際際滷

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Prologo notturno Norimberga
Prime luci dellalba
Zzz zzz zzz Ah, porca vacca! Quant竪 scomodo sto materasso! Dove lhanno fatto, si pu嘆
sapere?!  da una vita che cerco la posizione giusta e ancora niente. Oh diavoloccio, ci si mette pure
la schiena! Cristo se fa male, mica se ne sta tranquilla. Ho un dolorino che sale dalla spina dorsale e
che mi arriva fino al collo. Va e viene. Intermittente come il mio respiro Chiss che diavolo 竪.
Du maroni Magari sto solo sognando, o no?
Mi giro ancora a destra: no, niente, non mi si addice mai la destra e allora di nuovo a sinistra.
Ecco, 竪 caduto il cuscino. Dov竪 finito? Ma porca di quella non vedo niente co sto buio
maledetto Mhhh, preso! E ora cos竪 che 竪 volato di nuovo? Forse Boh! Ma perch辿 succedono
sempre casini quando si va a sinistra? Poi ho sta bocca secca, quasi felpata: sembra che mi ci
hanno messo dentro la farina. Dovrei alzarmi e andare a bere un goccio dacqua dal rubinetto del
lavandino. Ma chi ne ha voglia!!!
Vediamo, vediamo un po la bottiglia era qui, giusto. Finita!?
Mi son sparato due litri dacqua e mi scappa continuamente da pisciare!
Diamoci una bella grattata dove so io che fa sempre bene, giusto per vedere se 竪 vivo e se ha
bisogno di qualcosa S狸, okay, tutto nella norma. Pensavo meglio per嘆. Vabb竪.
Zzz zzz zzz
Ora sto dormendo, oppure no? Ma che ore sono?
Mica lo capisco, con questi occhi che si aprono e si chiudono, con questo sonno che poi non arriva
mai. Che strazio. Voglio o non voglio dormire?
Sar嘆 sveglio o sto forse sognando?
E se contassi tutti i concerti fatti negli ultimi mesi?
Di sicuro sarebbero pi湛 delle solite pecorelle, magari mi addormento. Le pecorelle, le pecorelle
smarrite che poi vengono mangiate dai lupi alla brace!!! Non ha senso, o s狸? Diavolo, sto sognando!
Dovrei iniziare a prendere dei sonniferi. Runf, runf zzz zzz zzz
Sto cervello non funziona pi湛, ora pure la gola che raschia, ci ho dato dentro forte ieri sera
Chiss perch辿 quando suoniamo allestero tutto sembra andare bene: noi torniamo a essere noi e
loro, il pubblico, torna a essere una platea attenta da catturare e convincere, non una caciara
Forse, semplicemente, quando siamo fuori dallItalia ci impegniamo di pi湛, studiamo i dettagli, non
facciamo mai i fenomeni i fenomeni i fenomeni come quando... come quando siamooo... in
Italiaaaa Zzz Zzz zzz zzz.
Abbiamo iniziato con Viva la vidamuera la muerte, poi La banda del sogno interrotto. Ma
no! Qui sono i miei sogni che si sono rotti e interrotti. I cento passi no. Fuori campo si, forse.
Mi sono anche dimenticato una strofa, ma tanto qui non se ne 竪 accorto nessuno.
Certo, mi capita spesso ultimamente di scordare qualche frase di quelle canzoni che canto tutte le
sere. Mah! Quanta gente poi, quanti crucchi tutti assieme! Beh, a Norimberga non 竪 che ci potevano
essere degli emiliani, per嘆 sono contento, abbiamo suonato bene. Peccato per il tifone tropicale che
poi ha interrotto la serata.
Non lo so, comunque 竪 stato un bel concerto, almeno credo Piacere a sta gente qui a me sembra
pi湛 semplice, basta essere sinceri e di cuore: loro se ne accorgono se fingi.
Zzz zzz zzz
Oh, cos竪?! Che 竪 stato?! Ma perch辿 non ho parlato con quelli dellalbergo! Ho il sonno leggero, mi
sveglio per un niente e poi non mi riaddormento pi湛. Ma cosera quel rumore cosera? Come se
avessero bussato: ma dove? Alla porta, o al muro? O era solo nella mia testa? Vacci a capire
qualcosa
Sar forse qualcuno che vuole parlare con me.
La mia coscienza?
Sono forse i miei fantasmi che bussano alla porta?
O forse una bella donna, svegliata dai miei pensieri?
Zzz zzz zzz e poi dopo il concerto Dio, quanto ho bevuto! Ho festeggiato troppo un po
la Germania, un po leuforia e poi birra e ancora birra, e tanto vino e Mojito e ancora birra. Non
ci voglio nemmeno pensare alla mia povera glicemia e a quello straccio di ipertensione che mi
ritrovo Bravi pure gli altri a suonare, bravi tutti e il pubblico. Quanti erano, quanti? Cinquemila?
Forse come ma forse 竪 solo un sogno
Cinquemila persone possono dare pi湛 forza di un milione.
Mi rivedo quel 21 giugno del 92: mi trovo a Bologna, quella 竪 Piazza Maggiore siamo agli inizi
della storia, sono entrato nella band da quanto? un mese e mezzo? Si, credo di si.
Giunti qui per le Controcolombiadi, volute da chi, da quelli di Cuore? Forse. O dai soliti
comunisti? Certo, come al solito.
Siamo dei novellini in mezzo ad una marea di gente tosta. In Piazza Maggiore ho gi intravisto gli
Skiantos, i MauMau e lui, ancora non ci credo, il maestro Guccini.
A noi toccano tre pezzi al pomeriggio, non uno di pi湛. Abbiamo tutti la faccia di chi sente di aver
vinto alla lotteria un premio molto pi湛 importante del denaro: si chiama, Ricordo Indelebile.
Cartellone alla mano suoniamo alle cinque del pomeriggio. Questo tempo non promette nulla di
buono, fa caldo, 竪 umido e si suda, o forse siamo solo tesi, proprio come dei bimbi alla prima
recita scolastica, guarda caso abbiamo iniziato a discutere: Ma no, chi lavrebbe mai detto!
Abbiam concordato solo due pezzi, sul terzo ci siamo spaccati.
Ma io dico e mi chiedo: Bologna e Piazza Maggiore: come si fa a non cantare Bella Ciao?
Si, proprio Bella Ciao. In quelle parole c竪 la storia della mia famiglia, ci sono degli
insegnamenti, un percorso ricco di semina: dal raccolto difficile ma fruttuoso a quello che siamo
stati e che saremo, perch辿 se ho questa testa, nel bene e nel male, lo devo a loro.
Figlio di emiliani, nato a Carpi e cresciuto nel quartiere soprannominatoCremlino.
Tutti continuano a discutere isterici; chi se ne esce con Si, suoniamola, chi invece come
Albertone insiste nel non trovarla una buona idea. Io per嘆 me ne sbatto e con la mente volo alla
mia infanzia, a quei pomeriggi assolati dove non soffiava un filo daria, trascorsi a tirare calci a
un vecchio pallone in strada, con gli amici di sempre, da soli ogni giorno mentre i genitori
lavoravano.
Nessuno di noi si 竪 mai sentito in pericolo, perch辿 in quella meravigliosa Emilia, tra gli anni 70 e
l80, cera sempre qualcuno a osservarti dal balcone di un palazzo o dalla sede del Partito dove
allingresso campeggiava la foto di Berlinguer, quel Partito che organizzava tutto, dalle feste ai
servizi sociali e le manifestazioni anche. Era impossibile sentirsi soli. Cera sempre una guida
rossa pronta, con un paio di scappellotti, a farti capire quando sbagliavi e il perch辿.
LEmilia dello stare insieme e del ragionare di politica e pallone al bar sotto i portici, dei ciottoli
ghiacciati dinverno e del profumo di spiga in primavera, lEmilia della domenica mattina passata
a consegnare porta a porta LUnit, in sella a una bici, a cavallo di un ideale.
Vabb竪, abbiam deciso finalmente, saliamo sul palco.
Quant竪 grande, sembra un campo da calcio! Sta iniziando a piovere. La gente sbuffa e apre gli
ombrelli. Porca di quella Ma si, porta fortuna, almeno cos狸 dicono!
Eh, alla fine sono almeno cinquemila persone. Alcuni davanti alla transenna ci guardano con
lespressione interrogativa. Io sorrido. Ho quasi una paresi in faccia dalla tensione e mi calmo
solo quando si aprono le danze conRecrutingSergent. La gente batte le mani, le pulsazioni
iniziano a rallentare e proseguiamo con un brano strumentale.
Ecco, due pezzi sono andati. Di che la stiamo portando a casa. Di, manca solo la terza
canzone
Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
Una mattina, mi son svegliato e ho trovato linvasor
O partigiano, portami via, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
O partigiano portami via, che mi sento di morir
In piazza scoppia il finimondo. La gente inizia a ballare, a saltare, a cantare: migliaia di voci unite
alla mia, alla nostra. Abbiamo innescato qualcosa di imprevedibile, una scintilla. Ora forse
qualcuno si ricorder che questo incendio si chiama Modena City Ramblers.
Canto per lultima volta il ritornello. Vorrei non fermarmi mai perch辿 questo 竪 il giorno perfetto,
siamo nel posto giusto, Bologna, al momento giusto, il 1992, un nuovo decennio da affrontare a
testa alta. Noi dei Modena City Ramblers siamo nati tra gli anni 60 e 70.
Abbiamo vissuto il decennio di piombo in braghe corte, andando alle elementari o alle medie, con
la testa sui libri aspettando il suono della campanella, segnale che un nuovo pomeriggio di
scorribande in bicicletta sarebbe iniziato da l狸 a poco.
Eravamo dei cinni negli anni 70, ma ognuno di noi aveva capito quello che stava succedendo,
aveva annusato la paura di un paese tenuto sotto scacco dal terrorismo.
Ricordo ancora quella volta che la mia maestra di italiano entr嘆 in classe, dicendo che Aldo Moro
era stato ritrovato morto in via Caetani; ricordo i nostri genitori fuori dalla scuola pronti a
portarci a casa perch辿 si sentivano tutti in pericolo e poi la strage di Bologna, le pallottole, le
molotov e i morti ammazzati che ci accompagnarono nella nostra infanzia.
Gli anni 80 purtroppo ce li siamo beccati in pieno.
Il decennio di plastica dove vigeva ununica regola; dimenticarsi tutto quello che era accaduto
prima, perch辿 bisognava guardare avanti, perch辿 limportante era divertirsi. I Duran Duran e gli
Spandau Ballet si contendevano lo scettro della band pi湛 amata dalle ragazzine. Le radio
sputavano fuori oscenit come Material girl e Wake me up, mentre i video di gruppi quali
Metallica, Cure e Joy Division li potevi trovare solo a notte fonda, quando i bravi bambini avevano
gi chiuso gli occhi.
Furono quelli gli anni dei capelli cotonati e della giacche con le spalline, degli scaldamuscoli rosa
e degli orecchini giganteschi, dove lItalia costru狸 il suo gigantesco debito pubblico, il decennio
masticato e poi sputato, perch辿 il sapore se nera gi andato da un bel pezzo.
Gi!  il 1992, 竪 scoppiato il caso Mani Pulite, stanno uscendo allo scoperto le facce di chi ha
rubato senza ritegno, stanno cadendo tutti gli scheletri dallarmadio. Il popolo 竪 stanco e non ce la
fa pi湛. Il popolo tiene fra le mani una montagna di monetine da tirare al prossimo traditore di
questa Italia che pu嘆 e deve cambiare, una volta per tutte.
Chi lo sa, forse anche noi potremo dire la nostra e lasciare un segno indelebile
E ora, cos竪 questo rumore?
La gente sta applaudendo, quanti pugni alzati. Ma perch辿 questo fastidio alle orecchie?
DRINNN, DRINNN, DRINNN!
Ah, Cristo, 竪 la sveglia. Come ho fatto a puntarla allora sbagliata?
Mi gira la testa e mi formicolano le mani, sento addosso ancora lenergia di Bella ciao. Bella
Ciao?
Perch辿 sono a letto?
Ero mica a Bologna?!
Cera Guccini, pioveva
Cisco sveglia, sveglia! A che diavolo pensi?
Stavi dormendo, era solo un sogno, un sogno che poi 竪 diventato realt.
Cattiva, amara, nera 6:30
Le sei e mezza del mattino e i miei occhi sono gi aperti, vagano nel buio come una bicicletta con la
dinamo spaccata.
Le lancette dellorologio quadrato appeso al muro, lultima visione prima del sonno, continuano a
battere e a sbattersene. Un soffice scalpicc狸o, forse di una cameriera, sfiora il perimetro della mia
porta che per嘆 rimane immobile: 竪 ancora presto per sistemare la stanza.
Queste lenzuola di cotone cos狸 leggere, ieri sera, sono diventate pesanti e puzzano di sudore.
Mi gratto il pizzetto con la mano destra e poi, sempre al buio, do una ravanata ai peli della pancia.
In bocca ho un sapore tremendo. Con questo alito potrei ammazzare qualcuno. Per un istante vorrei
girarmi dallaltra parte, mandare a cagare tutto e assaporare ancora qualche minuto di questo
maledetto sonno che mi abbandona ogni giorno di pi湛 ma non posso, no, perch辿 ormai il mio
cervello si 竪 rimesso in moto e so bene che non riuscir嘆 pi湛 a zittirlo; ha preso a camminare, a
zoppicare, a produrre la solita materia che tanto per cambiare 竪 cattiva, amara, nera.
In lontananza posso sentire lo scambio delle rotaie di un tram. Provo a immaginare il viso del
conducente, assonnato e incazzato perch辿 il suo turno 竪 allinizio e chiss quando finir poi le
gomme di unauto decisamente grintosa e in successione, una serranda che viene alzata sar un
bar, dove tutti potranno bere il solito caff竪 annacquato che ti spacciano per italiano.
Uno, due, tre: eccomi seduto sul letto. Che fatica! Le molle cigolano ma sopportano il mio dolce
peso con nonchalance, sono per嘆 certo che crollerebbero se, al posto dei chili, sostenessero i miei
pensieri. Sto bene ora, seduto qui come un Buddha svogliato, su questo materasso che avr
senzaltro conosciuto culi meno girati del mio.
Dalle fessure delle tapparelle filtra una luce bianca, non 竪 quella di Dio o del suo figlioccio ma
quella del nuovo giorno che avanza: 竪 calda e mi accarezza come un guanto. Per un istante non
sento alcun fastidio. Per un istante mi sembra davvero di stare bene, ma so perfettamente che non 竪
cos狸, che 竪 una bugia, una delle tante che mi son raccontato in questi ultimi anni.
Meglio alzarsi. Il piede sinistro becca il freddo del pavimento, quello destro ha pi湛 fortuna e
incontra la morbidezza del tappeto. Seguo la luce bucherellata che continua a baciarmi il viso. Mi
avvicino lento lento alla porta finestra che mi separa dal mondo, sperando di non sbattere contro
qualche mobile. Butto fuori un lungo sospiro, il primo di tanti.
Oggi 竪 il 29 luglio 2005, il mio compleanno.
Oggi tutti diranno che Stefano Cisco Bellotti compie trentasette anni.
Ma nessuno pu嘆 sapere che oggi 竪 il mio ultimo giorno.
Il mio ultimo giorno coi Modena City Ramblers.
Ci penser la gente a renderla malata0re 6:45
Ora 竪 buio.
Ora 竪 luce.
Ancora buio.
Di nuovo luce.
Buio.
Luce.
Buio, luce, buio. Luce, buio, luce. Buio, luce, buio Cazzo, si 竪 fulminata la lampadina.
Che sia un segno del destino?
Che debba rimanere nelloscurit tutto il giorno, steso nuovamente su questo letto?
Sarebbe bello ma non posso, davanti a me ci sono ore che vanno vissute fino in fondo.
Beh, considerando il black out mi tocca davvero alzare il culo questa volta. Pochi secondi ed
eccomi davanti alle tapparelle, basta pigiare un tasto e vengono su da sole.
Schiacci un bottone, si accende la luce, ne provi un altro e tiri lo sciacquone, un altro ancora e
accendi la televisione, o il computer o il rasoio elettrico o chiss cosaltro.
Ne premi uno bello grosso ed esci da un gruppo nel quale stai da quattordici anni no, quello non
lo hanno ancora inventato ma sono sicuro che prima o poi ci riusciranno, prima o poi anche ai
musicisti baster un clic per andarsene fuori dalle palle, per liberarsi da comode trappole.
Apro le finestre ed esco in balcone. Appoggio le mani sulla ringhiera e capisco solo ora che i
postumi della sera prima se ne devono ancora andare, nel frattempo vedo avvicinarsi sulla strada
una macchina solitaria con a bordo una donna. Una folata di vento investe la mia pelle, 竪 aria fresca,
la prima della giornata, la pi湛 pura; purtroppo passeranno le ore e ci penser la gente a renderla
malata, ma gi che sono qui, in mutande, me la voglio godere fino in fondo e augurare il
buongiorno a Norimberga, la citt che ha ospitato il concerto di ieri sera.
Un fiume stretto e lucido scorre lento e fa da casa ad anatre che si spulciano in gruppo: ci sono un
paio di barche senza remi attraccate a un piccolo molo e, per un attimo, sento di somigliare a loro.
La citt si sta svegliando ed 竪 cos狸 diversa da tutte quelle che vedo quasi ogni giorno, in Italia.
Qui tutto sembra perfetto ma forse 竪 solo apparenza: non una cartaccia in giro, non un colpo di
clacson, e le aiuole perfettamente curate e nessun discutibile manifesto elettorale.
Rientro in stanza: lordine fuori cozza alla perfezione col delirio che c竪 qui dentro.
I pantaloni sono a terra e sporchi di fango, la camicia porta eroicamente i segni dellalcool, le scarpe
con le quali danzo ogni sera sono da buttare, e poi la valigia aperta - che sta in mezzo alla stanza
come una rotonda sul viale - 竪 zeppa di vestiti andati a male: ne rimangono pochi di puliti e poi
chiss dove li avr嘆 ficcati nella zona del frigo bar 竪 meglio non guardare. Tracce di cibo ovunque,
pizza, patatine, cioccolata e tre lattine di birra che hanno finito la loro corsa sul tappeto, lasciando in
dote della schiuma secca. Cos竪 sta roba? Cazzo, ricordo di aver vomitato questa notte ma pensavo
di esser riuscito ad arrivare al bagno. Mi 竪 venuta voglia di sdraiarmi a letto per lennesima volta e
poi fa niente se il sole si sta alzando, fa niente se c竪 una lunga giornata davanti che mi aspetta.
Sono cos狸 stanco che se potessi me la dormirei per mesi e mesi a occhi aperti naturalmente,
pensando a tutto quello che mi 竪 scivolato via dalle mani negli ultimi assurdi anni della mia vita,
unanalisi senza lettino e senza dottore, perch辿 in fondo la risposta so di portarmela dentro, si tratta
solo di aprire la coscienza e dare aria ai ricordi.
Un Muffin Ore 6:50
Gi, i ricordi.
Quelli che mi porter嘆 dietro per sempre, un libro pieno di fotografie, momenti che nessuno potr
mai cancellare dalla mia memoria.
E dentro quelle pagine ci sono loro, i miei compagni di viaggio, a volte criticati ma di certo amati,
perch辿 nonostante tutto hanno condiviso con me una lunga strada.
Ci sono stati tanti scontri e so che ce ne saranno anche dopo questa lunga giornata, ma non posso
fare a meno di passare in rassegna tutti i componenti della band, una piccola squadra di calcio, una
di quelle non facili da affrontare, tanto 竪 dura e tignosa.
E in questo team segnato dallavanzare dei tempi, da chi potrei iniziare?
Senza ombra di dubbio da Massimo Ghiacci, anche soprannominato Lomone.
Un grande musicista, amante dei Beatles, profondo conoscitore di buona parte della materia, un
gran bravo ragazzo, il classico boy scout che aiuta la vecchietta ad attraversare le strisce pedonali,
insomma uno di quelli con cui 竪 impossibile arrabbiarsi.
Forse.
Perch辿 in mezzo a tutta queste belle qualit, il buon Ghiacci nasconde manie che, almeno a me,
hanno fatto impazzire in questi anni. Lestrema pesantezza adottata durante le riunioni di gruppo, la
paura di organizzare un viaggio, di volare e di attraversare paesi stranieri di notte.E poi che dire
della sua predilezione per ligiene? Da morir dal ridere! Me lo ricordo ancora in Irlanda, intento a
disinfettare tutti i cessi pubblici che trovava a tiro; sarebbe un degno testimonial della Mastro
Lindo, ma forse questo 竪 meglio non farglielo notare, perch辿 竪 anche un pochino permaloso, e
potrebbe incazzarsi veramente!
Uno che non se la prende mai 竪 Francesco Fry Moneti, aretino doc, il farfallone del gruppo,
dedito allo scherzo, e a prendere in giro noi e quelli che gli passano a tiro.
Rimarr negli annali la sua famosissima supercazzola, una frase pronunciata a tripla velocit
attraverso cui Moneti sfotteva il poveretto di turno, il quale non poteva far altro che annuire,
fingendo di aver capito.
E fa niente se in quellammasso di parole pronunciate a velocit supersonica Moneti ci infilava.
Sei un baule!. Che dire! Per me quasi impossibile litigare con uno come lui: sembra sempre
vivere su un piano parallelo, dove in prima posizione campeggia solo una cosa. La figa. Fry sta
tenendo il conto di tutte quelle che 竪 riuscito a portarsi a letto. Sono quasi certo che prima o poi ci
presenter lintero elenco.
Anche Massimo Giuntini 竪 di Arezzo, ma 竪 un po diverso dal Moneti.
Anche lui dedito a battutacce e a scherzi pi湛 o meno pesanti, ma non in grado di riprodurre la mitica
supercazzola del suo collega e poi, sotto il profilo umano pi湛 governabile, meno scavezzacollo. Un
enorme musicista il Giuntini, uno di quelli che riesce a suonare qualsiasi strumento. Un esempio?
Beh, ricordo ancora bene quella volta che ci trovammo in studio: dovevamo registrare una traccia di
clarinetto nellalbum Terra e Libert; non sapevamo dove sbattere la testa perch辿 non
conoscevamo nessuno che potesse ricoprire quel ruolo. Allimprovviso, dal fondo della sala di
registrazione, salt嘆 in piedi Giuntini che propose: Domani portatemi un clarinetto e risolviamo
questo problema.
Lo guardammo come se fosse un pazzo ma Ghiacci raccolse la sfida. Il giorno dopo si present嘆 con
un clarino mezzo rotto che Giuntini suon嘆 a meraviglia, librandosi in un assolo che ci lasci嘆 a bocca
aperta. Peccato che se ne sia andato definitivamente.
Uno che ha sempre badato al sodo 竪 Robby Zeno, il nostro batterista, col suo hobby maniacale per
le registrazioni dei nostri live. Il contabile del gruppo, quello che faceva quadrare tutto, uno di
cuore, napoletano verace che non ce la faceva a non dirti le cose in faccia. Per lui 竪 sempre stato
normale esternare le sue opinioni, anche a costo di far rimanere male qualcuno, ma 竪 il suo
carattere, prendere o lasciare! Appassionato di Pino Daniele, 竪 sempre stato lontano dal nostro
concetto di musica, eppure umanamente 竪 uno di quelli che ho sentito pi湛 vicino. Gli voglio bene a
Robby, cos狸 come tengo moltissimo a Luciano Gaetani, il padre fondatore dei Modena City
Ramblers, quello che ci aveva visto bene fin dallinizio, quello che aveva capito tutto. Il vecchio
della band, il saggio. Su di lui si poteva sempre contare: sapeva ascoltare Gaetani, lo psicologo in
lui soprattutto nei primi anni; in lui abbiamo visto una vera e propria guida, una spalla su cui
appoggiarsi nei momenti difficili, pubblici o privati. Un uomo serio ma anche un gran cazzone se
devo dirla tutta, uno di quelli assetati di vita.
E a proposito di sete c竪 anche chi, non trovando nulla da bere, si 竪 arrangiato bevendo lacqua
del Nilo. Kaba! Gi, proprio lui, il nostro storico fonico dal 1993, quello che ha prodotto il nostro
primo demo tape! Un professionista eccezionale, sia dietro la consolle che tra le percussioni.
Arcangelo Cavazzuti ha provato tutto nella vita: sul suo viso puoi leggere le rughe portate dal
passato che, in pi湛 di un occasione, ha cercato di metterlo al tappeto, ma non 竪 tipo da ritirarsi il
Kaba. Si 竪 sempre rialzato, anche quando tutti lo davano per morto.  riuscito a sconfiggere i suoi
fantasmi, i suoi vizi ed 竪 ancora qui con noi, pi湛 cazzuto che mai!
Chi invece che nella vita si 竪 sempre un po trattenuto 竪 Franchino DAniello.
Per me rimane la figura pi湛 indecifrabile della band. Ci siamo allontanati molto in questo periodo e
sento la sua freddezza ogni volta che devo averci a che fare: purtroppo i problemi caratteriali e
musicali sono aumentati col passare degli anni.
E pensare che allinizio fu il primo con cui legai.
Ero lultimo arrivato nel gruppo, me la giocavo nelle retrovie perch辿 non avevo ancora capito come
funzionavano le cose e in un certo senso Franchino mi aiut嘆 molto, e fu anche merito suo se mi
ambientai in fretta; poi le cose sono cambiate, io sono cresciuto mentre lui 竪 rimasto uguale. Dedito
a tour massacranti e a nuovi progetti senza portare alcuna idea, 竪 questo che mi ha sempre fatto
incazzare di lui, nonostante sia una persona disponibile, uno di quelli sempre pronti a darti una
mano.
Di Franchino avr嘆 per sempre un incredibile ricordo.
Lanno scorso durante il tour ad Amsterdam, nel pomeriggio facemmo un bel giro per la citt. Dopo
una lunga camminata ci catapultammo in un coffee shop e ci sedemmo per fumare un po di roba.
Franchino, che era ed 竪 tuttora un ipocondriaco di prima categoria, si allontan嘆 da noi dirigendosi
verso il bancone del bar. Impegnati a fare ben altro non ce lo filammo di striscio, quando
finalmente, dopo lennesimo tiro di canna gli diedi un occhio. Il nostro flautista se ne stava
tranquillo al bancone; le sue mascelle si muovevano veloci.
Franchino, che fai l狸 da solo, vieni qui con noi! gli urlai.
Mah, niente. Sto mangiando perch辿 avevo fame!
Mangiando?
Si, Cisco sto mangiando un muffin.  un po strano ma 竪 buono!
Strano? Ma scusa quanto lo hai pagato? gli chiesi mentre tutti avevamo gi capito.
Eh, 竪 molto caro, dodici euro! Ma chiss con cosa li fanno questi muffin! rispose lui con
innocenza, avvicinandosi al nostro tavolo col dolce sospetto.
Il nostro fonico del tempo era uno che di quelle cose se ne intendeva; prese in mano il corpo del
reato e poi scoppi嘆 a ridere: Ma Franchino, questo 竪 un muffin alla marijuana!.
Cosa?! url嘆 lui strabuzzando gli occhi.
Ti sei mangiato mezzo muffin pieno di Maria, proprio tu che non hai mai provato un cazzo di
queste cose. Sei fuori, non te ne sei accorto!? urlai io divertito dalla situazione.
Franchino invece sembrava calmo, e ci ripeteva di non avere nulla.
Uscimmo dal coffee shop. Nemmeno cento metri e sentimmo urla piene di terrore proprio dietro di
noi. Era lui, in preda al panico perch辿 la fattanza gli stava salendo al cervello! Eravamo tutti sotto
leffetto delle svariate canne fumate, ridevamo di gusto perch辿 DAniello si era pappato da solo
mezzo muffin infarcito di Marjuana, una quantit che avrebbe potuto soddisfare lintera band, fino a
quando in un lampo di lucidit decidemmo di portarlo in albergo. Fu proprio in quella stanza che
passai una delle ore pi湛 divertenti della mia vita. Franchino delirava, passava dal pianto al riso come
uno schizofrenico. Mi guardava e urlava pensando che fossi un mostro. Vedeva i suoi piedi sul letto
e andava in panico, chiedendosi cosa fossero, tutto mentre uno di noi filmava al secondo, rendendo
il momento incancellabile.
Quel video fece il giro dei nostri computer e li rest嘆.
Siamo come una pallina dacciaio Ore 7:10
Accendo la TV anche se mi scoppia la testa. Non ho voglia di vedere nulla in particolare e poi,
orario alla mano, non 竪 che ci si possa aspettare un film dautore a questora, quindi cosa c竪 di
meglio che fare zapping alle sette del mattino in quel di Norimberga? Un film porno? Forse, ma chi
ha voglia di alzare il telefono e cercare di comunicare con un portiere dalbergo tedesco!
Potrei rimanere in silenzio, ma a pensarci bene non ne ho la minima voglia.  da mesi che lo evito
accuratamente. Lui sa sempre rivelarti quello che ti affanni a nascondere, quello che non hai, quello
che non sei pi湛. E pensare che in fondo lo amo, ma tendo sempre a scacciarlo con mille faccende
quotidiane. Spesso nella vita le cose vanno in questo modo: quando le hai a portata di mano fai di
tutto per non afferrarle, perch辿 ti sembrano troppo comode, scontate. Sui canali teutonici c竪 ben
poco da vedere: un telefilm giallo, forse una sottomarca de Lispettore Derrick, un telegiornale, la
replica di una partita di calcio, (cazzo quello 竪 fallo!) e poi CNN (non capisco), Fox Tv (idem),
BBC (mica male la giornalista), Abc (Ammazza che incendio) canali di cucina (mmhhh buono
quello!), cultura (no, non 竪 il momento), documentari sugli orsi (sono un esperto in materia) su isole
sperdute chiss dove (fa troppo freddo l狸) e musica non ci posso credere, questa 竪
 If I should fall from grace with god
Where no doctor can relieve me
If I'm buried 'neath the sod
But the angels won't receive me
If I should fall from grace with god, The Pogues loro che suonano dal vivo con la gente che
balla sotto il palco: migliaia e migliaia di teste che vanno avanti e indietro, a destra e a sinistra senza
fermarsi mai, e Shane MacGowan in forma strepitosa che canta appeso e sbronzo al microfono, con
una maglia nera intrisa di sudore e le orecchie a sventola rosso fuoco, mentre il resto della band ci
d sotto come se fosse lultimo live della loro vita. E se ci penso dovrebbe essere sempre cos狸, se ci
penso metterei come legge lobbligo di spremersi sul palco fino allultima goccia.
Let me go boys
Let me go boys
Let me go down in the mud
Where the rivers all run dry
Anche noi siamo finiti ogni giorno di pi湛 nel fango, dentro a un fiume secco?
Ce ne rendiamo conto, ma nessuno ha mai fatto nulla per fermare levolversi delle cose.
Siamo come una pallina dacciaio che corre su un piano inclinato: allinizio il suo viaggio 竪 lento,
quasi impercettibile ma con landare del tempo la corsa si fa sfrenata, un treno senza padrone su un
binario morto. Cosa sono diventati i Modena City Ramblers? Una locomotiva che non fa pi湛
fermate per rifornirsi di idee, di verit, di umilt?
If I should fall from grace with god, The Pogues
C竪 la canzone del primo bacio, quella della prima scopata, quella degli amici che non ci sono pi湛,
quella della fidanzata che ti ha mollato e poi c竪 lei, la canzone che ti ha cambiato lesistenza. Ed 竪
la pi湛 importante di tutte, perch辿 da quella melodia capisci che non sarai pi湛 lo stesso, che qualcosa
nella tua vita ha svoltato e non torner mai pi湛 come prima.
E in quel lontano 1988 a me tutto cambi嘆 per sempre, quando vidi il video alla televisione. Rimasi
folgorato, infatuato e per un rockettaro tamarro comero fu davvero assurdo, ma quel pogo allegro e
danzereccio, le note veloci e quella voce, mi fecero capire che era tempo di cacciar fuori dalla testa
il metallo e vedere se stava succedendo qualcosa di nuovo in giro per il mondo.
E allora spensi la tv, mi buttai addosso il solito chiodo nero, arraffai qualche lira dalla mia stanza e
uscii in fretta e furia diretto al tempio della mia giovent湛, il mio negozio di dischi preferito. Come
un tossico in crisi dastinenza, entrai senza salutare e chiesi immediatamente il disco dei Pogues. Il
proprietario, che ben conosceva i miei gusti, rest嘆 impalato qualche secondo, mi guard嘆 sorridendo,
pensando forse tra s辿 e s辿: Ah, cazzone, ti sei svegliato finalmente!. Estrasse il magico album,
pagai ignorando la sua strafottenza e mi fiondai a casa, deciso a consumarlo in breve tempo. E cos狸
feci.
Da quel momento iniziai a dividermi tra Led Zeppelin, Deep Purple, Metallica e la band di
MacGowan, che lentamente prendeva possesso delle mie volont.
Dopo aver conosciuto i Pogues, mi interessai a tutto quello che gravitava attorno allIrlanda e fu
amore a prima vista: (musica) Waterboys, Planxty, Bothy Band, Christy Moore, (letteratura), Yeats,
Brendan Behan, Flann OBrien, Roddy Doyle, fino a una montagna di film.
Davanti a me si apr狸 la realt sconosciuta che avevo sempre sognato, fino a quando finalmente
arriv嘆 il momento di toccarla con mano.
Era il 9 luglio del 91, concerto alla Festa dellUnit di SantIlario dEnza, uno dei pi湛 belli della
mia vita. I Pogues aprirono le danze con Stream of whiskey e conclusero con Fiesta e The
Irish rover. Arena spettacoli piena zeppa, pogo furioso: non mi fermai un attimo, dallinizio alla
fine non feci che ballare, spintonare, saltare, sudare e camminare sulla testa degli altri, cercando in
ogni modo di arrivare fino al palco e di impossessarmi del microfono, per cantare a squarciagola
insieme a Shane. Conclusi la serata in modo epico. Stremato e cosparso di terra dalla testa ai piedi,
con le narici otturate, vomitando birra addosso a una ragazza che sono certo, si ricorder ancora di
me!
Sapere che lindomani saremmo partiti per lIrlanda, rendeva tutto ancora pi湛 magico.
Arrivai a Dublino in aereo pieno di entusiasmo con il mio amico Marco e dopo soli tre giorni
eravamo gi in preda allo sconforto totale; pioveva ininterrottamente, non facevamo altro che
beccarci acqua e non riuscimmo nemmeno a socializzare, un po per timidezza, un po per
inesperienza, ma dal quarto giorno cambi嘆 tutto.
Ci trovavamo sul Ponte HaPenny e guardavamo il fiume Liffey scivolare lento verso il Mare di
Irlanda; sullo sfondo si ergeva la sagoma della Custom House e il Liberty Hall, ledificio pi湛 alto
della citt che sembrava sfiorare il cielo gonfio, quando seguendo con lo sguardo quella massa
dacqua scura che si spostava, dissi a Marco: Se le cose non funzionano, perch辿 insistere nella
stessa direzione? Prendiamo il primo treno in partenza, lasciamo Dublino, deviamo verso ovest,
andiamo a Galway, proviamo a cambiare!.
Da quel momento, il viaggio, che sembrava destinato ad andare in vacca, si trasform嘆 in una delle
esperienze pi湛 incredibili della mia vita.
Galway era stupenda, con le sue case basse e colorate a fiancheggiare la baia, con i suoi cigni
sempre alla ricerca di cibo, con le sue vecchie signore dalla pelle rosata che passeggiavano lente
masticando laria viva.
E noi sempre in giro, con le suole delle scarpe fumanti e il sorriso sulle labbra, a stringere mani e ad
ammirare posti nuovi, facemmo amicizia con tutti, io in particolare ricordo una ragazza dai capelli
rossi e dalla grande gonna verde che svolazzava al vento.
Tra una Guinness e una baked potato mi spiegava cosa significasse vivere a Galway, cosa volesse
dire essere irlandesi: In questa terra non puoi e non devi avere paranoie, sei quello che sei e
nessuno ti giudicher. Chi lo far 竪 un fottuto stronzo. Qui non esistono tavoli occupati, siediti dove
preferisci e qualcuno ti parler, ragazze comprese. Non siamo tipe da tacchi a spillo; buttati e vedrai
che qualcuno ti afferrer!
E sono certa che un giorno partirai da Galway per farci ritorno e che in te conserverai mille
frammenti di questa terra, perch辿 se ti alzi al mattino e pensi alla sua gente, significa che hai iniziato
ad amarla e che non potrai pi湛 smettere di farlo. Aveva gli occhi color dIrlanda quella ragazza, si
chiamava Shannon, come il grande e maestoso fiume irlandese cantato dai Pogues. La immagino
ancora l狸, seduta sulla panchina del porto davanti alla magica baia, ad affrontare le onde della vita
come se nulla fosse, perch辿 tutto fa parte del destino.
So I walked as day was dawning
Where small birds sang and leaves were falling
Where we once watched the row boats landing
By the broad majestic Shannon

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  • 1. Prologo notturno Norimberga Prime luci dellalba Zzz zzz zzz Ah, porca vacca! Quant竪 scomodo sto materasso! Dove lhanno fatto, si pu嘆 sapere?! da una vita che cerco la posizione giusta e ancora niente. Oh diavoloccio, ci si mette pure la schiena! Cristo se fa male, mica se ne sta tranquilla. Ho un dolorino che sale dalla spina dorsale e che mi arriva fino al collo. Va e viene. Intermittente come il mio respiro Chiss che diavolo 竪. Du maroni Magari sto solo sognando, o no? Mi giro ancora a destra: no, niente, non mi si addice mai la destra e allora di nuovo a sinistra. Ecco, 竪 caduto il cuscino. Dov竪 finito? Ma porca di quella non vedo niente co sto buio maledetto Mhhh, preso! E ora cos竪 che 竪 volato di nuovo? Forse Boh! Ma perch辿 succedono sempre casini quando si va a sinistra? Poi ho sta bocca secca, quasi felpata: sembra che mi ci hanno messo dentro la farina. Dovrei alzarmi e andare a bere un goccio dacqua dal rubinetto del lavandino. Ma chi ne ha voglia!!! Vediamo, vediamo un po la bottiglia era qui, giusto. Finita!? Mi son sparato due litri dacqua e mi scappa continuamente da pisciare! Diamoci una bella grattata dove so io che fa sempre bene, giusto per vedere se 竪 vivo e se ha bisogno di qualcosa S狸, okay, tutto nella norma. Pensavo meglio per嘆. Vabb竪. Zzz zzz zzz Ora sto dormendo, oppure no? Ma che ore sono? Mica lo capisco, con questi occhi che si aprono e si chiudono, con questo sonno che poi non arriva mai. Che strazio. Voglio o non voglio dormire? Sar嘆 sveglio o sto forse sognando? E se contassi tutti i concerti fatti negli ultimi mesi? Di sicuro sarebbero pi湛 delle solite pecorelle, magari mi addormento. Le pecorelle, le pecorelle smarrite che poi vengono mangiate dai lupi alla brace!!! Non ha senso, o s狸? Diavolo, sto sognando! Dovrei iniziare a prendere dei sonniferi. Runf, runf zzz zzz zzz Sto cervello non funziona pi湛, ora pure la gola che raschia, ci ho dato dentro forte ieri sera Chiss perch辿 quando suoniamo allestero tutto sembra andare bene: noi torniamo a essere noi e loro, il pubblico, torna a essere una platea attenta da catturare e convincere, non una caciara Forse, semplicemente, quando siamo fuori dallItalia ci impegniamo di pi湛, studiamo i dettagli, non facciamo mai i fenomeni i fenomeni i fenomeni come quando... come quando siamooo... in Italiaaaa Zzz Zzz zzz zzz. Abbiamo iniziato con Viva la vidamuera la muerte, poi La banda del sogno interrotto. Ma no! Qui sono i miei sogni che si sono rotti e interrotti. I cento passi no. Fuori campo si, forse. Mi sono anche dimenticato una strofa, ma tanto qui non se ne 竪 accorto nessuno. Certo, mi capita spesso ultimamente di scordare qualche frase di quelle canzoni che canto tutte le sere. Mah! Quanta gente poi, quanti crucchi tutti assieme! Beh, a Norimberga non 竪 che ci potevano essere degli emiliani, per嘆 sono contento, abbiamo suonato bene. Peccato per il tifone tropicale che poi ha interrotto la serata. Non lo so, comunque 竪 stato un bel concerto, almeno credo Piacere a sta gente qui a me sembra pi湛 semplice, basta essere sinceri e di cuore: loro se ne accorgono se fingi. Zzz zzz zzz Oh, cos竪?! Che 竪 stato?! Ma perch辿 non ho parlato con quelli dellalbergo! Ho il sonno leggero, mi sveglio per un niente e poi non mi riaddormento pi湛. Ma cosera quel rumore cosera? Come se avessero bussato: ma dove? Alla porta, o al muro? O era solo nella mia testa? Vacci a capire qualcosa Sar forse qualcuno che vuole parlare con me. La mia coscienza? Sono forse i miei fantasmi che bussano alla porta?
  • 2. O forse una bella donna, svegliata dai miei pensieri? Zzz zzz zzz e poi dopo il concerto Dio, quanto ho bevuto! Ho festeggiato troppo un po la Germania, un po leuforia e poi birra e ancora birra, e tanto vino e Mojito e ancora birra. Non ci voglio nemmeno pensare alla mia povera glicemia e a quello straccio di ipertensione che mi ritrovo Bravi pure gli altri a suonare, bravi tutti e il pubblico. Quanti erano, quanti? Cinquemila? Forse come ma forse 竪 solo un sogno Cinquemila persone possono dare pi湛 forza di un milione. Mi rivedo quel 21 giugno del 92: mi trovo a Bologna, quella 竪 Piazza Maggiore siamo agli inizi della storia, sono entrato nella band da quanto? un mese e mezzo? Si, credo di si. Giunti qui per le Controcolombiadi, volute da chi, da quelli di Cuore? Forse. O dai soliti comunisti? Certo, come al solito. Siamo dei novellini in mezzo ad una marea di gente tosta. In Piazza Maggiore ho gi intravisto gli Skiantos, i MauMau e lui, ancora non ci credo, il maestro Guccini. A noi toccano tre pezzi al pomeriggio, non uno di pi湛. Abbiamo tutti la faccia di chi sente di aver vinto alla lotteria un premio molto pi湛 importante del denaro: si chiama, Ricordo Indelebile. Cartellone alla mano suoniamo alle cinque del pomeriggio. Questo tempo non promette nulla di buono, fa caldo, 竪 umido e si suda, o forse siamo solo tesi, proprio come dei bimbi alla prima recita scolastica, guarda caso abbiamo iniziato a discutere: Ma no, chi lavrebbe mai detto! Abbiam concordato solo due pezzi, sul terzo ci siamo spaccati. Ma io dico e mi chiedo: Bologna e Piazza Maggiore: come si fa a non cantare Bella Ciao? Si, proprio Bella Ciao. In quelle parole c竪 la storia della mia famiglia, ci sono degli insegnamenti, un percorso ricco di semina: dal raccolto difficile ma fruttuoso a quello che siamo stati e che saremo, perch辿 se ho questa testa, nel bene e nel male, lo devo a loro. Figlio di emiliani, nato a Carpi e cresciuto nel quartiere soprannominatoCremlino. Tutti continuano a discutere isterici; chi se ne esce con Si, suoniamola, chi invece come Albertone insiste nel non trovarla una buona idea. Io per嘆 me ne sbatto e con la mente volo alla mia infanzia, a quei pomeriggi assolati dove non soffiava un filo daria, trascorsi a tirare calci a un vecchio pallone in strada, con gli amici di sempre, da soli ogni giorno mentre i genitori lavoravano. Nessuno di noi si 竪 mai sentito in pericolo, perch辿 in quella meravigliosa Emilia, tra gli anni 70 e l80, cera sempre qualcuno a osservarti dal balcone di un palazzo o dalla sede del Partito dove allingresso campeggiava la foto di Berlinguer, quel Partito che organizzava tutto, dalle feste ai servizi sociali e le manifestazioni anche. Era impossibile sentirsi soli. Cera sempre una guida rossa pronta, con un paio di scappellotti, a farti capire quando sbagliavi e il perch辿. LEmilia dello stare insieme e del ragionare di politica e pallone al bar sotto i portici, dei ciottoli ghiacciati dinverno e del profumo di spiga in primavera, lEmilia della domenica mattina passata a consegnare porta a porta LUnit, in sella a una bici, a cavallo di un ideale. Vabb竪, abbiam deciso finalmente, saliamo sul palco. Quant竪 grande, sembra un campo da calcio! Sta iniziando a piovere. La gente sbuffa e apre gli ombrelli. Porca di quella Ma si, porta fortuna, almeno cos狸 dicono! Eh, alla fine sono almeno cinquemila persone. Alcuni davanti alla transenna ci guardano con lespressione interrogativa. Io sorrido. Ho quasi una paresi in faccia dalla tensione e mi calmo solo quando si aprono le danze conRecrutingSergent. La gente batte le mani, le pulsazioni iniziano a rallentare e proseguiamo con un brano strumentale. Ecco, due pezzi sono andati. Di che la stiamo portando a casa. Di, manca solo la terza canzone
  • 3. Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao Una mattina, mi son svegliato e ho trovato linvasor O partigiano, portami via, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao O partigiano portami via, che mi sento di morir In piazza scoppia il finimondo. La gente inizia a ballare, a saltare, a cantare: migliaia di voci unite alla mia, alla nostra. Abbiamo innescato qualcosa di imprevedibile, una scintilla. Ora forse qualcuno si ricorder che questo incendio si chiama Modena City Ramblers. Canto per lultima volta il ritornello. Vorrei non fermarmi mai perch辿 questo 竪 il giorno perfetto, siamo nel posto giusto, Bologna, al momento giusto, il 1992, un nuovo decennio da affrontare a testa alta. Noi dei Modena City Ramblers siamo nati tra gli anni 60 e 70. Abbiamo vissuto il decennio di piombo in braghe corte, andando alle elementari o alle medie, con la testa sui libri aspettando il suono della campanella, segnale che un nuovo pomeriggio di scorribande in bicicletta sarebbe iniziato da l狸 a poco. Eravamo dei cinni negli anni 70, ma ognuno di noi aveva capito quello che stava succedendo, aveva annusato la paura di un paese tenuto sotto scacco dal terrorismo. Ricordo ancora quella volta che la mia maestra di italiano entr嘆 in classe, dicendo che Aldo Moro era stato ritrovato morto in via Caetani; ricordo i nostri genitori fuori dalla scuola pronti a portarci a casa perch辿 si sentivano tutti in pericolo e poi la strage di Bologna, le pallottole, le molotov e i morti ammazzati che ci accompagnarono nella nostra infanzia. Gli anni 80 purtroppo ce li siamo beccati in pieno. Il decennio di plastica dove vigeva ununica regola; dimenticarsi tutto quello che era accaduto prima, perch辿 bisognava guardare avanti, perch辿 limportante era divertirsi. I Duran Duran e gli Spandau Ballet si contendevano lo scettro della band pi湛 amata dalle ragazzine. Le radio sputavano fuori oscenit come Material girl e Wake me up, mentre i video di gruppi quali Metallica, Cure e Joy Division li potevi trovare solo a notte fonda, quando i bravi bambini avevano gi chiuso gli occhi. Furono quelli gli anni dei capelli cotonati e della giacche con le spalline, degli scaldamuscoli rosa e degli orecchini giganteschi, dove lItalia costru狸 il suo gigantesco debito pubblico, il decennio masticato e poi sputato, perch辿 il sapore se nera gi andato da un bel pezzo. Gi! il 1992, 竪 scoppiato il caso Mani Pulite, stanno uscendo allo scoperto le facce di chi ha rubato senza ritegno, stanno cadendo tutti gli scheletri dallarmadio. Il popolo 竪 stanco e non ce la fa pi湛. Il popolo tiene fra le mani una montagna di monetine da tirare al prossimo traditore di questa Italia che pu嘆 e deve cambiare, una volta per tutte. Chi lo sa, forse anche noi potremo dire la nostra e lasciare un segno indelebile E ora, cos竪 questo rumore? La gente sta applaudendo, quanti pugni alzati. Ma perch辿 questo fastidio alle orecchie? DRINNN, DRINNN, DRINNN! Ah, Cristo, 竪 la sveglia. Come ho fatto a puntarla allora sbagliata? Mi gira la testa e mi formicolano le mani, sento addosso ancora lenergia di Bella ciao. Bella Ciao? Perch辿 sono a letto? Ero mica a Bologna?! Cera Guccini, pioveva Cisco sveglia, sveglia! A che diavolo pensi? Stavi dormendo, era solo un sogno, un sogno che poi 竪 diventato realt. Cattiva, amara, nera 6:30 Le sei e mezza del mattino e i miei occhi sono gi aperti, vagano nel buio come una bicicletta con la dinamo spaccata.
  • 4. Le lancette dellorologio quadrato appeso al muro, lultima visione prima del sonno, continuano a battere e a sbattersene. Un soffice scalpicc狸o, forse di una cameriera, sfiora il perimetro della mia porta che per嘆 rimane immobile: 竪 ancora presto per sistemare la stanza. Queste lenzuola di cotone cos狸 leggere, ieri sera, sono diventate pesanti e puzzano di sudore. Mi gratto il pizzetto con la mano destra e poi, sempre al buio, do una ravanata ai peli della pancia. In bocca ho un sapore tremendo. Con questo alito potrei ammazzare qualcuno. Per un istante vorrei girarmi dallaltra parte, mandare a cagare tutto e assaporare ancora qualche minuto di questo maledetto sonno che mi abbandona ogni giorno di pi湛 ma non posso, no, perch辿 ormai il mio cervello si 竪 rimesso in moto e so bene che non riuscir嘆 pi湛 a zittirlo; ha preso a camminare, a zoppicare, a produrre la solita materia che tanto per cambiare 竪 cattiva, amara, nera. In lontananza posso sentire lo scambio delle rotaie di un tram. Provo a immaginare il viso del conducente, assonnato e incazzato perch辿 il suo turno 竪 allinizio e chiss quando finir poi le gomme di unauto decisamente grintosa e in successione, una serranda che viene alzata sar un bar, dove tutti potranno bere il solito caff竪 annacquato che ti spacciano per italiano. Uno, due, tre: eccomi seduto sul letto. Che fatica! Le molle cigolano ma sopportano il mio dolce peso con nonchalance, sono per嘆 certo che crollerebbero se, al posto dei chili, sostenessero i miei pensieri. Sto bene ora, seduto qui come un Buddha svogliato, su questo materasso che avr senzaltro conosciuto culi meno girati del mio. Dalle fessure delle tapparelle filtra una luce bianca, non 竪 quella di Dio o del suo figlioccio ma quella del nuovo giorno che avanza: 竪 calda e mi accarezza come un guanto. Per un istante non sento alcun fastidio. Per un istante mi sembra davvero di stare bene, ma so perfettamente che non 竪 cos狸, che 竪 una bugia, una delle tante che mi son raccontato in questi ultimi anni. Meglio alzarsi. Il piede sinistro becca il freddo del pavimento, quello destro ha pi湛 fortuna e incontra la morbidezza del tappeto. Seguo la luce bucherellata che continua a baciarmi il viso. Mi avvicino lento lento alla porta finestra che mi separa dal mondo, sperando di non sbattere contro qualche mobile. Butto fuori un lungo sospiro, il primo di tanti. Oggi 竪 il 29 luglio 2005, il mio compleanno. Oggi tutti diranno che Stefano Cisco Bellotti compie trentasette anni. Ma nessuno pu嘆 sapere che oggi 竪 il mio ultimo giorno. Il mio ultimo giorno coi Modena City Ramblers. Ci penser la gente a renderla malata0re 6:45 Ora 竪 buio. Ora 竪 luce. Ancora buio. Di nuovo luce. Buio. Luce. Buio, luce, buio. Luce, buio, luce. Buio, luce, buio Cazzo, si 竪 fulminata la lampadina. Che sia un segno del destino? Che debba rimanere nelloscurit tutto il giorno, steso nuovamente su questo letto? Sarebbe bello ma non posso, davanti a me ci sono ore che vanno vissute fino in fondo.
  • 5. Beh, considerando il black out mi tocca davvero alzare il culo questa volta. Pochi secondi ed eccomi davanti alle tapparelle, basta pigiare un tasto e vengono su da sole. Schiacci un bottone, si accende la luce, ne provi un altro e tiri lo sciacquone, un altro ancora e accendi la televisione, o il computer o il rasoio elettrico o chiss cosaltro. Ne premi uno bello grosso ed esci da un gruppo nel quale stai da quattordici anni no, quello non lo hanno ancora inventato ma sono sicuro che prima o poi ci riusciranno, prima o poi anche ai musicisti baster un clic per andarsene fuori dalle palle, per liberarsi da comode trappole. Apro le finestre ed esco in balcone. Appoggio le mani sulla ringhiera e capisco solo ora che i postumi della sera prima se ne devono ancora andare, nel frattempo vedo avvicinarsi sulla strada una macchina solitaria con a bordo una donna. Una folata di vento investe la mia pelle, 竪 aria fresca, la prima della giornata, la pi湛 pura; purtroppo passeranno le ore e ci penser la gente a renderla malata, ma gi che sono qui, in mutande, me la voglio godere fino in fondo e augurare il buongiorno a Norimberga, la citt che ha ospitato il concerto di ieri sera. Un fiume stretto e lucido scorre lento e fa da casa ad anatre che si spulciano in gruppo: ci sono un paio di barche senza remi attraccate a un piccolo molo e, per un attimo, sento di somigliare a loro. La citt si sta svegliando ed 竪 cos狸 diversa da tutte quelle che vedo quasi ogni giorno, in Italia. Qui tutto sembra perfetto ma forse 竪 solo apparenza: non una cartaccia in giro, non un colpo di clacson, e le aiuole perfettamente curate e nessun discutibile manifesto elettorale. Rientro in stanza: lordine fuori cozza alla perfezione col delirio che c竪 qui dentro. I pantaloni sono a terra e sporchi di fango, la camicia porta eroicamente i segni dellalcool, le scarpe con le quali danzo ogni sera sono da buttare, e poi la valigia aperta - che sta in mezzo alla stanza come una rotonda sul viale - 竪 zeppa di vestiti andati a male: ne rimangono pochi di puliti e poi chiss dove li avr嘆 ficcati nella zona del frigo bar 竪 meglio non guardare. Tracce di cibo ovunque, pizza, patatine, cioccolata e tre lattine di birra che hanno finito la loro corsa sul tappeto, lasciando in dote della schiuma secca. Cos竪 sta roba? Cazzo, ricordo di aver vomitato questa notte ma pensavo di esser riuscito ad arrivare al bagno. Mi 竪 venuta voglia di sdraiarmi a letto per lennesima volta e poi fa niente se il sole si sta alzando, fa niente se c竪 una lunga giornata davanti che mi aspetta. Sono cos狸 stanco che se potessi me la dormirei per mesi e mesi a occhi aperti naturalmente, pensando a tutto quello che mi 竪 scivolato via dalle mani negli ultimi assurdi anni della mia vita, unanalisi senza lettino e senza dottore, perch辿 in fondo la risposta so di portarmela dentro, si tratta solo di aprire la coscienza e dare aria ai ricordi. Un Muffin Ore 6:50 Gi, i ricordi. Quelli che mi porter嘆 dietro per sempre, un libro pieno di fotografie, momenti che nessuno potr mai cancellare dalla mia memoria. E dentro quelle pagine ci sono loro, i miei compagni di viaggio, a volte criticati ma di certo amati, perch辿 nonostante tutto hanno condiviso con me una lunga strada. Ci sono stati tanti scontri e so che ce ne saranno anche dopo questa lunga giornata, ma non posso fare a meno di passare in rassegna tutti i componenti della band, una piccola squadra di calcio, una di quelle non facili da affrontare, tanto 竪 dura e tignosa. E in questo team segnato dallavanzare dei tempi, da chi potrei iniziare? Senza ombra di dubbio da Massimo Ghiacci, anche soprannominato Lomone. Un grande musicista, amante dei Beatles, profondo conoscitore di buona parte della materia, un gran bravo ragazzo, il classico boy scout che aiuta la vecchietta ad attraversare le strisce pedonali, insomma uno di quelli con cui 竪 impossibile arrabbiarsi. Forse.
  • 6. Perch辿 in mezzo a tutta queste belle qualit, il buon Ghiacci nasconde manie che, almeno a me, hanno fatto impazzire in questi anni. Lestrema pesantezza adottata durante le riunioni di gruppo, la paura di organizzare un viaggio, di volare e di attraversare paesi stranieri di notte.E poi che dire della sua predilezione per ligiene? Da morir dal ridere! Me lo ricordo ancora in Irlanda, intento a disinfettare tutti i cessi pubblici che trovava a tiro; sarebbe un degno testimonial della Mastro Lindo, ma forse questo 竪 meglio non farglielo notare, perch辿 竪 anche un pochino permaloso, e potrebbe incazzarsi veramente! Uno che non se la prende mai 竪 Francesco Fry Moneti, aretino doc, il farfallone del gruppo, dedito allo scherzo, e a prendere in giro noi e quelli che gli passano a tiro. Rimarr negli annali la sua famosissima supercazzola, una frase pronunciata a tripla velocit attraverso cui Moneti sfotteva il poveretto di turno, il quale non poteva far altro che annuire, fingendo di aver capito. E fa niente se in quellammasso di parole pronunciate a velocit supersonica Moneti ci infilava. Sei un baule!. Che dire! Per me quasi impossibile litigare con uno come lui: sembra sempre vivere su un piano parallelo, dove in prima posizione campeggia solo una cosa. La figa. Fry sta tenendo il conto di tutte quelle che 竪 riuscito a portarsi a letto. Sono quasi certo che prima o poi ci presenter lintero elenco. Anche Massimo Giuntini 竪 di Arezzo, ma 竪 un po diverso dal Moneti. Anche lui dedito a battutacce e a scherzi pi湛 o meno pesanti, ma non in grado di riprodurre la mitica supercazzola del suo collega e poi, sotto il profilo umano pi湛 governabile, meno scavezzacollo. Un enorme musicista il Giuntini, uno di quelli che riesce a suonare qualsiasi strumento. Un esempio? Beh, ricordo ancora bene quella volta che ci trovammo in studio: dovevamo registrare una traccia di clarinetto nellalbum Terra e Libert; non sapevamo dove sbattere la testa perch辿 non conoscevamo nessuno che potesse ricoprire quel ruolo. Allimprovviso, dal fondo della sala di registrazione, salt嘆 in piedi Giuntini che propose: Domani portatemi un clarinetto e risolviamo questo problema. Lo guardammo come se fosse un pazzo ma Ghiacci raccolse la sfida. Il giorno dopo si present嘆 con un clarino mezzo rotto che Giuntini suon嘆 a meraviglia, librandosi in un assolo che ci lasci嘆 a bocca aperta. Peccato che se ne sia andato definitivamente. Uno che ha sempre badato al sodo 竪 Robby Zeno, il nostro batterista, col suo hobby maniacale per le registrazioni dei nostri live. Il contabile del gruppo, quello che faceva quadrare tutto, uno di cuore, napoletano verace che non ce la faceva a non dirti le cose in faccia. Per lui 竪 sempre stato normale esternare le sue opinioni, anche a costo di far rimanere male qualcuno, ma 竪 il suo carattere, prendere o lasciare! Appassionato di Pino Daniele, 竪 sempre stato lontano dal nostro concetto di musica, eppure umanamente 竪 uno di quelli che ho sentito pi湛 vicino. Gli voglio bene a Robby, cos狸 come tengo moltissimo a Luciano Gaetani, il padre fondatore dei Modena City Ramblers, quello che ci aveva visto bene fin dallinizio, quello che aveva capito tutto. Il vecchio della band, il saggio. Su di lui si poteva sempre contare: sapeva ascoltare Gaetani, lo psicologo in lui soprattutto nei primi anni; in lui abbiamo visto una vera e propria guida, una spalla su cui appoggiarsi nei momenti difficili, pubblici o privati. Un uomo serio ma anche un gran cazzone se devo dirla tutta, uno di quelli assetati di vita. E a proposito di sete c竪 anche chi, non trovando nulla da bere, si 竪 arrangiato bevendo lacqua del Nilo. Kaba! Gi, proprio lui, il nostro storico fonico dal 1993, quello che ha prodotto il nostro primo demo tape! Un professionista eccezionale, sia dietro la consolle che tra le percussioni. Arcangelo Cavazzuti ha provato tutto nella vita: sul suo viso puoi leggere le rughe portate dal passato che, in pi湛 di un occasione, ha cercato di metterlo al tappeto, ma non 竪 tipo da ritirarsi il Kaba. Si 竪 sempre rialzato, anche quando tutti lo davano per morto. riuscito a sconfiggere i suoi fantasmi, i suoi vizi ed 竪 ancora qui con noi, pi湛 cazzuto che mai! Chi invece che nella vita si 竪 sempre un po trattenuto 竪 Franchino DAniello.
  • 7. Per me rimane la figura pi湛 indecifrabile della band. Ci siamo allontanati molto in questo periodo e sento la sua freddezza ogni volta che devo averci a che fare: purtroppo i problemi caratteriali e musicali sono aumentati col passare degli anni. E pensare che allinizio fu il primo con cui legai. Ero lultimo arrivato nel gruppo, me la giocavo nelle retrovie perch辿 non avevo ancora capito come funzionavano le cose e in un certo senso Franchino mi aiut嘆 molto, e fu anche merito suo se mi ambientai in fretta; poi le cose sono cambiate, io sono cresciuto mentre lui 竪 rimasto uguale. Dedito a tour massacranti e a nuovi progetti senza portare alcuna idea, 竪 questo che mi ha sempre fatto incazzare di lui, nonostante sia una persona disponibile, uno di quelli sempre pronti a darti una mano. Di Franchino avr嘆 per sempre un incredibile ricordo. Lanno scorso durante il tour ad Amsterdam, nel pomeriggio facemmo un bel giro per la citt. Dopo una lunga camminata ci catapultammo in un coffee shop e ci sedemmo per fumare un po di roba. Franchino, che era ed 竪 tuttora un ipocondriaco di prima categoria, si allontan嘆 da noi dirigendosi verso il bancone del bar. Impegnati a fare ben altro non ce lo filammo di striscio, quando finalmente, dopo lennesimo tiro di canna gli diedi un occhio. Il nostro flautista se ne stava tranquillo al bancone; le sue mascelle si muovevano veloci. Franchino, che fai l狸 da solo, vieni qui con noi! gli urlai. Mah, niente. Sto mangiando perch辿 avevo fame! Mangiando? Si, Cisco sto mangiando un muffin. un po strano ma 竪 buono! Strano? Ma scusa quanto lo hai pagato? gli chiesi mentre tutti avevamo gi capito. Eh, 竪 molto caro, dodici euro! Ma chiss con cosa li fanno questi muffin! rispose lui con innocenza, avvicinandosi al nostro tavolo col dolce sospetto. Il nostro fonico del tempo era uno che di quelle cose se ne intendeva; prese in mano il corpo del reato e poi scoppi嘆 a ridere: Ma Franchino, questo 竪 un muffin alla marijuana!. Cosa?! url嘆 lui strabuzzando gli occhi. Ti sei mangiato mezzo muffin pieno di Maria, proprio tu che non hai mai provato un cazzo di queste cose. Sei fuori, non te ne sei accorto!? urlai io divertito dalla situazione. Franchino invece sembrava calmo, e ci ripeteva di non avere nulla. Uscimmo dal coffee shop. Nemmeno cento metri e sentimmo urla piene di terrore proprio dietro di noi. Era lui, in preda al panico perch辿 la fattanza gli stava salendo al cervello! Eravamo tutti sotto leffetto delle svariate canne fumate, ridevamo di gusto perch辿 DAniello si era pappato da solo mezzo muffin infarcito di Marjuana, una quantit che avrebbe potuto soddisfare lintera band, fino a quando in un lampo di lucidit decidemmo di portarlo in albergo. Fu proprio in quella stanza che passai una delle ore pi湛 divertenti della mia vita. Franchino delirava, passava dal pianto al riso come uno schizofrenico. Mi guardava e urlava pensando che fossi un mostro. Vedeva i suoi piedi sul letto e andava in panico, chiedendosi cosa fossero, tutto mentre uno di noi filmava al secondo, rendendo il momento incancellabile. Quel video fece il giro dei nostri computer e li rest嘆. Siamo come una pallina dacciaio Ore 7:10 Accendo la TV anche se mi scoppia la testa. Non ho voglia di vedere nulla in particolare e poi, orario alla mano, non 竪 che ci si possa aspettare un film dautore a questora, quindi cosa c竪 di meglio che fare zapping alle sette del mattino in quel di Norimberga? Un film porno? Forse, ma chi ha voglia di alzare il telefono e cercare di comunicare con un portiere dalbergo tedesco! Potrei rimanere in silenzio, ma a pensarci bene non ne ho la minima voglia. da mesi che lo evito accuratamente. Lui sa sempre rivelarti quello che ti affanni a nascondere, quello che non hai, quello che non sei pi湛. E pensare che in fondo lo amo, ma tendo sempre a scacciarlo con mille faccende quotidiane. Spesso nella vita le cose vanno in questo modo: quando le hai a portata di mano fai di
  • 8. tutto per non afferrarle, perch辿 ti sembrano troppo comode, scontate. Sui canali teutonici c竪 ben poco da vedere: un telefilm giallo, forse una sottomarca de Lispettore Derrick, un telegiornale, la replica di una partita di calcio, (cazzo quello 竪 fallo!) e poi CNN (non capisco), Fox Tv (idem), BBC (mica male la giornalista), Abc (Ammazza che incendio) canali di cucina (mmhhh buono quello!), cultura (no, non 竪 il momento), documentari sugli orsi (sono un esperto in materia) su isole sperdute chiss dove (fa troppo freddo l狸) e musica non ci posso credere, questa 竪 If I should fall from grace with god Where no doctor can relieve me If I'm buried 'neath the sod But the angels won't receive me If I should fall from grace with god, The Pogues loro che suonano dal vivo con la gente che balla sotto il palco: migliaia e migliaia di teste che vanno avanti e indietro, a destra e a sinistra senza fermarsi mai, e Shane MacGowan in forma strepitosa che canta appeso e sbronzo al microfono, con una maglia nera intrisa di sudore e le orecchie a sventola rosso fuoco, mentre il resto della band ci d sotto come se fosse lultimo live della loro vita. E se ci penso dovrebbe essere sempre cos狸, se ci penso metterei come legge lobbligo di spremersi sul palco fino allultima goccia. Let me go boys Let me go boys Let me go down in the mud Where the rivers all run dry Anche noi siamo finiti ogni giorno di pi湛 nel fango, dentro a un fiume secco? Ce ne rendiamo conto, ma nessuno ha mai fatto nulla per fermare levolversi delle cose. Siamo come una pallina dacciaio che corre su un piano inclinato: allinizio il suo viaggio 竪 lento, quasi impercettibile ma con landare del tempo la corsa si fa sfrenata, un treno senza padrone su un binario morto. Cosa sono diventati i Modena City Ramblers? Una locomotiva che non fa pi湛 fermate per rifornirsi di idee, di verit, di umilt? If I should fall from grace with god, The Pogues C竪 la canzone del primo bacio, quella della prima scopata, quella degli amici che non ci sono pi湛, quella della fidanzata che ti ha mollato e poi c竪 lei, la canzone che ti ha cambiato lesistenza. Ed 竪 la pi湛 importante di tutte, perch辿 da quella melodia capisci che non sarai pi湛 lo stesso, che qualcosa nella tua vita ha svoltato e non torner mai pi湛 come prima. E in quel lontano 1988 a me tutto cambi嘆 per sempre, quando vidi il video alla televisione. Rimasi folgorato, infatuato e per un rockettaro tamarro comero fu davvero assurdo, ma quel pogo allegro e danzereccio, le note veloci e quella voce, mi fecero capire che era tempo di cacciar fuori dalla testa il metallo e vedere se stava succedendo qualcosa di nuovo in giro per il mondo.
  • 9. E allora spensi la tv, mi buttai addosso il solito chiodo nero, arraffai qualche lira dalla mia stanza e uscii in fretta e furia diretto al tempio della mia giovent湛, il mio negozio di dischi preferito. Come un tossico in crisi dastinenza, entrai senza salutare e chiesi immediatamente il disco dei Pogues. Il proprietario, che ben conosceva i miei gusti, rest嘆 impalato qualche secondo, mi guard嘆 sorridendo, pensando forse tra s辿 e s辿: Ah, cazzone, ti sei svegliato finalmente!. Estrasse il magico album, pagai ignorando la sua strafottenza e mi fiondai a casa, deciso a consumarlo in breve tempo. E cos狸 feci. Da quel momento iniziai a dividermi tra Led Zeppelin, Deep Purple, Metallica e la band di MacGowan, che lentamente prendeva possesso delle mie volont. Dopo aver conosciuto i Pogues, mi interessai a tutto quello che gravitava attorno allIrlanda e fu amore a prima vista: (musica) Waterboys, Planxty, Bothy Band, Christy Moore, (letteratura), Yeats, Brendan Behan, Flann OBrien, Roddy Doyle, fino a una montagna di film. Davanti a me si apr狸 la realt sconosciuta che avevo sempre sognato, fino a quando finalmente arriv嘆 il momento di toccarla con mano. Era il 9 luglio del 91, concerto alla Festa dellUnit di SantIlario dEnza, uno dei pi湛 belli della mia vita. I Pogues aprirono le danze con Stream of whiskey e conclusero con Fiesta e The Irish rover. Arena spettacoli piena zeppa, pogo furioso: non mi fermai un attimo, dallinizio alla fine non feci che ballare, spintonare, saltare, sudare e camminare sulla testa degli altri, cercando in ogni modo di arrivare fino al palco e di impossessarmi del microfono, per cantare a squarciagola insieme a Shane. Conclusi la serata in modo epico. Stremato e cosparso di terra dalla testa ai piedi, con le narici otturate, vomitando birra addosso a una ragazza che sono certo, si ricorder ancora di me! Sapere che lindomani saremmo partiti per lIrlanda, rendeva tutto ancora pi湛 magico. Arrivai a Dublino in aereo pieno di entusiasmo con il mio amico Marco e dopo soli tre giorni eravamo gi in preda allo sconforto totale; pioveva ininterrottamente, non facevamo altro che beccarci acqua e non riuscimmo nemmeno a socializzare, un po per timidezza, un po per inesperienza, ma dal quarto giorno cambi嘆 tutto. Ci trovavamo sul Ponte HaPenny e guardavamo il fiume Liffey scivolare lento verso il Mare di Irlanda; sullo sfondo si ergeva la sagoma della Custom House e il Liberty Hall, ledificio pi湛 alto della citt che sembrava sfiorare il cielo gonfio, quando seguendo con lo sguardo quella massa dacqua scura che si spostava, dissi a Marco: Se le cose non funzionano, perch辿 insistere nella stessa direzione? Prendiamo il primo treno in partenza, lasciamo Dublino, deviamo verso ovest, andiamo a Galway, proviamo a cambiare!. Da quel momento, il viaggio, che sembrava destinato ad andare in vacca, si trasform嘆 in una delle esperienze pi湛 incredibili della mia vita. Galway era stupenda, con le sue case basse e colorate a fiancheggiare la baia, con i suoi cigni sempre alla ricerca di cibo, con le sue vecchie signore dalla pelle rosata che passeggiavano lente masticando laria viva. E noi sempre in giro, con le suole delle scarpe fumanti e il sorriso sulle labbra, a stringere mani e ad ammirare posti nuovi, facemmo amicizia con tutti, io in particolare ricordo una ragazza dai capelli rossi e dalla grande gonna verde che svolazzava al vento. Tra una Guinness e una baked potato mi spiegava cosa significasse vivere a Galway, cosa volesse dire essere irlandesi: In questa terra non puoi e non devi avere paranoie, sei quello che sei e nessuno ti giudicher. Chi lo far 竪 un fottuto stronzo. Qui non esistono tavoli occupati, siediti dove preferisci e qualcuno ti parler, ragazze comprese. Non siamo tipe da tacchi a spillo; buttati e vedrai che qualcuno ti afferrer! E sono certa che un giorno partirai da Galway per farci ritorno e che in te conserverai mille frammenti di questa terra, perch辿 se ti alzi al mattino e pensi alla sua gente, significa che hai iniziato
  • 10. ad amarla e che non potrai pi湛 smettere di farlo. Aveva gli occhi color dIrlanda quella ragazza, si chiamava Shannon, come il grande e maestoso fiume irlandese cantato dai Pogues. La immagino ancora l狸, seduta sulla panchina del porto davanti alla magica baia, ad affrontare le onde della vita come se nulla fosse, perch辿 tutto fa parte del destino. So I walked as day was dawning Where small birds sang and leaves were falling Where we once watched the row boats landing By the broad majestic Shannon