei
campi, due contadini ascoltano il suono delle campane stupiti)
l'CONTADINO: Toh! Che ore sono?
2°CONTADINO: Non so niente...
(Peppone è a terra, don Camillo in piedi: hanno finito di picchiarsi)
DON CAMILLO: Come ti senti?
PEPPONE: Sto bene... Avete vinto. (si alza)
DON CAMILLO: (mostrando i pugni) Questo è per il battesimo e questo
per i petardi.
PEPPONE: Quali petardi?
DON CAMILLO: Fa l'innocente, ti sta bene distruggere e incendiare. E
parlano di costruire la casa del Popolo!
(il bambino di Peppone, in chiesa, piange. Vanno da lui)
DON CAMILLO: Taci, piccolo bolscevico...
(il bambino smette di piangere)
Toh! E più intelligente di suo padre...
6. VOCE VERGINE: Quest'affare è di stretta competenza di mio figlio, non
posso immischiarmi!
DON CAMILLO: Ma voi siete Sua Madre...
VOCE VERGINE: Bene. Allora cercherò...
DON CAMILLO: (rivolto verso il crocifisso) Mi giudicate male, Gesù.
Ebbene, (toglie un sigaro di tasca e lo mostra al Cristo)
questo mezzo sigaro: voi sapete che non ho di che
comprarne un altro in settimana. Ebbene, guardate
cosa ne faccio. (lo sbriciola tra le dita)
VOCE CRISTO: Molto bene, don Camillo. Accetto la tua penitenza. Ma
fai sparire anche le briciole: saresti capacissimo di
fumartele nella pipa.
7. j45
SCIOPERO GENERALE ("Don Camillo")
Notte: esterno. Don Camillo e Peppone, davanti alla stalla del Filotti.
Peppone non vuole boicottare lo sciopero. Don Camillo entra.
Commento di Egidio Bandini:
I dialoghi sono identici, salvo nella partita a carte .dove Peppone
chiude la "mano" ponendo sul tavolo l'ultima "ronfa" del mazzo. Nella
versione francese si vede chiaramente la nascita del vitellino della Rossa
con don Camillo veterinario improvvisato. Alla Censura Cattolica, forse,
non piaceva questa scena: e sì che è l'inizio di una nuova vita!
TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
PEPPONE: No! No! No!
DON CAMILLO: La più bella stalla della regione... e tu volevi farne un
cimitero! (rivolto a Peppone) Su, entra senza farti vedere.
Su, su! dai, vieni! Io comincio ad occuparmi della
Rossa, è affar mio, tu comincerai a tirar giù il fieno.
Poi dovremo dare loro da bere.
(Peppone entra nella stalla)
PEPPONE: No! No!
DON CAMILLO: Taci!
PEPPONE: No, no!
(iniziano a lavorare: si vede nascere il vitellino della Rossa: poi tutt'e
due mungono e governano le vacche)
SPEAKER: Lavorarono come buoi. Quando ebbero finito
(don Camillo spia dalla finestra il picchetto degli scioperanti al di fuori)
fu necessario attendere la notte.
(Peppone e don Camillo giocano a carte)
PEPPONE: Ho una fame! Mangerei un vescovo...
DON CAMILLO: E duro da digerire... Alla tua!
(brinda, battendo il secchio del latte, contro quello di Peppone)
9. L'ARBITRO "VENDUTO" ("Don Camillo")
Giorno: interno della chiesa. Don Camillo ha buttato fuori l'arbitro Binella
che si era rifugiato lì, dopo che la folla inferocita si è allontanata.
Commento di Egidio Bandini:
Piccola differenza nel dialogo, forse dovuta ad assonanze: in ita-
liano don Camillo dice: «Cinque a zero!». Piccola ma sostanziale diffe-
renza nell'inquadratura: nella versione francese si vede chiaramente il
volto del Cristo che sorride mentre dice «Goal! ». Cosa sconveniente per
la Censura cattolica italiana. Ma quante volte nei racconti di GG si leg-
ge: «il Cristo sorrise»...
TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
- DON CAMILLO: 11 n traditore! (si volge verso il crocifisso) Gesù, ho
ragione a essere arrabbiato. Si vede bene che è un
venduto!
VOCE CRISTO: Chi ha offerto a Binella duemila lire per lo stesso
servizio?
DON CAMILLO: imbarazzante, non Vi si può nascondere niente.
VOCE CRISTO: Sei stato tu a corromperlo, dunque hai meritato questa
sconfitta.
DON CAMILLO: Signore, l'accetto come una punizione però, insomma,
una squadra simile, perdere! Una squadra che avrebbe
potuto giocare negli incontri internazionali, credetemi,
è una cosa che fa piangere il cuore, che grida vendetta!
VOCE CRISTO: (severa) Camino!
DON CAMILLO: Cosa volete, Voi non potete capire lo sport: è speciale,
o si è dentro o non si è dentro, non so, Gesù, se sono
ben chiaro...
VOCE CRISTO: Chiarissimo, mio povero don Camillo. Ti capisco, don
Camillo, ti capisco così bene che... a quando la
rivincita?
DON CAMILLO: (felice) Rivincita? Sei a zero! Sei a zero! Non vedranno
nemmeno passare il pallone... Così! (infila, con una
pedata, il suo cappello nel confessionale)
VOCE CRISTO: Goal!
10. FUNERALE VECCHIA MAESTRA ("Don Camillo")
Giorno: esterno. Il corteo procede verso la chiesa. Peppone e il suo stato maggiore
portano a spalla la cassa della maestra con sopra la "sua" bandiera.
Commento di Egidio Bandini:
Diversissime le inquadrature: la scena della versione francese è
molto più lunga e si sentono la commozione e lo struggente dolore di GG
che nel funerale della vecchia maestra rivive quello della madre morta
pochi mesi prima.
TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
SPEAKER: (conclusivo) Sono cose che succedono in questo paese dove il
sole picchia come un martello sulla testa della gente.
Dove si ragiona a pedate ma dove, almeno, si
rispettano i morti.
12. ***
Notte: esterno sul fiume: Mariolino e Gina nel fiume camminano verso il fondone.
MARIOLINO: Senti: avanzeremo fino all'inizio del gran fondone. Ci
abbracceremo e ci lasceremo andare a fondo.
GINA: Sì... Ho paura... Mariolino... ho paura! L'acqua è
fredda. (si sentono voci che si avvicinano) Senti! Cosa c'è?
Io non voglio morire, Mariolino! Non voglio morire.
MARIOLINO: Ci cercano. Vieni, vieni, non devono trovarci.
(escono correndo dall'acqua e fuggono ma vengono raggiunti da Don Camillo
e Peppone alla guida dei due gruppi di famiglia. Mentre Peppone tiene separati i
gruppi, don Camillo parla alla gente)
DON CAMILLO: Silenzio, ascoltatemi! Il tempo di fare le pubblicazioni
e questi ragazzi si sposeranno. Se c'è uno di voi che ri-
fiuta l'autorizzazione, gli rompo la testa.
CIRO BRUCIATA: Non siete in chiesa, non comandate!
DON CAMILLO: (rivolto al lui e al vecchio Filotti) Ascoltate: il vostro liti-
gio lo regolerete, qui, una volta per tutte. Volete
picchiarvi? Allora forza e che sia l'ultima volta. (rivolto
verso Gina e Mariolino) Andate a preparare la veste di
nozze di questi ragazzi e sarà il Vescovo a sposarli!
MARIOLINO: Il Vescovo?
DON CAMILLO: Sì! Ti secca, eh, bolscevico! Su, in marcia, è ora di an-
dare a dormire!
15. DON CAMILLO: Oh, sapete... non è poi un paese così sinistro, e gli abi-
tanti non sono cosi selvaggi come sembra...
VOCE CRISTO: Credi? Mi sembra che fosse una riunione di vecchie
rane.
DON CAMILLO: È la Vostra impressione, Signore. Sono migliori. Sono
piccoli, fragili e io mi scaglio come un asino infuriato.
Proprio come con la poltrona di don Luciano che ho
polverizzato. In altre parole, sono il più grande imbe-
cille della terra.
VOCE CRISTO: Don Camillo, manchi sempre di modestia...
DON CAMILLO: Sembra di sì... Signore: sarò meraviglioso.
VOCE CRISTO: Sarai meraviglioso, don Camillo, ma ricordati della
poltrona: trattieni il respiro.
DON CAMILLO: Chiudo il rubinetto, Signore.
17. DON CAMILLO: Buonasera...
COLLEGIALE: (tende la manina a don Camillo) Buonasera...
DON CAMILLO: E cerca di... insomma, voglio dire, cerca di lavorare un
po'...
COLLEGIALE: Promesso (poi gli indica da una parte) Là in fondo c'è la
finestra del corridoio: passando vi dirò arrivederci...
(il ragazzo entra. Don Camillo si avvicina alla finestra del corridoio
alla quale si affaccia il collegiale)
DON CAMILLO: Eh, tieni! (gli allunga il pacchetto di castagne)
COLLEGIALE: Grazie. (allunga ancora la manina a don Camillo)
DON CAMILLO: Be'... arrivederci...
21. FIGLIO SPIL: Insomma, papà , è una follia.
DON CAMILLO: Ascoltate: lasciatelo. Lo sistemerò con me nel campa-
nile.
PEPPONE: Sì, ecco, e tutte e due là in alto farete i vostri miracoli
e preparerete le elezioni.
(rivolto a Spiletti) Se volete restare, resterete con me.
SPILETTI: No!
PEPPONE: Vi porto io. (si butta sul letto per prenderlo senza riuscirvi)
SPILETTI: No. Datemi quello (prende ancora la doppietta). Se ti avvi-
cini, ti buco.
PEPPONE: Signor Spiletti: su ... bene, d'accordo. Ma domani,
quando saremo tutti e due soli in paese, regoleremo
questo e tutto il resto!
22. ALLUVIONE: LA GENTE SFOLLA IL PAESE
("Il ritorno di don Camillo")
Giorno: esterno. La gente sugli argini sfolla. Peppone sale col piccolino in braccio.
Commento di Egidio Bandini:
Il dialogo è leggermente differente: la versione francese è più fred-
da, asettica. In quella italiana Peppone ringrazia Gagnola e ne saluta la
moglie che è sull'automobile.
TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
VOCE: Addio, Peppone!
PEPPONE: Salute...
(compare sull'argine la macchina del Cagnola che vede Peppone
assieme alla famiglia che sta sfollando, e scende)
CAGNOLA: Ho ancora del posto, se volete...
PEPPONE: Sì.
CAGNOLA: Permettete signora?... (fa salire la moglie di Peppone col
piccolino in braccio) Mario (rivolgendosi al figlio e indican-
dogli il figlio di Peppone - suo rivale di botte) aiuta il tuo
compagno...
PEPPONE: Su, forza, andate. (rivolto alla moglie) Stai bene attenta
al piccolo, che non prenda freddo. Verrò appena po-
trò: non preoccuparti.
24. SPILETTI: Allora tieni (gli restituisce il "contratto") Non ne ho biso-
gno: il mio affare è fatto. (il Nero gli porge il biglietto da
mille) Tieni le tue mille lire. Sono ben spese...
NERO: No, no. L'affare è annullato e a ciascuno il suo. Tene-
te: sì, sì, prendetelo. (porge il biglietto da mille allo Spiletti
che lo rifiuta. Allora lo dà a don Camillo)
DON CAMILLO: Scusa: questi soldi maledetti non sono buoni neanche
per i poveri...
NERO: Sì.
DON CAMILLO: (brucia il biglietto alla fiamma di un cero) Ecco!
NERO: Allora, siete sicuro che adesso sono in regola?
DON CAMILLO: Sicuro come che Dio esiste...
NERO: Bene.
DON CAMILLO: E adesso che hai ritrovato la tua anima pensa un po' a
pulirla.
NERO: Non ho bisogno del vostro sapone!
(scende la scala del campanile e si segna...)
25. L4 17
ALLUVIONE: DON CAMILLO RESTA IN PAESE
("Il ritorno di don Camillo")
Giorno: esterno. Don Camillo, vicino alla sua barca, parla con Peppone.
Commento di Egidio Ban.dini:
Diverso il finale nelle due versioni: Peppone, nella versione france-
se, guarda don Camillo che se ne va in barca, visibilmente commosso.
Nel dialogo don Camillo gli dice - tra l'altro - che si stabilirà in muni-
cipio... Frase inesistente nella versione italiana.
Diverse le inquadrature di don Camillo che si allontana con la
barca: nella versione francese l'inquadratura è "costruita" con uno sfon-
do in proiezione.
TRADUZIONE DEL DIALOGO DELLA VERSIONE FRANCESE
UOMO: Toh! Il sole è tornato.
DON CAMILLO: Appuntamento a tutti, Domenica, in chiesa, eh!
PEPPONE: Mi spiace lasciarvi tutto solo. Se cadete ancora in ac-
qua, avrei voluto esserci per aiutarvi... (come successo in
precedenza, N.d.R)
DON CAMILLO: ...Ad affogare...
PEPPONE: Bene. Tenete (gli porge un sigaro) Vi annoierete tutto so-
lo: avrete modo di fumare un buon sigaro.
DON CAMILLO: Grazie.
PEPPONE: E il solo che mi resti. Ve ne farò portare altri con delle
provviste.
(don Camillo sale in barca e Peppone la spinge. Don Camillo comincia a remare)
PEPPONE: State molto attento.... State bene.
DON CAMILLO: Grazie, signor sindaco. State bene. Un bacio al piccolo
Lenin, eh!
PEPPONE: D'accordo. E adesso che non avete più la chiesa, dove
vi sistemerete?
DON CAMILLO: In municipio!
PEPPONE: (contrariato) Eh?
DON CAMILLO: In municipio! (rivolto alla gente che lo saluta dall'argine)
Arrivederci, figlioli, a presto.
VOCE: Signor sindaco, signor sindaco! E allora?Vi aspettiamo.
(Peppone corre verso il camion per salire)
DON CAMILLO: (rivolge gli occhi verso l'alto ispirato) Signore, proteggete
tutta questa brava gente. Spero che mi perdonerete
per aver creduto, per un istante, di essere nel Vostro
Paradiso. Era mal frequentato, ma ci stavo bene lo
stesso...
VOCE CRISTO: Non è il momento di riposare, avrai molto da fare...
DON CAMILLO: Ai Vostri ordini, Signore!